f(x, y, z) = (x + ky + z, x y + 2z, x + y z) f(x, y, z) = (x + 2y z, x + y z, x + 2y) F (f(x)) = (f(0), f(1), f(2))

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "f(x, y, z) = (x + ky + z, x y + 2z, x + y z) f(x, y, z) = (x + 2y z, x + y z, x + 2y) F (f(x)) = (f(0), f(1), f(2))"

Transcript

1 Algebra Lineare e Geometria Analitica Politecnico di Milano Ingegneria Applicazioni Lineari 1. Sia f : R 3 R 3 l applicazione lineare definita da f(x, y, z) = (x + ky + z, x y + 2z, x + y z) per ogni (x, y, z) R 3, e sia X il sottospazio di R 3 generato dai vettori x 1 = (1, 2, 3) e x 2 = (3, 2, 1). Determinare il parametro reale k in modo che l immagine del vettore v = (1, 1, ) appartenga al sottospazio X. 2. Data l applicazione lineare f : R 3 R 3 definita da per ogni (x, y, z) R 3, (a) mostrare che è invertibile, f(x, y, z) = (x + 2y z, x + y z, x + 2y) (b) determinare l applicazione lineare inversa. 3. Data l applicazione lineare F : R 2 [x] R 3 definita da per ogni f(x) R 2 [x], F (f(x)) = (f(0), f(1), f(2)) (a) scrivere la matrice rappresentativa rispetto alle basi canoniche, (b) scrivere la matrice rappresentativa rispetto alle basi (c) stabilire se f è un isomorfismo, B = {x + 1, x 2 x, x 2 + x + 1} C = {(1, 1, 1), (1, 1, 0), (1, 0, 0)}, (d) trovare la controimmagine del vettore v = (1, 2, 1). 4. Sia f : R 3 R 3 l applicazione lineare definita da per ogni x R 3, dove a = (1, 1, 1). f(x) = x + a x (a) Determinare l insieme F dei punti fissi di f. (b) Scrivere la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica. (c) Scrivere la matrice rappresentativa di f rispetto alla base B = {b 1, b 2, b 3 } fissata nel dominio e alla base canonica fissata nel codominio, dove b 1 = (1, 1, 2), b 2 = (3, 1, ), b 3 = (2,, 3). 5. Data l applicazione lineare f : R 4 R 3 rappresentata dalla matrice A = rispetto alla base B = {b 1, b 2, b 3, b 4 } di R 4 e alla base C = {c 1, c 2, c 3 } di R 4, dove b 1 = (1, 1, 0, 3) c 1 = (1,, 3) b 2 = (1, 0, 0, ) c 2 = (2, 0, 1) b 3 = (1,, 0, 2) c 3 = (1, 2, 2), b 4 = (0, 1, 2, ) 1

2 (a) determinare il nucleo di f, (b) determinare l immagine di f. 6. Sia f : R 4 R 3 l applicazione lineare definita da f(x, y, z, t) = (x + y 2z + t, x + 2y + 2z t, x y z + t) per ogni (x, y, z, t) R 4, e sia g : R 3 R 4 base canonica da l applicazione lineare definita sui vettori della g(e 1 ) = e 1 + e 2 e 3 g(e 2 ) = e 1 + 2e 2 + e 3 e 4 g(e 3 ) = e 1 e 2 + 2e 3 + 2e 4. Scrivere la matrice che rappresenta le applicazioni composte g f e f g rispetto alle basi canoniche. 7. Sia f : R 3 R 3 l applicazione lineare definita da f(x, y, z) = (x 3y z, 2x + 2y 2z, x + 4y z) per ogni (x, y, z) R 3. Scrivere la matrice che rappresenta f rispetto alla base B = {b 1, b 2, b 3 } fissata nel dominio e alla base C = {c 1, c 2, c 3 } fissata nel codominio, dove b 1 = (1, 1, 2), b 2 = (1,, 1), b 3 = (2,, 1) c 1 = (1, 0, ), c 2 = (1,, ), c 3 = (0,, 1). 8. Sia f : R 3 R 3 l applicazione lineare rappresentata dalla matrice A = rispetto alla base B = {b 1, b 2, b 3 } fissata nel dominio e alla base C = {c 1, c 2, c 3 } fissata nel codominio, dove (a) Stabilire se f è un automorfismo. b 1 = (1, 0, 1), b 2 = (1,, 1), b 3 = (0, 1, ) c 1 = (1, 1, ), c 2 = (1,, 0), c 3 = (, 1, 1). (b) Determinare il nucleo e l immagine di f. (c) Scrivere la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica (fissata sia nel dominio sia nel codominio). (d) Scrivere le equazioni di f. 9. Scrivere le equazioni dell applicazione lineare f : R 3 R 3 data dalla simmetria (ortogonale) rispetto al piano π : 2x y + 3y = Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 2n + 1 sul campo reale R. Stabilire se esiste un applicazione lineare f : V V tale che f 2 = V, ossia tale che f(f(v)) = v per ogni v V. 11. Sia f : U V un applicazione lineare iniettiva e sia g : V W un applicazione lineare suriettiva tali che Imf + Kerg = V. Se dim U > dim W, è possibile che la somma Imf + Kerg sia diretta? 2

3 Soluzioni 1. Si ha f(v) = f(1, 1, ) = (k, 2, 3). Poiché f(v) X se s solo se f(v) dipende linearmente da x 1 e da x 2, si deve avere k 2 3 = 0 e questo accade per k = La matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica è A = (a) Poiché A = 0, l applicazione f è invertibile. (b) Poiché si ha A = , 0 1 f (x, y, z) = ( 2x + 2y + z, x y, x + z). 3. (a) Poiché le immagini dei vettori della base canonica sono F (1) = (1, 1, 1) F (x) = (0, 1, 2) F (x 2 ) = (0, 2, 4), la matrice rappresentativa rispetto alle basi canoniche è A = (b) Poiché F (x + 1) = (1, 2, 3) = 3(1, 1, 1) (1, 1, 0) (1, 0, 0) F (x 2 x) = (0, 0, 2) = 2(1, 1, 1) 2(1, 1, 0) F (x 2 + x + 1) = (1, 3, 7) = 7(1, 1, 1) 4(1, 1, 0) 2(1, 0, 0), la matrice rappresentativa rispetto alle basi B e C è B = (c) Poiché A = 2 0, l applicazione lineare f è invertibile, ossia è un isomorfismo. (d) Dato un polinomio f(x) = a + bx + cx 2 si ha F (f(x)) = (a, a + b + c, a + 2b + 4c). Quindi F (f(x))) = v se e solo se (a, a + b + c, a + 2b + 4c) = (1, 2, 1), ossia se e solo se a = 1 a = 1 a + b + c = 2 b = 2 a + 2b + 4c = 1 c =. Quindi la controimmagine di v è f(x) = 1 + 2x x 2. 3

4 4. (a) L insieme F dei punti fissi di f è l insieme dei vettori x R 3 tali che f(x) = x, ossia tali che a x = 0. ossia tali che x sia parallelo ad a. Pertanto F = a = (1, 1, 1). (b) Si ha f(e 1 ) = e 1 + a e 1 = (1, 1, ) f(e 2 ) = e 2 + a e 2 = (, 1, 1) f(e 3 ) = e 3 + a e 3 = (1,, 1). Pertanto, la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica è A = (c) Si ha f(b 1 ) = b 1 + a b 1 = (2, 0, 2) f(b 2 ) = b 2 + a b 2 = (1, 5, 3) f(b 3 ) = b 3 + a b 3 = (6, 2, 0). Pertanto, la matrice rappresentativa di f rispetto alle basi B ed E B = è 5. (a) Iniziamo col determinare il nucleo di A. Tale nucleo ha equazione Ax = 0, ossia è determinato dal sistema x + y + 3z + t = 0 x 3y z + t = 0 x y + z + t = 0 dal quale si ricava z = y e t = x + 2y. Pertanto, si ha KerA = {(x, y, y, x + 2y) : x, y R} = (1, 0, 0, ), (0, 1,, 2). Quindi, il nucleo di f è generato dai due vettori ossia Kerf = (2,, 4, 4). x 1 = b 1 b 4 = (1, 0, 2, 4) x 2 = b 2 b 3 + 2b 4 = (0, 3, 3, 4), (b) Poiché dim Kerf = 2, per il teorema delle dimensioni si ha dim Imf = 4 Kerf = 4 2 = 2. Poiché le prime due colonne di A sono linearmente indipendenti, si ha ImA = (1, 1, 1), (1, 3, ). Di conseguenza, l immagine di f è generata dai due vettori ossia Imf = (4, 3, 6), ( 6, 1, 2). y 1 = c 1 + c 2 + c 3 = (4, 3, 6) y 2 = c 1 3c 2 c 3 = ( 6, 1, 2), 6. Le matrici che rappresentano f e g, rispetto alle basi canoniche, sono A = M(f) = e B = M(g) =

5 Pertanto, le matrici che rappresentano le applicazioni composte sono M(g f) = M(g)M(f) = BA = = e M(f g) = M(f)M(g) = AB = = Primo modo. Utilizzando la definizione di f, si ha f(b 1 ) = f(1, 1, 2) = ( 4, 0, 3) = 5c 1 + c 2 c 3 f(b 2 ) = f(1,, 1) = (3, 2, 4) = 3c 2 c 3 f(b 3 ) = f(2,, 1) = (4, 0, 3) = 5c 1 c 2 + c 3. Pertanto, i vettori delle coordinate delle immagini f(b 1 ), f(b 2 ) e f(b 3 ) rispetto alla base C fissata nel codominio sono f(b 1 ) C = 5 1, f(b 1 ) C = 0 3, f(b 1 ) C = 5. 1 Pertanto, la matrice che rappresenta f rispetto alle due basi B e C Secondo modo. Sia H la matrice che rappresenta l applicazione identità rispetto alle basi B ed E. Sia K la matrice che rappresenta l applicazione identità rispetto alle basi C ed E. Allora si ha H = [ b 1E b 2E b 3E ] = K = [ c 1E c 2E c 3E ] = Se E è la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica, allora 1 3 E = e A = K EH. Quindi, si ha ossia A = = = = è 5

6 8. (a) Poiché A = 0, f è un automorfismo. (b) Poiché f è un automorfismo, f è biunivoca e quindi è iniettiva e suriettiva. Di conseguenza, si ha Kerf = {0} e Imf = R 3. (c) Primo modo. Poiché la colonna j-esima della matrice rappresentativa A dà le coordinate dell immagine del vettore b j, si ha f(b 1 ) = c 1 + 2c 2 + c 3 = (2, 0, 0) = 2e 1 Poiché f(b 2 ) = c 1 + c 2 c 3 = (3,, 2) = 3e 1 e 2 2e 3 f(b 3 ) = c 2 c 3 = (2, 2, ) = 2e 1 2e 2 e 3. b 1 = e 1 + e 3 b 2 = e 1 e 2 + e 3 b 3 = e 2 e 3, per la linearità di f, si ottiene il seguente sistema f(e 1 ) + f(e 3 ) = 2e 1 f(e 1 ) f(e 2 ) + f(e 3 ) = 3e 1 e 2 2e 3 dal quale si ottiene f(e 2 ) f(e 3 ) = 2e 1 2e 2 e 3 f(e 1 ) = 5e 1 3e 2 3e 3 f(e 2 ) = e 1 + e 2 + 2e 3 f(e 3 ) = 3e 1 + 3e 2 + 3e 3. Pertanto, la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica è 5 3 E = Secondo modo. Sia H la matrice che rappresenta l applicazione identità rispetto alle basi B ed E. Sia K la matrice che rappresenta l applicazione identità rispetto alle basi C ed E. Allora si ha H = [ b 1E b 2E b 3E ] = K = [ c 1E c 2E c 3E ] = Se E è la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica, allora A = K EH e quindi E = KAH. Pertanto, si ha E = = = =

7 (d) Poiché l applicazione f è definita da per ogni (x, y, z) R Ex = x 5x y 3y y = 3x + y + 3z, z 3x + 2y + 3z f(x, y, z) = (5x y 3y, 3x + y + 3z, 3x + 2y + 3z) 9. Per determinare la matrice rappresentativa della simmetria f, basta scegliere una base opportuna. Una tale base può essere scelta come l insieme formato dai vettori di una base del sottospazio V π associato al piano π e da un vettore a ortogonale al piano π stesso. Poiché il generico vettore di V π ha la forma v = (x, 2x + 3z, z), si ha V π = v 1, v 2, dove v 1 = (1, 2, 0) e v 2 = (0, 3, 1). Inoltre, un vettore ortogonale a π è dato, ad esempio, dal vettore a = (2,, 3). Scegliamo, quindi, come base di R 3, l insieme B = {v 1, v 2, a}. L azione dell applicazione f sui vettori di questa base si determina facilmente. Infatti, si ha f(v 1 ) = v 1 f(v 2 ) = v 2 f(a) = a. Di conseguenza, rispetto a questa base (fissata sia nel domino che nel codominio), la matrice rappresentativa di f è A = La matrice che rappresenta l applicazione identità rispetto alle basi B ed E H = [ v 1E v 2E a E ] = Pertanto, la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica è E = HAH, ossia In conclusione, si ha E = = = = f(x, y, z) = 1 (3x + 2y 6, 2x + 6y + 3, 6x + 3y 2z). 7 è 10. Sia A una matrice che rappresenta f rispetto a una data base di V. Se f 2 = V, allora si dovrebbe avere A 2 = I e quindi A 2 = I, ossia A 2 = () 2n+1 I, ossia A 2 =. Poiché quest ultima condizione è impossibile sul campo reale, non è possibile che esista un applicazione lineare f che soddisfi la proprietà richiesta. 7

8 11. Poiché f è iniettiva, si ha dim Kerf = 0. Poiché g è suriettiva, si ha dim Img = dim W. Quindi, per il teorema delle dimensioni, si ha ossia dim U = dim Kerf + dim Imf = dim Imf dim V = dim Kerg + dim Img = dim Kerg + dim W dim Imf = dim U dim Kerg = dim V dim W. Pertanto, essendo Imf + Kerg = V, per la formula di Grassmann, si ha dim(imf Kerg) = dim Imf + dim Kerg dim(dim Imf + dim Kerg) = dim U + dim V dim W dim V = dim U dim W. Poiché per ipotesi si ha dim U > dim W, si ha dim(imf Kerg) 1 e la somma Imf +Kerg non può essere diretta. 8

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI 1. Esercizi Esercizio 1. Date le seguenti applicazioni lineari (1) f : R 2 R 3 definita da f(x, y) = (x 2y, x + y, x + y); (2) g : R 3 R 2 definita da g(x, y, z) = (x + y, x y); (3)

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI Esercizi Esercizio 1. Sia f: R 3 R 2 (x, y, z) (x + 2y + z, y + z). (1) Verificare che f è lineare. (2) Determinare una base di ker(f) e stabilire se f è iniettiva. (3) Calcolare w

Dettagli

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Esame di Geometria (Prof. F. Tovena) Argomenti: Proprietà di nucleo e immagine di una applicazione lineare. dim V = dim

Dettagli

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Francesco Bottacin Padova, 24 febbraio 2012 Capitolo 1 Algebra Lineare 1.1 Spazi e sottospazi vettoriali Esercizio 1.1. Sia U il sottospazio di R 4 generato dai

Dettagli

LEZIONE 17. B : kn k m.

LEZIONE 17. B : kn k m. LEZIONE 17 17.1. Isomorfismi tra spazi vettoriali finitamente generati. Applichiamo quanto visto nella lezione precedente ad isomorfismi fra spazi vettoriali di dimensione finita. Proposizione 17.1.1.

Dettagli

Esame di Geometria - 9 CFU (Appello del 28 gennaio 2013 - A)

Esame di Geometria - 9 CFU (Appello del 28 gennaio 2013 - A) Esame di Geometria - 9 CFU (Appello del 28 gennaio 23 - A) Cognome: Nome: Nr.matricola: Corso di laurea: Esercizio. Nello spazio R 3, siano dati il piano e i punti P = (, 2, ), Q = (2,, ). π : x + 2y 3

Dettagli

Parte 6. Applicazioni lineari

Parte 6. Applicazioni lineari Parte 6 Applicazioni lineari A Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Applicazioni fra insiemi, 2 Applicazioni lineari tra spazi vettoriali, 2 3 Applicazioni lineari da R n a R

Dettagli

Applicazioni lineari

Applicazioni lineari Applicazioni lineari Esempi di applicazioni lineari Definizione. Se V e W sono spazi vettoriali, una applicazione lineare è una funzione f: V W tale che, per ogni v, w V e per ogni a, b R si abbia f(av

Dettagli

CORSO DI LAUREA INF TWM ANNO DI IMMATRICOLAZIONE MATRICOLA

CORSO DI LAUREA INF TWM ANNO DI IMMATRICOLAZIONE MATRICOLA COGNOME NOME CORSO DI LAUREA INF TWM ANNO DI IMMATRICOLAZIONE MATRICOLA SIMULAZIONE SCRITTO DI MATEMATICA DISCRETA, SECONDA PARTE Per ottenere la sufficienza bisogna rispondere in modo corretto ad almeno

Dettagli

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria - Edile ed Edile-Architettura

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria - Edile ed Edile-Architettura Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria - Edile ed Edile-Architettura Primo Esonero del corso di Geometria Docente F. Flamini, Roma, 2//28 SOLUZIONI COMPITO I ESONERO Esercizio.

Dettagli

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione Capitolo 2 MATRICI Fra tutte le applicazioni su uno spazio vettoriale interessa esaminare quelle che mantengono la struttura di spazio vettoriale e che, per questo, vengono dette lineari La loro importanza

Dettagli

Algebra Lineare e Geometria

Algebra Lineare e Geometria Algebra Lineare e Geometria Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica A.A. 2013-2014 Prova d esame del 16/06/2014. 1) a) Determinare la matrice associata all applicazione lineare T : R 3 R 4 definita da

Dettagli

Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione. 1 Definizione di Nucleo e Immagine

Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione. 1 Definizione di Nucleo e Immagine Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione In questa lezione entriamo nel vivo della teoria delle applicazioni lineari. Per una applicazione lineare L : V W definiamo e impariamo a calcolare

Dettagli

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali 1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali Definizione 1 (Applicazioni lineari) Si chiama applicazione lineare una applicazione tra uno spazio vettoriale ed uno spazio vettoriale sul campo tale che "!$%!

Dettagli

2) Sul piano coordinato z = 0 studiare il fascio Φ di coniche di equazione. determinando in particolare le sue coniche spezzate ed i suoi punti base.

2) Sul piano coordinato z = 0 studiare il fascio Φ di coniche di equazione. determinando in particolare le sue coniche spezzate ed i suoi punti base. DPARTMENTO D MATEMATCA E NFORMATCA Corso di Laurea in ngegneria Telematica Prova scritta di Elementi di Algebra e Geometria assegnata il 18/7/02 È assegnato l endomorfismo f : R 3 R 3 definito dalle relazioni

Dettagli

1 Regole generali per l esame. 2 Libro di Testo

1 Regole generali per l esame. 2 Libro di Testo FACOLTÀ DI INGEGNERIA Corso di GEOMETRIA E ALGEBRA (mn). (Ing. per l Ambiente e il Territorio, Ing. Informatica - Sede di Mantova) A.A. 2008/2009. Docente: F. BISI. 1 Regole generali per l esame L esame

Dettagli

LEZIONE 16. Proposizione 16.1.2. Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C. Se f: V W

LEZIONE 16. Proposizione 16.1.2. Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C. Se f: V W LEZIONE 16 16.1. Applicazioni lineari iniettive e suriettive. Ricordo le seguenti due definizioni valide per applicazioni di qualsiasi tipo ϕ: X Y fra due insiemi. L applicazione ϕ si dice iniettiva se

Dettagli

Prova scritta di Geometria 2 Prof. M. Boratynski

Prova scritta di Geometria 2 Prof. M. Boratynski 10/9/2008 Es. 1: Si consideri la forma bilineare simmetrica b su R 3 associata, rispetto alla base canonica {e 1, e 2, e 3 } alla matrice 3 2 1 A = 2 3 0. 1 0 1 1) Provare che (R 3, b) è uno spazio vettoriale

Dettagli

ESERCIZI APPLICAZIONI LINEARI

ESERCIZI APPLICAZIONI LINEARI ESERCIZI APPLICAZIONI LINEARI PAOLO FACCIN 1. Esercizi sulle applicazioni lineari 1.1. Definizioni sulle applicazioni lineari. Siano V, e W spazi vettoriali, con rispettive basi B V := (v 1 v n) e B W

Dettagli

Lezioni di Algebra Lineare III. Applicazioni lineari e matrici Struttura algebrica delle soluzioni dei sistemi lineari

Lezioni di Algebra Lineare III. Applicazioni lineari e matrici Struttura algebrica delle soluzioni dei sistemi lineari Versione ottobre novembre 2008 Lezioni di Algebra Lineare III. Applicazioni lineari e matrici Struttura algebrica delle soluzioni dei sistemi lineari Contenuto 1. Applicazioni lineari 2. L insieme delle

Dettagli

STRUTTURE ALGEBRICHE

STRUTTURE ALGEBRICHE STRUTTURE ALGEBRICHE Operazioni in un insieme Sia A un insieme non vuoto; una funzione f : A A A si dice operazione binaria (o semplicemente operazione), oppure legge di composizione interna. Per definizione

Dettagli

(V) (FX) Z 6 è un campo rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto.

(V) (FX) Z 6 è un campo rispetto alle usuali operazioni di somma e prodotto. 29 giugno 2009 - PROVA D ESAME - Geometria e Algebra T NOME: MATRICOLA: a=, b=, c= Sostituire ai parametri a, b, c rispettivamente la terzultima, penultima e ultima cifra del proprio numero di matricola

Dettagli

Siano V e W due spazi vettoriali. La definizione seguente é è tra quelle basilari per il corso di Matematica B. L : V W

Siano V e W due spazi vettoriali. La definizione seguente é è tra quelle basilari per il corso di Matematica B. L : V W Matematica B - a.a 2006/07 p. 1 Siano V e W due spazi vettoriali. La definizione seguente é è tra quelle basilari per il corso di Matematica B. Definizione 1. La funzione L : V W si dice una applicazione

Dettagli

FUNZIONE. Si scrive: A B f: A B x y=f(x) (si legge: f funzione da A in B) x f y= f(x)

FUNZIONE. Si scrive: A B f: A B x y=f(x) (si legge: f funzione da A in B) x f y= f(x) 1 FUNZIONE Dati gli insiemi A e B, si definisce funzione da A in B una relazione o legge o corrispondenza che ad ogni elemento di A associa uno ed un solo elemento di B. Si scrive: A B f: A B f() (si legge:

Dettagli

Lezione 9: Cambio di base

Lezione 9: Cambio di base Lezione 9: Cambio di base In questa lezione vogliamo affrontare uno degli argomenti piu ostici per lo studente e cioè il cambio di base all interno di uno spazio vettoriale, inoltre cercheremo di capire

Dettagli

Lezioni di Geometria e Algebra. Fulvio Bisi, Francesco Bonsante, Sonia Brivio

Lezioni di Geometria e Algebra. Fulvio Bisi, Francesco Bonsante, Sonia Brivio Lezioni di Geometria e Algebra Fulvio Bisi, Francesco Bonsante, Sonia Brivio CAPITOLO 4 Applicazioni lineari 1. Definizioni ed esempi. In questo capitolo ci proponiamo di studiare le funzioni tra spazi

Dettagli

Federico Lastaria. Analisi e Geometria 2. Matrici simmetriche. Il teorema spettrale. 1/24

Federico Lastaria. Analisi e Geometria 2. Matrici simmetriche. Il teorema spettrale. 1/24 Contenuto Endomorfismi auto-aggiunti. Matrici simmetriche. Il teorema spettrale Gli autovalori di una matrice simmetrica sono tutti reali. (Dimostrazione fatta usando i numeri complessi). Dimostrazione

Dettagli

x 1 + x 2 3x 4 = 0 x1 + x 2 + x 3 = 0 x 1 + x 2 3x 4 = 0.

x 1 + x 2 3x 4 = 0 x1 + x 2 + x 3 = 0 x 1 + x 2 3x 4 = 0. Problema. Sia W il sottospazio dello spazio vettoriale R 4 dato da tutte le soluzioni dell equazione x + x 2 + x = 0. (a. Sia U R 4 il sottospazio dato da tutte le soluzioni dell equazione Si determini

Dettagli

Matrice rappresent. Base ker e img. Rappresentazione cartesiana ker(f) + im(f).

Matrice rappresent. Base ker e img. Rappresentazione cartesiana ker(f) + im(f). Due Matrici A,B. Ker f = ker g. 1- Ridurre a scala A e B e faccio il sistema. 2 Se Vengono gli stessi valori allora, i ker sono uguali. Cauchy 1 autovalore, 1- Metto a matrice x1(0),x2(0),x3(0) e la chiamo

Dettagli

FOGLIO 4 - Applicazioni lineari. { kx + y z = 2 x + y kw = k. 2 k 1

FOGLIO 4 - Applicazioni lineari. { kx + y z = 2 x + y kw = k. 2 k 1 FOGLIO 4 - Applicazioni lineari Esercizio 1. Si risolvano i seguenti sistemi lineari al variare di k R. { x y + z + 2w = k x z + w = k 2 { kx + y z = 2 x + y kw = k Esercizio 2. Al variare di k R trovare

Dettagli

Applicazioni lineari

Applicazioni lineari CAPITOLO 8 Applicazioni lineari Esercizio 8.. Sia T : R 3 R 3 l applicazione definita da T(x,x,x 3 ) = (x,x,x 3 ). Stabilire se T è lineare. Esercizio 8.. Verificare che la funzione determinante definita

Dettagli

2 FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE

2 FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE 2 FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE 2.1 CONCETTO DI FUNZIONE Definizione 2.1 Siano A e B due insiemi. Una funzione (o applicazione) f con dominio A a valori in B è una legge che associa ad ogni elemento

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI. B si definisce surriettiva. 9 quando ogni elemento di. B risulta IMMAGINE di. almeno un elemento di A.

APPLICAZIONI LINEARI. B si definisce surriettiva. 9 quando ogni elemento di. B risulta IMMAGINE di. almeno un elemento di A. APPLICAZIONI LINEARI Siano V e W due spazi vettoriali, di dimensione m ed n sullo stesso campo di scalari R. Una APPLICAZIONE ƒ : V W viene definita APPLICAZIONE LINEARE od OMOMORFISMO se risulta, per

Dettagli

Chiusura lineare. N.B. A può essere indifferentemente un insieme, finito o no, o un sistema. Es.1. Es.2

Chiusura lineare. N.B. A può essere indifferentemente un insieme, finito o no, o un sistema. Es.1. Es.2 Chiusura lineare Def. Sia A V (K) con A. Si dice copertura lineare (o chiusura lineare) di A, e si indica con L(A), l insieme dei vettori di V che risultano combinazioni lineari di un numero finito di

Dettagli

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... 15 febbraio 010 - Soluzione esame di geometria - 1 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 009-010 COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura

Dettagli

Metodi Matematici per la Comunicazione Digitale - 19 Giugno 2017

Metodi Matematici per la Comunicazione Digitale - 19 Giugno 2017 Metodi Matematici per la Comunicazione Digitale - 9 Giugno 7 Esercizio. Determinare il valore del parametro reale h in modo che il polinomio sia divisibile per il polinomio p h (x) = x 3 x 5x + 4 + h q(x)

Dettagli

Diagonalizzazione di matrici e applicazioni lineari

Diagonalizzazione di matrici e applicazioni lineari CAPITOLO 9 Diagonalizzazione di matrici e applicazioni lineari Esercizio 9.1. Verificare che v = (1, 0, 0, 1) è autovettore dell applicazione lineare T così definita T(x 1,x 2,x 3,x 4 ) = (2x 1 2x 3, x

Dettagli

.y 6. .y 4. .y 5. .y 2.y 3 B C C B. B f A B f -1

.y 6. .y 4. .y 5. .y 2.y 3 B C C B. B f A B f -1 Funzioni FUNZIONI Una funzione è una relazione fra due insiemi non vuoti e, che associa ad ogni elemento uno e un solo elemento. In simboli si scrive: = oppure. x 1. x..y B C.y 5 x 4..y 4 L elemento è

Dettagli

3 Applicazioni lineari e matrici

3 Applicazioni lineari e matrici 3 Applicazioni lineari e matrici 3.1 Applicazioni lineari Definizione 3.1 Siano V e W dei K spazi vettoriali. Una funzione f : V W è detta applicazione lineare se: i u, v V, si ha f(u + v = f(u + f(v;

Dettagli

LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ LE FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE COSA SONO LE FUNZIONI Dati due sottoinsiemi A e B non vuoti di R, una FUNZIONE da A a B è una relazione che associa ad ogni numero reale

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

Corsi di Laurea in INGEGNERIA per l AMBIENTE e il TERRITORIO E MECCANICA Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Padova TEMA n.

Corsi di Laurea in INGEGNERIA per l AMBIENTE e il TERRITORIO E MECCANICA Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Padova TEMA n. Corsi di Laurea in INGEGNERIA per l AMBIENTE e il TERRITORIO E MECCANICA Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Padova 21-02-2011 TEMA n.1 PARTE 1. Quesiti preliminari Stabilire se le seguenti

Dettagli

Funzione Una relazione fra due insiemi A e B è una funzione se a ogni elemento di A si associa uno e un solo elemento

Funzione Una relazione fra due insiemi A e B è una funzione se a ogni elemento di A si associa uno e un solo elemento TERIA CAPITL 9. ESPNENZIALI E LGARITMI. LE FUNZINI Non si ha una funzione se anche a un solo elemento di A non è associato un elemento di B, oppure ne sono associati più di uno. DEFINIZINE Funzione Una

Dettagli

Lezioni del corso di Geometria e Algebra. prof. Michele Mulazzani dott. Alessia Cattabriga

Lezioni del corso di Geometria e Algebra. prof. Michele Mulazzani dott. Alessia Cattabriga Lezioni del corso di Geometria e Algebra prof Michele Mulazzani dott Alessia Cattabriga AA 20001/2002 Indice 1 Equazioni e sistemi lineari 4 11 Alcune strutture algebriche 4 12 Operazioni standard su K

Dettagli

ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Corso di Laurea Ingegneria Edile-Architettura

ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Corso di Laurea Ingegneria Edile-Architettura Cognome Nome Matricola ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Corso di Laurea Ingegneria Edile-Architettura (Primo appello/ii prova parziale 15/6/15 - Chiarellotto-Urbinati) Per la II prova: solo esercizi

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26 Indice L attività di recupero 6 Funzioni Teoria in sintesi 0 Obiettivo Ricerca del dominio e del codominio di funzioni note Obiettivo Ricerca del dominio di funzioni algebriche; scrittura del dominio Obiettivo

Dettagli

Richiami di algebra lineare e geometria di R n

Richiami di algebra lineare e geometria di R n Richiami di algebra lineare e geometria di R n combinazione lineare, conica e convessa spazi lineari insiemi convessi, funzioni convesse rif. BT.5 Combinazione lineare, conica, affine, convessa Un vettore

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI Esercizi Esercizio Date le seguenti applicazioni lineari f : R 2 R 3 definita da fx y = x 2y x + y x + y; 2 g : R 3 R 2 definita da gx y z = x + y x y; 3 h : Rx] 2 R 2 definita da

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

RICHIAMI SULLE MATRICI. Una matrice di m righe e n colonne è rappresentata come

RICHIAMI SULLE MATRICI. Una matrice di m righe e n colonne è rappresentata come RICHIAMI SULLE MATRICI Una matrice di m righe e n colonne è rappresentata come A = a 11 a 12... a 1n a 21 a 22... a 2n............ a m1 a m2... a mn dove m ed n sono le dimensioni di A. La matrice A può

Dettagli

Foglio di esercizi numero 2 Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Ingegneria Aerospaziale e Meccanica

Foglio di esercizi numero 2 Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Ingegneria Aerospaziale e Meccanica Foglio di esercizi numero 2 Corso di Fondamenti di Algebra Lineare e Geometria Ingegneria Aerospaziale e Meccanica Esercizio 1. Sia f l endomorfismo di R 4 definito nel modo seguente: f(x, y, z, w) = (w,

Dettagli

I tre concetti si possono descrivere in modo unitario dicendo che f e iniettiva, suriettiva, biiettiva se e solo se per ogni b B l equazione

I tre concetti si possono descrivere in modo unitario dicendo che f e iniettiva, suriettiva, biiettiva se e solo se per ogni b B l equazione Lezioni del 29 settembre e 1 ottobre. 1. Funzioni iniettive, suriettive, biiettive. Sia f : A B una funzione da un insieme A ad un insieme B. Sia a A e sia b = f (a) B l elemento che f associa ad a, allora

Dettagli

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Terzo Appello del corso di Geometria e Algebra II Parte - Docente F. Flamini, Roma, 7/09/2007 SVOLGIMENTO COMPITO III APPELLO

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Applicazioni lineari

Elementi di Algebra Lineare Applicazioni lineari Elementi di Algebra Lineare Applicazioni lineari Cristina Turrini UNIMI - 2015/2016 Cristina Turrini (UNIMI - 2015/2016) Elementi di Algebra Lineare 1 / 18 index Applicazioni lineari 1 Applicazioni lineari

Dettagli

Corso introduttivo pluridisciplinare Strutture algebriche

Corso introduttivo pluridisciplinare Strutture algebriche Corso introduttivo pluridisciplinare Strutture algebriche anno acc. 2013/2014 Univ. degli Studi di Milano Cristina Turrini (Univ. degli Studi di Milano) Corso introduttivo pluridisciplinare 1 / 17 index

Dettagli

II Spazi vettoriali ed applicazioni lineari

II Spazi vettoriali ed applicazioni lineari II Spazi vettoriali ed applicazioni lineari Nel capitolo precedente abbiamo visto come assumano un ruolo importante nello studio dello Spazio Euclideo la sua struttura di spazio affine e quindi di spazio

Dettagli

Tutorato di GE110. Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica

Tutorato di GE110. Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica Tutorato di GE110 A.A. 2014-2015 - Docente: Prof. Angelo Felice Lopez Tutori: Federico Campanini e Giulia Salustri Soluzioni Tutorato 13

Dettagli

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X),

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X), LEZIONE 1 1.1. Matrice di un applicazione lineare. Verifichiamo ora che ogni applicazione lineare f: R n R m è della forma µ A per un unica A R m,n. Definizione 1.1.1. Per ogni j 1,..., n indichiamo con

Dettagli

a) Il campo di esistenza di f(x) è dato da 2x 0, ovvero x 0. Il grafico di f(x) è quello di una iperbole -1 1

a) Il campo di esistenza di f(x) è dato da 2x 0, ovvero x 0. Il grafico di f(x) è quello di una iperbole -1 1 LE FUNZIONI EALI DI VAIABILE EALE Soluzioni di quesiti e problemi estratti dal Corso Base Blu di Matematica volume 5 Q[] Sono date le due funzioni: ) = e g() = - se - se = - Determina il campo di esistenza

Dettagli

Le trasformazioni geometriche

Le trasformazioni geometriche Le trasformazioni geometriche Le trasformazioni geometriche Le trasformazioni affini del piano o affinità Le similitudini Le isometrie Le traslazioni Le rotazioni Le simmetrie assiale e centrale Le omotetie

Dettagli

Università degli Studi di Roma La Sapienza Laurea in Ingegneria Energetica A.A. 2014-2015 Programma del corso di Geometria Prof.

Università degli Studi di Roma La Sapienza Laurea in Ingegneria Energetica A.A. 2014-2015 Programma del corso di Geometria Prof. Università degli Studi di Roma La Sapienza Laurea in Ingegneria Energetica A.A. 2014-2015 Programma del corso di Geometria Prof. Antonio Cigliola Prerequisiti Logica elementare. Principio di Induzione.

Dettagli

I polinomi 1; x;x 2 ;x 3 sono linearmente indipendenti; infatti. 0= 1 1+ 2 x+ 3 x 2 + 4 x 3 =) 1 = 2 == 4 =0

I polinomi 1; x;x 2 ;x 3 sono linearmente indipendenti; infatti. 0= 1 1+ 2 x+ 3 x 2 + 4 x 3 =) 1 = 2 == 4 =0 ASPETTI TEORICI Spazio vettoriale Un insieme qualunque di inniti elementi V = fv i g si dice uno spazio vettoriale sull'insieme dei numeri reali R se: { E possibile denire un'operazione binaria fra gli

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

LEZIONE 21 [ ] D [ ] 1. k n. k m. k n,1 k m,1

LEZIONE 21 [ ] D [ ] 1. k n. k m. k n,1 k m,1 LEZIONE 21 21.1. Matrice di un applicazione lineare. Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C finitamente generati e siano = (v 1,..., v n ) e = (w 1,..., w m ) basi di V e W rispettivamente. Come abbiamo

Dettagli

LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE

LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE Sia f:a B una funzione tra due insiemi. Se y appartiene all immagine di f si chiama fibra di f sopra y l insieme f -1 y) ossia l insieme di tutte le controimmagini

Dettagli

Appunti di Algebra Lineare

Appunti di Algebra Lineare Appunti di Algebra Lineare Indice 1 I vettori geometrici. 1 1.1 Introduzione................................... 1 1. Somma e prodotto per uno scalare....................... 1 1.3 Combinazioni lineari e

Dettagli

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

Esercizi su lineare indipendenza e generatori Esercizi su lineare indipendenza e generatori Per tutto il seguito, se non specificato esplicitamente K indicherà un campo e V uno spazio vettoriale su K Cose da ricordare Definizione Dei vettori v,,v

Dettagli

Spazi lineari - PARTE II - Felice Iavernaro. Dipartimento di Matematica Università di Bari. 9 e 16 Marzo 2007

Spazi lineari - PARTE II - Felice Iavernaro. Dipartimento di Matematica Università di Bari. 9 e 16 Marzo 2007 Spazi lineari - PARTE II - Felice Iavernaro Dipartimento di Matematica Università di Bari 9 e 16 Marzo 2007 Felice Iavernaro (Univ. Bari) Spazi lineari 9-16/03/2007 1 / 17 Condizionamento dei sistemi lineari

Dettagli

LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO. Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 CONVEGNO MATHESIS VERONA

LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO. Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 CONVEGNO MATHESIS VERONA LA GEOMETRIA ANALITICA DELLO SPAZIO CONVEGNO MATHESIS Liceo G. GALILEI - Verona Venerdì 10 Aprile 2015 Perché Assenza di ogni riferimento alla geometria analitica dello spazio nel quadri di Mondrian La

Dettagli

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S Relazioni binarie Una relazione binaria può essere rappresentata con un grafo o con una matrice di incidenza. Date due relazioni R, S A 1 A 2, la matrice di incidenza a seguito di varie operazioni si può

Dettagli

Esempio. Approssimazione con il criterio dei minimi quadrati. Esempio. Esempio. Risultati sperimentali. Interpolazione con spline cubica.

Esempio. Approssimazione con il criterio dei minimi quadrati. Esempio. Esempio. Risultati sperimentali. Interpolazione con spline cubica. Esempio Risultati sperimentali Approssimazione con il criterio dei minimi quadrati Esempio Interpolazione con spline cubica. Esempio 1 Come procedere? La natura del fenomeno suggerisce che una buona approssimazione

Dettagli

Le risposte vanno giustificate con chiarezza. 1) Nello spazio vettoriale V delle matrici 2 2 a coefficienti reali, considera le matrici A 1 = , A 4 =

Le risposte vanno giustificate con chiarezza. 1) Nello spazio vettoriale V delle matrici 2 2 a coefficienti reali, considera le matrici A 1 = , A 4 = Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Matematica Esame di Geometria 1 con Elementi di Storia Prof. F. Tovena 30 gennaio 2015 Le risposte vanno giustificate con chiarezza. 1 Nello

Dettagli

CORSO DI MATEMATICA 2 - LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA, AMBIENTE - TERRITORIO, CHIMICA-MATERIALI Padova I prova parziale TEMA n.

CORSO DI MATEMATICA 2 - LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA, AMBIENTE - TERRITORIO, CHIMICA-MATERIALI Padova I prova parziale TEMA n. CORSO DI MATEMATICA 2 - LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA AMBIENTE - TERRITORIO CHIMICA-MATERIALI Padova 10-02-06 I prova parziale TEMA n.1 Esercizio 1. Si consideri lo spazio vettoriale delle matrici M 2

Dettagli

TEMA 1. 1. Della seguente matrice, calcolare i complementi algebrici e il determinante: a + b 1 a 2 S = a + b + 3 a + 2b. x = t. f = x 2 + 2xy 3y 2,

TEMA 1. 1. Della seguente matrice, calcolare i complementi algebrici e il determinante: a + b 1 a 2 S = a + b + 3 a + 2b. x = t. f = x 2 + 2xy 3y 2, Prova scritta di MATEMATICA B1 Vicenza, 17 marzo 008 TEMA 1 1 1 A = 1 0 1. 3 0 1. Stabilire se il seguente sottoinsieme di M(, R): {( ) a + b 1 a S = a, b R}, a + b + 3 a + b è un sottospazio di M(, R).

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI O OMOMORFISMI

APPLICAZIONI LINEARI O OMOMORFISMI 42 APPLICAZIONI LINEARI O OMOMORFISMI Definizione 9 Dati due spazi vettoriali U e V sullo stesso campo K, una applicazione f : U V è detta lineare o omomorfismo se soddisfa le seguenti due condizioni:

Dettagli

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA.

CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA. CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA. FOGLIO DI ESERCIZI 4 GEOMETRIA E ALGEBRA LINEARE 2010/11 Esercizio 4.1 (2.2). Determinare l equazione parametrica e Cartesiana della retta dello spazio (a) Passante per i

Dettagli

Funzioni. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara

Funzioni. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara Funzioni Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

Equazioni alle differenze finite (cenni).

Equazioni alle differenze finite (cenni). AL 011. Equazioni alle differenze finite (cenni). Sia a n } n IN una successione di numeri reali. (Qui usiamo la convenzione IN = 0, 1,,...}). Diremo che è una successione ricorsiva o definita per ricorrenza

Dettagli

x (x i ) (x 1, x 2, x 3 ) dx 1 + f x 2 dx 2 + f x 3 dx i x i

x (x i ) (x 1, x 2, x 3 ) dx 1 + f x 2 dx 2 + f x 3 dx i x i NA. Operatore nabla Consideriamo una funzione scalare: f : A R, A R 3 differenziabile, di classe C (2) almeno. Il valore di questa funzione dipende dalle tre variabili: Il suo differenziale si scrive allora:

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI Fra le applicazioni definite tra spazi vettoriali sono particolarmente significative quelle che conservano le operazioni, dette applicazioni lineari. Definizione Siano V, W due k-s.v.

Dettagli

09 - Funzioni reali di due variabili reali

09 - Funzioni reali di due variabili reali Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 09 - Funzioni reali di due variabili reali Anno Accademico 2013/2014

Dettagli

Soluzione degli esercizi di algebra lineare (del 26 ottobre 2018)

Soluzione degli esercizi di algebra lineare (del 26 ottobre 2018) Soluzione degli esercizi di algebra lineare (del 26 ottobre 28) Esercizio. Siano V un K-spazio vettoriale con base B = (v,..., v n ) e W un K-spazio vettoriale con base C = (w,..., w m ), e sia f : V W

Dettagli

Esercizi 9 Rango di una matrice, sistemi lineari

Esercizi 9 Rango di una matrice, sistemi lineari Esercizi 9 Rango di una matrice, sistemi lineari Quesiti a risposta multipla 0 3 ) Sia A a. Il rango di A è uguale a se e solo se 0 3 a a b a 0 c a k 0 0 ) Sia A, con k numero reale. Allora il rango della

Dettagli

Algebra lineare for dummies

Algebra lineare for dummies Algebra lineare for dummies Sergio Polini 26 settembre 22 Indice Premessa 2 Spazi vettoriali 3. Definizione................................ 3.2 Sottospazi vettoriali........................... 3.3 Indipendenza

Dettagli

+... + a n. a 0 x n + a 1 x n 1. b 0 x m + b 1 x m 1. +... + b m 0. Funzioni reali di variabile reale. Definizione classica. Funzioni razionali

+... + a n. a 0 x n + a 1 x n 1. b 0 x m + b 1 x m 1. +... + b m 0. Funzioni reali di variabile reale. Definizione classica. Funzioni razionali Funzioni reali di variabile reale Una reale di variabile reale è una funzione nella quale il dominio d è un sottoinsieme di r e il condominio c è anch esso un sottoinsieme di r. F:r r Definizione classica.

Dettagli

Soluzioni primi compitini - Geometria 1

Soluzioni primi compitini - Geometria 1 Soluzioni primi compitini - Geometria Caterina Vernieri Ottobre 7 Le soluzioni proposte non sono state riviste dai professori Soluzioni Primi Compitini - G I compitino 7//3 Esercizio Al variare di α R

Dettagli

Funzioni. Funzioni /2

Funzioni. Funzioni /2 Funzioni Una funzione f è una corrispondenza tra due insiemi A e B che a ciascun elemento di A associa un unico elemento di B. Si scrive: f : A B l'insieme A si chiama il dominio della funzione f, l'insieme

Dettagli

Tutorato di GE110. Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica

Tutorato di GE110. Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica Universitá degli Studi Roma Tre - Corso di Laurea in Matematica Tutorato di GE110 A.A. 2013-2014 - Docente: Prof. Angelo Felice Lopez Tutori: Dario Giannini e Giulia Salustri Soluzioni Tutorato 9 15 Maggio

Dettagli

Rango: Rouchè-Capelli, dimensione e basi di spazi vettoriali.

Rango: Rouchè-Capelli, dimensione e basi di spazi vettoriali. CAPITOLO 7 Rango: Rouchè-Capelli, dimensione e basi di spazi vettoriali. Esercizio 7.1. Determinare il rango delle seguenti matrici al variare del parametro t R. 1 4 2 1 4 2 A 1 = 0 t+1 1 A 2 = 0 t+1 1

Dettagli

Esercizi per il corso di Algebra e Geometria L.

Esercizi per il corso di Algebra e Geometria L. Esercizi per il corso di Algebra e Geometria L AA 2006/2007 1 Foglio 1 In tutti gli esercizi che seguiranno lo spazio ambiente sarà il piano cartesiano a valori nel campo dei numeri reali, dove supporremo

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 25 FEBBRAIO a a. A a = 1 a 0

INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 25 FEBBRAIO a a. A a = 1 a 0 INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 5 FEBBRAIO 013 Esercizio 1. Al variare del parametro a R, si consideri la matrice A a = 1 a 0 a 1 0. 1 1 a (1) Si discuta al variare

Dettagli

LA FORMA MATEMATICA DEI FENOMENI NATURALI

LA FORMA MATEMATICA DEI FENOMENI NATURALI LE FUNZIONI Alla base del calcolo differenziale esiste il concetto di funzione. Il termine funzione è stato introdotto nella matematica da Gottfried Wilhelm LEIBNIZ nel 1664, per denotare una quantità

Dettagli

ELEMENTI DI GEOMETRIA ANALITICA: LA RETTA.

ELEMENTI DI GEOMETRIA ANALITICA: LA RETTA. ELEMENTI DI GEOMETRIA ANALITICA: LA RETTA. Prerequisiti I radicali Risoluzione di sistemi di equazioni di primo e secondo grado. Classificazione e dominio delle funzioni algebriche Obiettivi minimi Saper

Dettagli

Forme bilineari e prodotti scalari. Definizione Dato lo spazio vettoriale V (K) sul campo K, una funzione. b :

Forme bilineari e prodotti scalari. Definizione Dato lo spazio vettoriale V (K) sul campo K, una funzione. b : Forme bilineari e prodotti scalari Definizione Dato lo spazio vettoriale V (K) sul campo K, una funzione b : { V V K ( v, w) b( v, w), si dice forma bilineare su V se per ogni u, v, w V e per ogni k K:

Dettagli

Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli. 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti.

Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli. 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti. Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti. Def. Si dice equazione differenziale lineare del secondo ordine

Dettagli

INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 17 SETTEMBRE 2012

INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 17 SETTEMBRE 2012 INGEGNERIA EDILE ARCHITETTURA ELEMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA 7 SETTEMBRE 202 Esercizio. Sia V = R[X] 2 lo spazio vettoriale dei polinomi ax 2 + bx + c nella variabile X di grado al più 2 a coefficienti

Dettagli

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE 1. Esercizi Esercizio 1. Dati i punti A(1, 0, 1) e B(, 1, 1) trovare (1) la loro distanza; () il punto medio del segmento AB; (3) la retta AB sia in forma parametrica,

Dettagli