DOCUMENTO ATTIVITA 2010

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1 DOCUMENTO ATTIVITA 2010 A cura di : Giancarlo Cattaneo e Narcisa Piuselli Responsabili del progetto e Cassinelli Veronica Sorrentino Luca Colombo Giovanni Battista Cordisco Federica Di Giorgio Jessica Fulco Maria Grazia Nola Assunta Prandi Enzandrea Spada Danilo Villa Cristina Zanoni Graziella

2 1. PRESENTAZIONE Il documento che viene presentato è frutto del lavoro del gruppo che ha seguito per il 2010 il Progetto Imprese di Pulizia, lavoro in parte sviluppato attraverso sopralluoghi in Aziende appaltatrici e in parte costruito dall analisi dei Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) di Aziende contattate attraverso lettera. Sono state scelte Aziende Ospedaliere come oggetto dell attività di sopralluogo sia per i possibili specifici rischi interferenziali (che l indagine ha confermato), sia per dimensioni specifiche delle imprese di pulizia coinvolte, in un quadro generale dove il 92% delle Aziende ha meno di 10 addetti. Sono stati effettuati sopralluoghi in 12 Aziende Ospedaliere per un totale di 19 imprese di pulizia: in aggiunta ai 19 DVR analizzati in Aziende operanti negli Ospedali oggetto di sopralluogo, sono stati analizzati 52 DVR di altrettante imprese operanti in uffici, alberghi, mense. I principali risultati di questo lavoro sono descritti nel documento e si possono così sintetizzare: il fenomeno infortunistico nelle imprese di pulizia è significativo, gli indici di incidenza ricavati dai dati INAIL sono nettamente superiori all indice di incidenza medio per tutte le attività e sono confrontabili con quelle di settori ad alto rischio infortunistico (trasporti, edilizia). Non abbiamo invece dati certi sulla gravità, non essendo stato possibile calcolare l indice specifico: dalla bassa percentuale di infortuni permanenti sul totale (2-4%) si può ipotizzare una ridotta gravità degli infortuni, i più gravi dei quali risultano (pure nei limiti del ridotto campione nel quale viene fatta questa valutazione) quelli da caduta da scala portatile, spesso utilizzata in attività che comportano l utilizzo di entrambe le mani, movimento degli arti che facilitano lo sbandamento e la perdita di equilibrio, pesi da sollevare (secchio d acqua). Prevalgono gli infortuni legati a condizioni lavorative specifiche quali scivolando, cadendo (pavimenti bagnati, scivolosi), urto-schiacciamento (attrezzature, spazi ridotti), movimentazione manuale dei carichi (sacchi pesanti da sollevare, arredi, tavoli da spingere, spostare, sollevare secchi). Sono segnalati infortuni da contatto o inalazione con prodotti chimici (es. crisi respiratorie acute, di inalazione di vapori di cloro prodotti dalla miscelazione di ipoclorito di sodio con acidi forti). Di particolare interesse gli infortuni a rischio biologico prevalentemente da aghi o taglienti a sospetta contaminazione, più raramente da contatto con materiale biologico: nel gruppo di imprese che operano in Ospedale quasi il 18% degli infortuni è di questo tipo, nelle imprese in generale la percentuale è 1

3 intorno al 4%, espressione di un rischio che non riguarda solo gli Ospedali, ma anche gli alberghi (punture da ago, lamette, forbicine). L analisi della letteratura (in particolare del rapporto redatto nel 2005 dalla European Agency For Safety And Healt At Work, dal titolo Preventing harm to cleaning workers ) e i dati raccolti in 365 questionari da noi somministrati a lavoratori di imprese di pulizia che operano negli Ospedali, hanno permesso di mettere a fuoco gli altri rischi tipici del settore. A partire dai carichi di lavoro che sono elevati, ancor più in un contesto di forte competitività che spinge a ridurre i costi, che significa fare lo stesso lavoro con meno persone. L alta percentuale di lavoratori che nel nostro campione giudica pesante il lavoro, intensi i ritmi, insufficiente il personale e inadeguato il tempo a disposizione conferma gli studi riportati in letteratura: tra questi di particolare interesse quelli che evidenziano per alcune attività elevati carichi cardiorespiratori, dato rilevante tenuto conto dell età media elevata di questa popolazione lavorativa (il 50%, secondo stima europea, ha più di 45 anni). L attività di pulizia comporta atteggiamenti posturali spesso sfavorevoli e spesso associati a movimentazione di pesi (secchi, attrezzature): schiena flessa anteriormente e inarcata, braccia a livello delle spalle o più in alto, torsione del tronco, posizione accovacciata, sono posture che occupano la gran parte del tempo di lavoro; attività come l utilizzo dello straccio bagnato comportano un significativo sovraccarico biomeccanico degli arti superiori; studi effettuati utilizzando la check-list Ocra hanno dimostrato un rischio significativo da movimenti ripetitivi degli arti superiori; anche l attività di spinta dei carrelli valutata col metodo Snook-Ciriello evidenzia un rischio significativo. Le valutazioni espresse dai lavoratori del nostro campione confermano le criticità di atteggiamenti posturali, movimentazione dei carichi, movimenti ripetitivi degli arti superiori: a ciò fa riscontro la prevalenza significativa di disturbi dell apparato locomotore, in particolare delle spalle e della schiena e con un significativo interessamento del polso (il 20% dei lavoratori soffre o ha sofferto di sindrome del tunnel carpale, che nella popolazione non esposta è attestato sul 9%). L utilizzo di numerosi prodotti e la liberazione di sostanze chimiche durante i processi di pulizia condizionano un rischio chimico che in letteratura viene riferito in particolare all asma bronchiale (1.7 volte più frequente nei lavoratori delle imprese di pulizia rispetto alle altre occupazioni) e alla dermatite irritativa o allergica alle mani: nella nostra indagine si è evidenziata una significativa presenza di disturbi irritativi durante l attività lavorativa (bruciore agli occhi, tosse stizzosa, 2

4 arrossamento e bruciore alle mani) con un asma bronchiale, diagnosticati nel 9% del campione. Una sintomatologia piuttosto frequente è quella da fenomeno di Raynaud, dove il contatto frequente con acqua fredda si combina con un possibile problema di vibrazioni mano-braccia collegato alla cattiva manutenzione o alle vetustà delle attrezzature utilizzate. Per quanto riguarda quello che viene definito rischio psicosociale molti sono i fattori che vengono evidenziati: il rapporto di lavoro spesso precario, il lavoro per turni, il lavoro notturno, il lavoro isolato, la mancata chiarezza riguardo a compiti e responsabilità, lo scarso riconoscimento sociale. In letteratura sono segnalati disturbi psichici soprattutto nelle fasce di età più elevate e nei lavoratori immigrati. L attività di sopralluogo con somministrazione dei questionari e quella di acquisizione di registro infortuni e DVR sono servite prima di tutto ad acquisire i dati che sono stati fin qui riportati, ma anche a prescrivere una serie di provvedimenti frutto degli accertamenti svolti nel corso del sopralluogo e dell analisi della documentazione acquisita. Alcuni provvedimenti hanno riguardato i locali a disposizione dei lavoratori come spogliatoi, servizi igienici, refettori: a nove aziende operanti in 6 ospedali, sono state contestate violazioni dell art. 63 punto 1 del D.Lgs 81/2008 con relativo verbale di prescrizione. A due Aziende, in due diversi Ospedali, è stato contestato l art. 71 punto 6 per l inadeguatezza delle attrezzature messe a disposizione per i lavoratori, con relativo verbale di prescrizione. A 15 Aziende operanti in 9 Ospedali è stato contestato l art. 77 punto 4 comma A in riferimento all obbligo del datore di lavoro di assicurare le condizioni di igiene delle divise di lavoro mediante il loro lavaggio. Inoltre in alcuni casi (7 Aziende) è stata data una disposizione per una revisione dei rispettivi DVR. Al termine di questa fase, si è svolto un incontro con gli RLS, RSA, CGIL, CISL e UIL dove sono stati presentati alcuni dati relativi al lavoro svolto e discussi i problemi e le difficoltà legati anche alle caratteristiche del settore. Di fronte alla debolezza della rete di RLS, molti nominati in modo estemporaneo, molti privi di formazione, appare necessario perseguire in tutte le situazioni accordi tra organizzazioni sindacali e aziende, che permettano una presenza di Rappresentanti dei lavoratori adeguata sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista della formazione. 3

5 Una prima considerazione va fatta e riguarda i DVR esaminati: il fatto che solo in 7 casi si sia data una disposizione per una loro revisione non deve trarre in inganno, essendo espressione della prudenza con cui fino ad oggi si è gestito come organo di vigilanza il problema della inadeguatezza del DVR, inadeguatezza diffusa ma in questo settore particolarmente marcata. Non che manchi l impegno dei datori di lavoro (anche le più piccole aziende hanno provveduto a redigere un documento) nè le capacità degli estensori (molti DVR sono veri e propri manuali omnicomprensivi), ma manca il senso reale del DVR, cosi come è ben descritto dall art. 28 del D.Lgs 81/2008 secondo il quale il datore di lavoro deve garantire la completezza e l idoneità (del DVR) quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Noi abbiamo invece trovato manuali, più o meno ben fatti, dove nel migliore dei casi, per ogni rischio vengono descritti definizioni, criteri di valutazione, indici di rischio, procedure attuate e azioni di intervento previste ma in astratto, senza alcun reale riferimento a specifiche, concrete mansioni/attività. Il che spiega come sia possibile fare un unico DVR adattabile a qualsiasi luogo di lavoro in cui si operi. È anche l espressione di un non funzionamento reale del sistema di prevenzione aziendale come voluto dal D.Lgs 626/94 e poi ripreso nel D.Lgs 81/2008. Non c è traccia di consultazione di RLS (art b) né più in generale di un coinvolgimento dei lavoratori; non c è traccia di coinvolgimento del medico competente (art. 29 punto 1) dal quale possono venire indicazioni anche più precise di quelle che noi abbiamo ottenuto attraverso i questionari, indispensabili per una corretta valutazione dei rischi; in nessun caso sono presi in considerazione gli infortuni, anch essi, con tutta evidenza, indicatori estremamente utili e in generale non c è alcun riferimento ai luoghi fisici in cui questi lavoratori si cambiano, utilizzano i servizi igienici, mangiano. Noi crediamo che questi DVR debbano essere rivisti alla luce dell art. 28 perché diventino quelli che dovrebbero essere strumenti operativi di pianificazione degli interventi di prevenzione e crediamo che l organo di vigilanza debba utilizzare lo strumento della prescrizione in tutti i casi in cui non ci sia rispondenza a quanto previsto dalla norma. Per quanto riguarda il medico competente crediamo che, in linea di massima, il rischio da patologia da sovraccarico biomeccanico renda obbligatoria la sua nomina: i non molti programmi sanitari che abbiamo visto riproducono per lo più la tendenza a inserire nei protocolli inutili esami ematochimici da ripetersi con inutile regolarità assieme a esami strumentali magari utili (vedi prove di funzionalità respiratoria) ma con periodicità senza significato. Come sempre anamnesi ed esame obiettivo 4

6 sono in grado di fornire gli elementi più preziosi. Un intervento specifico del medico competente riguarda situazioni lavorative in cui sussiste un rischio biologico il che si può verificare, come si è visto, nelle strutture sanitarie e sociosanitarie: qui è necessario che si applichi l art. 279 punto 2 a del D.Lgs 81/2008 che obbliga il datore di lavoro, su parere conforme del medico competente a mettere a disposizione vaccini efficaci che nel nostro caso sono il vaccino per l Epatite A (è dimostrata la significativa prevalenza di Epatite A in operatori sociosanitari presso RSA) e per l Epatite B (significative percentuali di ferita da punture e taglio). Per quel che riguarda spogliatoi, refettori e servizi igienici abbiamo verificato condizioni varie, ma spesso non rispondenti ai requisiti igienico strutturali che il D.Lgs 81/2008 prevede. È necessario che la rispondenza a questi requisiti entri nel contratto fra Azienda appaltatrice e appaltante, fermo restando che l organo di vigilanza emetterà in tutti questi casi verbali di prescrizione. Da ultimo la questione del lavaggio delle divise da parte dell azienda, che è stato oggetto di numerosi verbali di prescrizione. Noi partiamo da un dato incontrovertibile e cioè che gli addetti delle pulizie svolgono un attività che li espone a contatto con polveri o sporcizia più grossolana, allo stato solido o gassoso, che possono contenere diversi tipi di particolato come detriti umani, carta, microrganismi, composti volatili organici e composti organici non volatili: alcuni studi indicano la presenza di circa 200 diversi tipi di VOC. Oltre alla polvere ci può essere un contatto con i liquidi utilizzati per le attività di pulizia, con vapori che si liberano durante la miscelazione di prodotti e, in ambito sanitario, con materiale biologico. Assimilare in questa situazione il vestito da lavoro ad un uniforme di riconoscimento tipo portiere di albergo non sembra sostenibile: è molto più ragionevole riconoscere che la divisa ha anche lo scopo di proteggere la salute dei lavoratori e assimilarla a un DPI per il quale il datore di lavoro deve assicurare le condizioni di igiene e quindi provvedere anche al suo lavaggio. Si ottengono due risultati aggiuntivi: evitare che il lavoratore si porti a casa abiti da lavoro variamente imbrattati, con i problemi igienici connessi, e assicurare che il lavaggio, centralizzato, avvenga in modo corretto. Una sentenza della Corte di Cassazione del 14 Novembre 2005 n , una circolare del Ministero del Lavoro del 29 Aprile 1999 n. 34/99 e una Sentenza del Giudice del Lavoro di Arezzo dell 11/01/2010 supportano la nostra posizione e i conseguenti provvedimenti. PROPRIO A PARTIRE DA QUESTI ELEMENTI, ACQUISITI NEL CORSO DELL ATTIVITÀ DI QUEST ANNO, POSSIAMO PROMUOVERE IL PROSEGUIMENTO DEL PROGETTO CON UN ESTENSIONE DEI CONTROLLI OLTRE CHE CON AZIONI DI INFORMAZIONE E PROMOZIONE. 5

7 In un recente rapporto dell European Agency for Safety and Health at Work ( Preventing harm to clearing workers 2009), le imprese di pulizia vengono definite uno dei settori più importanti e dinamici tra i settori dei servizi nella U.E. In effetti il numero di imprese di pulizia è andato aumentando a livello europeo in modo continuo: nel 1989 erano , nel 1996 erano fino ad arrivare a nel 2006 con circa addetti, dato che deve essere considerato una sottostima dal momento che molti lavoratori lavorano in nero. Il settore è costituito prevalentemente da imprese piccole o molto piccole. Nel 2006 circa l 85% delle aziende di pulizia ha meno di 50 addetti ma soprattutto il 70 % delle aziende ha meno di 10 addetti. Circa il 70% dei lavoratori lavora part-time; altra caratteristica il lavoro femminile: il 77 % degli addetti sono donne. Occorre poi tenere presente l alto numero di lavoratori che lavorano in proprio, soprattutto nelle case private. Nel settore pulizie affluiscono diversi tipi di attività, le più comuni delle quali sono pulizie degli uffici, delle scuole, ristorazione e alberghi, case di ricovero e cura e ospedali, abitazioni private e condomini, industrie. Il giro di affari generato nel 2006 è 54 miliardi di euro contro i 44,5 nel 2003: prevale la pulizia degli uffici (55,4%), la pulizia nelle industrie, comprese le catene di ristorazione (11,7%), pulizia di facciate e finestre (6,1%), pulizia di ospedali e case di cura (7%), scuole (3,4%), ecc.. La forza lavoro è per l 86,2% costituita da operai, solo una piccola parte è rappresentata da manager, preposti, personale tecnico e amministrativo. Per quanto riguarda l età, secondo uno studio finlandese, il 50% dei lavoratori europei del settore ha più di 45 anni. Un ampia percentuale di lavoratori delle pulizie è costituita da immigrati: nell Unione Europea la stima è intorno al 30% con punte elevate in Austria (70%) e Svezia (53%). Per quanto riguarda l Italia dati più precisi vengono dai Flussi Informativi INAIL (Tariffe INAIL 04 Codice Ateco 74): nel 2006 le aziende complessive sono con più di addetti (vedi tab. 1). 6

8 IMPRESE DI PULIZIA - ITALIA Dimensione gruppo <10 Micro impresa Aziende Addetti Piccola impresa Aziende Addetti Media impresa Aziende Addetti >249 Grande impresa Aziende Addetti Totale Aziende Addetti Tab. 1 Fonte INAIL Il dato del numero di imprese differisce notevolmente da quello di fonte europea perché le aziende lì rappresentate sono quelle comprese nella European Federation of Cleaning Industries (quindi un numero ridotto rispetto al totale), mentre gli addetti che risultano dai Flussi Informativi INAIL sono proporzionalmente inferiori perché non sono il numero assoluto di addetti ma addetti INAIL, espressione delle ore effettivamente lavorate. Il numero di addetti INAIL si ottiene attraverso un algoritmo che mette in rapporto il totale dei salari annui percepiti dai lavoratori del settore e la retribuzione media annuale. Un addetto Inail, proprio per sua caratteristica, rappresenta quindi qualcosa di più di un lavoratore in carne e ossa, corrisponde infatti mediamente a circa 1,1 1,2 lavoratori reali. La frammentazione del settore appare nei dati italiani molto più evidente: il 92% delle imprese ha meno di 10 addetti e il 98,8% ha meno di 50 addetti. Per quanto riguarda la Regione Lombardia i dati sono riportati nelle Tab. 2 e 3. La tendenza all aumento di imprese e addetti appare evidente così come la frammentazione del settore (92,3% 7

9 meno di 10 addetti). Per quel che riguarda Milano (vedi tab. 4 e 5), le considerazioni sono sovrapponibili (93,6% di aziende con meno di 10 addetti). Se si osservano i dati della Lombardia si nota un peso rilevante sul totale nazionale: nel 2006 il numero di imprese lombarde è il 27,8% del totale e il numero di addetti il 22,4%. IMPRESE DI PULIZIA LOMBARDIA Anno Aziende Dipendenti Artigiani Atipici Totale ,3 6580,9 0, , ,3 6752,7 0, , ,4 6920,8 864, , ,0 6903,7 1485, , ,3 7130,4 2959, , ,3 7330,0 3386, , ,1 7475,8 4633, , ,5 7922,0 4988, , ,7 8475,9 5173, ,1 Tab. 2 - Fonte INAIL IMPRESE DI PULIZIA PER CLASSI DI ADDETTI LOMBARDIA Classi Addetti da 0,1 a da 1,1 a da 3,1 a da 10,1 a da 15,1 a da 20,1 a da 30,1 a da 100,1 a da 200,1 a da 500,1 a da 1000,1 a Tab. 3 - Fonte INAIL IMPRESE DI PULIZIA MILANO Anno Aziende Dipendenti Artigiani Atipici Totale ,8 2015,5 0, , ,6 2083,9 0, , ,1 2185,8 210, , ,0 2219,0 437, , ,9 2262,1 978, , ,9 2297,8 1094, , ,8 2327,3 1363, , ,4 2478,1 1591, , ,3 2636,4 1834, ,7 Tab. 4 - Fonte INAIL 8

10 IMPRESE DI PULIZIA PER CLASSI DI ADDETTI MILANO Classi Addetti da 0,1 a da 1,1 a da 3,1 a da 10,1 a da 15,1 a da 20,1 a da 30,1 a da 100,1 a da 200,1 a da 500,1 a da 1000,1 a Tab. 5 - Fonte INAIL Il rapporto Europeo precedentemente citato riporta alcuni dati, peraltro assai disomogenei, sul fenomeno infortunistico nel settore delle pulizie in alcuni paesi della CE. In Belgio gli infortuni nei lavoratori delle pulizie sono aumentati tra il 1999 e il 2001 del 18,2% (IF 1 da 38,16 a 45,16) e sono poi calati tra il 2001 e il 2004 del 31,9% (IF da 45,16 a 30,72). Anche l indice di gravità 2 è calato. In ogni caso gli incidenti nel settore delle pulizie accadono con più frequenza e sono più gravi della media di tutti i settori (IF 30,72 contro 26,6; IG 0,90 contro 0,64) INFORTUNI IMPRESE DI PULIZIA - BELGIO anno numero n infortuni n giorni indice di indice di infortuni mortali persi Frequenza Gravità ,16 1, ,36 1, ,13 1, ,19 1, ,76 0, ,72 0,90 Fonte EU-OSHA Lo studio belga esamina 1525 infortuni accaduti nel 2005, 157 con esiti permanenti. In 650 casi gli infortunati sono donne contro 868 maschi. Sebbene le donne rappresentino la maggior parte degli addetti, sono gli uomini ad avere più infortuni il che può essere collegato al tipo di lavoro a più alto rischio (pulizia industriale, pulizia finestre, smaltimento rifiuti). Le contusioni rappresentano l esito più frequente degli infortuni (43%). Le parti del corpo più colpite sono dita, piedi e anca, mani e braccia. In Gran Bretagna gli infortuni stimati nel sono approssimativamente di cui più di 700 classificati come gravi. Un analisi degli incidenti gravi avvenuti tra il 2003 e il 2006 evidenzia che 1 I.F. Indice di Frequenza = (numero infortuni/ore lavorate) * I.G. Indice di Gravità = (numero giorni infortuni/numero ore lavorate) *

11 scivolamento e caduta, movimentazione manuale di carichi, caduta dall alto sono i più frequenti infortuni. Stupisce il numero assoluto degli infortuni inglesi se confrontato con quelli di Germania (circa ) e Italia (circa ). In Germania gli infortuni sono aumentati notevolmente tra il 2002 e 2003 (+23%) e sono poi andati in calo. La maggior parte degli infortuni con assenza da lavoro riguarda la fascia di età seguiti dal gruppo 60-64: è un andamento che non muta negli anni. La maggior parte degli infortuni con esiti permanenti accade nella fascia di età mentre quelli mortali prevalgono nella fascia Sono dati assoluti che andrebbero correlati con il numero di addetti per fascia di età ma che rappresentano comunque una situazione molto diversa da quella italiana in cui, come vedremo, una estrema minoranza di infortuni avviene oltre i 50 anni. INFORTUNI IMPRESE DI PULIZIA - GERMANIA età inabilità inabiltà inabilità inabiltà inabilità inabiltà inabilità inabiltà mortali mortali mortali temp. perm. temp. perm. temp. perm. temp. perm. mortali < > Sconosc Totale Fonte EU-OSHA Le cause più frequenti sono scivolamento e caduta (28%) spostando oggetti (38%) caduta dall alto (6%) e usando attrezzi (6%). Le più importanti conseguenze sono contusioni (34%) distorsioni (19%) fratture (12%). L indice di frequenza nei lavoratori immigrati è più alto di quello dei lavoratori autoctoni. Non sono riportati dati relativi all Italia e non sono ritrovabili nella letteratura italiana studi relativi agli infortuni in questo settore dei servizi. Il Servizio di Prevenzione e sicurezza negli Ambienti di Lavoro della ASL di Milano ha avviato, nel corso del 2010 un Progetto Imprese di Pulizia volto a studiare il fenomeno degli infortuni e più in generale a delineare il profilo di rischio in un settore dove il oltre al rischio di infortuni sono presenti altri rischi come il rischio chimico, il rischio biologico, il rischio da movimentazione manuale dei carichi e da movimenti ripetitivi, il rischio psicosociale. 10

12 PRIMO CAPITOLO 3.1 Infortuni (Italia, Lombardia, Milano): Se si osserva l andamento del fenomeno infortunistico in Italia nel periodo che va dal 2000 al 2006 (tab. 6) si nota che il numero di infortuni temporanei è leggermente aumentato (+8,4%), quello degli infortuni permanenti è nettamente aumentato (+83,3%), gli infortuni mortali sono passati da 28 a 26 (dopo essere scesi fino a 15 nel 2003), l indice di incidenza 3 è calato (da 98,9 a 77,8), la percentuale di infortuni permanenti sul totale nettamente aumentata (dal 2,6% al 4,4%). IMPRESE DI PULIZIA - ITALIA Dimensione gruppo <10 Micro impresa Piccola impresa Media impresa >249 Grande impresa Totale Inf. Mortali Inf. Permanenti Inf. Temporanei Inf. Indennizzati Ind. incidenza Inf. Mortali Inf. Permanenti Inf. Temporanei Inf. Indennizzati Ind. incidenza Inf. Mortali Inf. Permanenti Inf. Temporanei Inf. Indennizzati Ind. incidenza Inf. Mortali Inf. Permanenti Inf. Temporanei Inf. Indennizzati Ind. incidenza Inf. Mortali Inf. Permanenti Inf. Temporanei Inf. Indennizzati Ind. incidenza Tab. 6 fonte INAIL 3 Indice di Incidenza = (numero di infortuni / addetti INAIL) *

13 INDICE DI INCIDENZA INFORTUNI PER TUTTE LE ATTIVITA' PER CLASSI SI ADDETTI addetti anno < 10 35,94 33,48 32,35 31,10 30,23 29,20 28,06 da 10 a 49 47,99 44,23 43,25 41,14 40,12 38,71 37,91 da 50 a ,68 44,62 43,32 41,37 40,65 39,03 39,11 > ,34 28,68 28,11 26,99 27,37 27,23 26,56 totale 39,04 36,87 35,38 33,92 33,27 32,33 34,52 Tab. 7 - Fonte INAIL Si può rilevare che l indice di incidenza, se paragonato a quello medio di tutte le attività (che rappresenta sia il settore industriale che quello del commercio e dei servizi - vedi tab. 7), è significativamente più elevato, addirittura il doppio. Si può ancora rilevare la marcatissima differenza tra le imprese con meno di 10 addetti e le altre imprese rispetto all indice di incidenza che è nettamente più basso nelle microimprese. E una differenza che non si rileva negli indici di incidenza che riguardano tutte le attività che non presentano sostanziali differenze nelle diverse categorie di addetti (vedi tab. 7). È verosimile che, almeno in parte, il fenomeno sia legato a un omissione di denuncia di una quota di infortuni, in particolare quelli con prognosi più bassa. Per quanto riguarda il fenomeno infortunistico in Lombardia nelle tabelle sono riportati una serie di dati che caratterizzano questo fenomeno: il numero di infortuni tra 2000 e 2008 oscilla tra e con una prevalenza per le donne (53% del totale) che però non corrisponde alle differenze tra occupati maschi e occupati femmine, essendo quest ultime nettamente maggioritarie (il 77% secondo il dato europeo). Sicuramente una componente di rilievo sta nel tipo di attività di pulizia che vengono affidate a lavoratori maschi, più impegnative e più pericolose. Il giorno della settimana con più infortuni è il lunedì (circa il 20% del totale). Per quanto riguarda l ora solare se dividiamo la giornata in una parte che va dalle 8:00 alle 17:00, una che va dalle 18:00 alle 22:00 e una che va dalle 22:00 alle 7:00 otteniamo una percentuale di infortuni rispettivamente del 71,5%, del 16,9% e del 11,6%: si tratta di un puro dato descrittivo mancando quello degli addetti nelle rispettive fasce orarie che permetterebbe qualche ragionamento in più. Per quanto riguarda le classi di età degli infortunati il dato 2008 vede il 33,8% nella classe di età 30-40, il 31% nella classe di età 41-50, il 13,2% nella classe di età 51-60, l 1,2% oltre il 60 anni: anche qui mancando gli addetti per classi di età non sono possibili considerazioni particolari: si può peraltro segnalare un progressivo calo degli infortuni nelle classi di età e cui fa riscontro un tendenziale aumento nelle classi di età e 51-60: la differenza col dato tedesco è però estremamente marcata. 12

14 INFORTUNI PER SESSO LOMBARDIA Sesso Totale F M Totale Tab. 8 - Fonte INAIL INFORTUNI PER GIORNO DELLA SETTIMANA LOMBARDIA GiornoSettimana Totale Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Totale Tab. 9 - Fonte INAIL INFORTUNI PER CLASSE DI ETA LOMBARDIA Classi Età Totale Indeterminata da 15 a da 18 a da 30 a da 41 a da 51 a da 61 a Oltre Totale Tab Fonte INAIL 13

15 INFORTUNI PER ORA SOLARE LOMBARDIA Ora Solare Totale Indeterminata Totale Tab Fonte INAIL INFORTUNI PER ESITO LOMBARDIA morte inab. perm inab. temp ind. inc 96,7 80,3 73,7 70,1 61,2 61,1 58,4 56,5 50,1 Tab Fonte INAIL 14

16 La percentuale degli infortuni permanenti sul totale è, per il 2006, del 3,5% mentre nel 2001 era del 2,3%: si tratta come si vede di dati sostanzialmente in linea con quelli nazionali (tab. 6). Gli infortuni mortali nel periodo sono stati complessivamente 31 con un andamento molto oscillante: nel 2008 non si è riscontrato in Lombardia alcun caso di infortunio mortale (Tab. 12). Per Milano i dati sono riportati in Tab : negli ultimi anni gli infortuni si assestano attorno ai 1000 con una leggera prevalenza negli uomini (52%), anche in questo caso molto più bassa se raffrontata con il dato relativo all occupazione femminile nel settore. Anche qui gli infortuni sono più numerosi il lunedì; per quanto riguarda le classi di età degli infortunati il dato del 2008 vede il 32% nella classe di età 30-40, il 30,5% nella classe di età 41-50, il 20,5% nella classe di età 51-60, il 2,2% oltre i 60 anni: anche qui registriamo un tendenziale aumento degli infortuni nelle classi di età più avanzate, più marcato rispetto al dato regionale. INFORTUNI PER SESSO MILANO Sesso Totale F M Totale Tab Fonte INAIL INFORTUNI PER GIORNO DELLA SETTIMANA MILANO Giorno Settimana Totale Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Totale Tab Fonte INAIL INFORTUNI PER CLASSE DI ETA - MILANO Classi Età Totale Indeterminata da 15 a da 18 a da 30 a da 41 a da 51 a da 61 a Oltre Totale Tab Fonte INAIL 15

17 INFORTUNI PER ORA SOLARE MILANO Ora Solare Totale Indeterminata Totale Tab Fonte INAIL INFORTUNI PER ESITO MILANO morte inab. perm inab. temp ind. Inc. 74,1 70,9 62,5 55,8 48,6 47,7 46,3 43,8 39,6 Tab Fonte INAIL La percentuale degli infortuni permanenti sul totale è, per il 2008, il 2,3% mentre nel 2000 era lo 1,7%. Gli infortuni mortali nel periodo sono stati 5 (tab. 17). Per comprendere meglio la natura e le dinamiche degli infortuni nel settore abbiamo analizzato infortuni provenienti dai flussi informativi INAIL, avvenuti nel settore pulizie in Lombardia tra il 2000 e il Nello schema seguente sono rappresentate le percentuali di incidenza delle diverse tipologie di infortuni espresse dalle voci: forma deviazione contatto attività fisica così come previsto dal sistema ESAW. Il progetto ESAW (European Statitstics on Accidents at Work) nasce nel 1990 con lo scopo di uniformare il metodo di raccolta dei dati relativi agli infortuni sul lavoro in tutti i paesi dell unione europea così che, anche se le legislazioni nazionali sugli infortuni sul lavoro presentano 16

18 caratteristiche diverse, sia possibile per l Eurostat analizzare i dati di ciascun paese ed elaborare statistiche confrontabili tra loro. Le variabili previste sono otto e vanno dal tipo di luogo al tipo di lavoro svolto ma ognuna di esse presenta almeno tre livelli di ulteriore descrizione dell evento traumatico. È poi presente una voce deviazione che specifica come si è verificato l infortunio e una voce contatto che descrive l elemento che ha provocato la lesione. In Italia il metodo ESAW è operativo dal 2002 in fase sperimentale e dal 2006 in fase operativa. INFORTUNI IMPRESE DI PULIZIA LOMBARDIA ( ) Forma % Deviazione % Contatto % Attività Fisica % urtato da schiacciato da 26,00% perdita di controllo attrezzatura/utensile 16,10% attrezzi apparecchiature 10,60% lavorare con utensili a mano o 12,30% motorizzati scivolando inciampando 20,20% scivolando inciampando 19,50% superficie di lavoro e transito 22,50% sollevando spostando facendo sforzi 11,40% movimenti scoordinati torsione rotazione girandosi sollevando spostando 21,80% spingendo tirando 1,50% ha inalato 5,60% traboccamento vaporizzazione aerosol 3,10% liquidi vapori schizzi 2,70% si è punto con punto da 5,00% caduta dall'alto 4,80% caduta dall'alto 5,70% scale passerelle 8,70% Tab Fonte INAIL Il luogo dove è avvenuto l infortunio può essere di qualche interesse: nel 17,7% dei casi si tratta di luoghi di produzione, officine, laboratori, 10,8% in luoghi destinati a magazzinaggio, 13,8% in Uffici, 1,5% Ristoranti Alberghi. Infine la natura e la sede della lesione: le contusioni sono il 40,3% delle lesioni, le distorsioni sono il 25,6%, le ferite il 15%, le fratture il 9,7% mentre lesioni acute da sforzo sono lo 0,7%; la sede della lesione è la colonna vertebrale nel 15,7% dei casi, arti superiori nel 31,5% dei casi, arti inferiori nel 27,4% dei casi, le spalle sono coinvolte nel 5,5%. 17

19 Cadute da scale portatili Nelle imprese di pulizia il dato preso dai flussi informativi INAIL oscilla tra un 4,8% (forma) e un 8,7% (contatto); nel campione che deriva dal registro infortuni che lavorano in uffici, alberghi, aziende (521 infortuni) gli infortuni da scale portatili sono il 7,1% del totale mentre nel campione che deriva dal registro infortuni delle ditte che lavorano in ospedali (591 infortuni) il dato è decisamente più basso (3,2%). La differenza è dovuta al fatto che la pulizia dei vetri non è svolta da queste aziende per cui l utilizzo di scale portatili è molto ridotto. Prestiamo particolare attenzione agli infortuni da scale portatili poiché si tratta di infortuni spesso gravi e talvolta mortali. Negli ultimi tre anni (giugno 2007 giugno 2010) la UOPSAL 1 della ASL di Milano ha svolto accertamenti su 251 segnalazioni di infortuni da caduta da scale portatili: il settore più rappresentato è quello dell edilizia con il 39% del totale seguito dalle imprese di pulizia (29%) mentre il 18% degli infortunati stava svolgendo interventi su impianti elettrici. Nell analizzare questi infortuni due aspetti sembrano di particolare interesse: il primo è determinato come si è detto dalla gravità di questi infortuni. Non sono possibili raffronti statistici data l estemporaneità del campione esaminato ma ci sono alcuni indicatori particolarmente evidenti quali gli infortuni mortali (tre) e gli infortuni con prognosi superiore a 40 giorni che sono il 76% del totale. L altro aspetto di interesse è che solo in un quarto dei casi (25,1%) sono state riscontrate irregolarità o nelle caratteristiche delle scale o nelle modalità del loro utilizzo (tipicamente situazioni di instabilità senza l assistenza di un altra persona). In realtà la grande maggioranza degli infortuni avviene perché le scale portatili vengono utilizzate come luoghi di lavoro, dove i lavoratori svolgono attività impegnando le due mani, spesso spostando o sollevando pesi e spesso assumendo posture che facilitano lo sbilanciamento. In sostanza la maggioranza degli infortuni avviene per perdita di equilibrio con un fattore aggravante spesso presente che è la difficoltà o l impossibilità di proteggersi dalla caduta con le mani impegnate nell attività lavorativa. Per quanto riguarda i tre casi mortali in un caso il lavoratore è caduto da una scala doppia in alluminio mentre cercava di sfilare con entrambe le mani un cavo che faceva resistenza (caduta all indietro da circa 2,5 m. con trauma cranico ed ematoma cerebrale); in un secondo caso il lavoratore stava smantellando una parete divisoria a circa 2 m. su una scala doppia in legno, ha perso l equilibrio ed è caduto all indietro (sfondamento della calotta cranica), nel terzo caso il lavoratore è caduto all indietro da una a scala a pioli in legno con i piedi a circa 1,80 m. da terra (frattura base cranica). Se si osserva il tipo di lesioni riportate nell infortunio si rileva ovviamente la prevalenza di fratture dell arto superiore (32,1%) ma nel 27,8% dei casi le lesioni riguardano gli arti inferiori; nel 19,5 % dei casi c è una diagnosi di trauma cranico, nel 12,4% frattura dei corpi 18

20 vertebrali. Gli infortuni che riguardano le imprese di pulizia sono naturalmente legati alle pulizie in quota, tipicamente le pulizie dei vetri, delle tapparelle, degli androni: si tratta di attività che comportano l utilizzo delle due mani, movimenti degli arti che facilitano lo sbandamento e la perdita di equilibrio, pesi da sollevare (secchio). Nel nostro campione gli infortuni che riguardano le imprese di pulizia sono 72 e riproducono sostanzialmente i fenomeni che sono stati descritti precedentemente. L infortunio mortale che abbiamo già descritto è legato a un lavoro di pulizia di un soffitto con sbilanciamento della scala a pioli: la tipologia di lesione e la gravità riproducono quanto già visto. Il problema, come si è detto, sta nell utilizzo di scale portatili come posti di lavoro. Il problema è presente anche al legislatore che ha cercato di limitarlo con l articolo 111 del D.L.vo 9 aprile 2008 n 81 che al comma 3 prevede che Il datore di lavoro dispone affinché sia utilizzata una scala a pioli quale posto di lavoro in quota solo nei casi in cui l uso di altre attrezzature di lavoro considerate più sicure non è giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego oppure delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. Resta peraltro il problema di decidere quando si può parlare di limitato livello di rischio e si può definire breve la durata di impiego della scala: allo stato attuale l articolo è ampiamente disatteso e il lavoro su scale a pioli viene svolto senza alcun tipo di valutazione da parte del datore di lavoro. Infortuni a rischio biologico Il problema degli infortuni da taglienti in ambito sanitario è un problema ancora ben presente: nel luglio 2009 HOSPEEM (European Hospital and Heathcare Employers Association) e EPSU (European Public Service Union) hanno firmato un accordo in materia di prevenzione degli infortuni originati da oggetti taglienti all interno dell ospedale e nel settore sanitario che viene applicato a tutti i lavoratori all interno di ospedali e nel settore sanitario, sia addetti a servizi (compresi i servizi di pulizia) che a specifiche attività sanitarie. A seguito di tale accordo, nel marzo 2010, il Consiglio dell Unione Europea ha emanato una direttiva (7023 (Presse49)) che obbliga gli stati membri a introdurre nella propria legislazione norme atte ad implementare le procedure di sicurezza relative all utilizzo e allo smaltimento di attrezzature mediche che possono provocare ferite entro il termine di tre anni dalla data di sottoscrizione della stessa. Accanto agli operatori sanitari sono quindi presi in considerazione altri lavoratori a rischio: in uno studio riguardante 24 ospedali tedeschi tra il 30 ottobre 2003 e il 21 ottobre 2008 sono stati registrati gli infortuni da punture d ago o da taglienti con sangue o liquidi biologici: sono stati registrati casi di cui 71 (il 3% del totale) hanno riguardato gli addetti alle pulizie. Nella nostra indagine nelle imprese di pulizia in 12 ospedali milanesi la percentuale di infortuni da ago o taglienti è il 17,6% su 19

21 un totale di 591 infortuni avvenuti tra il 2005 e il Tale dato è sostanzialmente sovrapponibile a quello ricavabile dai questionari somministrati dove il 16% degli intervistati dichiara di aver avuto almeno un infortunio da puntura di ago. Alla domanda a chi si rivolge in caso di infortunio da puntura il 33% risponde al responsabile, il 28% al pronto soccorso, il 18% non sa a chi rivolgersi, il 16% si rivolge al capo servizio e poi capo area (3%), direzione sanitaria, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, medico di base. La percentuale di infortuni da ago o taglienti negli ospedali risulta invece significativamente più elevata del dato che emerge dall analisi del registro infortuni di 21 aziende medio-piccole operanti sempre nel settore delle pulizie ma in ambito non sanitario (4,5%). Negli ospedali si registrano poi alcuni infortuni (0,7%) da contatto con liquidi biologici. Nello studio compiuto su infortuni estratti dai flussi informativi INAIL, avvenuti tra il 2000 e il 2008 nelle imprese di pulizia si constata che la forma si è punto con rappresenta il 5% del totale. Che il problema non sia esclusivo degli ospedali o degli ambiti sanitari lo dimostra uno studio condotto dalla UOPSAL 1 della ASL di Milano in 20 alberghi milanesi dove sono stati presi in considerazione 401 infortuni avvenuti tra il 2003 e il 2008 nel personale addetto alle pulizie: il 6,2% degli infortuni era da punture d ago o da taglienti, in larga prevalenza siringhe buttate nel cestino della spazzatura ma anche lamette e forbicine. Infortuni da rischio chimico I lavoratori delle pulizie usano molti tipi di prodotti per rendere più agevole la rimozione della polvere e dello sporco piuttosto che per disinfettare superfici. L esposizione dipende dal tipo di prodotti usati e dalle condizioni con cui sono usati: frequenza e modalità di utilizzo, l efficienza del ricambio d aria durante e dopo la pulizia, l uso di misure protettive condizionano la dose di esposizione e quindi l effetto. Talvolta è l uso scorretto dei prodotti che può accrescere il rischio per i lavoratori, come ad esempio l utilizzo in quantità eccessiva, la miscelazione incongrua di differenti prodotti, inappropriati metodi di pulizia. In linea di massima l esposizione a sostanze chimiche in attività di pulizie è causa di affezioni croniche sia dell apparato respiratorio che, in misura maggiore, della cute. Come si può rilevare dalla tabella 19 ci sono però una serie di sostanze ad azione irritativa o corrosiva che possono determinare eventi acuti quindi veri e propri infortuni. Una situazione tipica di rischio è data dalla miscelazione di prodotti diversi: la situazione più pericolosa è quella in cui si miscela ipoclorito di sodio con acido fosforico (pulizia del wc) o con acido cloridrico (decalcificante) perché si sviluppano vapori di cloro asfissianti. Meno frequente è la miscela di 20

22 ipoclorito di sodio con sali di ammonio utilizzata per lavare i pavimenti con lo straccio. Tale miscela, peraltro è preparata perlopiù senza conoscere la proporzione corretta tra candeggina e sali di ammonio, può portare anch essa alla liberazione di vapori di cloro o cloramine con possibili effetti acuti a carico dell apparato respiratorio. Rischi chimici nei lavoratori addetti alle pulizie Esempi di sostanze chimiche presenti nei prodotti di pulizia Acidi (solforico, acetico, citrico, cloridrico, fosforico) Agenti Alcalini (e.g. idrossido d ammonio,idrossido di sodio, silicati, carbonati) Ipoclorito di sodio, aldeidi, composti di ammonio quaternario Solventi (es. toluene alcoli, etere di glicoli come 2-butossietanolo) Sali di acidi grassi, organici solfonati formaldeide Agenti complessanti, es. EDTA, acido nitrilotriacetico (NTA) Prodotti coprenti, lucidanti(cera, polimeri acrilici, polietilene) etanolamina Prodotti che contengono queste sostanze Pulizia di Servizi Igienici Sgrassanti disinfettanti Detergenti per pavimenti, prodotti per la pulizia sgrassanti, disinfettanti, detergenti, cere Detergenti, saponi Usato come agente di conservazione o disinfettante nei detergenti per pavimenti, cere, detergenti, ecc. Sgrassanti Prodotti per il trattamento delle superfici Prodotti anticorrosione, tensioattivi presenti nei prodotti per i pavimenti, prodotti per la pulizia di vetri e del bagno Possibili effetti sulla salute Azione corrosiva Bruciore della pelle, dermatiti, in caso di contatto con gli occhi riduzione della vista o cecità (es. acido cloridrico) Irritazione della pelle, degli occhi e delle mucose; problemi respiratori, possibile asma Irritazione della pelle, degli occhi e delle mucose Sensibilizzazione, irritazione delle mucose Irritanti per la pelle e per le vie respiratorie, neurotossici, agenti tossici per la riproduzione Irritazione della pelle, degli occhi e delle mucose; Soprattutto reazioni allergiche, sensibilizzazioni Irritazione della pelle, degli occhi e delle mucose; Azione sensibilizzante Sensibilizzazione della pelle, irritazione delle vie respiratorie alte e basse asma-lavoro correlata Tab. 19 Fonte EU-OSHA L esame degli infortuni analizzati attraverso i flussi informativi INAIL (vedi tab. 18) permette di rilevare che questo tipo di infortuni non è così infrequente: si va da un 2,7% se ci si riferisce al contatto liquidi, vapori, schizzi a un 3,1% se si fa riferimento alla voce deviazione (traboccamento, vaporizzazione, aerosol), fino a un 5,6% con la forma ha inalato (in termini assoluti sono un 21

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