IL BAROMETRO DEI MERCATI Febbraio 2015

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1 Strumenti di finanza per commercialisti IL BAROMETRO DEI MERCATI Febbraio 2015 Commissione Finanza e Controllo di Gestione -Milano

2 Premessa : il concetto del barometro Il barometro è uno strumento che indica il tempo atmosferico (precisamente, la pressione atmosferica) del momento in cui si compie la misurazione, e non compie alcuna predizione : confrontando il dato attuale a quello precedente, è possibile fare trarre ipotesi sul futuro; è uno strumento incompleto: ad esempio, mancano indicazioni sulla intensità e direzione del vento ma è un ottimo metodo per le previsioni del tempo la cui validità predittiva è legata alla capacità di analisi e alla esperienza dell utilizzatore. Anche sui mercati possiamo confrontare i dati passati con quelli attuali per formulare delle previsioni, ma sempre con prudenza e buon senso Nel Barometro dei Mercati si offre una visione sintetica delle principali dinamiche dei mercati, da utilizzare per valutare la politica di acquisizione dei fattori produttivi avere una base di analisi per la definizione di previsioni e dei budget Il Barometro è diviso in tre sezioni: Un approfondimento sui temi di maggior interesse Economia EU, tassi d interesse europei EURIBOR e credito dedicata alla gestione finanziaria Economia Mondo, tasso di cambio eurodollaro e commodity focalizzata ai mercati che interessano alla produzione/vendita 2 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

3 Approfondimento del mese 3 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

4 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica La fase di bassa crescita economica che caratterizza l'area euro è oggetto di importanti studi da parte dei maggiori economisti mondiali. L'opinione principale degli analisti è che questa fase di rallentamento ha due cause principali. La prima causa è la crisi finanziaria del 2008, che ha ridotto il potenziale delle forze positive in essere nella fase precedente: quindi sono necessarie delle riforme strutturali nel versante dell'offerta per far ripartire un economia che ha avuto i suoi meccanismi inceppati. La seconda causa è una moneta unica che, avendo avuto una natura germanocentrica, è basata principalmente sul surplus di bilancio e sulla svalutazione interna: strategia che diventa impossibile per un area con dimensioni e strutture molto diverse dalla Germania. Naturalmente questi due aspetti non possono essere sottostimati, perchè hanno in effetti influenzato i numeri dell'economia dell'area euro degli ultimi anni: ma non devono neanche essere sovrastimati. A nostro avviso vi sono forze di lungo periodo che stanno influenzando negativamente la crescita dell'area euro (e delle economie avanzate) che devono essere messe al centro dell'attenzione. La più importante è sicuramente il calo strutturale della domanda interna che è in un trend di calo decennale. Con questo articolo approfondiremo questo tema. 4 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

5 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica La liberalizzazione (o quantomeno la fine dei cambi prefissati) post Bretton Woods ha avuto un importante impatto sui paesi occidentali in quanto sono seguiti da lunghi decenni di liberalizzazione dei mercati, delle merci, e della moneta che hanno avuto notevoli e profondi effetti sulla domanda e sull'offerta. In particolare gli anni 70 sono stati caratterizzati dall arrivo della moneta legale, cioè senza una base di riserva, ed hanno segnato la fine della piena occupazione delle economie avanzate: prima per gli shock da materie prime seguite all'avanzare delle masse monetarie e poi, dopo l eccesso di crescita del debito degli anni 90 e 2000, una riduzione della domanda e degli investimenti domestici. Per i paesi costituenti dell'area euro (i primi 12 paesi) la crescita degli anni 60 è stata ampiamente sopra il 4% per poi scendere intorno al 3% negli anni 70 e poi al 2% negli anni 80 e per finire allo 0,65% del primo decennio del nuovo millennio. Tutto questo in un contesto di volatilità molto più marcata. Come dicevamo, l'esplosione della moneta degli anni 70 ha di fatto aumentato il valore delle materie prime: i due shock petroliferi susseguenti hanno di fatto cominciato a far calare la crescita economica dell'area e hanno concluso il periodo di piena occupazione tipica degli anni 60. La coincidenza di questi eventi non si deve ritenere causale, come vedremo anche in seguito. 5 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

6 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 6 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

7 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 7 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

8 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica Infatti la fine della piena occupazione ha visto anche un calo significativo del peso del reddito da salario sul totale del PIL, un aumento della tassazione indiretta, una minor progressività della tassazione diretta: il differenziale tra imposte dirette e indirette ha favorito i redditi più elevati, e quindi un aumento del divario del reddito disponibile a sfavore dei redditi più bassi, cosa che inevitabilmente ha portato ad un calo dei consumi privati sul PIL. L'utilizzo della leva del debito per sanare parte del calo dei consumi e degli investimenti privati, che nel frattempo fluivano verso i paesi a più basso reddito e più bassa tassazione, ha di fatto aumentato il debito e ridotto nel lungo periodo il potenziale di investimento da parte dei capitali pubblici dell'area euro. Se le crisi degli anni 70 e quindi il calo di crescita degli 80 ha natura esogena, le crisi dell'area euro dei decenni successivi sono state accentuate dai problemi derivanti dalla costituzione dell'area: così che la recessione di inizi 90 è da attribuire alla crisi del meccanismo di cambi fissi, mentre la crisi del 2009 è da attribuire al quasi collasso del sistema finanziario (compreso l'europeo), e la crisi del 2012 dall'eccessiva enfasi del consolidamento fiscale da parte delle autorità europee. In questo contesto la tendenza ad aumentare la quota di risparmio da parte dei privati per ridurre l'effetto del calo dei redditi è un effetto che potremmo definire naturale. 8 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

9 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 9 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

10 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 10 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

11 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 11 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

12 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica E' evidente che questo fenomeno non è stato solo europeo, un fenomeno che si è manifestato post accordi di Bretton Woods e che ha visto comunque gli USA diventare a tutti gli effetti il motore della liquidità globale: anche per gli USA ci sono stati tutti gli aspetti che abbiamo descritto per l'area euro, solamente con effetti leggermente diversificati e con intensità minore, grazie ai minori errori di politica fiscale e monetaria effettuati. Se infatti confrontiamo la spesa per investimenti dei vari paesi avanzati, notiamo che la contrazione ha avuto effetti e modalità diversi nei singoli paesi. Per esempio per Australia e Canada il calo degli investimenti fissi negli anni 2000 non si è verificato, grazie al boom delle materie prime, e per USA il calo si è verificato ma in maniera meno significativa grazie alla forza dominante della propria finanza e dei propri capitali. D'altro canto, è evidente che molta di questa riduzione di crescita ha a che fare con il tasso di crescita della popolazione dei singoli paesi, che sappiamo essere in molti paesi occidentali ed in Giappone e modesta o addirittura negativa. Resta il fatto che la finanziarizzazione dell'economia porta a squilibri sensibili, che associati ad un aumento della tassazione indiretta ed ad una meno progressiva tassazione diretta, causano un calo di consumi ed investimenti privati ed un aumento del risparmio. Fino a quando il risparmio cresce più in fretta degli investimenti, per supplire al calo degli investimenti e alla stagnazione dei consumi, si ricorre all'utilizzo del debito pubblico e/o del debito estero insieme alla svalutazione della moneta. Bisogna però avere ben presente che queste strategie possono avere degli effetti indesiderati, anche se sicuramente non peggiori di quelle avute dai guardiani dell'ortodossia di Maastricht. 12 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

13 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 13 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

14 Approfondimento del mese Stagnazione secolare e ciclica 14 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

15 Economia Area Euro Le notizie più significative (headlines) 15 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

16 Economia Area Euro Le notizie più significative (headlines) 16 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

17 Economia Area Euro Le notizie più significative (headlines) 17 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

18 Economia Area Euro Commento sintetico: area Euro In Europa si moltiplicano segnali di ripresa economica, anche se per ora debole. Avvantaggiati da un euro debole che aiuta l export e prezzi delle materie prime ancora deboli a compensare l aumento del dollaro, il settore manifatturiero mostra costanti segni positivi nelle ultime rilevazioni. Elementi di incertezza nascono però sugli effetti delle sanzioni alla Russia, e sulla tenuta politica del percorso di riforme che pare minacciato e non solo in Grecia dalle tensioni causate da disoccupazione e crisi economica nei paesi periferici. E proprio la Grecia è stata al centro di un forte contrasto a livello europeo, in cui anche gli USA hanno partecipato data la rilevanza del problema. Rilevanza politica più che economica per l eurozona, per il timore di creare un precedente di uscita da una politica di rigore che per la Germania è stata una posizione inderogabile, e per gli altri paesi è ormai una politica accettata: sarebbe troppo difficile far accettare ai cittadini delle altre nazioni che il rigore è una posizione negoziabile o derogabile. Questo sempre tenendo conto la relativa dimensione economica del debito greco, e altresì la dichiarata volontà della Grecia di non uscire dalla unione monetaria. A livello monetario, la BCE si appresta ad iniziare lunedì 9 marzo la prima tranche di acquisti per il QE e giovedì 5 Draghi ha iniziato a delineare le linee operative che delimiteranno la scelta dei titoli acquistabili direttamente da BCE o dalle Banche Nazionali: i titoli di stato italiani sono ricompresi in questa lista, mentre per ora pare esclusa la nostra Cassa Depositi e Prestiti ( a differenza delle sue omologhe di altre nazioni, prima tra tutte la KFW). Le stime sono per acquisti di titoli italiani da parte della BCE per circa 150 miliardi nei prossimi 18 mesi : restano ancora però poco chiare le regole di acquisto (25% del capital key, 33% del singolo emittente e 25% della singola emissione) e comunque gli acquisti dovrebbero appiattire la curva dei rendimenti, dato che i titoli a lunga scadenza hanno poco flottante e quindi anche piccoli acquisti dovrebbero impattare fortemente sulla riduzione del rendimento. Guardando il PMI manifatturiero, in EU la crescita resta modesta con un valore medio intorno a 51,1 con la Germania a 51,0, la Spagna a 54.2, Italia a 51.9 : preoccupanti, per motivi diversi, i dati della Grecia a 48.4 e soprattutto Francia a 47.6 Debole anche il PMI dei consumi, con i dati ancora molto negativi di Francia e soprattutto dell Italia 18 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

19 Economia Area Euro eurozone composite PMI fonte: aggiornamento del 5 marzo 2015 Il Purchasing Managers Index (PMI) è l'indice composito dell'attività di un Paese, il valore è espresso in percentuale. Il PMI è un indice prodotto da Markit Group e riflette la capacità dell'acquisizione di beni e servizi. Tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero. In linea generale, un valore inferiore al 50% indica una contrazione del settore, mentre un valore superiore al 50% indica un'espansione. 19 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

20 Economia Area Euro eurozone composite PMI fonte: aggiornamento del 3 marzo 2015 Il Purchasing Managers Index (PMI) è l'indice composito dell'attività manifatturiera di un Paese, il valore è espresso in percentuale. Il PMI è un indice prodotto da Markit Group e riflette la capacità dell'acquisizione di beni e servizi. Tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero. In linea generale, un valore inferiore al 50% indica una contrazione del settore, mentre un valore superiore al 50% indica un'espansione. 20 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

21 Economia Area Euro Il punto sui mercati: accesso al credito e tassi di interesse Lettura consigliata: RAPPORTO MENSILE ABI febbraio 2015 Lettura consigliata: RAPPORTO CRIF Lettura consigliata: OSSERVATORIO PAGAMENTI CERVED Deboli segnali di ripresa del credito, con ripresa anche se modesta della erogazione del credito alle imprese e un incremento anche del credito al consumo e di nuove erogazioni di mutui : il dato è ancora debolissimo, ed in effetti gennaio ha un totale di impieghi un poco inferiore a dicembre, ma sono dati che mostrano ormai stabilità e in modesta crescita rispetto ai minimi di ottobre : resta fondamentale disporre di un buon rating, o almeno mostrare un percorso virtuoso di miglioramento, dato che l abbondante liquidità del sistema spinge le banche a nuovi prestiti, a condizione che abbiano rischiosità modeste. Dal punto di vista qualitativo, si riduce ancora la componente degli investimenti produttivi : il credito ottenuto è utilizzato per far fronte ad esigenze di circolante, specie nel settore del credito commerciale a causa dei ritardi e delle insolvenze della clientela Le sofferenze bancarie continuano ad essere il vincolo del nostro sistema: forse la costituzione di una bad bank, come viene discussa in questo periodo, permetterebbe di sbloccare in parte una situazione che è ancora purtroppo in peggioramento. Valutare con attenzione le necessità di liquidità e i rapporti con le banche Costruire indicatori di controllo del Circolante che siano semplici ma affidabili, e che colgano i driver di un eventuale incremento indesiderato del CCN: crediti divisi per rating del cliente, analisi dei ritardi anche con strumenti semplici come il DSO (Days Sales Outstanding), ordini di magazzino su invenduto Mantenere attento e costante controllo organizzativo del circolante, specie sui crediti sia per dimensione che per qualità: organizzare un efficace coordinamento tra i responsabili delle funzioni di vendita, acquisto e della tesoreria predisporre una politica degli affidamenti alla clientela procedure per il blocco degli ordinativi ai clienti fuori fido e un sistema di monitoraggio delle esposizione effettive e della durata degli eventuali ritardi: la presenza di procedure consente di evitare pericolose perdite di tempo nella reazione ai ritardi finanziari, con effetti negativi sulle possibilità di incasso. Monitorare e gestire con attenzione i ritardi di pagamento della clientela: le banche osservano con attenzione gli andamentali, e dato che implicitamente e indirettamente affidare una impresa significa affidare anche i clienti della impresa stessa, ogni ritardo negli incassi si riflette negativamente sul rating aziendale. 21 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

22 Andamento ritardi : fonte Cerved 22 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

23 Andamento ritardi : fonte Cerved 23 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

24 Andamento ritardi : fonte Cerved 24 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

25 Andamento ritardi : fonte Cerved 25 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

26 Andamento ritardi : fonte Cerved 26 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

27 Prestiti alla clientela : fonte Rapporto ABI 27 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

28 Tassi d interesse alla clientela : fonte Rapporto ABI 28 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

29 Sofferenze sistema bancario : fonte Rapporto ABI 29 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

30 -coin fonte: Banca d Italia 30 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

31 Tassi di interesse europei EURIBOR fonte: Si noti la correlazione tra EURIBOR tre mesi e tasso BCE Nel grafico si apprezza l aumento BCE di metà 2011, che accompagna la crescita dei tassi a breve e segue la crescita dei tassi a lungo, che iniziano la loro discesa già nel primo trimestre 2011 fino a raggiungere gli attuali minimi storici ; I tassi di di breve restano ai minimi grazie agli interventi BCE, e il costo del finanziamento è essenzialmente legato agli spread : Anche i tassi a lungo termine dimostrano contrazione, grazie alla posizione espansiva della BCE: lo IRS a 20 anni è sceso ulteriormente a 1,08 31 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

32 Tassi di interesse europei EURIBOR Grafico spread BTP BUND fonte: Importante e rapida riduzione dello spread dopo le dichiarazioni di Draghi di luglio 2012, evidentissima sul grafico ; raggiunti i minimi di periodo dopo la violazione della quota 200, la cui rottura segnò l inizio della crisi nel luglio 2011: Tassi BUND che esprimono uno scenario deflattivo, mentre i BTP beneficiano di rendimenti più alti : lo spread scende per la variazione dei prezzi del BUND e del BTP in ottica di fly-to-quality in uno scenario di tassi interbancari a breve ormai negativi Nuovi minimi dello spread sotto quota 100 grazie al QE della BCE 32 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

33 Tassi di interesse europei EURIBOR grafico BUND Il Bund oscilla seguendo le vicende politico-economiche europee, La forte risalita dei corsi è la reazione al tapering della FED, con una riallocazione dei fondi in posizioni risk-free Data la politica di remunerazione negativa dei fondi lasciati presso la BCE, i Bund sono adesso un parcheggio sicuro, per la liquidità in eccesso delle banche e quindi sono ancora comprarti anche se scarsamente remunerativi : Le preoccupazioni per la Grecia, il rallentamento economico della Cina, il brusco calo del petrolio spingono al fly-to-quality su nuovi massimi per il BUND: evidente la volatilità in corrispondenza dell annuncio del QE 33 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

34 Tassi di interesse europei EURIBOR grafico BUND in questo grafico mostriamo il valore del BUND (qui inteso come Future, valore continuo) negli ultimi 20 anni, per dare un parametro di verifica sugli attuali livelli delle quotazioni 34 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

35 Forecast BCE Survey of Professional Forecasters SPF Release : 20 January 2015 Next release: 16 April Commissione Finanza e Controllo di Gestione

36 Economia Mondo Le notizie più significative (headlines) 36 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

37 Economia Mondo Le notizie più significative (headlines) 37 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

38 Economia Mondo Commento sintetico: economia mondiale L economia americana è il grande motore dell economia mondiale, con una ripresa che i dati stanno via via confermando : soprattutto per l occupazione, con la creazione di nuovi posti di lavoro in febbraio (contro la stima di ) : il tasso di disoccupazione, parametro che fino a pochi mesi fa era la chiave della Azione della FED, è ora 5.5%. Il FMI un mese fa ha confermato previsioni positive per gli USA, che nel prossimo biennio dovrebbe fare da traino alla ripresa delle economie avanzate, con un Pil che crescerà del 3,6% nel 2015 e del 3,3% nel 2016, dopo il +2,4% previsto per l'anno appena concluso. Eppure restano anche in USA alcuni aspetti negativi. Primi tra tutti il prezzo del petrolio, la cui attività estrattiva ha molto contribuito alla ripresa americana, e ancora di più la crescita del dollaro, con gli inevitabili effetti negativi sulla esportazione delle principali aziende US. Alcuni dati contrastanti ( indici PMI di Chicago a 45,8 il dato peggiore da 5 anni, legato anche alle condizioni climatiche avverse ; fiducia dei consumatori della Università del Michigan in calo a febbraio a 95,4 da 98,1 di gennaio; spese per costruzioni in calo dell 1.1% contro le attese del +0.3%) rendono meno univoco il quadro generale. A fronte dei dati macro generalmente positivi, come confermato dal Beige Book di febbraio, la FED conferma o per lo meno non smentisce la politica di un prossimo rialzo dei tassi, che viene variamente previsto nella seconda metà dell anno In Cina la crescita non è più al centro del dibattito politico: anche a Pechino hanno iniziato a mettere attenzione al mercato interno e alle riforme, per correggere le inevitabili tensioni che sono seguite agli scorsi anni di crescita impetuosa. Del resto in un mondo in cui i paesi sviluppati non sono più da tempo in grado di sostenere la produzione mondiale con i loro alti tassi di consumo, la scelta cinese verso il mercato interno e l accettazione di tassi di crescita più moderati sono oltre che una scelta prudente, una necessità. Il rallentamento al 7% della crescita attesa da Pechino per il 2015, dopo un +7.4% per il 2014 ( il minimo da 24 anni) si deve leggere insieme alla inflazione al 3% e alle crescenti preoccupazioni per i problemi discussi ma ancora irrisolti dell inquinamento ambientale, delle tensioni creditizie, dei problemi abitativi per quella grande parte della popolazione che è rimasta esclusa dalle manovre della speculazione edilizia. In definitiva, una Cina new normal più moderata e più rivolta al proprio interno. 38 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

39 Economia Mondo Commento sintetico: commodity Incertezze sulla crescita mondiale che ora non può più appoggiarsi ai grandi volumi generati dalla economia cinese: lo FMI prevede una crescita moderata per il 2015, in riduzione dello 0.3% dalle precedenti stime : per il %, per il % ma comunque in crescita dallo +3.3% del Le stime FMI sono per un + 6.8% del Pil cinese ( contro il +7.0% previsto da Pechino) e del +6.3% nel 20146, con effetti importanti su tutta l asia ; migliora la stima per l India, con un +6.3% per il Gli operatori hanno interrotto il sentiment negativo sul comparto commodity, anche se gli acquisti di gennaiofebbraio potrebbero essere di breve periodo e ancora non segnalano una inversione di tendenza: la debole crescita mondiale e il generale eccesso di offerta restano ancora limiti ai rialzi. Il petrolio sta cercando un nuovo equilibrio, anche se la situazione resta negativa. Persino i combattimenti dello Isis in Libia e Iraq non hanno rialzato i corsi come sarebbe stato evidente solo pochi trimestri fa. Il calo dei prezzi ha costretto alcuni operatori a chiudere, ma l offerta resta ancora molto abbondante e il rialzo di febbraio si è richiuso in un range di prezzi tra 58 e 63, valori che ricordiamo essere sopra i break-even dei maggiori produttori. Comunque l Arabia ha annunciato un rialzo dei prezzi in aprile, per ora senza preoccupare il mercato, e il continuo peggioramento dei conti potrebbe far chiudere altri estrattori, con una riduzione anche marcata della offerta per il Per il rame, i corsi sono in ripresa dopo i minimi di gennaio; il taglio dei tassi di interesse cinesi, che dovrebbero aiutare a mantenere gli stock, si aggiunge al miglioramento dei dati sulla manifattura cinese, il cui PMI è risalito da 49.7 di gennaio a 50.1 di febbraio oltre le attese di 49.5 e sopra la magica soglia di 50. A questo punto una possibile crescita globale, aiutata dal basso prezzo del petrolio e sostenuta dalla liquidità europea, potrebbe aiutare il rame ( e le altre commodity: si veda il grafico del CCI ) anche a causa della diminuzione della offerta, a causa dei produttori usciti dal mercato a causa dei ribassi dei prezzi degli scorsi mesi 39 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

40 Commodity CCI Thomson Reuters Equal Weight Continuous Commodity Index is recognized as a major barometer of commodity prices. The index comprises 17 commodity futures that are continuously rebalanced: Cocoa, Coffee C, Copper, Corn, Cotton, Crude Oil, Gold, Heating Oil, Live Cattle, Live Hogs, Natural Gas, Orange Juice, Platinum, Silver, Soybeans, Sugar No. 11, and Wheat. The index trades on the ICE Futures Exchange. 40 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

41 Tassi di cambio : eurodollaro il cross eurodollaro è in una fase di ribasso costante, sotto la spinta del QE europeo che inizierà tra pochi giorni e le differenze macroeconomiche fra EU e USA, che confermano da una parte un lungo periodo di politiche monetarie accomodanti dalla BCE e che invece rendono più probabile l inizio di una stretta monetaria da parte della FED, che vede sempre meno necessario un sostegno ad una economia in via di rafforzamento: resta però che una manovra monetaria restrittiva aumenterebbe le quotazioni del dollaro, a scapito delle esportazioni USA, e questo potrebbe portare cautela nelle prossime azioni della FED. Dal punto di vista grafico, come possiamo anche vedere con chiarezza nella pagina seguente, al deciso calo che prosegue dal massimo relativo in area 1.40 nel maggio 2014 si è avuta una breve pausa di riflessione nello scorso mese, con i corsi che si sono posizionati in uno stretto range tra 1,14 e 1,12 : l annuncio dei dettagli del QE e soprattutto gli ottimi dati sulla occupazione USA ha portato ad una ulteriore riduzione fino al minimo a 1,08, ed alcuni operatori cominciano a vedere come obiettivo la parità tra le due valute. La volatilità implicita è in chiara crescita da settembre 2014, dopo un lungo periodo di calo: il picco evidentissimo in gennaio è in corrispondenza delle dichiarazioni BCE sul QE, ed è anche da notare la volatilità intraday di quelle giornate ( la barra giornaliera è molto più lunga della media) chiaro segno della tensione degli operatori. In febbraio la volatilità implicita è nuovamente scesa, sotto la sua media mobile che ne aveva segnalato con chiarezza la risalita dello scorso anno: è ancora su livelli molto alti ma ritorna sui valori del 2014, rendendo un poco meno onerosa la copertura del cambio (anche se a questi livelli è ancora conveniente operare con le strategie di opzioni composte call-put, i cosiddetti cilindri o vertical spread.) Il valore del future scadenza giugno 2015 è 1,0864 (*) A titolo di semplice indicazione, i valori diopzioni (*): le call ATM base 1,1000 scadenza giugno 2015 sono pari a le put ATM base 1,0500 scadenza giugno 2015 sono pari a (*) Dati aggiornati al 6 marzo 2015 sul mercato CME Un esempio dell utilizzo del nostro Barometro è dal confronto con la pagina eurodollaro del numero precedente: Nel valutare i prezzi delle opzioni, considerate come il time-decay inizi ad erodere i prezzi quandio ci si avvicina alla scadenza 41 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

42 Tassi di cambio eurodollaro Grafico eurodollaro Sovrapposta la media mobile, indicatore comunemente utilizzato per mostrare il trend, e le fasce di massimi-minimi di breve periodo. I dati economici negativi per la eurozona usciti da luglio e agosto hanno fatto credere agli operatori in un intervento della BCE, attesa che si è rinnovata di mese in mese con continue tensioni sui mercati Evidenti le tensioni intraday nei giorni dell abbandono della parità CHF-EU e il giorno dell annuncio del QE della BCE 42 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

43 Tassi di cambio eurodollaro Andamento della volatilità implicita sull eurodollaro L indicatore è calcolato con la metodologia del VIX : volatilità implicita delle opzioni ATM a 30 giorni oscillazioni che seguono la forza dell euro dal luglio 2012, fino ai minimi biennali: ripresa per le tensioni precedenti lo speech BCE, ridiscesa rapida ai minimi assoluti di periodo a 4,69, risalita in seguito alle tensioni sul cross e violazione della trendline: ora in ripresa e sopra la media a 50 giorni da settembre, con riduzione in febbraio 2015 Si notino gli spike cioè la ampiezza delle oscillazioni all interno della giornata: indicatore di forte nervosismo da parte degli operatori 43 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

44 Commodity Grafico andamento prezzi del rame, considerato proxy dell andamento dell economia La media mobile sovraimposta aiuta a leggere i trend storici Violazione della trendline e discesa dei corsi verso i minimi di luglio 2013 dopo i dati cinesi, il rimbalzo da metà giugno ha portato al massimo del quadrimestre ed appiattito la media mobile: la debolezza dell economia spinge i corsi verso il minimo triennale con un rimbalzo che prima ha superato la media di riferimento e poi è ripiegato : si confrontino le oscillazioni con i dati del PMI cinese nella slide successiva. 44 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

45 Commodity Grafico comparativo tra prezzi Rame e PMI manifatturiero cinese Source: Capital Economics, Markit, Thomson Datastream Il grafico a sinistra mostra la stretta correlazione pluriennale tra la manifattura cinese e i prezzi del rame sul London Metal Exchange Il grafico a destra mostra il PMI cinese aggiornato 45 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

46 Commodity Grafico andamento prezzo petrolio Brent Oscillazioni nel 2013 che pur essendo ampie e legate a circostanze geopolitiche, restano compresse nella fascia , con un trend praticamente costante. tensioni legate alle crisi mediorientali hanno spinto i corsi fino a quota 110, rapida discesa fino a 95 per allentamento delle tensioni e eccesso di domanda; stabilizzazione della media mobile per i recenti rialzi, legati alla crisi Ucraina e alla eccezionale ondata di freddo negli USA : L eccesso di produzione USA e la mancata stretta da parte dell OPEC hanno portato ad una vera guerra dei prezzi, con minimi decrescenti ad ogni seduta : rialzo dei corsi in febbraio e nuovo range di equilibrio da metà febbraio. 46 Commissione Finanza e Controllo di Gestione

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