DOSSIER Lunedì, 20 luglio 2015

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1 DOSSIER Lunedì, 20 luglio 2015

2 DOSSIER Lunedì, 20 luglio 2015 Articoli 19/07/2015 Il Piccolo (ed. ) Pagina 37 «Migranti, serve coesione Monfalcone come Calcutta» 1 19/07/2015 Il Piccolo (ed. ) Pagina 42 Gherghetta 4 19/07/2015 Il Piccolo (ed. ) Pagina 52 Vasche senza confini: gemellaggio tra nuoto e i "Dragons" 5 19/07/2015 Il Piccolo (ed. ) Pagina 58 «Ocean, sogno una barca italiana» 6 19/07/2015 Primorski Morda bodo nali tudi besedila v slovenini 8

3 Pagina 37 Il Piccolo (ed. ) «Migranti, serve coesione Monfalcone come Calcutta» «I sindaci isontini stanno capendo che solo collaborando con la Prefettura si governa l' emergenza. Fincantieri grande società ma cambi atteggiamento»parla IL PREFETTO USCENTE»VITTORIO ZAPPALORTO. di Roberto Covaz Gestione dei profughi, soluzione dei casi Cara e Questura, il problema Fincantieri e i retroscena del corteo di CasaPound. Alla vigilia del suo trasferimento a Udine Vittorio Zappalorto affronta i temi caldissimi del suo lavoro a capo della Prefettura di. Dottor Zappalorto, la vertenza Cara l' ha a lungo impegnata. Si è conclusa nel migliore di modi? «Direi proprio di sì e non mi sottraggo ad attribuirmi alcuni meriti. Mi spiego. La gestione del Cara da parte della società Connecting People non poteva più andare avanti così. Scioperi, proteste, mancati pagamenti degli stipendi. Oltre alla precaria situazione del personale non c' erano più le condizioni di sicurezza per i 255 ospiti». Qual è stato il perno su cui ha agito per risolvere il problema? «Un incessante lavoro con il Ministero dell' Interno e con l' Avvocatura dello Stato. Avrei potuto bandire una nuova gara, ma i tempi si sarebbero allungati, oppure attingere dalla graduatoria ancora valida. Ho contatto la Minerva alla quale ho posto la condizione di assorbire tutto il personale. Così è stato. La Minerva ha esperienza nel settore, ha già gestito il Cara ed è una realtà del territorio, è una garanzia per un comportamento responsabile». Facciamo un passo indietro. In che periodo possiamo collocare l' esplosione dell' emergenza a? «Dai primi di settembre dell' anno scorso con l' allestimento della tendopoli della Provincia. Gesto importante, umanitario, ma posto male, senza un accordo con la Prefettura e le altre istituzioni del territorio. L' emergenza profughi si governa assieme». La Provincia obietterà che la tendopoli era necessaria per togliere i migranti dell' Isonzo. «Sapevamo perfettamente che c' era una sessantina di persone accampate sull' Isonzo. Stavamo cercando una soluzione. Erano fotosegnalate e schedate almeno da giugno. L' iniziativa della Provincia è stata dirompente e ha dato il segnale, ad altri migranti, di venire a. Le sedi della Continua > 1

4 Pagina 37 < Segue Il Piccolo (ed. ) commissione territoriale e del Cara hanno fatto il resto. Appena i passeur li scaricavano al confine con l' Austria i migranti venivano dritti a». Ora la situazione qual è? «Sta migliorando perché dopo tanto dialogare i sindaci dell' Isontino hanno capito che è meglio collaborare con la Prefettura. Ho trascorso innumerevoli serate a spiegare alla gente e agli amministratori questi concetti. I sindaci dell' Isontino sono persone molto preparate, tranne alcune eccezioni». Resta che la città di continua ad essere la più penalizzata. «Il sindaco ha le sue ragioni quando protesta per l' eccessiva presenza di profughi. Ma la situazione è destinata a migliorare non appena altri Comuni, dopo Savogna, Cormons, Staranzano, Farra, Romans e Ronchi, aderiranno al programma di accoglienza. Quanto successo a Romans, dove dall' oggi al domani, sono stati abbandonati un centinaio di migranti, tra i quali una quarantina di minorenni, potrebbe succedere anche in altri centri. Di conseguenza i sindaci hanno tutto l' interesse a non restare isolati». Torniamo a, quale soluzione è praticabile per togliere i migranti dal parco o da altri ripari di fortuna? «Ne ho parlato con Romoli ma lui è restio. Andrebbe trovata una collocazione, per esempio l' ex caserma di Lucinico, dove accogliere i profughi fuori convenzione, assicurare loro condizioni igieniche accettabili e assistenza sanitaria. Una sorta di hub d' emergenza da dove destinarli ad altre sedi. Romoli teme però che ne arrivino altri e dunque siamo in una posizione di stallo. Certo non è edificante che queste persone continuino a dormire e a fare i bisogni al parco». è sede della Commissione territoriale per i richiedenti asilo politico. Qual è il suo giudizio sull' operato di tale organismo? «Va cambiata l' organizzazione. È necessario procedere diversamente con le istruttorie, coinvolgendo i membri supplenti o altre figure, in modo che all' esame la commissione abbia già un quadro preciso del soggetto. Ciò consentirebbe di smaltire una ventina di pratiche al giorno anziché le quattro cinque attuali». Il recente caso giudiziario che ha riguardato il cantiere di Monfalcone ha messo a nudo il pessimo rapporto esistente tra Fincantieri e territorio. Che idea si è fatto della questione? «La Fincantieri è una delle più importanti aziende nazionali, garantisce alcuni punti del pil. Tanto di cappello alla capacità del management di attrarre nuove commesse e mercati. Fatta questa premessa aggiungo che Fincantieri, proprio perché il suo azionista è lo Stato, cioè tutti noi, deve cambiare atteggiamento». Incombe il nemmeno troppo velato ricatto che o si sta alle sue condizioni oppure chiude e se ne va. «È vero. E questo non fa onore alla società. Non è sostenibile che non si consenta l' ingresso in cantiere alle forze dell' ordine, ai magistrati, agli ispettori. Che li si faccia attendere anche mezz' ora vanificando l' efficacia dei controlli a sorpresa. Fincantieri non può considerarsi al di sopra delle leggi. Dovrebbe inoltre farsi carico di pretendere dalle ditte appaltanti clausole di salvaguardia precise per quanto riguarda le condizioni di lavoro». La città di Monfalcone boccheggia dal punto di vista sociale. Dove sta dunque il vantaggio di essere sede di una cantiere così importante? «Monfalcone mi sembra un sobborgo di Calcutta. Ci sono appartamenti dove alloggiano anche decine di stranieri in condizioni molto disagiate. I servizi sociali del Comune di Monfalcone si sobbarcano oneri mostruosi. Se questo è sviluppo stiamo freschi. Bisogna cambiare rotta». Chiarisca una volta per tutte i retroscena del corteo di CasaPound. Continua > 2

5 Pagina 37 < Segue Il Piccolo (ed. ) «Nessun retroscena. Hanno chiesto legittimamente di poter organizzare a il loro corteo nazionale. CasaPound non è un organizzazione di stampo fascista, ha tutto il diritto di manifestare. Gli organizzatori sono stati di parola, educati, hanno accettato tutte le prescrizioni impartite da prefettura e questura. Ringrazio ancora una volta il questore Pillinini per l' ottimo lavoro svolto». RIPRODUZIONE RISERVATA. 3

6 Pagina 42 Il Piccolo (ed. ) Gherghetta «La Regione ha fatto un buon lavoro e mi auguro che Vescovini adempia alla richiesta di integrazioni». È il commento del presidente provinciale Enrico Gherghetta («da sempre convinto sostenitore del progetto, che darà opportunità importanti al territorio»). «Non è assolutamente vero, come ho letto da qualche parte conclude che la Regione ha detto no al mini rigassificatore: ha solo posto alcune criticità. E auspico che il proponente le superi, presentando le sue integrazioni». (ti.ca. ) 4

7 Pagina 52 Il Piccolo (ed. ) sport. Vasche senza confini: gemellaggio tra nuoto e i "Dragons" Non è retorica: è proprio vero che lo sport è capace di unire e accorciare le distanze, fossero anche di migliaia e migliaia di chilometri. A ne sanno decisamente qualcosa quelli della Nuoto, abituati ormai da anni a grandi appuntamenti internazionali su tutti, il Trofeo dell' Est, ma capaci di sorprendere una volta di più con un' iniziativa che ha unito idealmente i due emisferi del pianeta, l' Europa all' Africa, il Friuli Venezia Giulia al Sudafrica, l' Isontino a Johannesburg. Di recente infatti è andato in scena l' inedito gemellaggio tra la squadra di nuoto goriziana e quella sudafricana del S. Andrew Dragons di Johannesburg, ospite a nel corso di un tour che ha portato gli atleti africani a visitare un po' tutta la regione e fare anche un' immancabile "puntatina" in quel di Venezia. I "Draghi" sono arrivati in Friuli Venezia Giulia per iniziativa di Claudia Hlede e Diomede Ribezzo (da parte italiana), e di Niki Giuricich (per il Sudafrica), ma al progetto hanno collaborato anche le istituzioni più importanti, lo Stato del Sudafrica e la Regione di Johannesburg, la presidenza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, il comitato regionale della Federnuoto, la Provincia di e, naturalmente, la Nuoto. La società del capoluogo isontino si è fatta carico nello specifico dell' ospitalità dei ragazzi e delle ragazze sudafricani, che si sono potuti allenare nelle piscine comunali di via Capodistria e hanno assaporato gusti e bellezze della città. Il tutto in vista delle gare finali di Trieste, che hanno chiuso lo stage del S. Andrew in regione con alcuni dei migliori atleti del Friuli Venezia Giulia in vasca. «È stato un evento molto bello, che ha sancito un gemellaggio inedito per noi racconta il presidente della Nuoto Sergio Burelli. Al di là dei momenti in vasca e delle occasioni di svago che hanno unito i nostri ragazzi ai loro coetanei sudafricani, ricorderemo con piacere anche la visita istituzionale in Consiglio regionale, a Trieste, alla presenza del Presidente Jacop, dell' assessore Torrenti, del consigliere Brussa e dei rappresentanti italiano e sudafricano dell' associazione Italiani nel Mondo, Rodolfo Ziberna e Niki Giuricich». E dopo aver vestito i panni dei padroni di casa, i dirigenti e gli atleti della Nuoto si preparano a restituire la cortesia, e far visita in un prossimo futuro proprio ai Dragons in Sudafrica. Marco Bisiach. 5

8 Pagina 58 Il Piccolo (ed. ) «Ocean, sogno una barca italiana» Alberto Bolzan premiato a dopo la partecipazione alla Volvo race. di Guido Barella winviato A GORIZIA «Da bambino sognavo la Ocean race. Ora che posso dire di aver coronato quel sogno, ho però un' altra ambizione: far parte di una barca italiana che partecipi a questa straordinaria manifestazione». Fa caldo, davvero tanto caldo nella sala della Provincia di. Alberto Bolzan, il velista di Romans d' Isonzo tesserato con la Società Triestina della Vela, è stato invitato dal Coni provinciale isontino che lo premia con una targa ricordo. Fa caldo, eppure in sala nessuno si muove, mentre Alberto racconta la sua Volvo Ocean Race, la regata attorno al mondo scattata a ottobre dello scorso anno da Alicante in Spagna e arrivata meno di un mese fa a Goteborg, in Svezia alla quale ha partecipato imbarcato su Alvimedica, unico italiano della flotta. Sollecitato da Chiara Calligaris, campionessa di vela lei stessa e oggi anche impegnata come dirigente nel Coni, Bolzan ha ricordato le tappe della sua carriera: da bimbo in barca con mamma e papà, a 10 anni il primo corso alla Lega Navale a Grado, poi la Oscar Cosulich a Monfalcone e a 14 anni, con l' iscrizione al Nautico a Trieste, il passaggio alla Triestina della Vela per unire studio e allenamenti nel raggio di poche decine di metri. «L' avventura della Ocean race è nata un anno e mezzo prima del via. Sapevo che con Alvimedica stava nascendo un equipaggio giovane e che skipper era Charlie Enright, che conoscevo. L' ho chiamato e lui mi ha convocato a Lisbona per una serie di test. Alla sera del primo giorno, l' esame era stato superato. Si era già creato il feeling giusto. Partecipare al giro del mondo in barca a vela in equipaggio e in competizione con altre barche. Una favola. Davvero il coronamento dei miei sogni di piccolo velista che sfogliava i giornali specializzati... E poi tappa dopo tappa, porto dopo porto ho potuto verificare quanto questa manifestazione sia amata in tutto il mondo. Un esempio? In Olanda, dove abbiamo fatto solo una sosta di poche ore, quasi un pit stop, noi di Alvimedica siamo giunti per primi. Erano le 2 di notte e pioveva. Ebbene, in banchina c' erano 60mila persona ad attenderci». E così Alberto Bolzan ha iniziato a pensarci. Perché non vedere una barca italiana alla prossima edizione, quella che scatterà nel 2017 visto anche che l' organizzazione prevede un ampliamento della flotta partecipante da sette a dieci barche? «Sì, sarebbe straordinariamente bello portare una barca italiana a una manifestazione così. So che c' è un gruppo di lavoro che sta cercando le risorse (un' avventura di questo tipo può costare per i top team fino a 20 milioni di euro, ndr), vediamo se sarà possibile riuscire a mettere in piedi qualcosa...». Intanto, ora Alberto si gode qualche giornata di vacanza per recuperare dopo un' esperienza tanto forte Continua > 6

9 Pagina 58 < Segue Il Piccolo (ed. ) e totalizzante. «I momenti più difficili? Beh, quando navighi tra la Nuova Zelanda e Copo Horn, lungo la linea dei ghiacchi, a una velocità di 40 nodi, con l' acqua ha 1, 2 gradi e fai 23 scuffiate in ventiquattr' ore... Anche se poi forse è stato pure peggio quando, come all' imbocco dello stretto di Malacca, senza un alito di vento, con 40 gradi, ci abbiamo messo tre giorni a fare 50 miglia! E poi, il mangiare... Terribile! Pastoni di integratori, polveri che rinvengono con l' acqua bollente. Dieta integrata, dicono. Ma lì la dieta, nel senso del mangiare, non c' era proprio: c' erano solo gli integratori! Nell' ultimo mese, dico la verità, non ce la facevo proprio più a mangiare quella cosa RIPRODUZIONE RISERVATA. 7

10 Primorski Morda bodo nali tudi besedila v slovenini V senci koatih kroenj Basaglievega parka je ta teden potekalo seznanjanje jav nosti, zlasti pa sredstev obveanja, o dveh pomembnih projektih. Predsednik pokra jinske uprave Enrico Gherghetta je petindvajsetim operaterjem, asnikarjem, ar hivarjem in predstavnikom uprav obraz loil namembnost ,00 evrov, ki izvi rajo iz zakona t. 68 v prid zaposlovanju oseb s posebnimi potrebami. Nemogoe je bilo najti podjetje, ki bi imelo na svojem pla ilnem seznamu prizadete osebe, kot pred videva zakonodaja. Podjetja raje plaujejo globe, ki niso pretirano visoke, kot da bi zaposlovala predvideni odstotek taknih oseb. Zato je Pokrajina Gorica nala dru go reitev. Razpis je naslovila na socialne zadruge in med temi je najugodnejo ponudbo nudila zadruga La Collina iz Trsta. V naslednjih osmih mesecih se bo est lanov zadruge posvetilo dvema arhi voma: prvi se nahaja v eni izmed kleti nekdanje umobolnice na empetrski cesti, drugi pa v prostorih pokrajinske uprave. Oba se nanaata na paciente, ki jih je go stovala in zdravila bolninica za mentalno zdravje. Prvi je preteno sanitarnega zna aja, drugi pa upravnega. Ne gre le za ne kaj tiso klininih kartonov, za katere se po stavlja vpraanje zasebnosti podatkov, kljub asovnemu odmiku nekaj desetletij, pravzaprav skoraj stoletja. V zapraenih mapah z desetinami listin je zapisana tudi svetovno pomembna zgodovina o pre obrazbi umobolnic zaprtega tipa, za kar je zasluen psihiater Franco Basaglia. V zadnjih dveh desetletjih se je raz irilo preprianje, da je do revolucije na po droju zdravljenja umskih bolezni prilo v Trstu, seveda po zaslugi istega zdravnika. V resnici se je razvoj zael v Gorici, od ko der pa se je pogumna ekipa morala umak niti. Vse je zabeleeno v obeh arhivih, ki bo sta po ureditvi in sistematizaciji ovredno tila nekdanja dogajanja in tudi iz strokov nega vidika obogatila doslej znane infor macije, opise, predvidevanja in tudi tvega nja. Opis preteklih dogajanj in napovedi bo donosti so za prisotne razirili predstav niki socialne zadruge,sedanji odgovorni za mentalno zdravje iz Trsta in odbornica Ila ria Cecot, ki zadevi zavzeto in podrobno sledi. Dr. Franco Perazza je izrazil neiz merno zadovoljstvo nad projektoma, Ma ria Grazia Giannichede, po rodu iz Sardi nije in sodelavka Basaglie ter njegove e ne Franke (slednja je nekaj let pred smrtjo sodelovala tudi z goriko revijo Isonzo So a), pa je izpostavila zgodovinsko, stroko vno in kulturno ovrednotenje gradiva, ki bo Gorico lahko izpostavilo in predstavilo v posebni lui iremu prostoru na vsedra vni in evropski ravni. Predstavitvi in razlagi je sledil ogled kletnih prostorov s policami in priblino sedemsto mapami debeline desetih cen timetrov (!). V njih so shranjeni tudi dnev niki, vtisi in beleke tevilnih pacientov. Vemo, da se je v goriki umobolnici zdra vilo sorazmerno ve pacientov sloven skega rodu, saj je njen delokrog med dve ma svetovnima vojnama segal na povsem slovensko ozemlje. Morda se bo nalo tu di kaj slovenskih besedil z ustreznimi tra ginimi usodami, saj vemo, da so v umo bolnicah konali ne le mentalni bolniki, temve tudi ljudje s socialnega roba in ra zosebljene osebe, rtve druinskih, vakih in mestnih tragedij. (ar) 8