Protagonista a Boston. Michele Bellini tra le star dell economia globale. Il cremonese Antonio Davini e la pesca in apnea

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1 GUIDA PROGRAMMI TV da sabato 19 aprile a venerdì 25 aprile 2014 Michele Bellini tra le star dell economia globale Protagonista a Boston STORIE DI SPORT Il cremonese Antonio Davini e la pesca in apnea STORIE CREMASCHE Il macabro gioco a palla durante l assedio della città SORESINA Con il quartetto D Verse il jazz è al femminile pag. 70 pag. 10 pag. 68 1

2 In questo n u m e ro In copertina il cremonese Michele Bellini protagonista a Boston w w w.piuonline.it p i c re m o n a o n l i n e. i t Supplemento al quotidiano La Provincia Quotidiano di Cremona e Crema Direttore responsabile: Vittoriano Zanolli A cura di: Daniele Duchi Hanno collaborato: Hanno collaborato: Nicola Arrigoni, Fabrizio Barbieri, Giorgio Barbieri, Barbara Caffi, Cinzia Franciò, Andrea Gandolfi, Ivan Ghigi, Fabio Guerreschi, Meo Mola, Francesco Pavesi, Carlo Piastrella, Luca Puerari, Elisabetta Quinzani, Federico Rosa, Massimo Schettino, Fulvio Stumpo, Mariagrazia Te s c h i ANNO XIII - NUMERO 16 Chiuso in redazione il 18/4/14 Reg. Tribunale n. 382/2002 del 13/4/02 OROSCOPO di Redazione Più 3 Le affinità dell Ariete. Sagittario, momenti m a gi c i PRIMO PIANO di Fabio Guerreschi 4 Bellini, una via contro la crisi 8 Relatori internazionali. Tra loro un premio Pu l i t ze r STORIE CREMASCHE di Carlo Piastrella 10 Un macabro gioco a palla del XII secolo IL GRANDE FIUME di Fulvio Stumpo 12 Cremona e il suo Grande Fiume. La storia, la passione, i problemi ECONOMIA di Andrea Gandolfi 16 Nei distretti l Italia che va 18 Shopping cinese 19 Via in 13 milioni ESTERI di Massimo Schettino 20 La nave che distrugge l ipr ite 23 La Marina Usa rivela: carburante dall o ce a - no ARTE di Mariagrazia Teschi 24 Pissarro l i m p re s s i o n i s t a 25 Artiste soncinesi. A Pompiano 25 Segno e forma. Katia Sellini 25 Quanti linguaggi possiede l ar te? LA NOSTRA STORIA di Fulvio Stumpo 26 Longobardi analfabeti, o quasi MUSICA di Fabio Guerreschi 28 Roby Facchinetti a Castelleone 29 Evenoire, show per il nuovo lavoro DISCHI di Daniele Duchi 30 L inno all amore in jazz del Claudio Filippini Trio 31 Alex Neri & Coccoluto. Il v i a g gi o di due d e e j ay A TAVOLA di Tullio Vincenzi 32 Torna Lambrusco a Palazzo 33 L errata alimentazione tra le cause dell insonnia 34 Il ristorante. Al Cavallino Bianco di Polesine Par mense 36 La ricetta crudista-vegana. Crema Zabaione R aw SALUTE di Luca Puerari 45 Ci sono 80 tipi di insonnia 46 Fumo, il vizio resta 47 Le donne che soffrono di diabete 2 sono più a rischio ictus degli uomini PAG. 47 I N S E R TO TELE VISIONE Tutti i programmi dal 19 al 25 aprile Un verme ha s ve l ato la cardiopatia umana BELLEZZA di Cinzia Franciò 48 Schermo solare on demand MODA di Redazione Più 50 Estate, tendenza... a n i m a l e PIANTE E GIARDINI di Elisabetta Quinzani 52 Achillea, proprietà benefiche AMICI ANIMALI di Federico Rosa 54 Tamia, scoiattolo giapponese TURISMO di Cinzia Franciò 56 Medioevo al Castello di Bardi LIBRI di Barbara Caffi 58 L ultima volta di Kajankaya FILATELIA di Giorgio Barbieri 60 Alberti prima di Beltrami TECNOLOGIA di Ivan Ghigi 62 Gear, tutto sotto controllo 63 Mis Table, schermo con la nebbia 3D 64 Con Trial Fontier acrobazie a cavallo della moto da cross CINEMA/DVD di Nicola Arrigoni 66 Noah, un fantasy biblico SPETTACOLI di Daniele Duchi 68 D Verse, il jazz al femminile STORIE DI SPORT di Fabrizio Barbieri 70 Una pesca da togliere il fiato AUTO & MOTORI di Francesco Pavesi 72 Arrampicarsi è il suo mestiere 73 Prius, giù i consumi DART di Fabrizio Barbieri 74 Campionato al giro di boa BORSINO di Redazione Più 76 Joshua, inno a Mondomusica. Stefania, che m o m e nt a cc i o C ASTELLEONE Roby Facchinetti al Teatro del Viale IL RISTORANTE Al Cavallino Bianco di Polesine Parmense pag. 28 pag. 34 2

3 OR OSCOPO Le affinità dell Ar i e te Sagittario, momenti magici ARIETE Dal 21/3 al 20/4 TO RO Dal 21/4 al 20/5 GEMELLI Dal 21/5 al 20/6 C ANCRO Dal 21/6 al 22/7 Amore: la persona che vi interessa sarà certamente colpita da alcune vostre affermazioni. Vi esprimerà le sue, così riuscirete a scoprire che vi sono ancora più affinità. Lavoro: non scartate la possibilità di spostarvi all estero per attività interessanti e remunerative. Salute: qualcuno potrà avere fastidi legati soprattutto al cambio di stagione Amore: intensa e problematica la sfera sentimentale, sensi eccitati al massimo tanto da provocare un'incredibile voglia di infedeltà. Lavoro: dovrete analizzare bene le vostre ambizioni per capire se saranno realizzabili. Se non lo fossero lasciate la presa e guardate oltre. Salute: cercate di incanalare l energia in eccesso praticando del movimento e divertendovi Amore: se qualcuno si dovesse allontanare da voi non temete, si farà avanti una persona amica pronta a prenderne il posto con p a s s i o n e. Lavoro: meglio chiedere consiglio, analizzare la cosa in ogni dettaglio prima di firmare un qualsiasi contratto. Le fregature sono sempre dietro l'angolo. Salute: tempo di dieta, consigliata però da un esperto Amore: la sfera sessuale assumerà grande e particolare rilevanza, soprattutto per le persone più giovani. Lavoro: investirete molte aspettative nell'attività professionale, perché sarete animati da una grinta davvero eccezionale. Supererete gli ostacoli come se non ci fossero neppure. Sarete una vera e propria forza della natura. Salute: rallentate un po i ritmi LEONE Dal 23/7 al 22/8 VERGINE Dal 23/8 al 22/9 BIL ANCIA Dal 23/9 al 22/10 S CO R P I O N E Dal 23/10 al 21/11 Amore: giorni pericolosi per gli amori segreti; improvvisamente potrebbero svelarsi agli occhi degli altri. Lavoro: non potrete imporre ai colleghi il vostro punto di vista. Ognuno sarà libero di raggiungere lo stesso obiettivo come meglio crederà. Salute: l'attività fisica sarà un ottimo canale di scarico per ansia e stress oltre che per mantenervi in for ma Amore: non siate troppo critici nei confronti della persona amata. Potrebbero nascere facilmente dissapori e incomprensioni. Lavoro: fatevi valere e pretendete che le vostre competenze siano rispettate. Reclamate maggior visibilità operativa. Salute: se state facendo una dieta, finalmente comincerete a notare che i vestiti vi si adatteranno meglio Amore: sentirete sempre più frequente il bisogno di provare il brivido che il corteggiamento e l'innamoramento sanno dare. Lavoro: tirate fuori la grinta, non siate timidi. Molto del successo dei vostri progetti dipenderà da voi. Datevi da fare e non sprecate te m p o. Salute: consigliato un massaggio o un trattamento di bellezza per risollevare il morale Amore: ogni tanto buttarsi alle spalle i problemi e prendere la vita come viene potrebbe essere il modo migliore per ritrovarsi e sor r idere. Lavoro: attenti ai pettegolezzi messi in giro, chiaramente da persone invidiose. Fate finta di nulla e la questione si sgonfierà da sola. Salute: cercate di rispettare in modo intelligente le esigenze del vostro corpo SAGIT TARIO Dal 22/11 al 21/12 C APRICORNO Dal 22/12 al 20/1 ACQ UA R I O Dal 21/1 al 19/2 PESCI Dal 20/2 al 20/3 Amore: sensualità ed entusiasmo grazie a un intesa stupenda, godrete di momenti magici. Condividerete pensieri e stati d a n i m o. Lavoro: arginate un superiore che vorrebbe dare fondo alle vostre risorse sfruttandovi a puntino. Rifiutatevi, anzi ribellatevi con decisione! Salute: attenzione a contratture muscolari, cadute o semplici dis to r s i o n i Amore: sarete pervasi da un insospettata vena di romanticismo che meraviglierà non poco chi a m a te. Lavoro: preparatevi allo stress dei vari impegni. E ricordate che la vostra carta vincente rimarrà sempre e comunque la collaborazione tra colleghi. Salute: evitate eccessi e disordini alimentari, deleteri per le funzionalità epatica e intestinale Amore: non divertitevi a fare i preziosi e a stuzzicare con malizia chi ha perso letteralmente la testa per voi. Prima o poi potrebbe succedere anche a voi. Lavoro: cominciate a pensare alle strategie da adottare per orientarvi nella giungla degli impegni che vi aspettano. Salute: non allarmatevi per la cattiva digestione. Sarà dovuta allo stress Amore: colpo di fulmine in arrivo, sia che siate single oppure no. Il fatto è che sarete così affascinanti che anche senza volerlo Lavoro: la concentrazione in ambito professionale sarà favorita dalla consapevolezza che state sì faticando, ma per qualcosa di cui vale la pena. Salute: ricordate, tensione e rabbia soffocate potranno creare somatizzazioni

4 PRIMO PIANO Bellini, una via contro la crisi Convegno sull economia organizzato alla Northeastern University Lo studente 22enne ha riunito cinque relatori d eccellenza per affrontare nuove soluzioni per il futuro I CREMONESI NEL MONDO Qui a sinistra: gli organizzatori del global summit Michele Bellini e Jaime Moran Baena In alto a destra: l u n i ve r s i t à di Boston di Fabio Guerreschi Michele Bellini, 22 anni, ha sfruttato l opportunità di studiare per un biennio in un università statunitense, grazie a un programma di collaborazione con l Università Cattolica di Piacenza che prevede la formula dei due anni in Italia e due negli Stati Uniti. Boston è diventata così la sua seconda casa, dopo Cremona, dove proseguire e perfezionare la propria formazione. Michele non è un cervello in fuga, perché tra poche settimane, al termine degli studi in Usa, rientrerà a Cremona per una precisa scelta: proseguirli in Italia. Ma Bellini ha interpretato in un altro modo la sua esperienza americana: viverla con un impegno totale, profondo e contribuire direttamente alla propria crescita e a quella degli altri studenti. Per questo ha organizzato un global summit dedicato alla crisi economica che si è svolto venerdì 4 aprile con cinque relatori di caratura internazionale che si è conquistato il titolo Main Event dell università per questa primavera. «Sono uno studente di International Business presso la Northeastern University di Boston racconta Bellini e sono impegnato nell ultimo anno di studi che prevede il conseguimento di due titoli, una laurea triennale in economia aziendale e un Bachelor of Science in International Business. L idea di organizzare un global summit è nata nel giugno dello scorso anno con Jaime Moran Baena, uno studente che proviene da Madrid. Abbiamo iniziato così a lavorare a un progetto ambizioso: organizzare una conferenza con relatori di livello internazionale per poter riflettere sulla crisi finanziaria del 2008, sul suo impatto sulla società e per imparare a non com- mettere di nuovo gli stessi errori». L iniziativa, di cui Bellini è presidente e co-fondatore, è stata interamente organizzato da una decina di studenti con la supervisione della Northeastern University di Boston. «In questa iniziativa sottolinea Bellini sono anche riflessi i miei valori e convinzioni, sia personali, come la possibilità di creare una futura classe dirigente educata sugli errori commessi nel passato, che professionali, come la prospettiva interdisciplinare che prevede l in - terpretazione della crisi non solo da un punto di vista finanziario, ma anche macroeconomico e sociale». Segue a pag. 9h 4

5 PRIMO PIANO «Boston è una città bella e ricca di stimoli Dell Italia mi mancano affetti e cultura» E nel tempo libero bici e una partita a calcetto Michele Bellini terminerà il suo soggiorno a stelle e strisce a breve, portando in Italia non solo un bagaglio accademico notevole, ma anche un i nte re s s a nte esperienza personale maturata in questi due anni. Come ti trovi a Boston? «Mi trovo molto bene. Credo che il modo migliore di raccontare come vivo e ho vissuto la città in questi due anni sia definendola come un incontro tra presente, passato e futuro. Boston è una città molto dinamica e appassionante grazie alla presenza di circa 250mila studenti provenienti da tutti gli Stati Uniti e da tutto il mondo. Grazie a questo è diventato uno dei maggiori centri di innovazione degli Stati Uniti e vivere in questa città ti fa proprio sentire all ava n g u a rd i a, dandoti grandi motivazioni. Dall a l t ra parte, per gli standard americani, Boston è una città storica da dove è partita la rivoluzione americana. Il fatto solo di trovarmi ogni giorno immerso in questa realtà è un esperienza unica, dal punto di vista accademico, professionale e personale». Quali sono le differenze principali che hai notato tra gli Usa e l'italia? «Le differenze sono tante. Per esempio nell ambito accademico, a differenza dell Italia dove gli esami sono concentrati alla fine di ogni semestre e dove le lezioni non richiedono l obbligo di frequenza, negli Usa il voto finale si costruisce durante tutto il semestre, settimana dopo settimana. La partecipazione in classe qui è quasi for zata poiché spesso rappresenta il 10-15% del voto finale. Inoltre, l apprendimento è molto più orientato all applicazione pratica: qualsiasi concetto teorico è sempre visto in chiave applicativa grazie a presentazioni, lavori di gruppo e case study. Da un punto di vita professionale, ho avuto la fortuna di lavorare per sei mesi presso una multinazionale di consulenza. Durante questa esperienza ho potuto apprezzare l apertura che i miei colleghi hanno riposto in me sin dal primo giorno. Penso che la cultura del team work sia una caratteristica dell ambiente lavorativo americano. Le gerarchie ci sono, ma mi ha impressionato la grande apertura e attenzione anche verso i più giovani e gli ultimi arrivati nel team». Cosa fai nel tempo libero? «Nel tempo libero, che non è mai molto, cerco sempre di visitare nuovi posti. Spesso giro in bicicletta oppure noleggio un automobile con gli amici e visito la zona attorno a Boston. Quando c è la possibilità poi, una partitella a calcetto la faccio sempre volentieri». Cosa ti manca dell'italia? «Naturalmente le persone care. Un altro aspetto che più mi manca molto è la nostra cultura». 5

6 PRIMO PIANO A sinistra: la sala del convegno In alto: l intervento di Dean Starkman A destra: Baena e B ellini Sotto: una pausa d u ra n te il meeting La giornata del convegno tra finanza ed entusiasmo Il global summit organizzato da Michele Bellini è andato molto bene ed è stato ricco di spunti e di stimoli per i partecipanti. «Innanzitutto racconta il 22enne cremonese è stato molto emozionante parlare con i relatori durante le pause del convegno. Siamo stati molto liberi, come lo è stata tutta la preparazione della giornata. Per nove mesi siamo stati indipendenti nel prendere decisioni, poiché lo stile della Northeastern University è quello che si potrebbe definire del liberismo educativo nel senso che prevale una cultura che cerca il più possibile di far partire e gestire qualsiasi iniziativa interamente dagli studenti con i docenti, che si definiscono facilitatori, sempre disponibili nel dare consigli ma che non si vogliono assolutamente sostituire agli studenti. Così, facendo sentire il summit qualcosa di proprio a ogni membro del team io e Jaime siamo riusciti a creare motivazione: non esistevano impiegati, eravamo tutti proprietari. Per quanto riguarda la giornata del global summit un altro aspetto che mi ha entusiasmato molto è stato il livello di interesse e di partecipazione del pubblico, che si è manifestato soprattutto nelle domande fatte ai relatori. Credo che si sia realizzato qualcosa di bello: l in - contro tra l attuale classe dirigente e quella futura». Qual è stato il senso di questa giornata? «Penso che la mia esperienza negli ultimi mesi abbia sottolineato quanto sia importante indagare profondamente le ragioni di ciò che accade intorno a noi senza mai accontentarci di ricevere risposte approssimative. Solo in questo modo penso sia possibile dare soluzioni concrete ed efficaci alle sfide che ogni giorno ci si presentano. Inoltre, credo che l esperienza mi sia servita a confermare quanto sia fondamentale dare un significato alle nostre vite, cercando ogni giorno di mettersi in gioco per migliorare l ambiente in cui ci troviamo. Ed è proprio per questo motivo che dopo questa esperienza di studio all estero ho deciso di rientrare in Italia per completare gli studi, nonostante il sempre più esteso fenomeno contrario. L organizzazione di questo summit mi ha insegnato che la passione e l impegno possono essere decisivi nell ispirare le persone intorno a noi e generare cambiamento, anche quando questo sembra solo un sogno». Che aspetti sono emersi durante la conferenza? «Tanti e a volte sorprendenti. L ana - 6

7 PRIMO PIANO lisi di Sean Murphy ha spiegato la crisi da un punto di vista globale con frequenti riferimenti all esperienza irlandese, che rappresenta un microcosmo dove alcuni processi si sono verificati in anticipo. Tra gli spunti più interessanti vi sono stati la descrizione della bolla immobiliare, le principali criticità della zona euro dovute a un fondamentale disallineamento tra politiche monetarie e fiscali. Infine, particolarmente rilevante è stata la riflessione sulla deregolamentazione dei mercati finanziari partita negli anni 80, come parte di un ben più ampio progetto liberale promosso in primis dall amministrazione Reagan negli Usa e Thatcher nel Regno Unito. La deregolamentazione dei mercati ha provocato un elevato flusso di capitali che ha permesso ai cosiddetti toxic assets di espandersi dagli Usa al resto del globo come un virus. Murphy alla fine ci ha invitato a riflettere sul bisogno di regole che evitino nuove crisi così catastrofiche. Alfredo Saenz si è soffermato sulla crisi del settore bancario. identificando tre: la globalizzazione con la conseguente libertà di flusso dei capitali, la presenza di cosiddette ri - gidità monetarie, principalmente tra Stati Uniti e Cina e nella zona euro, e la noncuranza del settore finanziario. Molto interessante la riflessione di Saenz nel rispondere alla domanda di uno studente su come sia cambiato il ruolo di un amministratore delegato di una banca globale dopo la crisi. La sua risposta ha offerto un interessante prospettiva sul fatto che la principale differenza fosse l aumento esponenziale di incontri con il governo spagnolo a Madrid, i vertici europei a Francoforte e Bruxelles, e la Federal Reserve a Washington. Infine ha posto l accento sul fatto che negli ultimi decenni ogni crisi è stata sempre più forte e che la tradizionale prudenza non è più sufficiente alle banche per proteggersi dagli choc del sistema. Nell intervento congiunto di Lee Ferridge e Mark T. Wiliams so - no stati toccati diversi punti. Ferridge ha parlato della crisi come espressione dell avidità presente nella natura umana. Da qui Williams ha offerto un interessante considerazione sulle molteplici connessioni tra il sistema di produzione capitalistico e le emozioni umane di paura, avidità e gelosia che guidano i comportamenti nei mercati e sono alla base del rischio che ognuno di noi è disposto a correre. Infine l intervento di Dean Starkman si è spostata dai tecnicismi economici al giornalismo finanziario e al fallimento dei media durante la crisi. Il suo discorso ha toccato molti aspetti del giornalismo finanziario prima della crisi e perché il pubblico e la stampa stessa, sono stati colti di sorpresa dal crollo del In tutto ciò Starkman è riuscito a dare una sua personale interpretazione della storia del giornalismo investigativo facendo spesso rimandi alla storia dell ul - timo secolo». 7

8 PRIMO PIANO Il global summit organizzato da Michele Bellini ha visto sfilare sul palco cinque relatori di fama internazionale. Sean Murphy. Supervisore degli affari pubblici e delle partnership con i portatori di interessi della Camera di Commercio Irlandese. È responsabile dello sviluppo e del coordinamento dell agenda politica dell azienda, così come della comunicazione con il governo, i partiti politici, le parti sociali e i media. Precedentemente ha ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione presso Science Foundation Ireland. Prima di questo incarico, ha lavorato nel settore della tecnologia per sette anni, operando in diversi paesi tra cui Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Stati Uniti. Ha conseguito con lode un Master in scienze politiche presso la University College Dublin, un Certificate in marketing presso la University of California Berkeley's Extension School e un diploma in finanza aziendale presso l Irish Management Institute. All'interno della Chambers irlandese, Murphy è stato nominato segretario della società nel settembre 2008 e vice direttore generale nel Alfredo Saenz. Ex amministratore delegato e vice presidente di Banco Santander, la più grande banca della zona euro e una delle più grandi banche del mondo in termini di capitalizzazione nel Nello stesso anno, Saenz è stato premiato come uno dei migliori amministratori delegati delle banche europee. Sempre nel 2012, la rivista Euromoney ha nominato Banco Santander Best Bank in the World. Questa era la terza nomination che il gruppo Santander ha ottenuto sotto la sua guida ( ). Saenz ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l Università di Valladolid e una laurea in economia presso l Università di Deusto a Bilbao. Lee Ferridge. Direttore generale presso la banca State Street Corporation e capo del dipartimento di North American Cross-Asset Strategy presso la State Street Global Markets. Con il suo team si occupa di formulare opinioni su diversi temi macroeconomici e finanziari. Originario del Regno Unito si è trasferito in modo permanente a Boston. Prima di entrare a far parte di State Street Global Markets nel febbraio 2008, è stato responsabile D all alto a sinistra in senso orario: D ean Sta rkma n, Lee Ferridge, Sean Murphy, Mark T. Williams e Alfredo Saenz Relatori internazionali Tra loro un premio Pulitzer globale della ricerca di tesoreria presso Rabobank a Londra. Lee ha una laurea in economia politica, economia aziendale e nel 2008 ha completato un Master in finanza quantitativa Mark T. Williams. Professore di Risk Management, dal 2002, ha fatto parte della facoltà di Finance & Economics alla Boston University e ora detiene l importante ruolo di Executive in Residence - Master Lecturer. Prima di dedicarsi all insegnamento, ha lavorato come intermediario finanziario di alto livello, come collaboratore e consulente per la Federal Reserve Bank. Williams è particolarmente esperto in materia di gestione del rischio nel settore del trading energetico e nel settore bancario dei derivati. La sua esperienza è richiesta frequentemente dai media americani. È stato tra l altro editorialista di prestigiose riviste come Forbes.com, Reuters.com e il Boston Globe. Dean Starkman. Giornalista ed editore di L Audit, un progetto online sul giornalismo finanziario della Columbia University. Starkman è stato recentemente nominato membro dell Open Society Institute per seguire la risposta del settore assicurativo all'uragano Katrina. Inoltre ha lavorato per un anno presso il The Washington Post interessandosi della criminalità dei colletti bianchi. Poi otto anni al Wall Street Journal, scrivendo sul settore immobiliare americano e sempre di criminalità dei colletti bianchi. Ex direttore dell'unità investigativa del The Providence Journal, ha vinto numerosi premi nazionali e regionali e ha guidato la squadra che ha vinto il Premio Pulitzer 1994 per il giornalismo investigativo. Si è laureato alla McGill University e presso la Columbia University Graduate School of Journalism. Il suo libro più importante è The Watchdog that Didn t Bark: The Financial Crisis and the Disappearance of Investigative Journalism ( Il cane da guardia che non ha abbaiato: la crisi finanziaria e la scomparsa del giornalismo investigativo ). RIPRODUZIONE RISERVATA 8

9 PRIMO PIANO Il team degli studenti che hanno organizzato il convegno alla Northeastern University di Boston g Continua da pag. 4 Al convegno intitolato The Crisis: from Finance to Society. How to learn from Yesterday to Create a Better Tomorrow erano presenti circa 200 persone, la maggior parte studenti, e l intera giornata è stata trasmessa in live streaming anche da altre due università che hanno aderito all'evento: la North Carolina State University e l'università Cattolica di Piacenza. L intervento di Sean Murphy Sul palco si sono quindi avvicendati personalità di spicco del mondo economico e finanziario come Alfredo Saenz, ex amministratore delegato del Banco Santander, Dean Starkman, vincitore di un premio Pulitzer ed esponente di spicco del giornalismo investigativo, Sean Murphy, vice direttore generale della Camera di Commercio irlandese, Lee Ferridge, direttore generale della banca Street Corporation, e Mark T. Williams, esperto in finanza e management. «Con Jaime abbiamo sintetizzato dice Bellini lo scopo del global summit nella seguente frase La nostra missione è abilitare gli studenti a mettere in dubbio lo status e a vedere la creazione di un futuro migliore, non come un sogno, ma come una realtà che può essere raggiunta. Noi, gli studenti, vogliamo ispirare altri studenti ad agire; noi, gli studenti, vogliamo iniziare a cambiare il mondo oggi. Una sfida che ci ha motivato per tutti i nove mesi di preparazione all iniziativa, la cui organizzazione è stata l occasione di una grande crescita personale e professionale. È stato come fondare un azienda dal nulla, partendo solo con un idea. Gestire e motivare gli altri studenti organizzatori, intrattenere rapporti con le alte sfere della Northeastern University, invitare speakers, cercare sponsors abbiamo ottenuto una grossa sponsorizzazione dal gigante finanziario Wells Fargo sono state tutte attività che, non senza difficoltà, mi hanno reso una persona più matura e più preparata professionalmente per affrontare le sfide di domani che attendono la mia generazione. La convinzione di fondo è quella che si possa iniziare un percorso nuovo per porre le fondamenta per un domani che porti con sé la consapevolezza degli errori passati, al fine di evitarli. La sfida che rende quest obiettivo complesso da raggiungere non è tanto la difficoltà di agire, quanto il fatto che molti giovani si arrendono con facilità. Vedono i loro progetti di un mondo migliore come sogni e utopie. Ed è proprio qui il punto critico: trasformare tutto questo in un esperienza concreta. Mi auguro che il global summit sia servito proprio a questo, attraverso le testimonianze dirette di personalità di caratura mondiale, che hanno occupato ruoli chiave in multinazionali e governi, perchè la crisi economica ha fatto affiorare in superficie molti fenomeni sociali che già da qualche tempo erano in corso. La società è cambiata dopo il 15 settembre 2008 (giorno in cui la banca statunitense Lehman Brothers ha dichiarato bancarotta, ndr) e tuttora continua ad evolversi. E quindi fondamentale poter analizzare gli aspetti legati a un fenomeno così complesso da molteplici prospettive: finanza, industria, società, politica. Il fatto poi che uno studente italiano e uno spagnolo abbiamo pensato a un iniziativa di questo tipo, giustifica ulteriormente la scelta di tale tematica, avendo vissuto le conseguenze della crisi in prima persona». RIPRODUZIONE RISERVATA 9

10 STORIE CREMASCHE Un macabro gioco a palla del XII secolo di Carlo Piastrella L ASSEDIO DI CREMA Gli episodi di crudeltà raccontati dal vescovo Ottone di Frisinga e dal cler icus R ahewino Il vescovo Ottone di Frisinga in un dipinto di Hans Part di Crema e l eroica resistenza opposta dal semisconosciuto (all epoca di cui ci occupia- L assedio mo!) castello padano sono stati oggetto di studio e di esaltazione soprattutto da parte della storiografia romantica e risorgimentale, che ha voluto leggere nella vicenda significati e intenti del tutto estranei ai protagonisti della stessa. Le cronache dell epoca, nel segnalarci gli episodi, non mancano di darne anche un giudizio di natura morale e politica, molto distante dal nostro modo di vedere ed assolutamente inconciliabile con le categorie di giudizio di più comune impiego. Ovviamente tali giudizi, volti a far accettare all opinione pubblica fatti ed episodi di oggettiva crudeltà e ferocia, trovano una loro spiegazione nella particolare contingenza politica e militare, entro cui erano inquadrati gli eventi. I cronisti, nel nostro caso il vescovo Ottone di Frisinga, zio dell impera - tore Federico Barbarossa, e Rahewino, forse un clericus, erano di parte imperiale e si trovavano di fronte al non facile compito di dover spiegare in maniera convincente l inopinata battuta d arresto del forte e ben addestrato esercito imperiale di fronte ad un insignificante (per i più!) castello padano e, allo stesso tempo, di dover giustificare dinanzi ad una assise di ecclesiastici (era stato convocato un concilio!) atti di inaudita ferocia, che mal si conciliavano con la tanto decantata pietas dell impera - tore. E bisogna riconoscere ai nostri due cronisti una notevole abilità nell assolvere il loro compito, abilità che nulla ha da invidiare a quella dei migliori commentatori politici dei nostri giorni. Il mancato successo delle operazioni ossidionali era imputabile, secondo i nostri cronisti, a più fattori: a) le difese naturali (la palude a nord dell abitato); b) le difese approntate dall uomo (fossati, terrapieni, palizzate), atte a respingere ogni assalto e a contenere l impeto degli aggressori; c) le attitudini militari dei cremaschi, definiti «bellatores audacissimi», cioè «combattenti audacissimi». 10

11 STORIE CREMASCHE La cartina che rievoca l Assedio di Crema (2 luglio gennaio 1160 In basso: ritratto di Federico I Barbarossa E proprio il richiamo all audacia ci consente di passare al secondo impegno assolto dai nostri cronisti e cioè la giustificazione degli episodi di esecrabile ferocia. Audacia non è infatti solo «sprezzo del pericolo» (e quindi valore positivo), ma anche «insolenza, disprezzo delle leggi e dell auto - rità che le emana» (e perciò comportamento da sanzionare). E quegli episodi di crudeltà in fondo altro non erano se non azioni di rappresaglia previste, ed ammesse, dalle leggi di guerra, alle quali l imperatore faceva ricorso come extrema ratio di fronte all ostinata protervia dei cremaschi, che pur trovandosi allo stremo non cessavano dal fare pericolose sortite seminando morte tra gli assedianti, facendo prigionieri e danneggiando le macchine da guerra. In questo contesto si inserisce anche il gioco a palla annunciato nel titolo e compendiato in questi termini dai due cronisti (mi avvalgo della traduzione di Giuseppe Degli Agosti Rahewino-Ottone Morena L asse - dio di Crema , Crema 1992, pag.17): «C era anche da vedere questo triste spettacolo: quelli fuori (delle mura), spiccate le teste degli uccisi, giocavano con queste come a palla e buttando da destra a sinistra le trattavano con crudele ostentazione e disprezzo e quelli dentro la città, giudicando disonorevole se facevano di meno, offrivano miserevole spettacolo e sulle mura senza pietà mutilavano nelle membra i nostri prigionieri». Chiaramente la rappresaglia, ancorché teoricamente legittimata dalla prassi militare e dalle norme vigenti in tempo di guerra, era stata, in questo caso, eccessiva: all uccisione dei prigionieri senza formale sentenza di condanna si aggiungeva il vilipendio di cadavere, comportamento particolarmente odioso ed ingiustificato. Non meno condannabile è la reazione degli assediati: le mutilazioni inferte ai prigionieri sugli spalti è qualcosa di più dell applicazione della legge del taglione; sembrerebbe quasi l applicazione dello slogan in vigore qualche decennio fa: «a brigante, un brigante e mezzo»! Sicuramente quando si imbocca la via della violenza, non è facile porre dei limiti; non lo era nel XII secolo e non lo è stato nel XX secolo, come dimostrano gli avvenimenti di cui siamo stati, e siamo, testimoni. Non sappiamo se gli argomenti messi in campo dai due autori abbiano sortito l effetto sperato presso i contemporanei; al nostro sentire certi eccessi appaiono decisamente ributtanti e del tutto ingiustificabili! 11

12 PRIMO PIANO IL GRANDE FIUME Convegno in sala Puerari con esperti e storici Viale Po, i ponti, le strade La vicenda del Porto di Fulvio Stumpo Cremona e il suo Grande Fiume La storia, la passione, i problemi Nei giorni scorsi si è tenuto in sala Puerari un importante convegno sul Po e la città di Cremona. All incontro hanno partecipato esperti, storici e fotografi. Sono stati trattati importanti temi. Simona Michela Saccani ha tenuto una relazione su: Tra fiume e città: il viale Po a Cremona. «Dall origine alluvionale del suolo alla costruzione della Nuova Strada al Fiume Po Se la storia di Cremona si compendia tutta quanta nella lotta alterna dell uomo contro la forza delle acque, ciò è assolutamente vero e particolarmente significativo per quella zona, posta a sud/sud-ovest rispetto alla città, di terre nuove, che formandosi lentamente nei secoli a causa del progressivo allontanamento dell'alveo del Po si è frapposta tra fiume e città. Un primo sguardo superficiale alla Pianta della città di Cremona suscita generalmente lo stesso ordine di considerazioni: la curiosa forma a mandorla o a vascello della città storica, lo sprawl indifferenziato della periferia nord occidentale e orientale, e infine la presenza di un quartiere concluso e ben strutturato su un asse viario di rilevante impatto, il Viale Po, che distaccandosi dalla città si protende verso il fiume. Si intende verificare quali siano stati i rapporti col fiume e con la città di quest area fin dalle sue origini: individuare le modalità spazio-temporali con cui cominciò ad assumere una propria identità, ovvero nel XVIII secolo, in una fase di definitivi cambiamenti data dalla varietà delle situazioni alternatesi in ragione del particolare tipo di formazione del suolo (alluvionale) e del diverso grado di sfruttamento che su di essa si è tentato. Quando non più lambita dalle acque 12

13 PRIMO PIANO e relativamente al sicuro da immediati pericoli, la città potè contare su una fascia costiera esterna a Porta Po ormai consolidata, la presa di coscienza dell esistenza di questa nuova realtà, oltre il limite delle mura, portò allo sviluppo di ipotesi e proposte progettuali relative al suo utilizzo. La realizzazione della Strada - Passeggio al Po, oggi Viale Po, costruito in rilevato come un argine, subì alterne vicende, tra l oblio e la riproposizione: a partire dalla proposta del 1827/ 28 di Luigi Voghera, l archi - tetto più rappresentativo del secondo Neoclassicismo cremonese, che con lo Stradone intendeva aprire la città alla campagna e al fiume, rinnovando l interesse e la sopita attrazione dei cremonesi per il Po, intervenendo sul sistema dei collegamenti dei percorsi extraurbani in continuità al rettifilo della Contrada del Teatro, oggi corso Vittorio Emanuele, interno alle mura, e allo spostamento in asse della Nuova Porta Po; fu poi ridiscussa tra il 1845 e il 1847 e portata a termine in vari tronchi dal 1854 al 1856 sotto la direzione dell Ingegne - re Municipale Adriano Turchetti. Segue a pag. 14h 13

14 PRIMO PIANO g Continua da pag. 13 Roberto Caccialanza ha relazionato su I ponti sul Po fra Cremona e Castelvetro ( ). A partire dal 1854, con la creazione della Strada-Passeggio che si diramava dalla Porta del Dazio verso sud-ovest (l attuale viale Po nel tratto fino a largo F. Moreni, ndr), la nostra città cominciò ad espandersi verso il fiume con un lungo viale. Dall estremità di questo, dal 13 agosto 1862, un ponte di barche gestito dalla Società Anonima costituita da 18 cittadini cremonesi e piacentini legati alla Camera di Commercio rese possibile attraversare il fiume per raggiungere Mezzano Chitantolo-Castelvetro. Grazie al volume Cremona illustrata e suoi dintorni sappiamo che nel 1866, «un lungo ponte in chiatte fa sparire il distacco che si frapponeva da secoli all altra riva, e mette a contatto le città dell Alta Italia con quelle meridionali. Il distacco che dall una all altra sponda misurava m. 610 all atto della sua inaugurazione». Tale distacco sarebbe poi cresciuto per successivi allargamenti della sezione del fiume verso la sponda di Cremona cosicché nel 1875 il ponte in barche misurava quasi 970 metri. Ulteriori domande di prolungamento, inoltrate al Ministero dei Lavori Pubblici alla fine degli anni Settanta dell Ottocento, ottennero risposte negative. Ne derivò, dunque, l intenzione di costruire un ponte fisso sul fiume che fu autorizzata dalla Legge n. 33/1881 che permise alle Provincie di Cremona e di Piacenza di avere un ponte fisso sul Po in congiungimento dei rispettivi tratti di Strada Provinciale, compresa la linea ferroviaria Cremona-Fidenza. La concessione fu accordata con Decreto Reale del 28 luglio 1883 e nel febbraio 1886 l Ufficio del Genio Civile di Cremona presentò il progetto del viadotto a doppio uso, la cui ubicazione era stabilita a circa 400 metri a monte del vecchio ponte in chiatte. L appalto venne assegnato, il 29 ottobre 1886, alla Società Nazionale delle Officine di Savigliano, ma per ritardi e modifiche il ponte venne inaugurato due anni dopo le previsioni, nel Il costo finale ammontò a Lire , compresa la costruzione dei due terrapieni d accesso e lo spostamento del tratto finale dell alveo del colatore Riglio che all epoca si immetteva nel Po proprio dove avrebbe dovuto sorgere il manufatto. L inaugurazione richiamò spettatori da molte città italiane e l evento ebbe una eco sulla stampa nazionale e internazionale, anche per il fatto che all epoca il nostro ponte era, nel suo genere, il più lungo in Europa. Il ponte venne poi bombardato e distrutto parzialmente nel corso della II Guerra Mondiale; al termine del conflitto si procedette al recupero dei rottami sommersi, alla ricostruzione delle parti abbattute e al ripristino di quelle maggiormente danneggiate, ovvero quelle verso la sponda lombarda. Da questa informazione si evince perciò che il tratto della travata stradale verso Castelvetro è ancora quello originario dell Ottocento. Seguirono l alluvione storica del 1951 e la notevole piena del 1968, gli interventi di manutenzione, restauro e consolidamento degli anni Ses- 14

15 PRIMO PIANO Alcune immagini del Porto-Canale di Cremona santa e Settanta, la costruzione del nuovo ponte ferroviario inaugurato nel maggio del 1990 e il successivo smantellamento della vecchia travata, la profonda ristrutturazione eseguita negli anni , le alluvioni del 1994 e del 2000, le magre storiche degli anni Duemila fino ad arrivare a quella dell ultima estate». La relazione di Elisabetta Bondioni ha toccato: Il porto di Cremona. La nascita della città di Cremona è legata al Po: avamposto dei Romani in territorio celtico, la città deve la sua esistenza alla sua posizione rispetto al fiume che ne impone, almeno in parte, la forma urbis e ne determina nel corso della storia fortune e calamità. Questo rapporto così stretto con l'acqua, che ne ha segnato la genesi e la prosperità fino al medioevo, sembra venire meno in età moderna, con il progressivo allontanamento dell alveo del Po dall insediamento urbano, ed è solo nell Ottocento, grazie alle lungimiranti intuizioni di Luigi Voghera, che il legame tra la città e il suo fiume torna a riallacciarsi, per diventare saldissimo nel corso del secolo XX, con il consolidarsi della vocazione gioiosamente ludica del cosiddetto Lido Padano. Tempo libero, svago, divertimento, quindi; e non più commercio e attività economica in senso stretto. Si inquadra in questa sorta di dicotomia, più culturale che concreta, la vicenda della realizzazione del porto contemporaneo di Cremona, la cui genesi è legata alla più ampia questione della navigazione fluviale. Vicenda complicatissima di portata nazionale, che nel corso del Novecento si dipana tra aspirazioni e difficoltà tecniche, tra grandiosi progetti e ristrettezze di risorse, nell intrecciarsi e nel prevalere alterno di interessi e poteri forti non sempre convergenti, molto spesso avversi. La fortuna (incostante) del porto di Cremona è legata al prevalere o meno della ipotesi che vede il collegamento di Milano (individuato unanimemente come l'indiscusso centro dei traffici commerciali dell Italia settentrionale) al mare Adriatico lungo la linea navigabile Lodi-Pizzighettone-confluenza dell Adda in Po, contrapposta al tracciato cosiddetto pedemontano, secondo cui il collegamento di Milano al mare deve avvenire attraverso un percorso di canali artificiali che partono da Mantova, individuata come l estremo punto orientale navigabile del fiume Po, passando per Brescia e Bergamo. Il Novecento è segnato dalla faticosa, incostante, contrastata e tuttora incompleta realizzazione del progetto della rete idroviaria padana, all interno della quale il porto di Cremona costituisce una infrastruttura necessaria e di massima importanza. 15

16 E CO N O M I A Nei distretti l Italia che va Con 278 mila imprese e 75 miliardi di prodotto interno lordo Le priorità: meno tasse, maggiori infrastrutture ma anche un credito che si dimostri più a m i c o IL RAPPORTO DI UNIONCAMERE di Andrea Gandolfi C è (ancora) un Italia che va. Ha perso qualche pezzo in questi anni, cedendo fatturato e riducendo occupazione, ma ha conquistato notevoli quote di mercato all estero, arrivando a superare lo scorso anno i 77 miliardi di euro in termini di saldo commerciale. Un Italia ancorata al proprio territorio, che si riposiziona e individua nuove strategie, che si evolve ed innova. Sfatando così almeno due miti: che la globalizzazione avrebbe azzerato la connessione tra impresa e territorio, e che i settori maturi sarebbe - ro stati sopravanzati dalla concorrenza dei Paesi emergenti. Questa Italia che va e guarda al domani con qualche speranza, è l Italia delle 278mila piccole e medie imprese operanti nei 100 distretti monitorati dall Osservatorio nazionale, nei quali operano quasi 1,4 milioni di addetti e alle quali si devono circa 75 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto. Considerando il complesso delle aree distrettuali, queste imprese concentrano oltre il 50% dell occu - pazione manifatturiera italiana. Un modello tutto italiano il cui campione assoluto (in termini di performance economiche nel 2013) è il Metadistretto alimentare Veneto, tallo - nato da due leader toscani: il distretto delle pelli cuoio e calzature di Valdarno Superiore e quello del tessile-abbigliamento di Empoli. Un Italia che delocalizza meno (e in qualche caso, addirittura, dall estero ritorna a casa) e che cerca sempre di più la strada della collaborazione con altre imprese (anche all estero) per essere competitiva. E il Paese reale descritto nel Rapporto sui Distretti 2014, promosso da Unioncamere. «La proiezione sui mercati internazionali delle filiere distrettuali ha il suo fondamento in quella cultura del produrre fatta di qualità, genialità, tradizione che nessuno potrà mai imitare, perché ha valori fondanti nel territorio e nei saperi locali, che la globalizzazione esalta anziché distruggere», spiega il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «Ma nelle filiere lunghe come in quelle a chilometro zero, il territorio potrà continuare a rappresentare un forte vantaggio competitivo solo a patto che le aziende vi riescano ancora a trovare una risposta rapida ed efficace alle proprie istanze: in termini di servizi avanzati, ricerca, innovazione, formazione, strumenti finanziari, fornitori specializzati. E le Camere di commercio di concerto con gli altri soggetti che operano accanto alle imprese e per le imprese rappresentano l indispensabi - le cinghia di trasmissione tra le esigenze di ogni singolo territorio e la risposta che le istituzioni possono dar loro». 16

17 E CO N O M I A Pro g e t t a re e diversificare Obiettivi cruciali La qualità arma vincente nella competizione Malgrado la crisi e la globalizzazione, i distretti si configurano ancora come comunità di imprese e di valori economici e sociali ben precisi, con un fortissimo legame con il territorio di appartenenza. Almeno due dati dimostrano questo forte radicamento: quasi il 28% delle imprese distrettuali si avvale di subfornitori abituali che operano all interno della stessa provincia (contro il 15% delle imprese non distrettuali); solo il 13% delle imprese distrettuali (a fronte del 15% delle attività esterne al distretto) ha i principali fornitori di componenti e semilavorati all estero. Una percentuale piccola ma significativa, pari al 2,5%, di imprese dichiara oggi di non avere intenzione di intensificare gli investimenti all estero o addirittura di progettare di far ritorno in patria, pur avendo delocalizzato in passato. Tre i segni distintivi di questo modello: la priorità data alla qualità dei prodotti e dei processi; la preminenza della forma di impresa familiare; il radicamento e la tradizione produttiva del territorio. Il ruolo sociale dell impresa nel distretto e quindi nella dimensione locale di appartenenza emerge da diversi aspetti dell indagine di Unioncamere. Per oltre l 80% del campione, l impresa oltre ad essere strumento di profitto è, a pieno titolo, soggetto attivo del territorio, comunità di persone, struttura portatrice di valori della dimensione locale di appartenenza. Un leggero, ma incoraggiante, cambiamento di clima. Rispetto al 2013, la percentuale di imprese che indica un possibile incremento delle principali variabili economiche è maggiore di quanto rilevato alla fine del Superiore è anche la quota di chi prevede una crescita del fatturato e dell occupazione. A trainare saranno soprattutto le vendite sui mercati internazionali: il 52,5% delle aziende distrettuali prevede un aumento degli ordini esteri (alla fine del 2012 tale percentuale si attestava al 37,4%). Malgrado questi segnali, l incertezza resta diffusa: solo il 13% delle imprese ritiene che il distretto di appartenenza nell arco dei prossimi tre anni avrà superato definitivamente la fase critica. All incertezza, le imprese dei distretti rispondono con l azione, continuando a puntare sulla qualità, considerata il primo vantaggio competitivo da quasi la metà delle imprese distrettuali. Il 74% delle aziende analizzate, infatti, ha indicato di essere impegnata nella sperimentazione di nuovi prodotti ed il 38% di voler adottare tecnologie di produzione finalizzate al risparmio energetico ed a basso impatto sull ambiente. Un numero elevato di strutture produttive sta mettendo in atto strategie organizzative e di mercato, dirette in particolare a razionalizzare costi e rendere efficiente l offerta di prodotti attraverso politiche di pricing (rispettivamente, l 83,3% ed il 73,8% delle imprese ha indicato di voler perseguire tali obiettivi). Tra gli obiettivi perseguiti dalle imprese, nuovi investimenti in attività di progettazione e di diversificazione della produzione (71,5%); ricerca di nuovi mercati o di nuove nicchie di mercato (quote superiori al 50% del totale); accrescimento del controllo dei canali distributivi dei prodotti (49,6%); investimenti nelle applicazioni e nelle tecnologie informatiche (49,5%). Ma per tornare davvero a volare, alle istituzioni le imprese chiedono di alleggerire il peso fiscale, rendere meno stringenti le condizioni di credito bancario, introdurre incentivi ed agevolazioni per l acquisto di macchinari e attrezzature. Che l Italia dei distretti sia, anche in un difficile 2013, l Italia che va, si evince dalle risposte relative all andamento nel 2013 e al confronto con le analoghe risposte fornite dalle imprese non distrettuali. Riguardo al fatturato, se per le imprese distrettuali la differenza tra aumento e diminuzione è pari al +2%, per le imprese non appartenenti ai distretti è -1,4. Nel caso dell occupazione, l analoga differenza è pari a -7,9% per le imprese dei distretti a fronte di -4,6% per le attività non distrettuali. In questo caso, tuttavia, la reale differenza è fornita dalla quota più consistente di imprese appartenenti ai distretti (54,8%) che hanno dichiarato di aver mantenuto stabile l o cc u p a z i o n e, mentre tra le imprese non distrettuali l analoga quota è più contenuta (51%). Sul fronte delle esportazioni, poi, se il saldo tra aumento e diminuzione è pari a +27% nel caso delle imprese dei distretti, quello riferito alle imprese esterne all a m b i to del distretto è di +25,4%. Nel 2013, in ogni caso, le aziende dei distretti hanno colto un primo miglioramento dal lungo ciclo della crisi. A livello settoriale, i comparti dell abbigliamento-moda, del mobile-arredo e quello alimentare sembrano avere un po più di tono sul fronte del fatturato e delle esportazioni rispetto alla meccanica, che comunque mantiene sempre buone posizioni e resta ai primi posti per livelli di export sia nei distretti che al di fuori di essi. 17

18 E CO N O M I A Il palazzo di Westminster, sede del Parlamento britannico Shopping cinese Londra, House of Fraser passa di mano Su un altro grande marchio britannico sventola la bandiera straniera. E sono ancora una volta i cinesi a portare avanti il loro 'shopping' miliardario nelle società del Regno. In questo caso il gruppo privato Sanpower ha acquisito per 480 milioni di sterline (circa 580 milioni di euro) l 89% della catena di supermercati 'House of Fraser', una vera e propria istituzione nazionale, che vanta 165 anni di storia. «Si tratta della più importante acquisizione compiuta da un azienda cinese all estero nel settore retail», ha detto Yuan Yafei, presidente e fondatore di Sanpower. House of Fraser possiede 60 centri commerciali nel Regno Unito e in Irlanda, e uno anche ad Abu Dhabi. I nuovi proprietari cinesi contano ora di aprire punti vendita in Cina, con enormi possibilità di espansione su un mercato con centinaia di milioni di consumatori. La catena ha una gloriosa storia alle spalle: venne fondata da Hugh Fraser e James Arthur a Glasgow, nel Da piccolo negozio si è trasformata prima in un colosso nazionale e poi ha guardato anche all estero. Il suo centro commerciale più prestigioso è quello di Oxford Street a Londra, mentre il più grande si trova a Birmingham. Fra i magazzini di lusso che sono di proprietà straniera svetta fra tutti Harrods, che appartiene alla Qatar Investment Authority, il ricchissimo fondo di investimento del Paese mediorientale che l anno scorso era interessato anche all acquisto di Marks & Spencer. Intanto i concorrenti cinesi non perdono tempo ad investire miliardi nel Regno. Nei mesi scorsi Greenland Group, di proprietà del governo di Pechino, ha acquistato dalla Delancey and Ares Management per 600 milioni di sterline il più antico birrificio di Gran Bretagna, la Ram Brewery, nel quartiere di Wandsworth, sud-ovest della capitale, che dal 1576 al 2006 ha prodotto birra per i pub del Regno. Al suo posto verrà realizzato un condominio. Londra ha invitato sempre più compagnie cinesi a scegliere il Regno Unito, facilitando l ingresso degli imprenditori con norme meno restrittive. Fra i progetti avviati, quello di Dalian Wanda Group, che ha acquistato un ampia proprietà di Vauxhall per realizzare una torre che avrà in cima un hotel di lusso in grado di rivaleggiare col Ritz e il Dorchester. (ansa) Slot machine, crolla l incasso: -36% Il volume di gioco medio per ogni slot si è drasticamente ridotto nel corso degli ultimi anni: nel 2010 in ogni macchina venivano introdotti in media 250 euro al giorno, scesi lo scorso anno a 160 (-36%). Una cifra sempre più vicina ai 110, sotto la quale le macchine non garantiscono margini di guadagno per la filiera. Garanzia Giovani al via il 1 maggio Il 1 maggio il governo farà partire il progetto Garanzia Giovani sul lavoro. Lo ha annunciato il ministro Poletti. Con Ga - ranzia Giovani «per la prima volta ci si prende carico dei ragazzi che finiscono o interrompono gli studi e non trovano occupazione; per ognuno di loro viene fatta una proposta di occupazione». 18

19 E CO N O M I A U n immagine della chiesa della Sagrada Familia, uno dei più conosciuti monumenti e simboli di Barcellona Via in 13 milioni Così il turismo nel ponte di Pasqua Non sarà una Pasqua scacciacrisi, ma con la presenza dei ponti del 25 aprile e primo maggio, secondo un sondaggio realizzato nei giorni scorsi da Confesercenti-Swg, 13 milioni di italiani adulti (30%) hanno deciso di regalarsi una vacanza. Il restante 70% (circa 32 milioni) preferisce invece una Pasqua casalinga, magari con qualche rapida fuga, se il tempo lo permetterà, verso le località più vicine, al mare, in collina o in montagna. Viaggio a Pasqua o durante i ponti successivi? Il 12% dei vacanzieri si orienta sui giorni di Pasqua, mentre il 10% preferisce il ponte del 25 aprile. Meno gettonato quello del primo maggio, che riscuote l inte - resse dell 8%. Più della metà dei turisti farà gite brevi: da uno a tre giorni (il 56% del campione), inclusa la classica gita fuori porta. Ma c è un buon 32% che si concederà 4-5 giorni di relax, mentre un 12% opterà per una vacanza lunga. «Richieste un pò timide sostiene Amalio Guerra, presidente di Assoviaggi-Confesercenti dovute alle incertezze economiche ancora esistenti ed ai possibili interventi fiscali in arrivo. Malgrado tutto, però, sembra esserci un inversione di tendenza rispetto al 2013; e questo è di buon auspicio». Fra le mete preferite, secondo le previsioni di Assoviaggi-Confesercenti, spiccano le destinazioni a breve raggio: Londra in testa, ma anche Barcellona e la Spagna, Parigi, Istanbul e Monaco di Baviera. Il turismo religioso sembra avere una direzione privilegiata: Roma e Papa Francesco. E con il turismo religioso torna a prendere quota il tour in pullman, mentre restano stabili le crociere. Verso località esotiche Dubai e Oman, Maldive e Caraibi Per chi vuole spingersi oltre l Eu ro p a per puntare su località esotiche resta però molto presente (e da considerare con particolare attenzione) il problema delle zone a rischio, segnate da forti tensioni politiche interne se non addirittura da conflitti: le prenotazioni per il Mar Rosso scarseggiano, tranne che per Marsa Alam; mentre Dubai (nella foto) ed Oman divengono così le alternative più ricercate. I luoghi da sogno più richiesti sono sempre le Maldive o i Caraibi, ma c'è chi si spinge fino alle Galapagos, Zanzibar, Madagascar. Quanto al budget che verrà messo a disposizione di queste vacanze, il 60% degli italiani ha deciso di spendere meno di quanto aveva fatto lo scorso anno. Ma c'è invece un 14% disposto a spendere almeno il 10% in più, ed un 7% che ha messo in previsione un aumento del budget vacanziero pari addirittura al 30%. Complessivamente, il 54% dei turisti italiani ricompresi nel campione oggetto dell indagine realizzata da Confcommercio-Swg, prevede di spendere oltre 250 euro per la sua vacanza: infatti le cifre per quanto riguarda un viaggio breve oscillano in media dai 300 ai 600 euro, mentre per viaggi a lungo raggio si possono spendere fino a 3000 euro. A casa o in viaggio, comunque, il 58% degli italiani quest anno ha deciso di festeggiare a tavola senza l a gn e l l o : solo il 31% lo prevede accanto ai piatti della tradizione. E un italiano su quattro è orientato a escludere il consumo sia dell uovo di Pasqua che della colomba. Un ulteriore segnale del fatto che bisogna ancora fare i conti con la crisi. Piuttosto distante, a quanto pare, dalla tanto attesa conclusione. (ansa) 19

20 ESTERI La nave che distrugge l ipr ite Sulla Cape Ray, incaricata di neutralizzare le armi chimiche di Assad Con un equipaggio di militari e specialisti imbarcherà i veleni a Gioia Tauro Il trasbordo e l eliminazione delle sostanze avverranno in mare aperto di Massimo Schettino Dalla banchina è un bestione grigio lungo 200 metri. Nella sua pancia trasporta reattori, cisterne di soda caustica, zone di decontaminazione personale. E un equipaggio di circa 60 persone tra militari americani e chimici dell Edgewood Chemical Biological Center, pronti a salpare per andare a prendere a Gioia Tauro e poi distruggere al largo le armi chimiche di Bashar al Assad. È tutto pronto a bordo della Cape Ray, la nave Usa che l ANSA ha potuto visitare nei giorni scorsi nella base navale di Rota, nel sudovest della Spagna, dove è ormeggiata da circa due mesi. Mancano solo gli agenti tossici (iprite e precursori del sarin) che la Siria deve ancora consegnare, in ritardo sulla tabella di marcia, e che la Cape Ray imbarcherà a Gioia Tauro. «Se i siriani completeranno il trasferimento dal porto di Latakia non più tardi del 27 aprile, la Cape Ray potrebbe salpare in 2-3 giorni e cominciare le operazioni di trasbordo nel porto italiano nella prima settimana di maggio», per poi muoversi verso le acque internazionali del Mediterraneo, ha spiegato l ammira - glio Robert P. Burke, direttore delle operazioni delle Forze navali Usa in Europa e Africa, in un briefing a un gruppo di testate internazionale invitate con l obiettivo di dare maggiore trasparenza all intera operazione. Ma è difficile, per chi non è un chimico, districarsi con il Field Deployable Hydrolysis System, installato a bordo. Due reattori al titano «portatili» che con l acqua neutralizzeranno le sostanze più pericolose: 560 tonnellate di iprite e precursori del sarin. Un sistema mai usato prima d ora in mare aperto, ma che ha assicurato Michael Lohan, portavoce dell Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche è «il più innovativo, sicuro e controllato per questo tipo di operazione». «Questo è il mio messaggio più importante: non ci saranno conseguenze per l ambiente», ha voluto sottolineare. Quattro team di ispettori Opac vigileranno sull intero processo: dallo stoccaggio in Siria a bordo del cargo danese Ark Futura che porterà gli agenti chimici da Latakia a Gioia Tauro, alle operazioni 20

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