Buk e riparte la Cultura

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1 N 6 Primavera Leggere, Pensare, Conoscere Buk e riparte la Cultura Buk Leggere, Pensare, Conoscere - Trimestrale - Anno 2 - Reg. c/o Tribunale di Modena n del 19/12/2010 I labirinti del male e il femminicidio Mario Ventura: un Prefetto-scrittore Buk e Pordenonelegge: due Festival a confronto

2 BUK Leggere, pensare, conoscere Anno 2 n 6 Primavera 2013 Editore: Progettarte Via Puccini Modena Tel Direttori Editoriali: Rossella Diaz e Francesco Zarzana Direttore Responsabile: Luca Leone Hanno collaborato a questo numero: Daniela Dazzo, Giada Dhainaut, Rossella Diaz, Ismaele El Swaky, Michele Fuoco, Roberta Frequenza, Claudio Gavioli, Federica Lanna, Luca Leone, Stefania Manni, Cosimo Martone, Alessandro Schiassi, Francesco Zarzana Chiuso in Redazione: 28 febbraio 2013 Per la pubblicità su Buk: Progettarte - Officina Culturale Sede Legale: Via Puccini Modena Tel segreteria@bukmodena.it segreteria@progettarte.org Sommario 3 Editoriale 4 BUK 2013: uno straordinario weekend di Cultura 5 Smart creativity: essere creativi al tempo del tablet e dello smartphone 6 L artista della luce 6 Socialzime: a servizio dei social network aziendali 7 Un focus sul Festival 8 BUK 2013 presenta BIOBUK 9 Investire in Cultura per rimettere in moto l Italia 10 I Labirinti del Male 12 Anne-Marie Mitterrand, una vita per la scrittura 13 Social Network la nuova Polis 14 La vita operosa dello scrittore 15 La Guerra delle acque tra Modena, Mantova e Ferrara 16 Marsiglia, capitale europea della cultura 2013! 17 Tetano 17 Mai innamorarsi ad agosto 18 L uomo delle contraddizioni 19 Fried E Quel che è 20 Aldous Huxley Distopia o premonizione? L alto costo dell armonia 21 Torino, Gianini e Luzzati - Decoupage, cinema e fiaba 22 Generazione XXL 23 La scuola diversa 24 Festival a confronto 27 Editori BUK 2013

3 3 Torna il 23 e 24 marzo 2013 al Foro Boario di Modena BUK - Festival della Piccola e Media Editoria, l attesa kermesse che è giunta alla sesta edizione e che inaugura ufficialmente la stagione culturale primaverile italiana. Quest ultimo numero della rivista BUK - Leggere, Pensare, Conoscere sarà infatti dedicato al Festival e a tutte le sue declinazioni che farà da supporto ad importanti recensioni, estemporanee, poesia, nuove tecnologie, arte, inchiesta, musica. Nonostante la crisi economica abbia duramente colpito il settore editoriale, saranno oltre cento gli editori che parteciperanno al Festival BUK, poiché rimane per i più, un appuntamento da non perdere e di altissimo spessore letterario. I nostri amici editori avranno così uno spazio a loro dedicato su questo numero: vogliamo farveli conoscere, scoprire le loro storie, le interessanti pubblicazioni il più delle volte veri e propri gioielli culturali. Numerosissimi gli eventi collaterali in questa nuova edizione, oltre sessanta incontri, presentazioni, approfondimenti, tavole rotonde, premi letterari, reading, convegni. E qualche novità. Come lo spazio BIO - BUK, un salotto culturale dedicato al connubio bio - cultura, le sculture culturali di Carlo Baldessari, il convegno Smart Creativity: essere creativi al tempo del tablet e dello smartphone, ma anche tante anteprime nazionali e i Premi Letterari ma non vogliamo svelare troppe sorprese, quindi vi aspettiamo TUTTI al Festival, per respirare finalmente aria di cultura. Benvenuti a BUK 2013! Rossella Diaz Francesco Zarzana Direttori Editoriali Marzo 2013 Foro Boario - MODENA Incontri letterari, reading, laboratori, conferenze, presentazioni, tantissime novità in questa straordinaria VI Edizione di BUK - Festival della Piccola e Media Editoria INFO segreteria@progettarte.org

4 4 BUK 2013: uno straordinario weekend di Cultura di Roberta Frequenza Il 23 e il 24 marzo 2013 esplode la cultura a Modena. La splendida location del Foro Boario si riconferma sede di BUK, il Festival della piccola e media editoria che quest anno giunge alla sua VI edizione. Tante saranno le novità così come le conferme, indice della crescita e della maturazione di un evento che, nato nel 2008, ha riscontrato un sempre maggiore consenso tra editori, autori e pubblico. Concepito fin dai suoi esordi con lo scopo di far conoscere e permettere un esperienza diretta del vasto mondo dell editoria, costellato soprattutto da piccoli e medi editori, BUK è cresciuto insieme a loro, divenendo ad oggi un importante punto di incontro del panorama editoriale italiano e non solo. Il Festival, infatti, abbraccia la cultura in tutte le sue sfaccettature coglibili mediante i cinque i sensi, fili conduttori che alimentano e sono a loro volta alimentati da due motori, la mente e il cuore. E il cuore pulsante di una terra colpita, ma non sconfitta, dal terremoto del maggio 2012 sarà presentato in un progetto che vede come protagoniste due donne: Camilla Ghedini, giornalista ferrarese, e Francesca Pellegrini, scrittrice ed editrice modenese, che separatamente hanno sviluppato e portato avanti due idee volte a ridare fiducia, conforto e speranza alle difficoltà che le persone colpite dal sisma si trovano a vivere trovando proprio nella cultura il comune denominatore. Nell ambito dell incertezza, dovuta in gran parte alla grave crisi dilagante, ritroviamo Marco Mengoli, già autore di Una vita low cost, che con ironia presenta nel suo nuovo lavoro, ABC del low cost - Come vivere risparmiando, una serie di utili indicazioni per riuscire nell impresa di sopravvivere alla crisi economica. Giulia Landini, con l Ecologia del risparmio, pone l attenzione sul risparmio casalingo, al centro delle scelte concernenti la gestione della casa fino a qualche decennio fa che, a lungo dimenticato, sta finalmente tornando in auge. Il mondo del precariato e della difficoltà lavorativa è, invece, oggetto de Il manuale del giovane precario di Laura Pagano, dove esperienze di vita vissuta dalla stessa autrice costituiscono la base di vere e proprie regole di comportamento saldamente legate alla teoria della psicologia comportamentale. Il difficile approccio al mercato del lavoro è anche il tema affrontato in Lavoricidi, un romanzo cooperativo ; sono, infatti, venti i giovani autori coinvolti, tra cui Paolo Nanni, Jonathan Arpetti, Gabriele Sorrentino ed Eliselle. A far notizia sono quasi sempre i numeri. Quelli delle vittime di femminicidio. Ma ogni singolo numero nasconde il nome di una donna e con lei la sua storia e quella dei suoi familiari. È questo quello che ci ricordano Luciano Garofano, ex comandante del R.I.S. di Parma, e Rossella Diaz ne I labirinti del male. Spazio anche ai temi del viaggio, dei migranti e dell intercultura con l evento Raccontare l incontro nel quale s intrecciano vari progetti editoriali a cura di Pietro Floridia, Expris Comics, Associazione Sopra i Ponti e Compagnia dei Rifugiati del Teatro dell Argine. Riconfermata anche la presenza della IV edizione del concorso Parole Digitali, aperto a tutti e promosso dal Comune di Modena Assessorato politiche giovanili, Rete Net Garage e le Biblioteche del Comune di Modena, in collaborazione con XOmegaP e Civibox. Il concorso di quest anno ha puntato alla

5 realizzazione di un romanzo collettivo di ambientazione fantasy scritto a più mani dagli stessi partecipanti. Non mancheranno storie legate saldamente alla città di Modena, come Dodici anni con Luciano Pavarotti di Edwin Tinoco, suo assistente, il quale a più di cinque anni dalla scomparsa del grande maestro ha deciso fosse giunto il momento di raccontare la propria verità su una figura così importante per la propria vita. Stefano Ferrari in Su e giù dal podio-20 storie di sport modenese racconta episodi inediti o poco noti degli sportivi modenesi che, riuscendo ad avere la giusta percezione delle cose, sono stati in grado di realizzare i propri sogni e quelli di coloro che avevano riposto in loro la propria fiducia. Proprio in occasione della nomina di Modena a Città Europea dello Sport 2013, BUK ha deciso di fare omaggio a quattro grandi sportivi del territorio, intitolando le tre sale riservate alle presentazioni ad Alberto Braglia, Dorando Pietri, Ondina Valla e la sala espositiva ad Alfonsina Strada. Ed ancora il Premio Letterario BUK- ScrivendoVolo: concorso letterario per racconti, sezione narrativa, la II edizione del Concorso Nazionale di Giornalismo Scolastico PRIMA PAGINA, premio che ha riscontrato un notevole successo tra le scuole di tutta Italia. La premiazione sarà condotta dall Assessore all Istruzione Adriana Querzè, e coordinata da Voci dal Branco. Un altro importante appuntamento, che rappresenta una vera novità per BUK VI edizione, è Bio Buk. Nato da un idea di Stefania Manni, Bio Buk 2013 vuole essere uno spazio interamente riservato all ascolto e alla condivisione, con l obiettivo di far comprendere che uno stile di vita più sostenibile, non solo nelle parole, ma concretamente, sia una realtà possibile e attuabile. 5 In tale ottica, sono stati sviluppati una serie di incontri che vedranno come protagonisti delle due giornate il professor Bruno Contigiani, presidente dell associazione L Arte di vivere con lentezza, la fotografa girovaga indipendente Elena Bellini e il polistrumentista Lorenzo Ricci, ma soprattutto il pubblico, chiamato a saggiare in prima persona la bellezza di scelte consapevoli e responsabili. Presenza di prestigio saranno anche le opere di Carlo Baldessari, artista modenese riconosciuto e apprezzato in ambito internazionale, che con il proprio estro è capace di dare nuova linfa vitale a materiali a cui, un osservatore distratto, non regalerebbe neanche un secondo sguardo. Queste sono solo alcune delle proposte che formano la rosa degli eventi di cui il pubblico di BUK avrà modo di fare esperienza visitando il Festival del 23 e 24 marzo. Un luogo dove non si vendono solo libri, ma si dà spazio a nuove idee di circolare liberamente trainate dall odore della carta stampata, dai sorrisi degli editori, dalle discussioni intrattenute anche con uno sconosciuto su un libro la cui copertina ha semplicemente attratto l attenzione, ma che si potrà scoprire condurre verso quelli che Eco chiama mondi possibili che potranno vedere protagonista lo stesso lettore che si farà da essi sedurre. Smart creativity: essere creativi al tempo del tablet e dello smartphone Un importante appuntamento di apertura a BUK - Festival della Piccola e Media Editoria Il convegno svilupperà un interessante argomento, ossia come la creatività giovanile possa ancora essere attiva quando si decide di utilizzare, per realizzarla, i mobile devices (tablet, smartphone). Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati in modo esponenziale dall incremento di nuove tecnologie informatiche: la facilità di utilizzare software pre-confezionati ha permesso ad un numero illimitato di persone, e giovani soprattutto, di comunicare in modo diverso, scrivere testi, elaborarli con facilità, produrre contenuti musicali e grafici, fotografia e arti figurative. Da qualche anno (con evidente scopo di ampliare sempre più il target degli utilizzatori informatici) le grandi multinazionali hanno aumentato la loro ricerca, producendo tecnologie facili da utilizzare ad un minor impatto economico, concentrando i loro studi nel voler consentire un uso non limitato all interno delle mura domestiche e gli ambienti lavorativi, ma che potesse essere usufruito anche in mobilità, consentendo la grande diffusione degli User Generated Content. di Rossella Diaz Gli osservatori hanno riscontrato che tali obiettivi sono stati raggiunti, ma codesta strategia ha condizionato ormai un utilizzo omologato delle tecnologie : è sempre più semplice scattare una foto o fare un filmato e postarli sul web ma questi atti, possono ancora essere considerati creativi? Non saranno banali, conformi e poco personali? E questo il livello di intervento creativo che ci aspetta? Questi temi saranno trattati al Convegno di apertura a BUK Festival in sala Ondina Valla alle ore 10.00, cui interverranno docenti nazionali ed internazionali ed esperti in materia. Appuntamento da non perdere!!!

6 6 L artista della luce di Giada Dhainaut Dare una connotazione ad un artista come Carlo Baldessari risulta molto difficile anche perché si corre il rischio di etichettarlo. Ogni artista per fortuna mantiene la fanciullesca naturalezza in cui si crede che tutto sia possibile e alcuni adulti non la perdono. E Baldessari è tra questi. Per definirlo ricorro ad una citazione di P. B. Shelley Sai tu cosa significa essere un bambino? E credere nell amore, credere nella bellezza, è trasformare in carrozza le zucche e i topi i in destrieri, l infinito in eccelso e di niente fare tutto. Carlo trasforma il vetro in luce, riflessi, spesso magia. Ricondurlo ad una citazione è riduttivo sicuramente, tuttavia come ogni favola frutto di invenzione e fantasia trasposte poi con le parole, Carlo lo crea con pezzi di vetri e di cristallo come fossero parole.. costruisce ogni volta una nuova storia.. da leggere con le mani, per poi illuminare il cuore con gli occhi. Quando si parla dello scultore Carlo Baldessari, prima descrizione possibile è definirlo l artista della luce. E ce lo spiega lui stesso. Sin da ragazzo ho coltivato la passione, sentivo scorrere l amore per il bello, per l arte, l esprimere, per ogni manifestazione della stessa che susciti emozione. Ho sempre messo a disposizione delle mie mani quella creatività che sino a qualche anno fa era indirizzata prevalentemente a creare sorrisi, realizzare composizioni, nuovi oggetti. Col tempo mi sono convinto che si può anche ri-creare dal...nulla, che trasformare materiali in disuso può essere una risorsa.. Racconto un aneddoto: quando in casa è stata rotta una specchiera, mi sono rifiutato di gettare quel vetro che per anni aveva fatto parte del nostro quotidiano. Ho rotto, smussato, assemblato ed è nata la prima scultura, ma non mi bastava, doveva anche illuminare. E così che sono nate le mie sculture illuminate, una forma d arte che nessuno aveva mai tentato prima Qual è la molla scatenante dell ispirazione di una nuova opera? A partire dal materiale spesso mi capita sotto agli occhi per caso..e non poi e coup de foudre.. Il vetro e il cristallo che utilizzo per le mie creazioni vengono da un accurata ricerca a partire dai cassonetti.. alle vetrerie di Murano, ma anche quelle della nostra zona. Sono i colori, le forme,da come il vetro rifrange i raggi luminosi in cui mi ispiro e mi suggeriscono come questi pezzi riprenderanno appunto nuova forma, nuova vita nuova vita, nuova forma, nuovo calore Quali ostacoli incontra un artista in questo periodo, non solo in questo periodo, in questo territorio Sarebbe banale affermare che i mancati investimenti nella cultura non aiutino, ma certo è vero. E una delle conseguenze è che troppo spesso gli artisti non hanno la possibilità di farsi conoscere al grande pubblico, non possano usufruire della promozione dei media, degli spazi espositivi, se non a pagamento, e uno dei risultati è di non ottenere la valutazione e l interpretazione onesta e corretta della propria opera. Quale esposizione ricorda con maggior affetto o con quale sono stati maggiori i consensi? La Basilica dei Frari a Venezia: essere il primo artista vivente ad esporre a fianco delle opere di Tiziano, Canova, Bellini, è stata una sensazione indescrivibile per la quale non trovo le parole. Essere a contatto con l Arte, viverla, respirarla è qualcosa di straordinario. Riguardo ai progetti futuri? Ci sono diverse esposizioni in programma e una piccola sorpresa.. a maggio, sempre con l intento di coniugare arte e cultura, esporrò durante spettacoli teatrali in debutto a Parigi in un importante festival internazionale L uomo dai pezzi di vetro, come recita la canzone di de Gregori che ci porta a Baldessari.. era acqua corrente.. non conosce paure.. l uomo che non conosce paure. pezzi di vetro, pezzi dimenticati raccolti, pezzi rimessi insieme, pezzi che non si spezzano, luce anche senza corrente, senza lampadine.. luce di chi del proprio talento illumina tra lo spazio di uno sguardo ed un opera.immensi sorrisi. SOCIALIZEME: A SERVIZIO DEI SOCIAL NET WOR K AZIENDALI di Federica Lanna Un team di giovani selfmade boys&girls uniti nel buisiness del Social Media Marketing. La parola d ordine oggi è reinventarsi, per rimanere al passo coi tempi, per avere sempre nuove carte da giocarsi, reinventarsi sempre! Ed è per questo che una aspirante copywriter di Modena, Federica Lanna, assieme al collega Fabio Orlandi, conosciuto durante uno stage, ha deciso di investire le sue risorse di content creator nel Social Media Marketing, un settore che sta vedendo una espansione esponenziale:

7 7 Un focus sul Festival di Claudio Gavioli io Gav avio ioli BUK, il Festival della piccola e media editoria in programma al Foro Boario rappresenta per noi modenesi motivo di orgoglio e di stimolante curiosità per le numerose iniziative e proposte. Se poi, oltre ad essere un lettore appassionato e onnivoro, sei anche un autore con ormai diverse pubblicazioni alle spalle, il piatto diventa ancora più succulento. Girando per i padiglioni ti senti parte integrante del contesto in quanto scrittore e nello stesso tempo pervaso da una sottile inquietudine davanti a tutta quella grazia di Dio, come quando devi scegliere nello sterminato assortimento di un buffet da villaggio turistico. Come tutti quelli che scrivono hai sempre qualcosa di pronto nel cassetto in attesa di pubblicazione. Perché gli scrittori dilettanti sono bulimici, si sa. Non scrivono su ordinazione ma soltanto sull ispirazione che i fatti della vita e quelli personali offrono con generosa pervicacia. E se scrivere diventa un fatto liberatorio, quasi terapeutico lo fai volentieri senza risparmiarti. Lo fai più per te stesso che per l attesa di utopistiche glorie future. Le vie del successo in campo editoriale sono così tortuose e subalterne a meccanismi inesplicabili che è inutile illudersi. E già gratificante essere apprezzati da un gruppo fedele di lettori che ogni volta si allarga un po. Grasso che cola viene da dire nella patria del gnocco e delle tigelle. Dunque dicevo che anche quest anno mi presenterò a BUK con un manoscritto sotto braccio e proverò a sondare qualche approccio. L esperienza con l editore grosso l ho già fatta e ne sono uscito con le ossa rotte. In fondo, sapendo di non poter contare su lauti guadagni (ma spesso si rischia di non rimediare nemmeno gli spiccioli che ti spettano di diritto se hai venduto alcune centinaia di copie) si chiede rispetto, cortesia, collaborazione perché l avventura risulti gradevole e gratificante. Invece niente, soltanto un algido e perverso disinteresse. Quindi ben venga un editore medio piccolo ma appassionato e sinceramente interessato a ciò che hai scritto. E così, tra una presentazione e l altra a cui assisterai con diligente partecipazione (perché sai che il giorno in cui, con presuntuoso distacco, sarai disinteressato alla produzione degli altri, vorrai dire che non hai capito nulla e hai perso il tuo tempo) ti aggirerai tra i banchi traboccanti di libri con fare to e quando individuerai la tua preda, circospet- attaccherai bottone. Se non altro con la consapevolezza che questo è il posto giusto per farlo, che se non lo fai in un posto creato anche per questo, non lo farai da nessuna parte. Qui troverai un editore che ti guarderà negli occhi, che ascolterà con pazienza che gli racconti la tua creatura e nel caso sia interessato accetterà il tuo manoscritto e magari lo leggerà. A volte piccolo è bello, credetemi sulla parola. di fatti l universo dei social è in costate espansione, oltre 800 milioni di utenti sono già presenti su Facebook e oltre 100 milioni su Twitter, l 83% delle aziende presenti sul web afferma che i social costituiscono una risorsa importantissima. Federica spiega così l inizio di questa avventura: Siamo diventati tutti dei selfmade boys&girls, perché il mondo è diventato terribilmente avaro di possibilità. La maggior parte dei miei amici lavora in proprio: fotografi, make up artist, sound engineer. Mettiamo le nostre doti al servizio di noi stessi per guadagnarci da vivere Federica e Fabio, presi i contatti con alcuni collaboratori, giovani web master e consulenti pubblicitari, hanno dato vita alla SocializeMe, gruppo di lavoro specializzato nella creazione e gestione di social network aziendali. Una scelta decisamente al passo coi tempi quella di questo team di under 30 che, grazie alle loro esperienze pregresse nell ambito della comunicazione in settori come l editoria, il giornalismo, la pubblicità, e alla loro darwiniana capacità di adattamento, sono riusciti in pochissimo tempo a tessere una produttiva rete di rapporti che consente loro di offrire una offerta varia che va dalla gestione di blog e social fino alla creazione di siti web e alla pubblicità sul web geolocalizzata. I social network come Facebook, grazie alla possibilità di domanda e risposta in tempo reale, sono considerati più fruibili e sono quindi più ricercati; maggiore sarà la qualità delle informazioni condivise maggiori saranno le possibilità di costituire una identità aziendale e una community di follower attiva; ed è proprio questo l obiettivo della SocializeMe, iniziare le aziende al mondo dei social, tenendo vivo l interesse di chi ne segue le iniziative. Per informazioni: socializeme.agency@gmail.com Tel:

8 8 BUK 2013 presenta BIOBUK La parola Bio deriva dal greco Bios e significa Vita : può essere usata come prefisso o suffisso ma si parla sempre di qualcosa di relativo alla vita, agli organismi viventi. Viene spontaneo pensare che essere Bio significa rispettare la Vita in tutte le sue forme e anche di vivere secondo i tempi e le regole della stessa, intesa come evento naturale, spontaneo e sostenibile. di Stefania Manni Dall amore e dal rispetto per tutto ciò che è Vita è nata l idea di BIOBUK 2013 che vuole essere uno spazio fisico e mentale dove la Cultura può essere condivisa e dove si respiri un aria di sensibilizzazione verso temi importanti quali l ascolto, lo scambio, il ri-uso e il ri-ciclo nell ottica di promuovere uno style of life più sostenibile filosoficamente e praticamente. A tal fine lo spazio dedicato a Bio Buk sarà arredato con mobili in cartone riciclato creati appositamente da un artista artigiana a KM0, ci sarà uno swap market di libri, dove, chi lo vorrà, potrà scambiare un libro già letto con una nuova lettura per non buttare le parole scritte; uno speakers corner per ascoltare ed un salottino, reading corner, dove si potrà, anche, sfogliare un libro. All interno di un atmosfera aperta e conviviale saranno proposti tre incontri, durante i quali si tratterà il tema Bio applicato alle professioni dei protagonisti. I Bio speakers saranno la fotografa girovaga indipendente Elena Bellini, nella giornata di sabato pomeriggio, con la quale si parlerà di scatti fatti col cuore, di storie e reportage in terra d Africa; la domenica mattina sarà, invece, dedicata al polistrumentista bio Lorenzo Ricci creatore della musica biologica applicata ai concetti della Decrescita e, in chiusura finale pomeridiana, al professore e scrittore Bruno Contigiani presidente dell associazione L arte di vivere con lentezza che condividerà con i presenti, il tema della lentezza applicata alla vita di tutti i giorni e alla lettura/scrittura di libri. Lo spazio BioBuk sarà gestito da Serendipity555 che ne anche l ideatore. S555 è una giovane impresa della modenese Stefania Manni, che si occupa dell organizzazione di eventi, wedding e idee di viaggio. La filosofia che sposa è quella del Buono, Pulito e Giusto, cercando di applicare i principi della Decrescita (Serena) e valutando, anche, soluzioni unconventional : l essere umano non può smettere di festeggiare, di conoscere e di viaggiare ma lo può fare in modo più vero e responsabile. ( Ci si augura, e ci sono tutti i presupposti, che il BioBuk diventi parte integrante e sempre più composita all interno dei Buk del futuro per far sì che la parola Bio non sia considerata una moda o un eccezione, bensì un pura normalità che possa rendere la nostra Vita, anche culturale, sempre più naturalmente Viva. Buon Buk

9 Investire in Cultura per rimettere in moto l Italia Purtroppo a forza di sentirlo ripetere come un mantra, ci siamo assuefatti e qualcuno si è disgraziatamente convinto, che con la Cultura non si mangia. Nell ultimo decennio anche importanti personalità hanno più volte sostenuto questa tesi nel pubblico dibattito tanto da far apparire addirittura fuori luogo chi invece si ostina col proprio lavoro, a voler dimostrare il contrario. In questo periodo di profonda crisi economica, le singole realtà che hanno provato a resistere, ed ancora non si arrendono alla miope scure dei tagli inflitti a questo settore, hanno invece visto progressivamente guadagnare terreno al nero spettro del nulla, come nel film de La Storia Infinita. Se qualcuno nei primi anni 80 si fosse azzardato a mettere in dubbio l importanza strategica degli investimenti che lo Stato italiano destinava per tenerne alta la qualità, sarebbe stato deriso o peggio, trattato da eversivo. I pregiati prodotti made in Italy infatti, dal 1945 imponendosi su tutti i mercati, portarono l Italia dal 49 posto ad essere la quinta potenza industriale del Mondo. Il prezioso valore aggiunto derivante da un investimento di questo tipo, l ingegner Adriano Olivetti lo aveva ben chiaro ed infatti diede vita alla rivista Civiltà delle macchine, offrendo la possibilità a ragazzi come Calvino, Moravia, Pasolini, Bertolucci e molti altri, di crescere cimentandosi in quella che poi venne definita letteratura industriale. In Europa oggi la cultura impatta sul Pil per il 3,3%, dando lavoro a 6 milioni e settecentomila persone, quasi quanto l industria automobilistica. Non è un caso se la lungimirante e teutonica Germania, negli ultimi 60 anni, non ha mai smesso di investire in Cultura ed addirittura negli ultimi anni ha triplicato gli investimenti di Stato in questo settore ritenuto di primaria importanza per una società in salute. Dai giornali abbiamo appreso che la Volkswagen ha assunto circa 2000 dipendenti tra cui designer, pittori, filosofi e sociologi esperti nella comunicazione. Obiettivo, creare un trend, lanciare una moda, far desiderare i propri marchi. L Italia invece ha imboccato una pericolosa china, questo autoconvincersi che gli investimenti in Cultura sono superflui, ci sta ponendo fuori mercato, continuando a navigare in questa direzione, stiamo rinunciando alla possibilità di provare a lanciare nuovi prodotti capaci di dettare nuove tendenze al mercato. Si pensi che ad oggi, gli scrittori italiani più venduti all estero sono ancora grandi nomi scomparsi decenni fa, come Alberto Moravia, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia. L auspicio è che si inverta questa sciagurata quanto ottusa tendenza, ci si renda conto che come un pregiato aceto balsamico si può ottenere solo in determinati territori che devono essere curati e salvaguardati per preservarne la qualità, così per produrre ed esportare una fetta dei nostri prodotti migliori, che da sempre ci contraddistinguono nel Mondo, è giusto tornare a coltivare i settori legati alla Cultura italiana. di Rossella Diaz Brunello Cucinelli: un imprenditore d ammirare E stato un Natale unico e speciale quello dei dipendenti della Cucinelli Group. Brunello Cucinelli, imprenditore del cachemire, ha deciso di condividere gli utili con i propri collaboratori ed ha regalato ben 5 milioni di euro ai suoi dipendenti, come segno di riconoscenza e gratitudine per tutto il lavoro svolto negli anni addietro. Cifra che, divisa per oltre 750 persone, risulta toccare quasi i 6500 euro a testa. Ne hanno usufruito tutti, in rapporto al tempo di anzianità di servizio e al ruolo ricoperto. Anche i pensionati sono stati gratificati, sono andati indietro di più di dieci anni nell assegnare una quota anche agli ex dipendenti, ora in pensione, di cui Cucinelli ha voluto esaltare i meriti di quanti hanno contribuito in maniera concreta alla crescita esponenziale dell azienda, a rafforzarne nel tempo i bilanci e il brand. Chi lo seguirà? Chi è disposto a fare altrettanto? Cucinelli ha voluto impostare la sua filosofia aziendale oltre qualsiasi logica di crisi economica, culturale, etica e morale. Un esempio per tutti gli imprenditori Italiani. 9

10 10 corso delle indagini o dei processi, possono alterare la realtà in modo irreversibile. È un emergenza che dobbiamo fronteggiare tutti insieme. Un saggio come questo propone una via d uscita dai labirinti del male: ha un valore immenso, è una guida per sconfiggere un nemi- I Labirinti del Male di Roberta Frequenza allo stalking all omicidio, D eterogenee modalità di approccio, di persecuzione, di vendetta. Donne e storie di donne. Facili prede, indifese, emarginate, abbandonate da tutti. Speculari immagini di ciò che hanno dentro. Il peggior nemico è il silenzio che accompagna la loro disperazione. Per non nascondere più la violenza sulle donne, per reagire a questo scempio e per cercare di arginarlo ne, non ce la faranno. Le leggi, da sole, non bastano. La psichiatria, sganciata da un analisi del contesto sociale, può soltanto dare un contributo. E i giornalisti, se non hanno il tatto e la pazienza indispensabili per entrare nel cuore delle persone nel Sopra alcuni passi del nuovo libro I labirinti del Male di Rossella Diaz e Luciano Garofano, (ex comandante dei RIS di Parma) ultimo successo editoriale targato Infinito Edizioni, da marzo in tutte le librerie. Nel mondo, ogni otto minuti viene assassinata una donna. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni. Sono prede facili, indifese, emarginate, abbandonate da tutti. Il libro nasce per sensibilizzare il maggior numero di persone sull esistenza del problema, quale la violenza sulle donne, il femminicidio, lo stalking, per mano di ex compagni, mariti, fidanzati tragico fenomeno, purtroppo, in continua e progressiva crescita. E un approfondita indagine nell universo della violenza contro le donne e un invito a denunciare, per reagire a questo scempio. Senza una grande alleanza sociale e collettiva le donne, tutte le don-

11 11 co spesso invisibile, a volte imprevisto, sempre ingiusto. (Barbara Palombelli) Quella dello stalking è una storia dell Occidente post-industriale e post-moderno. Non è una storia planetaria. Parliamo di una storia che è socio-culturalmente ben definita nella nostra società. (Alessandro Mieluzzi) - Generale Garofano, ci racconti com è strutturato il vostro libro: Il libro analizza, nella prima parte, dati statistici e fonti d approfondimento di questo atroce fenomeno, per poi soffermarsi su alcuni casi simbolo di femmincidio verificatisi negli ultimi dieci anni: violenze non denunciate, pedinamenti, comportamenti ambigui e sottovalutati, disperazione delle vittime. In seguito poniamo molta attenzione sul fenomeno dello stalking. Nella seconda parte ci soffermiamo in maniera più intimistica e profonda sui racconti di due madri meravigliose, che hanno perso le loro figlie, strappate alla vita per mano di due uomini che dicevano di amarle; ed abbiamo poi la testimonianza di una vittima che porta sulla propria pelle il segno indelebile del proprio carnefice. In conclusione, un capitolo è specificamente dedicato a tutte le donne a rischio: cosa realmente mettere in pratica, in una situazione di violenza? A chi rivolgersi? Dove sporgere denuncia? Chi poter contattare? Dove andare, con o senza figli? Nella terza ed ultima parte, infine, analizziamo le anomalie e carenze di tutte le istituzioni, associazioni ed organizzazioni preposte all accoglienza della vittima, con uno sguardo alle proposte formulate in ambito Nazionale ed alle iniziative che è necessario intraprendere per reagire a questa mattanza - Dott.ssa Diaz, immagino che raccontare storie di donne vittime, decedute o ancora in vita, incontrando familiari rassegnati e disperati per la perdita delle loro care, non sia stato semplice. E stata un inchiesta difficile da affrontare, professionalmente ed umanamente. Percepire dai racconti la violenza gratuita, giustificata. Molte vittime sono state lasciate sole dalle Istituzioni, anche dopo aver denunciato...le stesse vittime di età ed estrazione sociale diversa. Nord e sud Italia. La violenza non conosce collocazione geografica. Tutte strappate alla vita per mano di un uomo che conoscevano molto bene, di cui si fidavano. Queste donne, decedute o ancora in vita, non possono essere dimenticate, ed auspichiamo che il sacrificio di queste persone non sia stato vano, ma possa essere d aiuto a molte altre vittime, a reagire. Bisogna pertanto creare cultura, sinergie e reti di collegamento efficaci tra tutti gli operatori del settore (forze dell ordine, magistrati, avvocati, operatori sociali, medici e assistenti sanitari, psicologi, docenti ai vari livelli) e puntare a una solida piattaforma formativa che permetta il raggiungimento di elevati livelli di specializzazione, per ascoltare, valutare, sostenere, proteggere e consigliare le donne, soprattutto quando decidono d interrompere una relazione a rischio. E creare leggi ad hoc, contro il reato di femminicidio! A questo scopo abbiamo ritenuto utile riportare una sorta di vademecum a fine pubblicazione, che ogni donna vittima di violenza possa seguire, per sapere cosa fare, come comportarsi, a chi chiedere aiuto. L amor proprio è fondamentale per condurre una vita serena, alzare la testa, guardare con fiducia al proprio futuro, superare le angherie e le difficoltà: raccontare, rivelare, denunciare!

12 12 Anne-Marie Mitterrand, una vita per la scrittura di Francesco Zarzana Nel libro Un nom dur à porter (Un cognome duro da portare) voi parlate della vostra famiglia: Mitterrand è ancora un cognome duro da portare? Io penso che portare un nome celebre è sempre difficile perché la persona si affaccia dietro a quello celebre. Mi sono domandao talvolta a me stessa chi ero? e ho desiderio di rispondere. In Francia ci sono ancora persone che attribuendo a Mitterrand ul cambiamento dello scenario politico della Francia, non mi invitano ai loro tavoli, ma all estero c è ancora un tappeto rosso che si srotola per me e le porte mi si aprono facilmente. François Mitterrand aveva un carisma incontestabile che si è esteso in tutta Europa ed è un vantaggio per chi porta il suo cognome. Negli ultimi due romanzi Attends-moi, j arrive voi parlate della Parigi occupata della seconda guerra mondiale e in Reste avec moi del 68: due epoche che sembrano lontane. Parigi regala sempre emozioni non solo quando si visita Notre Dame o il Louvre ma anche quando si incontrano personaggi straordinari come Anne-Marie Mitterrand, grande scrittrice prima che nipote dell ex Presidente della Repubblica francese. Cordiale, spiritosa, sensibile e attenta, conversare con Anne-Marie è come incontrare l amica che hai sempre sperato di avere. E mentre davanti a noi si erge imponente la Tour Eiffel, le nostre chiacchiere spaziano in tutti i campi. Madame, quando è nato il suo amore per la scrittura? Io ho sempre scritto, prima da ragazzina e poi da adolescente non mi fermavo di scrivere. La scrittura è una fatalità alla quale non si può resistere quando ti cade addosso. Io scrivo ai miei figli, ai miei amici, anche al prefetto della Polizia. Mi viene meglio scrivere che parlare e così posso dire che amo la conversazione. La scrittura permette di pesare le parole mentre le parole possono oltrepassare i pensieri e ferire involontariamente. Impossibile rinnegare ciò che è scritto mentre le parole lanciate dall emozione o dalla collera possono essere deformate. Sì, penso che la scrittura è essenziale nella mia vita peraltro mi permette di ascoltare l opera lirica poiché non poteri farlo se non passassi i miei pomeriggi a scrivere. Voi avete scritto nove libri: quale amate di più? Per la verità ne ho scritti dieci ma il settimo l ha firmato mia figlia. E la storia di sua nonna, nonché mia madre, che lei adorava ma di fatto il libro l ho scritto io. Amo ciò che scrivo, lavoro tanto sui mei libri e li trovo commoventi, intensi. Io penso tuttavia che il mio preferito sia La donna della sua vita ( La femme de sa vie pubblicato da Albin Michel) un affresco della borghesia francese del XX secolo dai sentimenti forti, dai personaggi emozionanti. Ma gli ultimi Attends-moi, j arrive (Aspettami, io arrivo) e Reste avec moi (Resta con me) mi piacciono moltissimo. Sono due epoche molto importanti che hanno segnato il secolo e che io ho voluto trattare al contrario di come scrivo di solito. In Attends-moi, j arrive io non racconto dei francesi che hanno sofferto sotto l iccupazione, ma al contrario di quelli che ne hanno approfittato per guadagnare soldi e prendersi dei piaceri vietati che non esistono nei periodi di pace. In Reste avec moi vado controcorrente anche lì perché parlo di studenti, di lavoratori e di bporghesi che non vogliono la rivoluzione, una maggioranza silenziosa che ottiene una grande vittoria. Certamente sono epoche un po lontane ma che hanno cambiato la faccia del mondo e non bisogna dimenticarlo.

13 13 Social Network la nuova Polis Era il 1971, per la prima volta da un computer veniva spedito un messaggio di posta elettronica e ricevuto da un altro computer collegato nella stessa stanza. Sette anni dopo, gli utenti attraverso le linee telefoniche iniziavano a scambiarsi dati. Nel 1988 fu sviluppato IRC, da tutti considerato il precursore della messaggistica istantanea, offriva la possibilità di condividere file e link nonché di stabilire un contatto a distanza tra persone. Da un evoluzione di IRC, all inizio degli anni 90 nacque ICQ, il primo programma di messaggistica istantanea. Tra il 1994 ed il 1995 nascono Geocities e Theglobe, rudimentali tentativi di condivisione contenuti multimediali e discussione sul web. A seguire nel 1997 nasce Messenger, il primo sito per chattare in tempo reale con altri utenti. Nello stesso anno Sixdegrees permette agli iscritti di creare un proprio profilo personale concedendo la possibilità di inserire all interno del profilo anche una lista di amici autorizzati a leggere i nostri post. Nel 1994 con la quotazione di Netscape, la società che sviluppò il primo browser commerciale per internet, nasce la new economy o «era delle dot. com». Occorrerà poi attendere il 2002 per potersi iscrivere a Friendster, la prima piattaforma che inventa il concetto di amicizia sul web. A seguire, dal 2003, nasceranno decine di reti sociali o social network, tra i più conosciuti MySpace, LinkedIn, Tribe.net, Classmates, Jaiku, Netlog, Facebook, Twitter, Foursquare, Google+, Pinterest e Youtube ovvero il sito di hosting e condivisione video, più famoso al mondo. Questa l evoluzione tecnologica delle variegate piattaforme nate in risposta ad una forte richiesta di socializzare, scambiarsi contenuti, conoscersi. di Rossella Diaz I punti di vista sulle reti sociali possono essere diametralmente opposti e gli aspetti da considerare sono molteplici. Se da un lato è vero che il tempo di isolamento fisico, che ogni individuo trascorre immergendosi nel virtuale, aumenta esponenzialmente col suo utilizzo, è altrettanto vero che la sensazione di distanza che separa le persone si avverte ridotta. Altro aspetto che spesso gli internauti sottovalutano è che nel momento in cui si producono propri scritti, si pubblicano foto, si aggiorna con notizie interessanti il proprio Blog o Pagina Facebook, si stanno regalando inconsapevolmente ore lavorative prestando la propria mano d opera al proprietario della piattaforma web. Se i contenuti di un social network non fossero mai aggiornati di certo la gente smetterebbe di frequentarli ed i gestori sarebbero costretti a chiuderli. Nell antica Grecia la polis fu un modello di partecipazione attiva degli abitanti alla vita politica caratterizzata dal fatto che tutti i cittadini soggiacessero alle stesse norme di diritto, secondo le leggi della città. Oggi chi volesse vivere su una piattaforma come quella di Facebook per esempio, è tenuto a rispettare ed accettare le regole che il Sig. Mark Zuckerberg ha definito. Se in una polis greca, ognuno trovava la propria realizzazione nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del bene comune, in una rete sociale salvo qualche campagna di sensibilizzazione che è riuscita a coinvolgere migliaia di persone, navigando tra i profili degli iscritti si evince che l aspetto preponderante è il voler apparire, mostrarsi, rendere pubblico ogni aspetto della propria vita privata. Facendo leva sulle pulsioni voyeuristiche, oggi ognuno può avere il suo quarto d ora di notorietà, basta osare un po, gettando in pasto al web 2.0 i propri momenti più intimi. A fronte di questi aspetti, legati ad un utilizzo ancora acerbo e poco consapevole dei mezzi, restano comunque gli innumerevoli pregi. Più di una volta è capitato che una notizia sia apparsa dapprima sui Social e solo in seguito, i media tradizionali dopo averla inizialmente snobbata, si sono ritrovati a rincorrerla per dedicargli lo spazio che meritava. Twitter è stato uno strumento che ha facilitato molto l organizzazione di Sit in come Occupy Wall Street o le proteste in nord Africa della scorsa Primavera Araba. Anche chi solitamente non compra giornali o non si informa seguendo i telegiornali, grazie alle funzioni di tagging e news feed, riceve un aggiornamento costante che spesso da semplice spunto di riflessione, incuriosisce l utente e lo porta ad approfondire l argomento. Ci stiamo avvalendo di strumenti che hanno una potenzialità enorme, purtroppo ne stiamo facendo un impiego ancora immaturo per certi aspetti, ma ragionando in prospettiva, considerando le evoluzioni degli ultimi 5 anni, degli utenti, dei Social e dei telefonini di ultima generazione, il raggiungimento di un bene comune collettivo appare alla nostra portata.

14 14 In quattro anni Mario Ventura ha pubblicato tre romanzi e un libro di racconti. L attività di vice prefetto vicario e la passione per la parola scritta, coltivata di nascosto per molti anni. Tante novità ancora nel cassetto. di Michele Fuoco Sono uno scrittore operaio che lavora molto. Per me scrivere è una passione che diventa piacere, un attività che faccio con discreta disinvoltura, e soprattutto un appuntamento allettante nel corso della giornata. La vita operosa dello scrittore Tre romanzi (La botte napoleonica, Il violino della Plaka, Le figure di Pinocchio) e un libro di racconti (Momento di taglio) in quattro anni per Mario Ventura, vice prefetto vicario a Modena, che per un lungo periodo ha tenuto nascosta questa sua vocazione letteraria. Libri scritti anni fa che Ventura ha sottoposto ad una completa rivisitazione prima di darli alle stampe. Opere (Edizioni Artestampa) in cui si delinea una complessità di situazioni, una panorama di diversità tematiche, di linguaggio e di pensiero, con una propria specificità di conoscenza e rivelazione della vicenda dell uomo. Su continue invenzioni, nel rinnovarsi delle situazioni, si fonda La botte napoleonica che pure riflette molti aspetti segreti dell esistere dell autore. Circola un atmosfera picaresca ne Il violino della Plaka, mentre si afferma ne Le figure di Pinocchio, il senso dell inquietudine, del disagio dell uomo che cerca e trova nella sregolatezza dei propri gesti, delle proprie azioni una nuova dimensione di vita. Nei racconti, concepiti in 19 anni, Ventura pare intrecciare, quasi compiaciuto, un dialogo di divertita fantasia con situazioni e temi diversi, nel disincanto di riferimenti culturali. Libri a lungo nel cassetto. Cosa ti ha spinto a renderli pubblici? Ne Il violino della Plaka ho citato il verso ecclesiastico Tempus tacenti et tempus loquenti, cioè c è un tempo per tacere e un tempo per parlare. Ho coltivato in segreto l interesse per la scrittura, perché consapevole della difficoltà di trovare uno spazio per la pubblicazione. Ho anche pensato di interrompere questa attività che mi sembrava sterile, inutile, chiusa in se stessa, ma non ci sono riuscito. Ci ricadevo come chi si trova in una sorta di dipendenza. Nel 2008 feci leggere La botte napoleonica ad un caro amico, il giornalista Roberto Armenia (tuttora mi segue), che lo apprezzò moltissimo. Così è iniziata la meravigliosa avventura. Le prefazioni sono di noti colleghi, come Valerio Massimo Manfredi, Giuseppe Pederiali e Roberto Barbolini... Sono autori importanti. Ciò mi lusinga e mi incoraggia, mi fa pensare che ci sia qualcosa di significativo nelle cose che scrivo. C è continuità tra lo scrittore del romanzo e quello del racconto? Il racconto mi piace moltissimo, anche se snobbato dall editoria e dal pubblico, perché considerato un genere inferiore. Invece lo trovo bellissimo. E come il bozzetto per un pittore. Il racconto è un affresco che ha bisogno di essere completato prima che l intonaco si asciughi. E la spontaneità a sostenerlo. Certe volte lo scrivo in due serate, quattro ore. Il romanzo richiede un impegno, una continuità, una fedeltà che può stancare, perché dura, per la sua stesura nel tempo. Il racconto è una fotografia, una istantanea. Sei un funzionario pubblico, ciò agevola o ostacola il lavoro di scrittore? Il fatto di essere noto come funzionario ha suscitato la curiosità di molti di conoscermi anche come scrittore. Ed è stata registrata una buona diffusione dei miei libri. Dall altra parte, l attività di vice prefetto assorbe molto del mio tempo, impedendomi di dedicarmi completamente alla scrittura. Mi piace pensare che la gente possa apprezzare lo scrittore e non lo scrittore funzionario pubblico. Stendhal cercò di conciliare l attività diplomatica con quella di scrittore, anche se preferiva quest ultima. Ti dispiacerebbe lasciare il ruolo pubblico per dedicarti solo al lavoro letterario? L idea di lasciare l attività pubblica che svolgo da 33 anni mi procurerebbe certamente qualche dispiacere. Ma credo che la vita sia fatta di stagioni e si possa voltare pagina anche in maniera drastica e totale. Se le mie fortune di scrittore dovessero portare alla condizione di poter rinunciare allo stipendio fisso, mi considererei un uomo fortunato, perché avrei realiz-

15 15 zato il sogno della mia vita. La tua formazione letteraria su quali autori si basa? Sono un lettore onnivoro. Ho frequentato i classici del 900 italiano ed europeo. Sono stato un grande estimatore di D Annunzio, Carducci, Gozzano, Pirandello, ma anche di Proust, Joyce, Mann, Hesse. Dei contemporanei amo la stagione dei visionari: Celati, Cavazzoni, Benati, Ongaro, Lodoli, Del Giudice, Maurensing, Durrenmatt, Singer. Apprezzo gli autori, la cui opera si avvicina al mistero, all ignoto, al subcoscio, alla zona grigia tra realtà e immaginazione. Ecco perché, cinematograficamente, amo Fellini. La mia biblioteca ha più di 2000 titoli di 500 scrittori. Mi identifico nella letteratura mittleuropa del 900. Cosa comporta fare lo scrittore? Fatica fisica poca, mentale ancor meno. Se ho un idea sono capace di buttare giù subito quattro o cinque pagine con la penna stilografica. Senza cancellature o ripensamenti. Il problema è quando manca l idea. E più difficile fare lo scrittore ora o in passato? Si dice che nei cassetti delle case editrici giacciano 11 milioni di manoscritti di altrettanti scrittori. Internet ha favorito questa sovrabbondanza di produzione. Non c è più bisogno del cartaceo. Basta un clic per fare arrivare i propri scritti in ogni parte del mondo. Oggi scrivono tutti e si ha l impressione che le case editrici inseguano il personaggio più che il libro. Si punta su presentatori televisivi, cantanti, calciatori, attori con i quali è più facile avere successo che con un vero scrittore. Ho l impressione che ci sia una minore selezione della qualità. Preferisci la dimensione reale o fantastica nei tuoi scritti? Quella fantastica, in cui c è tanto di me, trasfigurato, mascherato, mimetizzato, ma pure osservatore della realtà di cui colgo i colori, i suoni, gli odori, le atmosfere. Credo di avere una dimensione mentale da regista cinematografico. Descrivo una situazione come sul set. Valerio Massimo Manfredi sostiene ne Il violino della Plaka che la prosa dell autore è densa, carica, a volte barocca, a volte trasparente... Ho la tendenza ad impiegare aggettivi, metafore con il solo desiderio di esprimermi al meglio con una lingua, come la nostra, che è tanto ricca. Barocco non vuol dire puro esercizio di parole. Considero la mia scrittura cromatica, nel senso musicale e pittorico. Come consideri i premi letterari? L idea del premio letterario mi piace fino ad un certo punto. Mi dà l impressione del festival di Sanremo, con un testa a testa dei voti dei giurati. In verità, poi è il pubblico a fare giustizia. Ci sono libri che vincono per il loro grande valore, altri per la popolarità degli autori. Mi piacerebbe che ci fosse uno sforzo in più da parte della giuria di non limitarsi solo ai premiati, ma di segnalare, con un adeguato giudizio, un certo numero di libri meritevoli. Il desiderio dello scrittore... Che una casa editrice faccia girare la pubblicazione a vastissimo raggio. Entrare in una libreria di un altra città e vedere il proprio libro nello scaffale si trova una gioia immensa. Mi sono capitati alcuni episodi di questo genere che mi hanno emozionato, perché i libri sono come dei figli. Forse lo scrittore è anche un po narciso. Soddisfatto dei quattro libri? Certamente. Mi ritengo appagato per la vendita sul territorio su cui sono stati lanciati. Il limite è dato dalla distribuzione della casa editrice. Ma è anche vero che tutti sono acquistabili attraverso la rete internet. I progetti immediati? Sono già pronti quattro romanzi e 26 racconti. Dal 2009 al 2012, in primavera, sono usciti gli altri libri. Quest anno mi sono fermato per un momento di sosta. Vedrò se entro dicembre... Intanto, continuo a lavorare. Ho sempre il cantiere aperto. La Guerra delle acque tra Modena, Mantova e Ferrara di Rossella Diaz E il governo del territorio e, quindi delle acque, l argomento del volume che Alessandro Oliani dedica a quel lembo di pianura padana compresa fra il Modenese, l Oltre Po Mantovano e il Ferrarese. Quando, nell Italia dei secoli scorsi, l agricoltura era la principale fonte di ricchezza e di cibo per le genti, i mezzi e le pratiche agronomiche non riuscivano a incrementare i raccolti come accade oggi e il capriccio degli elementi naturali e metereologici era molto più incidente. Se invece, attualmente, è il cambiamento climatico a modificare la fertilità di una parte, purtroppo, sempre maggiore della Terra, nei secoli passati, erano soprattutto il regime delle acque e l andamento climatico a garantirne l esistenza. Anche nella paludosa pianura Padana, fiumi e canali solcavano boschi, campi, prati in modo molto più irrequieto talora dirompente, a volte sbriciolando argini e inondando valli e centri abitati, ma consentendo anche la vita della gente e dei campi. In La Guerra delle acque, Oliani partendo dalla sua tesi di laurea, analizza e studia attraverso documenti d archivio e fonti inedite il rapporto uomo-ambiente in un decorso temporale che dal XVI secolo si spinge fino al XVIII. Così canali di bonifica e opere irrigue, si scopre essere state oggetto di vicende diplomatiche fra le corti Estensi e Gonzaghesche, a cavallo del Grande fiume. Aiutano il lettore mappe e disegni che illustrano il comprensorio emiliano romagnolo trattato nel libro, ricostruendone i paleo alvei e le reti idrografiche antiche. Il volume sarà presentato sabato 23 marzo, alle ore 18, a Modena, nel corso della manifestazione BUK, in collaborazione col Consorzio della Bonifica Burana e Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po. Alessandro Oliani La guerra delle acque Antiche porte

16 16 MARSIGLIA, CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2013! e visitare la casa dei fratelli Lumiere! Musica, opere e colori, nuovi edifici avveniristici, gallerie d arte, musei e spazi culturali, sono pronti a trasformare l intera Provenza in un polo turistico ancora più attraente, e a far dimenticare probabilmente, le tristi statistiche sulla criminalità Marsigliese. di Rossella Diaz n importante città proven- si è rifatta il look, ed Uzale pronta ad accogliere tra le sue mura oltre 400 eventi artistici e culturali e ben 60 mostre, durante tutto il Seicentomila persone hanno partecipato al weekend d apertura di Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013, avvenuto il 12 e 13 gennaio, dando il via a 12 mesi no-stop di eventi che si terranno non solo nella bella Marseille, ma anche in altre 97 cittadine della Provenza, tra cui Aix-en-Provence, Arles, Aubagne. Da gennaio a maggio il tema è Marseille Provence accoglie il mondo ed è dedicato all ospitalità e alle culture urbane. Da giugno ad agosto, invece, il tema sarà Marseille Provence a cielo aperto, con nuovi itinerari turistici, festival en plein air e spettacoli sotto le stelle. Infine, da settembre a dicembre, il tema è Marseille Provence dai mille volti, con eventi dedicati alla gastronomia e alla convivialità. Tra gli appuntamenti più importanti dell anno segnaliamo la Transumanza: saranno migliaia i turisti che vorranno assistervi dal 18 maggio al 9 giugno, quando una grande marcia di uomini e animali, a piedi o a cavallo, si concluderà proprio qui in città. Per gli appassionati d arte, dal 13 giugno al 13 ottobre si svolge il Grande atelier del Midi, con due importanti mostre: Da Van Gogh a Bonnard, al Museo delle Belle Arti, e Da Cézanne a Matisse, al Museo Granet di Aix-en-Provence. Da non perdere questi meravigliosi musei: il Museo delle Civiltà Europee e del Mediterraneo (MuCEM), il Palazzo Longchamp, il museo Regards de Provence, il conservatorio Per gli appassionati di cinema, segnaliamo la riapertura a La Ciotat, dell Eden, il primo cinema del mondo, aperto proprio dai fratelli Lumiére: per l occasione sarà possibile rivivere il set della stazione ferroviaria che fu protagonista del primo film al mondo Alcuni appuntamenti imperdibili! 13 giugno 13 ottobre: Il grande Atelier del Midi, a Marsiglia e Aixen-Provence Un viaggio attraverso i grandi pittori che hanno lavorato nel sud della Francia all inizio del 900, da Cezanne a Matisse, da Van Gogh a Bonard. 27 aprile 13 ottobre: Picasso ceramista, ad Aubagne. La scoperta attraverso 120 opere, della manualità e dell estro artistico di Picasso nel campo poco noto della ceramica. aprile luglio: Rodin, l ombra dell antico, ad Arles L approfondimento dell ispirazione classica di uno dei più grandi scultori francesi del XIX secolo sarà la chiave di lettura di questa mostra. Ottobre 2013 gennaio 2014: Le Corbusier, Marsiglia. Una retrospettiva su uno dei più grandi architetti del XX secolo, che proprio a Marsiglia ha realizzato alcune delle sue opere più celebri.

17 cale, pavimenti, soffitti tutto il Palazzo ruvido e grigio S cemento. Qualcuno ha pensato bene di usare le stanze per stendere i panni. Altri per bere. Altri per fare l amore. Altri per rollare una canna. Altri per una bisca. Altri per pisciare. Altri per cercare materiale da costruirci una casa sull albero. Il proprietario si è sparato per debiti. Non è vero. Si è sparato perché sapeva. Che cosa? Come va a finire. Alessio Torino ci proietta nel paesino di Pieve Lanterna, piccola cittadina di duecento anime nell appennino Laziale degli anni 80, luogo tranquillo e appartato custode di un grande segreto. Un viaggio di crescita iniziazione di quattro ragazzi, quattro amici, compagni di avventura alla ricerca di un evasione adolescenziale tramite la costruzione di una zattera soprannominata la Gran Troia. Una zattera simbolo di un estate, di un esperienza collettiva che andrà a cambiare le vite dei ragazzi. MAI INNAMORARSI AD AGOSTO Chiunque abbia avuto un amore estivo, si sarà trovato a sorridere leggendo il titolo del romanzo di Francesco Marocco Mai innamorarsi ad agosto ripensando a quell estate, vicina o lontana nel tempo, in cui abbia trascorso delle ore felici, magari giurando amore eterno, certo di un sentimento che invece è svanito con l arrivo dei primi temporali settembrini. Il titolo, però, non deve trarre in inganno. Mai innamorarsi ad agosto non è una storia d amore vissuta e condivisa insieme ad un altra persona. O per lo meno non è solo questo. È anche il racconto di una storia d amore con se stessi in cui sono sempre presenti le tensioni tra chi siamo, chi vorremmo o potremmo essere e le scelte operate in un senso o nell altro. Le fil rouge del romanzo, il primo dello scrittore barese, è quello della precarietà. Una precarietà non solo lavorativa, ma Tetano soprattutto personale, che s insinua in ogni sfumatura della vita rendendo instabili le prese di posizione, faticosa la comunicazione e difficili le relazioni, soprattutto quelle reali e concrete alle quali si può perfino preferire la ricerca di una storia virtuale, animati da un desiderio spesso solo autoalimentato. Una condizione comune a molti giovani sottoposti alla legge della meritocrazia in una società che spesso ne ignora totalmente il significato. Giovani la cui reazione tante volte è stata soltanto uno stringersi nelle spalle, accumulando emicranie e gastriti nervose, compensati e sedotti dall accessibilità del mondo che Google, Facebook e Ryanair hanno loro regalato. Ma forse è possibile cambiare. L opportunità di una svolta può concretizzarsi solo se si ha davanti agli occhi un obiettivo, l idea di una cosa fatta bene. Riuscirà il protagonista, Matteo, a capirlo? Riuscirà a vincere una scommes- Alessio Torino Tetano Minimum Fax Francesco Marocco Mai innamorarsi ad agosto Fandango 17 Tra i boschi, le rade, le case diroccate, la diga, i sentieri, i capanni; tra i mercanti, i signorotti, gli industriali, i pazzi e i boscaioli di uno dei tanti paesini che costellano i nostri appennini, da qui passano le vite di Achille Spada, Giorgio, il narratore della vicenda e Tetano, ragazzo difficile, tenuto all oscuro della morte del padre, da cui continua a ricevere cartoline da varie parti del mondo. In parallelo la storia ambientata ai nostri giorni, con i protagonisti che si ritrovano, adulti, con le loro vite alle spalle, ognuna diversa, ma con un profondo legame per gli avvenimenti successi tra quei monti. Il tutto accompagnato da un ritorno forzato del narratore, costretto al rientro dall abbattimento della casa della nonna, luogo che trasuda i ricordi dell adolescenza trascorsa nel paese. Il ritorno che è anche occasione di riflessione ed analisi. A contorno, una costellazione di personaggi secondari le cui vicende vanno a legarsi in maniera indissolubile con le vite dei protagonisti. Criceto, il giocatore incallito di flipper del paese, un tipo strano e solitario custode di una casa abbandonata utilizzata per i riti delle Messe Oscure; Sanremo soldato sopravvissuto alla guerra, ridotto a suonatore di fisarmonica nel paese, solitario e un po fuori di testa. Tetano; un libro che unisce la forza e la suspense del thriller alla carica emotiva del viaggio iniziatico. Un racconto sempre rinnovato tra passato e presente che scorre in un fluire di emozioni e situazioni che coinvolgono il nostro bambino interiore in un avventure estiva che ognuno di noi vorrebbe vivere. (Ismaele El Swaky) sa che già tante volte ha mancato, una promessa che già tante volte ha tradito o sarà l ennesima sconfitta? La tensione, la voglia di riscatto che assalgono un calciatore, uno di quelli che non fa il calciatore, ma lo è, sarà sufficiente a spingerlo ad imboccare la strada giusta o il bandolo della matassa condurrà comunque alla scelta più facile? (Roberta Frequenza)

18 18 L uomo delle contraddizioni Johnny Cash è stato l uomo delle contraddizioni. Una sorta di Limonov meno devastante e iconoclasta ma, per una lunga parte della vita, altrettanto maledetto quanto lo scrittore russo riportato alla ribalta da libro di Emmanuel Carrère. E ciò si tende a dimenticarlo cullati dalla voce stentorea di un vecchio stanco e malato che, con le ultime registrazioni di American Recording poco prima della morte avvenuta nel 2003, riusciva ancora a emozionarci. Nel pieno della sua vita, mentre cantava A walk the line, cioè più o meno righerò dritto, abusava senza risparmiarsi di droga e alcool. Si ergeva a paladino della fedeltà coniugale predicando comportamenti sobri e razzolando (molto) male. Ma gli eccessi non gli impedirono di ritagliarsi la figura dell eroe romantico sempre a fianco dei derelitti, dei diseredati, delle minoranze etniche come gli indiani d America maltrattati dalla storia. In Man in black scrisse: indosso il nero per i poveri e gli oppressi, quelli che vivono ai margini delle città senza speranza e affamati. Lo indosso per il prigioniero che ha a lungo pagato per il suo crimine ma si trova lì perché è una vittima dei tempi. In Sunday morning coming down di Kris Kristofferson raccontò con struggente verismo la condizione di degrado di un tossicodipendente solo e strafatto una domenica mattina mentre vaga sui marciapiedi quando la città ancora dorme. Fu la fede in Cristo a salvarlo, a pensarci bene, un evento piuttosto sorprendente per un soggetto così border line. Ascoltò la possente voce di Dio a Channatuga, Tennessee, quando, dopo essersi calato LSD e altre porcherie il suo cervello in pappa meditava il suicidio. Trovò l amore e June Carter diventò la sua musa. Con lei si presentò sul palco della prigione di Folsom a portare un po di gioia e di leggerezza ai carcerati. Andò anche a San Quentin per un altro memorabile concerto. La solidarietà verso i carcerati fu quasi un ossessione. Anche Dostoevskij trovava che gli assassini potessero essere brave persone e Cash amava Dostoevskij. June lo affiancò anche nel 1970 nelle diciassette puntate del Johnny Cash Show per la rete televisiva ABC. Cash cantava i suoi brani più famosi, duettava con vari ospiti e nelle pause dalla musica fissava l obiettivo e, come un predicatore battista, parlava ai telespettatori dei temi che gli stavano più a cuore, non ultimo la guerra in Vietnam. Quello che si rivolgeva a milioni di americani era un Johnny Cash ripulito e misurato, che aveva lasciato nel cassetto gli atteggiamenti sfrontati. Uno che sapeva arrivare al cuore della gente. In The man comes around, a un passo dalla fine, nel pezzo che dava titolo all album cantò di quanto fosse illusorio confidare in un Dio clemente che schiudesse a chiunque le porte del paradiso perdonando ogni peccato. E anche questa, per un cattolico fervente che crede nella misericordia divina, era una contraddizione, una visione realistica per niente autoassolutoria. Erano i dubbi di un uomo giunto al termine del suo cammino e lo sconforto per la perdita dell amata June a donare alla sua voce una nota dolente che ne accresceva l espressività. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto interpretare Hurt dei Nine Inch Nails reinventando il modo sconvolgente il testo di Trevor Reznor che ancora una volta parlava della devastazione della droga. E nelle testimonianze disponibili sul Web, resta come un marchio indelebile il videoclip di Hurt dove Cash, specchio dell oscenità della malattia e nello stesso tempo di una dolorosa dignità, uno dei tanti ossimori che segnò la sua esistenza, quasi sussurra i versi di Reznor. Per non parlare delle stupefacenti cover di In My Life dei Beatles e di One degli U2. Ma è bello chiudere ricordando quando Johnny Cash ancora giovane raccontò a Carl Perkins di un soldato nero ossessionato dalle sue scarpe nuove che così apostrofò un commilitone: Ehi amico! Non mi importa cosa fai con la mia ragazza o con qualsiasi cosa ma non pestare mai le mie scarpe di camoscio blu!. Un aneddoto che da solo basterebbe a spedirlo a pieno diritto tra i musicisti che hanno fatto la storia. (Claudio Gavioli)

19 19 Fried E Quel che è hi da una poesia si aspetta Cla salvezza dovrebbe piuttosto imparare a leggere poesie/ Chi da una poesia non aspetta alcuna salvezza dovrebbe piuttosto imparare a leggere poesie. Raccolta di poesie che raccontano una vita, quella di Erich Fried, Viennese classe Poeta e profeta del suo tempo. Uomo, di origine ebraica costretto ad abbandonare la sua Austria a causa dell Anschluss della Germania Nazista ed i pericoli che questa comportava per un ebreo simpatizzante dei movimenti operai e di sinistra. Emigrato in Inghilterra, tra le varie occupazioni che svolgerà a Londra, non perderà mai di vista il conflitto mondiale e l efferata guerra perpetrata dal regime nazista. La vita di Fried è riassunta nella Triade contenuta nel sottotitolo del libro: Poesie d Amore di Paura di Collera. Questa stessa suddivisione viene riproposta nel libro ripartito in quattro sezioni. Amore. Amore per la vita, per la natura e per Caterina, a cui sono dedicate alcune delle poesie nella prima parte del Libro. Nessun amore per la patria che ormai non ha un luogo fisico a cui far correre la memoria. Il suo è un amore sensoriale composto di ricordi, sen- sazioni di quotidianità, di assenze, di piccoli dettagli. Paura. La paura in senso alto, quella sensazione continua e allo stesso tempo inconscia che porta alla diffidenza. La diffidenza che però è forza propulsiva per lottare contro l ingiustizia; un lotta che porta nei suoi versi una battaglia dentro la quale si annida l insoddisfazione che egli riteneva virtù. Un senso anche di mancanza della patria o di un origine a cui ricorrere; tentativo vano in quanto distrutta dalla guerra. Collera. La guerra come principale fonte di questa Ira irrefrenabile, quella logorante e al tempo stesso propulsiva per la sua indignazione e la sua polemica. Polemica che si protrarrà anche dopo la seconda guerra mondiale, con la guerra del Vietnam. La sua grande Ira, a volte leggermente ingenua, che da sempre trasuda un senso di speranza di voglia di pace e di felicità. La presenza delle poesie di Fried veglia affinché lo Spirito del mondo non metta in sordina quello che le guerre e le sue varianti hanno significato per l umanità; oltre al senso di universalità del suo messaggio poetico Fried si pone in difesa di ogni singolo uomo. Decisa la sua posizione nei confronti dello stato d Israele e sulla Questione palestinese. La sua poesia è diretta, personale, si sviluppa con lo scorrere delle pagine. In ogni verso sia in lingua originale tedesca che tradotta in italiano (traduzione a cura di Andrea Casalegno) si rispecchia la vita dell autore che passa da un ricordo natalizio dell amata Caterina alla morte di bambini e madri sotto le bombe al fosforo in Palestina; dalla descrizione di un paesaggio di montagna alla descrizione dell amore. Nelle sue parole è racchiuso il più ampio dei ventagli dei sentimenti dell uo- di Ismaele El Swaky mo; l estetica della parole rilasciata a piccole dosi, come nelle poesie Forse, Discorsi e Ma, dove il senso di umanità e preponderante nei versi di un umile attore della vita umana: Ricordare è forse il modo più tormentoso di dimenticare e forse il modo più gradevole di lenire questo tormento. Affianco a questa semplicità espressiva accompagnata ad una profonda analisi personale troviamo le poesie civili, come Ma forse portatrice di un messaggio di speranza: I miei paroloni non mi proteggeranno dalla morte e le mie paroline non mi proteggeranno dalla morte proprio nessuna parola e neppure il silenzio tra le parolone e le paroline mi proteggerà dalla morte Ma forse alcune di queste parole e forse soprattutto le più piccole o anche soltanto il silenzio tra le parole proteggeranno qualcuno dalla morte quando sarò morto. La difesa dell essere umano nella sua singolarità e nella sia pienezza, senza nazione, senza partito, senza patria come lui, ma con una forte identità capace di grandi cose: grande distruzione e grande bellezza; è il lascito di Fried grande uomo del nostro tempo.

20 20 Aldous Huxley Distopia o premonizione? L alto costo dell armonia istopia, ovvero, sottogenere nell ambito della D Science-Fiction nel quale vengono narrati futuri alternativi narranti di società umane ingiuste, inique e tiranniche. In questo genere si trovano opere pregevoli, ma difficilmente si legge di una realtà tanto sorprendente ed inquietante quanto quella descritta ne Il mondo nuovo di Aldous Huxley, pubblicato nel 1932, grande successo editoriale di un autore assolutamente originale, curiosissimo e controverso, vero spirito libero, considerato un precursore della Beat generation americana e guru del movimento hippie che nascerà dopo qualche decennio. La storia narrata nel libro, ambientato nell anno di Ford 632 e corrispondente all anno 2540 della nostra era corrente, parla di una società nuova, originatasi dopo una devastante guerra dove sono state usate le armi più barbare come i gas (la bomba atomica era ancora da venire, sic ), che ha decimato la popolazione mondiale. La società che ne scaturisce si basa sui principi della produzione in serie, struttura portante della Nuova Era Fordiana. Si parla di Era Fordiana in quanto, nell anno 1 dell era di Ford, ovvero nel 1908, iniziò la produzione della prima automobile prodotta in catena di montaggio, la famosissima Ford T. Una svolta epocale. Infatti la nascita di un nuovo ciclo della storia umana viene fatto iniziare simbolicamente proprio allora, e Ford ne diventa il nuovo nume tutelare. La vera rivoluzione di questa epoca consiste nel fatto che la produzione in serie viene soprattutto applicata alla riproduzione umana, completamente extrauterina. Viene immaginata una differenziazione degli esseri umani fin dal concepimento, ottenuta tramite avvelenamento da alcool o privazione di ossigeno, che provocano ritardi controllati dello sviluppo dei feti prodotti in serie. A seconda dell entità del ritardo stesso, vengono originate diverse gerarchie di esseri umani. La casta superiore è quella degli Alfa, destinata al comando, fino agli Epsilon, la più misera, di intelligenza infima e destinata alle mansioni più basse. L adattamento e specializzazione dell individui vengono inoltre amplificati condizionando le persone psichicamente fin dalla più tenera età ad amare senza critiche il proprio status, e continua per tutta la vita mediante la ripetizione ipnopedica (frasi ossessive ascoltate a ripetizione) di slogan inculcati senza sosta. Prassi talmente acquisita che si usa dire Condizionare al posto di Educare. Frequentemente i personaggi citano nei loro discorsi i motti del regime; molti parlano a frasi fatte, una costante nel libro. Ovviamente, nessuna forma di arte o di espressione disallineata al sistema viene tollerata. Osserviamo la società di questa nuova epoca Si adotta uno stile di vita molto gregario, sono considerati doveri la mondanità, avere vite sessuali promiscue ed essere più sociali possibili e tutti conducono un esistenza molto piacevole. Non esistono dolori, angosce o malattie, le case e gli alberghi sono sterilizzati e pieni di ogni conforto, (televisione odorosa, musica sintetica), gli spostamenti sono rapidissimi e si muore con un aspetto ancora giovanile. Peccato si muoia a circa sessant anni d età. Nel raro caso che emergano pensieri negativi li si allontana con il soma, la droga perfetta, distribuita come lo zucchero. Non crea dipendenza, né effetti collaterali, solo accorcia la vita di qualche anno ancora. Il soma ha il suo prezzo. Un mondo armonico, senza conflitti e disagi, potrebbe essere l utopia perfetta, ma le cose stanno realmente così? Andiamo sotto la superficie Si nota subito che il sistema de Il Mondo nuovo funziona splendidamente perché tutti vengono condizionati ad amare la propria condizione ancora prima della nascita, ma questo è ottenuto sacrificando ogni valore considerato importante per un essere umano in quanto tale: la diversità come ricchezza, l amore per l arte, la cultura, la scienza, per un compagno o una compagna in quanto identità uniche. Non è possibile vivere altrimenti e tutti considerano ogni altro stile di vita come invariabilmente peggiore. Ad ogni individuo manca la coscienza che gli permetterebbe di percepire altre dimensioni del vivere. Insomma, non è più possibile, materialmente, potenzialmente, geneticamente, sentirsi infelici. Non si è più umani, in definitiva. Probabilmente la società immaginata ne Il mondo nuovo è la peggiore tra tutte quelle narrate nel genere distopico, anche di quella del romanzo 1984 di Orwell, in quanto il buon andamento della società che viene immaginata da Huxley è ottenuto in modo molto più subdolo, effi cace ed, in definitiva, perverso, oltre che realisticamente possibile. Visionario, inquietante, futurista, assolutamente in anticipo con i tempi, Il mondo nuovo, più che un opera letteraria potrebbe rivelarsi la stesura di una preveggenza. (Alessandro Schiassi)