REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia. sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda)

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1 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 283 del 2016, proposto da: **, rappresentato e difeso dall'avv. Simonetta Geroldi, con domicilio eletto presso Simonetta Geroldi in Brescia, Via Crispi, N. 20; contro Questura di Brescia, rappresentato e difeso per legge dall'avvocatura Distrettuale Stato, domiciliata in Brescia, Via S. Caterina, 6;

2 per l'annullamento del decreto del 18/02/2016 di rigetto della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Questura di Brescia; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 22 marzo 2016 la dott.ssa Alessandra Farina e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Richiamato il provvedimento monocratico (D.P. n. 196/2016) assunto ex art. 56 c.p.a., ove, nel respingere la richiesta cautelare inaudita altera parte, si è evidenziato quanto segue: <<Premesso che oggetto del ricorso è il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno, a seguito dell annullamento, in forza della pronuncia del Consiglio di Stato, sentenza della Terza Sezione n. 2033/15, del diniego in precedenza opposto in ragione della condanna inflitta al ricorrente per il reato, continuato, di cui all art. 609 bis c.p., reato di per sé ostativo ex art. 4, comma 3 TUI al rilascio e/o al rinnovo del titolo di soggiorno; che con la richiamata pronuncia il giudice di appello, nel riformare la sentenza di primo grado emessa da questo Tribunale amministrativo, n. 998/2011, ha ritenuto di dover valorizzare, ex art. 5, comma 5 TUI, la sopravvenuta riabilitazione dello

3 straniero ex art. 179 c.p., peraltro così precisando : la riabilitazione di condanne c.d. ostative disposta da un giudice specializzato quale il giudice di Sorveglianza è senz'altro rilevante a far venire meno l'automatismo connesso a tali condanne, anche se non può ritenersi necessariamente determinante ai fini della decisione sul rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, risultando comunque necessaria, da parte dell'amministrazione preposta, una specifica e autonoma ponderazione dei fatti sopravvenuti e della complessiva condotta dell'interessato. La riabilitazione perciò supera l'automatismo della condanna ostativa senza tuttavia instaurare un nuovo automatismo a favore della riabilitazione. 3. Conclusivamente, in caso di riabilitazione, è perciò necessario da parte dell'autorità amministrativa, una nuova e specifica valutazione che verifichi la eventuale permanenza di pericolosità sociale in capo all'interessato In tale termini l appello deve essere accolto, la sentenza di primo grado riformata, il ricorso di primo grado accolto nei limiti di un riesame, da parte dell amministrazione, della situazione di pericolosità sociale dell appellante nell attualità. ; che, inoltre, nella medesima pronuncia, il giudice d appello ha espressamente sottolineato, con specifico riferimento, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 202/2013, alla situazione familiare del ricorrente profilo invocato anche nel ricorso in esame che..la situazione dell appellante non è

4 comparabile a quella tenuta presente dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 202/2013 non avendo lo stesso attivato il sopradetto alcun ricongiungimento familiare ; considerato che, per quanto attiene al nuovo provvedimento di rigetto della richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno, il quale risulta fondato sull insufficienza di adeguati redditi, tali da assicurare al ricorrente la permanenza sul territorio nazionale con adeguati mezzi di sostentamento, i dati rilevati dalle banche dati INPS confermano tale assunto, mentre la difesa istante non ha comprovato alcuna ulteriore fonte reddituale; che risulta ancora sub iudice l accertamento della veridicità del rapporto di lavoro, utilizzato ai fini dell emersione e avviato in qualità di colf, stanti le risultanze emerse dalle dichiarazioni dei diretti interessati e di altre persone sentite sui fatti; che, sebbene si tratti di occupazione in nero, nessuna documentazione risulta prodotta a comprova dell avvenuta remunerazione; che tali elementi non consentono di contrastare il giudizio sfavorevole espresso all amministrazione nel provvedimento impugnato; >>; esaminati ulteriormente i motivi di ricorso e ritenuto che il nuovo provvedimento, qui impugnato, con il quale è stata respinta la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per carenza di adeguati mezzi di sostentamento, sia stato correttamente assunto dall amministrazione intimata, la quale, dopo la pronuncia del giudice di appello, ha provveduto a valutare la situazione

5 reddituale e lavorativa dello straniero, astenendosi dal dare rilievo in via automatica alla pregressa sentenza di condanna allo stesso inflitta per uno dei reati individuati dal Legislatore quali ostativi alla presenza in Italia; ne consegue, sotto questo punto di vista, che il provvedimento risulta immune da ogni censura, essendosi l amministrazione attivata con i nuovi accertamenti in epoca necessariamente successiva alla pronuncia che ha accolto il ricorso proposto avverso il primo diniego. Ribadito che, per quanto riguarda l attuale situazione del ricorrente così come evidenziata dall amministrazione, nessun elemento è stato fornito dalla difesa istante circa la sussistenza di adeguate fonti di reddito, come richiesto al fine di legittimare la presenza sul territorio nazionale dello straniero; che, allo stato non risulta neppure confermata l effettività del rapporto di lavoro quale colf per il quale è pendente la procedura di emersione; disattese le considerazioni della difesa istante (pag. 5 del ricorso introduttivo) con le quali si sostiene che non sussiste alcun obbligo per il ricorrente di svolgere attività lavorativa, stante la particolare storia personale, in quanto vale per tutti coloro che richiedono il rilascio del titolo di soggiorno l obbligo di dimostrare il possesso di adeguati mezzi di sussistenza sufficienti per il soggiorno, così da assicurare la sostenibilità dell ingresso e la permanenza nella comunità nazionale, escludendosi il ricorso ad attività illecite;

6 rilevato che nell ambito del corposo nucleo familiare cui appartiene il ricorrente (cfr. doc. 2), costituito da sette componenti, risultano in grado di produrre reddito soltanto due di essi, dei quali vengono prodotte la dichiarazioni dei redditi, nelle quali non è indicato alcun familiare a carico, oltre ad essere la prima riferita ad un reddito da lavoro limitato a sette mesi del 2015, la seconda riferita all anno 2014 (doc. 3) ; ritenuto, quindi, che, attese le indagini effettuate dai Carabinieri al fine di accertare la reale esistenza di un rapporto di lavoro riferibile al ricorrente e sulla base di quanto emerso dalla stessa documentazione depositata in ricorso, il provvedimento impugnato, prescindendo dalla condanna subita e dall allarme sociale ad essa correlato per effetto dell intervenuta riabilitazione, non rilevando adeguati mezzi di sostentamento in applicazione del disposto di cui agli artt. 4 e 5 TUI, sia immune dai vizi denunciati; per detti motivi il ricorso deve essere respinto. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come da dispositivo. P.Q.M.

7 Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge. Condanna parte ricorrente alla refusione delle spese di lite, che liquida in favore della resistente nella somma di 1500,00 (millecinquecento/00), oltre oneri di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Brescia nella camera di consiglio del giorno 22 marzo 2016 con l'intervento dei magistrati: Alessandra Farina, Presidente, Estensore Stefano Tenca, Consigliere Francesco Gambato Spisani, Consigliere IL PRESIDENTE, ESTENSORE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 23/03/2016 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)