BANCA D ITALIA. Normativa nazionale e politiche regionali

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1 BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A Normativa nazionale e politiche regionali Le donne e l economia italiana Roma, 7 marzo 2012

2 I lavori Le normative di genere in Italia e in Europa. Luci e ombre di un percorso ancora in salita Monica Marcucci, Maria Iride Vangelisti Rapporto sulle politiche regionali Gruppo di lavoro composto da addetti alle strutture di ricerca territoriale Una proposta di indicatore di genere per le regioni italiane Monica Amici, Maria Lucia Stefani 2

3 Evoluzione del quadro normativo Il ritardo non ha impedito all Italia di realizzare un quadro normativo completo e articolato Le tappe fondamentali: fase delle tutele e dei divieti di discriminazioni fase delle pari opportunità e delle azioni positive fase del gender mainstreaming Il positivo sviluppo del quadro normativo italiano è stato favorito in modo sostanziale dalle iniziative dell'unione Europea. 3

4 Stato dell arte Effetti non uniformi nei diversi Stati Difetto di interiorizzazione sociale Il principio del gender mainstreaming ha una portata precettiva attenuata - Assenza dell indicazione di strumenti applicativi concreti - Assenza di misure sanzionatorie nei confronti delle autorità nazionali 4

5 Quali ricette per l Italia? favorire la condivisione dei ruoli nella famiglia: congedi parentali obbligatori per il padre e maggiori forme di flessibilità nell organizzazione del lavoro prevedere statistiche di genere: a supporto di una maggiore conoscenza del fenomeno e iniziative di gender budgeting introdurre programmi educativi sensibili al genere: disponibilità di materiale scolastico privo di stereotipi e dalla formazione degli insegnanti istituire organismi accentrati di consulenza e di agevolazione nella risoluzione dei conflitti di genere: importanza di diffusione della consapevolezza sui diritti tutelati 5

6 La normativa regionale Le Regioni hanno l obbligo di rimuovere gli ostacoli alla parità. Il quadro legislativo regionale è variegato - normativa prevalentemente frammentata - CPO e Consigliera di parità presenti quasi ovunque Alcune Regioni sviluppano: - Valutazione/monitoraggio (statistiche e bilanci di genere) - Quote negli organi regionali - Parametri di genere per contributi pubblici Mancanza di enforcement tutela in genere carente. 6

7 Le politiche per l occupazione dipendente Sostegno dalle donne ai lavoratori svantaggiati - la crisi economica: accordo Stato-Regioni 12 febbraio 2009: Welfare to work (19 Regioni su 21) - Il nuovo ciclo di programmazione prevede il gender mainstreaming - Poche Regioni hanno interventi finanziati con fondi propri

8 Le politiche Welfare to work - L azione WtW segue le due edizioni del programma PARI - Responsabili: sia nazionali sia locali - Politiche: attive e passive - Risorse: nazionali e regionali PARI 2007: Politiche attive % % Piemonte Lombardia Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Percentuale di donne beneficiarie

9 Politiche per l imprenditoria femminile Gli ultimi tre bandi della L. 215/1992 Regioni partecipanti: 16 al IV e 19 al V (contributi a fondo perduto) 11 al VI (finanziamento agevolato) Le iniziative finanziate: 76% nuove imprese 21% progetti innovativi Svantaggi: imprese finanziate<<imprese ammesse Vantaggi: effetti di spillover e creazione dei Comitati camerali Altro Accesso al credito; coinvolgimento finanziarie regionali; talvolta impulso dei Comitati Mentoring

10 Politiche per la conciliazione Rilevanti per lo squilibrio nell uso del tempo e per la forte componente di donne inattive per motivi familiari Asili nido e servizi alternativi maggiore sforzo di coordinamento Stato-Regioni l Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei il divario Nord-Sud non si è ridotto ampio divario regionale anche in termini di efficienza della spesa Voucher (finanziati anche dal FSE, quasi ovunque) Family audit (certificazione per le aziende che si impegnano con iniziative di conciliazione)

11 Posti negli asili nido e servizi integrativi Presa in carico (posti negli asili su bambini 0-3 anni): a.s

12 In sintesi Politiche molto differenziate territorialmente - Le Regioni del Sud hanno in genere effettuato quelle legate a programmi nazionali o finanziate con risorse europee, ma con evidenti difficoltà a spendere i fondi di cui potrebbero beneficiare - Le Regioni del Centro-Nord hanno in genere politiche più articolate e sono più diffuse quelle di iniziativa locale

13 Un indicatore di uguaglianza di genere per le regioni italiane Lavoro: occupazione disoccupazione inattività per scoraggiamento e motivi familiari Reddito: salario Potere politico e socio-economico: consigli e giunte regionali professioni apicali Tempo: tempo dedicato alla cura di bambini tempo libero

14 Formula e interpretazione Per ogni sottodimensione viene calcolato il divario tra il valore per le donne e quello per gli uomini (Xi (attuale) ) e viene standardizzato secondo la formula del minimo-massimo. Xi= Xi ( attuale) ( Xi Xi ) (max) Xi (min) (min) Media semplice delle sottodimensioni e poi delle 4 dimensioni. Valori tra 0 (assenza di uguaglianza) e 1 (uguaglianza)

15 L indicatore nelle regioni italiane PIE VDA UMB EMR TOS LIG MAR FVG PAB LAZ LOM PAT Italia SAR VEN MOL BAS SIC ABR CAM CAL PUG

16 L indicatore nelle regioni italiane 2010

17 L indicatore di uguaglianza di genere nel tempo PIE VDA UMB EMR TOS LIG MAR FVG PAB LAZ LOM PAT Italia SAR VEN MOL BAS SIC ABR CAM CAL PUG

18 Correlazioni con il PIL Correlazione 0,75 Piemonte Valle d'aosta Indicatore regionale di genere Sicilia Campania Calabria Sardegna Molise Basilicata Abruzzo Umbria Liguria Marche Toscana Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia PA Bolzano Lazio PA Trento Lombardia Veneto 0.2 Puglia PIL regionale procapite 2009 (Numeri indici base annuale Italia=100)

19 BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A

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