La normativa di riferimento ha visto negli anni una serie di interventi legislativi; l'ultimo con il Decreto Semplificazioni.

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1 Dipartimento Ambiente e Territorio LA BONIFICA DEI SITI D INTERESSE NAZIONALE (SIN): più che semplificare, occorre un rilancio urgente degli interventi di completamento e realizzazione dei progetti di bonifica. La bonifica dei siti contaminati, imposta dall'art.44 della Costituzione, è una questione annosa che richiede un rilancio urgente di intervento affinché le arre possano essere recuperate e rimesse a reddito, a vantaggio di attività e lavoro, ovvero dell'intera economia. La normativa di riferimento ha visto negli anni una serie di interventi legislativi; l'ultimo con il Decreto Semplificazioni. Più in generale, le norme stabiliscono i metodi per gli interventi di pulizia dei terreni contaminati e delle acque sotterranee dalle più diverse sostanze. Sostanze soprattutto in stato liquido, che rilasciate nei terreni ne alterano le caratteristiche, compromettendone l uso. Si definisce sito contaminato, il sito nel quale i valori della concentrazione delle sostanze contaminanti superano la concentrazione massima ammissibile e viene determinato con l applicazione dell analisi specifica di rischio sito.. La legislazione italiana riconosce quali Siti d Interesse Nazionale (SIN) quelle aree in cui l inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica. In Italia ci sono 57 SIN, perimetrali dal 1998 in poi sulla base di diverse leggi, ultima delle quali il Decreto Legislativo n.152 del Il totale della superficie interessata consiste in 1800 Km 2 di aree marine, lagunari e lacustri e 5500 Km 2 di aree terrestri, per un totale di circa il 3% del territorio nazionale. I comuni inclusi nei SIN sono oltre 300, con circa 9 milioni di abitanti. La procedura di bonifica dei SIN è attribuita al Ministero dell Ambiente, che può avvalersi anche dell ISPRA, delle ARPAT, dell ISS ed altri soggetti. In seguito ad interventi normativi i siti vengono individuati e perimetrati, in alcuni casi anche in aree molto vaste; alla perimetrazione segue una sub-perimetrazione, condotta a scala di dettaglio, che ha evidenziato le aree sulle quali avviare le procedure di caratterizzazione.

2 La caratterizzazione rappresenta le indagini condotte in un sito contaminato o ritenuto potenzialmente tale, il cui scopo principale è quello di definire l assetto idrogeologico, verificare la presenza o meno di contaminazioni nei suoli e nelle acque e sviluppare un modello di intervento. Su scala nazionale il principale riferimento normativo sulle bonifiche è il decreto del ministero dell Ambiente 18 Settembre 2001, n.246 (Programma nazionale di bonifica e ripristino dei siti inquinati) che descrive ed aggiorna quelli che sono i Siti di Interesse Nazionale, preventivamente definiti dalla legge n.388/2000. Nella tabella seguente sono riportate le ulteriori misure legislative nazionali sul tema: Legge 426/1998 Decreto Ministeriale 486/2001 Legge 179/2002 Legge 266/2005 Decreto legislativo 152/2006 Decreto Ministeriale 11/04/2008 Decreto Ministeriale 25/05/2008 Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri 3716/2008 Se la complessità delle norme richiamate muovevano dall'obiettivo di realizzare le bonifiche dei siti individuati e riconosciuti come inquinati, la novità introdotta con l'art.57 del Decreto Semplificazioni, interviene in controtendenza. Prevede infatti al comma 9 che: Nel caso di reindustrializzazione dei siti di interesse nazionale, i sistemi di sicurezza operativa già in atto possono continuare ad essere esercitati senza necessità di procedere contestualmente alla bonifica, previa autorizzazione del progetto di riutilizzo delle aree interessate, attestante la non compromissione di eventuali successivi interventi di bonifica ai sensi dell'art.242 del decreto legislativo 3 aprile 2006/152. Ovvero, secondo questa modifica, è possibile re-industrializzare senza realizzare preventivamente il progettato intervento di bonifica. Nella tabella seguente sono riportate le norme di individuazione e perimetrazione dei SIN: 1 Venezia (Porto Marghera) Sito Regione Legge istitutiva Norma di perimetrazione (Ministero Ambiente) Veneto L 426/98 Decreto 23 febbraio 2000 (G.U. 3/3/00) 2 Napoli Orientale Campania L 426/98 Decreto 29 dicembre 1999 (G.U. 8/3/00) 3 Gela Sicilia L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 23/2/00) 4 Priolo Sicilia L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 23/2/00) 5 Manfredonia Puglia L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 26/2/00) 6 Brindisi Puglia L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000

3 (G.U. 22/2/00) 7 Taranto Puglia L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 24/2/00) 8 Cengio e Saliceto Liguria-Piemonte L 426/98 Decreto 20 ottobre 1999 (G.U. 28/12/99) 9 Piombino Toscana L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 25/2/00) 10 Massa e Carrara Toscana L 426/98 Decreto 21 dicembre 1999 (G.U. 1/2/00) 11 Casal Monferrato Piemonte L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 22/2/00) Decreto 31 gennaio 2006 (G.U. 5/4/2006) 12 Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano Campania L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 29/5/01) 13 Pitelli Liguria L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 24/2/00) 14 Balangero Piemonte L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 19/2/00) 15 Pieve Vergonte Piemonte L 426/98 Decreto 10 gennaio 2000 (G.U. 25/2/00) 16 Sesto San Giovanni Lombardia L 388/00 2 Decreto 31 agosto 2001 (G.U. 26/10/01) 17 Napoli Bagnoli Coroglio Campania L 388/00 Decreto 31 agosto 2001 (G.U. 26/10/01) 18 Pioltello e Rodano Lombardia L 388/00 Decreto 31 agosto 2001 (G.U. 29/10/01) 19 Fiumi Saline e Alento Abruzzo 3 20 Tito Basilicata 21 Crotone Cassano Cerchiara Calabria 22 Sassuolo Scandiano Emilia Romagna 23 Fidenza Emilia Romagna 24 Trieste Friuli-Venezia Giulia 25 Laguna di Grado e Marano Friuli-Venezia Giulia 26 Frosinone Lazio 27 Cogoleto Stoppani Liguria 28 Cerro al Lambro Lombardia Decreto 3 marzo 2003 (G.U. 2/10/02) Decreto 26 novembre 2002 (G.U. 22/1/03) Decreto 26 febbraio 2003 Decreto 16 ottobre 2002 (G.U. 6/12/02) Decreto 24 febbraio 2003 Decreto 24 febbraio 2003 Decreto 2 dicembre 2002 (G.U. 7/3/03) (G.U. 1/10/02) (G.U. 5/10/02) 29 Milano Bovisa Lombardia

4 30 Basso bacino del fiume Chienti 31 Campobasso Guglionesi II Marche Chienti Molise (G.U. 3/10/02) 32 Basse di Stura (Torino) Piemonte 33 Bari Fibronit Puglia 34 Sulcis Iglesiente Guspinese Sardegna 35 Biancavilla Sicilia 36 Livorno Toscana 37 Terni Papigno Umbria 38 Emarese Valle d'aosta 39 Mardimago Ceregnano Veneto 40 Bolzano Provincia autonoma Bolzano 41 Trento nord Provincia autonoma Trento Decreto 26 febbraio 2003 Decreto 16 dicembre 2002 (G.U. 5/12/02) (G.U. 4/10/02) (G.U. 1/10/02) Decreto 12 marzo 2003 Decreto 18 luglio 2002 (G.U. 2/10/02) Decreto 24 febbraio 2003 (G.U. 5/10/02) Decreto 26 novembre 2002 (G.U. 25/1/03) (G.U. 30/9/02) (G.U. 4/10/02) (G.U. 3/10/02) 42 Brescia Caffaro Lombardia L. 179/024 Decreto 24 febbraio Broni Lombardia L. 179/02 Decreto 26 novembre 2002 (G.U. 9/1/03) 44 Falconara Marittima Marche L. 179/02 Decreto 26 febbraio Serravalle Scrivia Piemonte L. 179/02 Decreto 7 febbraio 2003 (G.U. 12/4/03) 46 Laghi di Mantova e Polo Chimico Lombardia L. 179/02 Decreto 7 febbraio 2003 (G.U. 12/4/03) 47 Orbetello Toscana L. 179/02 Decreto 2 dicembre 2002 (G.U. 27/3/03) 48 Aree del litorale vesuviano 49 Aree industriali di Porto Torres 50 Area industriale della Val Basento 51 Bacino idrografico del Fiume Sarno Campania L. 179/02 Decreto 27 dicembre 2004 (G.U. 7/4/05) Sardegna L. 179/02 Decreto 7 febbraio 2003 (G.U. 23/4/03) Decreto 3 agosto 2005 (G.U. 20/9/05) Basilicata L. 179/02 Decreto 26 febbraio 2003 Campania L. 266/055 In corso 52 Milazzo Sicilia L. 266/05 In corso

5 53 Bacino idrografico del Fiume Sacco Lazio L. 266/05 In corso 54 Discarica Le Strillaie Toscana D.Lgs. 152/066 In corso La questione bonifiche non può prescindere dal più ampio concetto di danno ambientale causato dagli inquinanti localizzati nelle aree di cui è nota la contaminazione e l esigenza di una pronta bonifica. L inquinamento di acque, aria, suoli e le conseguenti ricadute sanitarie, si estende infatti ben oltre quel 3% di territorio nazionale dichiarato inquinato. Tutti gli interventi governativi per le bonifiche, tramite accordi di programma, prevedono anche una quantificazione del danno ambientale sofferto dalla collettività. L aspetto economico è importante soprattutto quando la volontà politica di risolvere il problema viene a mancare. Il fattore preoccupante è il progressivo esaurimento dei fondi statali a disposizione a seguito dei continui tagli di bilancio, testimonianza della mancanza di volontà politica nel perseguire gli originari obiettivi di tutela ambientale e sanitaria. Lo scorso anno la Camera dei Deputati ha iniziato la discussione di otto mozioni concernenti le bonifiche dei SIN ( leg16/lavori/odg/cam/allegati/ htm). L analisi di tali testi offre un quadro sconcertante sugli stanziamenti complessivi per il Ministero dell Ambiente. «Con riferimento agli ultimi provvedimenti legislativi di natura finanziaria per il 2011, lo stanziamento complessivo di competenza iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il 2011 ammonta a 513,9 milioni di euro. Rispetto al dato assestato si registra, quindi, una diminuzione di ben 232,7 milioni di euro (con una riduzione pari al 31,2 per cento). La missione a cui sono assegnate la gran parte delle risorse a disposizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è la missione 18 (391,2 milioni per sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) che, però, registra una diminuzione di 212,9 milioni di euro (pari al 35,2 per cento). In particolare, la dotazione di competenza del programma (Tutela e conservazione del territorio e delle risorse idriche, trattamento e smaltimento rifiuti, bonifiche) risulta pari a 164,3 milioni di euro, con una riduzione di 81,1 milioni di euro (pari al 33 per cento)». Sul bilancio fallimentare delle bonifiche, ha concorso il condono tombale introdotto dalla legge 13 del 2009, che, con l art.2 sulla complessa gestione degli interventi di bonifica e sulla pianificazione del futuro delle aree interessate. In aggiunta, si sono ridimensionate le risorse pubbliche destinate agli interventi, permanendo un quadro normativo, che anche a seguito dell'ultima modifica introdotta con il Decreto Semplificazioni, sembra voler continuare a favorire l inazione e il mancato risanamento ambientale che alimento i problemi per la salute umana e i costi sanitari. In conclusione, le bonifiche vanno realizzate; possono favorire la ricerca e l innovazione, creando occupazione e salvaguardando il territorio, le risorse naturali e la salute umana. Dunque, emerge la necessità di porre fine alla gestione commissariale ed emergenziale delle bonifiche, a vantaggio dell elaborazione di un efficace Piano Nazionale per la bonifica dei siti nazionali inquinati. Il Piano dovrà prevedere nuovi investimenti produttivi e nuove infrastrutture con elevati standard di efficienza e sostenibilità

6 ambientale, affiancati da attività di ricerca e da sistemi di monitoraggio e controllo della qualità ambientale dei siti e degli effetti sulla salute dei cittadini. Tutto ciò si realizza solo se vi è la certezza delle risorse finanziarie assegnate al Piano Nazionale bonifiche da parte del Governo, dell'addebito alle imprese responsabili dell'inquinamento (Direttiva 2060/2000 e Dlgs. 152/2006) sia dalle imprese interessate, favorendo il confronto con le organizzazioni sindacali e una larga partecipazione nelle Conferenze dei Servizi. p. il Dipartimento Domenico di Martino Roma 19 aprile 2012

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