Lezioni di Algebra Lineare I. Le nozioni di base sugli spazi vettoriali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Lezioni di Algebra Lineare I. Le nozioni di base sugli spazi vettoriali"

Transcript

1 Lezioni di Algebra Lineare I. Le nozioni di base sugli spazi vettoriali Versione settembre 8 Contenuto. Combinazioni lineari di vettori. Sottospazi vettoriali 3. Sottospazio vettoriale generato da un insieme di vettori 4. Insiemi di generatori di uno spazio vettoriale 5. Insiemi di vettori linearmente indipendenti 6. Basi di uno spazio vettoriale 7. Dimensione di uno spazio vettoriale 8. Coordinate 9. Somma e intersezione di sottospazi vettoriali

2 Prerequisiti Prima di iniziare a leggere queste dispense lo studente deve avere studiato la definizione di spazio vettoriale astratto e conoscerne l esempio concreto R n. In alcuni esempi ed esercizi si presuppone anche che lo studente abbia già studiato la rappresentazione geometrica di R e di R 3. In particolare lo studente deve già conoscere le operazioni di somma e prodotto per scalari di vettori geometrici applicati; le nozioni di sistema di riferimento e di coordinate nel piano e nello spazio; la corrispondenza vettori geometrici e loro operazioni vettori algebrici e loro operazioni

3 In tutti i paragrafi che seguono supponiamo fissato uno spazio vettoriale reale che denotiamo con V. Chiamiamo vettori gli elementi di V e scalari i numeri reali. 3. Combinazioni lineari di vettori Supponiamo fissati k vettori v,..., v k (k intero ). Definizione. Un vettore v si dice combinazione lineare di v,..., v k se esistono degli scalari λ,..., λ k tali che v = λ v + + λ k v k. Definizione più generale. Se S è un sottoinsieme, anche infinito, di V, diciamo che il vettore v è combinazione lineare di elementi di S se v è uguale a una somma finita di tipo λ v + + λ k v k, con v,..., v k S e λ,..., λ k R. Esempio. Il vettore v = 4 e v = Problemi. 3 è una combinazione lineare dei vettori v =, perché v = v v (fare il conto).. Stabilire se il vettore v = ( e v = 5 v = av + bv. 3 è combinazione lineare dei vettori v = ). Se lo è determinare esplicitamente dei coefficienti a e b tali che Soluzione. Il problema chiede di stabilire se l equazione (vettoriale) xv + yv = v (a) nelle coppia di incognite reali (x, y) ha soluzioni e, se ci sono soluzioni, di scriverne esplicitamente una. Sostituendo in (a) i dati numerici otteniamo: x + y 3 = 5 x + 3x y = 5y { x + y = 3x + 5y = Con facili calcoli troviamo che il sistema scritto sopra ha come unica soluzione la coppia (x, y) = ( 9 7, 4 7). Quindi v è combinazione lineare di v e v, precisamente

4 4 v = 9 7 v 4 7 v ; inoltre, a = 9 7 e b = 4 7 soddisfano la richiesta del problema (e sono gli unici numeri reali con questa proprietà).. Stabilire se i vettori v = 3 e w = 3 sono combinazioni lineari di v =, v =, v 3 = 3. Se lo sono, determinare esplicitamente i coefficienti di tali combinazioni lineari. Soluzione. Lo schema di risoluzione è analogo a quello del problema precedente. Per stabilire se v è combinazione lineare di v, v, v 3, dobbiamo studiare la risolubilità del sistema di equazioni x + y z = y + 3z = 3, x + y z = nella terna di incognite reali (x, y, z). Confrontando la prima e la terza equazione del sistema si vede subito che il sistema non ha soluzioni, quindi v non è combinazione lineare di v, v e v 3. Nel caso di w dobbiamo considerare il sistema x + y z = y + 3z = 3 x + y z =, che chiaramente è equivalente a { x + y z = y + 3z = 3. Questo è un sistema risolubile e con infinite soluzioni. Infatti, dalla seconda equazione ottengo y = 3z + 3 e, sostituendo nella prima, { x = 7z 4 y = 3z + 3. Questo vuol dire che qualunque valore reale, diciamo c, io attribuisca a z, la terna (7c 4, 3c + 3, c) è una soluzione del sistema. Quindi, poiché esistono soluzioni, w è combinazione lineare di v, v, v 3 ; inoltre, esistono infinite terne di coefficienti (a, b, c) tali che w = av + bv + cv 3 ; infine, l insieme di tutte queste terne è

5 {(7c 4, 3c + 3, c) c R}. Per ottenere una terna particolare basta attribuire un valore a c, ad esempio per c = ottengo w = 4v + 3v. 5. Sottospazi vettoriali Definizione. Un sottospazio vettoriale di V è un sottoinsieme non vuoto di V chiuso rispetto alle operazioni di V. Quindi dire che U è un sottospazio vettoriale di V vuol dire: () che U è un sottoinsieme di V che contiene almeno un vettore; () che se il vettore u appartiene a U, anche tutti i vettori di tipo λu (con λ R) appartengono a U; (3) che se i vettori u e u appartengono a U, anche il vettore u + u appartiene a U. Osservazioni.. Poiché v = per ogni vettore v, dalle condizioni () e () della definizione segue che un sottospazio vettoriale contiene sempre il vettore.. Le condizioni () e (3) si riasumono in: le combinazioni lineari di vettori di U appartengono ancora ad U. 3. Un sottospazio vettoriale di V è a sua volta uno spazio vettoriale reale. Esempi.. Il sottospazio nullo (o banale). Il sottoinsieme {} è un sottospazio vettoriale di V. Infatti: () contiene, quindi non è vuoto; () tutti i vettori di tipo λ (λ R) sono uguali a e quindi stanno in {}; (3) se u e u stanno in {}, allora u = u = e quindi u + u = + = {}.. Il sottospazio improprio. [Dimostrare.] V stesso è un sottospazio vettoriale di se stesso. 3. [Dimostrare.] Se fissiamo un sistema di riferimento nello spazio e identifichiamo i punti dello spazio con gli elementi di R 3, tramite le coordinate, allora: tutte le rette passanti per l origine e tutti i piani passanti per l origine sono sottospazi vettoriali di R 3. N.B. Nel caso V = R 3, i sottospazi descritti negli esempi, e 3 precedenti sono tutti i sottospazi vettoriali di V. [Provate a dimostrare anche questo.]

6 6 3. Sottospazio vettoriale generato da un insieme di vettori Fissiamo un insieme non vuoto di vettori S V. Definizione. Il sottospazio vettoriale generato da S, che denoteremo con Span S, è il minimo sottospazio vettoriale di V che contiene S. Spiegazione della definizione: minimo vuol dire: ogni altro sottospazio vettoriale che contiene S contiene anche Span S. Teorema. Span S coincide con l insieme di tutte le combinazioni lineari di vettori di S. Schema di dimostrazione. [Capire e provare a completare.] Dobbiamo dimostrare due cose:. che l insieme di tutte le combinazioni lineari di vettori di S è un sottospazio vettoriale che contiene S.. che è minimo nel senso spiegato sopra. Per il punto dobbiamo far vedere: (a) che sommando due combinazioni lineari di elementi di S si ottiene ancora una combinazione lineare di elementi di S (facile!); (b) che moltiplicando per uno scalare una combinazione lineare di elementi di S si ottiene ancora una combinazione lineare di elementi di S (facile!). Per il punto basta usare l Osservazione della sezione. Da questa segue direttamente che se un sottospazio vettoriale di V contiene S, allora contiene anche Span S. Esempi.. Span {} = {}, perché {} è già un sottospazio vettoriale.. [Dimostrare.] Fissiamo v V, v. Allora Span {v} è l insieme di tutti i multipli scalari di v. In R e in R 3, con l usuale rappresentazione geometrica, si ottiene che Span {v} è la retta passante per l origine su cui giace il vettore v. 3. [Dimostrare.] Fissiamo u, v R 3. Se u e v non sono proporzionali, allora otteniamo che la rappresentazione geometrica di Span {u, v} è il piano passante per l origine che contiene i vettori u e v. [Problemi sull esempio 3: a) Cosa succede se u e v sono proporzionali? b) Cosa può essere Span {u, v, w}, nella rappresentazione geometrica, se u, v, w sono tre vettori arbitrari in R 3? c) Se u e v sono due vettori non proporzionali di R, cosa è Span {u, v}?]

7 4. Insiemi di generatori di uno spazio vettoriale Definizione. Un insieme di generatori di V è un insieme di vettori S, incluso in V, tale che ogni vettore di V sia combinazione lineare di vettori di S. 7 Definizione. finito. V si dice finitamente generato se ha un insieme di generatori Osservazioni.. Dire che S è un insieme di generatori di V equivale a dire che V = Span S. [Spiegate perché.]. Se S è un insieme di generatori di V, allora ogni sottoinsieme S di V che contiene S è ancora un insieme di generatori di V. (I generatori che non compaiono esplicitamente in combinazione lineare hanno coefficiente nullo). Esempi. {(. R si ha ), } è un insieme di generatori di R, perché per ogni vettore a = a b + b. a b. L esempio precedente si generalizza a R n, n : per i =,..., n chiamiamo e i il vettore di R n con tutte le componenti nulle tranne la i- esima, che invece è. Allora {e,..., e n } è un insieme di generatori di R n. Infatti per ogni vettore a a.. Rn si ha che a n a a... = a... + a a n.. = a e + a e + + a n e n a n 3. L esempio precedente dimostra che R n è finitamente generato, per ogni n. Problemi. [Cfr. con i problemi della Sezione.] { }. Dimostrare che, è un insieme di generatori di R 4 5.

8 8 Soluzione. Dobbiamo dimostrare che ogni vettore di ( R ) è una combinazione lineare a dei due vettori dati, cioè che dato un arbitrario R b, possiamo trovare a x, y R tali che x + y =. Questo equivale a dire che il sistema 4 5 b nella coppia di incognite reali (x, y) { x + y = a 4x + 5y = b è risolubile qualunque siano i termini noti a e b. Chi ricorda la regola di Cramer dirà subito che questo è vero, e in più il sistema ha soluzione unica, perché 5 4. Allo stesso risultato si arriva anche provando direttamente a risolvere il sistema: si trova che qualunque siano a e b il sistema ha soluzione, unica, x = 5a b 6, y = b a 3. [In generale vale il fatto seguente: due vettori non proporzionali in R costituiscono sempre un insieme di generatori di R. Sapete trovare una spiegazione geometrica di questo?]. Consideriamo il sottospazio vettoriale V di R 3, V = Span {v, v, v 3 }, dove v =, v = Dimostrare che {v, v } è un insieme di generatori di V., v 3 = 3. Soluzione. Dobbiamo dimostrare che tutti gli elementi di V sono combinazioni lineari di v e v. Per prima cosa, visto che v 3 appartiene a V, v 3 stesso deve essere combinazione lineare di v e v. Con un calcolo diretto, analogo ai calcoli visti nella Sezione, troviamo infatti che v 3 = 7v + 3v ( ) [fate il conto]. Ora, per definizione, V è generato da {v, v, v 3 } e quindi tutti i suoi elementi sono combinazioni lineari di v, v, v 3. Ma se sostituiamo a v 3 la sua espressione come combinazione lineare di v e v data dalla ( ), riusciamo a trasformare ogni combinazione lineare di v, v, v 3 in una combinazione lineare dei soli v e v, che è quello che vogliamo. 5. Insiemi di vettori linearmente indipendenti

9 Fissiamo un insieme di vettori {v,..., v k } (k intero positivo) nello spazio vettoriale reale V. Definizione. L insieme {v,..., v k } si dice linearmente dipendente se esistono degli scalari a,..., a n non tutti nulli tali che 9 a v + + a k v k =. ( ) Una relazione del tipo ( ), con a,..., a n scalari non tutti nulli, si chiama relazione di dipendenza lineare tra i vettori v,..., v k. L insieme {v,..., v k } si dice linearmente indipendente se non è linearmente dipendente. Nota. Spesso diremo in modo meno formale che i vettori v,..., v k sono linearmente dipendenti o indipendenti (invece di l insieme di vettori... ). Osservazione ovvia. gli a i nulli otteniamo È chiaro che se prendiamo la combinazione lineare con tutti a v + + a k v k = v + + v k = + + = ; quindi dire che i vettori v,..., v k sono linearmente indipendenti equivale a dire che questo è l unico modo di scegliere i coefficienti per ottenere. Esempi. { }. V = R. L insieme, è linearmente indipendente perché se voglio ottenere come combinazione lineare di essi, devo necessariamente prendere entrambi i coefficienti nulli: a + b = {. V = R. L insieme, a + b = b { a + b = b = b = a =. } è linearmente dipendente: se voglio ottenere 4 come combinazione lineare di essi, posso scegliere i coefficienti in infiniti modi, per esempio = Qualunque sia lo spazio V, {} è linearmente dipendente perché per ogni a R si ha a =.

10 4. V = R. L insieme { }, è linearmente dipendente: si ha, ad esempio, 4 + = V = R 3. L insieme ad esempio,, 3, 3 4 è linearmente dipendente: si ha, 6. V = R. L insieme =. { }, è linearmente indipendente, perchè se a + b = allora a e b sono necessariamente entrambi nulli., In generale, per V = R n, n : i vettori e,..., e n definiti nell Esempio della Sezione 4 sono linearmente indipendenti. Osservazioni.. Un insieme formato da un singolo vettore, {v}, è linearmente dipendente se v =, mentre è linearmente indipendente se v (perchè in questo caso av = solo se a =.). Se k > e {v,..., v k } è linearmente dipendente, allora almeno uno dei vettori v i è combinazione lineare degli altri. [Dimostrazione: per ipotesi esistono dei reali a i, i =,..., k, tali che a v + + a k v k = e almeno uno degli a i non è. Ma se a i, dalla relazione precedente ottengo: a i v i = k a j v j e, dividendo per a i, v i = j= j i j k j i a j a i v j. ] È facile dimostrare che vale anche il viceversa [fatelo], quindi si ha che: {v,..., v k } è linearmente dipendente se e solo se almeno uno dei vettori v i è combinazione lineare degli altri.

11 3. Come caso particolare dell osservazione precedente otteniamo che: un insieme di due vettori è linearmente dipendente se e solo se i due vettori sono proporzionali. 4. Se {v,..., v k } è linearmente dipendente, allora ogni insieme di vettori di V che contiene v,..., v k è linearmente dipendente. [Dimostrazione: una relazione di dipendendenza lineare tra i v,..., v k può essere vista come una relazione che coinvolge anche altri vettori, con coefficiente (cfr. Esempio 3)] In particolare ogni insieme di vettori che comprende anche il vettore è linearmente dipendente. Problemi.. Stabilire se è linearmente dipendente o indipendente.,, 3 Soluzione Dobbiamo stabilire se è possibile trovare tre scalari x, y, z, non tutti nulli, tali che x + y + z 3 = Questa equazione vettoriale è equivalente al sistema lineare x + y + z = x y 3z =, x + y + z = quindi dobbiamo stabilire se questo sistema ha almeno una soluzione diversa dalla terna (,, ) (è chiaro che quest ultima è una soluzione).. Sottraendo la terza equazione dalla prima otteniamo che ogni soluzione deve soddisfare z =. Sostituendo a z troviamo che deve valere anche { x + y = x y = e da qui facilmente che x = y =. Ne concludiamo che l insieme di vettori dato è linearmente indipendente.. Sia v =, v =, v 3 = 3. Stabilire se {v, v, v 3 } è linearmente dipendente o indipendente. Dire se è possibile scrivere ognuno dei tre vettori dati come combinazione lineare degli altri due.

12 Soluzione La prima risposta è immediata se usiamo le Osservazioni 3 e 4: i primi due vettori sono proporzionali, quindi linearmente dipendenti, ne segue che tutto l insieme è linearmente dipendente. Anche la seconda risposta è immediata: è chiaro che il primo vettore è combinazione lineare degli altri due, precisamente si ha v = v = v +v 3. Analogamente, v = v + v 3. Ma è anche chiaro che v 3 non è combinazione di v e v, perché, essendo questi ultimi proporzionali, anche ogni loro combinazione lineare sarà ad essi proporzionale, mentre v 3 non lo è. (Cfr. Osservazione.) 3. Sia v =, v =, v 3 = 9. Stabilire se {v, v, v 3 } è linearmente dipendente o indipendente. Se è linearmente dipendente, scrivere almeno una relazione di dipendenza lineare tra di essi. Dire se è possibile scrivere ognuno dei tre vettori dati come combinazione lineare degli altri due. Soluzione Procediamo con nel primo problema, cioè studiamo se il sistema x + y z = x y + 9z = x y + z = ha almeno una soluzione diversa dalla terna (,, ). Chiaramente la prima e la terza equazione sono equivalenti, quindi il sistema scritto sopra equivale a { x + y z = x y + 9z =, a sua volta equivalente a { x + y z = y + 7z =, ottenuto sommando alla seconda equazione la prima, e quindi a { x + y = z y = 7z Ora è chiaro che, se attribuiamo a z qualunque valore reale, diciamo a, allora dalla seconda equazione otteniamo y = 7a e, sostituendo nella prima equazione, x = 5a. Quindi il sistema ha infinite soluzioni, precisamente, per ogni scelta di a in R, la terna ( 5a, 7a, a) è una soluzione. Inoltre, se a, la terna soluzione ottenuta è non nulla. Ne segue che {v, v, v 3 } è linearmente dipendente.

13 Fissando a troviamo i coefficienti di una relazione di dipendenza lineare, per esempio, per a =, troviamo 5v + 7v + v 3 =. Usando la relazione precedente (cfr. Osservazione ) possiamo scrivere ciascuno dei tre vettori dati come combinazione lineare degli altri due, precisamente otteniamo: v = 7 5 v + 5 v 3; v = 5 7 v 7 v 3; v 3 = 5v 7v Basi di uno spazio vettoriale Definizione. Una base di V è un insieme di generatori di V linearmente indipendente. Osservazione. Lo spazio vettoriale nullo non contiene vettori linearmente indipendenti e quindi ha come base l insieme vuoto. Fatto fondamentale. Un sottoinsieme non vuoto B di V è una base se e solo se ogni vettore in V si scrive in modo unico come combinazione lineare di elementi di B. Dimostrazione. Il fatto che ogni elemento di V si scriva come combinazione lineare di elementi di B equivale al fatto che B è un insieme di generatori di V. Per concludere basta dimostrare che ogni elemento di V si scrive in modo unico come combinazione lineare di elementi di B se e solo se l insieme di generatori B è linearmente indipendente. Per semplicità supponiamo B finito: B = {v,..., v n }. La dimostrazione si estende facilmente al caso infinito. Lavoriamo sulle negazioni degli asserti, cioè dimostriamo che la dipendenza lineare equivale alla possibilità di diverse scritture per lo stesso elemento. In primo luogo osserviamo che se B è linearmente dipendente, allora o è uguale a {}, oppure uno dei suoi elementi, diciamo v i, si scrive come combinazione lineare dei rimanenti. Nel primo caso avrò = a per ogni a R: infinite scritture. Nel secondo avrò comunque almeno due scritture per v i, e cioè v i = v i e v i uguale a una combinazione lineare dei rimanenti elementi di B. Viceversa, se ho due scritture diverse per lo stesso elemento v V, diciamo v = a v + + a n v n = b v + + b n v n, con a i b i per almeno un indice i ( i n), allora (a b )v + + (a n b n )v n = con almeno uno dei coefficienti a i b i : quindi B è linearmente dipendente.

14 4 Esempio fondamentale. Per i =,..., n chiamiamo e i il vettore di R n con tutte le componenti nulle tranne la i-esima, che invece è. Allora l insieme di vettori {e,..., e n } è una base di R n, detta la base canonica. Infatti è chiaro che ogni vettore di R n si scrive in modo unico come combinazione lineare di e,..., e n. (Riguardate anche gli Esempi e della Sezione 4.) Problemi.. Riguardate il Problema della Sezione. L insieme {v, v, v 3 } è linearmente dipendente o indipendente? È una base di Span {v, v, v 3 }? Soluzione. L insieme {v, v, v 3 } è chiaramente un insieme di generatori di Span {v, v, v 3 }, ma non è una base perché non è linearmente indipendente. Infatti abbiamo visto che il vettore w si scrive in infiniti modi come combinazione lineare di v, v, v 3.. Riguardate il Problema della Sezione 4. L insieme {v, v } è una base di U? Soluzione. L insieme {v, v } è una base di U. Infatti abbiamo dimostrato che esso è un insieme di generatori di U e in più, poiché v e v non sono proporzionali, è linearmente indipendente. Teorema.. Ogni spazio vettoriale ha una base.. Se S è un insieme di generatori dello spazio vettoriale non nullo V, allora S contiene una base di V. 3. Se I è un insieme linearmente indipendente di vettori di V, allora esiste una base di V che contiene I. L enunciato è vero anche per spazi vettoriali non finitamente generati. Qui trattiamo solo il caso finitamente generato e, invece di abbozzare una dimostrazione formale, spieghiamo come si possa ottenere esplicitamente una base a partire da un qualunque insieme finito di generatori (parte del teorema) e come, dato un insieme linearmente indipendente, si possa costruire una base che lo contiene (parte 3 del teorema). Estrazione di una base da un insieme finito di generatori. Sia V uno spazio vettoriale, non nullo e finitamente generato, e sia {v,..., v n } un suo insieme di generatori. Se {v,..., v n } è linearmente indipendente abbiamo

15 già una base. Facciamo vedere che, se invece {v,..., v n } è linearmente dipendente, allora è possibile ottenere da esso una base di V scartando opportunamente degli elementi. Procediamo in questo modo: Per ognuno dei vettori v i, i =,..., n, se v i =, oppure se v i è combinazione lineare dei vettori che lo precedono, eliminiamo v i dall insieme; altrimenti lo teniamo. Chiamiamo B l insieme che otteniamo dopo avere completato il procedimento. Allora B è una base. Spieghiamo perché. Dobbiamo far vedere (a) che B è un insieme di generatori di V e (b) che B è linearmente indipendente. (a) Partiamo da una combinazione lineare a v + + a n v n e facciamo vedere esplicitamente che possiamo scriverla come combinazione dei soli elementi di B. Possiamo farlo ricorsivamente in questo modo: Controlliamo se v n sta in B: se sta in B non facciamo niente; se v n non sta in B vuol dire che o che o v n =, e in questo caso posso semplicemente eliminare l addendo a n v n, o v n è uguale a una certa combinazione lineare dei vettori che lo precedono. In questo caso sostituisco a v n questa combinazione lineare e trasformo a v + + a n v n in una combinazione lineare dei soli vettori v,..., v n. Ripetiamo la procedura appena descritta con v n al posto di v n ; e poi di seguito fino a v : alla fine avremo trasformato a v + +a n v n in una combinazione lineare dei soli elementi di B. (b) Qui diamo una dimostrazione formale. Sia B = {v i,..., v ik } ( i < < i k n). Supponiamo per assurdo che esistano b,..., b k R non tutti nulli tali che b v i + + b k v ik =. Sia h ( h k) il massimo indice tale che b h. Allora (cfr. Osservazione della Sezione 5) v ih è combinazione lineare dei v ij con j < h e questo è impossibile. 5 Osservazioni.. L insieme B ottenuto con la costruzione descritta sopra dipende non solo dall insieme di generatori {v,..., v n }, ma anche dal loro ordine.. Nelle lezioni seguenti mostreremo una tecnica di calcolo molto efficiente per determinare, dato un insieme ordinato finito di vettori in R n, quali dei vettori dati sono combinazioni lineari dei precedenti.

16 6 Completamento di un insieme linearmente indipendente ad una base. Qui supponiamo di avere un insieme I di vettori di V, linearmente indipendente e finito. Supponiamo anche di avere un insieme finito S di generatori di V. Per ottenere una base di V che contiene I procediamo così: consideriamo l insieme unione I S. Questo è ancora un insieme di generatori di V (cfr. Osservazione della Sezione 4). Ordiniamo I S in modo che i vettori di I precedano tutti gli altri. Quindi applichiamo il procedimento di estrazione di una base da I S descritto nel paragrafo precedente. Poiché I è linearmente indipendente e per il modo in cui abbiamo ordinato l insieme unione, nessun vettore di I è combinazione lineare dei vettori che lo precedono. Quindi la base che otterremo al termine del procedimento conterrà tutti i vettori di I. Problemi. { } 3. Considerate il sottospazio vettoriale U = Span, di R 4. Determinate una base di U. { } Soluzione. L insieme, è un insieme di generatori di U, ma non è 4 linearmente ( indipendente ) perché i due vettori dati sono proporzionali, precisamente =. Basta scartare uno dei due vettori per ottenere una base. Ad 4 esempio, {v } è una base di U. 4. Sia v =, v =, v 3 = 3 (i dati sono gli stessi del Problema della Sezione 5). Considerate il sottospazio vettoriale U = Span {v, v, v 3 } di R 3. Determinate una base di U. Soluzione. Abbiamo già visto che v è combinazione lineare di v, mentre v 3 non è combinazione lineare di v e v. Quindi {v, v 3 } è una base di U. 5. Sia v =, v =, v 3 = 9 (i dati sono gli stessi del Problema 3 della Sezione 5) e U = Span {v, v, v 3 } Determinate una base di U. Soluzione. Abbiamo visto che v 3 è combinazione lineare di v e v, mentre v non è combinazione lineare di v, non essendo ad esso proporzionale. Quindi {v, v } è una base di U.

17 Per fornire esempi ed esercizi non banali sulla procedura di completamento di un insieme linearmente indipendente ad una base avremmo bisogno di tecniche di calcolo più efficienti di quelle attualmente a nostra conoscenza. Descriveremo queste tecniche nelle prossime lezioni Dimensione di uno spazio vettoriale Definizione. La dimensione di uno spazio vettoriale finitamente generato è il numero di elementi di una sua base. La dimensione dello spazio vettoriale V si denota con dim V. La definizione si può estendere a spazi vettoriali non finitamente generati. Noi diremo semplicemente che uno spazio vettoriale non finitamente generato ha dimensione infinita. Osservazione. Lo spazio vettoriale nullo ha dimensione. Affinché la definizione precedente abbia senso serve che tutte le basi di uno spazio vettoriale V fissato abbiano lo stesso numero di elementi. Teorema. Sia V uno spazio vettoriale finitamente generato. Allora tutte le basi di V hanno lo stesso numero di elementi. Il Teorema segue dai due enunciati seguenti, che sono importanti in sè. Proposizione. Supponiamo che lo spazio vettoriale V abbia una base costituita da n vettori, con n >. Allora ogni insieme di generatori di V ha almeno n elementi. Proposizione. Supponiamo che lo spazio vettoriale V abbia una base costituita da n vettori, con n >. Allora ogni insieme linearmente indipendente di vettori di V ha al massimo n elementi. Spieghiamo come si deduce il Teorema dai due enunciati precedenti. Se V = {} il risultato è immediato, quindi possiamo supporre che V sia non nullo. Supponiamo che V abbia una base B costituita da n vettori e supponiamo che B sia un altra base di V : allora B, essendo un insieme di generatori, ha almeno

18 8 n elementi (Proposizione ) e, essendo un insieme linearmente indipendente, ha al più n elementi (Proposizione ): quindi ha eattamente n elementi. Dimostrazione delle Proposizioni e. Per qualunque insieme finito A denotiamo con A il numero degli elementi di A. Dimostriamo l enunciato seguente, dal quale seguono entrambe le Proposizioni e (spiegare perché): Enunciato 3. Supponiamo V finitamente generato. Sia I un insieme linearmente indipendente di elementi di V e sia G un insieme finito di generatori di V. Allora I G. Se I è vuoto l enunciato è vero, quindi supponiamo che I sia non vuoto. Sia I = {v,..., v h } (h ) e G = {u,..., u k }. Devo dimostrare che G ha almeno h elementi distinti. Per fare questo associo a v,..., v h h elementi distinti u i,..., u ih di G, con un procedimento ricorsivo. Passo. Scrivo v come combinazione lineare di u,..., u k, sia v = a v + + a k u k. Poiché v, almeno uno dei coefficienti è non nullo, supponiamo a i. Allora u i è combinazione lineare di v e degli u j con j i. Ne segue che l insieme G = {v } (G \ {u i }) è ancora in insieme di generatori di V. Passo t +, ( t < h). Al passo precedente ho ottenuto l insieme di generatori G t = {v,..., v t } (G \ {u i,..., u it }). Scrivo v t+ come combinazione lineare di elementi di G t. Poiché i v j sono linearmente indipendenti, in una tale combinazione lineare non possono comparire soltanto i vettori v,..., v t, quindi in G t deve essere rimasto almeno uno degli u i, chiamiamolo u it+, e questo deve comparire con cefficiente non nullo. Ora in G t, sostituisco v t+ a u it+ e ottengo l insieme di generatori G t+ = {v,..., v t+ } (G \ {u i,..., u it+ }). Al termine della procedura avrò trovato h vettori distinti u i,..., u ih in G. Questo conclude la dimostrazione. Corollari.. Se V ha dimensione n e G è un insieme di generatori di V con n elementi, allora G è una base di V. Infatti posso estrarre una base da G eliminando opportunamente degli elementi, se ci sono relazioni di dipendenza lineare. Ma non posso avere una base con meno di n elementi, quindi G deve essere già linearmente indipendente.

19 . Se V ha dimensione n e I è un sottoinsieme linearmente indipendente di V con n elementi, allora I è una base di V. Infatti posso completare I ad una base di V aggiungendo opportunamente degli elementi. Ma non posso avere una base con più di n elementi, quindi I deve essere già una base. Esempio fondamentale. R n ha dimensione n (cfr. Esempio fondamentale della Sezione 6). Problemi. { }. Dimostrare che, è una base di R 3 5. Soluzione. Poiché i due vettori dati non sono proporzionali, sono linearmente indipendenti. Poiché dim R =, per il Corollario essi costituiscono una base di R.. Dimostrare che,, 3 è una base di R3. Soluzione. Poiché dim R 3 = 3 e l insieme dato ha tre elementi, è sufficiente dimostrare una sola delle due proprietà che definiscono una base, cioè dimostrare o che i vettori dati sono linearmente indipendenti, o che sono un insieme di generatori di R 3. Per i Corollari e l una proprietà implica anche l altra. Dimostriamo che i vettori sono indipendenti. Per questo rimandiamo alla Soluzione del Problema della Sezione 5, dove il calcolo è stato svolto in dettaglio Coordinate Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n, con n e sia B = {v,..., v n } una base di V. Allora ogni vettore v V si scrive in modo unico come combinazione lineare degli elementi di B, cioè esiste ed è unica una n-upla di scalari a,..., a n tale che v = a v + + a n v n. Definizione. Gli scalari a,..., a n si chiamano le coordinate di v rispetto alla base a B. Il vettore.. (che è un elemento di R n ) si chiama il vettore delle coordinate a n di v rispetto alla base B.

20 Osservazione. La nozione di vettore delle coordinate presuppone che abbiamo scelto un ordine sui vettori della base. Quando scriviamo esplicitamente una base sottintendiamo che l ordine dei suoi vettori è esattamente l ordine in cui li abbiamo scritti. Esempi.. Sia v R n. Se v = a.. a n, allora a,..., a n sono le coordinate di v rispetto alla base canonica. Quindi il vettore delle coordinate di v rispetto alla base canonica è v stesso.. Sia V = R, v =, v =, B = {v 3, v }. B è una base di V, essendo un insieme( linearmente ) indipendente di due { vettori in R. Consideriamo 9 x + y = 9 poi il vettore v =. Risolvendo il sistema, troviamo che 4 x + 3y = 4 5 v = 5v + v, quindi il vettore delle coordinate di v rispetto alla base B è. Osserviamo anche che i vettori delle coordinate degli stessi v e v rispetto a B sono e, rispettivamente. 3. Sia V l insieme dei polinomi a coefficienti reali di grado. È facile verificare che V, con le usuali operazioni di somma di polinomi e moltiplicazione di un polinomio per uno scalare, è uno spazio vettoriale. Poichè ogni polinomio in V si scrive in modo unico nella forma a + a x + a x, {, x, x } è una base di V. Il vettore delle coordinate del polinomio a + a x + a x rispetto a questa base è a a. a Se V è uno spazio vettoriale di dimensione n > e B è una base di V, allora i vettori delle coordinate degli elementi di V sono vettori in R n. È immediato verificare che per ogni coppia di vettori v, w V, e per ogni scalare λ in R, il vettore delle coordinate di v + w è la somma dei vettori delle coordinate di v e w, e il vettore delle coordinate di λv è uguale a λ per il vettore delle coordinate di v. [Provate a specializzare le affermazioni fatte al V dell esempio 3]. Questo dice che, qualunque sia V, una volta fissata una sua base possiamo identificarlo, come

21 spazio vettoriale, con R n. Questo concetto di identificazione sarà precisato nelle prossime lezioni. 9. Somma e intersezione di sottospazi vettoriali In questa sezione supponiamo fissati uno spazio vettoriale reale V di dimensione finita e due sottospazi vettoriali U e W di V. Proposizione. L intersezione insiemistica U W è un sottospazio vettoriale di V. Dimostrazione. U W è non vuoto perché contiene almeno. Supponiamo z, z U W e λ R. Allora z, z U e quindi z + z, λz U, perché U è un sottospazio vettoriale. Ragionando in modo analogo trovo che z + z, λz W. Quindi z + z, λz U W. Definizione. U W si chiama sottospazio intersezione di U e W. Contrariamente all intersezione, l unione di due sottospazi vettoriali, in generale, non è un sottospazio, a meno che U e W siano inclusi l uno nell altro. Controesempio. Consideriamo i sottospazi di R {} { λ U = Span = λ {} { λ W = Span = } λ R, } λ R. Nelle rappresentazione geometrica, se usiamo le usuali coordinate cartesiane ortogonali, U è la bisettrice del primo e terzo quadrante e W è l asse delle ascisse. È chiaro che sommando con la regola del parallelogramma due vettori non nulli che giacciono uno su U e uno su W troviamo un vettore che non sta né su né su W, e quindi non sta in U W. Perciò U W non è chiuso rispetto alla somma. Se non vogliamo usare alcun argomento geometrico, basta che osserviamo che U è l insieme dei vettori con le due componenti uguali tra loro, mentre W è l insieme dei vettori con la seconda componente nulla. È chiaro che, se sommo due vettori fatti così, in generale trovo un vettore che ha le due ( componenti ) diverse tra loro e la seconda componente diversa da, ad esempio + =.

22 Definizione. Il sottospazio somma di U e W, che si denota con U +W, è il minimo sottospazio vettoriale di V che include U W. Il nome somma e la notazione U+W corrispondono a quello che è effettivamente il sottospazio che abbiamo definito. La proposizione seguente dice infatti che U + W è l insieme di tutti gli elementi di V che si possono scrivere come somma di un elemento in U e uno in W. Proposizione. U + W = {u + w u U, w W }. Dimostrazione. È chiaro che U + W contiene U e W (elementi di tipo u + con u U e di tipo + w, con w W ). Se z, z sono due elementi in U + W, allora esistono u, u U e w, w W tali che z = u + w e z = u + w. Segue che z+z = (u+w)+(u +w ) = (u+u )+(w+w ). Poiché U e W sono chiusi per somma, u+u U e w+w W, e quindi z +z sta in U +W. Analogamente, se conservo le notazioni precedenti e suppongo λ R, allora trovo che λz = λ(u + w) = λu + λw. Ma λu U e λw W perché U e W sono chiusi per prodotto per scalari, quindi λz U + W. Così abbiamo dimostrato che U + W è un sottospazio vettoriale di V. Per vedere che è il minimo che include U e W basta osservare che ogni sottospazio di V con la stessa proprietà, essendo chiuso per somma include anche U + W. Corollario. Se G U è un insieme di generatori di U e G W è un insieme di generatori di W, allora G U G W è un insieme di generatori di U + W. Dimostrazione. Per la Proposizione, ogni elemento z in U + W è somma di un elemento u in U e un elemento w in W. Ora u è combinazione lineare di elementi in G U e w è combinazione lineare di elementi in G W, quindi la loro somma z è combinazione lineare di elementi in G U G W. Nota Bene. In generale è falso che se B U e B W sono basi di U e W rispettivamente allora B U B W è una base di U + W. Il teorema seguente implica in particolare che questo è vero se e solo se U W è il sottospazio nullo di V. Teorema. (Formula di Grassman) dim (U + W ) = dim U + dim W dim (U W ).

23 [Se lo studente trova troppo faticosa la lettura di questa dimostrazione, può saltarla, almeno in prima lettura, e passare alla Definizione successiva.] Dimostrazione. Il teorema è ovvio se almeno uno tra U e W è nullo, quindi supponiamo che siano entrambi non nulli. Lo schema della dimostrazione è questo: Caso : U W {}. - Fissiamo un base B U W di U W. - Completiamo B U W ad una base di U, che chiamiamo B U ; completiamo B U W ad una base di W, che chiamiamo B W. - Dimostriamo che B U B W è una base di U + W. - Dimostriamo che B U B W = B U W. - A questo punto concludiamo contando gli elementi delle basi considerate. Caso : U W = {}. - In questo caso si vede invece che se B U e B W sono due basi qualunque di U, W, rispettivamente, allora B U B W è una base di U + W. Ora diamo i dettagli. Caso. Notazioni come nella schema precedente. B U B W è un insieme di generatori di U + W per il corollario precedente. Resta da vedere che B U B W è un insieme linearmente indipendente. Distinguiamo gli elementi di B U B W in tre sottoinsiemi, precisamente chiamiamo: u,..., u h gli elementi che stanno in B U ma non in B U W ; w,..., w k gli elementi che stanno in B W ma non in B U W ; z,..., z l gli elementi di B U W. Supponiamo di avere una combinazione lineare nulla di elementi di B U B W, 3 a u + a h u h + b z + b l z l + c w + + c k w k =, e dimostriamo che tutti i coefficienti a, b e c sono nulli. Dall uguaglianza scritta sopra otteniamo a u + a h u h = b z b l z l c w c k w k. ( ) Il termine sinistro della ( ) sta in U, mentre quello destro sta in W, perché sia gli z sia i w stanno in W. Essendo uguali, termine destro e termine sinistro stanno

24 4 in U W. Ma se a u + a h u h sta in U W, allora è combinazione lineare di z,..., z l, diciamo a u + + a h u h = d z + + d l z l. Ora, se almeno uno degli a è diverso da, allora l uguaglianza appena scritta dà una relazione di dipendenza lineare su B U, che è l unione degli u e degli z: impossibile perché B U è una base. Quindi gli a sono tutti nulli. Allora la ( ) diventa = b z b l z l c w c k w k. Ma l unione degli z e dei w è la base B W, quindi per indipendenza lineare, anche i coefficienti b e c sono nulli. Quindi B U B W è una base U + W. Proviamo ora che B U B W = B U W. ( ) Questo è vero perché se un elemento x appartiene a B U B W, allora x sta in U W, e quindi è combinazione lineare di elementi di B U W. Ma x è un elemento della base B U, che include per costruzione B U W, e un elemento di una base non può essere combinazione di elementi della stessa base diversi da se stesso: quindi x sta già in B U W. Dalla relazione ( ), con considerazioni insiemistiche elementari otteniamo: B U B W = B U + B W B U W. Poiché la dimensione di uno spazio vettoriale è il numero di elementi di una sua base, la relazione che abbiamo scritto dà esattamente la formula che dovevamo dimostrare. La dimostrazione che abbiamo fatto si adatta facilmente al caso U W = {}: sotituiamo B U W con l insieme vuoto e B U e B W con due basi qualunque di U e W. Si arriva, semplificando in modo naturale gli argomenti usati, a dimostrare che B U B W è una base di U + W, e da qui alla formula di Grassman, che in questo caso diventa dim (U + W ) = dim U + dim W. Definizione. Se U W = {} allora diciamo che il sottospazio somma di U e W è somma diretta di U e W. In questo caso scriviamo anche U W invece di U + W.

25 Il Corollario seguente è conseguenza immediata del Teorema e del Corollario della Proposizione. Corollario. La somma U + W è diretta se e solo se dim (U + W ) = dim U + dim V. In particolare, se B U e B W sono basi di U e W rispettivamente e se U W = {}, allora B U B W e una base di U W. Proposizione. La somma U + W è diretta se e solo ogni elemento di U + W si scrive in modo unico come somma di un elemento in U e uno in W. Dimostrazione. Sia U W = {} e z U + W. Se z = u + w = u + w, con u, u U e w, w W, allora u u = w w. Poiché u u U e w w W, e poiché i due elementi coincidono, u u U W. Ma U W contiene solo, quindi u = u e w = w. Viceversa, sia U W {} e z U W, z. Allora abbiamo due diverse decomposizioni per z: z = + z ( U, z W ), e z = z + ( z U, W ). Definizione. Sia Z = U W. La Proposizione permette di definire le proiezioni canoniche di Z su U e W. Precisamente abbiamo le due proiezioni π U : Z U e π W : Z W, definite nel modo seguente: se z Z, siano u U e w W gli unici elementi tali che z = u + w. Allora π U (z) = u e π W (z) = w. Esempi.. Consideriamo i due sottospazi vettoriali in R U = { } λ λ R, W = { } λ R λ (quindi U = Span {e } e W = Span {e }, dove {e, e } è la base canonica di R ). Allora R = U W. Infatti è chiaro che R = U + V e che ogni vettore in R si scrive in modo unico come somma( di ) un elemento in U e( uno) in W (. Le ) proiezioni λ λ λ canoniche sono definite così: π U :, π µ W :. µ µ. Consideriamo i due sottospazi vettoriali di R 3 U = λ λ, µ R, W = λ λ R µ 5

26 6 (quindi U = Span {e, e 3 } e W = Span {e }, dove {e, e, e 3 } è la base canonica di R 3 ). Allora R 3 = U W. Infatti è chiaro che R 3 = U + V e che ogni vettore in R 3 si scrive in modo unico come somma di un elemento in Ue uno in W. Le proiezioni canoniche sono: π U : λ µ ν λ ν, π W : λ µ ν 3. Consideriamo i due sottospazi vettoriali di R 3 µ. U = λ µ λ, µ R, W = λ λ, µ R µ (quindi U = Span {e, e } e W = Span {e, e 3 }, dove {e, e, e 3 } è la base canonica di R 3 ). Allora R 3 = U + W, ma la somma non è diretta. Infatti è chiaro che ogni vettore in R 3 si scrive come somma di un elemento in U e uno in W (e ovviamente ogni elemento di questo tipo sta in R 3 ), ma in questo caso U W {}: U W contiene tutti i vettori con la prima e la terza coordinata nulla, anzi si ha esattamente U W = λ λ R.

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n NOTE DI ALGEBRA LINEARE 2- MM 9 NOVEMBRE 2 Combinazioni lineari e generatori Sia K un campo e V uno spazio vettoriale su K Siano v,, v n vettori in V Definizione Un vettore v V si dice combinazione lineare

Dettagli

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n =

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n = LEZIONE 12 12.1. Combinazioni lineari. Definizione 12.1.1. Sia V uno spazio vettoriale su k = R, C e v 1,..., v n V vettori fissati. Un vettore v V si dice combinazione lineare di v 1,..., v n se esistono

Dettagli

Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61

Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61 Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61 (15.9) Teorema. Consideriamo il piano affine. Se A A 2 (K) è un punto e r una retta che non passa per A, allora esiste unica la retta per A che non interseca

Dettagli

LEZIONE 13. v =α 1 v α i 1 v i 1 + α i v i = =α 1 v α i 1 v i 1 + α i (λ 1 v λ i 1 v i 1 ) =

LEZIONE 13. v =α 1 v α i 1 v i 1 + α i v i = =α 1 v α i 1 v i 1 + α i (λ 1 v λ i 1 v i 1 ) = LEZIONE 13 13.1. Il metodo degli scarti. Sia dato uno spazio vettoriale V su k = R, C e siano v 1,..., v n V. Quanto visto nella lezione precedente ci suggerisce il seguente algoritmo per stabilire se

Dettagli

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari

Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari Spazi Vettoriali ed Applicazioni Lineari 1. Sottospazi Definizione. Sia V uno spazio vettoriale sul corpo C. Un sottoinsieme non vuoto W di V è un sottospazio vettoriale di V se è chiuso rispetto alla

Dettagli

Esercizi svolti. delle matrici

Esercizi svolti. delle matrici Esercizi svolti. astratti. Si dica se l insieme delle coppie reali (x, y) soddisfacenti alla relazione x + y è un sottospazio vettoriale di R La risposta è sì, perchè l unica coppia reale che soddisfa

Dettagli

Equivalentemente, le colonne di A sono linearmente indipendenti se e solo se

Equivalentemente, le colonne di A sono linearmente indipendenti se e solo se Lezioni di Algebra Lineare. Versione novembre 2008 VI. Il determinante Il determinante det A di una matrice A, reale e quadrata, è un numero reale associato ad A. Dunque det è una funzione dall insieme

Dettagli

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati.

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati. LEZIONE 2 2 Sistemi di equazioni lineari Definizione 2 Un equazione lineare nelle n incognite x, x 2,, x n a coefficienti reali, è un equazione della forma (2 a x + a 2 x 2 + + a n x n = b, ove a j, b

Dettagli

Lezione 10: Teorema di Rouchè-Capelli e la classificazione dei sistemi lineari

Lezione 10: Teorema di Rouchè-Capelli e la classificazione dei sistemi lineari Lezione 10: Teorema di Rouchè-Capelli e la classificazione dei sistemi lineari In questa lezione ci dedicheremo a studiare a fondo quali proprietà della matrice dei coefficienti di un sistema (e della

Dettagli

a + 2b + c 3d = 0, a + c d = 0 c d

a + 2b + c 3d = 0, a + c d = 0 c d SPAZI VETTORIALI 1. Esercizi Esercizio 1. Stabilire quali dei seguenti sottoinsiemi sono sottospazi: V 1 = {(x, y, z) R 3 /x = y = z} V = {(x, y, z) R 3 /x = 4} V 3 = {(x, y, z) R 3 /z = x } V 4 = {(x,

Dettagli

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g LEZIONE 3 3.. Matrici fortemente ridotte per righe. Nella precedente lezione abbiamo introdotto la nozione di soluzione di un sistema di equazioni lineari. In questa lezione ci poniamo il problema di descrivere

Dettagli

ESERCIZI sui VETTORI

ESERCIZI sui VETTORI ESERCIZI sui VETTORI 1. Calcolare la somma di v 1 (2, 3) e v 2 (1, 4). 2. Calcolare la somma di v 1 (1, 5, 4) e v 2 (6, 8, 2). 3. Calcolare il prodotto di α = 2 e v 1 (1, 4). 4. Calcolare il prodotto di

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2015/2016 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2015/2016) Elementi di Algebra Lineare 1 / 37 index Spazi vettoriali

Dettagli

Somma diretta di sottospazi vettoriali

Somma diretta di sottospazi vettoriali Capitolo 8 Somma diretta di sottospazi vettoriali 8.1 Introduzione Introduciamo un caso particolare di somma di due sottospazi vettoriali: la somma diretta. Anche questo argomento è stato visto nel corso

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0.

ax 1 + bx 2 + c = 0, r : 2x 1 3x 2 + 1 = 0. . Rette in R ; circonferenze. In questo paragrafo studiamo le rette e le circonferenze in R. Ci sono due modi per descrivere una retta in R : mediante una equazione cartesiana oppure mediante una equazione

Dettagli

1 Indipendenza lineare e scrittura unica

1 Indipendenza lineare e scrittura unica Geometria Lingotto. LeLing7: Indipendenza lineare, basi e dimensione. Ārgomenti svolti: Indipendenza lineare e scrittura unica. Basi e dimensione. Coordinate. Ēsercizi consigliati: Geoling. Indipendenza

Dettagli

Lezioni di Algebra Lineare. II. Aritmetica delle matrici e eliminazione di Gauss. versione ottobre 2008

Lezioni di Algebra Lineare. II. Aritmetica delle matrici e eliminazione di Gauss. versione ottobre 2008 versione ottobre 2008 Lezioni di Algebra Lineare II. Aritmetica delle matrici e eliminazione di Gauss Contenuto. 1. Somma di matrici e prodotto di una matrice per uno scalare 2. Prodotto di matrici righe

Dettagli

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI È ben noto che in VO 3 si possono considerare strutture più ricche di quella di spazio vettoriale; si pensi in particolare all operazioni di prodotto scalare di vettori.

Dettagli

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite 3 Sistemi lineari 3 Generalità Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite ovvero, in forma matriciale, a x + a 2 x 2 + + a n x n = b a 2 x + a 22 x 2 + + a 2n x

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

LEZIONE 11. s V : V V V (v 1, v 2 ) v 1 + v 2 = s V (v 1, v 2 ), p V : k V V. per cui valgono:

LEZIONE 11. s V : V V V (v 1, v 2 ) v 1 + v 2 = s V (v 1, v 2 ), p V : k V V. per cui valgono: LEZIONE 11 11.1. Spazi vettoriali ed esempi. La nozione di spazio vettoriale generalizza quanto visto nelle lezioni precedenti: l insieme k m,n delle matrici m n a coefficienti in k = R, C, l insieme V

Dettagli

Rette e piani nello spazio Federico Lastaria, Analisi e Geometria 1. Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1

Rette e piani nello spazio Federico Lastaria, Analisi e Geometria 1. Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 ette e piani nello spazio Federico Lastaria, Analisi e Geometria 1 Politecnico di Milano Corso di Analisi e Geometria 1 Federico Lastaria federico.lastaria@polimi.it ette e piani nello spazio. 9 Gennaio

Dettagli

Pagine di Algebra lineare. di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti. Parte terza: SISTEMI LINEARI

Pagine di Algebra lineare. di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti. Parte terza: SISTEMI LINEARI Pagine di Algebra lineare di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti Parte terza: SISTEMI LINEARI 1. Definizioni Dato un campo K ed m 1 polinomi su K in n indeterminate di grado non superiore

Dettagli

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Cognome Nome Matricola FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Ciarellotto, Esposito, Garuti Prova del 21 settembre 2013 Dire se è vero o falso (giustificare le risposte. Bisogna necessariamente rispondere

Dettagli

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano 1 Sistemi lineari 11 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano Coordinate sulla retta Scelti su una retta un primo punto O (origine) ed un diverso secondo punto U (unita ), l identificazione

Dettagli

Definizione 1. Una matrice n m a coefficienti in K é una tabella del tipo. ... K m, detto vettore riga i-esimo, ed a im

Definizione 1. Una matrice n m a coefficienti in K é una tabella del tipo. ... K m, detto vettore riga i-esimo, ed a im APPUNTI ed ESERCIZI su matrici, rango e metodo di eliminazione di Gauss Corso di Laurea in Chimica, Facoltà di Scienze MM.FF.NN., UNICAL (Dott.ssa Galati C.) Rende, 23 Aprile 2010 Matrici, rango e metodo

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

Spazi affini e combinazioni affini.

Spazi affini e combinazioni affini. Spazi affini e combinazioni affini. Morfismi affini. Giorgio Ottaviani Abstract Introduciamo il concetto di combinazione affine in uno spazio affine, e in base a questo, ne caratterizziamo i sottospazi.

Dettagli

Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette

Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette Annalisa Amadori e Benedetta Pellacci amadori@uniparthenope.it pellacci@uniparthenope.it Università di Napoli Parthenope Contenuti Nel Piano

Dettagli

Parte 4. Spazi vettoriali

Parte 4. Spazi vettoriali Parte 4. Spazi vettoriali A. Savo Appunti del Corso di Geometria 23-4 Indice delle sezioni Spazi vettoriali, 2 Prime proprietà, 3 3 Dipendenza e indipendenza lineare, 4 4 Generatori, 6 5 Basi, 8 6 Sottospazi,

Dettagli

SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n

SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n SPAZI E SOTTOSPAZI 1 SOTTOSPAZI E OPERAZIONI IN SPAZI DIVERSI DA R n Spazi di matrici. Spazi di polinomi. Generatori, dipendenza e indipendenza lineare, basi e dimensione. Intersezione e somma di sottospazi,

Dettagli

Matematica per Analisi dei Dati,

Matematica per Analisi dei Dati, Matematica per Analisi dei Dati, 230209 1 Spazio vettoriale R n Sia n un intero positivo fissato Lo spazio vettoriale R n e l insieme delle n ple ordinate di numeri reali, che rappresenteremo sempre come

Dettagli

Parte 10. Geometria dello spazio I

Parte 10. Geometria dello spazio I Parte 10. Geometria dello spazio I A. Savo Appunti del Corso di Geometria 2013-14 Indice delle sezioni 1 Lo spazio vettoriale V 3 O, 1 2 Dipendenza e indipendenza lineare in V 3 O, 2 3 Sistema di riferimento

Dettagli

Trapani. Dispensa di Geometria, x 1 x 2.x n. (x 1 y 1 ) (x n y n ) 2.

Trapani. Dispensa di Geometria, x 1 x 2.x n. (x 1 y 1 ) (x n y n ) 2. 2006 Trapani Dispensa di Geometria, 1 Distanze Siano P e Q punti di R n con P di coordinate allora la distanza tra P e Q e P Q = x 1 x 2 x n (x 1 y 1 ) 2 + (x n y n ) 2 e Q di coordinate Siano Σ 1 e Σ

Dettagli

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3 LEZIONE 4 4.. Operazioni elementari di riga. Abbiamo visto, nella precedente lezione, quanto sia semplice risolvere sistemi di equazioni lineari aventi matrice incompleta fortemente ridotta per righe.

Dettagli

Appunti di ALGEBRA LINEARE

Appunti di ALGEBRA LINEARE Appunti di ALGEBRA LINEARE Corso di Laurea in Chimica A. A. 2009/200 Capitolo SPAZI VETTORIALI In matematica si incontrano spesso insiemi di elementi su cui sono definite delle operazioni che godono di

Dettagli

Prodotto interno (prodotto scalare definito positivo)

Prodotto interno (prodotto scalare definito positivo) Contenuto Prodotto scalare. Lunghezza, ortogonalità. Sistemi e basi ortonormali. Somma diretta: V = U U. Proiezioni. Teorema di Pitagora, disuguaglianza di Cauchy-Schwarz. Angoli. Federico Lastaria. Analisi

Dettagli

Geometria analitica: rette e piani

Geometria analitica: rette e piani Geometria analitica: rette e piani Equazioni del piano Intersezioni di piani. Rette nello spazio Fasci di piani e rette Intersezioni fra piani e rette Piani e rette ortogonali Piani di forma parametrica

Dettagli

Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni.

Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni. Politecnico di Torino. Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni. Argomenti: Sottospazi. Generatori. Confrontando sottospazi: intersezione.

Dettagli

dipendenti. Cosa possiamo dire sulla dimensione di V?

dipendenti. Cosa possiamo dire sulla dimensione di V? Esercizi Esercizi. In uno spazio vettoriale V ci sono tre vettori v, v 2, v linearmente indipendenti. Cosa possiamo dire sulla dimensione di V? 2. In uno spazio vettoriale V ci sono tre vettori v, v 2,

Dettagli

Prodotto scalare e norma

Prodotto scalare e norma Capitolo 7 Prodotto scalare e norma Riprendiamo ora lo studio dei vettori da un punto di vista più geometrico. È noto, per esempio dalla Fisica, che spesso è comodo visualizzare un vettore del piano o

Dettagli

0.1 Spazi Euclidei in generale

0.1 Spazi Euclidei in generale 0.1. SPAZI EUCLIDEI IN GENERALE 1 0.1 Spazi Euclidei in generale Sia V uno spazio vettoriale definito su R. Diremo, estendendo una definizione data in precedenza, che V è uno spazio vettoriale euclideo

Dettagli

Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016.

Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016. Registro Lezioni di Algebra lineare del 15 e 16 novembre 2016 Di seguito si riporta il riassunto degli argomenti svolti; i riferimenti sono a parti del Cap8 Elementi di geometria e algebra lineare Par5

Dettagli

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Claudia Fassino a.a. Queste dispense, relative a una parte del corso di Matematica Computazionale (Laurea in Informatica), rappresentano solo un aiuto per lo

Dettagli

SPAZI VETTORIALI. Esercizi Esercizio 1. Sia V := R 3. Stabilire quale dei seguenti sottoinsiemi di V sono suoi sottospazi:

SPAZI VETTORIALI. Esercizi Esercizio 1. Sia V := R 3. Stabilire quale dei seguenti sottoinsiemi di V sono suoi sottospazi: SPAZI VETTORIALI Esercizi Esercizio. Sia V := R 3. Stabilire quale dei seguenti sottoinsiemi di V sono suoi sottospazi: V := { (a, a, a) V a R }, V 2 := { (a, b, a) V a, b R }, V 3 := { (a, 2a, a + b)

Dettagli

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Marco Robutti Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia Tutorato di geometria e algebra lineare Anno accademico 2014-2015 Definizione (Vettore

Dettagli

Condizione di allineamento di tre punti

Condizione di allineamento di tre punti LA RETTA L equazione lineare in x e y L equazione: 0 con,,, e non contemporaneamente nulli, si dice equazione lineare nelle due variabili e. Ogni coppia ; tale che: 0 si dice soluzione dell equazione.

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Matrici e Sistemi di Equazioni Lineari

Elementi di Algebra Lineare Matrici e Sistemi di Equazioni Lineari Elementi di Algebra Lineare Matrici e Sistemi di Equazioni Lineari Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2016/2017 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2016/2017 Elementi di Algebra Lineare

Dettagli

Intersezione e somma di sottospazi vettoriali

Intersezione e somma di sottospazi vettoriali Capitolo 6 Intersezione e somma di sottospazi vettoriali 6.1 Introduzione Ricordiamo le definizioni di intersezione e somma di due sottospazi vettoriali. Anche in questo caso rimandiamo al testo di geometria

Dettagli

Geometria analitica dello spazio

Geometria analitica dello spazio Geometria analitica dello spazio Note per l insegnamento di Matematica per Scienze Naturali e Ambientali e Scienze Geologiche Marco Abate Dipartimento di Matematica, Università di Pisa Largo Pontecorvo

Dettagli

Corso di Geometria Ing. Informatica e Automatica Test 1: soluzioni

Corso di Geometria Ing. Informatica e Automatica Test 1: soluzioni Corso di Geometria Ing. Informatica e Automatica Test : soluzioni k Esercizio Data la matrice A = k dipendente dal parametro k, si consideri il k sistema lineare omogeneo AX =, con X = x x. Determinare

Dettagli

SISTEMI LINEARI MATRICI E SISTEMI 1

SISTEMI LINEARI MATRICI E SISTEMI 1 MATRICI E SISTEMI SISTEMI LINEARI Sistemi lineari e forma matriciale (definizioni e risoluzione). Teorema di Rouché-Capelli. Sistemi lineari parametrici. Esercizio Risolvere il sistema omogeneo la cui

Dettagli

Lezione 5: Dipendenza e indipendenza lineare

Lezione 5: Dipendenza e indipendenza lineare Lezione 5: Dipendenza e indipendenza lineare Abbiamo visto varie operazioni tra i vettori, in particolare abbiamo più volte determinato vettori ottenuti con operazioni del tipo: 3u v, u + v, u v,... Diamo

Dettagli

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva;

i) la somma e il prodotto godano delle proprietà associativa, commutativa e distributiva; 1 Spazi vettoriali 11 Definizioni ed assiomi Definizione 11 Un campo è un insieme K dotato di una operazione somma K K K, (x, y) x + y e di una operazione prodotto K K K, (x, y) xy tali che i) la somma

Dettagli

x1 + 2x 2 + 3x 3 = 0 nelle tre incognite x 1, x 2, x 3. Possiamo risolvere l equazione ricavando l incognita x 1 x 1 = 2x 2 3x 3 2r 1 3r 2 x 2 x 3

x1 + 2x 2 + 3x 3 = 0 nelle tre incognite x 1, x 2, x 3. Possiamo risolvere l equazione ricavando l incognita x 1 x 1 = 2x 2 3x 3 2r 1 3r 2 x 2 x 3 Matematica II -..9 Spazio delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo.. Consideriamo l equazione lineare omogenea nelle tre incognite x, x, x 3. x + x + 3x 3 = Possiamo risolvere l equazione ricavando

Dettagli

VETTORI NELLO SPAZIO ORDINARIO ,

VETTORI NELLO SPAZIO ORDINARIO , VETTORI E GEOMETRIA ANALITICA 1 VETTORI NELLO SPAZIO ORDINARIO Vettori ordinari ed operazioni. Dipendenza ed indipendenza lineare, basi. Prodotto scalare, proiezioni, angoli. Prodotto vettoriale e prodotto

Dettagli

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica 1 Piano cartesiano Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica Consideriamo nel piano due rette perpendicolari che si intersecano in un punto O Consideriamo ciascuna di queste rette come retta orientata

Dettagli

Esercizi per Geometria II Geometria euclidea e proiettiva

Esercizi per Geometria II Geometria euclidea e proiettiva Esercizi per Geometria II Geometria euclidea e proiettiva Filippo F. Favale 8 aprile 014 Esercizio 1 Si consideri E dotato di un riferimento cartesiano ortonormale di coordinate (x, y) e origine O. Si

Dettagli

Parte 8. Prodotto scalare, teorema spettrale

Parte 8. Prodotto scalare, teorema spettrale Parte 8. Prodotto scalare, teorema spettrale A. Savo Appunti del Corso di Geometria 3-4 Indice delle sezioni Prodotto scalare in R n, Basi ortonormali, 4 3 Algoritmo di Gram-Schmidt, 7 4 Matrici ortogonali,

Dettagli

Equazioni di primo grado

Equazioni di primo grado Equazioni di primo grado 15 15.1 Identità ed equazioni Analizziamo le seguenti proposizioni: a ) cinque è uguale alla differenza tra sette e due ; b ) la somma di quattro e due è uguale a otto ; c ) il

Dettagli

Geometria della programmazione lineare

Geometria della programmazione lineare Geometria della programmazione lineare poliedri punti estremi, vertici, soluzioni di base esistenza di punti estremi rif. Fi 3.1; BT 2.1, 2.2, 2.5 Iperpiani, semispazi Definizione Sia a un vettore non

Dettagli

Prodotto scalare e ortogonalità

Prodotto scalare e ortogonalità Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano

Dettagli

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo LEZIONE 9 9.1. Prodotto misto. Siano dati i tre vettori geometrici u, v, w V 3 (O) definiamo prodotto misto di u, v e w il numero u, v w. Fissiamo un sistema di riferimento O ı j k in S 3. Se u = u x ı

Dettagli

Forme bilineari simmetriche

Forme bilineari simmetriche Forme bilineari simmetriche Qui il campo dei coefficienti è sempre R Definizione 1 Sia V uno spazio vettoriale Una forma bilineare su V è una funzione b: V V R tale che v 1, v 2, v 3 V b(v 1 + v 2, v 3

Dettagli

LEZIONE 9. Figura 9.1.1

LEZIONE 9. Figura 9.1.1 LEZIONE 9 9.1. Equazioni cartesiane di piani. Abbiamo visto come rappresentare parametricamente un piano. Un altro interessante metodo di rappresentazione di un piano nello spazio è tramite la sua equazione

Dettagli

8. Completamento di uno spazio di misura.

8. Completamento di uno spazio di misura. 8. Completamento di uno spazio di misura. 8.1. Spazi di misura. Spazi di misura completi. Definizione 8.1.1. (Spazio misurabile). Si chiama spazio misurabile ogni coppia ordinata (Ω, A), dove Ω è un insieme

Dettagli

ESERCIZI VARI su SPAZI VETTORIALI. Si giustifichi la risposta ad ogni esercizio ( o parte di esercizio ) posto in forma di domanda.

ESERCIZI VARI su SPAZI VETTORIALI. Si giustifichi la risposta ad ogni esercizio ( o parte di esercizio ) posto in forma di domanda. ESERCIZI VARI su SPAZI VETTORIALI Si giustifichi la risposta ad ogni esercizio ( o parte di esercizio ) posto in forma di domanda. Esercizio. Dimostrare che i vettori in R sono linearmente indipendenti

Dettagli

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita

I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita I teoremi della funzione inversa e della funzione implicita Appunti per il corso di Analisi Matematica 4 G. Mauceri Indice 1 Il teorema della funzione inversa 1 Il teorema della funzione implicita 3 1

Dettagli

Per le risposte utilizza gli spazi predisposti. Quando richiesto, il procedimento va esposto brevemente, ma in maniera comprensibile.

Per le risposte utilizza gli spazi predisposti. Quando richiesto, il procedimento va esposto brevemente, ma in maniera comprensibile. COGNOME............................... NOME..................................... Punti ottenuti Esame di geometria Scrivi cognome e nome negli spazi predisposti in ciascuno dei tre fogli. Per ogni domanda

Dettagli

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI 1. GLI ASSIOMI DI PEANO Come puro esercizio di stile voglio offrire una derivazione delle proprietà elementari dei numeri naturali e delle operazioni

Dettagli

3. Successioni di insiemi.

3. Successioni di insiemi. 3. Successioni di insiemi. Per evitare incongruenze supponiamo, in questo capitolo, che tutti gli insiemi considerati siano sottoinsiemi di un dato insieme S (l insieme ambiente ). Quando occorrerà considerare

Dettagli

1 Il polinomio minimo.

1 Il polinomio minimo. Abstract Il polinomio minimo, così come il polinomio caratterisico, è un importante invariante per le matrici quadrate. La forma canonica di Jordan è un approssimazione della diagonalizzazione, e viene

Dettagli

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo Corso di Approfondimenti di Matematica Biotecnologie, Anno Accademico 2010-2011, http://users.mat.unimi.it/users/colombo/programmabio.html Vettori Vettori 1 2 3 4 di di Ricordiamo il in R n Dati a = (a

Dettagli

Esercitazione 6 - Soluzione

Esercitazione 6 - Soluzione Anno Accademico 28-29 Corso di Algebra Lineare e Calcolo Numerico per Ingegneria Meccanica Esercitazione 6 - Soluzione Immagine, nucleo. Teorema di Rouché-Capelli. Esercizio Sia L : R 3 R 3 l applicazione

Dettagli

Unità Didattica N 9 : La parabola

Unità Didattica N 9 : La parabola 0 Matematica Liceo \ Unità Didattica N 9 La parabola Unità Didattica N 9 : La parabola ) La parabola ad asse verticale ) La parabola ad asse orizzontale 5) Intersezione di una parabola con una retta 6)

Dettagli

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero LEZINE 8 8.1. Prodotto scalare. Dati i vettori geometrici v = v x ı + v y j + v z k e w = wx ı + j + k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero v, w = ( v x v y v z ) w x = v x + v y + v z.

Dettagli

Algebra lineare Geometria 1 11 luglio 2008

Algebra lineare Geometria 1 11 luglio 2008 Algebra lineare Geometria 1 11 luglio 2008 Esercizio 1. Si considerino la funzione: { R f : 3 R 3 (α, β, γ) ( 2β α γ, (k 1)β + (1 k)γ α, 3β + (k 2)γ ) dove k è un parametro reale, e il sottospazio U =

Dettagli

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato;

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato; RETTE E PIANI Esercizi Esercizio 1. Nello spazio con riferimento cartesiano ortogonale Oxyz si considerino la retta r h ed il piano α rispettivamente di equazioni x = 1 + t r h : y = 1 t α : x + y + z

Dettagli

I. Foglio di esercizi su vettori linearmente dipendenti e linearmente indipendenti. , v 2 = α v 1 + β v 2 + γ v 3. α v 1 + β v 2 + γ v 3 = 0. + γ.

I. Foglio di esercizi su vettori linearmente dipendenti e linearmente indipendenti. , v 2 = α v 1 + β v 2 + γ v 3. α v 1 + β v 2 + γ v 3 = 0. + γ. ESERCIZI SVOLTI DI ALGEBRA LINEARE (Sono svolti alcune degli esercizi proposti nei fogli di esercizi su vettori linearmente dipendenti e vettori linearmente indipendenti e su sistemi lineari ) I. Foglio

Dettagli

LEZIONE 3. Typeset by AMS-TEX

LEZIONE 3. Typeset by AMS-TEX LEZIONE 3 3 Risoluzione di sistemi Supponiamo che AX = B sia un sistema di equazioni lineari Ad esso associamo la sua matrice completa (A B Per la Proposizione 236 sappiamo di poter trasformare, con operazioni

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1.

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1. Definizione di circonferenza e cerchio. Equazione della circonferenza centrata in O e di raggio R. Esercizi. La circonferenza e il cerchio Definizioni: dato un punto C nel piano cartesiano e dato un numero

Dettagli

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango)

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) CAPITOLO 5 Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) Esercizio 5.1. Scrivere un vettore w R 3 linearmente dipendente dal vettore v ( 1, 9, 0). Esercizio 5.2. Stabilire se i vettori

Dettagli

Equazioni lineari con due o più incognite

Equazioni lineari con due o più incognite Equazioni lineari con due o più incognite Siano date le uguaglianze: k 0; x + y = 6; 3a + b c = 8. La prima ha un termine incognito rappresentato dal simbolo letterale k; la seconda ha due termini incogniti

Dettagli

Parte 9. Geometria del piano

Parte 9. Geometria del piano Parte 9. Geometria del piano A. Savo Appunti del Corso di Geometria 2013-14 Indice delle sezioni 1 Vettori geometrici del piano, 1 2 Lo spazio vettoriale VO 2, 3 3 Sistemi di riferimento, 8 4 Equazioni

Dettagli

Sistemi di 1 grado in due incognite

Sistemi di 1 grado in due incognite Sistemi di 1 grado in due incognite Problema In un cortile ci sono polli e conigli: in totale le teste sono 7 e zampe 18. Quanti polli e quanti conigli ci sono nel cortile? Soluzione Indichiamo con e con

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

Esercizi 2. Soluzioni. 1. Siano dati i vettori 1 1, 1 R 3.

Esercizi 2. Soluzioni. 1. Siano dati i vettori 1 1, 1 R 3. Esercizi. Soluzioni.. Siano dati i vettori,, R. (i) Far vedere che formano una base di R. (ii) Ortonormalizzarla col metodo di Gram-Schmidt. (iii) Calcolare le coordinate del vettore X = 5 Sol. (i) Usiamo

Dettagli

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)

Dettagli

Esercizi svolti per Geometria 1 per Fisici 2008/09

Esercizi svolti per Geometria 1 per Fisici 2008/09 Esercizi svolti per Geometria 1 per Fisici 2008/09 F.Pugliese January 25, 2009 Abstract In queste note svolgerò alcuni esercizi sulla parte del corso che mi riguarda; si tenga presente che si tratta solo

Dettagli

Il teorema di Rouché-Capelli

Il teorema di Rouché-Capelli Luciano Battaia Questi appunti (1), ad uso degli studenti del corso di Matematica (A-La) del corso di laurea in Commercio Estero dell Università Ca Foscari di Venezia, campus di Treviso, contengono un

Dettagli

SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI

SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI SISTEMI LINEARI: APPROFONDIMENTI ED ESEMPI Appunti presi dalle lezioni del prof. Nedo Checcaglini Liceo Scientifico di Castiglion Fiorentino (Classe 4B) January 17, 005 1 SISTEMI LINEARI Se a ik, b i R,

Dettagli

22 Coniche proiettive

22 Coniche proiettive Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-giu-06 95 22 Coniche proiettive (22.1) Definizione. Sia K[x 0, x 1,..., x n ] l anello dei polinomi nelle indeterminate (variabili) x 0, x 1,..., x n. Un polinomio di

Dettagli

1 Cambiamenti di riferimento nel piano

1 Cambiamenti di riferimento nel piano 1 Cambiamenti di riferimento nel piano Siano date due basi ortonormali ordinate di V : B = ( i, j) e B = ( i, j ) e supponiamo che i = a i + b j j = c i + d j allora per un generico vettore v V abbiamo

Dettagli

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari.

Esercizi sui sistemi di equazioni lineari. Esercizi sui sistemi di equazioni lineari Risolvere il sistema di equazioni lineari x y + z 6 x + y z x y z Si tratta di un sistema di tre equazioni lineari nelle tre incognite x, y e z Poichè m n, la

Dettagli

1.[25 punti] Risolvere il seguente sistema di equazioni lineari al variare del parametro reale λ: X +Y +Z = 2. X 2Y +λz = 2

1.[25 punti] Risolvere il seguente sistema di equazioni lineari al variare del parametro reale λ: X +Y +Z = 2. X 2Y +λz = 2 Università di Modena e Reggio Emilia Facoltà di Scienze MM.FF.NN. PROVA SCRITTA DI GEOMETRIA A del 27 giugno 2011 ISTRUZIONI PER LO SVOLGIMENTO. Scrivere cognome, nome, numero di matricola in alto a destra

Dettagli

Punti nel piano cartesiano

Punti nel piano cartesiano Punti nel piano cartesiano In un piano consideriamo due rette perpendicolari che chiamiamo x e. Solitamente, disegniamo la retta x (ascisse) orizzontalmente e orientata da sinistra a destra, la retta e

Dettagli

ALGEBRA E GEOMETRIA Esercizi Corso di Laurea in Chimica - anno acc. 2015/2016 docente: Elena Polastri,

ALGEBRA E GEOMETRIA Esercizi Corso di Laurea in Chimica - anno acc. 2015/2016 docente: Elena Polastri, ALGEBRA E GEOMETRIA Esercizi Corso di Laurea in Chimica - anno acc. 05/06 docente: Elena Polastri, plslne@unife.it Esercizi 3: SPAZI VETTORIALI e MATRICI Combinazioni lineari di vettori.. Scrivere il vettore

Dettagli

Analisi dei dati corso integrato - Algebra lineare,

Analisi dei dati corso integrato - Algebra lineare, Analisi dei dati corso integrato - Algebra lineare, 050308-2 1 Ortogonalita nel piano Sia fissato nel piano un sistema di riferimento cartesiano ortogonale monometrico, con origine in O Tranne avviso contrario,

Dettagli