COMUNE DI RUSSI Domenica, 25 settembre 2016

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1 COMUNE DI RUSSI Domenica, 25 settembre 2016

2 COMUNE DI RUSSI Domenica, 25 settembre 2016 Prime Pagine 25/09/2016 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 1 25/09/2016 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 2 25/09/2016 Prima Pagina La Voce di Romagna 3 25/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 2 MARCO ROGARI Def: deficit a 2 2,1% più 0,4% fuori Patto 4 25/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 2 DINO PESOLE La strada stretta di un mix delle tante forme di flessibilità 6

3 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Prima Pagina 1

4 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina 2

5 La Voce di Romagna Prima Pagina 3

6 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Def: deficit a 2 2,1% più 0,4% fuori Patto Spese per 7 miliardi in favore di migranti e terremoto La manovra farà crescere il Pil 2017 di 0,3 0,4% ROMA Da 0,3 a 0,4 punti di Pil. Tanto dovrebbero valere per il 2017 la spinta delle riforme in via di attuazione, a partire da quella della pubblica amministrazione, e delle misure da inserire nella prossima legge di bilancio per dare più forza agli investimenti. Almeno sulla base del nuovo scenario macroeconomico tracciato dalla Nota di aggiornamento del Def (NaDef), che sarà approvata domani dal Consiglio dei ministri, anche se non è ancora escluso che il varo possa slittare a martedì. L' aggiornamento al ribasso del Pil tendenziale per il prossimo anno dovrebbe attestarsi tra lo 0,7 e lo 0,8% mentre la nuova stima sul versante programmatico dovrebbe indicare un +1,1 1,2 per cento. Per il 2016 la crescita dovrebbe essere rivista allo 0,8 1% (più probabilmente 0,9%). Anche se la ricaduta in negativo sul deficit dovrebbe essere in parte attutita dalla revisione operata dall' Istat per il 2014 (da 0,3% a +0,1%). Che ha sancito l' uscita anticipata dalla recessione. In particolare, il deficit 2017 dovrebbe lievitare dall' 1,8% concordato con Bruxelles nella scorsa primavera a quota 2 2,1%, liberando un margine aggiuntivo di risorse da utilizzare molto limitato rispetto 7 8 miliardi già garantiti a maggio. Ma il Governo dovrebbe avere la possibilità di scorporare dai vincoli del Patto di stabilità europeo 7 8 miliardi di euro (almeno 0,4 punti di Pil) legati agli interventi post terremoto (dalla ricostruzione delle aree colpite dal sisma di agosto all' avvio del progetto Casa Italia per la prevenzione) e alle nuove ricadute della questione migranti (v. Il Sole 24 Ore di ieri). Con il risultato di far salire il deficit sostanziale a 2,4 2,5%. L' entità delle spese da liberare dai vincoli Ue potrebbe subire qualche ritocco, anche perché su questo punto sarebbero in corso contatti informali (e non) con Bruxelles. Tra i nodi da sciogliere ci sarebbero l' inserimento del programma Casa Italia tra le voci da scorporare dal Patto e il reale impatto contabile della questione migranti: quest' anno la clausola aveva garantito all' ultima legge di Stabilità uno spazio aggiuntivo pari allo 0,2% del Pil (circa 3,3 miliardi). Anche indebitamento Pa e debito, oltre all' aggiustamento del deficit strutturale, sono due osservati speciali da parte di Bruxelles. Sul primo versante ci sarebbero diverse scuole di pensiero all' interno della stessa maggioranza (e anche del Governo) dove non mancherebbe chi è favorevole a un innalzamento secco dell' asticella del deficit per il prossimo anno oltre il 2,5 2,6% (arrivando magari anche al 2,9%) per ampliare il più possibile gli spazi in favore di misure per la crescita. Continua > 4

7 Pagina 2 < Segue Il Sole 24 Ore Palazzo Chigi e il ministero dell' Economia hanno più volte affermato di voler restare dentro le regole Ue. Il ministro Pier Carlo Padoan, in particolare, venerdì ha ribadito che il Governo «continua a consolidare la finanza pubblica riducendo il deficit e facendo abbassare il debito» e ha anche ripetuto che ulteriore flessibilità «non c' è». Quest' anno la nuova stima del deficit dovrebbe attestarsi a quota 2,4 2,5% con leggero sforamento dell' obiettivo fissato nel Def della scorsa primavera (2,3%). La conferma del processo di riduzione comporterebbe un abbassamento dell' asticella nel Nei giorni scorsi si era parlato di una stima rivista al 2,3 2,4% ma nelle ultime ore sembra prevalere l' ipotesi di non discostarsi troppo dall' obiettivo dell' 1,8% concordato con Bruxelles prima dell' estate anche per evitare ricadute troppo marcate sul percorso di riduzione del debito. Anche per questo motivo il Governo sembra intenzionato a indicare una previsione di deficit al 2 2,1% per il prossimo anno. Quanto al debito, resta lo snodo più critico con Bruxelles visto che la prospettiva per il 2017 rimane complicata. La Nota di aggiornamento del Def, che dovrebbe essere composta da un' ottantina di cartelle, recepirà il contenuto della riforma del Bilancio approvata in estate dal Parlamento. Oltre al nuovo quadro macroeconomico ci saranno indicazioni sulla legge di bilancio che dovrà essere varata a metà ottobre, a cominciare dalla conferma della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali da oltre 15 miliardi per il 2017 e dalla nuova fase di spending review. La Cgil intanto ha affermato che con i nuovi livelli di assistenza (Lea) saranno introdotti nuovi ticket sanitari a carico dei cittadini per un totale di 60 milioni. RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO ROGARI 5

8 Pagina 2 Il Sole 24 Ore L' ANALISI La strada stretta di un mix delle tante forme di flessibilità Non più il ricorso a nuova flessibilità per il 2017, attraverso le clausole già autorizzate da Bruxelles nel 2016 (riforme e investimenti). Strada preclusa dai più recenti orientamenti dei governi in sede Ecofin e della stessa Commissione Ue. Quanto piuttosto l' indicazione "secca" del nuovo target del deficit nominale (probabilmente 2,1 2,2%) cui andrebbero ad aggiungersi le spese conteggiate "fuori" dal Patto di stabilità. Una partita che stando alle ultime indicazioni vale attorno agli 8 miliardi e si dovrebbe concretizzare in uno spazio di manovra collegato a due eventi eccezionali: le spese da sostenere per la ricostruzione delle zone terremotate e per la messa in sicurezza degli edifici, l' ulteriore costo per l' emergenza migranti. Cambiano gli addendi, con il risultato (atteso) di far lievitare il deficit del prossimo anno dal programmato 1,8% nei dintorni del 2,5% se non oltre. Il nuovo target di partenza sarebbe a questo punto sostanzialmente il linea con la revisione al ribasso delle stime di crescita (1,1% rispetto al precedente 1,4 per cento). Il resto andrebbe ascritto alle nuove emergenze da affrontare. Formalmente dunque, con la Nota di aggiornamento al Def che il Governo si accinge a presentare in Parlamento e a Bruxelles, non vi sarà alcuna richiesta esplicita di nuova flessibilità. La manovra di bilancio di metà ottobre dovrebbe recepire, in caso di via libera, i nuovi target e dunque attestarsi nei dintorni dei 25 miliardi, 8 dei quali recuperati attraverso l' incrocio della vecchia e nuova flessibilità, che andrebbero a sommarsi ai 6,4 miliardi già ottenuti in maggio attraverso l' incremento del deficit dall' 1,4 all' 1,8 per cento. Le restanti risorse andranno reperite con tagli alla spesa e nuove entrate. L' intero spettro degli interventi allo studio sarà destinato sia a neutralizzare le clausole di salvaguardia pronte a scattare dal prossimo anno (aumento di Iva e accise per 15,1 miliardi) sia a finanziare le misure dirette alla manovra vera e propria (dal pacchetto pensioni agli interventi a sostegno della domanda interna). In arrivo dunque la nuova versione della voluntary disclosure, accanto al pacchetto di misure antievasione dirette ad accrescere per quanto possibile il livello dell' adesione spontanea al versamento delle imposte (la tax compliance), cui si aggiungerebbe un pacchetto di tagli alla spesa. Non si tratterà di importi particolarmente rilevanti, probabilmente al di sotto dei 7,2 miliardi iscritti in Continua > 6

9 Pagina 2 < Segue Il Sole 24 Ore bilancio con la legge di Stabilità del Secondo quanto ha annunciato il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, lo spazio effettivo per nuovi tagli si è obiettivamente ridotto, e vanno messi nel conto anche i possibili effetti recessivi di una nuova, drastica sforbiciata sul fronte della spesa corrente primaria. Se questa sarà la struttura e la composizione della prossima manovra di bilancio, gli auspicati effetti "espansivi" sono in parte connessi all' auspicata inversione del ciclo internazionale, in parte alle misure in cantiere, con diverse incognite. Nella partita con Bruxelles va inserita infatti un' altra variabile non da poco: in che misura stante l' attuale disciplina di bilancio europea potrà essere assicurata la riduzione del deficit strutturale (il saldo al netto degli effetti del ciclo e delle una tantum) in direzione dell' obiettivo di medio termine (il pareggio di bilancio)? Con il Def dello scorso aprile, l' appuntamento è slittato al 2019, ma occorre tener conto della richiesta avanzata in maggio dalla Commissione europea a operare nel 2017 un taglio del deficit strutturale pari ad almeno lo 0,6% del Pil. Invito motivato dalla constatazione che quest' anno si registrava (alla luce del quadro previsionale della scorsa primavera che ora sarà rivisto al ribasso) un peggioramento di 0,7 punti del saldo strutturale, mentre per il 2017 era previsto un miglioramento limitato allo 0,1 per cento. Da qui l' interrogativo che ora andrà sciolto: occorrerà comunque assicurare una pari o maggiore correzione dei saldi di finanza pubblica, oppure basterà attribuire il peggioramento dei tendenziali alla minore crescita? Questa a ben vedere sarà la vera partita e vi è attendersi un confronto tecnico politico dagli esiti a dir poco incerti. RIPRODUZIONE RISERVATA. DINO PESOLE 7

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