COMUNE DI PARMA DIVERSI CIELI L ASTRONOMIA TRA MITO E SCIENZA NEI CINQUE CONTINENTI

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1 COMUNE DI PARMA DIVERSI CIELI L ASTRONOMIA TRA MITO E SCIENZA NEI CINQUE CONTINENTI PALAZZETTO EUCHERIO SANVITALE - PARCO DUCALE 14 MARZO - 16 MAGGIO 2015

2 DIVERSI CIELI L ASTRONOMIA TRA MITO E SCIENZA NEI CINQUE CONTINENTI Mostra scientifico divulgativa realizzata in collaborazione con l Associazione Culturale Googol e lo studio Planorbis. In ogni epoca, il modo di porsi dell uomo rispetto alla realtà è stato costantemente in bilico tra bisogno di osservare e desiderio di immaginare. Con questa mostra si traccia un originale percorso esplorativo tra i cieli, presentando insieme i due aspetti, diversi e complementari, della conoscenza umana: quello della scienza, ossia la spiegazione dell origine e della struttura dell universo, e quello del mito, del quale si seguono le tracce attraversando i cinque continenti, scoprendo analogie e differenze nelle storie che gli uomini hanno raccontato. Il cielo non è lo stesso per tutti gli abitanti del nostro pianeta: infatti la posizione geografica determina ciò che è possibile osservare e le differenze culturali tra i popoli ne danno differenti letture. La volta celeste cambia e con essa le storie: ma da sempre dèi, eroi, principesse e animali l hanno abitata. Concepita come un viaggio tra passato e futuro, con continui rimandi tra cultura etnografica e cosmologia, l esposizione si articola in sei tappe, scandite con pannelli testuali elaborati dagli astrofisici dell Associazione Googol e arricchiti dalle spettacolari immagini NASA/ESO.

3 STRUTTURA DELLA MOSTRA - SEZIONE INTRODUTTIVA Origine ed evoluzione dell universo, galassie, stelle e pianeti del sistema solare, grandi telescopi; gli extraterrestri tra scienza ed immaginazione. - ASIA La Cina del Teatro d Ombre, del Celeste Impero e del Trono del Drago, delle antiche osservazioni di supernovae; la Via Lattea, Orione e altre stelle nella cultura giapponese e indiana. - AMERICA Dai popoli mesoamericani a quelli amazzonici, lo studio dei fenomeni celesti e i legami quotidiani con la sacralità dell universo; l attenzione dei nativi americani per il moto degli astri, le leggende delle diverse tribù. - AFRICA Il Sole, stella centrale nelle storie e nella mitologia; la sua struttura, le eclissi e la luce - EUROPA Dal disco di Nebra agli studi di Galileo e di Foucault; la Luna e le costellazioni. - OCEANIA I miti delle origini nelle cosmologie aborigene, il sistema solare e la croce del Sud. Info: didatticascientifica@comune.parma.it

4 In un viaggio che parte dall America, attraversa Africa, Oceania ed Europa, fino a giungere in Asia, credenze, miti, leggende che hanno visto nel tempo la volta celeste come protagonista si affiancano e si confrontano con la verità degli studi scientifici. Cosa lega dunque gli antichi greci agli Indiani Navajo, i Kaiapò brasiliani agli astrofisici dei moderni osservatori, gli antichi Egizi agli Aborigeni australiani, ai Maya? Occhi al cielo, tanta curiosità e domande a cui dare una risposta.

5 ELEMENTI DI ASTRONOMIA LE STELLE Le stelle ci sembrano piccoli punti luminosi a causa della loro distanza immensa dal nostro pianeta: in realtà le stelle di dimensioni normali potrebbero contenere milioni di terre, alcune di loro addirittura miliardi. Nella loro parte centrale, detta nucleo, avvengono reazioni termonucleari che producono elevatissime temperature in seguito alla fusione di elementi chimici quali ad esempio idrogeno, elio e ferro. La distanza delle stelle Per andare sulla Luna gli astronauti hanno viaggiato pochi giorni, mentre per arrivare sulle stelle più vicine impiegherebbero decine o centinaia di migliaia di anni. Per misurare la distanza fra gli astri gli astronomi utilizzano il tempo che la luce impiega per arrivare dall astro alla terra. La luce viaggia a km al secondo: niente viaggia più velocemente. In poco più di un secondo la luce arriva dalla Luna alla Terra, mentre in circa 8 minuti arriva dal Sole. Per arrivare dalla stella più vicina la luce impiega più di tre anni. Per questo motivo gli astronomi dicono che la Luna dista dalla Terra circa un secondo luce, il Sole otto minuti luce, la stella più vicina tre anni luce. La luminosità e il colore delle stelle La luminosità delle stelle dipende dalla loro potenza e dalla loro vicinanza. Sirio, per esempio, ci sembra la stella più luminosa del cielo invernale perché dista da noi solo 9 anni luce. Il colore delle stelle, che non sempre percepiamo ad occhio nudo, indica la loro temperatura. Le stelle vecchie, più fredde, tendono al rosso, mentre quelle giovani hanno temperature elevatissime e si presentano con colori più chiari. Stelle che esplodono Gli astronomi hanno scoperto che alcune stelle esplodono violentemente. Esse diventano allora luminosissime e possono essere viste anche di giorno: sono le supernovae. Queste esplosioni avvengono quando stelle molto più massicce del nostro Sole arrivano alla fine della loro vita. Quando esplode una supernova, gran parte del gas stellare viene espulso nello spazio e si mescola col gas delle nubi cosmiche circostanti. Non esplode però tutta la stella: il nocciolo centrale infatti crolla su se stesso e diventa un nuovo astro, molto piccolo (una decina di chilometri) ma densissimo. Sulla terra un cucchiaino di questo materiale peserebbe un miliardo di tonnellate. Pulsar In cielo esistono delle stelle molto strane, la cui brillantezza varia continuamente. Noi non ce ne accorgiamo perché queste variazioni sono molto rapide: avvengono anche mille volte in un secondo. Gli astronomi hanno chiamato queste stelle pulsanti o pulsar: esse compiono una rotazione velocissima durante la quale emettono un fascio di onde radio. Sono proprio quei densissimi noccioli che restano dopo le esplosione delle supernovae.

6 ELEMENTI DI ASTRONOMIA Segnali dallo spazio profondo Le pulsar (pulsating radio surces) Quando le stelle di grande massa giungono alla fine del loro ciclo vitale, spesso collassano con un esplosione violentissima che prende il nome di supernova: i loro strati esterni vengono allora espulsi nello spazio, mentre le regioni interne, implodendo, danno luogo ad una stella di neutroni, con massa molto elevata e dimensioni ridottissime. Si tratta delle pulsar, gli oggetti celesti con la maggiore densità conosciuta (pensiamo ad una portaerei compressa in un granello di sabbia). Sono stelle invisibili, ma i loro poli emettono un fascio elettromagnetico collimato di onde radio o di raggi gamma: l emissione è confinata in un piccolo cono, e poichè la stella ruota a velocità elevatissima, essa funziona come un faro cosmico, dal quale ci arrivano impulsi regolari. Nel caso in cui, durante la rotazione della stella, uno di questi fasci punti in direzione della Terra, i segnali radio possono essere raccolti dai radiotelescopi; i raggi Gamma possono invece essere captati dai telescopi spaziali. L astronomia dell invisibile Dall Universo ci arrivano, oltre quelle visibili, tutta una serie di onde elettromagnetiche: onde radio, raggi infrarossi, ultravioletti, X e gamma. Alcune di esse arrivano sulla Terra, altre vengono assorbite o riflesse dall atmosfera. Le onde nella gamma ottica, le onde radio e, in parte, l infrarosso sono osservabili con telescopi terrestri; per l ultravioletto, i raggi X e i raggi gamma è invece necessario superare l atmosfera terrestre con dei satelliti forniti di telescopi specifici. L astronomia dell invisibile, servendosi di tali strumenti, consente la rilevazione e lo studio di tutte le forme di energia emesse dagli oggetti presenti nelle regioni sconosciute dell Universo, dove hanno luogo cataclismi cosmici che coinvolgono galassie attive, materia interstellare, quasar, pulsar e supernovae.... ma non dimentichiamo che gli astronomi di oggi, per con le potenti tecnologie di cui dispongono, sono gli eredi intellettuali del monaco che troviamo rappresentato, in un libro di Flammarion, ad affacciarsi con curiosità e meraviglia verso le sfere celesti...

7 ELEMENTI DI ASTRONOMIA Via Lattea ed altre galassie Le stelle non sono uniformemente distribuite nello spazio, ma si raggruppano in strutture dette galassie. In una notte buia, lontani dalle luci delle città e in assenza di Luna, possiamo ammirare uno spettacolo davvero straordinario: l apparire della Via Lattea, una scia luminosa e biancastra che attraversa il cielo notturno. È la nostra galassia, che gli antichi greci hanno immaginato come latte sgorgato dal seno di Giunone; sulle sue origini sono nati miti e leggende in ogni parte del mondo. Se potessimo vedere la Via Lattea da molto lontano, ci accorgeremmo che essa è simile a molte altre galassie: la sua forma è quella di una gigantesca spirale con un bulbo centrale. Nella direzione della costellazione del Sagittario la concentrazione di stelle vista da Terra è maggiore rispetto ad altre direzioni, ed è possibile osservare quella scia di colore latteo dalla quale l intera galassia ha preso il nome. La Via Lattea si presenta come un indistinto chiarore: fu Galileo Galilei ad osservare direttamente, grazie al cannocchiale da lui ideato, ciò che era già stato intuito da Democrito, ossia che si tratta di una fitta trama di stelle.

8 L UNIVERSO ELEMENTI DI ASTRONOMIA Il Big Bang L Universo iniziò ad espandersi, circa 14 miliardi di anni fa, da una condizione iniziale calda e densa: questa teoria, oggi ampiamente accreditata da prove, prende il nome di Big Bang e propone un modello dinamico dell Universo, contrapponendosi all immobilismo cosmico, secondo il quale l Universo è fisso e immutabile. Fu l astronomo Hoyle ad inventare nel 1949 il termine Big Bang (grande esplosione), usandolo ironicamente per smentire la teoria stessa. Big Bang contro piccioni Hoyle propose un modello, alternativo al Big Bang, chiamato Modello di Universo in stato stazionario, ossia eterno e immutabile. Il dibattito rimase aperto durante gli anni 50, ma la teoria di Hoyle subì una definitiva smentita quando nel 1964 due tecnici americani della Bell Telephone, Arno Penzias e Robert Wilson, scoprirono casualmente una sorta di disturbo radio, costante e presente in qualsiasi direzione puntassero al loro antenna conica: si trattava di una radiazione che non poteva essere associata a nessuna sorgente come stelle, galassie o ammassi di galassie. Pensarono persino che quel disturbo fosse dovuto alla presenza di una coppia di piccioni sull antenna. I due scienziati avevano in realtà messo in evidenza la radiazione cosmica di fondo: il fenomeno è una conseguenza naturale degli scenari che prevedono il Big Bang, del quale la radiazione può essere considerata un residuo termico. Come è nato l Universo Immediatamente dopo il Big Bang l Universo era molto piccolo e incandescente; in seguito continuò ad espandersi e quindi a raffreddarsi. L energia si trasformò in materia con la formazione di idrogeno ed elio. Dopo circa un milione di anni, a causa della forza di gravità, la materia cominciò ad aggregarsi e a formare protogalassie in leggera rotazione. Tre miliardi di anni dopo il Big Bang, le protogalassie iniziarono a fondersi e a dare origine alle prime galassie. Le grandi galassie, come quelle a spirale che oggi osserviamo nel cielo, si formarono cinque miliardi di anni dopo. Il destino dell Universo Il modello del Big Bang prevede che, a seconda della densità di materia ed energia, l Universo continuerà ad espandersi oppure collasserà su se stesso (Big Crunch). Oggi si osserva che la densità di massa/energia è troppo piccola per causare un collasso, e l espansione dell Universo sembra addirittura in accelerazione. Come si determina l età dell Universo Per stabilire con precisione l età dell Universo, gli astronomi studiano le stelle più vecchie e cercano di misurare la velocità di espansione dell Universo. Infatti, per stabilire il tempo impiegato da un oggetto per percorrere una certa distanza occorre conoscere conoscere la sua posizione iniziale, la sua posizione finale e la sua velocità. In base alla teoria del Big Bang, all origine dell Universo le galassie si trovavano tutte nel medesimo punto: sarebbe quindi note la loro posizione iniziale. Secondo l astronomo Hubble, la velocità con cui le galassie si allontanano una dall altra è uguale alla loro distanza moltiplicata per una costante, alla quale viene dato il nome di Costante di Hubble. L età dell Universo può essere messa inversamente in relazione con questa costante: per questo gli astronomi cercano di determinarne con precisione il valore. Se si conoscessero con esattezza la velocità di espansione dell Universo e la distanza fra le galassie, si potrebbe calcolare l età dell Universo. Ma, pur sapendo che sono distribuite in modo abbastanza uniforme, la determinazione esatta della loro distanza non è semplice!

9 Extraterrestri Un idea alquanto intrigante Esistono davvero gli extraterrestri e, se esistono, dove e come andarli a cercare? Centinaia di libri e film di fantascienza dimostrano l enorme interesse dell uomo per l esistenza di creature su altri mondi, che tuttavia è sempre stata considerata nel senso comune una pura, ingenua fantasia. Chi cercare? La ricerca degli extraterrestri non è facile: il primo problema è capire chi andare a cercare. La vita è multiforme: vogliamo trovare forme di vita tipo un lombrico, una stella marina oppure uno scimpanzé? Possiamo avere alcune certezze, ad esempio che la vita è incompatibile con il calore eccessivo. Questo semplifica le ricerche, concentrando le ricerche solo sui pianete, escludendo le stelle. Dove cercare la vita? Fino al 1994 gli astronomi non avevano la prova dell esistenza di altri pianeti oltre a quelli che formano il nostro sistema solare e i luoghi dove cercare la vita stavano sulle dita delle mani. Oggi sono avvistati oltre cento pianeti e si pensa che il loro numero sia vicino a quello delle stelle! A questo punto, la questione è capovolta: è difficile immaginare come la vita possa non essere almeno su uno di tutti questi pianeti. Ma quante difficoltà! Una spedizione alla ricerca della vita extraterrestre non potrebbe essere fatta a bordo di una navicella spaziale perché richiederebbe viaggi lunghi centinaia di anni luce e tempi decisamente superiori alla durata media della vita umana. Con la tecnologia attuale i mezzi spaziali non raggiungono neppure la velocità della luce e per atterrare su Proxima Centauri, la stella a noi più vicina, sarebbero necessari decine di migliaia di anni.

10 IL SISTEMA SOLARE Il Sole è una sfera di gas caldissimi, talmente grande che potrebbe contenere un milione di Terre. Pur essendo una stella come le altre ci appare grande e brillante perché è molto vicina a noi. Gli otto pianeti del sistema solare le ruotano intorno, ricevendone la luce e il calore che, sulla Terra, permettono la vita di animali e piante. Osservando il sole con un particolare telescopio è possibile vedere una superficie in continua ebollizione sulla quale si distinguono macchie scure, costantemente movimentata da grandi fiammate e da un vento causato dall emissione di gas caldissimi.

11 IL SISTEMA SOLARE I pianeti del sistema solare Mercurio È il pianeta più vicino al Sole. La sua temperatura è elevatissima: per questo motivo non vi si trovano né acqua né aria. È quasi tre volte più piccolo della Terra. La sua superficie, simile a quella lunare, presenta molte montagne e crateri: infatti l assenza di atmosfera rende più violenti gli impatti con i meteoriti. È un pianeta molto veloce: gira intorno al Sole in 88 giorni. È molto difficile da osservare poiché il Sole lo offusca con la sua luce intensa: nonostante questo era già noto ad Egizi, Cinesi e Sumeri. Venere Detta la Stella del mattino o della sera perché è osservabile dopo il tramonto o prima dell alba, Venere è l astro più brillante del cielo, essendo ricoperto di nubi che riflettono molto bene la luce del Sole. Grande come la Terra, è circondata da un atmosfera che, a causa dei gas che contiene, sarebbe per noi irrespirabile. La sua superficie è investita da venti che viaggiano a molte centinaia di chilometri all ora. Le sonde spaziali inviate su Venere (pur essendo sbatacchiate dal vento!) hanno rilevato al presenza di grandi vulcani in eruzione. Terra In ordine di distanza dal Sole, è il terzo pianeta del sistema solare. La Luna è il suo unico satellite. L atmosfera che la circonda, facendola apparire come il pianeta azzurro, ha temperatura e composizione favorevoli alla vita. Marte Si distingue nel cielo per il colore rosso, grazie al quale è stato associato al sangue e quindi a Marte, dio della guerra. Facilmente osservabile, è per molti versi il pianeta più simile alla Terra. Vi soffia un tenue vento, ma la sua atmosfera, molto rarefatta, non sarebbe respirabile per noi terrestri. La dimensione di Marte è la metà di quella terrestre; le numerose sonde che sono scese sul pianeta hanno fotografato una superficie simile ad un deserto disseminato di pietre, sul quale sono presenti alte montagne, letti di antichi fiumi prosciugati, vulcani spenti (uno dei quali è alto più del doppio dell Everest). Marte ha due piccole lune, Deimos e Phobos, i cui nomi significano in greci Terrore e Paura: erano gli attendenti del dio Marte.

12 IL SISTEMA SOLARE I giganti del sistema solare I pianeti che seguono Marte (in termini di distanza dal Sole) sono costituiti da un piccolo nucleo solido, ricoperto da uno spesso strato fluido avvolto da un involucro di gas: non hanno quindi una superficie solida. Giove, Saturno, Urano e Nettuno vengono detti pianeti gassosi o giganti; insieme ai loro satelliti ed a Plutone (un pianeta nano roccioso) costituiscono il sistema solare esterno. Giove È il pianeta più grande del sistema solare e come tale i Greci gli attribuirono il nome del re degli dèi: potrebbe contenere più di un migliaio di Terre. Vi gravitano intorno molte lune. La sua composizione è simile a quella del Sole, nella quale prevalgono idrogeno ed elio. Gli astronomi, grazie alle sonde spaziali Voyager, hanno scoperto che è circondato da un sottile anello, versione minore di quelli che circondano Saturno. Il gigante gassoso, osservato con un telescopio (anche piccolo) appare solcato da bande oscure, che sono sistemi nuvolosi a strisce. Una macchia colorata (la cosiddetta Macchia Rossa) è una sorta di uragano permanente ben localizzato. A differenza della Terra, Giove ha diverse lune. Le quattro maggiori, scoperte da Galileo, hanno nomi tratti dalla mitologia greca: Io, Europa, Ganimede, Callisto sono alcuni tra i tanti amori di Giove. Sul satellite Io sono presenti montagne alte una decina di chilometri: alcune sono potenti vulcani attivi che lanciano nello spazio grandi quantità di zolfo. Il satellite Europa sembra invece ricoperto di uno strato di ghiaccio, al di sotto del quale è possibile si verifichino eruzioni vulcaniche d acqua. Esiste l ipotesi che negli oceani sottostanti il ghiaccio, riscaldati dai vulcani, si siano sviluppate forme di vita. Saturno È il pianeta più grande del sistema solare dopo Giove. Dista dal Sole nove volte più della Terra, ed impiega perciò molto tempo per ruotarvi attorno: un anno saturniano dura come 29 anni e mezzo terrestri! Saturno è molto più leggero di Giove: se fosse possibile immergerlo nell acqua, galleggerebbe. È l ultimo pianeta del sistema solare esterno facilmente visibile ad occhio nudo. È caratterizzato dalla presenza di molti anelli, costituiti da particelle di ghiaccio e polvere che gli ruotano intorno. Ha una sessantina di satelliti, il più famoso dei quali è Titano, al quale gli astronomi dedicano particolare attenzione perché le sue caratteristiche (ad esempio una densa atmosfera) potrebbero essere compatibili con la presenza di vita. Nettuno Grande circa quattro volte la Terra, è uno dei giganti del sistema solare. è costituito principalmente da gas, ma probabilmente ha un piccolo nucleo roccioso. Il suo colore blu è dovuto all interazione del metano presente nell atmosfera con la radiazione solare. Nettuno ruota attorno al proprio asse in sedici ore e sette minuti. I suoi venti superano i 1500 chilometri orari e sono i più violenti mai rilevati. Fu il primo pianeta ad essere scoperto attraverso calcoli matematici, senza osservazione diretta. Urano Pur essendo quattro volte più grande della Terra, Urano è talmente lontano che non è facile vederlo: venne infatti scoperto solo nel XVIII secolo. Al contrario di quanto accade per gli altri pianeti, il suo asse di rotazione non è perpendicolare ma quasi parallelo al piano dell orbita: il suo polo è quindi rivolto verso il Sole. Presenta un sistema di anelli, molto più tenui di quelli di Saturno, ed almeno 15 satelliti. È composto principalmente da roccia e ghiaccio.

13 I TELESCOPI L astronomia, al pari di altre branche della fisica, è una scienza sperimentale. Il laboratorio dell astronomo è l intero universo, in cui continuamente si verificano tutti gli esperimenti possibili in modo caotico ed incontrollabile. I dati relativi ai fenomeni celesti provengono da tutte le direzioni, sotto forma di onde elettromagnetiche e di particelle. I moderni telescopi sono situati, per ottenere migliori osservazioni, nei luoghi più sperduti,e perciò più bui, del nostro Pianeta. Diversi telescopi per diversi segnali I telescopi moderni hanno forme e caratteristiche molto diverse fra loro, ma sono tutti sostanzialmente basati sull uso di specchi, o comunque di superfici che riflettono la radiazione ricevuta su una superficie il più ampia possibile (in modo da ottenere lo stesso risultato delle lenti, ma in modo assai più efficiente) e la concentrano su uno strumento di misura. I diversi telescopi sono specializzati per il trattamento di particolari porzioni dello spettro elettromagnetico: ci sono radio-telescopi, specializzati per ricevere i segnali radio, telescopi infrarossi, telescopi ottici (quelli più tradizionali), telescopi per ultravioletto e per raggi X. La strumentazione di piano focale Il cuore del telescopio, di qualunque tipo esso sia, è rappresentato dallo strumento che si trova nel suo fuoco: infatti la parte ottica del telescopio svolge solo la funzione di concentrare la radiazione nel fuoco, ma poi questa deve essere rivelata e misurata. Storicamente i primi strumenti di piano focale sono stati lastre fotografiche che, consentendo una lunga esposizione, riuscivano a rivelare oggetti la cui luminosità era insufficiente per l occhio umano; oppure lastre più particolari, sensibili alla radiazione infrarossa. Oggi le lastre fotografiche sono state in gran parte abbandonate per fare posto a rivelatori di tipo elettronico. Strumenti fotometrici e spettroscopici Gli strumenti che vengono utilizzati nel fuoco del telescopio possono essere di tipo fotometrico o spettrometrico. I primi hanno lo scopo di misurare l intensità della radiazione emessa dagli oggetti celesti. Quelli in uso hanno una struttura simile alle telecamere digitali di tipo commerciale ed utilizzano elementi sensibili dello stesso tipo (i cosiddetti CCD), anche se ovviamente i dettagli costruttivi dello strumento, le condizioni di funzionamento dei dispositivi sensibili ed il modo di impiego sono studiati per ottimizzare l efficienza in relazione all uso astronomico.

14 I TELESCOPI Il progetto LBT Dalla metà degli anni ottanta l Osservatorio di Arcetri (Istituto nazionale di Astrofisica - INAF) è direttamente coinvolto nello sviluppo di un grande telescopio, caratterizzato da due specchi primari di grandi dimensioni affiancati su un unica montatura, e per questo motivo chiamato Large Binocular Telescope (Grande Telescopio Binoculare). Il progetto vede in collaborazione la comunità astronomica italiana, rappresentata dall Osservatorio di Arcetri, alcune università americane, fra le quali quelle dell Arizona e dell Ohio, ed un consorzio di centri di ricerca tedeschi, collegati con il Max Plank Institute. Il ruolo dell astronomia italiana nel progetto LBT è estremamente rilevante: in particolare sono state progettate e realizzate in Italia sia l intera struttura meccanica sia uno degli elementi di punta del telescopio, lo specchio secondario adattivo. Macchine del tempo Guardare lontano nello spazio equivale quindi a guardare indietro nel tempo. Vale anche viceversa: per guardare indietro nel tempo basta guardare lontano. Da questo punto di vista i telescopi si comportano come macchine del tempo: ci svelano l Universo com era durante tutte le fasi della sua evoluzione. Viaggiare all indietro su un raggio di luce La cosmologia e l astronomia in generale compiono viaggi nel tempo. La luce ha una velocità molto alta (300 mila chilometri al secondo, ossia 10 mila miliardi di chilometri l anno ) ma non infinita. Questo significa che tra l emissione e la ricezione di un segnale luminoso passa sempre del tempo. Sulla Terra questo ritardo è di solito trascurabile, in quanto la luce impiegherebbe un decimo di secondo a fare un giro completo dell equatore terrestre. Le distanze tra le stelle e le galassie, però, sono così grandi che i tempi necessari alla luce per viaggiare da un corpo all altro possono essere molto lunghi. Ad esempio, la luce di Alpha Centauri, una delle stelle più vicine al Sole, impiega circa 4.3 anni a raggiungerci.

15 A S I A LONTANI, MA SOTTO LO STESSO CIELO Basta fissarsi su una località geografia e muoversi lungo una linea orizzontale per individuare tutti i luoghi della terra che vedono lo stesso cielo: osservando una carta geografica si scopre che il panorama celeste visibile dal Nord Asia non è poi molto differente da quello del centro Europa. In ampie zone i due continenti si trovano infatti alla stessa latitudine. Le coordinate terrestri Il globo terrestre può essere diviso da alcune linee immaginarie che prendono il nome di meridiani e paralleli. Il riferimento fondamentale per la loro definizione è costituito dall asse di rotazione terrestre. Definiamo MERIDIANI i semi-circoli massimi passanti per i Poli, originati dall intersezione del globo terrestre con piani passanti per l asse di rotazione. Definiamo PARALLELI i circoli minori (ad eccezione dell equatore che è un circolo massimo) ottenuti dall intersezione del globo terrestre con piani perpendicolari all asse di rotazione. I paralleli degenerano in un punto ai poli. Il parallelo fondamentale è, come già detto, l EQUATORE. Il meridiano fondamentale è stato ritenuto, per convenzione, quello passante per l Osservatorio Astronomico di Greenwich in Inghilterra, per questo detto MERIDIANO DI GREENWICH. Tutti i luoghi che si trovano sullo stesso parallelo offrono lo stesso panorama celeste. Dove sta la differenza? Dalla pianura Padana e dalla Mongolia si vede esattamente lo stesso panorama celeste. La differenza non sta nelle stelle, nelle costellazioni, le figure che i popoli dell antichità hanno immaginato essere formate dalle stelle. ma

16 A S I A Stesse stelle diversi miti Le sette stelle più luminose della costellazione dell Orsa Maggiore formano un disegno che ricorda un carretto e si chiama appunto Carro Maggiore. Molti popoli le hanno notate e hanno immaginato miti e leggende su di esse. Secondo gli antichi greci, l Orsa Maggiore era la bella Ninfa Callisto, trasformata in orsa da Zeus e messa nel cielo per diventare immortale. Ma cosa hanno visto i popoli asiatici in mezzo a quelle stelle? La Stella Polare e l Imperatore Per gli antichi cinesi la zona della Stella Polare corrispondeva all Imperatore. Tutto infatti doveva girare attorno a lui, proprio come le stelle paiono girare intorno alla Stella Polare. Nella realtà, 2000 anni fa e oltre, la Stella Polare non si trovava esattamente sopra il Polo Nord, dove oggi possiamo osservarla, a causa della precessione degli equinozi: probabilmente l Imperatore era quindi collocato nella stella che allora fungeva da stella polare. La precessione dell asse di rotazione terrestre e la stella polare La Terra non compie solamente un moto di rotazione intorno al proprio asse ed uno di rivoluzione attorno al Sole. Esiste un altro moto molto lento, ma molto importante: il moto di precessione dell asse terrestre. L asse di rotazione terrestre, inclinato di rispetto alla verticale al piano dell orbita, non rimane costantemente parallelo a se stesso, ma descrive una lentissima precessione intorno alla verticale, in un periodo di circa anni. Il Polo Nord celeste non rimane fisso, ma descrive sulla volta celeste una circonferenza centrata nell asse di precessione terrestre, con lo stesso periodo di circa anni. La stella dell Orsa Minore che noi oggi chiamiamo Stella Polare, quindi, è tale solo perché nell epoca in cui viviamo l asse terrestre punta nella sua direzione; nel V millennio a.c., ad esempio, la polare (la stella più vicina alla direzione dell asse terrestre) era una stella della costellazione del Drago, mentre nell VIII millennio d.c. sarà un altra stella della costellazione di Cefeo.

17 A S I A UN CIELO COSTELLATO DI STORIE La candida Via Lattea e la costellazione di Orione hanno ispirato alcuni tra i più significativi miti asiatici... Fiumi di stelle La Via Lattea con la sua candida scia è stata osservata da tutti i popoli della Terra. Molto spesso viene identificata con un corso d acqua. Secondo un mito cinese è un fiume di stelle che divide due innamorati, mentre per gli indiani non è altro che una parte del Sacro Gange. Ganga e il fiume sacro. Una leggenda indiana racconta che Ganga, madre di tutti i fiumi, viveva un tempo nel Cielo. Nei mari della Terra imperversavano i demoni del male. Il saggio Agastya ingoiò l intero oceano dei demoni ed il mondo rimase completamente arido, senza neanche una goccia d acqua. Mossa dalle preghiere del suo popolo, Ganga si precipitò sulla Terra. La sua potenza era però così grande e incontenibile da risultare devastante. Allora il dio Shiva arginò il fiume coi propri capelli, dividendolo in più corsi. Una parte di Ganga si può ancora vedere nel cielo, fra le stelle della Via Lattea. Le origini celesti del fiume vengono rievocate ogni dodici anni, quando il pianeta Giove entra nella costellazione dell Acquario, segno della purificazione. Ancor oggi, ai piedi dell Himalaya, nella città di Haridwar, attraversata dal sacro fiume Gange, in questa ricorrenza si svolge una festa con milioni di pellegrini. Dèi ed eroi Al pari della Via Lattea, la costellazione di Orione è visibile da tutto il mondo, poiché si estende da entrambe le parti dell equatore celeste. Il gruppo di stelle ha una forma così simile alla figura umana che molti popoli vi hanno identificato un eroe o una divinità, a partire dal semidio greco Orione, splendido e possente: fa eccezione il Giappone, ove è stato collegato alla forma di oggetti comuni ma significativi dal punto di vista culturale. Orione: tamburo e manica di kimono Vi sono costellazioni particolarmente amate in Giappone: sono quelle che sorgono ad oriente e tramontano ad occidente, mentre le costellazioni più alte nel cielo non hanno né alba né tramonto. Tra le prime vi è Orione, le cui sette stelle vengono immaginate come una delle maniche, particolarmente ampie e lunghe fino a terra, del tradizionale kimono. Per vedere la costellazione basta dunque immaginare che una bella signora alzi il braccio. Con Orione i giapponesi identificano anche lo Tsuzumi, caratteristico tamburo a forma di clessidra usato spesso nelle cerimonie religiose per ottenere la protezione delle divinità. La punizione di Prajapati Betelgeuse (la stella rossa in corrispondenza della spalla di Orione) veniva identificata dagli indiani con Prajapati, il dio creatore. Egli aveva ventisette figlie e per metterle al sicuro costruì nel cielo ventisette castelli. Fra le stelle vagava Soma, soprannominato Chandra (lo splendente) per la pelle bianchissima e brillante. Soma trovò i castelli e conobbe tutte le principesse. Per ultima incontrò Rhoini: aveva i capelli rossi ed era così bella che Soma ne rimase incantato. Quando Prajapati lo vide vicino alla figlia andò su tutte le furie e lo condannò a girare per un mese per tutti i castelli, senza fermarsi e cambiando continuamente aspetto. Soma non è altri che la Luna, il cui aspetto cambia col trascorrere dei giorni, mentre Rohini è una stella rossastra presente nella costellazione del Toro, proprio davanti a Orione. Noi la chiamiamo Aldebaran.

18 A S I A IL CELESTE IMPERO La Cina investe oggi in avanzati programmi astronomici. La sua attenzione per il Cielo ha origini molto lontane. L Imperatore, figlio del cielo L Imperatore cinese era considerato il Figlio del Cielo: egli saliva al trono per volontà degli dèi ed uno dei suoi principale compiti era quello di preservare l equilibrio tra il regno dei Cieli e quello della Terra. Due volte all anno, nei giorni corrispondenti ai solstizi d estate e di inverno, si recava col suo seguito a pregare e compiere sacrifici presso il Tempio del Cielo: l edificio si trova a Pechino ed è stato dichiarato dall Unesco Patrimonio dell Umanità. e del drago Nell antica astronomia cinese aveva grande importanza la costellazione del Drago: la sua comparsa, in primavera, annunciava la stagione della pioggia. Come l Imperatore, il Drago era dunque mediatore tra cielo e Terra, tra umano e divino. Per la sua capacità di governare gli elementi divenne simbolo del potere di origine celeste: gli imperatori vennero considerati discendenti dei draghi e il loro trono fu chiamato Trono del Drago. L astronomia in Cina Fin dall antichità i cinesi hanno studiato il cielo. Dal IV secolo a.c. furono in grado di determinare solstizi ed equinozi e, poco dopo, registrarono eclissi e passaggi di comete. Sole, stelle e costellazioni vengono spesso rappresentati in oggetti di uso quotidiano. Antiche osservazioni di supernovae In un trattato cinese, alla data corrispondente al nostro 4 luglio 1054 si legge: Una stella ospite è apparsa a sud-est di Tien-kuan (stella oggi denominata Tauri). Dopo più di un anno è scomparsa a poco a poco. I cinesi osservarono la supernova per 23 giorni, a partire dal 4 luglio; osservazioni e registrazioni di questo evento vennero effettuate anche in Corea, Giappone ed Armenia. Si tratta dell esplosione di una stella avvenuta nella costellazione del Toro, a circa 6000 anni luce da noi: da essa è nata la Nebulosa del Granchio. Oggi sappiamo che fenomeni analoghi si verificano principalmente nelle parti centrali delle galassie, in seguito al rapido collasso, sotto l influenza della gravità, di grandi masse di materia nelle supernovae, stelle relativamente massicce (circa dieci volte la massa del Sole) giunte al termine della loro evoluzione. La bussola Si dice che la prima bussola sia stata inventata in Cina. Questo non è certo, ma fin dal I secolo d.c. i marinai cinesi usavano sicuramente la bussola per orientarsi. Essa era probabilmente costituita da un ago magnetico collocato su un galleggiante di legno posto in una brocca d acqua: il campo magnetico terrestre agiva sull ago che, libero di ruotare, si posizionava lungo la direzione nord-sud. Poiché la Stella Polare si trova in corrispondenza del nord, viene chiamata in un antica leggenda mongola Stella Calamita, come fosse essa stessa ad essere magnetica ed orientare l ago della bussola verso questo punto cardinale.

19 A M E R I C A PADRE CIELO, MADRE TERRA I nativi americani migrarono in tempi antichissimi dall Asia attraverso lo stretto di Bering. Lo sciamano, tramite fra Terra e Cielo Nella tradizione culturale degli Indiani d America, l origine del mondo ed i fenomeni naturali, quali ad esempio il moto degli astri, rappresentano la manifestazione di un entità spirituale. Per questo la loro conoscenza è tra le prerogative dello sciamano, che troviamo rappresentato, nelle pitture rupestri del Wild Horse Canyon, come lunghissimo uccello con gambe umane: egli cammina tra gli uomini ma la sua anima può raggiungere il Cielo e conoscere altri mondi. L attenzione per la volta celeste è testimoniata dal ritrovamento archeologico di diversi siti di osservazione. Il suo scopo era soprattutto di stabilire con precisione il calendario delle feste rituali, che dovevano svolgersi in momenti diversi per ogni villaggio, quando il Sole, la Luna o le stelle più luminose, come le Pléiadi, si trovavano in particolari posizioni. Come il Dio Nero sistemò le Pleiadi Una leggenda Navajo racconta che, quando le divinità si riunirono per decidere chi dovesse sistemare le stelle, il Dio Nero batté il piede verso nord e le Pleiadi gli balzarono sul ginocchio; con un secondo colpo, a est, le portò sul fianco e con un terzo, a sud, sulla spalla. Un ultimo colpo, a ovest, e si sistemò le Pleiadi sulla fronte. Vista la sua abilità, si decise che fosse lui a sistemare le stelle!

20 A M E R I C A PADRE CIELO, MADRE TERRA I nativi americani migrarono in tempi antichissimi dall Asia attraverso lo stretto di Bering. Padre Cielo e Madre Terra Il simbolo dell unione fra Padre Cielo e Madre Terra rappresenta, nelle pitture di sabbia Navajo, il principio della complementarietà che regola l Universo: sul corpo maschile compare una mappa stellare, su quello femminile le piante sacre. Nell insieme dei due elementi risiedono l equilibrio e la completezza, e questo è rappresentato attraverso la loro perfetta simmetria. Il principio maschile e quello femminile sono le forze opposte insite in ogni cosa: anche la pioggia può scendere con violenza o con dolcezza. Lunga Fascia e la Terra di Mezzo Una leggenda Tewa narra che Orione, i Gemelli e le Pleiadi sono legati da una mitica passeggiata siderale. Il grande capo Lunga Fascia partì col suo popolo per un viaggio lungo la Via Lattea. Dopo qualche giorno tutti cominciarono a lamentarsi: Lunga Fascia si fermò vicino a due stelle molto brillanti (i Gemelli) e disse che chi voleva poteva anche tornarsene indietro. Questo venne chiamato posto della decisione. Tutti decisero di andare avanti, ma dopo poco, ancora lamentele! Lunga Fascia si mise a sedere, ed appoggiò il copricapo dove sono le Pleiadi. Questo venne chiamato posto del dubbio. Lunga Fascia alla fine decise di portare il suo popolo nella Terra di Mezzo, dove oggi noi vediamo Orione.

21 A M E R I C A I CIELI DEGLI INDIOS Solo all epoca di Colombo e della Conquista le culture americane entrarono in contatto con altri popoli. Dalla mesoamerica al Brasile, tra passato e presente Inca, Maya ed Aztechi elaborarono complesse civiltà. Il cielo rispecchiava l organizzazione sociale, politica e religiosa; gli astronomi erano professionisti legati alla corte, e lo studio dei fenomeni celesti aveva lo scopo di cogliere i legami tra gli eventi passati e futuri, per orientare le scelte del presente e garantire l equilibrio tra la vita umana e il cosmo. I popoli amazzonici conservano legami quotidiani con la sacralità dell universo e delle origini. I glifi dei Maya Come i geroglifici egizi, i glifi sono rappresentazioni grafiche stilizzate di cose o concetti, incisi sulle steli o nei templi. Per ogni corpo celeste esisteva un segno specifico: il Sole è rappresentato come un fiore, la Luna come una superficie ovale sulla quale i tratteggi rappresentano le macchie lunari e Venere è formata dall unione di due segni zodiacali. Il codice di Dresda Il codice di Dresda è il più bello e complesso dei tre manoscritti ideografici Maya sopravvissuti al periodo coloniale. È una delle principali fonti per la storia dell astronomia. Tratta delle eclissi, della rivoluzione sinodica di Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie.

22 A M E R I C A Un modo diverso di immaginare il cielo Le attuali popolazioni di lingua Quechua utilizzano ancora le costellazioni che risalgono all epoca Inca. Gli abitanti del villaggio peruviano di Misminay, al contrario di quanto accade nel resto del mondo, vedono queste figure nelle parti più nere del cielo che si stagliano sullo sfondo della Via Lattea, particolarmente luminosa nei loro luoghi. Si tratta soprattutto di animali: lama, rospi, volpi, pernici. I periodi duranti i quali sono visibili nel cielo corrispondono a quelli in cui loro controparti terrestri sono attive. Nella cronaca redatta dal funzionario spagnolo Polo de Ondegardo nel XVI secolo, leggiamo che tutti gli animali e gli uccelli sulla Terra avevano il loro simile celeste, responsabile della loro procreazione e proliferazione. Inseguendo l armadillo Una leggenda del Brasile narra che il popolo dei Kayapò abitava nel cielo. Un giorno un armadillo, per sfuggire ai cacciatori, si calò sulla Terra scendendo lungo una corda. Affacciandosi tra le nuvole gli uomini videro una meravigliosa distesa di alberi e di corsi d acqua. I più coraggiosi scesero in questo nuovo mondo, gli altri restarono in cielo: le stelle suono i fuochi che accendono ogni sera. La quotidianità come rappresentazione delle origini Nel pensiero Kayapò il tempo si ripete ciclicamente: come il moto del Sole e lo stesso Universo è rappresentabile con un cerchio. Il villaggio deve essere circolare per riprodurre l equilibrio del cosmo. A simboleggiare questa cosmogonia è il crepitacolo, lo strumento ritmico che viene suonato durante le danze rituali che ripercorrono il moto del Sole: la sua forma richiama l asse centrale della sfera dell Universo.

23 A F R I C A DOVE IL CIELO ABBRACCIA LA TERRA Il legame tra cielo e Terra è fortemente presente in tutte le cosmologie africane. Giza, la porta del cielo La piramide di Cheope si erge maestosa con le facce ordinate secondo i punti cardinali. Proclo, filosofo neoplatonico, nel commento al Timèo di Platone, suppone che la piramide sia stata usata come osservatorio astronomico: la collocazione dei vani interni sembra tener conto delle posizione delle costellazioni, ed in particolare con quella di Orione. Si suppone che il particolare allineamento delle tre piramidi di Giza corrisponda alle stelle della cintura di Orione. Orione e Osiride I testi rituali all interno delle piramidi descrivono come il Faraone, dopo la morte, salisse al cielo e risorgesse come dio Osiride. Egli, nella mitologia egizia, governava i due Regni del Cielo e dell Oltretomba, rappresentando l unione del sovrano col mondo superiore; la sua dimora celeste era la costellazione di Orione, chiamata anima di Osiride; la piana di Giza era la porta che congiungeva Cielo e Terra. Il vestito della dea Nut Secondo un antica leggenda egiziana, la Via Lattea è il corpo della dea del Cielo Nut, che indossa un vestito ricoperto di stelle. Nut non è sempre stata dove oggi la possiamo vedere scintillare nelle notti buie. Si racconta che inizialmente vivesse attaccata a suo fratello Geb, dio della Terra. Fra Terra e cielo non c era nient altro. Un bel giorno Shu, padre di Nut e Geb, separò i due figli con le sue forti braccia. Ancora oggi, aiutato dai venti, il forte Shu li tiene a distanza. Nut indossa un vestito ricoperto di stelle e col suo corpo rimane aggrappata a Geb formando un arco sopra la Terra. I suoi piedi sono piantati ad oriente e la testa ad occidente. Il dio del Sole, Ra, ogni notte naviga lungo il corpo della madre partendo dalla testa e arrivando ai piedi, dai quali spunta ogni mattina all alba. Gli antichi egizi pensavano che, dopo la morte, avrebbero continuato a vivere fra le stelle e proprio per questo, molto spesso, disegnano la bella Nut all interno dei coperchi dei propri sarcofaghi.

24 A F R I C A I Dogon, il popolo delle stelle I Dogon, un popolo del Mali, si considerano discendenti di Amma, il dio venuto dallo spazio ed in particolare da Sirio B, una stella che essi conoscono fin dall antichità ma che gli astronomi moderni sono riusciti a localizzare solo alla fine dell 800, poiché è invisibile a occhio nudo. Nella raffinata e complessa cosmogonica dei Dogon è spiegata l origine dell universo, il principio secondo cui l uomo, la società ed il cosmo sono tra loro intimamente collegati e secondo il quale il tutto è contenuto in ogni sua più piccola parte proprio come quest ultima costituisce il tutto. La leggenda narra che gli antenati di Dogon, un popolo del Mali, arrivarono sulla Terra delle stelle e vi portarono un paniere contenente l argilla per la costruzione dei granai. Essi, nella cosmologia dei Dogon, rappresentano l Universo, ed al loro interno vi sono delle scale che costituiscono la trasposizione di costellazioni e stelle: a nord le Pleiadi, a sud Orione, a est Venere e ad ovest una stella cometa. Perché le stelle sono lontane Nella notte dei tempi le donne staccavano le stelle per darle ai loro bimbi. Essi le bucavano con un bastoncino e facevano poi girare queste trottole di fuoco per mostrarsi tra loro come funziona il mondo. Ma non era che un gioco (Ogo Temmeli, Sciamano Dogon). Un tempo le stelle erano molto vicine e i bambini, mentre le madri lavoravano, potevano giocarci toccandole e lanciandole. Un giorno una donna, che stava pestando il miglio nel mortaio, stanca per il lavoro diede un colpo troppo forte e alzò il braccio molto in alto, colpendo il cielo e scagliandolo lontano. Da quel giorno le stelle brillano in alto in cielo, ma nessuno può toccarle e nessun bambino può più giocarci. Le tre zebre nel cielo Secondo una leggenda della tribù Ju/Wasi (Khoikhoi Mali, Sud Africa) un giorno il dio Old/Gao andò a caccia di zebre. Per ore ed ore non riuscì a vederne neanche l ombra. Improvvisamente tre bellissime zebre apparvero davanti ai suoi occhi. Old/Gao si illuse per un attimo che le cose stessero iniziando ad andare per il verso giusto. Prese quindi la mira e scagliò la sua freccia. Pur essendo un dio, Old/Gao qualche volta sbagliava: la sua freccia non colpì le tre zebre, che si misero a correre velocissime fino a raggiungere il cielo. L avevano davvero scampata bella! Le tre zebre fortunate sono le tre stelle della cintura di Orione. Sotto di esse si può notare anche la freccia che, scagliata in un altra direzione, non riuscì a colpirle.

25 A F R I C A L AFRICA E IL SOLE Il Sole non dimentica alcun villaggio, recita un proverbio del Gabon. In tutta l Africa si raccontano moltissime leggende sulla nostra stella. Secondo i Boscimani del Kalahari, il Sole fu spedito al suo posto da alcuni bambini Il Sole e i bambini Un tempo il Sole era un uomo che emanava luce dall ascella. Egli stava sempre disteso: quando alzava il braccio illuminava lo spazio intorno a sé, ma quando lo abbassava il buio ricopriva tutto. Un giorno una donna mandò i suoi figli ad alzare il braccio al Sole e a convincerlo ad andare in cielo per illuminare la Terra dei Boscimani. Raccomandò loro di dirgli: Tu sei il Sole, emani calore e, se rimarrai in alto, rischiarerai tutta la Terra, riscalderai gli uomini e farai asciugare il cibo dei Boscimani. Per questo devi risplendere dappertutto e devi portare via il buio. I bambini fecero quanto era stato loro ordinato, alzarono il braccio del Sole e lo spinsero in cielo. In questo modo il popolo dei Boscimani può vedere la gazzella, l antilope e lo struzzo e può cacciarli per procurarsi il cibo. Il Sole che taglia la Luna La stessa leggenda racconta che, quando il Sole tramonta per far spazio al buio, appare la Luna che a sua volta lo sconfigge illuminando la notte fino allo spuntare del nuovo giorno. Talvolta però il Sole si arrabbia per la luce della Luna e allora la taglia con il suo coltello; per questo la Luna cala e si lamenta: Sole, lasciami almeno uno spicchio per i bambini!. Ma il Sole non l ascolta, così per un po rimane solo il buio: fino a quando la Luna ricompare e, notte dopo notte, riprende a crescere di pezzetto in pezzetto. Quando diventa di nuovo piena, il Sole riprende a tagliarla con il suo coltello.

26 A F R I C A ARCOBALENI E SPETTROSCOPI Sappiamo che il Sole è formato principalmente da idrogeno ed elio. Come hanno fatto gli astronomi a capirlo? Provando a scomporre la luce del Sole con un semplice prisma si possono osservare tutti i colori dell arcobaleno. Utilizzando invece uno spettroscopio, si ottiene un immagine (detta spettro) che contiene i colori dell arcobaleno interrotti da alcune linee scure. Le linee scure sono dovute ai gas che assorbono la luce del Sole. Poiché gas diversi assorbono colori diversi della luce, studiando queste linee nere si può capire quali gas siano all interno e intorno al Sole. Di cosa è fatto il Sole? Nel 1842 un eclissi totale di Sole visibile in Italia, Francia e Austria consentì agli astronomi di studiare gli strati esterni del Sole: la cromosfera, le protuberanze e la corona. Essi constatarono che la luce emessa dalla cromosfera e dalle protuberanze era dovuta principalmente all emissione di alcune righe spettrali dominate dalla riga dell idrogeno. Questo fu un primo importante passo avanti nella scoperta dei gas che formano la nostra stella. Nel 1870 gli astronomi, studiando lo spettro solare, scoprirono una linea di assorbimento che venne attribuita invece ad un nuovo gas, non ancora scoperto sul nostro Pianeta. Per questo fu chiamato elio, dal greco élios, che significa Sole. Da allora si sono fatti molti studi e la spettroscopia viene utilizzata con successo per conoscere la composizione delle stelle.

27 IL SOLE NERO A F R I C A L eclisse ha posto l immaginazione dell uomo tra paure ancestrali e il desiderio di penetrarne il mistero. Il Sole è il protagonista indiscusso dei cieli africani: la sua improvvisa scomparsa ha spesso rappresentato, per i popoli strettamente legati ai cicli ed ai fenomeni naturali, un presagio di sventura che richiedeva riti e cerimonie propiziatorie. In molti paesi l eclissi è spiegata con un essere mitico o un gigantesco animale che divora il sole. Nello Zimbabwe è il coccodrillo celeste. Il coccodrillo che mangiò il Sole Un antica leggenda africana racconta che un coccodrillo, ammirando il tramonto, si chiedeva dove andasse a finire ogni sera la straordinaria palla infuocata. Così chiese al Sole come facesse a scomparire la sera per poi ricomparire al mattino. Il Sole gli spiegò che per tutta la notte nuotava nel mare sotto la Terra per raggiungere nuovamente l est. Il coccodrillo, sperando di diventare bello e splendente, ingoiò il sole. Da quel giorno è lui a trasportarlo attraverso il mare per sputarlo al mattino.

28 A F R I C A LE ECLISSI DI SOLE Quando la Luna transita tra la Terra e il Sole, i raggi di quest ultimo non possono raggiungere il nostro Pianeta, che si oscura improvvisamente e per tutto il tempo in cui la Luna copra il disco solare. Un eclisse solare si può verificare solamente in occasione di un novilunio, quando si ha l allineamento Sole-Luna-Terra e l ombra della Luna cade su una piccola parte della Terra. Tuttavia l eclisse solare non si verifica ad ogni novilunio, perché l orbita della Luna è inclinata di circa 5 rispetto a quella terrestre. I diversi tipi di eclissi Le eclissi solari possono essere totali, parziali o anulari. Le eclissi totali si verificano quando la luna copre l intero disco solare. Possono durare pochi secondi e comunque non superano i sette minuti e mezzo circa. Nelle eclissi parziali, meno spettacolari e più frequenti, il Sole viene coperto solo in parte. Le eclissi anulari sono un tipo particolare di eclissi parziali. Poiché l orbita della luna attorno alla terra e quella della terra attorno al sole sono ellittiche, in certe posizioni la luna risulta più lontana, e quindi troppo piccola per coprire l intero disco del sole: nel momento culminante dell eclisse si osserva un anello intorno alla superficie solare oscurata. Eclissi pacificatrici Grazie ad un eclisse solare fu possibile verificare la teoria della Relatività Generale. Einstein sosteneva che un raggio luminoso passando vicino al Sole si incurva e devia il proprio percorso a causa della gravità solare. Il 29 maggio 1919 Sir Arthur Eddington, eminente astrofisico britannico, confermò tale previsione misurando, tramite lastre fotografiche impresse nel corso di un eclisse solare, la deflessione della luce emessa dalle stelle nel suo passaggio in prossimità del Sole. Nonostante la Germania e la Gran Bretagna fossero nel pieno delle ostilità belliche, fu proprio un astronomo britannico a confermare le previsioni di uno scienziato tedesco! Il filosofo Talete di Mileto prevede l eclisse del 28 maggio 587 a.c., denominata Eclisse di Talete. Racconta lo storico Erodoto: I Lidi e i Medi furono in guerra per cinque anni consecutivi. La guerra procedeva con pari risultati di entrambe la parti. Durante il sesto anno accadde che nel furore di una battaglia il giorno improvvisamente si tramutò in notte. Il fenomeno era stato previsto da Talete di Mileto che aveva con precisione annunciato agli Ionii il giorno e l anno in cui si sarebbe verificato. I Lidi e i Medi, impressionati dal fenomeno, posero fine al combattimento e fecero di tutto per stabilire la pace.

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