LA COMUNICAZIONE: IDENTITA E TEMPO
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- Rosalia Natale
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1 LA COMUNICAZIONE: IDENTITA E TEMPO SPAZIO DEL PRESENTE Come si percepiscono i Capi e le Comunità Capi. Una serie di pensieri emersi dalle chiacchierate fatte nelle Zone e nelle CoCa. [siamo in emergenza ] Nel passato SVILUPPO ha significato apertura di nuovi gruppi, in territori nuovi. Ora non riusciamo più a garantire queste performance e forse dobbiamo pensare prima di tutto alla sopravvivenza, al mantenimento dei Gruppi esistenti. Soprattutto alla loro solidità e alla qualità dell azione educativa. Ci sentiamo in emergenza. Le nostre CoCa sono ai minimi termini e questo si ripercuote sulla qualità della proposta educativa e sulla tenuta dei nostri ragazzi. Ci fa vivere in continua emergenza per tenere aperte le unità. Assistiamo da anni ad un lento ma inesorabile calo dei censiti. Questo ci deve interrogare sui motivi e sulle strategie da mettere in campo. Certamente ci sono motivi demografici (un certo calo delle classi di età giovanile negli anni scorsi) e sociali (molte proposte diversificate a cui le famiglie possono rivolgersi, per il tempo libero dei loro figli, venir meno dell importanza dell esperienza educativa ecc.). Certamente sono cambiate le domande dei nostri ragazzi e quindi le risposte che gli dobbiamo. Probabilmente non sappiamo più bene chi sono i bambini e i ragazzi oggi. Ci sentiamo pronti a riflettere sulle età dei passaggi: ci chiediamo se siano ancora adeguate alla maturità dei nostri ragazzi. I giovani sono immersi in un conteso di relazioni molto ampio sia per le molteplici attività che svolgono in contesti educativi diversi sia per la mobilità territoriale che hanno soprattutto nella fascia di età del Clan. Ragazzi che sono bombardati di stimoli e di esperienze alle quali si contrappone la difficoltà da parte loro di immaginarsi e sognarsi nel medio termine. Diventano nodi di una rete sociale non scelta consapevolmente all insegna di un esperienza da mordi e fuggi e da cogli l attimo. D altro canto i giovani stessi diventano ambasciatori del loro essere scout al di fuori del momento della riunione. Un esempio su tutti diventa il servizio extra-associativo che permette a loro di sperimentare momenti di servizio individuale o di gruppo, dall altro permette di far conoscere all esterno l associazione. AGESCI FVG CONVEGNO CAPI 2013
2 Certamente la complessità del mondo non ci aiuta a trovare le risposte giuste, ci fa sentire spesso disorientati e soli come capi educatori in un mondo che sembra andare da tutt altra parte ed è in grado di distruggere nello spazio di un tweet quello che noi proviamo a costruire in anni e anni di attività a fianco dei nostri ragazzi. [il tempo e la complessità] Certamente c è un problema di sostenibilità della vita associativa. Abbiamo la percezione a volte di non riuscire a gestire il tempo, conciliando l impegno del servizio con tutto quanto ci chiede la nostra vita quotidiana. La grande complessità da gestire dove ogni passaggio di vita richiede il tempo di definire nuove risposte a nuove domande la precarietà lavorativa, una minore abitudine al sacrificio e alla fatica, il bisogno di stare sempre bene, producono un abbandono precoce del servizio come Capi (turn over elevato). Il tempo è la prima minaccia per le CoCa. La mancanza di tempo non permette di fare le cose con la giusta lentezza per farle bene. Ma il tema tempo riguarda anche i ragazzi che vivono lo scautismo come una delle tante attività che frequentano. Dall analisi del materiale raccolto in tutte le branche emerge come, pur con le caratteristiche tipiche di ciascuna fascia di età c è una difficoltà nei ragazzi a gestire il tempo, in particolare manca un momento di rilettura delle esperienze fatte. Analogamente anche il tempo dei capi diventa importante. Guardando al lato scout è il tempo per stare con i ragazzi, il tempo per la propria formazione, il tempo necessario per sentirsi associazione. Dall altro c è la gestione del tempo necessario per il lavoro, la famiglia, interessi, svago. Si tratta anche qui di definire le priorità e in definitiva di scegliere. I Capi che tengono duro riescono a fare moltissime cose, spesso hanno più di un incarico e dimostrano grande entusiasmo e forza. Resiste una fortissima passione di stare a fianco dei ragazzi, di giocare lo scautismo insieme a loro, anche se a volte ci si sente inadeguati, non abbastanza competenti. [le relazioni mancate] Le CoCa gestiscono alcune relazioni con l esterno, che pure essendo rodate richiedono impegno e a volte fatica (le famiglie, le strutture Zona e Regione, la Parrocchia, il Comune, le altre associazioni educative ). Queste relazioni non riescono mai ad avere tutto il valore che meriterebbero perché ogni CoCa è già molto impegnata a gestire il quotidiano: la nostra spiccata autoreferenzialità è la prima conseguenza di tutto ciò che dobbiamo fare. Siamo chiusi, non sappiamo raccontarci all esterno, proporci all esterno con le nostre attività. A volte le stesse famiglie dei ragazzi non sanno chi siamo (non conoscono il potere educativo dello scautismo). Anche i libri e i documenti associativi sono rivolti solo all interno. A volte non sappiamo raccontarci nemmeno al nostro interno: in Co.Ca. è molto difficile avere una comunicazione efficace perché siamo molto dispersivi; dobbiamo imparare che c è un momento per ogni cosa. Molto spesso i canali che vengono utilizzati (facebook, mail, sms) non sono i più adatti e questo genera incomprensioni. L sms crea una barriera. Mentre la comunicazione deve permettere di creare RELAZIONI. Per la comunicazione interna è necessario usare strumenti veloci (sms, e- mail, tecnologia); ma la velocità non è sempre un pregio... 2
3 [appartenenza ecclesiale] La mancanza sempre più marcata degli Assistenti Ecclesiastici non facilita il nostro compito. Rende più complessi i rapporti fra il Gruppo e la Parrocchia e peggiora la maturità spirituale e cristiana dei capi. Il Gruppo è strettamente legato alla Parrocchia da un punto di vista dell appartenenza ecclesiale, ma accoglie ragazzi appartenenti ad altre Parrocchie. La consapevolezza di questo ci interroga anche sul nostro essere capi-catechisti, su come riusciamo a trasmettere la Fede e il riferimento a Dio, su come relazionarci con i vari percorsi di Iniziazione Cristiana. [quali segni lasciamo?] Tutto quanto detto finora ci porta ad avere la percezione di non essere incisivi sul territorio, nella comunità, di non avere un rapporto buono e costruttivo col territorio in cui agiamo. La comunicazione con il territorio è una difficoltà dichiarata dalle CoCa, anche se allo stesso tempo il territorio è vissuto come opportunità. Le CoCa si sentono attente antenne di quanto offre il territorio. La partecipazione alle mille richieste che da esso provengono è però vista come minaccia perché distoglie dalla realizzazione del programma (si rischia di fare tanto ma poco scautismo). Quando parliamo di territorio, pensiamo al territorio conosciuto la città, la parrocchia Ma i nostri ragazzi appartengano a molti territori diversi, sia reali che virtuali. I ragazzi vivono, in particolar modo a partire dal momento in cui frequentano le scuole superiori, un territorio più ampio rispetto a quello al quale fa riferimento il Gruppo. Questo a volte emerge nei Progetti Educativi all interno delle analisi di ambiente, ma poi è difficile tenere conto nel momento della gestione delle attività. A questo territorio che si allarga, non fa riferimento una conoscenza reale dei nuovi territori vissuti dai ragazzi: territorio come luogo di relazioni con gli altri, con le istituzioni, con l ambiente naturale. Ci sono poi dei territori per noi ancora inesplorati, quelli stranieri. È ancora inesplorato il rapporto con bambini e ragazzi di altri paesi e culture. In questo i nostri ragazzi sono più avanti di noi capi, perché incontrano i ragazzi stranieri a scuola. Quindi non sappiamo raggiungere i giovani ai margini, quelli che non appartengono alle famiglie conosciute, al giro delle amicizie, della parrocchia. Non ci siamo ancora impegnati a sufficienza a comunicare con le persone di altre culture che pure riempiono le città e le scuole. Dobbiamo chiederci se come scout siamo ancora in grado di operare nell ambiente e per l ambiente con competenza. Come Associazione possediamo o gestiamo molte strutture (basi e terreni da campo) che non condividiamo a sufficienza col territorio e con altre realtà, per farle diventare patrimonio condiviso e utile. [nuove domande a cui rispondere, nuove identità da raccontare] Certamente, abbiamo un problema di identità. In questi anni ciò che conoscevamo bene è un po venuto meno, mentre nuove domande di senso si sono presentate alle porte del nostro cuore e della nostra intelligenza. C è un identità da ricostruire, di cui prendere nuovamente possesso. 3
4 La debolezza delle CoCa è spesso nella mancanza di una visione di frontiera (scautismo troppo tradizionale) che possa essere da stimolo per un servizio che non sia ripetitivo: non sempre riusciamo a cogliere il segno dei cambiamenti, ad adeguare le nostre attività a ciò che accade. Siamo spesso troppo impegnati a fare, a gestire i nostri programmi a rendere onore agli impegni che ci siamo presi e non ci accorgiamo della vita che scorre dietro di noi [segnali di speranza, dalle Co.Ca.] E comunque, ci sono segnali forti di speranza, pur nella complessità: Le CoCa sognano alto; purtroppo a volte si trovano senza forze per concretizzare il sogno. Questo diventa frustrante per molti capi giovani che finiscono per intraprendere altre strade. Tutte le Co.Ca. cercano di fare il massimo con serietà e convinzione per la formazione dei singoli Capi; però alcune regole stringenti dell Associazione sono percepite come intralcio all essere movimento e alla sovranità della CoCa. (autorizzazioni unità, diarchia, iter foca ). Hanno la convinzione di essere luogo di unione nei valori, anche qualora i singoli capi provengano da strade (storie) diverse. Si sentono comunità accoglienti e che sanno lottare per difendere i propri cuccioli (tirocinanti). Se c è coesione la Coca è fonte di benessere, altrimenti diventa fonte di conflitto e ostacolo alla realizzazione del Progetto Educativo. La forza delle CoCa è nell entusiasmo, nella voglia di cambiare il mondo tramite il servizio e nell avere attorno persone con le quali si sta bene. Le Co.Ca. si leggono come Comunità positive (sorridono e cantano...) disposte a mettersi al servizio degli altri (si rendono utili), ma senza rinunciare a ciò che ci caratterizza come Movimento Scout (punto di orgoglio) o SPAZIO DEL SOGNO Quale Associazione, quale scautismo sogniamo? o
5 SPAZIO DELLE PROSPETTIVE Questo è il momento di tracciare il futuro (dedurre e agire), a partire dallo spazio di realtà sopra delineato (osservare), e avendo nel cuore la forza del sogno. Di seguito trovate la sintesi delle prospettive emerse dal lavoro di tutti voi in CoCa, in Consiglio di Zona, nelle riunioni di Branca di Zona, per quanto riguarda il tema della COMUNICAZIONE, dal punto di vista dell IDENTITÀ e del TEMPO. Sono piccole ma significative tracce che ora andranno delineate con più chiarezza, per divenire il futuro progetto: alcune sotto forma di domanda a cui trovare risposta, alcune sotto forma di idee. Il compito è leggere, riflettere, tagliare, aggiungere, ampliare, approfondire, rispondere, avendo in mente la domanda fondamentale: COME REGIONE, COSA POSSIAMO FARE? o Da Linee guida per la comunicazione : Quasi camicie azzurre in giro per l Italia comunicano! La principale comunicazione dell Agesci è proprio quella realizzata da ogni associato e dalle nostre unità, Gruppi, strutture nelle loro attività. Quindi lo stile e la coerenza con le scelte della Legge e della Promessa sono la nostra prima comunicazione. C è però anche la necessità di una comunicazione programmata, strumento essenziale per la nostra Associazione, per poterne promuovere e valorizzare le attività educative, per riaffermarsi nel territorio, per produrre conoscenza, ottenere visibilità o anche finanziamenti per alcuni progetti. Le attività di comunicazione mettono inoltre l Agesci in contatto con altre associazioni e realtà, entrando in una vera e propria rete che ci permette di condividere e partecipare con altri finalità e iniziative comuni, e per dare maggiore forza, incisività e visibilità alla nostra azione educativa. Proprio alla luce di queste considerazioni, il Consiglio generale 2009 ha approvato il documento Linee guida per la comunicazione dell Associazione, con il quale sono stati dati gli orientamenti per una corretta comunicazione. In particolare, il documento si occupa di delineare la struttura del piano di comunicazione e le modalità di comunicazione nei casi di emergenza, definendo i parametri con cui misurare l emergenza in base alla nostra missione. Se l Identità si costruisce nella narrazione di sè, la Comunicazione è il nostro primo strumento. Il legame tra Comunicazione è identità sta qui: sappiamo chi siamo e possiamo raccontarlo. E proprio il raccontarlo, ci permette di capire meglio chi siamo. Ci pare importante quindi diventare più competenti nella comunicazione, sia al nostro interno, che verso l esterno (a volte le stesse famiglie dei ragazzi non sanno chi siamo, non conoscono il potere educativo dello scautismo). Nella comunicazione con l esterno: dobbiamo avere più orgoglio associativo, avere il coraggio di affermare la nostra 5
6 competenza in materia educativa e di lettura della realtà giovanile (per esempio organizzando conferenze/riflessioni pubbliche sull educazione?); il nostro linguaggio deve essere semplice e concreto, adatto al destinatario cui è diretto (anche all interno di un progetto serve fare attenzione al linguaggio utilizzato, a seconda dei destinatari del progetto o della specifica parte di progetto considerata). Serve una riflessione sul linguaggio che usiamo nel momento in cui ci relazioniamo con l esterno. Nella comunicazione interna: per la comunicazione interna è necessario usare strumenti veloci (sms, , tecnologia); ma la velocità non è sempre un pregio. L sms per esempio crea una barriera. Mentre la comunicazione deve permettere di creare RELAZIONI. quindi dobbiamo imparare la comunicazione efficace; dobbiamo imparare a utilizzare i canali giusti al momento giusto, per evitare le incomprensioni. sogniamo di creare relazioni autentiche attraverso la correzione fraterna In generale: è importante avere ben presente che per noi la comunicazione non può essere solo uno strumento, dobbiamo riempirla di senso. La comunicazione deve essere intesa come relazione (salvaguardare la bellezza della relazione personale). Dobbiamo avere ben presenti gli elementi della comunicazione: CHI comunica importanza del RUOLO, riconoscimento del ruolo di chi comunica. A volte c è difficoltà a fare passare il messaggio buono. Spesso conta troppo la persona che lancia il messaggio. QUANDO comunicare. COME comunicare: il modo sbagliato genera fraintendimenti COSA comunicare: la comunicazione ha un contenuto, un messaggio. Necessario concentrarsi sul messaggio più che su chi lo dice. Messaggio chiaro richiede risposta chiara: ma le risposte spesso non arrivano! A CHI comunicare: non tutte le notizie interessano tutti DOVE comunicare: importanza del luogo. Valorizzare i luoghi dell associazione Per chiarirci questo è importante rileggere il documento Linee guida per la comunicazione. Idee: inserire il tema della comunicazione nella formazione capi aprire una riflessione a livello regionale sull uso che fanno i ragazzi dei nuovi strumenti di comunicazione trovare/dare spazi di comunicazione all interno dell associazione ai nostri ragazzi. Es: radio FVG in route nazionale, spazio ragazzi sul nodino 6
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