O Ranavuòttolo (il Rospo di Villa Ferrigni)

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1 O Ranavuòttolo (il Rospo di Villa Ferrigni) Farsa in due atti Di Giulio Manfredi Personaggi Antonio Ranieri Costanza (governante di Giacomo) Contessa Fanny Targioni Tozzetti Conte Giacomo Leopardi Paolina Ranieri Avv. Giuseppe Ferrigni (cognato di Antonio Ranieri) Enrichetta Ranieri (sorella di Antonio) Congiunto di Aspasia (giardiniere) Dott.Niccolò Mannella (medico di Napoli) Telesilla (assistente del medico) Leopardino (figlio di Fanny) * * * * * NAPOLI, 20 NOVEMBRE 2006 L Autore si riserva tutti i diritti. Dopo un attenta lettura degli scritti in prosa e in versi di Giacomo Leopardi, relativi al c.d. periodo napoletano (Settembre Giugno 1837), si resta facilmente folgorati dalla sua grande creatività, dal suo realismo e sopratutto dalla sua

2 ironia, che diventa burlesca con il poemetto satirico "I Paralipomeni della Batracomiomachia", ispirato dai moti liberali a Napoli del 1820/1821. Leopardi che era, certamente, un "passero solitario" (oggi lo si definirebbe un single), non era un asociale, non disprezzava la compagnia, ma era semplicemente consapevole di quanta pochezza c'era tra le persone, nella vita di tutti i giorni. Questa farsa teatrale è ambientata all interno di Villa Ferrigni a Torre del Greco, dove il poeta soggiornò prima di morire, assieme ad Antonio e Paolina Ranieri,Costanza (fidata amica della famiglia Ranieri), Giuseppe Ferrigni e sua moglie Enrichetta Ranieri. Le cure del Conte erano affidate al medico napoletano Niccolò Mannella che, sovente, veniva accompagnato a Torre del Greco, con la carrozzella del cocchiere Danzica, per alleviare le sofferenze del grande poeta. L Autore Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo...! (Giacomo Leopardi dai Pensieri, LXXVIII Zibaldone, 4391) ATTO I APERTURA SIPARIO (Stanza-soggiorno al primo piano, con tavolo di legno, quattro sedie ed una credenza. Alla sinistra del pubblico una porta d ingresso, sul fondo,quasi centrale, la stanza di Giacomo Leopardi. Alla destra del pubblico, un ingresso alla cucina ed a seguire una finestra). (I costumi di scena: per gli uomini, abito completo scuro con panciotto, camicia col colletto alzato e papillon; per le donne, gonnellone ampio, plissettato, con un balzo all altezza della coscia ed un corpetto con maniche lunghe a palloncino, stretto nel giro vita e tagliato quadrato alle spalle, con eventuale foulard). (Monete dell epoca: 10 grani = 10 carlini = 1 ducato). SCENA PRIMA Antonio (Entrando dalla porta d ingresso, con due cartocci di confetti e dicendo tra sé) Ci mancavano solo i gendarmi. Per pagare la guardia civica di Napoli, a Giacomino gli hanno chiesto sedici carlini. Giacomino li ha chiesti a me. E pantalone ha pagato. Totonno! Chiamami un poco il dott. Niccolò Mannella. Antonio ha chiamato il medico. Il medico è venuto, ha detto quattro fesserie e ha chiesto a Giacomino di onorare la parcella. Giacomino ha chiesto i soldi a me. E pantalone ha pagato. Totonno! Lo sai che non mi devi far mancare i cannellini di Sulmona: e allora gli ho ordinato due cartocci di confetti cannellini, uno di un chilo e mezzo e l altro di ottocentocinquanta grammi. Il corriere li ha portati, ha chiesto i soldi a Giacomino. Giacomino li ha chiesti 2

3 a me. E pantalone ha pagato. Totò!? Sai che ti dico? Togliti questo pantalone e gettalo. (Al pubblico) Eh! Non ricordo che cosa stavo cercando. Ah! Si. Devo trovare la lettera che Gabriele Ferretti ha scritto al ministro degli affari esteri. Eccola. Dunque (legge) L arcivescovo di Seleucia si dà l onore di rappresentarle che il signorino conte Giacomo Leopardi, non può, né deve far parte della guardia civica d interna sicurezza, perché, oltre ad essere suddito pontificio e residente a Torre del Greco per curare la sua salute molto deteriorata, è tanto piccolo di statura e così mal conformato, che nemmeno nelle più critiche circostanze dovrebbe essere chiamato a prestare servizio militare... taratà taratà taratà. Per questi fortissimi motivi il sottoscritto prega l Eccellenza Vostra a voler praticare i suoi valevoli ufficii presso chi si conviene, acciò che il sig. conte Leopardi, come è stato reputato incapace a far parte della guardia civica, sia cancellato dal registro dei contribuenti per la stessa ragione. Taratatatà BOOM! Adesso lo conoscono anche loro e sparano i fuochi d artificio per la grazia ricevuta. (Esce, portando con sé la lettera incrociandosi con Costanza che esce dalla cucina e lo saluta). SCENA SECONDA (Si dirige verso la porta di ingresso ed aprendola scorge un ospite). Costanza Prego, accommodatevi. Fanny (In scena) Sono un amica del Senatore Antonio Ranieri e sono qui per visitare questo strano essere del conte Giacomo. Costanza (Al pubblico) L ha confuso con qualche animale che è in via di estinzione. Scusate signora, ma il conte non è da confondere con Belzebù. Fanny E cosa c entra!? Non era questo il senso delle mie parole. Comunque, voi siete Paolina Ranieri? Costanza No! Io sono Costanza. La governante particolare del Conte. Fanny Ho capito! Ed egli dov è? Costanza Ma chi? L animale? Fanny Ma quale animale. Il conte Leopardi. 3

4 Costanza Aah! Giacomo, eh! Taldegardo, eh! Francesco di Salés, eh! Saverio, eh! Pietro Leopardi? Fanny E sono in riunione tutti qui? Costanza Ma quando mai. Signora! Sono tutti i nomi che ha, anche se noi, confidenzialmente, lo chiamiamo illustrissimo signor conte Giacomo Leopardi. Fanny E, quindi, questi nomi li avete riservati solo a me? Costanza Sissignore! Per presentazione. Fanny Cose da pazzi! E lui c è? Costanza Ma chi? Fanny (Al pubblico) Gesù! Il signor Conte Giacomo è in casa? Costanza Gno..gnò! Qua non c è. Però c è. Fanny Ma vedete se oggi mi doveva capitare di incontrare proprio lei. E dov è? Costanza Di là! Fanny Ma, di là dove? Costanza In giardino. Sta tet a tet con il giardiniere. Fanny (Si siede) Mamma mia! E che cosa sta facendo col giardiniere? Costanza Quello che fa sempre. Gli dice: Infila un poco di qua..e..infila un poco di là.. e infila un po più sopra..e..infila un po più sotto Fanny (Si alza) Basta! E che schifo. Costanza Ma che avite capito? Fanny Non lo so e non lo voglio sapere. Costanza Le piante. Signo! Si fa infilare le piantine in giardino. Fanny - (Al pubblico) Noo! Questa è davvero scema. Ditemi una cosa, che tipo è questo conte Giacomo? (Si siede) Costanza (Si siede) E che volete che vi dica. Signo! E un tipo che mi fa molta pena. Poveretto! E perseguitato dalla sfortuna. Soffre tanto, accusa dolori su ogni parte del corpo. Io gli faccio quel poco che lui mi consente di fargli. Diciamo che il mio desiderio sarebbe quello di lisciargli il pelo come una crocerossina, ma lui non vuole assolutamente che io lo tocchi. Dice che solo Paolina gli deve mettere le mani addosso. Fanny Perchè la signora Paolina lo picchia? Costanza No, oh! Anche se un bel mazziatone non gli farebbe male. E troppo viziato. Dicevo che le cure le vuole solo dalla signora Paolina. 4

5 Fanny (Al pubblico) Questa parla proprio come un libro stracciato. Costanza - Signo! Quando io gli dico: Don Giacomì! Volete che vi lavo un poco il nobile scartiello? Lui risponde: No, grazie. E importante essere puliti dentro. Oppure, cerco di lavare quel vestito che indossa sempre lui mi dice: Costanza, lascia stare il vestito. E ancora pulito. Oggi lo devo indossare! Non c è nulla da fare. E non vi dico i rimproveri che la signora Paolina è costretta a fargli. Alcune volte sembra un bambino. Mangia dolci in continuazione e poi, impazzisce per i gelati al pistacchio (allusiva), e non vi dico che fa con lo zucchero, lo mangia così. Ansalata. Fanny Volete forse dire assoluto!? E vuol dire che è un tipo goloso. Costanza No oh! Signo. E duro come lo scoglio. (Si alza) Il mare gli sbatte contro, lo corrode, a poco a poco lo distrugge, ma a lui non lo smuove. Fanny E allora è testardo?! Costanza Gnornò! E proprio tosto. Fanny (Al pubblico) Peggiore di questa non la potevo incontrare! Lasciamo perdere. (Si alza) (pausa) Questa casa è molto fredda. Sarà l umidità che c è da queste parti. Costanza No. Signo! Al Nord c è l umidità, perché il maltempo è sempre cattivo, le persone alla mattina si svegliano già umide. Qua da noi, invece, c è l acquazza. Fanny (Al pubblico) Ha fatto una battuta. Quanto siete spiritosa. Ditemi una cosa, in confidenza. Ma il conte, una donna ce l ha? Costanza Signò, scusate. Ma, io non ho ancora capito come vi chiamate. Fanny Avete ragione, non mi sono presentata. Io sono la contessa Fanny Ronchivecchi in Targioni Tozzetti. Costanza E che vi devo dire, signora contessa dei fagioli coi cozzetti. Fanny (Al pubblico) Ma guardate quanta confidenza! Io sono la contessa Fanny Ronchivecchi in Targioni Tozzetti (Si siede). Costanza (Al pubblico) E quante arie che si da! E va bene, Contessa Robavecchia coi cozzetti. Ho capito. Volete sapere se il conte ha una donna? Fanny Proprio così! Costanza Perché, avete posato un occhio su di lui? Fanny Queste sono cose che non vi interessano e poi, non si può mai sapere. Ma è almeno un bel ragazzo? (Si alza) 5

6 Costanza La verità? A prima vista non si direbbe. Ma in fondo. In fondo. In fondo in fondo, conoscendolo un pochino meglio, è molto bello dentro. Lo volete vedere? (Avvicinandosi alla finestra) Venìte! venita qua! Ncuartatevi! (indicando Giacomo nella sua posizione immaginaria al centro del palco) Fanny (Si genuflette, intenta a contemplare Giacomo). Costanza Ahé! Ncuartatevi (correndo verso la finestra). Fanny (Si gira, genuflessa, verso la finestra e poi comprendendo afferma). Ah! Non mi dovevo incurvare, ma dovevo guardare. Vero? Costanza Ahé, signò! No, ncuartate con i reni, ma ncuartate con gli occhi. Venite qua. Cuartate come è minutino. Sembra un bimbo. Lo vedete? Fanny (Rialzandosi) (al pubblico) Puozzo schiattà! (Poi, avvicinandosi alla finestra e guardando fuori) Ah! Sì. Stà seduto su quel tronco di quercia. Costanza Ma quando mai! E in piedi, non lo vedete? Fanny (Con indifferenza) Però! Sembra un bel tipo. Costanza Sìgnò! Ma a chi state ncuartando?! Fanny (Al pubblico) E meglio che non la rispondo! A quel tipo con la camicia. Costanza No. Signo! quello è il giardiniere. Il signor conte, invece, è quel tipo secco secco che è vicino a lui. Quello che sta fermo. Lo vedete? Se ne sta tisico, tisico. E colui che ha leggermente le spalle curvate. Fanny Certo che per vedere questa bellezza, bisogna cercare molto in fondo. Uh! Ma quella è una gobba. Costanza E non vi impressionate. E un pochino di scartiello. Porta fortuna... Signo!?...Ma perché avete questi occhi fissi e spalancati? Ho capito. Gli vorreste tanto toccare la gobba e non sapete quale stratagemma usare per farlo? Fanny - Mamma mia mamma mia mamma mia! (Con senso di schifo). Costanza - E va bene! Calmatevi. Appena il conte rientra in casa, voi fingete di vedere un animaletto posato sulla sua giacca. Vi avvicinate, gli tuccate lo scartiello e poi gli dite: Scusate signor conte Giacomo, ma avevate una zecca grossa così (finge di mostrargliela) sulla giacchettina. Fanny Ma voi siete pazza? Non vi permettete neanche di pensarlo. La gobba mi fa impressione. 6

7 Costanza E lasciamo perdere. Però non dategli a vedere che lo scartiello vi impressiona, altrimenti ve lo fate nemico (guardando fuori dalla finestra) Guardate! Il piccolino, oggi indossa anche gli occhiali neri. Li vedete? Fanny (guardando) Veramente mi sembrano occhiali da cieco. Costanza E non dite così. Il signor conte li usa perché deve correggere un poco il tifetto che tiene agli occhi. Fanny Pecché, il tifo lo ha colpito agli occhi? Costanza E gli mancava solo quello. Ma quando mai. Fanny E perché gironzola con quel bastone in mano e il cane al guinzaglio? Costanza Forse perché coltiva la passione che ha per i cani randagi. Però, non gli fa male col bastone. Fanny Ah! Meno male. (guardando meglio) Costanza?! Costanza Dite. Signo! Fanny - Ma il conte zoppica. Ha preso una storta alla caviglia? Costanza No oh! Da piccolo ebbe la sfortuna di prendere una toccatella di pollochelìte. Fanny Di che cosa? Costanza Di quella malattia che vi fa camminare su una sola gamba, perchè si induriscono tutte le altre parti del corpo (vezzosa) Beato a chi se lo sposa. Fanny Ah! La poliomelìte. (Al pubblico) Certo che questo Giacomo, non si è fatto mancare proprio nulla (Si siede). Costanza Signora! Vi confesso, che certe volte, quando lo guardo, mi si sparpagliano tanti pezzettini di cuore per terra. Specialmente, quando dice che aspetta che la sua morte arrivi quanto prima, per vedere se anche gli altri morti lo cacciano dal cimitero. Fanny Mamma mia bella! E che pensieri allegri che ha. Costanza - Poverino, non dispone neppure di una nicchia. (pausa) E va bene. Allora, signora, lo volete conoscere? Fanny (Si alza) Ma non ci pensate proprio. (Al pubblico) E non mi tengo a mio marito?! Costanza Perchè, pure lui cammina su una gamba? Fanny (Al pubblico) Magari!...Queste sono cose personali che non vi riguardano. 7

8 Costanza Comunque, scusatemi, ma devo andare in cucina. Con permesso! (Esce alla destra del pubblico) (Entra Antonio dalla sinistra). Fanny Prego, prego. SCENA TERZA Antonio - Cara Fanny, che piacere vedervi. Fanny Ranieri il giramondo si degna di darmi il suo benvenuto. Antonio Orsu. Smettetela! Sicuramente siete venuta per Giacomino. Fanny Suvvìa! Non dite fesserie. Sapete benissimo che Giacomino è solo una copertura per mio marito. Una scusa per vedere voi. Pensate che con la governante ho addirittura finto di non conoscerlo. Antonio Guarda ca può pure parlà liberamente. Tanto ccà, nun ce sente nisciuno. Fanny (Rincorrendolo) OMM E NIENTE. FARABUTTO. CASANOVA. (Guadagnando il centro palco) Mi hai fatto soffrire come una cagna zoppa, per rincorrerti mentre amoreggiavi con quell attricetta colombina. La signora Pulzetta o come si faceva chiamare lei. Antonio Ma quale Puzzetta. Se chiama Maria Maddalena Pelzét. Fanny Eh! Proprio lei. Antonio - Ti sbagli. Lei è una nobildonna sposata e non tradirebbe mai suo marito. Fanny Mi dispiace Antonio; ma sei proprio un bugiardo. Tu non avrai mai la sensibilità e il talento del tuo amico saccentuzzo. (Si siede) Antonio Se pensi a Giacomino come uomo, ti dico soltanto che a Napoli lo chiamano o Ranavuòttolo, il rospo, e tutti sperano di trovare una donna che ami come lui di starsene con il passero solitario. Fanny Veramente, io penso a lui come al più grande poeta d Italia. Antonio Per carità! In questo senso è unico. Anche se io non sfiguro al confronto. Fanny - Ma stai zitto! Tu sai fare solo le zozzerie. Antonio (A parte) Però, ti piacciono. Fanny (Si alza) Antonio! Smettiamola di litigare. Sai quanto ti amo. (Lo abbraccia). E Giacomo, è sempre il solito pessimista? 8

9 Antonio Pessimista? Quello sta proprio inguaiato! Un giorno fa i progetti per il passato e un altro giorno li fa per il futuro. Un futuro migliore, che non arriverà mai. Lui dice che L infelicità ci perseguita tutti e se vuoi salvarti, devi morire di una morte improvvisa. Fanny Mamma mia e che brutti progetti. (Si siede) Antonio - Fanny mia! Ha in odio tutti. Fanny - Anche le donne? Antonio Uuh! Non ne parliamo proprio. Dice che nei confronti delle donne ha perso la fede e la speranza. Gli resta solo il pensiero dell amore ideale. Fanny Poverino! Antonio A proposito. Ultimamente, mi ha confidato una cosa. Fanny - Che cosa? Antonio Che Aspasia, la sua musa ispiratrice, sei proprio tu. Fanny Veramente? Antonio Sì! Tu sei quella dotta allettatrice che gli ha scosso il cuore, nel profondo. Infatti, parla sempre di te e del tuo ciclo. Fanny (Si alza) E che c entra il mio ciclo. Antonio C entra c entra! Lui dice che il tuo ciclo non è regolare e che spesso ti porta nervosismo e cambi di umore. Ti ricordi a Firenze? Quando un giorno lo coccolavi e un altro giorno lo mandavi a comprare il sale? Fanny E certo che me lo ricordo. Restavo ore e ore assieme a Giacomo per aspettare te, che non arrivavi mai. Antonio Nel frattempo, Giacomino, che spasimava per te, vistosi trattato male, si offese e da quel giorno, lo va trovando solo da me. Ora hai capito? Fanny (Ride) Ah ah ah! Lo sapevo. Tu e Giacomino trullallero..trullallà.siete fidanzati. E a quando le nozze? (Si siede) Antonio Ma che ridi?! Guarda che questa cosa mi sta facendo ancora passare tantissimi guai. (Prende alcune lettere dalla tasca) Ti faccio leggere una delle lettere che Giacomo mi scrisse da Firenze Ecco! Fanny (Legge) Ranieri mio, tu non mi abbandonerai però mai, né ti raffredderai nell amarmi. 9

10 Antonio (Al pubblico) E chi si raffredda! Io resto sempre sulla fiamma ardente a mo di porchetta allo spiedo. Fanny - Io non voglio che ti sacrifichi per me, anzi desidero ardentemente che tu provveda prima d ogni cosa al tuo benessere: ma qualunque partito tu pigli, tu disporrai le cose in modo, che noi viviamo l uno per l altro, o almeno io per te; sola ed ultima speranza...(si alza) Va bene! Ma si tratta di un sentimento per un amico vero. Antonio - Tu dici? E leggi questa. (Le porge un altra lettera) Fanny - Ti avviso ch io non posso più vivere senza te, che mi ha preso un impazienza morbosa di rivederti, e che mi par certo che se tu tardi anche un poco, io morirò di malinconia prima di averti avuto. Addio addio. Antonio No oh! Ma che cosa ha intenzione di fare?! Fanny - (Ridendo) Ah..ah..ah! Ci sono finocchi freschi, a quanto leggo. E dimmi. Chi di voi due è Amedeo?! (Si siede) Antonio Guarda che a me i finocchi non piacciono. Sono le circostanze ad essere contro di me. (Si siede) Pensa che, quando stavamo a Napoli, dormivamo assieme in una camera e tanta premura per Giacomino, fece insospettire la padrona di casa che mi disse, che io le avevo introdotto un tisico in casa sua e che, amandolo tanto da fargli le nottate, era meglio che quelle fetenzie gliele facessi a casa mia; per cui volle, ad ogni costo, essere sciolta dall affitto. Fanny E fece bene! Anch io avrei pensato la stessa cosa. Antonio Ma non scherziamo proprio. (Si alza) Tu mi devi fare un piacere. Devi fare in modo che si innamora di te e dimentica me. Dimentica a me e si innamora di te. Fanny Eh! Ho capito. (Si alza) Ma non ti assicuro niente. E inutile dirti, che se faccio questa cosa, la faccio solo per te. Antonio Fallo! Fanny Si! Antonio Fallo! Fanny Si! Antonio Fallo! Fanny (Gli morde l orecchio,poiché spinta da ardente passione). Antonio Ahia! (al pubblico) Lo ha fatto. Su queste cose è molto determinata. Fanny, intendevo dirti fallo per ciò che più desideri, anche se la cosa più importante è che tu lo 10

11 faccia. E basta! (da fuori si sente una tosse convulsa) Eccolo! Sta arrivando. Non volgio che mi veda qui insieme a te. Scappo. A dopo.(esce). SCENA QUARTA Fanny (Al pubblico) Questo pezzo di Senatore me lo devo spolpare bene, bene. Amore mio! (rivolgendosi verso la comune).e quanto sei BELLO! (Entra Giacomo da fuori). Giacomo Bello? Grazie per il complimento, mia cara. (Tossisce e si gratta la testa per poi schiacciare i pidocchi che saltano). Fanny - (Impacciata) Caro Conte! Non vi nascondo che non vedevo l ora di essere qui con voi. E ditemi. Come vi trovate qua? Giacomo Male, malissimo. In questa casa, soffro troppo il freddo. Fanny (Al pubblico) E quella è l acquazza. Giacomo (Si siede) Quanto prima, partirò per Recanati, sono impazientissimo di rivederla, e poi, devo fuggire da questi Lazzaroni e Pulcinelli nobili e plebei Fanny (Si siede) Perché dite così? Giacomo Perché sono tutti ladri, compresi quei librai mezzi falliti, ai quali non affiderò una sola delle mie opere, né gratis e neppure con pagamento anticipato. Fanny Calmatevi! Vi prego. Giacomo Ma, (grattandosi la testa freneticamente) ti rendi conto che con il colera che incombe a Napoli, non sono riuscito a trovare alloggio, perché i quartini ammobiliati non si trovano, salvo a prezzi enormi. Pensa che a Napoli, abitavo assieme a Totonno, in una casa del rione Sanità, al numero 2 di Vico del Pero, in una fetida stanza, senza luce, senz aria e senza il cesso, e pagavamo dodici ducati al mese. Fanny Niente di meno?! (Si alza) Ora però non dovete pensarci più. Giacomo Il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini dabbene e di vili contro i generosi. (Si gratta la testa). Fanny (Al pubblico) Fanny! Datti coraggio. Mio caro conte! Fatevi abbracciare. Giacomo (Si alza) Fermati! Sto combattendo contro l infezione dei pidocchi. Fanny (Al pubblico) E strano che questi animali saltellano, allegramente, sulla sua testa e non si sono ancora suicidati. 11

12 Giacomo Intanto, ho deciso di non lavarmi se non per necessità, anche se in questa casa tutti insistono. Fanny Fate bene. (Al pubblico) Così i pidocchi prenderanno una decisione definitiva e si impiccheranno da soli. Sentite che olezzo. E non mi dite che gradirebbero lavarvi anche questo vostro candido vestito che, se ricordo indossavate a Firenze? Giacomo Proprio così. Fanny - Non c è religione. (Entra Antonio) Antonio Giacomino! Io esco. Ci vediamo più tardi. O oh! Mia cara Fanny. Come va? Fanny Bene. Vi trovo sempre bello e aitante come un tempo. Giacomo Totonno! Ma tu non devi uscire? Antonio Hai ragione. Scusami, ti prego. Ho un impegno di lavoro. Ci vediamo più tardi. Ciao! ( la bacia molto affettuosamente). Giacomo (Ingelosito) E vai! Se devi andare. (Si siede) Ti raccomando di non tardare, che già mi sento venire gli attacchi d ansia nervosa. Non farmi stare in pensiero. Antonio - Non ti preoccupare, torno subito. Ciao, Fanny!(Esce). Fanny Ciao Antonio. (avvicinandosi) Giacomo, vi ricordate del tempo in cui facevate salotto assieme a me? Giacomo E come se me lo ricordo. Fanny! Tu sai che smisurato amore e che deliri muovesti in me. Ascolta i palpiti del mio cuore. Vieni qua. Fammi provare un poco, poco di thé. Fanny - (Sobbalzando)Veramente non so. Dov è la cucina? Giacomo No! Dicevo: fammi assaggiare un poco, poco di te. Fanny Ah! Ho capito. Volete sentire il mio profumo? (Si accosta di più a lui). Giacomo - Ahè! Fammi fare un poco, poco. (Risucchio d asma). Fanny (Al pubblico) E io lo immaginavo che saremmo finiti a tanto. Ma un poco poco di che? Giacomo - Di quello che vuoi tu! Fanny Ah! E poi? Giacomo E poi, un po di sentimento. Fanny - E così sia! E dopo? Giacomo (si alza sbuffando) Ma non senti i palpiti amorosi del mio cuore? 12

13 Fanny (Al pubblico) In questo momento, sento solo puzze provenire da ogni parte. Ohi! Sento che sto per svenire. Non resisto. (Sventola un fazzoletto) Giacomo - Eh! Vieni. (si inseguono intorno al tavolo) Fanny - (Fermandolo) E ditemi: alla fine? Giacomo - (Rassegnato) Nessuna donna è capace di volare tanto in alto. Fanny (Al pubblico) E vero. Alla sua altezza l aria è rarefatta. E va bene. Però dovete pensare voi a fare ogni cosa. Pensateci.. su!.. (chiude gli occhi)..avete fatto? Giacomo (Inginocchiandosi) Volesse il cielo. Fanny (Aprendo gli occhi) Ma che fate?! Il grande conte Leopardi, che si inginocchia innanzi a me? Giacomo (Si rialza)potrai anche vantarti di avermi fatto inginocchiare ai tuoi piedi. Ma, sappi che io amo solo l idea di donna che vedo raffigurata in te e non già te stessa. Fanny Non dite bugie. Mi stavate guardando le cosce. Guardate! Queste me le chiamate idee? Giacomo E impossibile che guardavo, sono quasi cieco e poi il piacere è una cosa indefinita, una ricerca infinita; più quella cosa è grande, sconfinata, irraggiungibile e più l animo la desidera. (risucchio d asma) Fanny (Al pubblico) Avete capito che ha detto la scimmietta? Comunque, ve lo devo proprio dire. Voi, i piaceri non li sapete chiedere. Siete proprio negativo. Cercate meglio. Forza! (Al pubblico) Ormai, niente, mi fa più schifo. Giacomo (Risucchio d asma). Fanny Mamma mia bella! L avete trovata? Giacomo Purtroppo, no. Fanny mia! E inutile. La mia vita oscilla come un pendolo tra il dolore e la noia. Fanny E, però, cercate di smuoverlo questo pendolo. Giacomo La ricerca perpetua del piacere, porta alla rassegnazione. (Entra Costanza, con un piumino per la polvere). Fanny Non dovete fare così. Mi state facendo provare un senso di sconforto esagerato. Cercate di non rilassarvi. Forza! Pensate a risvegliare i sensi, che al resto, con una buona dose di coraggio ci penso io. Giacomo (Si siede) Fanny! Non ce la faccio. 13

14 Costanza (Al pubblico) Gesù! O ranavuòttolo piange, quando fa buon tempo. Alla contessa, invece, le faceva impressione la gobbetella. Ih! Che colombina.(esce) Fanny Giacomo, non fate così. Giacomo Lasciami solo. Sto aspettando il giardiniere. Fanny (Al pubblico) Conte! Vi state facendo curare le piante da quel signore che va infilzando a destra e a manca? Giacomo No! Anche il giardino è inguaribile. E un vasto ospedale. Vai a vedere con i tuoi occhi. Fanny Sì. Però, voi, chiamatevi il giardiniere. (Al pubblico) Questo fa appassire anche le piante.(esce) (Entra Paolina con il cantero tra le mani) Giacomo (Di spalle alla comune e rivolto al pubblico) Mi sento tutto bagnato! Paolina (Al pubblico) No! Ha iniziato a farsi anche la pipì addosso. Giacomo - Se in questo momento impazzissi (prosegue mimando). Paolina - io credo che la mia pazzia sarebbe di seder sempre con gli occhi attoniti, colle mani tra le ginocchia, senza né ridere né piangere né muovermi, restando con la bocca aperta. (Al pubblico) Uh, mamma mia! E come fa brutto. Conte! Tutto bene? Giacomo Sì! Ho un desiderio di roba dolce. (Si avvicina ai confetti) Anzi, mandate Danzica a Napoli, con la carrozzella, a comprare babà, zeppole, sfogliatelle, sciù al cioccolato, graffe, pasta reale, cannoli, struffoli e roccocò. Limoncello e cannellini. (Rientra nella sua stanza, ciucciando i confetti ). (Entra Enrichetta) Paolina E io aggiungerei anche un grande finocchio, per il ruttino. Ma, io non capisco che male ho fatto per dover sopportare tutte queste cose. SCENA QUINTA Enrichetta Che cosa ti è successo? Paolina Enrichetta! E una brutta giornata, oggi. Credimi, a Giacomo non lo sopporto più. Ha un brutto carattere. Enrichetta E devi avere un pochino più di pazienza. Quanto ancora potrà vivere?! 14

15 Paolina Ma che dici?! Io non spero che muoia. Però, penso che, ogni tanto, potrebbe anche passarsi una mano sulla coscienza. Enrichetta Dovrebbe misurarsi un poco la palla. Paolina No. Enrichetta?! Quella, non la misura. La fa girare. Diciamo che dovrebbe evitare di spendere i soldi altrui per soddisfare i propri desideri. Enrichetta I soldi e la roba nascondono la gobba. Ma, ti ha fatto, forse, qualche proposta d amore? Paolina Enrichetta?! Non hai capito. Chiede solo cose da mangiare. Enrichetta Va bene! (si alza fingendo di andare via, poi si risiede) Senti Paolina. Sai se Totonno ha provveduto a raccomandare mio marito a quella persona? Paolina Non ne so proprio nulla. Perché, che cosa avrebbe dovuto fare? Enrichetta Tu sai che Giuseppe, dopo la laurea, fondò l Ateneo di scienze morali di Napoli, poi è stato membro della commissione aggiunta alla Facoltà legale ed ora vuole fare il giudice. Parlando con nostro fratello di questa cosa Paolina Aaaaaaaah! (Grido di insofferenza). Enrichetta Ma che sta accadendo?... (poi, sviene per lo spavento) Paolina Niente! Era un mio sfogo personale. Enrichetta. Dimmi qualcosa. Parla! Enrichetta (Rinviene). Totonno Paolina (Si schiaffeggia ripetutamente). Enrichetta (Rinviene). Parlando con nostro fratello di questa cosa, Totonno gli disse che conosceva una persona e che se la sarebbe vista lui. Paolina E non so nulla. Lo devi chiedere a Totonno. Enrichetta E va bene! Così farò (si alza fingendo di andare via, poi si risiede). Ma tu, stamattina, hai visto a Giuseppe? Paolina No! Enrichetta Che bella testa che ha pure lui. Invece, di decidersi sul lavoro che deve fare, scrive le poesie. Va bene! (si alza) Me ne vado. Devo andare a fare un po di compere. (si risiede) Mamma mia e che strazio! Ogni giorno, non sai mai quello che devi far cucinare a pranzo. Paolina Io, invece, tutti i giorni ricevo le ordinazioni dal conte Giacomo. Questo è un pensiero che non ho. E per questo motivo sto aspettando che arriva Totonno, perché se oggi vuole pranzare, mi deve dare tutti i soldi che ha nelle tasche dei suoi pantaloni. 15

16 Enrichetta (Si alza) Non parlarmi di soldi. Ormai non bastano più. Sono come i cavalli: Vengono al passo e se ne vanno al trotto. A più tardi. (Esce) Paolina (Al pubblico) La prossima volta speriamo che mi scriva una lettera. SCENA SESTA (Entra Antonio) Antonio Paolina! Scusami. Ma a soldi come stiamo messi? Paolina Totonno?! Inguaiati. Antonio Come sempre. Paolina - Si. Ma tu neanche fai niente. Eppure, lo sai quanto si spende ogni giorno per il tuo amico, che pretende di mangiare solo le ghiottonerie di Napoli. La roba di Torre del Greco non gli piace! Antonio - Ma se è viziato, tu che vuoi da me. Comunque. Provvederò. Sorella! Paolina Dici sempre così e poi non lo fai mai. Ma questa volta non voglio sentire ragioni. Dammi 30 carlini, che mi servono. Antonio (Rovistandosi nelle tasche) Mi dispiace, ma addosso non me li trovo. Paolina E in camera tua? Sotto la colonnetta, sotto il materasso, sotto il cuscino? Antonio Tutto bene, grazie. La stanza è ordinata, pulita e profumata. Paolina Ti permetti pure di fare lo spiritoso? Antonio Ma tu che vuoi da me! Io ho passato un guaio. Eh! Ma la dovrà smettere di fare l orgoglioso con i suoi genitori. Chiedesse a loro, il denaro che gli occorre... e che diamine! (Entra Giuseppe) Giuseppe Ciao, Paolina! Paolina Ma va Giusé! (Esce) Antonio (Al pubblico) Ci mancava solo mio cognato il giudice. Ehilà! Caro dott. Ferrigni. Come sta mia sorella Enrichetta?! Giuseppe E come vuoi che stia. Bene! Tu lo sai che io la tratto come una regina. Antonio Lo so. Lo so! (Al pubblico) Col carattere che si ritrova mia sorella. Ci manca solo che lo percuote. Giuseppe Antonio! Io ti ringrazio. Sa?! 16

17 Antonio Se ti riferisci al tuo incarico di procuratore del re Ferdinando II, confesso che ancora non ti ho potuto segnalare a chi si conviene. Giuseppe No! Non è per questo. E che da quando ospitiamo il tuo Conte in questa modestissima masseria, in tutta Torre del Greco non si parla d altro che di lui e del suo grande genio e talento. E quindi ho pensato di investire un po di soldi. Antonio Gesù! E tu capiti proprio come il cacio sui maccheroni. Giuseppe Bene. E dove stanno i maccheroni? Antonio Perché tu vedi il cacio? Giuseppe No! Antonio E un modo di dire: come il cacio sui maccheroni. Giuseppe Aaah! Ho capito. E allora? Antonio Peppì?! Lascia stare. Prestami 50 ducati. Giuseppe - Mi dispiace, ma addosso non me li trovo. Antonio E a casa tua? Giuseppe (Stringendogli la mano) Tutti bene, grazie. Antonio Giuseppe non scherzare. Ne ho veramente bisogno per le cure di Giacomino. Giuseppe Antonio! Ora no. Ma farò il possibile per aiutarti. Antonio Grazie! Giuseppe - A patto che il conte Giacomo, ascolti qualche mia poesia. Antonio - Se è per questo, sarai pane per i suoi denti. Giuseppe Antonio! Non mi fare impressionare. Antonio Decidi solo quando. Giuseppe Oggi pomeriggio? Antonio Va bene! Oggi. Giuseppe Permettimi un pensiero La donna gentil non fa la cacca, ma tanti pupazzetti profumati. Antonio - Peppì! E meglio che te nevai. Cammina! I pupazzetti profumati (Escono) SCENA SETTIMA (Entra il giardiniere Congiunto con un mazzetto di fiori) Congiunto SIGNOR CONTE SIGNOR CONTE. 17

18 (Entra Giacomo con un grosso scialle in mano) Giacomo Congiunto! Non strillare. Bravo! Hai colto i fiori in giardino? Che pensiero gentile. E dimmi, per chi li hai colti? Congiunto Li ho colti per Costanza. Giacomo Cretino! Vieni qua. Siediti su questa sedia e ascolta. Congiunto (Si siede) Dite qua? Giacomo Sì. E butta sti fiori. Dunque (lo affazzona con lo scialle). Congiunto Ma che me vulite fa? Giacomo Aspasia mia! La vita è dolore e tu capirai che sarebbe stato meglio, il non venire mai al mondo (poi si tocca la cinta dei pantaloni) Senti qua.. Congiunto Ma che vulite a nu povero giardiniere!? Giacomo Ti ho spiegato che devi fingere di essere un amica mia. Mo stai zitto. Dunque, quando entri in un giardino, è vero mia cara Aspasia, che non vedi altro che patimenti? Congiunto Nunn è overo. Giacomo Ma come, non è vero. Ogni volta ti devo spiegare le stesse cose. Guarda! là quella rosa è offesa dal sole; di là quel giglio è succhiato crudelmente da un ape, nelle sue parti più sensibili; quest albero è ferito dal sole che penetra nella piaga; quest altro è infestato da un formicaio, da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare Congiunto Aiuto! Aiutoo Giacomo Zitto! In tutto il giardino, tu non trovi una sola pianticella sana. Questa vita è triste e infelice, ogni giardino è un vasto ospedale, e questi esseri preferirebbero non essere mai nati. Mo dimmi Aspasia che fai, contro tutto questo dolore? Che fai! Dimmi! Che fai? Congiunto Che faccio?! Giacomo Eh sì! Congiunto, che fai? Congiunto Vado dentro al giardino e gli do fuoco. Giacomo Ma come, vai nel giardino e gli dai fuoco?! Congiunto Dopo, però, pulisco! Giacomo Se pulisci, allora va bene così. Congiunto E ci pianto croci e lumini. 18

19 Giacomo Sei la schifezza della controfigura di Aspasia. Cretino! Quanto mi era cara quella dotta allettatrice. (Rientra nella sua stanza) Congiunto (Al pubblico) A ah! Si chiamava Dotta, la signora che lo allattava da piccolo. (Entra Costanza) Costanza Ma che hai combinato?! Ti sei travestito? Congiunto Non parlare. Oh! Donna con la tetta allattatrice. Siediti qua. Costanza Ohiné! Ma ti senti bene? Congiunto Zittisciti! Siediti qua. Guarda di là! Costanza (Sedendosi) Madonna! Mi fai paura. Congiunto Costanza mia! La vita è di Totore e tu capirai che sarebbe stato meglio si ti avessero affogata da piccola Costanza Ma, che sei diventato pazzo? Ma che vuoi da me? Congiunto Zitta! Guarda quella rosa che si è schiacciata al sole. Di là, invece, c è quell ape che entra dentro la mutanda intima e succhia tutto il giglio.. Costanza Neh! (stringendo le mani tra le gambe) Ma, che ti viene? Congiunto Rassegnati! Tanto là sotto, si sono fatte tutte piaghe. Costanza (Al pubblico) E che schifo! In fronte ti faccio venire le piaghe, se non la smetti. Congiunto - E i vermi, le formiche, le mosche e le zanzare hanno roso tutto quanto. Ora io vorrei sapere una cosa da te: Quando tu entri in questo giardino, che vedi? Forza! Che vedi? Costanza Un cimitero con una grande tomba e (prende un fazzoletto, addolorata da un lutto) il tuo nome inciso sopra. Congiunto Lo vedi che non hai capito niente?! Vedi un ospedale. E quindi che fai? Costanza (Decisa) Ti faccio curare, perchè non stai bene. Congiunto Prendi ogni cosa e gli dai fuoco. Cretina! Costanza (Alzandosi) Ora mia hai proprio scocciata. Malato! Zozzoso! Vattene vattene (lo spinge fuori verso il giardino ed escono). SCENA OTTAVA 19

20 (Entra Giacomo e va a succhiare alcuni confetti). (Entra Costanza) Costanza (Apparecchiando la tavola) Don Giacomì non mangiate questa roba dolce. Vi fa crescere il diabete e poi, tra poco si pranza. Ma perché state sempre a ciucciare questi cosi? Giacomo Costanza! Risvegliano i miei sensi. (Risucchio d asma). Costanza Fate il bravo. Giacomo Costanza! Costanza Che c è? Giacomo I piaceri infiniti e indefiniti. (Risucchio d asma). Costanza Lasciateli stare al loro posto. Non mettete disordine in giro. Giacomo Costanza! Non si arrestano. (Risucchio d asma e poi la rincorre, iniziando un girotondo intorno al tavolo). Costanza Signora Paolina, correte! AIUTO!...Don Giacomì, sta venendo il mammone. Quello vi prende e vi porta all inferno. (Entra Paolina) Paolina Signor Conte. Basta. Calmatevi! (Si siede) Venite in braccio a me. Su! Piano, piano. (Giacomo si siede sulle sue gambe) Nonna, nonna. Nonna nonnarella, che viene il lupo e mangerà la pecorella. Oo..oh! Mettetevi il termometro. Giacomo Come i bambini? Paolina Volete dire nel culetto? Giacomo Sì! Però, dimmi prima una parola dolce. Paolina Zucchero! E adesso, fate il bravo e mettetevi il termometro sotto l ascella, ch è meglio. (Bussano alla porta) Costanza Signora! Vado a vedere chi è? Paolina Certo che è un poco difficile a saperlo, se non ci vai. Costanza E allora vado. (Esce) Giacomo E dammi un bacetto. Paolina Fate il bravo! SCENA NONA 20

21 Costanza E il dottore Mannella. Entrate, dottò! (Entrano Mannella e Telesilla con una borsa da medico). Mannella Buongiorno. Signora Paolina. Come va la salute del conte? Paolina Veramente lo vorremmo sapere da voi. Adesso s è messo il termometro. Mannella E allora vediamo un po. (Prende il termometro dalle mani di Giacomo) Paolina Conte! Seguitemi un poco di là. Andiamo in camera vostra. Datemi la mano! (Escono). Mannella - 37 e 8 non è alta la febbre. E vero Telesilla? (Entra Antonio) Antonio Buongiorno! Mannella Senatore! Vi presento la mia assistente: l infermiera Telesilla Carniani. Antonio Piacere! Telesilla (Stringendo la mano ad Antonio) Non è alta la febbre. Antonio Veramente non sono io il malato. Costanza Dottò? Sarà scesa. Un ora fa, teneva per lo meno 42. Antonio Eh 56. Mannella Nelle sue condizioni con la febbre a 42 sarebbe già morto. Telesilla Sì! Sarebbe già morto. Costanza Ma mezz ora fa, era proprio morto. Mannella E poi è risuscitato? Telesilla E risuscitato? (Tutti si siedono, tranne Costanza e Antonio) Costanza Gesù. Quello smaniava, parlava da solo. Continuava a dire: mannaggia madre natura, che è indifferente. Voglio morire. Questo dolore deve schiattare. Mannella Forse avrà avuto un improvviso picco di febbre, che lo ha portato al delirio. Telesilla Lo ha portato al delirio. Antonio (Al pubblico) S è portato il pappagallo al seguito. No! Dottore. Costanza ha confuso il delirio con i pensieri che Giacomo esprime con molta enfasi, a voce alta. (Tutti si siedono, tranne Costanza) Telesilla Alta. Antonio (Al pubblico) E vedete se si sta zitta! Infatti, Giacomo è dell idea che l uomo è destinato a patìre il dolore e, quando, questo si placa, subentra la noia. Pertanto, non 21

22 resta altro che morire, perchè madre natura resta indifferente. Praticamente, non se ne fotte proprio. Telesilla Fotte. Antonio Eh! Mannella Allora, avevo capito bene. Comunque, al signor conte resta soltanto la solita patologia. La polmonite galoppante. Telesilla Galoppante! Costanza Dottò? Potrebbe pure morire con questa cosa che galoppa? Mannella Siamo nelle mani di madre natura. Telesilla Madre natura. Antonio E allora, sta inguaiato. (Al pubblico) Sta peggio di questa infermiera. Mannella Non esageriamo. Telesilla Uhé! Non esageriamo. Antonio (Al pubblico) S è svegliata, improvvisamente. Dottore!? Ditemi la verità. Io sono il suo unico, vero, amico. Gli sono talmente affezionato che, spesso, spero che tutti i dolori passano a lui e vengono a me. Vengono a me e passano a lui. Telesilla Vengono a te. Antonio Civetta! Mannella State tranquillo. Aspettiamo qualche giorno e poi vediamo il da farsi. Nel frattempo dategli questa bevanda. E un medicinale di mia invenzione. E miracoloso. Telesilla E miracoloso. (Entra in scena Giacomo). Costanza Dotto? Ma questa bevanda lo uccide a quel coso che galoppa? Antonio (Al pubblico) L ha confusa con il cavallo. Mannella (Pone l ampolla sul bastone e la innalza come se fosse il corpo di Cristo) E miracolosa! Telesilla..Osa,..osa! (Intanto, Antonio e Costanza si inchinano e baciano il bastone benedetto) Mannella E un toccasana! Telesilla.. Sana,..sana! Mannella E una panacea! Telesilla..Cea,..cea! 22

23 Costanza Eh sì! Avete capito signor conte?! Voi mettete in bocca questa lavanda. Il cavallo rallenta e voi scendete subito, subito. Antonio Proprio così. Il cavallo va al trotto e lui, prima si fa la lavanda e poi scende un momento. Telesilla Abbiamo finito. Mannella (Si alza) Senatore! Io ho finito e compreso il medicinale mi dovete Antonio Ma non lo dite proprio. Io vi ringrazio tanto, tanto. Telesilla (Si alza) La parcella. (Giacomo scappa in camera sua). Mannella Sì! Però stavo dicendo che la mia parcella Telesilla I soldi. Dove stanno? I soldi. Antonio (Al pubblico) Proprio adesso, si doveva svegliare questo pappagallo? Dottò! Se ne parla quando rivenite. Grazie, per la vostra disponibilità. Mannella Ma, veramente sono Antonio Speranzoso di vedere guarito il mio amico. E così sarà. Statene certo. Costanza Dottò! Stà cercando di dirvi che ora in casa non ci sono i soldi neanche per mangiare. Figuriamoci per pagare a voi. Antonio Costanza! Io ti ringrazio. Sa! Costanza Figuratevi. Dottò? Visto che tra qualche giorno dovete ritornare, perché non ci lasciate qualche cosa di soldi, così poi fate un solo conto col Senatore? Antonio Costanza, smettila! Ma come ti permetti? Mannella Lasciate stare. Fa nulla. Arrivederci. (Al pubblico) Ma chi me lo ha fatto fare di venire qui?! Fammene scappare subito. (Entra nella stanza di Giacomo) Telesilla (Ad Antonio) Pezzente! (Segue Mannella) SCENA DECIMA Antonio Pappagallo! (A Costanza) Hai visto? Costanza Mi dovete scusare. Ma il dottore non lo voleva proprio capire. E poi lo sapite che cosa penso di voi. Che se non ci foste bisognerebbe inventarvi. Antonio E sì! Così i morti di fame diventerebbero due. (Entra in scena Giacomo intento a spingere Telesilla e Mannella). 23

24 Antonio Giacomì! Ma ch è successo? Giacomo Mi hanno chiesto la parcella. Cretino! (Accompagnando alla porta Mannella e l infermiera). Costanza dammi due ciucciotti. Costanza Ah! Meno male. E buon segno. Ora subito ve li prendo, così, mentre voi state con i confettilli in bocca, io vi preparo la lavanda miracolosa che ci ha dato il dottore. (Prende un po di confetti da un cartoccio). Antonio (Al Pubblico) E si deve obbligatoriamente fare prima la lavanda, se vuole vedere il miracolo. Costanza - Ecco a voi! Vedete che tra questi ci sono pure quei confetti che stamattina non siete riusciti a finire di ciucciare. (Esce e va in cucina). Giacomo (Ne prende alcuni ed inizia a ciucciare). Antonio (Dopo l uscita di Costanza) Costanza, portami un poco d acqua. Giacomo! come ti senti? Giacomo Benino! Totonno mio, ho tanto sperato di morire. Antonio E va bene! Adesso è passato ogni cosa. Non ci pensare. (Entra Costanza) Costanza (Versa la bevanda in un bicchiere e lo poggia sul tavolo). Eccola. Bevete! Antonio (Bevendo il medicinale) Ma com è strana quest acqua. Ha un sapore strano. Costanza Ma che avete fatto?! Quella è la lavanda del Conte Giacomo. Giacomo Totonno! Resta calmo, che tra poco il cavallo rallenta e tu scendi presto, presto. Antonio Mamma mia bella! Mi sento male. I dolori la schiena gli occhi non ci vedo (Giacomo, intanto, saltella e sorride per la gioia di poter condividere con lui un destino comune) che mi sta succedendo! (Diviene storto, ma senza gobba) Costanza Gesù! E comme si sta facendo brutto. Signora Paolina. Correte, che adesso i gobbetti sono diventati due (Poi esce frettolosamente). Fine I ATTO * * * * * II ATTO APERTURA SIPARIO SCENA PRIMA 24

25 (In scena Giacomo ed Antonio, entrambi chinati e per mano) Giacomo Antonio, non ti preoccupare, da oggi, penserò io a te. E accaduto un miracolo. Noi due uniti da un solo destino. (Entra Giuseppe con una lettera). Giuseppe Ah! Proprio voi cercavo. Caro Conte. Giacomo E per quale motivo? Giuseppe Perché vi devo consegnare una lettera dell Abate Francesco Fuoco. Ma permettetemi di soddisfare una curiosità. Giacomo Dite pure. Giuseppe Ma perché state accovacciato?! Giacomo Sono in piedi. Cretino! E dammi questa lettera. (Gli prende la lettera dalle mani) Giuseppe Vi chiedo scusa. Antonio! Come ti senti? Antonio (Al pubblico) Io a questo lo rovino! Stavo meglio qualche giorno fa. Giacomo Vediamo questo tipo, che cosa scrive.guardate quante ciuccionerie.(continua a leggere). Giuseppe E un tipo severo su queste cose. E vero, Antonio? Antonio Peppino! E assai pignolo. Giacomo Totonno! Ascolta (legge): Non posso tacere di quella profonda e sublime filosofia, che si nasconde in tutte le vostre prose e poesie, al di là dei critici che vi rappresentano come una persona misantropa.totonno! Misantropa. Antonio (Al pubblico) Guardate. Quello è un tipo che organizza feste tutti i giorni Giacomo...Malinconica Totonnò! Malinconica. Antonio (Al pubblico) Guardate. Quello spruzza allegria da tutti i pori. Giacomo..Che ordinariamente non vede se non il male e che pare dispettosa e acerba. (Risucchio d asma) Giuseppe Ma che gli sta venendo? Antonio Si sta innervosendo. Peppino!? E meglio che te ne vai. Giuseppe No! Voglio restare. Antonio Peggio per te. Giacomino?! Però lui ti loda. Scrive bene di te. 25

26 Giacomo Io, invece, quando De Sinner mi ha chiesto di inviargli il libro di questo Francesco Fuoco, intitolato il Metodo graduale, gli ho scritto che per essere quel libro pieno di così innumerevoli errori, non solo non glielo avrei mandato, ma l ho pregato di avvertire ogni forestiero a cui vedesse in mano quel libro, di invitarlo a riconsegnarlo al suo autore. (Risucchio d asma) Giuseppe Forse ha intenzione di spegnerlo a questo Fuoco? Antonio - Al contrario. Se potesse incendiarlo, lo farebbe! Giacomo - Antonio! Mi sta crescendo l ansia. Vado un poco di là. (Risucchio d asma, poi, rientra nella sua stanza). Antonio Va bene. Però, cerca di calmarti. (Al pubblico) Mamma mia! Questo ha in odio proprio tutti. Senza eccezione per alcuno. (Entra Enrichetta) Enrichetta Antonio! Fratello mio. Ma che hai fatto? Antonio Niente. Perché? Enrichetta Volevo dire, guarda quella medicina come ti ha ridotto. Giuseppe Lascialo stare in pace, Errichetta! Non vedi che già ha i guai suoi? (Accarezzandogli la schiena) Poveretto! (Al pubblico) Fa che mi portasse un poco di fortuna? Antonio (Al pubblico) Datemi una mazza! Enrichetta (Autoritaria) Ma vuoi restare un poco in silenzio? Povero, Totonno, mio! (Lo abbraccia) Antonio (Al pubblico) Mi sono proprio di conforto, in questa casa. Giuseppe Antonio! Permettimi un pensiero: Ce vorrebbe un altra bevanda, che al tuo male gli levasse gli levasse...antonio! Ho perso la rima. Antonio Peppino!? Tu hai perso la testa. (Si siede) Enrichetta Giuseppe! Ma perchè non te la paralizzi questa lingua. Vai a chiamare a Paolina. Và! E poi dì a Costanza che inviasse un corriere per far venire il dott. Mannella e l infermiera. E... Giuseppe E, che altro ancora? Enrichetta E, fai presto! 26

27 Giuseppe Enrichetta! Sto andando. Per l occasione, permettetemi un proverbio Non tutti i mali, vengono per nuocere. Questa me la sono ricordata! (Esce). Enrichetta Frustillà! Antonio (Al pubblico) Certe volte lo prenderei a calci. Enrichetta Questa disgrazia proprio non ci voleva. Antonio Hai ragione! Peggiore di così, non te lo potevi trovare. Enrichetta Ma, no. Io parlavo di te. Povero, Totonno mio! Antonio (Al pubblico) Guardate. Lei ha quel guaio dentro casa sua. Pensa a me. (Entrano Paolina e Costanza) Paolina Totonno! Non ti posso guardare ridotto così. Totonno! Io non ti posso vedere. Antonio E io ti ringrazio assai..assai. Costanza Mado..onna! Paolina ed Enrichetta E così è! Antonio (Al pubblico) Guardatele. Guardatele! Costanza - Che disgra..azia! Paolina ed Enrichetta E così è! Antonio Dovete schiattare. Costanza Che dispia..cere. Paolina ed Enrichetta E così è! Antonio Dovete morire. Costanza Un giovane di quella stazza, pieno di salute. (Singhiozzando) Paolina ed Enrichetta Amen! Costanza CHE FINE. Antonio (Al pubblico) Dovete fare una morte istantanea tutte e tre. C ostanza, Paolina ed Enrichetta - A tee! Paolina (a Costanza) Cerca di sbrigarti. Vai a chiamare il medico. Costanza E sto andando. Corro! (Esce). Paolina Enrichetta! Hai visto? Si è storto tutto. Enrichetta Mamma mia. Fa proprio impressione. Paolina Eh! Povero Totonno. 27

28 Enrichetta Ci dobbiamo abituare a vederlo così. D altronde, a guardarlo meglio, ha qualche cosa di simpatico. E un tipo sfizioso. Paolina Diciamo pure che sembra un tipo curioso. Enrichetta?! E adesso? Antonio E adesso, Totonno se ne và proprio...caine! (Esce) (Enrichetta e Paolina si siedono pensierose) (Entra Giacomo) Giacomo Non vi abbattete. Ad Antonio ci penserò io. Paolina E noi per questo motivo, stavamo in pensiero. Enrichetta Ora siete contento di quello ch e successo? Avete trovato lo spassatempo. Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante. Sto ranavuòttolo! Paolina Stai zitta! Vieni con me in cucina. (Escono) Giacomo Non le voglio dare soddisfazione. Meglio succhiare i miei ciucciotti. Che dolcezza, che piacere, che sensazioni SCENA SECONDA (Entrano Congiunto e Costanza) Costanza Amore! Ora no. Ho tanto da fare. Fuori, c é Danzica con la carrozzella, che aspetta. Devo mandarlo a Napoli a chiamare il dottore. Congiunto Costanza! Tu lo sai che a me piace fare certe cose anche veloce, veloce. Non perdiamo tempo. Ti devo far morire! Costanza Mi hai confusa con la tua vaccarella? Congiunto Volesse il cielo che tu fossi come la vaccarella mia. Pensa che io le premo le mammelle per far scendere il latte e lei non se ne accorge neppure! Se improvvisamente dovesse morire, di certo ne soffrirei tantissimo, soprattutto perché ha il tuo stesso nome. Costanza La vaccarella? E, quindi, io sarei simile alla tua vaccarella? Congiunto Proprio così! (Vezzoso) Peeché non ci sposiamo? Costanza E non è possibile, perché a me serve un bel toro. Io ora ti sto guardando, eppure non vedo le corna! (Entra Giacomo) Congiunto Non scherzare! Costanza io ti adoro. (La stringe a sé). Facciamo una cosa veloce, veloce. 28

29 Giacomo (Risucchio d asma). (Costanza sobbalza) Congiunto Costanza. Ti stavo affogando? Costanza Ma lo hai visto il conte? Giacomo Sono un tronco che sente e pena. Ho perso tutto. Congiunto Costanza. Ma che cosa ha perso? Costanza (Commossa, prende il fazzoletto) E io che ne so. Però, è stato così commovente che mi viene da piangere. (Esce) Congiunto A presto. Moglie! (Al pubblico) Già mi vedo con tanti figli che mi ronzano intorno! Signor conte. Novità? Giacomo Viene qua! Congiunto No! Per piacere. Giacomo Fatti dire una cosa. Congiunto Ma voi vedete se è possibile. Ogni volta la stessa storia. Giacomo Siediti qua. Congiunto (Sedendosi) Signor conte! Vi prego. Io ho da fare. Giacomo Con me. (Risucchio d asma) Congiunto Ma che cosa volete da me. Giacomo Zitto e ascolta. Aspasia! Congiunto No! Un altra volta, no. Giacomo - Come Anacreonte, per essere continuamente con la sua donna, desiderava di potersi trasformare in uno specchio, o in acqua per lavarla, o in fascia, per stringersi al suo seno; così io vorrei essere un uccello, per provare sollazzo e godimento (Poi, prende lo scialle e lo mostra a Congiunto). Congiunto Ma a chi! (Al pubblico) Alla faccia d Orazio e che desideri che gli vengono a questo. Giacomo (Risucchio d asma). Congiunto (Spaventato) Mamma mia bella! VIA! (Esce) SCENA TERZA (Entra Antonio) Antonio Giacomo! Che stai facendo!? 29

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