Nel 35% dei casi è stato riconosciuto il nesso causale con l attività lavorativa.
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- Stefania Tommasi
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1 OGGETTO: 169/CL = La malattia professionale La Relazione 2014 INAIL sulle malattie professionali evidenzia che le denunce, nell anno in questione, sono state il 10,6% in più rispetto al 2013 ed il 33% in più rispetto al 2010 (Fonte: Il Sole 24 Ore del ). Nel 35% dei casi è stato riconosciuto il nesso causale con l attività lavorativa. Il 62% delle denunce riguarda patologie del sistema osteomuscolare, cresciute del 78% dal Le tecnopatie più diffuse sono quelle da sovraccarico della colonna vertebrale e degli arti inferiori. Sono segnalate anche nuove patologie di interesse quale quella da stress lavoro correlata. La malattia professionale o tecnopatia In generale per malattia professionale o tecnopatia può intendersi: qualsiasi stato morboso che possa essere posto in rapporto causale con lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa. La legge non richiede, come per l infortunio, che la malattia sia stata contratta in occasione di lavoro, ma assume fondamentale valore il nesso di causalità tra la prestazione lavorativa e malattia professionale, cioè è sufficiente che la stessa si sia manifestata nell esercizio delle lavorazioni e sia in rapporto causale diretto e determinante con il rischio professionale o con il rischio ambientale. La valutazione del nesso causale dovrà essere improntata secondo una criteriologia che ammetta la teoria della causa essenziale o preminente o quantomeno della causa adeguata. La concorrenza di uno o più fattori extraprofessionali (che possono rappresentare fattori di potenziamento del rischio lavorativo) non escludono l esistenza di una causa lavorativa adeguata a produrre l evento. Con lettera del Direttore generale del 16/02/06 l INAIL ha, infatti, stabilito che. l accertamento della sussistenza del nesso eziologico, sia pure in termini di probabilità qualificata, tra il rischio lavorativo e la patologia diagnosticata deve indurre a riconoscere la natura professionale della stessa anche quando abbiano concorso a causarla fattori di rischio extralavorativi. 1
2 Ai fini della diagnosi di malattia professionale il medico deve: - valutare lo stato di salute del lavoratore anteriore all esposizione al rischio professionale; - esaminare la documentazione relativa ai controlli preventivi e periodici dei lavoratori resi obbligatori da leggi, regolamenti e circolari ministeriali; - valutare i dati ambientali che possono essere acquisiti sul posto di lavoro, anche tramite il servizio Ispettivo dell INAIL. Normalmente il decorso di una malattia è lento e progressivo, in ragione di ciò è necessario che vi sia un rapporto di continuità temporale tra il lavoro e la malattia e che quindi la malattia si manifesti entro un determinato periodo di tempo, per considerare esistente il nesso etiologico. Nella descrizione del fenomeno sono rilevanti i seguenti elementi: - inizio dell esposizione: momento storico in cui il lavoratore è stato esposto al fattore di rischio; - tempo di induzione: periodo intercorrente tra l esposizione e l inizio della malattia; - latenza: periodo intercorrente tra il tempo che intercorre fra la presenza della malattia nell'organismo e le sue manifestazioni cliniche; - evidenza della malattia: momento della diagnosi. Malattie tabellate La normativa ha individuato un elenco di lavorazioni morbigene e due tabelle (n. 4 e 5 del T.U.), una per il settore industria e l altra per l agricoltura, indicanti le malattie professionali di origine lavorativa che si possono contrarre nello svolgimento di determinate lavorazioni. Il lavoratore affetto da un infermità tabellata dovrà soltanto provare di essere stato adibito ad una lavorazione individuata nelle tabelle, di essere affetto dalla patologia e di avere effettuato la denuncia entro il termine massimo indicato all'art. 52 del T.U. per trovarsi in una posizione favorevole dal punto di vista probatorio, in quanto vige una presunzione di legge sull'origine professionale della patologia. Il principio della presunzione d origine, che opera quando l adibizione alle lavorazioni indicate avvenga in maniera non occasionale e/o prolungata, va inteso quale esenzione del lavoratore dall onere della prova. Ciò tuttavia non dispensa il medico-legale dalla valutazione circa l adeguatezza del rischio e la sua specificità a produrre la patologia esaminata. 2
3 Non è, infatti, sufficiente l esposizione ad un determinato agente nocivo. E necessario verificare: - i rischi lavorativi; - tempi e le modalità di esposizione; - cicli tecnologici; - compatibilità della malattia con lo specifico tipo di rischio. Il termine per la denuncia è di 15 giorni dalla manifestazione della malattia, pena la decadenza del diritto all indennizzo per il tempo antecedente la denuncia. Tale termine, tuttavia, non si applica in caso di malattia che non determini l'astensione dal lavoro o che si manifesti dopo la cessazione della lavorazione morbigena. Malattie non tabellate In seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 179 del 1988 è stata introdotta nel nostro Ordinamento la possibilità per il lavoratore di godere della tutela previdenziale anche se affetto da una malattia non tabellata, previa dimostrazione della sua esistenza, dell origine professionale, del nesso etiologico tra esse e regolare denuncia. In questo caso non essendovi una presunzione legale d origine l onere della prova è a carico del lavoratore. Sotto il profilo medico-legale il punto centrale è costituito dalla valutazione dell esposizione al rischio. La prova del rapporto causale deve riguardare: la sussistenza della malattia; la dimostrazione dell esposizione all agente patogeno; il livello di esposizione al rischio (mansioni, condizioni di lavoro, durata, intensità); la compatibilità rischio/malattia; la presenza o meno di fattori extraprofessionali. In ragione del fatto che nella maggioranza dei casi il lavoratore non è in grado di produrre idonea documentazione sullo specifico rischio che avrebbe indotto la malattia. L INAIL, tramite le ConTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) regionali, sopperisce a questa carenza collaborando con l area medica all individuazione degli agenti dannosi presenti nel ciclo di lavoro. Le Aree Mediche potranno disporre di tutti gli elementi necessari per la formulazione di un motivato parere medico-legale circa il nesso di dipendenza causale tra esposizione al rischio e malattia denunciata. La trattazione della pratica di malattia professionale Per iniziare la trattazione di una pratica di malattia professionale, quando non vi è un istanza del lavoratore interessato, l Istituto deve innanzitutto acquisire il consenso di quest ultimo. A tal fine invia una raccomandata a.r. al lavoratore con la quale, nel comunicare che è pervenuto un certificato medico attestante una malattia di sospetta origine professionale, chiede il suo consenso a procedere nell istruttoria della pratica, precisando che il primo atto sarà la richiesta di denuncia al datore di lavoro con l invio del certificato medico. L Istituto chiederà al datore di lavoro la compilazione e l invio del relativo modulo di denuncia specificando che, ove a ciò non provveda entro 5 giorni dalla richiesta, sarà sanzionato a norma della L. 561/93 che commina una sanzione amministrativa di importo variabile da 1.290,00 a 7.745,00. L obbligo permane in capo al datore di lavoro anche se il rapporto di lavoro nel frattempo è cessato. 3
4 Sarà successivamente compito del medico legale inquadrare sotto il profilo diagnostico il caso e valutare il rischio al quale il lavoratore è stato sottoposto. Quest ultima attività è particolarmente critica per le difficoltà di acquisizione dei dati afferenti al rischio di esposizione professionali in concreto corsi dall interessato. Per questo scopo sono necessari: - l anamnesi lavorativa; - la denuncia; - il libretto di lavoro; - il documento di valutazione dei rischi (DVR) con eventuali indici di rischio; - i questionari (specifici per malattia professionale) compilati sia dall'assicurato, sia dal datore di lavoro. L Istituto potrà anche predisporre un indagine ispettiva sul posto di lavoro con l indicazione degli specifici aspetti da indagare e/o dei documenti da acquisire. Il medico legale, una volta in possesso di tutta la documentazione che è possibile acquisire al procedimento, valuta se la denunciata malattia rientri o meno nelle previsioni del sistema tabellare. In caso affermativo applicherà il principio della presunzione legale d origine, in caso contrario dovrà effettuare una verifica dell esistenza del nesso causale tra rischio e malattia, attraverso l applicazione dei criteri medico legali in materia. Dovrà cioè tener conto della presenza o meno: dei rischi lavorativi; dei tempi di esposizione; delle modalità di esposizione; della compatibilità della malattia nelle sue evidenze cliniche con lo specifico tipo di rischio; della presenza o meno di eventuali fattori extra professionali. 4
5 Oscillazione del tasso INAIL Nel caso sia accertata la sussistenza di una malattia professionale o di un infortunio in occasione di lavoro l evento va imputato alla Posizione assicurativa territoriale (P.A.T.) alle cui dipendenze il lavoratore: - ha espletato da ultimo l attività sottoposto a rischio; - ha verosimilmente contratto la malattia in base ad un giudizio medico-legale. L attribuzione dell evento avrà effetti sulla oscillazione del tasso assicurativo e potrà dar origine, ricorrendone i presupposti ad azione di regresso dell Istituto nei confronti del datore di lavoro. Come è noto il tasso Inail è soggetto ad un'oscillazione legata al fenomeno infortunistico aziendale e, più precisamente, all entità dello scarto tra i valori registrati nella singola azienda e quelli registrati a livello nazionale. Le aziende con andamento infortunistico (rapporto oneri-retribuzioni) più oneroso rispetto alla media nazionale subiranno un aumento e quelle con andamento meno oneroso una riduzione. La misura dell aumento o della riduzione è variabile in rapporto sia all entità dello scarto tra i valori aziendali e quelli nazionali sia alla dimensione aziendale ed è soggetta a limiti prefissati. Il tasso elaborato dall Istituto in ragione dell andamento infortunistico aziendale è il cosiddetto tasso applicato. Tale tasso è comunicato dall Inail al datore di lavoro entro il 31 dicembre di ogni anno. Avv. Gualtiero Roveda 5
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