Georeferenziazione: criteri e metodi nella catalogazione dei beni culturali

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1 Restauro 2001 Ferrara 29 marzo/1 aprile 2001 Il catalogo dei beni culturali. Nuovi strumenti informativi e modalità attuative per ICCD e Regioni (Ferrara 31 marzo 2001) Georeferenziazione: criteri e metodi nella catalogazione dei beni culturali 1. Premessa Da quando è stato ufficialmente creato, negli anni settanta del secolo scorso, ad oggi, l Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ha svolto i compiti istituzionali affidatigli perseguendo l obiettivo di definire criteri, metodologie e strumenti per una registrazione standardizzata dei dati, tenendo conto dei contemporanei progressi in campo scientifico e tecnologico. Nel processo di sviluppo delle metodologie catalografiche si è così assistito all introduzione delle tecnologie informatiche, attuata per rispondere alla necessità di gestire in modo automatizzato la grande mole di dati raccolti: un innovazione determinante, che ha comportato riflessioni e verifiche sull assetto dell attività di catalogazione e sugli strumenti per realizzarla, anche in relazione ai diversi ambiti disciplinari interessati. In particolare, si è proceduto all elaborazione ed alla normalizzazione dei nuovi tracciati per l informatizzazione, impostati su una struttura fortemente articolata, in modo da avere, nell ambito di un unico percorso logico - la scheda - informazioni organizzate in paragrafi, campi e sottocampi, secondo il principio di scomporre i dati conoscitivi sul bene in segmenti sempre più piccoli, per facilitare le interrogazioni ed i controlli. Con l avvio, nello scorso anno 2000, del progetto per la creazione del Sistema Informativo Generale del Catalogo, ora in avanzata fase di realizzazione, l intera attività dell Istituto è stata orientata ad incrementarne funzioni e contenuti, e ciò ha imposto un ulteriore momento di riflessione sull organizzazione delle strutture catalografiche. Se, infatti, nei tracciati definiti per l informatizzazione è chiaro l indirizzo verso una descrizione completa ed articolata del bene, che prevede anche l immissione di vari dati per la sua localizzazione, non era stata affrontata, fino a questo momento, in modo sistematico, la problematica relativa all informazione geografica ed alle molteplici valenze che oggi essa assume in considerazione delle diverse tipologie di beni e delle possibili relazioni dei beni fra di loro, con la documentazione che li riguarda, con i fenomeni che li interessano e, non ultimo, con il territorio su cui insistono. E ormai diffusamente acquisita la coscienza dell importanza della georeferenziazione per la conoscenza integrata del patrimonio culturale: appoggiare i beni sul territorio per coglierne appieno le relazioni con gli elementi ambientali (idrografia, orografia, geologia, pedologia, etc.), ed antropici (urbanizzazione, infrastrutture, etc.) e con gli altri beni che insistono nel medesimo 1

2 ambito geografico, e quindi offrire una migliore e più consapevole conoscenza dei beni stessi, permettendone la contestualizzazione nel tempo e nello spazio. Fig. 1 Per attuare questa lettura globale del territorio, analizzato nella stratificazione e nella connessione delle varie componenti - naturali, sociali e storico-culturali - è perciò indispensabile verificare la rispondenza delle strutture catalografiche a tale scopo e, dove opportuno, integrarle, in modo da segnarne definitivamente la trasformazione da procedure amministrative finalizzate principalmente al censimento ed alla tutela, a procedure conoscitive utili a raccogliere e collegare le informazioni sui beni in modo che possano soddisfare molteplici istanze (salvaguardia, valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale; gestione territoriale; analisi statistiche; ricerca; didattica; turismo; etc.). 2. Le iniziative dell ICCD nell ambito della georeferenziazione dei Beni Culturali Nell ottica di quanto si è appena detto, l ICCD ha da tempo promosso ricerche specifiche: fra le varie iniziative, il progetto Sistema informativo geografico di riferimento all interno del contratto ICCD-CNUCE/CNR ex L. 84/90 ed il progetto finalizzato del CNR relativo all integrazione di dati geografici a supporto dello studio dei beni culturali. I risultati di questi studi sono stati raccolti, elaborati e sviluppati da un gruppo di lavoro interdisciplinare costituitosi presso l Istituto, gruppo che sta attualmente mettendo a punto criteri e modalità per applicare la georeferenziazione nella catalogazione dei diversi tipi di beni culturali. Vi partecipano funzionari afferenti a servizi diversi (architettonico, archeologico, storico-artistico): oltre a chi scrive, le dott.sse Matilde Amaturo, Anna Paola Briganti, Maria Luisa Desiderio, Flavia Ferrante, Erminia Sciacchitano, Francesca Romana Stasolla, Sandra Vasco. Il gruppo è coordinato dall arch. Maria Filomena Boemi, direttore dell Aerofototeca, e si avvale della consulenza del dott. Paolo Mogorovich del CNR. 2

3 Oggi i soggetti coinvolti nell attività di catalogazione del patrimonio culturale sono molteplici: si affiancano all ICCD ed alle Soprintendenze Enti locali ed Enti ecclesiastici. Le Regioni, in particolare, hanno acquisito, in base alla recente legislazione, un ruolo significativo nella definizione delle metodologie per la raccolta e l elaborazione delle banche-dati. Fig. 2 Inoltre, sono numerosi gli enti istituzionali e non - coinvolti in esperienze attinenti alla georeferenziazione, o intenzionati a realizzare propri Sistemi Informativi Territoriali: tali enti possono quindi da un lato fornire indicazioni e suggerimenti derivati da applicazioni pratiche, dall altro essere interlocutori particolarmente attivi ed interessati all individuazione dei criteri e delle metodologie più opportuni per la georeferenziazione di oggetti sul territorio. In considerazione di questo intreccio di interessi, della varietà di situazioni e di soluzioni che presenta l argomento, l ICCD ha ritenuto proficuo promuovere un tavolo di discussione - attuato tramite Internet - che possa rappresentare il luogo virtuale di condivisione e scambio delle diverse esperienze maturate in ambito nazionale, seguendo una pratica applicata con successo - anche se con modalità diverse - in questi ultimi anni: la creazione, per la definizione degli standard per la catalogazione e la documentazione, di commissioni aperte a soggetti provenienti da diversi ambiti disciplinari ed istituzionali. Quanto verrà elaborato nell ambito del tavolo di lavoro nazionale, infatti, tramite l attività di coordinamento dell ICCD, che ne curerà l integrazione e l allineamento con gli standard esistenti, contribuirà alla redazione delle nuove metodologie e normative per la georeferenziazione dei beni culturali. Questo nella convinzione che il riuscire a definire un linguaggio che possa essere comune e condivisibile sul piano scientifico e compatibile dal punto di vista informatico, pur nel rispetto delle specificità dei singoli contesti, sia il modo migliore per sfruttare le potenzialità delle conoscenze sui Beni Culturali, nell ottica di un sistema flessibile, diffuso su tutto il territorio nazionale, aperto all integrazione con altre Banche Dati e ad altri Sistemi Informativi, quale si vuole che sia il Sistema Informativo Generale del Catalogo. 3

4 3. Criteri e metodi per la georeferenziazione dei Beni Culturali Passiamo quindi ad esaminare i criteri ed i metodi individuati dal gruppo costituitosi presso l ICCD per l applicazione della georeferenziazione nell attività di catalogazione dei beni culturali, ribadendo che si tratta di un lavoro in corso e quindi suscettibile di variazioni ed integrazioni, in particolare in relazione alle risposte ed alle sollecitazioni che giungeranno dalle partecipazioni esterne. E necessario innanzitutto chiarire di quali beni culturali si parla: l ICCD esplica i propri compiti istituzionali nell ambito dei beni ambientali, architettonici, archeologici, demoetnoantropologici ed artistico-storici, ed è a queste tipologie che si fa riferimento nell esporre quanto segue. Fig. 3 Le attività del GDL sono state avviate proprio sulla base dell esigenza di cui si è parlato in apertura di questo intervento: riorganizzare ed integrare le strutture catalografiche in modo da sfruttare al meglio le potenzialità oggi offerte dagli strumenti informatici, con lo scopo di contestualizzare il bene culturale ed esplicitarne tutte le possibili relazioni. Le soluzioni tecniche adottate dal Sistema Informativo Generale del Catalogo, infatti, oltre a gestire l informazione geografica per le funzioni di localizzazione e di analisi spaziale, permettono anche di ottimizzare la gestione delle relazioni intercorrenti fra gli elementi che costituiscono il data-base: si aprono pertanto nuove prospettive per una migliore organizzazione e coerenza dei dati e soprattutto per un loro rapido, costante e corretto aggiornamento. In proposito si è osservato che esistono nuclei di informazioni che si ripetono uguali in molte schede di beni, in quanto si riferiscono a fenomeni che riguardano più beni. Questi fenomeni, che hanno caratteristiche proprie e possono quindi essere descritti autonomamente, sono stati definiti ENTITÀ, materiali ed immateriali. Tali Entità possono essere costituite da beni (si vedano ad esempio la Foto Aerea, o la Carta Storica, che interessano tutti gli oggetti che vi sono rappresentati), o possono non 4

5 esserlo (come nel caso dello Scavo archeologico, che interessa tutti i beni che in esso sono stati rinvenuti: RA, MA, US etc.). Fig. 4 Per le Entità è prevista l assegnazione di un codice identificativo univoco che, inserito nella scheda di un bene, ne permetterà il collegamento con quella determinata Entità. Si tratta, in pratica, dello sviluppo del concetto dell Autority file, applicato dall ICCD già nel 1992 per le entità Autore e Bibliografia, per i quali esistono Archivi controllati, gli Autority files appunto, in cui ogni autore ed ogni riferimento bibliografico sono descritti in una scheda apposita e sono identificati da un codice univoco che, inserito nello specifico campo della scheda del bene, permette il collegamento del bene stesso con un certo autore o con un certo testo). Esistono relazioni che è fondamentale esplicitare per una corretta conoscenza del bene, altre che potremmo definire accessorie e che, qualora note, contribuiscono ad arricchire tale conoscenza. 5

6 Fra le entità individuate fino ad ora vi sono, oltre a quelle già nominate (Foto Aerea, Carta Storica, Scavo archeologico, Autore, Bibliografia): il Vincolo, la Mostra, il Disegno, la Fotografia. Fig. 5 Si tratta ovviamente di un elenco aperto. Molte di queste entità possiedono una componente geografica e quindi richiedono nuclei di informazioni specifiche per descriverla Tipologie dell informazione geografica L informazione geografica - intesa come l insieme dei dati che permette di relazionare il Bene o l Entità al territorio - può avere valenze diverse: può indicare dove il bene o l entità si trovano ora fisicamente, dove si trovavano in passato; dove sono stati realizzati; dove sono stati ritrovati, dove sono stati esposti, etc. Fig. 6 6

7 A ciascuna tipologia di bene o di entità, in base alle sue caratteristiche intrinseche, alle finalità che si perseguono nell attività di catalogazione, alla scala di dettaglio alla quale si vogliono effettuare ricerche ed analisi, possono essere associate contemporaneamente diverse informazioni di carattere geografico, informazioni che possono essere espresse, come vedremo, in modi diversi. Si è fissato quindi come primo obbiettivo l individuazione dell informazione geografica propria di ogni tipo di bene. E stata elaborata a tale scopo una tabella, in corso di elaborazione e completamento, in quanto aperta a suggerimenti ed integrazioni provenienti dall esterno, come tutte le proposte qui esposte. In questa tabella - ne vedete uno stralcio nella fig. 7 - sono stati indicati: nella prima colonna: i vari tipi di Beni e di Entità; nella seconda colonna: l acronimo della corrispondente scheda ICCD; nella terza colonna: le categorie cui i Beni e le Entità appartengono (BM = Bene mobile, BI = Bene immobile, BT = Bene territoriale / urbanistico, BX = Bene immateriale, EM = Entità materiale, EX = Entità immateriale); nelle colonne successive: le tipologie di informazione geografica. Fig. 7 Fra le tipologie di informazione geografica individuate fino a questo momento, abbiamo: localizzazione fisica: indica un rapporto fisico del bene o dell entità con il territorio, nel presente o nel passato; indica cioè il luogo dove il Bene o l Entità si trovano o si sono trovati; luogo di fabbricazione: indica il luogo dove il bene o l entità sono stati prodotti; luogo di rinvenimento: indica il luogo dove un bene o un entità sono stati rinvenuti (riferito ad es. a beni rinvenuti in occasione di scavi, o di ricognizioni, o di ritrovamenti occasionali) luogo di provenienza: indica una provenienza culturale piuttosto che fisica, da applicarsi ai beni demoetnoantropologici immateriali (come ad esempio un usanza 7

8 tradizionale, una festa, che hanno origine in un certo luogo); questo tipo di informazione può essere utilizzata anche per indicare la provenienza di beni o di entità ritrovati sul mercato antiquario, permettendo la ricostruzione su base geografica dei flussi di movimento e di commercio; area di ripresa: indica lo spazio geografico, la porzione di territorio ripresa da una foto aerea, verticale o panoramica; area di diffusione: indica l area geografica di diffusione dei beni demoetnoantropologici immateriali (cerimonie, novelle, etc.) o di entità (come l area di diffusione di un entità Tipo, ad es. un Tipo edilizio); luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene effettuata una ripresa fotografica; area rappresentata: indica l area geografica che viene rappresentata in un documento cartografico, in un disegno, etc.; a differenza dell area di ripresa la sua definizione è il risultato di un procedimento interpretativo; luogo di esposizione: indica il luogo dove il bene o l entità sono stati esposti (mostra, convegno, etc.); area sottoposta a tutela: indica un area geografica dove sono attive disposizioni di tutela (vincoli archeologici e/o paesaggistici); area o punti di rilevamento: indicano l area o i singoli luoghi dove è stato rilevato un campione del bene, e vengono utilizzati per i beni demoetnoantropologici immateriali. L insieme delle localizzazioni di rilevamento contribuisce a definire un area di diffusione, oppure un percorso in relazione al quale sono stati riscontrati i beni. Nella fig. 8 vedete l esempio del percorso seguito da una processione all interno di un abitato. Fig. 8 Si è detto che a ciascuna tipologia di bene o di entità possono essere associate contemporaneamente diverse informazioni di carattere geografico. 8

9 Se per i beni mobili è abbastanza ovvio prendere in considerazione la localizzazione fisica il luogo di fabbricazione il luogo di rinvenimento il luogo di provenienza il luogo di esposizione, per i beni immobili sono stati previsti, oltre alla localizzazione fisica, anche il luogo di rinvenimento ed il luogo di fabbricazione, in quanto in alcuni, anche se rari casi, questi non coincidono con il luogo dove il bene si trova. Si veda, per esempio, il caso della chiesa romana di S. Rita, costruita nel Seicento alle pendici del Campidoglio, in seguito smontata e ricostruita nel 1940 presso il Teatro di Marcello (Fig. 9). Fig Modalità per esprimere l informazione geografica Una volta individuate le possibili informazioni geografiche collegabili alle diverse tipologie di beni o di entità, si è affrontato il problema delle modalità con cui esprimere tali informazioni. Innanzitutto la georeferenziazione propriamente detta: il bene o l entità vengono definiti mediante coppie di coordinate, che forniscono informazioni sulla loro forma e sulla loro localizzazione. La forma è correlata ai valori reciproci delle coordinate; la localizzazione sul territorio è determinata dall aggancio delle coordinate ad un certo sistema di riferimento. La struttura dell insieme delle coppie di coordinate rispecchia il modello geometrico associato al dato: si avrà una sola coppia di coordinate nel caso si rappresenti il bene o l entità con un punto, una sequenza di coppie di coordinate se il bene o l entità vengono descritti con un area o una linea. 9

10 Fig. 10 Accanto a questa modalità, definita nel linguaggio GIS georeferenziazione diretta, in quanto permette di acquisire direttamente la posizione di un oggetto sul territorio, si sono individuati almeno altri tre modi, che però comportano un passaggio intermedio fra l informazione e la sua collocazione geografica. Per evitare ogni possibile confusione di termini, queste altre modalità per esprimere l informazione geografica relativa a beni o entità sono state da noi definite semplicemente localizzazioni : non forniscono immediatamente la georeferenziazione, cioè la collocazione sul territorio, ma la rendono possibile nel momento in cui vi siano a disposizione gli strumenti ed i supporti necessari. Abbiamo in primo luogo la localizzazione tramite valori che permettono di relazionare il bene o l entità ad una base geografica nota e condivisa: il valore può essere rappresentato, ad esempio, dal nome di una Regione che, associato al bene o all entità, ne dichiara la localizzazione all interno del territorio comunale corrispondente. Ovviamente, per eseguire operazioni geometriche, deve esistere una base cartografica nota e condivisa nella quale l area della Regione in questione sia descritta in termini di coordinate agganciate ad un sistema di riferimento. Questo tipo di localizzazione si basa, per fare degli esempi, sull indicazione di: Regione (tramite il codice ISTAT) Provincia (tramite la sigla della targa automobilistica) Comune (tramite il codice ISTAT) Località (tramite il codice ISTAT) Indirizzo (tramite via e numero civico) Sezione di censimento (tramite il codice ISTAT) Foglio e particella catastale 10

11 Fig. 11 Nell ambito dello sviluppo del Sistema Informativo Generale del Catalogo è stata messa a punto una metodologia che permette di trasformare automaticamente una localizzazione di questo tipo in georeferenziazione, tramite liste create appositamente e chiamate geovocabolari. Si tratta di liste toponimi, ad ognuno dei quali corrisponde un punto, una linea o un area definiti da coordinate agganciate ad un sistema di riferimento: indicando l ubicazione di un bene o di un entità nell ambito di un certo toponimo, automaticamente la georeferenziazione di questo viene associata al bene o all entità. Fig. 12 Poi abbiamo la localizzazione tramite valori che non hanno necessariamente riscontro in una base geografica nota e condivisa: 11

12 è il caso, ad esempio, delle localizzazioni storiche, per le quali non è sempre disponibile un riscontro geografico, o la cui definizione spaziale deve essere ricostruita da specialisti, sulla base di processi interpretativi talvolta piuttosto complessi, e comunque con un risultato non sempre univoco. La mancanza di una base geografica nota e condivisa non permette, ovviamente, di effettuare operazioni geometriche ed analisi spaziali. Infine vi è la localizzazione tramite relazioni: si ha, ad esempio, nel caso di un bene localizzato all interno di un altro bene (un reperto archeologico conservato in un museo): anche in questo caso il passaggio da un informazione di localizzazione ad una di georeferenziazione non è automatico; il bene contenuto può essere però georiferito nel momento in cui il bene contenitore venga georeferenziato in modo diretto o tramite un valore che rimandi ad una base nota e condivisa (ad es. via e numero civico, toponimo, etc.). Fig. 13 Per riassumere, è possibile relazionare Beni ed Entità al territorio in diversi modi: -posizionandoli tramite coordinate agganciate ad un sistema di riferimento; -relazionandoli ad entità territoriali note e georiferite; -relazionandoli ad entità territoriali prive di una base geografica nota e condivisa di riferimento; -relazionandoli ad altri Beni o Entità. E possibile trasformare localizzazioni che hanno riscontro in una base nota e condivisa in georeferenziazioni in modo rapido e semplice, mentre la trasformazione delle altre tipologie di localizzazione in georeferenziazioni è un processo più complesso che richiede l intervento di un esperto disciplinare. 3.3 Strumenti per esprimere l informazione geografica Dopo aver individuato le modalità per esprimere l informazione geografica, si è proceduto nel definire gli strumenti per realizzarle. 12

13 Tali strumenti sono costituiti da nuclei di informazioni che, mantenendo l organizzazione in paragrafi, campi e sottocampi attualmente presente nelle schede ICCD, permettono di registrare ed organizzare i dati per georiferire e/o localizzare un Bene o un Entità. Vi sono i Paragrafi di georeferenziazione che raccolgono i dati che permettono di definire Beni ed Entità sul territorio come punti, linee o aree, con possibilità di associare ad essi la quota. La georeferenziazione richiede, oltre alla sequenza di coppie di coordinate che descrivono la primitiva geometrica associata al bene o all entità, altre informazioni: - sul sistema di riferimento adottato - sulla base cartografica utilizzata - sul metodo e sulla tecnica con cui il bene o l entità sono state georiferite - sull accuratezza geometrica delle misure indicate Le metodologie di georeferenziazione, infatti, possono essere diverse in base al tipo di bene o di entità, alla possibilità di recarsi o meno sul luogo dove essi si trovano, alla documentazione cartografica disponibile. A seconda dei casi si potrà effettuare una perimetrazione dell oggetto, oppure lo si inquadrerà in un area in modo approssimativo, oppure se ne indicherà soltanto un punto significativo. Inoltre, ciascuno di questi metodi potrà essere realizzato mediante tecniche diverse (rilievo strumentale, rilievo con GPS, rilievo tramite cartografia, etc.) Fig. 14 Tutte le informazioni di corredo all indicazione delle coordinate servono a documentare in modo rigoroso la qualità dei dati forniti, presupposto indispensabile per un loro corretto utilizzo. Va sottolineato che modi speditivi e sintetici per l acquisizione di dati, utili in particolari condizioni di emergenza, non precludono una georeferenziazione futura più accurata: il Sistema Informativo Generale del Catalogo prevede una procedura specifica per cui, in caso di aggiornamenti dei dati 13

14 di georeferenziazione, le informazioni geografiche più accurate integrano automaticamente quelle precedenti. Oltre ai paragrafi di georeferenziazione, vi sono i Paragrafi di localizzazione che raccolgono i dati che permettono di collegare il bene o l entità al territorio tramite l indicazione di determinati valori Fra quelli individuati fino a questo momento, vi sono i paragrafi: per la localizzazione amministrativa, per quella ISTAT (utile per l ubicazione in relazione alle sezioni di censimento Istat), per quella catastale, per quella storica e per quella specifica (utile per indicare l ubicazione precisa di un bene o di un entità all interno di un immobile contenitore). In base alle caratteristiche intrinseche dei Beni e delle Entità verranno individuati i paragrafi per la georeferenziazione e la localizzazione ritenuti necessari o facoltativi e nell ambito di questi ultimi i soggetti che organizzeranno le attività di catalogazione individueranno a loro volta quelli ritenuti utili o possibili in relazione alle specifiche contingenze (disponibilità finanziarie o di tempo; finalità particolari di studio; indagini statistiche mirate, etc.). Per concludere, ancora un breve accenno alle relazioni, argomento su cui il gruppo di lavoro costituito presso l ICCD si sta confrontando proprio in questo periodo, con lo scopo di individuare le relazioni fisiche e spaziali fra Beni, Entità e territorio e definirne gli attributi: oltre ad offrire - come si è visto - la possibilità di localizzare un Bene o un Entità attraverso il collegamento con un altro Bene o Entità, esse permettono di stabilire un legame fra gli oggetti posti sul territorio e le varie tipologie di documentazione e di informazione che li riguardano e pertanto costituiscono una componente essenziale per la conoscenza integrata del patrimonio storico-culturale. E possibile iscriversi alla Lista di Discussione sulla georeferenziazione dei Beni Culturali promossa dall ICCD entro la data del 31 maggio 2001 all indirizzo georef@iccd.beniculturali.it. Roma, 29/03/2001 Testo: Maria Letizia Mancinelli, (ICCD - Servizio Beni Archeologici) Immagini: Maria Luisa Desiderio (ICCD Servizio Beni Architettonici) Si precisa che le immagini di corredo all intervento sono puramente indicative e non fanno sempre riferimento a casi reali. 14

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