Negli ultimi anni, alcune organizzazioni occidentali di karate stanno rivedendo la propria posizione e tornando alle origini.

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1 Obiettivo del presente articolo è una breve introduzione all etichetta da osservare nel Dojo, conscio del fatto che tale tema meriterebbe ben altro spazio ed approfondimento. Nei primi giorni da kareteka si è incerti sul modo corretto in cui comportarsi ed è utile una sorta di breviario su questo tema. Quanto segue potrà risultare utile un po a tutti. L applicazione dell etichetta nel Dojo ha subito un evoluzione storica mutando non solo in relazione al tempo ma anche alla località geografica (la cultura orientale e quella occidentale erano e restano molto differenti). Le Arti Marziali sono parte integrante della cultura giapponese ed hanno rivestito, in particolar modo nel lungo periodo feudale, un ruolo di grandissimo rilievo. Ecco quindi che, sin da piccoli, i ragazzi venivano cresciuti in un ambiente fortemente strutturato e rigorosamente disciplinato ed il rispetto dell etichetta assumeva fondamentale importanza. Il rispetto dell etichetta iniziava la mattina appena si usciva di casa per andare a scuola e la sua osservanza non era quindi limitata al momento in cui si entrava nel Dojo per l allenamento. Quando il karate fu esportato nel mondo occidentale, molto più libero, decisamente meno strutturato e molto più incline alla dialettica ed al confronto, l etichetta fu sempre più spesso disattesa: si perse così non solo l opportunità di comprendere una parte della storia e della cultura giapponese, ma anche e soprattutto la possibilità di formare meglio ed in modo più completo il proprio carattere nonché di migliorare il proprio karate. Negli ultimi anni, alcune organizzazioni occidentali di karate stanno rivedendo la propria posizione e tornando alle origini. Di seguito si riportano alcune regole che devono essere lette nella giusta prospettiva: il karate inizia e finisce con rispetto e cortesia. Il Dojo è un luogo dove tutti hanno pari rispetto e dignità e dove, dietro la guida e l insegnamento del Maestro, collaborano per migliorare il proprio karate e se stessi. Chi dovesse leggere le norme di comportamento che seguono come un regolamento per dimostrare sudditanza al Maestro o agli allievi anziani, è fuori strada. Le regole di sotto riportate sono più vicine alla vecchia scuola. Ci sono diversi stili di karate: qui si farà riferimento all etichetta per lo stile shotokan.

2 Prima di iniziare ad esaminare le varie norme è bene ricordare una sorta di regola zero che in un modo o nell altro tutti, agli inizi, seguono istintivamente: quando non sai come comportarti, osserva gli allievi più anziani. Gli allievi di grado più elevato o più anziani hanno infatti una grande responsabilità dovendo essere d esempio ai più giovani. Per allievo anziano si intende un qualsiasi allievo di grado superiore, oppure un allievo di pari grado ma con maggiore anzianità di cintura oppure, a parità del resto, di età. Di contro per allievo più giovane si intende un allievo di grado inferiore, un allievo di pari grado ma minore anzianità di cintura o un allievo di pari grado ed anzianità di cintura ma di età più giovane. Piuttosto che presentare un elenco sintetico per punti si è preferita una descrizione più analitica delle norme comportamentali nella speranza che non vengano assimilate semplicemente come regole ma ne venga capito il significato e siano quindi condivise ed assimilate. ETICHETTA NEL DOJO 1. Inizio Corso. All inizio del corso e di ogni periodo in cui il corso è frazionato, genitori ed allievi devono presentarsi al Dojo per salutare e ringraziare il Maestro per il rinnovato impegno che si assume. E altresì il momento per confermare di aver provveduto a regolarizzare la propria posizione amministrativa1. 2. Abbigliamento. L abbigliamento del karateka è composto dal gi e dalla cintura. Nient altro. In casi particolari (i.e. stagione invernale) e previo consenso del Maestro, potrà essere indossata una maglietta a maniche corte rigorosamente tutta bianca. Non è ammesso alcun elemento decorativo (quali ad esempio collane, braccialetti, anelli, orecchini od altro ancora, per quanto piccoli essi siano). I capelli lunghi dovranno essere sempre raccolti con elastico o fascia in tessuto (devono essere evitati fermagli in plastica od altro materiale rigido). Qualora dal gi spuntassero dei tatuaggi bisognerà ottenere la preventiva approvazione del Maestro. Le donne, alle quali è concesso anche durante la stagione estiva indossare una maglietta bianca sotto il gi, dovranno eliminare ogni segno di trucco prima della lezione. Il gi dovrà essere 1 Originariamente a nessun allievo era permesso presentarsi al Dojo senza aver prima regolarizzato la propria posizione amministrativa. In alcune scuole degli Stati Uniti vige il motto no exceptions: no pay, no train (non ci sono eccezioni, se prima non paghi, non ti alleni). ~ 2 ~

3 sempre pulito e perfettamente stirato: l unico distintivo ammesso è quello della scuola di appartenenza. Qualsiasi variazione (i.e. l utilizzo di una cavigliera) dovrà essere preventivamente approvata dal Maestro. La cintura non deve mai essere lavata Cura della persona. Bisogna arrivare a lezione in buone condizioni igieniche. In particolare i piedi dovranno essere perfettamente puliti, le unghie di mani e piedi sempre ben tagliate e curate. Qualora si arrivasse a lezione dopo una giornata di scuola o di lavoro nella quale si ha sudato, è buona educazione farsi una breve doccia prima della lezione od usare delle salviette disinfettanti per detergere il corpo. Se possibile evitare di arrivare a lezione con odori particolarmente forti (i.e. profumi o deodoranti dall aroma molto marcato). In caso di malattia potenzialmente contagiosa, anche qualora lo studente si sentisse di prendere parte all allenamento, è preferibile saltare l allenamento dandone preventiva comunicazione al Maestro. 4. Arrivo a lezione: aspetti generali. Cortesia, rispetto, disciplina ed applicazione dell etichetta si applicano già dal momento in cui si entra nella struttura che ospita il Dojo. Negli spogliatoi si dovrà prestare molta attenzione a mantenere ordine e pulizia. A parte rare eccezioni, comunque specificatamente approvate dal Maestro e limitatamente al corso dei più piccoli, negli spogliatoi sono ammessi esclusivamente gli allievi: genitori, parenti ed amici non sono ammessi. Gli allievi più anziani hanno il compito di aiutare i più piccoli in caso di difficoltà. A lezione si arriva puntuali: arrivare in ritardo è una grave mancanza di rispetto verso il Maestro e gli altri allievi. Originariamente, in Giappone, il Maestro non iniziava la lezione se tutti gli allievi non erano presenti. In casi estremi bastava un solo minuto di ritardo di un solo allievo per convincere il Maestro ad annullare completamente la lezione. Ai giorni nostri si permette l ingresso con ritardo degli allievi che dovranno successivamente scusarsi e giustificarsi con Maestro. Qualora qualcuno, per qualsiasi ragione, ritenga di dover saltare una o più lezioni, dovrà sempre comunicarlo anticipatamente al Maestro. 5. Entrata nel Dojo. La regola originaria prevedeva che si arrivasse all ingresso del Dojo con indosso il solo gi e cintura. Al massimo erano permesse delle ciabattine (che, comunque, devono essere tolte subito prima di entrare nel Dojo). Tutto il resto doveva essere lasciato 2 L origine storica di questa usanza non è legata al fatto che lavando la cintura, questa si restringe ed accorcia, bensì al fatto che la cintura rappresenta il proprio spirito. Il lavaggio era visto come un segno irrispettoso verso tale simbolo. ~ 3 ~

4 negli spogliatoi. Oggi, non tutte le strutture permettono il rispetto rigoroso della regola ed è quindi ammesso portare con sé una borsa con i propri effetti personali. Si potrà entrare solo una volta che il Maestro, o allievo da Lui delegato, invita ad entrare: si dovrà lasciare entrare prima gli allievi più anziani. Entrando si dovranno togliere le ciabattine e posare la borsa, mettersi in musubi dachi, salutare il Maestro pronunciando OSS. Si potrà quindi entrare, posizionare borsa e ciabattine in modo ordinato negli appositi posti e prendere posto nella fila. In nessun caso è possibile portare nel Dojo cibo o bevande: è vietato arrivare masticando gomme o caramelle. Prima di entrare nel Dojo sincerarsi di avere spento o silenziato cellulari od altri dispositivi elettronici che possano diventare elemento di disturbo durante la lezione. 6. Entrata nel Dojo in ritardo. Non si dovrebbe mai arrivare tardi a lezione. Qualora dovesse succedere, non è comunque permesso presentarsi all ingresso del Dojo durante la fase del saluto. Dopo il saluto è possibile presentarsi all ingresso, togliersi ciabattine e posare la borsa al proprio fianco, salutare (rei) pronunciando OSS, e mettersi in seiza. Solo dopo che il Maestro avrà concesso il permesso di prendere parte alla lezione ci si potrà inchinare dalla posizione di seiza pronunciando OSS Sensei. Rialzandosi ci si metterà in musubi dachi, si saluterà (rei) e si sistemerà velocemente borsa e ciabattine negli appositi spazi: successivamente di prenderà posto nella fila o nella sala avendo cura di rispettare grado ed anzianità e causando il minor fastidio possibile 3. Qualora l allievo arrivi in ritardo e dopo il completamento della fase del taiso, prima di entrare dovrà procedere a fare del riscaldamento fuori dal Dojo. 7. Maestro. Rivolgersi sempre nel modo corretto al Maestro, appellandolo Shian 4 o Sensei 5, a seconda del titolo conseguito. Questa regola deve essere seguita anche da tutti i genitori ed accompagnatori, dentro e fuori dal Dojo. Fuori dal Dojo non chiamare mai il Maestro per nome a meno che questi non ve ne abbia dato facoltà e, comunque, mai in presenza di altri allievi e/o persone che non abbiano pari facoltà. 3 In passato spesso il Maestro puniva l allievo arrivato in ritardo chiedendogli di fare piegamenti sulle braccia o sulle gambe. 4 Titolo formale ed onorifico concesso a pochissimi Maestri e che significa, approssimativamente, "Insegnante di insegnanti". 5 Sensei vuol dire Maestro. Talvolta è ammesso rivolgersi utilizzando la parola Maestro. ~ 4 ~

5 8. Domande. Originariamente non era permesso agli allievi porre domande durante la lezione. Questo per un duplice motivo. Il primo era che, nella cultura giapponese, si apprendeva perlopiù attraverso una comprensione ricavata dall osservazione e la pratica durante l allenamento. Il secondo motivo è che la domanda che si pone potrebbe risultare di utilità al singolo ma non necessariamente al resto della classe che in questo caso dovrà pazientare riducendo il tempo utile per l allenamento pratico 6. La cultura occidentale è decisamente diversa sotto questo aspetto (più dialettica e procedurale nell apprendimento): nei Dojo occidentali quindi è talvolta tollerata una maggiore interazione con il Maestro durante lo svolgimento della lezione. In ogni caso non si dovrà mai abusare di tale concessione. Qualora un allievo desiderasse porre una domanda (che deve essere rigorosamente appropriata alla circostanza), questi dovrà attendere il momento di relax per poter alzare la mano dalla posizione di musubi dachi per richiamare l attenzione del Maestro. Nel caso in cui il Maestro concedesse all allievo di parlare, questi dovrà esordire dicendo Posso fare una domanda Sensei : successivamente il Maestro deciderà se dare la parola all allievo o meno. Una volta avuta la parola l allievo potrà porre la domanda (che dovrà essere il più possibile breve e sintetica, ma al contempo comprensibile da tutti gli allievi in modo che tutti possano ricevere beneficio dalla risposta). Durante la risposta del Maestro, l allievo dovrà mantenere la posizione di musubi dachi (a meno che il Maestro non decida diversamente). Una volta ricevuta la risposta, l allevo dovrà salutare il Maestro (rei) pronunciando OSS. Qualora il Maestro ignorasse la richiesta di porre la domanda non insistere mai: si potrà porre la domanda successivamente, nel momento di pausa. Uguale procedura potrà essere seguita qualora l allievo desiderasse segnalare un determinato episodio o situazione presente nel Dojo. 9. Svolgimento della lezione. Contrariamente a quanto si pensa, la lezione richiede uno sforzo mentale spesso superiore a quello fisico. Durante la lezione bisogna restare sempre attenti e concentrati. Inoltre, allorquando il fisico mostrerà segni di stanchezza sarà proprio la forza 6 Si immagini un allenamento con molti allievi di cinture di grado diverso. Se ciascuno ponesse una domanda, il tempo dedicato alle risposte ridurrebbe significativamente quello dedicato alla pratica vera e propria. Inoltre le domande poste dagli allievi di grado inferiore potrebbero risultare di scarso interesse per quelli di grado superiore. E opportuno ricordare che comunque il Maestro prima di far iniziare un esercizio tende a spiegarlo e simularlo in modo da trasmettere agli allievi informazioni ed elementi necessari per poterlo eseguire correttamente. ~ 5 ~

6 mentale che permetterà all allievo di proseguire con successo l allenamento. Non è ammesso parlare a meno che non si abbia ricevuto il permesso. I karateka devono prestare costantemente attenzione al fatto di mantenere una corretta disposizione: la precedenza deve essere data agli allievi di grado più elevato o, se di pari grado, a quelli graduati prima o più anziani. Anche quando ci si dispone a lavorare in coppia, qualora non intervenga direttamente il Maestro, i karateka più giovani e di grado inferiore devono scegliere il proprio sparring partner dopo che quelli di grado più elevato o più anziani lo abbiano già fatto. Salvo che il Maestro non disponga diversamente, sarà l allievo più giovane ad iniziare l esercizio per primo. Ogni volta che ci si prepara a lavorare a coppia bisogna salutarsi prima e dopo l esecuzione dell esercizio. Qualora si utilizzino degli attrezzi (i.e. sacchi) od armi (i.e. bo) sarà sempre l allievo di grado inferiore o più giovane a dover adoperarsi per riporre correttamente a posto l attrezzatura. Qualora, per problemi di carattere fisico, l allievo non potesse prendere parte ad un determinato esercizio, questi dovrà accordarsi preventivamente con il Maestro. In tutti i casi in cui un allievo non possa eseguire un esercizio (i.e. perché infortunato) od un kata (i.e perché ancora non lo si è studiato), prima di lasciare lo schieramento si dovrà salutare il Maestro (rei), sfilarsi dallo schieramento dando il minor fastidio possibile, trovare una parte del Dojo dove posizionarsi in seiza ed attendere di poter prendere parte ad un nuovo esercizio. Qualora il Maestro acconsenta ad assumere una posizione più rilassata, dalla posizione di seiza ci si dovrà inchinare dicendo OSS Sensei e sedersi con le gambe incrociate e le mani lungo i fianchi: non appoggiarsi mai alla parete e mantenere sempre la schiena dritta continuando a prestare la massima attenzione all esercizio che gli altri allievi stanno eseguendo. Qualora il Maestro corregga un allievo durante l esecuzione di un esercizio, questi dovrà ascoltare con la massima attenzione: alla fine della correzione passare per la posizione di musubi dachi, salutare dicendo OSS Sensei (originariamente la formula era Hai Sensei ) e solo successivamente tornare alla posizione ottimale per proseguire l esercizio. Al termine di qualsiasi esercizio l allievo dovrà controllare la propria posizione ed eventualmente procedere rapidamente ad allinearsi ripristinando l ordine preesistente all inizio dell esercizio. Al termine dell esercizio l allievo dovrà controllare altresì lo stato del gi e della cintura che devono essere sempre in ordine: approfittare dei brevi momenti di relax concessi dal Maestro tra un esercizio e l altro per sistemarsi avendo avuto cura di farlo voltandosi di 180 rispetto alla classe. ~ 6 ~

7 Durante una lezione potrebbe capitare che il Maestro debba uscire e rientrare nel Dojo: indipendentemente da quello che si sta facendo, l entrata ed uscita del Maestro deve essere salutata dall allievo che dovrà mettersi nella posizione di musubi dachi e salutare (rei). In caso di uscita del Maestro, la classe sarà guidata dall allievo più anziano o dall allievo appositamente designato dal Maestro. Normalmente nel Dojo possono restare solo gli allievi. E comunque possibile che il Maestro permetta a qualcuno di assistere ad una lezione. E compito degli allievi più anziani, o dell allievo che abbia fatto richiesta al Maestro di acconsentire alla presenza di un proprio ospite, spiegare dettagliatamente a quest ultimo quale comportamento assumere. 10. Interruzioni. Il Maestro potrà prevedere dei momenti di pausa della lezione (in particolar modo per le lezioni che durano due ore o più). Si potrà approfittare di questi momenti per uscire momentaneamente dal Dojo per andare al bagno, rinfrescarsi o bere (non è permesso mangiare o bere nel Dojo, in nessun caso). Gli allievi, per tutta la durata dell interruzione, dovranno comportarsi come se fossero a lezione (quindi tutte le attività dovranno essere svolte nel massimo silenzio e con brevità). Si dovrà sempre mantenere una posizione dignitosa, in particolar modo quando si è dentro il Dojo (non è quindi ammesso appoggiarsi al muro od avere una atteggiamento sciatto con il gi in disordine). L interruzione, sia che avvenga tra una lezione e l altra, sia che avvenga all interno della stessa lezione, è il momento in cui gli studenti devono prendersi cura del Dojo: ad esempio si potranno sistemare alcuni elementi che siano rimasti in disordine dopo la pratica di alcune tecniche o si potrà pulire od asciugare il tatami (magari reso scivoloso dal sudore degli allievi durante l allenamento). Questo tipo di attività dovranno essere svolte dai maggiorenni di grado più basso che dovranno dimostrare attenzione e iniziativa. 11. Ammissione all esame o alle gare. Non chiedere mai al Maestro se si è pronti per sostenere l esame. Una richiesta del genere ottiene solo di dimostrare arroganza e maleducazione e di procrastinare quindi il momento in cui si sarà sottoposti ad esame (avendo dato, appunto, chiara evidenza di non aver compreso un aspetto fondamentale della formazione del karateka). E bene ricordarsi che la persona più soddisfatta e felice quando si arriva al momento dell esame è il Maestro stesso. Uguale principio vale per l ammissione alle Gare od ad altri eventi. 12. Il significato del saluto. Ogni sessione di allenamento inizia e termina con il saluto. E una procedura affascinante e complessa che verrà affrontata con un articolo a parte. In questa ~ 7 ~

8 sede è opportuno ricordare il significato del saluto. Con il saluto si ringrazia e rende omaggio alla arte che si pratica, a chi la ha fondata, a chi si è prodigato per tramadarla, al caposcuola, al Maestro, agli altri karateka ed in generale a tutti coloro che ci danno la possibilità di praticare l arte del karate (si pensi ad esempio ai genitori che fanno dei sacrifici sia economici che di tempo per permettere ai giovani allievi di allenarsi). E quindi un momento intenso che deve essere vissuto con la necessaria concentrazione e dedizione. La cultura giapponese assegna notevole importanza alla correttezza, pulizia ed eleganza dei vari gesti (si pensi, ad esempio, alla cerimonia del tè): nel karate, ancora di più, occorre serenità, tranquillità, compostezza e concentrazione per eseguire correttamente il saluto. A breve si approfondiranno alcuni ulteriori aspetti quali: procedura e disposizione per il saluto, etichetta in fase di kumite, kata, stage, gare e negli esercizi eseguiti con uno o più partner. ~ 8 ~

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