Appunti lezione 1 anno Med 48 Educatori Professionale docente Cleta Sacchetti
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- Fabrizio Mattei
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1 Appunti lezione 1 anno Med 48 Educatori Professionale docente Cleta Sacchetti 1
2 L educatore professionale nasce negli anni successivi alla seconda guerra mondiale Risponde alle esigenze concrete lasciate dal dopo guerra: Famiglie sfasciate molti ragazzi orfani
3 EDUCATORE PROFESSIONALE Programma gestisce e verifica interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà e per il raggiungimento delle loro autonomie Inoltre collabora nella creazione e organizzazione di strutture sociali e sanitarie per la realizzazione di progetti educativi integrati 3
4 Molteplicità Mansionistica Compito generale Individuare Promuovere Sviluppare
5 Molteplicità Mansionistica Le Potenzialità Cognitive Affettive Relazionali
6 Molteplicità Mansionistica Compito generale Paziente Individuare Promuovere Sviluppare Relazione educativa le potenzi alità Cognitive Affettive Relazionali
7 La relazione d aiuto Rogers nel 1951 ha definito la relazione d'aiuto come "una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato La specificità che la distingue dalle altre relazioni umane è l'aspetto metacognitivo: per competenza d'aiuto si intende infatti la capacità di dare vita ad una relazione umana in modo consapevole, controllato ed intenzionale, padroneggiando razionalmente abilità "che sono un tutt'uno con ciò che si è". 7
8 Che cos è una relazione d aiuto? Si ha relazione d aiuto quando vi e un incontro tra due persone, di cui una si trova in condizioni di sofferenza, confusione, conflitto e/o disabilita dinanzi ad un problema che deve gestire, l altra e dotata di un grado superiore di adattamento, competenza e abilita rispetto lo stesso problema. 8
9 I REQUISITI PER LA RELAZIONE D AIUTO: Una minima volontà da parte di due persone di relazionarsi Una capacità e una minima volontà di entrambi di ricevere informazioni dall altro Un rapporto che esiste da un certo periodo di tempo 9
10 Clima per una relazione d aiuto Sospensione del giudizio Rispetto Non eccesso di manipolazione Valore alla unicità e alle potenzialità personali Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi Reciprocità Curiosità dell operatore Autenticità dell operatore Centralità della relazione 10
11 Le capacità relazionali Le capacità di gestire l incontro con l altro in tutto il suo divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di saper entrare in contatto con l utente, comprenderne le richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso dell espressione essere in contatto : con l interlocutore e con se stessi. Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la complessità interpersonale. 11
12 I COMPORTAMENTI DI CHI NON ASCOLTA non guarda mai negli occhi di chi parla non mostra interesse non può star fermo per più di cinque minuti ha sempre troppo da fare viene costantemente interrotto (visite, telefonate... anche se questo, nei Servizi, può avvenire non per volere dell Operatore) fa troppe domande interrompendo chi parla non smette mai di parlare è troppo aggressivo non è obiettivo fraintende intende ciò che gli conviene non è abbastanza umile (pregiudizio) sta troppo sulle difensive 12
13 LE BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE Non saper ascoltare; Formulare giudizi, dare direttive, fornire soluzioni; Biasimare, criticare, svalutare; Cambiare argomento; Banalizzare, dare risposte stereotipate; Atteggiamento investigativo. 13
14 BISOGNI Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Ma slow concepì il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La piramide di Maslow". I livelli di bisogno concepiti sono: Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.) Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione) Bisogni di stima, di prestigio, di successo Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale). 14
15 15
16 RELAZIONE EDUCATIVA Relazione di aiuto Relazione di sostegno La relazione educativa è un atto programmato che annuncia la sua intenzione verso l obbiettivo 16
17 FINALITA Riabilitare attraverso il cambiamento Cambiamento della visione di se stessi, Percezione di se stessi, Condizioni di vita 17
18 CAMBIAMENTO Il cambiamento è fonte di regressione ansia 18
19 Bisogna lasciare spazio all errore perché è l errore che differenzia i percorsi ed è proprio la paura di sbagliare nel cambiare che contribuisce all insorgere dell ansia 19
20 MODALITA OPERATIVE Lo stare con Il fare con La quotidianità usati in maniera consapevole e programmata 20
21 COINVOLGIMENTO Nella relazione vi è coinvolgimento emotivo quindi serve: Cautela Giusta distanza 21
22 Nella relazione educativa la figura dell educatore può essere sia: Contenitore del disagio Lente Facilitatore della comunicazione Ponte 22
23 La modalità di relazione risente del contesto; strada, comunità, età dell utenza, tu-lei, e dalla presenza di più operatori, E dai differenti stati psicopatologici e/o disagi 23
24 SETTING EDUCATIVO Situazione in cui si esercita l azione: quindi l insieme di: ambiente fisico, risorse, modalità, organizzazione. 24
25 La consapevolezza dell educatore deve essere continua, l attenzione costante, pur mantenendo leggerezza ed elasticità indispensabili in qualsiasi relazione umana. 25
26 AMBIENTE EDUCATIVO La regola e la continuità 26
27 REGOLA Regolazione Regolarità Norma funzionale,sociale Regola morale Limite 27
28 La stabilità dell ambiente è frutto della regolarità 28
29 REGOLARITA Scansione del tempo Ciclicità degli eventi 29
30 REGOLARITA Si esplica su tre piani: Fisico Cognitivo Relazionale 30
31 L intervento regolato è l intervento che tiene conto dei limiti dell altro 31
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