Porto. I porti liguri

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1 Porto I porti liguri Analizzando i dati - raccolti da Unioncamere Liguri presso le Autorità Portuali provinciali - del traffico commerciale nei quattro porti della Liguria, emerge come nella nostra città il volume delle merci sbarcate ed imbarcate abbia registrato, nel corso del 2000 rispetto al 1999, la variazione più in linea con quella media regionale: rispettivamente 8,1% e 9,4%. A Genova si registra la variazione più elevata (10,83%); a Savona la variazione positiva del 6% è imputabile soprattutto ad un notevole incremento percentuale degli imbarchi. Imperia registra una consistente variazione negativa (-21,40%) risultante da una variazione negativa degli sbarchi e da un azzeramento degli imbarchi. A livello di media ligure la variazione degli imbarchi è di dieci punti percentuali superiore a quella degli sbarchi. Le merci in partenza dai porti liguri costituiscono il 27,76% del totale delle merci movimentate e questa percentuale sale al 41,36% nel porto della Spezia, il quale risulta avere la distribuzione più equilibrata tra i quantitativi di merci in entrata ed in uscita. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

2 Rispetto ad un discorso di quote di traffico commerciale il primato è senza dubbio del porto di Genova con il 63,44% del totale delle merci transitate dai porti liguri; segue La Spezia col 20,26% (in crescita rispetto al 19% del 1998) e Savona con il 16,18%, mentre decisamente irrilevante è il volume di traffici del porto di Imperia. In relazione alle merci sbarcate si osserva una distribuzione tra i quattro porti liguri abbastanza simile a quella del totale merci (sbarcate e imbarcate); non lo stesso se si considerano le merci imbarcate che partono per il 96,47% dai soli porti di Genova e La Spezia. 200 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

3 Traffico commerciale nel porto della Spezia In termini assoluti, l andamento del traffico commerciale nel porto della nostra provincia mostra negli ultimi dieci anni un alternanza di fasi di rallentamento e di ripresa con picchi verso l alto nel 1991 e nel 1995, anni a cui sono seguiti periodi di decelerazione, culminati nel 1993 e nel 1997 (trasferimento della Linea Messina); dopo il 1997 sembra essersi avviata una fase di intenso sviluppo con una variazione media annua nei tre anni del +15,83%, Nel 2000 il Porto della Spezia ha registrato un tonnellaggio di merci annuo pari a 16,5 milioni di tonnellate con: 9,9 milioni di tonnellate di carico generale, costituente l aggregato maggiore; 4,9 milioni di tonnellate di rinfuse liquide; 1,8 milioni di tonnellate di rinfuse solide. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

4 Nel carico generale è lievemente prevalente la quota di merci in uscita (56,93%). Al contrario le rinfuse liquide e solide vengono soprattutto sbarcate. Le merci in oggetto sono infatti collegate ad industrie specifiche e necessitano quindi di infrastrutture specializzate. E il caso dei prodotti petroliferi raffinati e del carbone (in diminuzione dal 1998 in virtù della riconversione della centrale Enel) connessi quasi esclusivamente al terminal della centrale termica Enel Spa; una parte di prodotti petroliferi arriva anche all apposito terminal dell Arcola Petrolifera Spa. Cereali e graniglie sono condotte anch essi a terminal specialistici. Il gas liquido naturale viene scaricato al terminal per i gas liquidi di Snam Spa, situato fuori dell area portuale. 202 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

5 Le tre tipologie di merci hanno, rispetto al 1998, andamenti diversi con evidenti riflessi sui pesi di ciascuna sul totale dei traffici: in espansione le rinfuse liquide (+41,30%) in flessione le rinfuse solide (-13,33%) in crescita il carico generale (+18,07%), imputabile esclusivamente alla crescita del carico contenitorizzato (+21,60%) Le rinfuse liquide sono aumentate dal 1998 del 41,30% quanto a traffico totale; in aumento maggiormente le merci imbarcate (+65,09%), che però costituiscono solo il 19% del traffico totale di tale tipologia di merci, e sono costituite quasi esclusivamente da prodotti petroliferi raffinati (var.98-00: +76,03%). In entrata la più alta variazione riguarda le Altre rinfuse liquide (il cui peso nel traffico totale di tali rinfuse è solo lo 0,6%); consistente invece, sia in termini assoluti che di variazione 98-00, l aumento del traffico commerciale di gas. Le rinfuse liquide sono costituite da soli tre aggregati, risultando assente anche nel il traffico di petrolio grezzo: gas per il 53%, esclusivamente in entrata; RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

6 prodotti petroliferi raffinati per il 46%, di cui il 59% in entrata; altre rinfuse liquide con peso inferiore all 1%. Le rinfuse solide pesano il 10,68% sul traffico commerciale totale del 2000 e sono in calo, rispetto al 1998 del 13,33%. Gli aggregati merceologici più rilevanti sono costituiti da: carbone (48%), Altre rinfuse solide (31%), minerali (18%) e, con peso residuale del 2,7%, i cereali. Gli unici movimenti in crescita riguardano le Altre rinfuse solide, sia in entrata che in uscita. Minerali e carbone hanno registrato, rispetto al 1998, flessioni superiori al 30% negli sbarchi e per il carbone una flessione del 13% anche negli imbarchi. Nel caso del carbone la variazione negativa degli sbarchi risulta consistente in termini assoluti (da più di un milione di tonnellate nel 1998 a nel 2000) ed imputabile, come anzidetto, alla riconversione delle modalità produttive della centrale Enel. 204 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

7 Il carico generale costituisce la componente maggioritaria dei traffici commerciali totali del porto della Spezia con un peso intorno al 60%. Se si considerano anche il rendimento e l occupazione dei lavoratori portuali, questa categoria è con ogni probabilità ancora più importante. Esso ha subito una consistente flessione nel 1997 (-20,45%) per riassumere, nel 1998, un valore vicino a quello del 1996 e quindi espandersi, dal 1998 al 2000 con una variazione media annua del 14,79%. Si osserva però una modificazione interna all aggregato che privilegia sempre più il carico contenitorizzato a discapito degli altri tipi di carico (Ro- Ro ed altri). Il carico non contenitorizzato include prodotti in ferro ed acciaio (quali bobine e lingotti), oltre ad un esiguo volume di carico generale per gli scambi con i Paesi (Nord) Africani, il quale si suppone possa essere contenitorizzato in futuro. Il livello di contenitorizzazione (rapporto tra la quantità di carico movimentata in contenitori e la quantità totale di carico generale) del porto della Spezia è in assoluto il più alto dei porti dell Italia Settentrionale ed è stabile, negli ultimi cinque anni, intorno al 90%, quindi assai prossimo al RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

8 livello di saturazione. A tale dato può aggiungersi quello del costante aumento, in tutti i porti dell Italia Settentrionale (eccetto Savona), ma particolarmente in quello della Spezia, del numero medio di tonnellate per Teu: il valore per il 2000 è 10 contro un valore 1988 di 7, con un massimo toccato nel 1999 di 11. Valori vicini si rilevano solo nei porti di Ravenna e Trieste. Il traffico contenitori Nel 2000 il porto spezzino ha confermato il suo elevato livello di competitività rispetto agli altri scali italiani per quanto attiene al traffico contenitori: il dato registrato nell anno consente alla nostra città di collocarsi al terzo posto, preceduta soltanto da Gioia Tauro e da Genova, considerando la particolarità del primo porto citato (porto-hub). 206 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

9 Analizzando la dinamica del movimento dei contenitori nel porto della Spezia dal 1980 si nota, nei successivi grafici, come vi sia stata una generale fase di crescita in tutto il periodo considerato, interrotta da alcuni rallentamenti verificatisi dapprima nel biennio e poi nel biennio RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

10 Il porto della Spezia serve attualmente le linee marittime che lo collegano con ogni parte del mondo, oltre ad un entroterra che comprende tutto il Nord Italia e rispetto al quale è in forte concorrenza con tutti i porti dell Italia Settentrionale. La distribuzione della quota di mercato dell entroterra risulta quindi complessa ma può considerarsi forte la posizione e l evoluzione del porto spezzino come risulta dalla successiva Tab.n.10/porto. Il traffico contenitori nel porto spezzino è più che triplicato rispetto al 1988 e solo a Genova ha registrato un incremento più sostenuto. Per quanto riguarda le quote di mercato, nello stesso intervallo temporale, sono cresciute solo per il porto di Genova e per quello della Spezia. Quest ultimo è passato da un valore del 19% nel 1988 al 25% nel 2000, toccando valori massimi dal 1992 al 1995 superiori al 35%. Anche dopo la consistente flessione registrata nel biennio 95-97, la ripresa appare sostenuta e la variazione media nel triennio è quasi doppia rispetto a quella media dei porti del Nord Italia. 208 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

11 I dati e le analisi fino qui esposti confermano in buona parte quanto risulta da uno studio previsionale affidato alla NEI IN ACTION dall Autorità Portuale della Spezia, quale supporto tecnico specialistico per la preparazione del nuovo Piano Regolatore del Porto, attualmente vicino al momento dell approvazione. Il numero di contenitori movimentati nel 2000 nel porto spezzino si colloca, infatti, ad un valore medio tra quello massimo e quello minimo previsti dallo studio NEI. Considerando l aderenza delle previsioni per il 2000 con quanto realmente verificatosi risultano, quindi, più che mai valide le indicazioni fornite dallo studio citato (sintetizzate nel successivo schema), in particolare per quanto riguarda i problemi di congestione che già in passato hanno costituito elemento di vulnerabilità del sistema portuale, causando l allontanamento di alcuni importanti operatori marittimi. Lo studio in oggetto ha infatti per presupposto essenziale l assenza di limiti di capacità. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

12 L occupazione nelle attività svolte in ambito demaniale Un analisi della situazione occupazionale nelle attività svolte in ambito demaniale non può prescindere da una classificazione delle tipologie di queste attività e dei modelli organizzativi sottostanti, in parte imposti dalla legge di regolamentazione del settore. Uno degli approcci secondo cui sono organizzati i dati forniti dall Autorità Portuale della Spezia (aggiornati al ) distingue gli ambiti di attività in Attività Portuali, Cantieristica/Diporto Indotto Art. 68 C.d. D. e Altre attività. Il totale degli occupati nell insieme dei macrosettori è pari a unità e una prima lettura mette in luce come, dal punto di vista occupazionale, sia il settore dell indotto a coprire la maggior quota sul totale (40,4%). Volendo scendere a un ulteriore livello di dettaglio, che consenta tuttavia ancora una visione del complesso delle attività, è possibile visualizzare la situazione illustrata nella tabella e nel grafico di seguito riportati. 210 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

13 Al fine di rendere comprensibile l interpretazione dei dati relativi allo specifico delle attività portuali (2.258 unità), occorre fornire chiarimenti relativi al modello organizzativo in materia di lavoro portuale definito a La Spezia. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

14 Atteso infatti che, ai sensi dell art. 18 della L.84/94, le imprese concessionarie devono esercitare direttamente l attività per la quale hanno ottenuto la concessione, si è consolidato, da parte delle stesse, un ricorso all appalto di specifici segmenti operativi riconducibili al loro ciclo produttivo (outsourcing). Le imprese autorizzate operano quindi in regime di appalto, assumendo a pieno titolo la diretta ed esclusiva organizzazione ed esecuzione di specifiche parti, a loro affidate, del ciclo produttivo dell impresa concessionaria e che, per quanto esposto al punto precedente, non potranno avere altra caratteristica che di supporto all attività oggetto di concessione. 212 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

15 Pertanto, quando si parla di lavoro portuale, occorre considerare l attività svolta dalle imprese autorizzate, impiegate ordinariamente dall impresa concessionaria, come elemento integrante e non occasionale, del ciclo produttivo portuale. In tale contesto operano poi le società di autotrasporto per la movimentazione merci all interno dei terminals, anch esse iscritte al Registro delle imprese di cui all art. 16 L. 84/94. Nel corso del 2000 gli addetti direttamente interessati al ciclo produttivo portuale (1.127 unità) sono aumentati del 13,2% rispetto all anno precedente, aumento quasi interamente riconducibile ai terminals specializzati, da cui dipende oltre l 80% della forza lavoro complessiva. In particolare si è consolidato uno sviluppo riferibile soprattutto agli addetti delle imprese autorizzate, che risultano essere 370 unità nei terminals specializzati, rispetto alle 25 impiegate nei terminals convenzionali. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

16 214 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

17 Ad oggi può quindi considerarsi consolidato il trend positivo, manifestato negli ultimi anni, delle attività portuali in senso stretto e ritenersi superata la flessione determinatasi nel 1997, quando si era registrato il contraccolpo derivante dall allontanamento della società Messina dallo scalo spezzino. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

18 Per completare il panorama delle attività portuali, si riporta il dettaglio relativo agli addetti impiegati nei servizi portuali. Le imprese autorizzate ai sensi dell art. 68 C.d. N. costituiscono come sopra accennato il cosiddetto indotto. Sempre secondo i dati forniti dall Autorità Portuale, sarebbero le unità che operano in questo settore dell ambito demaniale. E doveroso tuttavia precisare che, trattandosi di imprese che svolgono anche altre attività, il dato rappresenta una stima di quanto viene dedicato da queste imprese all attività in ambito demaniale. Rispetto a una precedente rilevazione del , il numero di addetti dell indotto sarebbe aumentato del 14,3% e il numero di imprese iscritte 216 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

19 al Registro di cui all art.68 del C.d.N. (tenuto dall Autorità Portuale) sarebbe passato da 308 a 346. Per quanto riguarda l occupazione riferita alle attività legate alla cantieristica, delle unità, sono addetti ai cantieri navali, mentre 39 sono le unità in forza ai cantieri del diporto e ai centri nautici. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

20 Secondo le elaborazioni dell Autorità Portuale l occupazione diretta della cantieristica sarebbe sostanzialmente invariata, mentre sarebbe in crescita, con un aumento del 16,5%, il numero di addetti impiegati mediamente in attività di supporto (indotto diretto). L indotto allargato non risulta invece quantificabile. Infine, per completezza, un cenno all aggregato Altre attività che nella ripartizione delle attività di ambito demaniale in quattro macrosettori ( Attività Portuali, Indotto, Cantieristica/Diporto, Altre attività ) utilizzata all inizio del paragrafo rappresenta una quota pari al 2,9% (177 unità). 218 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000

21 E possibile concludere questo rapido excursus sugli aspetti occupazionali nelle attività legate principalmente al porto e alla cantieristica sottolineando come i dati occupazionali riferiti al 2000 significhino sostanzialmente un segnale di crescita, precisando tuttavia che tale sviluppo è caratterizzato anche da quegli strumenti che agevolano l inserimento al lavoro, in particolare P.I.P. e contratti di formazione, e dai rapporti di collaborazione, mentre risulta scarsamente utilizzato il ricorso al lavoro interinale, per il cui esercizio in ambito demaniale marittimo risulta autorizzata un unica società. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE

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