CORSO DI INFOGRAFICA PROF. MANUELA PISCITELLI A.A.
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- Nicoletta Corso
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1 3. La gestalt Il presente file costituisce una SINTESI del materiale presentato nel corso delle lezioni. Tale sintesi non deve essere ritenuta esaustiva dell argomento, ma andrà integrata dallo studente attraverso i propri appunti delle lezioni e gli approfondimenti bibliografici.
2 LA CINESTESI Mentre con l organo della vista rileviamo la forma, il colore, il materiale ottico che ci si presenta, attraverso la CINESTESI noi prendiamo coscienza della posizione del nostro corpo nello spazio. La memoria dello spazio ci consente di rendere automatici alcuni gesti. La percezione cinestetica avviene attraverso la sensibilità delle articolazioni, dei muscoli, dei tendini e delle ossa. La percezione cinestetica avviene anche attraverso i LABIRINTI ed in relazione alla FISIOLOGIA DELL OCCHIO.
3 LA CINESTESI Sezione di un bulbo oculare. L immagine si forma ribaltata sulla retina. La sensibilità cinestetica della grandezza dell immagine retinica ci fornisce indicazioni sulla distanza tra noi e gli oggetti. È il primo indice per leggere la terza dimensione, la profondità.
4 LA CINESTESI L angolo degli assi visivi è maggiore per gli oggetti vicini. La cinestesi dell angolo degli assi visivi ci consente di stabilire la nostra distanza da un oggetto, attraverso una stima che diventa sempre più approssimativa all aumentare della distanza.
5 LA CINESTESI Il senso di verticalità ci può dare indicazioni sull ipotetico moto di forme che possiamo vedere su una superficie. Un esempio di come la cinestesi si integri con la vista lo abbiamo dal nostro senso di verticalità. Tutti riconosciamo subito un segmento di retta verticale perché è parallelo all asse della forza di gravità terrestre.
6 LA CINESTESI La visione utilizza un solo sistema: quello ottico; la percezione integra il sistema ottico con il cinestetico. La percezione dello spazio e delle forme tridimensionali è un processo più fisiologico che psicologico, perché intervengono le articolazioni, la muscolatura, il labirinto. La percezione di figure disposte su una superficie bidimensionale è un processo più psicologico che fisiologico, perché intervengono fattori che fanno capo a fenomeni psicopercettivi.
7 Fino alla metà dell Ottocento la fisiologia della visione non ha interessato specificamente la creazione di opere d arte. È stato uno scienziato, Chevreul, che nel 1839, con la pubblicazione del libro sulla suddivisione parcellare del colore, ha ispirato due correnti artistiche: il Pointillisme in Francia e il Divisionismo in Italia. Un colore poteva essere percepito non solo guardando pigmenti opportunamente mescolati tra di loro, ma si potevano utilizzare gli stessi pigmenti puri accostandoli l uno all altro sotto forma di puntini o trattini colorati: il processo di mescolanza dei colori avveniva fisiologicamente nell occhio dell osservatore, sulla retina.
8 Dopo questi primi studi di processi fisiologici dobbiamo attendere la fine dell Ottocento, quando un gruppo di studiosi e scienziati diedero vita ad una nuova dottrina: la Gestaltpsycologie, psicologia della forma, o più semplicemente Gestalt. La forma, gestalt, è qualcosa di più e di diverso dalla somma dei singoli elementi (come nella musica). La Gestalt ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti vettoriali della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il materiale ottico seguendo tali schemi. Queste leggi sono chiamate leggi di unificazione figurale.
9 1. LEGGE DELLA VICINANZA Le parti di un insieme percettivo vengono raccolte in unità conforme alla minima distanza. Il materiale ottico viene raggruppato per vicinanza degli elementi.
10 2. LEGGE DELL UGUAGLIANZA Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi, si manifesta la tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi tra loro simili. Il materiale ottico viene raggruppato per uguaglianza di colore. Il materiale ottico viene raggruppato per uguaglianza di colore e forma.
11 3. LEGGE DELLA FORMA CHIUSA le linee delimitanti una superficie si costituiscono in unità più facilmente di quelle che non si chiudono. Viene raggruppato il materiale ottico che costituisce delle superfici chiuse.
12 4. LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE Quelle parti di una figura che formano una curva buona o che hanno un destino comune si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre. Si leggono due oggetti che posseggono una coerenza formale.
13 4. LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE Quelle parti di una figura che formano una curva buona o che hanno un destino comune si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre. La chiusura è più forte del destino comune. Il destino comune è più forte della chiusura.
14 5. LEGGE DEL MOVIMENTO COMUNE Si costituiscono in unità quegli elementi che si muovono insieme o in modo simile o, generalmente, che si muovono in opposizione ad altri che rimangono fermi. Si riconoscono due raggruppamenti: uno di forme ferme e l altro di forme che si muovono allo stesso modo. Si riconoscono figure composte da quadratini che hanno lo stesso moto.
15 6. LEGGE DELL ESPERIENZA La psicologia della forma, pur non riconoscendo all esperienza quella fondamentale importanza per l organizzazione percettiva degli oggetti che era sostenuta dalla psicologia associazionista, non esita a riconoscerle un azione concomitante accanto ai fattori menzionati. Lo stesso raggruppamento viene letto in modo diverso a seconda del contesto.
16 7. LEGGE DELLA PREGNANZA L organizzazione psicologica è sempre tanto buona quanto lo permettono le condizioni dominanti. Il termine buono qui comprende proprietà quali: regolarità, simmetria, compiutezza, omogeneità, equilibrio, massima semplicità, concisione. Forme lievemente irregolari vengono lette come regolari.
17 Le leggi della gestalt sono alla base del processo di completamento psicopercettivo delle figure parzialmente nascoste o incomplete. Canaletto, Ponteghetto della farina (part.), Le figure aperte vengono completate.
18 Le leggi della gestalt sono alla base del processo di completamento psicopercettivo delle figure parzialmente nascoste o incomplete. Errori percettivi della gestalt.
19 Non siamo predisposti a memorizzare ciò che è irregolare, mentre percepiamo e memorizziamo specialmente il materiale ottico regolare. Nessuno riesce a memorizzare la forma di una macchia, anzi darà quasi fastidio vederla perché è in contrapposizione con il sistema di percezione umano. Una macchia è all opposto di una buona forma in senso gestaltico.
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6. Lo spazio visivo Il presente file costituisce una SINTESI del materiale presentato nel corso delle lezioni. Tale sintesi non deve essere ritenuta esaustiva dell argomento, ma andrà integrata dallo studente
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