05 ACCOMPAGNAMENTO E DISCERNIMENTO PERSONALE

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1 gruppo di lavoro 7-11 anni materiale per la sperimentazione diocesana 05 ACCOMPAGNAMENTO E DISCERNIMENTO PERSONALE Versione aprile 2010 Premessa La necessità del discernimento è una diretta conseguenza del principio dello sganciamento dagli automatismi che caratterizza tutto il cammino a ispirazione catecumenale: esso, infatti, presuppone nei ragazzi e nelle famiglie un adesione libera, personale e consapevole e vuole suscitare in essi il desiderio di viverne l esperienza fino alla sua conclusione sacramentale; né, per questo, può avere una durata predeterminata, poiché questa dipende ultimamente dal cammino differenziato di ciascuno di quanti vi prendono parte, in funzione del proprio momento di inizio e dei propri tempi di maturazione. Proprio per favorire il più possibile quest opera educativa sulle persone, dunque, l esercizio del discernimento si rivela necessario sia con i ragazzi coinvolti, sia con le loro famiglie Ma il raccordo tra questi due livelli della questione non è per nulla ovvio. In effetti essi potrebbero (e forse dovrebbero) essere affrontati separatamente: infatti, mentre il discernimento per sé riguarda direttamente il ragazzo in cammino, la sua situazione e le sue scelte, la questione del coinvolgimento dei genitori si pone accanto alla prima poiché direttamente investe gli strumenti e le condizioni per favorire l accadere del discernimento e, più in generale, del raggiungimento degli obiettivi del cammino educativo. Ma proprio per questo si vede anche come vi sia un evidente legame tra le due questioni: non è infatti possibile determinare adeguatamente e in maniera oggettiva la situazione di un ragazzo, prescindendo dalla percezione che ne hanno i suoi genitori (che, p.es., lo vedono per tempi molto più lunghi di quelli a disposizione dell équipe educativa); né, tanto meno, è possibile ipotizzare interventi che ne favoriscano l evoluzione trascurando il ruolo dei genitori e della famiglia. Del discernimento Un cammino di reale Iniziazione Cristiana ha nella questione del discernimento personale uno dei capisaldi fondamentali e assolutamente innovativi: essa risulta decisiva per un itinerario davvero attento a sostenere il cammino di fede di un ragazzo, poiché è la questione che segna il passaggio da 1 di 8

2 un percorso comunque e solo razionale (e quindi fatalmente prevalentemente scolastico) a uno veramente spirituale ed esistenziale. Il percorso proposto dalla Diocesi implica questo tema in almeno tre passaggi fondamentali: in generale, suggerendo un itinerario sganciato da automatismi e rispettoso delle libertà dei ragazzi; proponendone esplicitamente la pratica personale prima della celebrazione dei sacramenti; e invitando a mettere in conto probabili diversificazioni dei tempi di cammino che si vengono a generare in un itinerario davvero attento dei tempi di maturazione di quanti lo vivono. In questo quadro, si può facilmente percepire come la pratica del discernimento sia funzione sintetica di tanti elementi che caratterizzano l intero itinerario a ispirazione catecumenale della nostra Diocesi: essa dice, come modalità di leggere il cammino dei singoli, l attenzione alle singole biografie e vissuti, ai tempi e alle stagioni di ognuno; è anche una pratica rispettosa e attenta delle libertà in gioco in ogni cammino di fede: quella di Dio che si comunica e salva, e quella dell uomo chiamato a decidersi personalmente davanti al Signore; si alimenta nelle dinamiche ecclesiali della narrazione con cui è consegnata la Scrittura e della traditio / redditio; se compiuta correttamente, essa arriva a riconoscere passi e a determinare scelte concrete da compiere in un cammino radicalmente legato alla vita. Cos è dunque discernimento? Di sicuro, in negativo, questo termine non identifica assolutamente una sorta di esame o scrutinio di tipo scolastico, né una pratica burocratica per un ammissione a qualcosa che di colpo e inaspettatamente viene ad essere messo in discussione. In positivo, invece, si potrebbe sinteticamente dire che il discernimento è un procedimento: per condurre tutti i soggetti interessati (équipe dei catechisti, ragazzi e genitori) all ascolto della volontà del Signore: prima ancora che riflessione sul cammino compiuto o su quello da intraprendere, l esercizio del discernimento cristiano è anzitutto un porsi in ascolto per comprendere la volontà di Dio nel qui ed ora della storia concreta di una persona, anzi, proprio attraverso questo qui e ora. Il discernimento è pratica in cui si attua la relazione con Dio, è un 2 di 8

3 capirsi con Dio 1, è imparare a decifrare come Dio mi si comunica personalmente e mi salva, e quali forme di risposta egli si aspetti e mi suggerisca. Esso è dunque primariamente un esercizio spirituale, nel senso che si fonda sul dono dello Spirito santo e vuole condurre ad una lettura spirituale del vissuto, e proprio per questo non può essere adeguatamente svolto al di fuori da un contesto di preghiera. Per abilitare una libertà a decidersi e a camminare di conseguenza: questo è il vero fine, cioè aiutare un ragazzo al proprio livello di maturità e sostenuto dalla sua famiglia, dagli educatori e dalla Comunità cristiana a decidere di sé rispetto alla chiamata del Signore ed a riconoscere i passi concreti da compiere per dare seguito reale alla propria decisione. Il soggetto chiamato a compiere il discernimento, dunque, è primariamente il ragazzo stesso: è lui che è chiamato a porsi in ascolto attento e disponibile del Signore che salva e parla, a riconoscere alcuni passi concreti e decidersi per essi. Lo scopo del discernimento ha due lati: uno rivolto al passato, che riflette e verifica il cammino effettivamente compiuto e le ragioni che lo hanno determinato ad essere così, ed un altro rivolto al futuro, che invita, proprio a partire da quanto già sperimentato, ad immaginare scelte e passi conseguenti per avvicinarsi di più alla propria meta. Quasi inevitabilmente, il perseguimento di questo obiettivo richiede la presenza di figure di accompagnamento: non è infatti possibile che chi vi è direttamente coinvolto sia sempre in grado di dare una lettura oggettiva e completa di quanto pure egli stesso vive, proprio a motivo del suo esservi coinvolto in prima persona. Ogni credente infatti non vive l esperienza del discernimento da solo: c è una Comunità che lo accompagna, lo sostiene, lo aiuta in questo cammino, attraverso la preghiera e attraverso le figure di catechisti / catechiste, che concretamente seguono il cammino in corso; trattandosi poi di fanciullo e/o ragazzo c è soprattutto una famiglia che (con tutte le grazie e le fatiche che la segnano) è chiamata a sostenere e accompagnare questo figlio o figlia. Che è espressione dell attenzione educativa della Comunità al singolo e al suo cammino: il discernimento è solo un aspetto di una più complessiva attenzione al cammino del singolo che deve essere guadagnata nella nostra prassi pastorale. Non ha infatti senso parlare di discernimento senza tenere conto di tutta la storia della persona; questo, fra l altro, è un modo efficace di perseguire l obiettivo strategico degli itinerari educativi differenziati. Dentro un cammino che prevede un attenzione particolare ai singoli, forse con più facilità sarà possibile tenere conto delle molteplici, complicate e talvolta tragiche situazioni che ormai si presentano sempre più frequentemente. Per questo è necessario, soprattutto da parte dei catechisti, compiere un vero e proprio cambiamento di mentalità, passando da un attenzione 1 Marko Ivan Rupnik, Il discernimento, I parte: verso il gusto di Dio, Lipa Roma di 8

4 fondamentalmente rivolta al gruppo e alla classe, ad uno sguardo anzitutto rivolto ai singoli ragazzi e alle loro famiglie: il catechista è chiamato a diventare sempre più accompagnatore, compagno di viaggio, attento alla storia di ognuno e all opera di Dio nella vita di ogni ragazzo a lui affidato. Nel rispetto del cammino educativo e per favorire una iniziazione armonica, il catechista educa a leggere i segni. Tutto il percorso umano ha un senso ben definito, quello di far sì che l uomo sia attento a cogliere ciò che Dio, il Padre, sta operando nella sua esistenza per entrare in comunione con lui. Il catechista ha il compito di dischiudere le esperienze di fede così da renderle significative e comprensibili nelle concrete situazioni umane, in modo che possano interpellare il ragazzo con la propria famiglia e sollecitarli a prendere una decisione. Il catechista perciò aiuta a scoprire negli avvenimenti della vita, nei segni liturgici e nel creato, la presenza di Dio e a celebrarlo. 2 Per quanti sono chiamati a seguirne il percorso, l attenzione ad ogni ragazzo e ragazza si concretizza in particolare: o nella preghiera che affida ognuno al Signore; o nell ascolto del racconto biografico di ciascuno; o nella conoscenza non superficiale di una famiglia; o nella valorizzazione dei ritorni personali nelle drammatizzazioni e nei momenti di redditio; o nell accompagnare e sostenere alcune scelte concrete di ognuno, in ordine a elementi della propria vita morale e del proprio cammino di fede. Frutti di questo accompagnamento di ognuno sono il dono dello stupore, che nasce nel riconoscere l opera salvifica di Dio nella vita di un ragazzo, e la sofferenza della preoccupazione, davanti al manifestarsi del peccato che indurisce il cuore di ogni uomo. Si noti, tuttavia, che il porre al centro dell attenzione il singolo ragazzo, non può andare a discapito della vita ed evoluzione del gruppo in cui il singolo è inserito. Nei nuovi itinerari il gruppo viene definito infatti l ossatura relazionale e strutturale entro cui si innerva la proposta. Esso costituisce il contesto favorevole per la crescita personale, le cui dinamiche permettono al singolo di camminare con frutto. Ciò significa che vanno pensati e predisposti non tanti itinerari distinti e disgiunti fra loro quanti sono i ragazzi coinvolti, bensì un itinerario articolato e flessibile, capace di sostenere in un unico quadro di riferimento i cammini di ognuno dei componenti del gruppo. 2 UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, Formazione dei catechisti per l Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, Roma 2006, n di 8

5 Che comprende sì una verifica finale, ma che si traduce soprattutto in un accompagnamento lungo tutto il cammino: la considerazione del cammino del singolo e il conseguente discernimento sono pratica che caratterizzano non soltanto alcuni momenti del cammino ma lo accompagnano tutto, secondo le diverse fasi dello sviluppo del ragazzo e della proposta offertagli dalla Comunità cristiana. Che conseguenze pratiche può avere tutto questo discorso? Anzitutto il discernimento va articolato, nella proposta e nel metodo, in riferimento ai diversi tempi del cammino, accompagnandolo nella sua interezza. Ogni scansione ha infatti mete pedagogiche precise e le diverse tappe del cammino dicono una progressione nell accoglienza del dono della vita nuova che il Signore Gesù fa ad ognuno. Il discernimento, quindi, si inserisce in (anzi: suppone) un tessuto di relazioni educative e di interventi formativi quotidiani, cioè sparsi lungo tutto il cammino di un ragazzo e non necessariamente finalizzati all esercizio stesso del discernimento; p.es.: la conoscenza attenta e precisa dei bambini, specialmente durante il tempo dell accoglienza e nei primi momenti della formazione del gruppo; l attenzione particolare ai soggetti che emergono meno nelle dinamiche di gruppo o che manifestano difficoltà di partecipazione e le conseguenti contromisure ; il colloquio personale spicciolo (semplice, discreto, sciolto) sia con i ragazzi che con i genitori; la valorizzazione di quanto emerge nel lavoro di gruppo quando ognuno è invitato a esprimere il proprio vissuto o il proprio punto di vista personale; la definizione (anche scritta) e la verifica di alcuni impegni concreti, anche grazie all aiuto dei genitori. La costante presenza dell attenzione al singolo lungo tutto il percorso, infatti, è ciò che crea e dà corpo ad una condizione di dialogo aperto con ragazzi e famiglie e, in modo particolare, permette di evitare di dare all eventuale discernimento finale un valore di scrutinio scolastico o di procedimento meramente burocratico. Perché effettivamente avvenga il discernimento è richiesto un protocollo di lavoro adeguato, cioè è necessario individuare i luoghi, i tempi, i modi in cui esso deve avvenire e le griglie di valutazione da tenere presenti; gli ingredienti che sembrano necessari a questo scopo potrebbero essere: la verifica di alcuni elementi essenziali del cammino o del raggiungimento dei suoi obiettivi da parte dell équipe dei catechisti; 5 di 8

6 la valorizzazione di quanto emerge nelle narrazioni / drammatizzazioni, dove ognuno è invitato a esprimere il proprio vissuto personale davanti all agire di Dio; il colloquio personale, sia per i ragazzi che per i genitori, per appurarne il desiderio, e comunicare la posizione del gruppo educativo; l eventuale individuazione di scelte concrete da proporre per continuare fruttuosamente il cammino; una eventuale forma di richiesta ufficiale da parte del ragazzo (eventualmente anche in forma scritta), almeno in vista dell ammissione ai sacramenti dell Iniziazione. Forme, tempi e luoghi possibili Quanto segue rappresenta una serie abbastanza articolata di occasioni e modalità con cui può esprimersi, all interno dell itinerario proposto alla sperimentazione diocesana, la pratica del discernimento e dell accompagnamento personale. Non tutto necessariamente deve essere sempre fatto, altro può essere progettato e attuato. All inizio del cammino Il tempo dell accoglienza è occasione propizia e decisiva per: conoscere i genitori di ogni bambino attraverso qualche forma semplice di colloquio personale; conoscere attentamente e precisamente i singoli bambini; porre attenzione particolare ai soggetti che emergono meno nelle dinamiche di gruppo; iniziare a ricordare nella preghiera personale ogni ragazzo e i suoi familiari. L attenzione alla storia concreta delle persone metterà in risalto almeno due grosse variabili che caratterizzano l avvio dell itinerario e che iniziano a rendere meno monolitica la tradizionale composizione del gruppo catechistico: la possibilità, fatta conoscere alle famiglie, di iniziare il cammino in tempi diversi (e comunque a partire dai 7 anni) creando così gruppi di età leggermente diverse. Dentro questa situazione trovano collocazione quelli che oggi sono ritenuti casi particolari (fratelli, ritardatari, provenienti da parrocchie e realtà ecclesiali con tradizioni diverse); la presenza di famiglie i cui figli hanno vissuto l esperienza di una significativa pastorale battesimale. È importante già in questo tempo, all inizio del cammino, iniziare ad annunciare ai genitori l intenzione di condividere con loro un attenzione specifica per il cammino personale del figlio, così 6 di 8

7 che nessuna decisione appaia unilateralmente presa o sia vissuta come una sorpresa imprevista. In prossimità degli snodi dell itinerario L itinerario si snoda attraverso tre grandi scansioni (accoglienza e primo annuncio, discepolato, preparazione prossima ai sacramenti) e alcune tappe intermedie segnate dalle celebrazioni (iscrizione al catecumenato, traditio del Padre Nostro, della Legge del Signore, del Credo, eventuali Scrutini). Ogni scansione ha mete pedagogiche precise e le diverse tappe dicono una progressione nell accoglienza del dono della vita nuova che il Signore Gesù fa a ognuno. Queste mete e tappe intermedie vanno riscritte per ogni ragazzo con un attenzione particolare al suo cammino; si può per questo chiedere ad ogni ragazzo di riconoscere un lavoro preciso da svolgere in riferimento alla tappa in atto, talvolta nel dialogo con il catechista, talvolta (soprattutto nei primi tempi) coinvolgendo la famiglia. Il momento celebrativo può sancire o l avvio di un tratto di cammino (logica della traditio) o la riconsegna (logica della redditio) del lavoro personale svolto che viene ufficialmente riconosciuto: ciò significa che queste celebrazioni non solo vanno preparate dal punto di vista liturgico ma anche sul versante esistenziale personale. Per individuare utili strumenti per valutare un cammino può essere utile riferirsi al n. 37 della Nota CEI 2 sull Iniziazione Cristiana, dove si elencano i seguenti criteri: ascolto della Parola; accettazione comportamenti evangelici; modalità di partecipazione ad alcune celebrazioni liturgiche; collaborazione ad alcuni momenti della vita della Comunità; capacità di espressione pubblica della fede; annuncio e testimonianza del Vangelo. Se il passaggio da un tempo all altro dell itinerario, ed anche l ammissione alle diverse celebrazioni in esso previste, vengono decisi in funzione anzitutto del reale cammino personale dei singoli e dei gruppi, ciò significa (ad esempio) che potrebbe facilmente capitare che non tutti entrino nel tempo del discepolato contemporaneamente o che non tutti celebrino una traditio nello stesso giorno. Potrebbe anche capitare che qualche ragazzo, sperabilmente d intesa con la famiglia, scelga di sospendere il cammino o addirittura lo abbandoni. Prima della celebrazione unitaria dei sacramenti Quanto sopra indicato vale, in modo particolare, per quest ultima fase dell itinerario, con il vantaggio 7 di 8

8 che, se questa prassi è già stata vissuta lungo tutto il cammino, dovrebbe essersi creata una condizione di dialogo aperto con ragazzi e famiglie e, così, si potrebbe riuscire ad evitare di dare al discernimento finale la connotazione di scrutinio scolastico. Il colloquio personale, un contatto con la famiglia, la verifica di alcuni elementi essenziali del cammino, l individuazione di una scelta concreta per continuare (p. es. in ordine alla preghiera personale o alla vita relazionale), l utilizzo di una domanda ufficiale scritta da parte del ragazzo, possono tutti costituire gli elementi di questo passaggio decisivo. Per quanto accaduto negli anni precedenti più che per eventuali decisioni prese in questo tempo, si può ipotizzare che, progressivamente, l età dei ragazzi che celebreranno i sacramenti e le date di questa celebrazioni potranno essere abbastanza articolati. Soprattutto per quanto riguarda le possibili collocazioni della celebrazione dei sacramenti, si veda la scheda Come iniziare? Quanto finora descritto può spaventare, soprattutto quando i numeri dei ragazzi coinvolti è ancora significativo. Non è chiesto di fare tutto, non è chiesto di fare tutto subito. È necessario però iniziare a mettersi con decisione in questa prospettiva, ponendo particolare attenzione alla relazione educativa che si instaura con ogni ragazzo. Si tratta di chiedersi che cosa è possibile fare, rispetto a ogni fase del cammino, in questo momento, con le forze e le competenze che si hanno a disposizione; si può lavorare affinché diversi siano i soggetti chiamati ad accompagnare i singoli cammini. 8 di 8

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