PROFESSIONE EDUCATORE
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- Massimo Galli
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1 PROFESSIONE EDUCATORE Il profilo dell educatore nelle politiche nazionali e regionali Regione Lombardia Assessorato Welfare Virginio Marchesi
2 IL CONTESTO : in Regione Lombardia operano, nei servizi sanitari e socio-sanitari, persone Area sanitaria 524 Brianza Montagna Area socio-san Insubria Pavia Metropolitana Bergamo Brescia Val Padana Area sanitaria Area Psichiatria 50 Area Dipendenze 108 Area Riabilitazione 85 Privato 125 Altri servizi 281 Pubblico 399
3 IL SISTEMA SOCIO-SANITARIO Brianza Montagna Area ANZIANI Insubria Bergamo Brescia RSA CDI Val Padana Pavia Metropolitana Area DIPENDENZE Area DISABILI RSD COM DIURNI CSS CDD
4 IL SISTEMA SOCIO-SANITARIO BG OPERANO 837 EDUCATORI Brianza Montagna Area ANZIANI Insubria Bergamo Brescia RSA CDI Val Padana Pavia Metropolitana Area DIPENDENZE Area DISABILI RSD COM DIURNI 23 CSS CDD
5 SISTEMA SOCIO SANITARIO LE TIPOLOGIE DI EDUCATORE Tipologia Regione Bergamo CLASSE CLASSE 18/ NON PRECIS DEROGA Oltre agli Educatori nel sistema socio sanitario vi sono operatori con la qualifica di Animatore i cui dati sono: Animatore Altre spec La componente educativa nell area socio-sanitaria svolge un ruolo determinate. Il suo peso varia significativamente in funzione dell utenza intesa sia in termini di tipologia che di fragilità. Per quanto riguarda Il peso, misurato in termini di operatori, varia dal: 4,88 % nell area anziani; 30,74% nei disabili; 37,14 nell area dipendenze. Si rilevano inoltre significative variazioni tra sistema residenziale e diurno. Considerazione: la componente educativa assicura funzioni prevalentemente legate a percorsi di inclusione e di sostegno alla qualità della vita
6 ALCUNI DATI INTERESSANTI Per quanto riguarda il rapporto di lavoro: Il 56,18 % sono dipendenti a tempo indeterminato dal gestore; Il 9,58 % sono dip. a tempo determinato dal gestore; Il 19,74 % sono dipendenti da coop esternalizzazione; Il 3,33% sono dipendenti da altri enti esternalizzazione; Il 6,13% sono con contratti lib.prof o assimilati; Il 3,96% hanno un rapporto diverso dai precedenti; Il 1,08% sono volontari/religiosi. Il TASSO DI ESTERNALIZZAZIONE risulta essere del 23,07% Tali valori variano significativamente tra le diverse Unità d Offerta. Considerando i dipendenti dal gestore nelle: RSA risultano pari al 52,33%; CDI risultano pari al 55,47%; RSD risultano pari al 76,69%; CSS risultano pari al 83,53%; CDD risultano pari al 66,40%; TOX risultano pari al 80,59%.
7 ALCUNI DATI INTERESSANTI Per quanto riguarda la tipologia contrattuale: Il 8,41% hanno il contratto Enti Locali; Il 2,32% hanno il contratto Sanità Pubblica; Il 4,49% hanno il contratto Sanità Privata; Il 49,80% hanno il contratto Cooperative Sociali; Il 12,74% hanno il contratto UNEBA; Il 13,95% hanno il contratto ANASTE/ARIS; Il 2,85% hanno un contratto diverso dai precedenti. E possibile, sulla base delle tipologie contrattuali ricondurre e ipotizzare il complesso della tipologia degli Enti gestori: Il 10,73% degli educatori opera per Enti Pubblici; Il 62,54% nell area del no profit con una prevalenze della cooperazione; Il 26,73 nell area del privato profit.
8 QUESTI I DATI DA CUI PARTIRE PER ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL TEMA DELLE POLITICHE REGIONALI Cosa distingue un approccio sanitario-riabilitativo da un approccio socio-sanitario alle fragilità. Nel caso dell approccio sanitario-riabilitativo, le azioni che compiamo modificano la condizione delle abilità funzionali della persona e queste modifiche si riflettono e determinano la qualità del vivere quotidiano. Nell approccio socio-sanitario, la qualità del vivere quotidiano e delle relazioni generano motivazioni e sostengono relazioni che talora modificano le abilità funzionali della persona fragile In fondo sono due differenti modi per parlare della relazione tra abilità funzionali e qualità della vita.
9 UNA CONSIDERAZIONE La complessità allorchè si affronta il tema del ruolo e del significato dell intervento dell educatore è la normativa che distingue tra educatori di classe 2 ed educatori di classe 19. Normativa che sembra distinguere in modo rigido tra questi due approcci assegnando ad ognuna delle due figure professionali un ruolo specifico. In questo senso si ha chiarezza su chi è chiamato a fare cosa, ma nel compiere tale operazione si perde e sfuma il più profondo ruolo che lega la persona al suo contesto ed il contesto alla persona.
10 La D.G.R del 21 maggio 2015 La DGR nasce con l obiettivo di offrire una interpretazione alle norme ponendo al centro alcuni fondamentali principi ispiratori dei servizi socio-sanitari : al centro vi è la qualità della vita della persona fragile e, quindi, in questi servizi il tema della rapporto tra la persona ed il suo contesto di vita diventa centrale la valutazione della rilevanza riabilitativa, rieducativa e socializzante non discende dalla tipologia del servizio, non è determinata dalle competenze degli operatori, ma discende da una valutazione della persona e delle sue condizioni ovvero, dal progetto il percorso della presa in carico è un continuum di cui il gestore deve farsi carico coniugando l appropriatezza delle risposte con la qualità della relazione sociale e interpersonale
11 UNA CONCLUSIONE Crediamo di aver trovato un equilibrio tra la dimensione sanitaria-riabilitativa e quella socio-sanitaria. di aver trovato una saldatura tra il momento del trattamento individuale e la dimensione delle relazioni interpersonali. di aver offerto un occasione per uscire dalla dicotomia delle professioni per affermare la centralità delle persone fragili. Speriamo di aver tracciato un percorso che possa servire anche al legislatore nazionale.
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