Moral hazard e incentivi

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1 Moral hazard e incentivi Da: Milgrom e Roberts Capitolo 6 1

2 Ricorda: Adverse selection. Informazione rilevante, acquisita prima o subito dopo l inizio della transazione, non viene trasmessa. Causa danno se interessi non collimano. (Informazione nascosta) Esempio del lavoratore con bassa produttività che non ha interesse a rivelare la sua informazione. O della persona ad alto rischio che compra un contratto di assicurazione Moral hazard. Azione rilevante, eseguita dopo l inizio della transazione, non viene osservata da una delle parti. Causa danno se interessi non collimano. (Azione nascosta) 2

3 1. Il concetto di moral hazard 1.1 L assicurazione e i comportamenti inappropriati (l assicuratore è costretto a prendere precauzioni ) 1.2 Gli effetti del m.h. sull efficienza (non sempre è negativa, esempio analisi mediche pre-parto). Diventa un problema se si acquista troppo di una merce perché prezzo relativo troppo basso rispetto al vero costo per la società. Chi si comporta in modo opportunistico lo fa perché è razionale (non immorale ), però il suo comportamento è socialmente indesiderabile. 3

4 1.3 l incidenza del moral hazard. Esempi: defensive medicine, fondi d investimento (più movimenti del dovuto per avere le commissioni), scarsa manutenzione degli appartamenti in affitto, lavoratore ozioso, lavoratore che denigra i colleghi per apparire più meritevole, manager che sceglie beni di lusso e si oppone a cambiamenti (positivi per l azienda ma pericolosi per il suo futuro). In comune tra questi esempi: gli individui non pagano tutto il costo delle loro decisioni errate. E come se fossero assicurati. Esiste un rapporto di agenzia e gli interessi non sono allineati. 4

5 Ex: assicurazione auto. Il conducente non mette tutto lo sforzo necessario nell evitare l incidente (è poco prudente alla guida) perché tanto è assicurato. Paga solo parzialmente le conseguenze della sua scarsa prudenza (l assicurazione rimborsa il danno almeno parzialmente in caso di incidente). Costo sociale: si verificano incidenti che potrebbero essere evitati se gli individui fossero maggiormente prudenti. 5

6 Esempio: moral hazard in assicurazione sanitaria Moral hazard ex-ante: il consumatore non mette tutto lo sforzo necessario nella prevenzione primaria perché tanto è assicurato. Paga solo parzialmente le conseguenze della mancata prevenzione (le cure mediche in caso di malattia sono infatti rimborsate in tutto o in parte dall assicurazione). Costo sociale: si verificano malattie che potrebbero essere evitate con la prevenzione. 6

7 Moral hazard ex-post: il consumatore paga solo una parte (oppure zero se è assicurato al 100%) delle cure che consuma Costo sociale: consumo in eccesso di cure mediche e crescita della spesa sanitaria. Le conseguenze risentono anche del tipo di assicurazione sanitaria (pubblica / privata). Vedi lucidi successivi. Tipi di contratti incentivanti proposti dalle compagnie di assicurazione per mitigare il problema: contratti con franchigie e con compartecipazione della spesa per limitare i problemi di moral hazard. Ciò implica che il consumatore non è più assicurato in modo completo. 7

8 Un contratto assicurativo incentivante implica un trade-off fra ASSICURAZIONE e INCENTIVI. Per limitare il moral hazard (ex-ante e ex-post) bisogna ridurre il livello di assicurazione dell individuo. Così l individuo paga, almeno in parte, il costo delle sue decisioni errate. 8

9 Confronto tra adverse selection e moral hazard in assicurazione sanitaria Adverse selection: esistono alti e bassi rischi. Le compagnie assicurative non sanno distinguere bassi ed alti rischi. Gli alti rischi hanno interesse a fingere di essere bassi rischi. Le assicurazioni possono offrire un contratto con premio uniforme oppure applicare la selezione (bassi rischi ricevono assicurazione parziale, alti rischi ricevono assicurazione completa). Moral hazard: gli assicurati sono responsabili solo parzialmente delle spese che subiscono in caso di malattia e quindi fanno poca prevenzione oppure consumano troppe cure mediche. 9

10 3. Assicurazione pubblica e privata Avevamo visto che l assicurazione pubblica può risolvere il problema della selezione avversa. L assicurazione pubblica però non può risolvere il problema del moral hazard. Per varie ragioni, tuttavia, l assicurazione privata sembra in grado di gestire meglio il problema del moral hazard. Esempio: assenteismo sembra un fenomeno peggiore nel settore pubblico (vigili urbani di Roma?). Lunghezza dei congedi maternità. 10

11 Vediamo alcune delle ragioni: Le imprese private hanno accesso a finanziamenti limitati (non possono contare sui contribuenti), quindi pagano maggiormente il costo di contratti inefficienti ed hanno maggior incentivo a implementare contratti ben disegnati. Il settore privato evita programmi assicurativi che, per quanto socialmente desiderabili, comportano costi elevati in termini di moral hazard. (es: cure dentarie ) Le imprese private massimizzano il profitto. 11

12 4. Moral hazard nelle organizzazioni 4.1 elusione del dipendente Elusione del compito assegnato. Per evitarlo si collega la remunerazione a una proxy dell efficienza del lavoratore, della performance richiesta (esempio: output, vendite ) Esempio dei controllori di volo americani. Dopo il 1974 nuove regole resero più facile simulare stress nervoso e ottenere ferie remunerate. Le richieste triplicarono. Per simulare, i controllori provocavano delle situazioni di pericolo. Di due possibili violazioni della sicurezza, near collisions e system s errors le seconde aumentarono molto e le prime no (potevano costare vite umane). Ciò indica la presenza di moral hazard. Contratto incentivante prevederebbe che la remunerazione subisse delle (parziali) riduzioni se assegnate ferie per stress nervoso 12

13 4.2 il comportamento dei manager Separazione tra proprietà (azionisti) e controllo (manager e consiglio di amministrazione). Rapporto di agenzia (aggravato dal fatto che il singolo azionista ha poco incentivo al controllo) I manager lavorano molto, ma possono perseguire obiettivi diversi dalla massimizzazione del profitto (e dalla distribuzione dei dividendi), dalla massimizzazione di lungo periodo del valore dell impresa. Le scalate ostili (hostile takeovers) possono essere interpretate come la reazione al moral hazard del manager (e del consiglio di amministrazione): scalzare gli amministratori correnti e responsabili di una cattiva gestione. 13

14 Gli enormi profitti che queste operazioni generano expost danno ragione a questa interpretazione. Si veda l aumento del prezzo delle azioni post scalata. Le scalate ostili vengono ostacolate dai manager con poison pills adottate, spesso, senza l approvazione degli azionisti (Esempio: acquisto agevolato di azioni, da parte dei manager e/o degli azionisti, dell impresa target in caso di tentativo di takeover. Ciò rende più costosa la scalata ostile per gli scalatori ). 14

15 4.3 Moral Hazard nei contratti finanziari I creditori (banche, possessori di titoli obbligazionari, fornitori) sono esposti al moral hazard da parte del manager che agisce nell interesse degli azionisti e tende a investire in progetti troppo rischiosi: infatti se l investimento NON va a buon fine, parte della perdita ricade sui creditori (difficoltà di misurazione, assunzione di rischio eccessivo rispetto a quello che sarebbe ottimale per i creditori) Se non ci fossero questi problemi i prestiti sarebbero meno onerosi e più facili da ottenere per le imprese. 15

16 Strumenti usati dai creditori per limitare il moral hazard : diritto di controllo, garanzie, diritto di recesso, accesso ai consigli di amministrazione. A parità di condizioni le società dovrebbero preferire il debito alla emissione di azioni perché gli interessi sul debito sono deducibili mentre i dividendi no. Ma ciò nonostante non si osservano indebitamenti totali perché gli incentivi all assunzione di rischio crescono con l indebitamento e i creditori e/o gli azionisti si oppongono. 16

17 5. Il controllo del Moral Hazard Quando il moral hazard è un problema? Se interessi divergono: funzioni obiettivo non allineate. Esiste la possibilità di effettuare una transazione creatrice di surplus (scambio mutuamente vantaggioso) in cui però gli interessi sono contrapposti. Fino a qui osserviamo tutto bene (ricorda il 1 th. dell Economia del Benessere). Ma si aggiunge: Difficile accertare il rispetto del contratto o troppo costoso (problemi di osservazione o verificabilità). Impossibile scrivere un contratto completo del quale si possa garantire l esecuzione. 17

18 5.1 Controllo diretto Primo possibile rimedio: controllo diretto. Esempio: certificazione dei bilanci (auditing), visite mediche per assicurati, i lavoratori devono timbrare il cartellino. Ma problema dell efficacia dei controlli (difficile misurazione, valutazioni soggettive, ampia discrezionalità, possibilità di falsificare la misurazione della performance, comportamento opportunistico del controllore ) Ruolo cruciale di premi e penalità. Ma interesse personale alla reputazione è ancora più efficace. Problema della credibilità della promessa di premi e punizioni (sono costosi per chi li deve implementare. Ex: licenziamento). 18

19 La competizione tra le fonti informative: fonti informative in concorrenza tra loro forniranno informazioni sui difetti dei concorrenti (esempio: nel mercato venditori di prodotti concorrenti, nell esercito Marina e Aviazione, nelle imprese diversi capi-reparto) Il controllo dei mercati: è un controllo gratuito. Esempio, se l impresa è in un ambiente concorrenziale è facile evidenziare l eventuale cattiva gestione del manager (cattiva gestione implica bassi rendimenti delle azioni, perdita di quote di mercato). Se il mercato per il controllo societario è aperto, allora il manager rischia il posto (scalata o competizione per le deleghe). Inoltre importanza della reputazione per il manager. 19

20 5.2 controllo indiretto: contratti d incentivazione A volte il controllo diretto è troppo costoso, possibile invece creare incentivi al comportamento virtuoso. Incentivi: alterazione dei compensi tale da accrescere i benefici monetari collegati al comportamento desiderato. Remunerazione collegata a esiti osservabili delle azioni se le azioni stesse non possono essere osservate. Quasi sempre la correlazione è imperfetta e quindi vi è una impossibilità di contratti che eliminino del tutto il problema. Esempio: venditori possono influenzare volume di vendite, ma esso dipende anche da altri fattori (shock esogeni della domanda). 20

21 Il problema del sostenimento del rischio: i contratti d incentivazione comportano un reddito aleatorio = incerto (collegato a variabili aleatorie non totalmente controllabili dall agente. Ex: volume delle vendite che dipende da shock esogeni). Quindi i contratti di incentivazione costringono il lavoratore a sostenere del rischio (il reddito non è fisso ma fluttua a seconda della performance). Ma l avversione al rischio riduce l utilità derivata dal reddito aleatorio. Apriamo una parentesi: veloce ripasso su avversione al rischio. 21

22 Avversione al rischio: esempio Una persona è caratterizzata da una funzione di utilità U=U(x), dove x è il denaro che essa riceve, U(x) è concava. Essa può scegliere tra: un lavoro che garantisce un reddito di $ con probabilità 1 (reddito fisso) e genera un livello di utilità pari a 16, ed un lavoro che da il 50% di probabilità di guadagnare $ (Utilità 18) e il 50% di probabilità di guadagnare $ (Utilità 10). 22

23 Avversione al rischio: esempio Reddito atteso del lavoro rischioso E(X) = (0,5)($30.000) + (0,5)($10.000) E(X) = $ (pari al reddito che offre il lavoro con reddito fisso) Utilità attesa del lavoro rischioso EU = (0,5)U($30.000) + (0,5)U($10.000) = (0,5)(18) + (0,5)(10) EU = 14 23

24 Avversione al rischio: esempio Il reddito atteso dei due lavori è lo stesso Per questo consumatore l utilità è più alta per il lavoro a reddito certo (16 > 14) Il consumatore sceglierà il lavoro con il reddito certo Per una persona avversa al rischio le perdite (in termini di diminuzione dell utilità) sono più importanti dei guadagni (in termini di aumento dell utilità) vedi figura che segue 24

25 Funzione di utilità di un consumatore avverso al rischio Utilità C F E 10 A reddito ($1.000) 25

26 Aumento di utilità per la vincita (in verde) e diminuzione di utilità per la perdita (in rosso) Utilità C E A F Vinco e perdo reddito ($1.000) 26

27 Il problema del sostenimento del rischio: i contratti d incentivazione comportano un reddito incerto. Ma l avversione al rischio riduce l utilità derivata dal reddito incerto. Allora il datore di lavoro deve pagare di più, in termini attesi, per compensare il lavoratore per il rischio assunto. Questo può essere un costo anche per la società, se il datore di lavoro è neutrale al rischio egli potrebbe assumerselo tutto (dal punto di vista dell efficiente allocazione del rischio dovrebbe essere così), ma ciò eliminerebbe gli incentivi. 27

28 Utilità 18 Funzione di utilità di un individuo neutro al rischio E 12 6 A C=F Il guadagno di utilità dovuto ad una vincita è uguale alla diminuzione di utilità (in valore assoluto) dovuta ad una perdita di stesso ammontare Reddito ($1.000) 28

29 I costi del rischio e i benefici dell incentivazione: contratto efficiente deve bilanciare costi del rischio e i benefici dell incentivazione. Implicazione pratica: se si vuole incentivare i dipendenti bisogna scegliere tra le variabili di collegamento (proxy) possibili, variabili correlate allo sforzo ma meno erratiche. (esempio: pezzi difettosi, volume output, e non profitto). Se possibile non bisogna sottoporre i lavoratori a rischi al di fuori del loro controllo. Ridurre la disutilità dello sforzo è un altro modo per ridurre i problemi di moral hazard (ambiente di lavoro, compiti assegnati più appropriati al tipo di lavoratore). 29

30 5.3 Le cauzioni Cauzione è un pegno che viene perso se un comportamento non conforme all accordo viene scoperto. Esempi: nella realizzazione di una costruzione, appalti (se realizzazione non pronta in tempo o diversa da accordo iniziale). Oppure: capitale proprio per un investimento cofinanziato. Oppure, richiesta di pagamento all impresa in caso di licenziamento volontario da parte del dipendente. 30

31 Relazione età/retribuzione, clausole sull anzianità: prima i lavoratori sono pagati meno e dopo più della loro produttività marginale. Il minor stipendio iniziale può essere interpretato come cauzione pagata all azienda e che non verrebbe restituita (sarebbe persa per il lavoratore) in caso in cui il moral hazard venisse scoperto ed il lavoratore licenziato. Per l efficienza occorre anche una clausola di pensionamento obbligatorio (se il lavoratore anziano è pagato più della sua produttività non ha nessuna voglia di andare in pnsione). 31

32 5.4 Il fai-da-te, i cambiamenti proprietari e le riforme organizzative A volte il datore di lavoro può compiere egli stesso il lavoro (esempio: proprietario terriero che riassume la direzione di un azienda) no moral hazard Oppure una parte può acquistare l altra (vendere l impresa al lavoratore) o internalizzare l attività (esempio: fusioni) no moral hazard (ma possibili costi d influenza) Incentivi e strutture proprietarie: un esempio 32

33 2 imprese, A e B, possono fare una JV. Investimenti contabilizzati Ma e Mb, per A e B. Il valore di questi input potrebbe essere inferiore a quello contabilizzato o dichiarato (esempio: macchinario vecchio o lavoratore poco qualificato). Va e Vb siano i valori effettivi (reali) Ricavo totale atteso: 1.5(Va+Vb)-600. Supponiamo che sia diviso in parti uguali tra le due imprese. Se A e B investono entrambe 1000$, l investimento frutta: 0.5[1.5( )-600]-1000=200$ a ciascuna impresa. Ma le imprese hanno interesse a comportarsi in modo opportunistico 33

34 Dati: se Va e Vb investiti allora ricavo sarà 1.5(Va+Vb)- 600 maggiori investimenti portano a ricavi maggiori. Ogni impresa può investire tra 500 e 1500, NON VERIFICABLE Investimento di A Investimento di B Investimento totale Ricavo totale atteso Ricavo atteso di A Profitto atteso netto di A Decisione massimizzante A Decisione attesa di B Va Vb Perdita attesa di A 50 Va+Vb 1.5(Va+Vb) (Va+Vb)-300 (0.75)Vb-(0.25)Va (il minimo) 500 (idem) 34

35 Commenti Se avessero investito 1000 ciascuno, come da contratto, avrebbero avuto un ricavo totale di 2400 che diviso due dà 1200 a testa. Ma il valore effettivo dell input è non verificabile (Vi Mi) e allora ogni impresa tenderà a mettere il minimo possibile. Ogni impresa si aspetta che la controparte faccia lo stesso. Il problema è che l impresa non beneficia completamente dell investimento fatto: per ogni Euro investito l impresa ne riceve solo 0,75. Dato Vb, il meglio per A è investire meno possibile (500$). Ma entrambe le imprese ragionano così e quindi l esito della JV è una perdita per entrambe. Una transazione mutuamente proficua non ha luogo. Una fusione risolverebbe il problema. 35

36 Le determinanti della proprietà: una fusione però non risolve sempre il problema: un impresa acquisita potrebbe diventare una divisione con un proprio manager con propri obiettivi non allineati alla nuova impresa costituita con la fusione (ancora moral hazard). Ai problemi di incentivi, inoltre, si aggiungono i costi d influenza che aumentano all aumentare delle attività integrate dentro un organizzazione. 36

37 6. Le attività d influenza e la proprietà unificata Quali sono i costi di integrazione di attività diverse? Quali i limiti di un impresa? Perché le attività economiche non sono tutte organizzate dentro un impresa unica? Esistono costi di transazione interni all impresa. Vero, ma in teoria la possibilità di un intervento selettivo (attuato solo quando serve) da parte dell eventuale autorità centrale elimina come possibile fonte di inefficienza molte di quelle fino ad ora considerate (vedi seguito). Ovvero, 2 unità operano come separate fino a che questo è efficiente; quando non lo è più, un intervento selettivo crea il legame di impresa (ma solo quando serve). 37

38 6.1 La proprietà unificata e l intervento selettivo Intervento selettivo: se due entità sono sotto un controllo unificato possono anche essere gestite come entità separate e messe in relazione come in un mercato (ex: prezzi di trasferimento tra due divisioni), quindi una struttura integrata dovrebbe sempre poter replicare il livello di efficienza di una struttura decentrata. E poi il centro potrebbe intervenire selettivamente per coordinare, solo quando ne possono derivare aumenti d efficienza! Ma allora perché non tutte le attività sono sotto un unico controllo? 38

39 6.2 L influenza sugli interventi Esistono costi organizzativi dell intervento selettivo, come raccogliere informazioni. Costo di retribuire l agente che esercita il controllo. Anche la predisposizione del sistema informativo è costosa. Più fondamentale è il peso delle attività di influenza che i soggetti nelle strutture sottoposte al controllo eserciteranno per influenzare le decisioni. Attività di influenza (o di lobby): quando le decisioni dell organizzazione influenzano la distribuzione della ricchezza fra i suoi membri questi ultimi cercano di influenzare le decisioni a loro vantaggio. 39

40 Attività di influenza: Anche se senza esito, esse sono un costo (sono sforzi non produttivi). Possono portare a scelte errate. Progetto organizzativo può essere inizialmente distorto per ridurre gli incentivi a esercitare attività d influenza. L esistenza di un autorità centrale dotata del potere di esercitare un controllo e di dirigere le attività sottoposte è il requisito per l esercizio delle attività d influenza. Due entità separate non soggette allo stesso centro non devono cercare di influenzare nessuno. 40

41 6.3 I costi d influenza e le fusioni fallite Molti studi rilevano che una alta percentuale di fusioni danno luogo a dismissioni di parti delle imprese acquisite o addirittura al ritorno allo stato originale. Persino in una fusione conglomerata, in cui non ci si propone di interferire con le operazioni correnti dell impresa acquisita, c è spazio per attività d influenza. 41

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