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1 Gennaio 212 Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa Quarto Trimestre

2 Soglia superata solo nel 5, quando potevano accedere alle procedure fallimentari anche le mircoimprese Secondo gli archivi di Cerved, nel terzo trimestre del Fallimenti oltre quota 12 mila nel I fallimenti L ondata di fallimenti che ha colpito le nostre imprese dall inizio della crisi è proseguita anche nell ultima parte del, portando il numero totale di procedure aperte in un singolo anno ai massimi da quando è stata riformata la disciplina fallimentare nel 6. Secondo gli archivi di Cerved Group, tra ottobre e dicembre del sono state aperte 3.5 procedure fallimentari, per un incremento del +1,9% rispetto al quarto trimestre del. Con questo dato, salgono a quindici i trimestri consecutivi in cui si rileva un aumento delle procedure rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Complessivamente, nel si contano più di 12 mila fallimenti, un aumento del 7,4% rispetto alle oltre 11 mila procedure del (che, a sua volta, aveva fatto segnare un +19,8% rispetto all anno precedente). Dopo il brusco calo dei default osservato nel 6 e nel 7 per effetto della riforma della disciplina fallimentare (che ha escluso un numero rilevante di piccole aziende dall ambito di applicazione della legge), la crisi ha quindi prodotto un continuo e prolungato aumento delle procedure: complessivamente, tra e, si contano 33 mila fallimenti. I 12 mila default aperti nel non superano in termini assoluti il record toccato nel 5 (quando però potevano fallire anche le microimprese). Data la maggiore dimensione media delle imprese fallite % 4% 2% % 2% 4% 6% dati grezzi destagionalizzati e corretti per le giornate lavorative ,4% +,6% 4 Il numero di fallimenti (1, dati trimestrali) 5 +7,4% 6 +5,8% 7 16,1% 8 I fallimenti tra il 1 e il 41%% L'andamento dei fallimenti tassi di variazione sul trimestre dell'anno precedente ,1% +25,3% 14,% 7,1% 7,5% 1,9% +19,8% +7,4% Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

3 nel, sono però molto maggiori i costi dei fallimenti in termini di posti di lavoro persi e di ricchezza non prodotta. Nel i fallimenti sono aumentati in tutte le forme giuridiche, con una crescita più sostenuta tra le società di capitali (+8,6% rispetto al ), rispetto a quanto si registra nelle altre forme giuridiche (+4,7%). Gli insolvency ratio (IR), che misurano la frequenza dei default (fallimenti ogni 1 mila imprese operative), indicano che sono proprio le società di capitale a fallire più spesso: in questa veste giuridica l IR ha toccato nel gli 81,5 punti, contro i 14,5 delle società di persone e i 5,2 delle altre forme. Tra le società di capitale, i default hanno colpito nel soprattutto quelle con un attivo compreso tra 2 e 1 milioni di euro (IR pari a 132,9 punti) e quelle con attivo tra 1 e 5 milioni (127,2). Pur rimanendo il macrosettore con la maggiore frequenza dei fallimenti (IR pari a 39,8), l industria è l unico comparto che nel evidenzia un inversione di tendenza, dopo due anni particolarmente duri: i default si sono ridotti del 6,3% rispetto al. Le performance positiva della manifattura nel non è diffusa a tutti i settori industriali ed è guidata soprattutto da quelli che hanno pagato un conto salato alla crisi negli anni precedenti. Gli insolvency ratio migliorano nella meccanica (da 7,6 a 6,3 punti), nella chimica (da 59,1 a 46,3), nel sistema moda (da 54,4 a 46,1), nella siderurgia (da 51,2 a 4,1). In peggioramento invece la situazione nel sistema casa (da 54,7 a I fallimenti per forma giuridica numero di procedure e tassi di variazione sull'anno precedente +13,8% +4,7% +8,6% +23,1% +11,1% +4,7% Altre Forme Società di Capitali Società di Persone Fallimenti per dimensione dell'impresa insolvency ratio e tassi di variazione sull'anno precedente, solo società di capitale* insolvency ratio tasso di variazione sull'anno precedente 132,9 127,2 79,8 71,7 48,3 23,7% 2,5% 3,3% 6,6% 5,4% no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 1 mil tra 1 e 5 mil maggiore di 5 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie ,9 42,5 I fallimenti per macrosettore valori assoluti e tasso di crescita sull'anno precedente +23,7% +7,8% +15,8% 6,3% +1% +19,8% +29% +21,1% industria costruzioni servizi altri settori 39,8 Insolvency ratio per macrosettore fallimenti su 1 mila imprese operative nel macrosettore 25,2 29,2 31, 14,6 18,7 17,4 industria costruzioni servizi altri settori 7,4 8,7 11, Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

4 59,9) e nella filiera auto (da 45,2 a 53,1), mentre l industria dei beni intermedi, nonostante un lieve miglioramento, risulta il settore con l IR maggiore nel (67,6). A differenza dell industria, è proseguito nel l aumento dei fallimenti nelle costruzioni (+7,8% rispetto al, per un insolvency ratio pari a 31 punti) e nel terziario (+1%, e IR pari a 18,7 punti). Nell ambito dei servizi, soffrono soprattutto le imprese che operano nel campo della logistica e dei trasporti (IR pari a 34,5 punti), nell informazione e intrattenimento (27,2), nella distribuzione (2,8). Dal punto di vista territoriale, la crescita dei fallimenti osservata nel a livello nazionale non ha interessato il Nord Est, area in cui il numero delle procedure si è attestato sui livelli del (,3%). Il Nord Est ha beneficiato del calo dei fallimenti aperti nel Trentino Alto Adige (5,5%), nel Veneto (4,4%) e in Friuli (3,4%), mentre sono risultate in aumento le procedure presentate da aziende dell Emilia Romagna (+7,1%). Il Nord Ovest si conferma nel l area con la maggiore frequenza di fallimenti: l IR ha toccato quota 25,7 punti (24,1 nel ). L aumento dei fallimenti (+8,4% tra e ) ha riguardato tutte le regioni dell area: +3,9% in Piemonte, +8,4% in Liguria, +9,8% in Lombardia e +11,1% in Valle d Aosta. Nel Centro Italia, i fallimenti aumentano più della media nazionale (+9,5% rispetto al, contro il +7,4% in Italia), soprattutto per il forte incremento osservato nel Lazio (+23,4%) e, in misura minore, in Umbria (+8,6%). Migliore (o meno negativa), la 68,9 7,6 67,6 6,3 59,9 59,1 54,7 53,1 54,5 51,2 45,2 46,3 46,1 4,1 29,63,1 22,923,6 11,312,1 prodotti intermedi 33,5 34,5 logistica e trasporti ,4 meccanica 21,8 27,3 27,2 informazione, comunicazione e intrattenimento Industria: insolvency ratio per settore fallimenti su 1 mila imprese operative nel settore sistema casa +18,5%,3% mezzi di trasporto chimica e farmaceutica sistema moda 19,7 2,8 19,3 18,7 17,9 15,3 distribuzione carburanti, energia e utility immobiliari metalli e lavorazione dei metalli 13,7 12,2 servizi non finanziari hi tech Servizi e altri settori: insolvency ratio fallimenti su 1 mila imprese operative nel settore +8,4% +22,1% +9,5% +2,6% altri beni di consumo 1,3 8,3 servizi finanziari e assicurativi I fallimenti per area geografica numero di fallimenti e tasso di crescita sull'anno precedente largo consumo 1, 1,1 aziende agricole e di prima trasformazione +17,8% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole 21,5 Insolvency ratio per area geografica fallimenti su 1 mila imprese operative nell'area 19,8 24,1 25,7 18, 23, 21,5 13,3 15,6 +11,2% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole 17, Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

5 performance delle regioni a maggiore specializzazione manifatturiera, come la Toscana (+1,7%) e, soprattutto, le Marche (7,1%). Nel Mezzogiorno i fallimenti hanno continuato ad aumentare con tassi a due cifre anche nel (+11,2%), trascinati dai forti incrementi registrati in Molise (+39,5%), Campania (+29,6%), Puglia (+9,7%) e Calabria (+9,7%). In controtendenza la Basilicata (39,4%), la Sicilia (,5%) e la Sardegna (+%). La provincia di Milano, con un IR in crescita e pari a quasi il doppio rispetto a quello calcolato su tutto il territorio nazionale (39 contro 21,5), è quella con una maggiore incidenza di default nel. Seguono Prato (37,5), Lodi (35,8), Novara (33,9) e Lucca (33). Le province con i maggiori IR sono tutte del CentroNord: la prima del Mezzogiorno è Napoli (in dodicesima posizione), in cui l IR si è attestato nel a 28,7 punti (in netta crescita rispetto ai 2,9 punti del ). Tra le altre grandi province (si considerano le dieci Camere di Commercio con il maggior numero di imprese operative), nel la situazione è in peggioramento a Firenze (IR da 24,6 a 25,8), Roma (da 21,6 a 25), Verona (da 19,3 a 19,7) e Bari (da 16,1 a 17,8); migliora invece a Brescia (da 27,1 a 26,6), Torino (da 21,9 a 21,1), Salerno (da 15,2 a 12,4) ed è stabile a Padova (22,6). Basilicata Marche Trentino Alto Adige Veneto Friuli Sicilia Sardegna Toscana Abruzzo Piemonte Emilia Romagna Liguria Umbria Calabria Puglia Lombardia Valle d'aosta Lazio Campania Molise L'andamento dei fallimenti nelle regioni tassi di crescita, / 39,4% 7,1% 5,5% 4,4% 3,4%,5% Le province con i maggiori IR fallimenti su 1 mila imprese operative,% 1,7% 3,3% 3,9% 7,1% 8,4% 8,6% 9,7% 9,7% 9,8% 11,1% 23,4% 29,6% 39,5% rkg province ir ir 1 Milano 34,8 39, 2 Prato 31,2 37,5 3 Lodi 28,8 35,8 4 Novara 3, 33,9 5 Lucca 34,2 33, 6 Bergamo 3, 3,6 7 Pordenone 35,4 3,4 8 Treviso 33, 3,1 9 Ancona 38,9 29,9 1 Varese 24, 29,1 Gli IR nelle province con più imprese fallimenti su 1 mila imprese operative rkg province ir ir 1 Milano 34,8 39, 2 Napoli 2,9 28,7 3 Brescia 27,1 26,6 4 Firenze 24,6 25,8 5 Roma 21,6 25, 6 Padova 22,6 22,6 7 Torino 21,9 21,1 8 Verona 19,3 19,7 9 Bari 16,1 17,8 1 Salerno 15,2 12, Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

6 I concordati preventivi Diversamente dai fallimenti, i concordati preventivi hanno fatto registrare nel una flessione rispetto al massimo toccato nel, rimanendo comunque a livelli ben superiori rispetto a quelli precrisi Domande di concordato preventivo (5, dati trimestrali) In base agli archivi di Cerved Group, tra ottobre e 5 dicembre del sono state presentate domande, un calo del 15,6% rispetto allo stesso periodo del. Con questi dati, il numero di 1. Domande di concordato preventivo concordati preventivi si attesta nel a ,4% +7,4% 6% unità: si tratta di una diminuzione rispetto all anno 8 precedente pari al 6%, ma di un valore ancora del 7% superiore rispetto a quello osservato nel 8. Per il secondo anno consecutivo prosegue il calo di domande presentate da imprese manifatturiere: nel si conta un numero di concordati inferiore del 17,2% rispetto a quello registrato nel. Il miglioramento dell industria è attribuibile soprattutto alle dinamiche osservate nel sistema moda (7,6%), nella meccanica (25,4%), nella filiera auto (34,8%). I concordati preventivi richiesti da imprese che operano nel terziario risultano in calo rispetto al (6,6%), ma sono ancora a livelli molto superiori rispetto a quelli del. Nell ambito dei servizi, si riduce il numero di domande presentate da aziende che operano nella distribuzione (12%), da società immobiliari (9,2%), mentre sono in forte aumento i concordati di imprese che offrono servizi non finanziari (+54,3%). Risultano invece in crescita le domande di concordato preventivo nell edilizia: +11% tra e ,3% +22,5% +8,5% +16% +18,8% 15,4% +33,7% Concordati preventivi per macrosettore +11% +14,3% 1,2% +28,3% 6,6% 17,2% +2,9% +7,5% costruzioni industria servizi altri settori I settori in cui sono stati aperti più concordati preventivi 12% 9,2% 7,6% distribuzione immobiliari sistema moda servizi non finanziari meccanica 25,4% +54,3% 2,1% sistema casa Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

7 , che segue l incremento del +14,3% dell anno precedente. Il calo dei concordati preventivi osservato a livello nazionale non è diffuso su tutto il territorio: i concordati risultano in aumento nel Centro (+3,8% tra e ), sostanzialmente stabili nel Nord Est (+,4%), mentre nel Mezzogiorno e nel Nord Ovest si registra un calo (rispettivamente del 8,5% e del 17,9%), che però fa seguito a un forte incremento nell anno precedente (+61,4% e +18,1%). La Lombardia si conferma la regione che conta il maggior numero di domande di concordato (24, in calo del 18% rispetto al ), seguita dalla Toscana (che invece fa registrare un aumento del +14%), dal Veneto (,7%), dall Emilia Romagna (+12%) e dalle Marche (+15%). L utilizzo del concordato preventivo è diminuito nel periodo analizzato in tutte le fasce dimensionali considerate, con l unica eccezione delle imprese con un attivo compreso tra 2 e 1 milioni di euro (in cui è rimasto stabile, +,3%) e tra le società maggiori (+51,4%). Il calo è del 14,3% tra le società senza bilancio, del 22,4% tra le microimprese con attivo compreso tra e 2 milioni di euro e del 12,4% tra quelle della fascia 15 milioni Concordati preventivi per area geografica +18,1% 6,9% +,4% 17,9% 5,1% +3,8% +61,4% 8,5% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole Concordati preventivi per regione regioni in cui sono stati aperti più concordati, numero di domande e tassi di crescita +9,7% 18% +14% 6,8%,7%,8% Lombardia Toscana Veneto Emilia Romagna 2,2% +12% 42% +15% +55% 22% +57% 8,3% Marche Piemonte Lazio Campania Concordati preventivi per dimensione dell'impresa numero di domande e tassi di crescita per valore dell'attivo delle imprese % 14,3% +3,4% 22% +2,8% +,3% +17,2% 12,4% no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 1 mil tra 1 e 5 mil maggiore di 5 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie +51,4% +2,9% Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

8 il focus Produzione di beni intermedi e made in Italy i settori più colpiti Tre anni di fallimenti: il conto della crisi Tra e sono fallite in Italia circa 33 mila imprese, in cui in base a stime fatte sugli archivi di Cerved Group erano impiegati più di 3 mila lavoratori. Quasi la metà dei fallimenti (oltre 15 mila) ha riguardato imprese che operano nel terziario, il 23% aziende che operano nell edilizia (7.535), il 21% società manifatturiere (poco meno di 7 mila). Rapportando le procedure al numero di imprese operative, è evidente che il fenomeno ha colpito con maggiore intensità l industria (con un IR medio nei tre anni pari a 38,7) e le costruzioni (28,5), rispetto a quanto osservato nei servizi (16,9) e negli altri settori (9,1). Tra i singoli settori, nei tre anni dal al, hanno sofferto soprattutto l industria dei prodotti intermedi (sono fallite circa 6 imprese, per un IR medio pari a 66,6) e il Made in Italy: la meccanica con fallimenti (IR di 62,3), il sistema casa con 821 default (IR di 54,6) e il sistema moda con casi (IR di 48). In valori assoluti, hanno fatto registrare un alto numero di fallimenti (ma una minore frequenza) la distribuzione (7.198 fallimenti) e il ramo dei servizi non finanziari (3.817). Dal punto di vista geografico, quasi un terzo dei 33 mila fallimenti ha toccato aziende del Nord Ovest (più di 1 mila), un quarto imprese meridionali (8.358), il 22% del Centro Italia (7.284) e il restante 21% del Nord Est. Sono le imprese del Nord Ovest, e specificatamente quelle con sede in Lombardia, a evidenziare la maggiore frequenza dei fallimenti: gli IR si attestano rispettivamente a 23,2 punti e a 27,6 punti. Seguono Friuli Venezia Giulia (IR di Incidenza dei fallimenti nei macrosettori tra e insolvency ratio medio I settori maggiormente colpiti dalla crisi insolvency ratio medio, settori con i valori maggiori 38,7 66,6 62,3 54,6 48, 44,2 43,1 42,4 28,5 16,9 industria costruzioni servizi altri settori 9,1 prodotti intermedi meccanica sistema casa sistema moda mezzi di trasporto chimica e farmaceutica metalli Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

9 Valle d'aosta Basilicata Molise Sardegna Trentino Alto Adige Calabria Sicilia Puglia Liguria Piemonte Campania Abruzzo Emilia Romagna Lazio Toscana Umbria Veneto Marche Friuli Lombardia Le regioni che hanno sofferto di più la crisi fallimenti su 1 mila imprese operative nella regione, media 7,5 9, 1,9 12,2 12,3 13,9 14,3 14,9 15,6 17,7 18, 19, 19,2 19,8 21,1 21,1 22,7 23,7 25,2 27,6 34, Le province più colpite dalla crisi insolvency ratio medio, settori con i valori maggiori 33, 33, 32,6 3,3 3,2 28,8 28,6 28,4 Milano PordenoneAncona Prato Lucca Treviso Bergamo Teramo Terni Gorizia 28, 25,2), Marche (23,7), Veneto (21,1) e Umbria (21,1). La Lombardia è anche la regione italiana in cui si conta il numero maggiore di aziende fallite tra e : più di 7 mila, seguita a distanza dal Veneto (3.225) e dal Lazio (3.151). Tra le singole province, è Milano quella che ha evidenziato la maggiore frequenza di fallimenti tra e : l IR si è attestato a 34 (toccando un picco di 39 nel ), per un numero totale dei fallimenti nei tre anni che ha superato le 3 mila unità. Seguono Pordenone (33,1), Ancona (32,9), Prato (32,6) e Lucca (3,3). 9 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

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