S E N T E N Z A 118/A/2012. nei giudizi in materia di responsabilità amministrativa iscritti ai nn. 3986

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1 R E P U B B L I C A I T A L I A N A In nome del Popolo Italiano LA CORTE DEI CONTI SEZIONE GIURISDIZIONALE D APPELLO PER LA REGIONE SICILIANA composta dai magistrati: dott. Salvatore CILIA dott. Luciana SAVAGNONE dott. Salvatore CULTRERA dott. Pino ZINGALE dott. Valter DEL ROSARIO Presidente Consigliere Consigliere Consigliere relatore Consigliere ha pronunciato la seguente S E N T E N Z A 118/A/2012 nei giudizi in materia di responsabilità amministrativa iscritti ai nn e 3988 del registro di segreteria promossi ad istanza di...omissis... (poi Omissis ), in persona del legale rappresentante p.t., e C. M., entrambi rappresentati e difesi dall avv. Enrico Pistone Nascone, nei confronti del Procuratore Generale, per la riforma della sentenza n. 2047/2011 emessa dalla Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana. Visti gli atti introduttivi dei giudizi depositati il 26 ottobre Visti gli atti e documenti tutti del fascicolo processuale. Uditi alla pubblica udienza del 5 aprile 2012 il relatore Consigliere Pino Zingale, l avv. Enrico Pistone Nascone, per gli appellanti, ed il P.M. nella persona del Vice Procuratore Generale Maria Rachele Aronica. F A T T O A seguito di segnalazione della Guardia di Finanza, la Procura presso la 1

2 Sezione Giurisdizionale di questa Corte per la Regione Siciliana citava in giudizio gli odierni appellanti per sentirli condannare, in solido, al pagamento della somma di Euro ,38, oltre interessi e rivalutazione monetaria, in favore del Ministero dello sviluppo economico, per l indebita percezione di contributi comunitari finalizzati alla realizzazione di un nuovo impianto finalizzato alla produzione di vernici ed acqua, relativo al programma operativo 2000/2006. La Sezione di prime cure, nella contumacia dei convenuti, accoglieva le domande del P.M. e, con sentenza n. 2047/2011, li condannava in conformità alle richieste di parte pubblica. Avverso tale sentenza hanno interposto appello entrambi i condannati, lamentando, la società, la nullità della notifica dell atto di citazione, che sarebbe stato notificato il 5 gennaio 2011, al signor M. C., n.q. di rappresentante legale, con le modalità di cui all art. 140 c.p.c., mentre a quella data il predetto non ricopriva più tale carica; ed il C., la nullità dell atto di citazione in quanto non rispettato il termine a difesa di 90 giorni tra la notifica dell atto introduttivo del giudizio e l udienza di comparizione e trattazione del 4 maggio Hanno chiesto, conclusivamente, che la sentenza venga annullata con rinvio al primo giudice. La Procura Generale ha depositato conclusioni scritte con le quali ha chiesto il rigetto di entrambi i gravami e, in subordine, che la causa venga trattenuta per l ulteriore trattazione di merito. Alla pubblica udienza del 5 aprile 2012 le parti presenti hanno ulteriormente illustrato le rispettive posizioni ed insistito nelle conclusioni di cui agli atti scritti. L avv. Enrico Pistone Nascone ha pure 2

3 depositato brevi note confermative delle conclusioni già adottate con gli atti di appello. D I R I T T O I due appelli vanno riuniti e trattati congiuntamente in quanto proposti avverso la stessa sentenza. Per quanto riguarda la posizione della società, viene lamentato che la notifica alla medesima sia stata effettuata, con le modalità dell art. 140 c.p.c., al signor C., nella qualità di rappresentante legale, il 5 gennaio 2011, allorché il predetto non ricopriva più tale carica. La censura è fondata. In effetti la notifica risulta effettuata, con le modalità di cui all art. 140 c.p.c., al signor C. n.q., il 5 gennaio 2011, allorché quel soggetto non ricopriva più la carica di rappresentate legale della società. In tema di persone giuridiche, in base alla riforma introdotta dalla legge n. 263/2005, la notificazione si esegue nella loro sede, mediante consegna di copia dell'atto al rappresentante o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni o in mancanza, ad altra persona addetta alla sede stessa ovvero al portiere dello stabile in cui è la sede. La notificazione può anche essere eseguita, a norma degli articoli 138, 139 e 141, alla persona fisica che rappresenta l'ente qualora nell'atto da notificare ne sia indicata la qualità e risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale. Se la notificazione non può essere eseguita in base alle norme precedenti, la notificazione alla persona fisica indicata nell'atto, che rappresenta l'ente, può essere eseguita anche a norma degli articoli 140 o 143. Ancorché, pertanto, fosse astrattamente possibile procedere a notifica al 3

4 rappresentante legale ai sensi dell art. 140, resta incontroverso il fatto che alla data dell utilizzo di tale modalità il C. non era più rappresentante legale della società, come risulta dalla documentazione in atti e, pertanto, la notifica effettuata risulta affetta da nullità. La stessa Procura Regionale mostra di essersi resa conto di tale nullità, ponendo in essere, successivamente, un ulteriore notifica, sempre con le modalità di cui all art. 140 c.p.c., in data 3 febbraio 2011, sempre, però, a carico del C.. Da ciò consegue che la sentenza, per la pronuncia che riguarda la società, è da ritenersi nulla, non essendosi regolarmente formato il contraddittorio innanzi al primo Giudice. Per quel che riguarda, poi, la posizione del C. in proprio, la Procura Generale, pur riconoscendo che il termine non sarebbe maturato rispetto alla notifica del 3 febbraio 2011 (deposito nella casa comunale, con perfezionamento il 13 febbraio 2011), con udienza al 4 maggio 2011, sostiene che il termine di 90 giorni dovrebbe intendersi rispettato con riferimento ad una precedente notifica, effettuata ai sensi dell art. 140 c.p.c., con spedizione della raccomandata il 27 novembre A tale precedente notifica, della cui nullità, anche in questo caso, la Procura Regionale deve aver avuto sicuramente piena contezza, altrimenti non si giustificherebbe il suo rinnovo, non può essere attribuito alcun valore giuridico, in quanto effettuata con riferimento ad un indirizzo che, come poi accertato, non era la via di residenza del convenuto, ancorché identico fosse il Comune. Ne consegue che l atto di citazione è nullo ai sensi dell art. 164, primo comma, c.p.c. e, di conseguenza, è nulla la sentenza che ha pronunciato 4

5 la condanna del predetto appellante. Quanto alle conseguenze che le rilevate nullità comportano, in rito, sul presente giudizio, per le quali gli appellanti hanno chiesto la remissione della causa al primo giudice e, in via subordinata, la rinnovazione degli atti nulli, mentre il P.M. ha solo parzialmente aderito a tali richieste ed, in via subordinata, mentre ha chiesto, in via principale, che il giudizio sia trattenuto per la decisione nel merito, il Collegio osserva quanto segue. Le richieste e le argomentazioni, sia degli appellanti che del P.M., sono incentrate tutte sull esegesi dell art. 354 c.p.c. e sulla giurisprudenza della Suprema Corte formatasi sul punto, ma trascurano di considerare che la materia, per quel che riguarda il processo innanzi a questa Corte, è disciplinata dall art. 105 del Regolamento di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti, approvato con R.D. 13 agosto 1933, n. 1038, nel testo attualmente vigente a seguito delle modifiche apportate dalla dalla legge n. 205/2000, e dall art. 10, comma 3, della citata legge n. 205/2000. Non ignora il Collegio che altre Sezioni d appello, nel definire il rapporto tra le due norme, hanno ritenuto una obbligatorietà della disciplina recata dagli artt. 354 e 161 c.p.c. anche nei giudizi celebrati dinanzi alla Corte dei conti, discendente dalla abrogazione dell art. 105, 2 comma, del r.d. n del 1933, disposta dall art. 10, comma 3, della legge n. 205 del 2000, disposizione che, nelle ipotesi in cui il primo giudice si fosse pronunciato anche sul merito, consentiva alla Sezione d appello di optare al di fuori di un preciso paradigma normativo se trattenere la causa per la decisione di merito ovvero se rinviarla al giudice di primo grado; e ciò a prescindere dalla valutazione degli esatti 5

6 limiti in cui va inteso e contenuto il riferimento alle questioni di carattere pregiudiziale recato dal primo comma dell art. 105 (Corte dei conti, Sez. di appello II, n. 451/2009). Tale soluzione, però, non è, ad avviso del Collegio, coerente con il dato normativo che, con riferimento al processo innanzi a questa Corte, disciplina integralmente la materia, discostandosi dalla previsione contenuta nel codice di procedura civile, prevedendo che una rimessione al primo giudice sia possibile esclusivamente nel caso di esame da parte di quest ultimo solo di questioni pregiudiziali, con ciò attivando, in forma preclusiva, la clausola di cui all art. 26 del citato regolamento di procedura. In buona sostanza, il legislatore, nei giudizi innanzi a questa Corte, sembra avere previsto una disciplina di maggior rigore, rispetto a quella del rito civile, nell ipotesi in cui il giudice pronunci nel merito ignorando talune nullità che si sarebbero dovute rilevare come questioni pregiudiziali e che determinano, laddove pretermesse, la nullità stessa delle sentenza. In questi casi risulta preclusa, come conseguenza della sussistenza di un pronuncia di merito, la rimessione del processo al primo giudice e, per converso, in presenza di nullità insanabili, che travolgono in radice la regolarità di un intero grado del giudizio, non appare percorribile il rinnovo della trattazione nel merito nell unico grado di appello in assenza di una specifica norma che, come avviene nel rito civile, ciò espressamente consenta. Non può, pertanto, che limitarsi l esito dell appello, in questi casi, alla mera dichiarazione di nullità della sentenza di primo grado, affidando 6

7 integralmente all iniziativa delle parti, ed in specie al P.M., l onere di avviare ex novo il giudizio, nel rispetto nelle norme di procedura, salvi gli effetti eventualmente prodotti dal primo processo. Ne consegue che, in applicazione dell art. 105 del regolamento di procedura e dell art. 10, comma 3, delle legge n. 205/2000, questo Giudice, rilevata la fondatezza delle censure mosse con gli atti di appello, non può che limitare la propria pronuncia all annullamento della sentenza impugnata. In conclusione la sentenza oggetto di gravame deve essere, pertanto, annullata. Non trattandosi di assoluzione nel merito non vi è luogo a pronuncia sulle spese. P. Q. M. La Corte dei Conti - Sezione Giurisdizionale d Appello per la Regione Siciliana, definitivamente pronunciando, previa riunione in rito, accoglie i ricorsi e, per l effetto, annulla senza rinvio la sentenza impugnata. Nulla per le spese. Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 5 aprile L ESTENSORE F.TO (Pino Zingale) IL PRESIDENTE F.TO (Salvatore Cilia) Depositata in segreteria nei modi di legge Palermo, 12/04/2012 Il Direttore della Segreteria F.TO(Nicola Daidone) 7

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