RAPPORTO AMBIENTALE SINTESI NON TECNICA

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1 PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA STRALCIO DI PIANO D AMBITO SMALTIMENTO RIFIUTO INDIFFERENZIATO RAPPORTO AMBIENTALE SINTESI NON TECNICA Febbraio 2009

2 1. Il Piano d Ambito ed il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. L Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.) rifiuti Novarese coincide con i confini amministrativi della provincia di Novara e si compone di 88 Comuni, per un totale di ab. (Fonte: ISTAT Gennaio 2008). L Associazione d Ambito, costituita dai Consorzi di Bacino Basso Novarese, Gestione rifiuti Medio Novarese e dai Comuni di Novara e Borgomanero: Organizza il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e determina gli obiettivi da perseguire per garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza (art. 201 D.lgs 152/2006); Svolge tutte le funzioni di governo di ambito relative al servizio dei rifiuti urbani previste dalle leggi nazionali e provinciali, in conformità alla disciplina di settore, al Piano regionale e al Programma provinciale di gestione dei rifiuti (art.2 comma 2 Statuto A.T.O. Novarese); Persegue, nell ambito delle attività e delle funzioni espletate, finalità volte alla tutela della salute dei cittadini, alla difesa dell ambiente e alla salvaguardia del territorio, nel rispetto della vigente normativa in materia (art. 3 comma 1 Statuto A.T.O.) Assicura l organizzazione delle attività di e gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, incluse le discariche, e l esercizio dei poteri di vigilanza nei confronti dei soggetti realizzatori e gestori dei medesimi (Art. 3 comma 2 Statuto A.T.O Novarese); A tali fini l A.T.O. adotta un apposito Piano d Ambito per la definizione e la programmazione degli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Nell attesa dell elaborazione da parte della Regione dell aggiornamento del Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani e del suo recepimento provinciale, l ATO Novarese sta procedendo con la stesura di un documento stralcio del previsto Piano d Ambito, in considerazione del carattere di urgenza degli interventi da attuare. Lo stralcio del Piano, che avrà ad oggetto la programmazione degli interventi da attuare per la gestione del rifiuto residuo da raccolta differenziata (C.E.R ), sarà attuato nel periodo transitorio (definito anche di medio termine ) intercorrente fra l esaurimento delle volumetrie attualmente autorizzate presso la discarica di Barengo e l attuazione degli indirizzi che saranno previsti dagli Enti sovraordinati (2009/ /2016). Il Piano Stralcio, prima della sua adozione, deve essere sottoposto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica secondo quanto definito dal D.lgs 152/2006 e s.m.i., per il quale oggetto della procedura di VAS sono (art. 6) tutti i Piani e i programmi elaborati per la valutazione e la gestione della qualità dell aria ambiente, per i settori agricolo.della gestione dei rifiuti. E che definiscono il quadro di riferimento per l approvazione, l autorizzazione, l area di localizzazione o comunque la dei progetti elencati agli allegati II, III, IV del presente decreto tra i quali, nell allegato III, i progetti di discarica per rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a m3 (operazioni di cui all allegato B, lettere D1 e D5 della parte quarta al D.lgs 152/2006). 1

3 2. Le fasi della Valutazione Ambientale Strategica La procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ossia di valutazione degli effetti che Piani e Programmi possono avere sull ambiente, è stata introdotta dalla Direttiva Europea 2001/42/CE del 27 giugno 2001, con l obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione delle considerazioni ambientali all atto dell elaborazione dei piani e dei programmi ai fini della promozione di uno sviluppo sostenibile. Tale Direttiva è stata recepita a livello nazionale con il Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006, come modificato dal D.lgs n.4 del 16 gennaio 2008, con le seguenti finalità (art. 4) Assicurare che l attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un equa distribuzione dei vantaggi connessi all attività economica. In sintesi, la procedura si compone di una serie di steps nei quali l A.T.O. elabora il proprio Piano d Ambito, definendo gli obiettivi da raggiungere (anche di carattere ambientale), valuta le possibili azioni in grado di permettere il raggiungimento dei suddetti obiettivi dal punto di vista dei loro possibili effetti sull ambiente, richiede la partecipazione degli Enti con competenza ambientale nelle fasi di valutazione e garantisce la partecipazione del pubblico, il quale ha il diritto di esprimere proprie eventuali osservazioni. La valutazione degli impatti ambientali delle azioni di piano e le eventuali alternative prese in considerazione sono descritti nel Rapporto Ambientale, a carattere tecnico, che accompagna il piano e del quale il presente documento rappresenta una sintesi. Di seguito si riassumono sinteticamente gli steps del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica: 1) Verifica di assoggettabilità del Piano/Programma al procedimento di VAS, se necessaria; 2) Fase di specificazione dei contenuti del Rapporto Ambientale (fase di Scoping); 3) Elaborazione del rapporto ambientale e pubblicazione di avviso dell avvio del procedimento sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana o nel Bollettino ufficiale della Regione o Provincia autonoma interessata; 4) Svolgimento delle consultazioni pubbliche; 5) Valutazione del rapporto ambientale ed esiti delle consultazioni; 6) Decisione sulle valutazioni; 7) Informazione sulla decisione; 8) Monitoraggio. 2

4 3. Obiettivi del Piano Stralcio. L ATO novarese si trova nella necessità di pianificare e programmare l attività di smaltimento della frazione residua dell RSU nel periodo compreso tra l esaurimento delle volumetrie autorizzate negli impianti ubicati nei confini territoriali e l emanazione/attuazione delle previste linee di indirizzo Regionali e Provinciali, che andranno a regolamentare il sistema degli smaltimenti in un ottica di soluzione a lungo termine. La definizione degli obiettivi generali dello Stralcio di Piano d Ambito scaturiscono da una analisi dei vincoli esistenti di tipo normativo, tecnico ed economico, nonché delle opportunità territoriali presenti: - Il divieto normativo a smaltire i propri rifiuti indifferenziati al di fuori della Regione ove sono stati prodotti (fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali); - L assenza di impianti di smaltimento regionali con potenzialità sufficienti a sopperire in toto e a condizioni economiche accettabili alle necessità del territorio provinciale novarese; - Anche qualora in caso di accordi interregionali, l assenza di impianti di smaltimento limitrofi in grado di sopperire alle necessità del territorio novarese a condizioni economiche accettabili; - La presenza sul territorio provinciale di due impianti di discarica non ancora definitivamente chiusi (assenza di copertura definitiva), in grado di sopperire alle necessità per tutto il periodo di transizione (circa 6 anni) a condizioni economiche accettabili. L analisi effettuata ha indirizzato l ATO nella definizione degli obiettivi generali del Piano Stralcio, nel seguito dettagliati: - Autosufficienza allo smaltimento in Ambito Territoriale Ottimale; - Contenimento dei costi di smaltimento; - Minimizzazione dell impatto complessivo sull ambiente (acqua, aria, suolo, paesaggio, patrimonio culturale) e della salute pubblica; anche in relazione alla valutazione degli effetti sinergici tra gli impatti derivanti dalle azioni di Piano e le condizioni ambientali di fatto. Gli obiettivi generali assunti dal Piano d Ambito, di carattere economico ed ambientale, devono essere scomposti in un insieme di obiettivi definibili come specifici che assumono la valenza di traguardi e che, se resi operativi tramite l individuazione di opportune azioni, contribuiranno singolarmente al raggiungimento/avvicinamento degli obiettivi generali Di fatto l unica azione che l A.T.O. novarese può attuare per raggiungere gli obiettivi prefissati è quella di operare nell ampliamento di una delle discariche ubicate sul proprio territorio. Le alternative di piano che si configurano sono quindi due: ALTERNATIVA 1:Ampliamento discarica di Ghemme Il progetto di massima per l ampliamento della discarica di Ghemme prevede il conferimento dei rifiuti sulle vasche 2 e 3, fino a raggiungere una sopraelevazione di circa 8 m, per una capacità dichiarata di circa t. Ad abbancamento ultimato, la quota finale raggiunta dal corpo rifiuti sarebbe di circa 25 m dal piano campagna. ALTERNATIVA 2: Ampliamento discarica di Barengo Il progetto di massima per l ampliamento della discarica di Barengo prevede la di un nuova vasca appoggiata alla parete nord della discarica esistente. La nuova vasca sarà realizzata 3

5 sfruttando la presenza di una vasca naturale presente sul confine nord delle vasche coltivate, ubicata entro gli attuali confini della recinzione esistente. Lo sviluppo massimo del corpo rifiuti in altezza non supererà il colmo attuale delle vasche esistenti. Ad abbancamento ultimato, la quota finale raggiunta dal corpo rifiuti sarebbe di circa 15 m dal piano campagna, la stessa quota attuale. La capacità dichiarata dell ampliamento è di circa t. L A.T.O. Novarese procederà a confrontare le alternative sulla base della loro capacità di soddisfare gli obiettivi, nonché ad operare il confronto con l eventuale adozione dell OPZIONE ZERO (non attuazione del piano di una nuova discarica dopo individuazione dei siti idonei). La capacità di soddisfare gli obiettivi dovrà essere valutata attraverso la loro associazione ad uno o più indicatori, in grado di fornire informazione su quanto l azione intrapresa può essere in grado di permetterne il raggiungimento. Nel seguito si riporta una tabella schematica di relazione fra gli obiettivi generali di piano stralcio, gli obiettivi specifici, le azioni da intraprendere e gli indicatori in grado di stimare la differenza fra le alternative (indicatori di scelta). 4

6 Tabella 1: Obiettivi generali, Obiettivi specifici, Azioni specifiche di Piano, Indicatori di scelta. Obiettivo generale Autosufficienza allo smaltimento Obiettivi specifici - Autosufficienza allo smaltimento periodo medio termine (6 anni) Azioni Piano stralcio - Ampliamento discarica esistente nei confini Provinciali con volumetrie sufficienti a coprire 6 anni Azioni specifiche Piano stralcio - Realizzazione volumetrie necessarie Indicatori Scelta (U.M.) - RSU Abbancabili (t) - Tempo ampliamento (mesi) Contenimento dei costi di smaltimento - Minimizzazione dei costi sostenuti per il trasporto del rifiuto all impianto di smaltimento - Limite massimo tariffa smaltimento 100 /t (+ aumento annuale ISTAT) - Ampliamento discarica che determina la minimizzazione delle distanze da percorrere dai mezzi di trasporto. - Ampliamento discarica che soddisfa l obiettivo specifico - Trasporto rifiuto a smaltimento - Opere di - Abbancamento rifiuti - Distanze percorse per portare il rifiuto a smaltimento (km/a) - Esistenza/idoneità infrastrutture viarie - Tariffa smaltimento ( /t stima) Minimizzazione dell impatto sull ambiente - Minimizzazione dell emissione totale di composti inquinanti in atmosfera dovuti al trasporto ed all impianto di smaltimento - Minimizzazione emissione composti inquinanti in atmosfera derivanti dall attività di smaltimento in discarica - Ampliamento discarica che determina minori emissioni in atmosfera (settore trasporti e impianto di smaltimento) - Abbancamento rifiuti - Trasporto rifiuti - Abbancamento rifiuti - Distanze percorse per portare il rifiuto a smaltimento (km/a) - Concentrazione inquinanti in atmosfera [-] - Distanza dai centri abitati (m) - Altitudine (m s.l.m.) - Distanza da abitazioni sparse (m) - Distanza da strade e/o ferrovie a percorrenza urbana (m) 5

7 Obiettivo generale Obiettivi specifici Azioni Piano stralcio Azioni specifiche Piano stralcio Indicatori Scelta (U.M.) - Minimizzazione impatto sull ambiente idrico superficiale e sotterraneo - Ampliamento (discarica che determina minor impatto sull ambiente idrico superficiale e sotterraneo) - Opere di - Abbancamento rifiuti - Rilevazione composti in ambiente idrico (mg/l g/l) (Storico parametri monitorati per definizione stato ambiente attuale) - Distanza da corsi d acqua di importanza medio-rilevante (m) - Soggiacenza falda (m) - Minimizzazione dell impatto sulla componente suolo e sottosuolo - Minimizzazione dell impatto sul paesaggio - Minimizzazione impatto su risorse naturali - Minimizzazione impatto acustico - Minimizzazione impatto sulla salute della popolazione potenzialmente esposta - Minimizzazione interferenze con attività economiche presenti - Ampliamento discarica determina la maggior protezione della componente suolo-sottosuolo - Ampliamento discarica che esercita minor impatto paesistico - Ampliamento discarica che esercita minor impatto su risorse naturali - Ampliamento discarica che esercita minor impatto acustico (anche in relazione alla distanza degli abitati) - Ampliamento discarica che esercita minor impatto sulla salute - Ampliamento discarica che esercita minor interferenza con le attività potenzialmente interessate presenti nel territorio circostante - Opere di - Opere di - Abbancamento rifiuti - Opere di - Abbancamento rifiuti - Abbancamento rifiuti - Abbancamento rifiuti - Opere di - Abbancamento rifiuti - Perdita di suolo (impronta della discarica) (ha) - Altezza massima fuori terra da p c raggiunta dal corpo rifiuti (m) - Sviluppo lineare di strade a percorrenza urbana (visibilità) (m) - Distanza da parchi e/o riserve naturali (m) - Distanza da recettori sensibili (m) - Popolazione potenzialmente esposta (N ab) - Distanza da aree a vocazione produttiva (m) 6

8 4. Sintesi Stato dell ambiente nell intorno di impianto. Le azioni previste dal piano stralcio non andranno ad influire sulle componenti ambientali a larga scala, poichè trattasi di interventi locali. L analisi dello stato ambientale è stato effettuato sia su scala provinciale, per completezza, che su scala locale, nelle aree di ubicazione degli impianti. Nella figura seguente è rappresentata l ubicazione delle due discariche sul territorio. Discarica di GHEMME Discarica di BARENGO Ai fini della presente sintesi si darà una descrizione dello stato delle componenti ambientali interessate dalle azioni di piano a livello di aree locali nell intorno degli impianti, precisando che non sarà possibile eseguire una analisi di ampio livello, a causa della scarsità di dati disponibili nell intorno degli impianti. L area di dettaglio interessa il territorio strettamente limitrofo all impianto e per la precisione compreso nel raggio di circa 2-3 km. 7

9 COMPONENTE ARIA Dai dati resi disponibili dall inventario regionale delle emissioni in atmosfera (anno 2005), il Comune di Ghemme subisce allo stato attuale pressioni maggiori (in termini di emissioni) rispetto al Comune di Barengo per tutti gli inquinanti presi in considerazione (metano, ossido di carbonio, anidride carbonica, ammoniaca, polveri inalabili ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici), e quindi rappresenta una situazione con criticità ambientali più marcate. Per quanto in merito alla rilevazione di composti inquinanti in atmosfera nell intorno delle discariche effettuate periodicamente dai gestori delle discariche, in estrema sintesi è possibile comunque asserire che non si riscontrano particolari compromissioni della qualità dell aria per entrambe le discariche COMPONENTE ACQUA Sono stati anche in questo caso esaminati i dati relativi alle indagini periodiche effettuate sull ambiente idrico nelle zone sedi di discarica da parte dei gestori delle stesse. Per quanto in merito all intorno della discarica di Barengo i dati esaminati non fanno presupporre l esistenza di problematiche ambientali per la matrice acque. Per quanto concerne, invece, la discarica di Ghemme le indagini hanno sostanzialmente permesso di rilevare un importante stato di contaminazione della pseudo-falda idrica superficiale, con significativi superamenti dei limiti forniti dalla normativa vigente (il D.M. 471/99, oggi abrogato dal Testo Unico Ambientale, il D. Lgs.152/06). L inquinamento risulta determinato da una duplice fonte: l interramento abusivo passato di rifiuti speciali nei terreni limitrofi alla discarica e la perdita di percolato dalla impermeabilizzazione della vasca 1. COMPONENTE SUOLO Dall analisi delle informazioni disponibili nello Studio di Impatto Ambientale per il progetto di sopralzo della discarica di Barengo, non appaiono particolari criticità della matrice suolo. Per l impianto di Ghemme sono state eseguite nel 2005 indagini del mezzo non saturo ed in particolare del suolo e dei gas interstiziali, ove sono state rilevate concentrazioni significative delle principali sostanze presenti nelle acque sotterranee. IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE (Siti Natura 2000) Nell area di influenza dell alternativa Ampliamento discarica di Ghemme si trova la porzione di Piano Rosa della Riserva Naturale Orientata della Baragge, che si estende fra i Comuni di Cavaglio d Agogna, Cavallirio, Cureggio, Fontaneto d Agogna, Ghemme e Romagnano Sesia e Sizzano. La Riserva è stata istituita con Legge Regionale n. 3/1992, ed è iscritta nell elenco dei Siti di Importanza Comunitaria Natura 2000 (Direttive 43/92/CE Habitat e 79/409/CEE Uccelli ) con il Codice IT Nella scheda sito natura 2000 sono descritte le caratteristiche di interesse del sito ampie zone boscose ed estesi tratti in avanzata fase di colonizzazione da parte di betulle e varie specie rare, specialmente in zone umide o a quote insolitamente basse COMPONENTE PAESAGGIO Dal punto di vista paesaggistico i siti in esame sono stati già profondamente trasformati e compromessi in quanto sede da molti anni degli impianti di conferimenti. Tuttavia è da sottolineare che la discarica di Barengo è ad oggi interamente inserita in un contesto boschivo e morfologico che ne garantisce un totale occultamento, mentre la discarica di Ghemme, in termini di impatti visivi, presenta significative criticità in quanto adiacente alla Strada Provinciale SP22 di Ghemme Cavaglio Suno, nel tratto che collega i centri abitati di Ghemme e Cavaglio d Agogna. 8

10 5. Individuazione degli impatti ambientali. Obiettivo della presente sezione è quello di fornire gli elementi conoscitivi sugli impatti che le azioni del piano possono generare sulle componenti ambientali. Nel seguito sono illustrate, quindi, le valutazioni e le analisi delle componenti ritenute significative, tra quelle indicate dalla vigente legislazione (D.Lgs. 152/2006), ovvero: clima e atmosfera ambiente idrico superficiale e profondo suolo e sottosuolo flora, fauna ed ecosistemi salute pubblica paesaggio rumore. È doveroso precisare che nel presente documento si mettono a confronto azioni di piano del tutto simili tra loro che, di conseguenza, esercitano impatti molto simili. Quindi, ogni qualvolta non sussistano elementi utili per differenziare l entità degli impatti, questi si descriveranno in via generica (ovvero non riferiti al singolo impianto); quando invece un azione eserciterà un impatto differente rispetto ad un altra, questa circostanza sarà opportunamente sottolineata. ATMOSFERA I principali impatti esercitati per la delle opere in oggetto sono rappresentati dal sollevamento di polveri, dalla loro dispersione in atmosfera e dalle emissioni gassose dai mezzi operanti nell ambito del cantiere. In fase di esercizio si avranno fonti di emissione interne, legate principalmente al biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti, ma anche, in misura secondaria, alle emissioni di polveri e odori durante le operazioni di abbancamento dei rifiuti, nonché fonti di emissioni esterne, imputabili al traffico dei mezzi impiegati per il conferimento dei rifiuti all impianto. In merito a quest ultimo aspetto le valutazioni effettuate hanno dimostrato che le percorrenze chilometriche annuali determinate dallo smaltimento a Ghemme risultano superiori di circa il 30% rispetto alle distanze determinate dallo smaltimento a Barengo. AMBIENTE IDRICO Il rispetto delle previsioni normative vigenti in materia di e gestione di una discarica assicurano l assenza di impatto sugli ambienti idrici superficiale e sotterraneo, ad esclusione di eventuali eventi accidentali; per il controllo dei quali risulta di estrema importanza il mantenimento di un idoneo sistema di monitoraggio Considerato lo stato dell ambiente idrico nelle aree circostanti la discarica di Ghemme un eventuale evento accidentale assumerebbe carattere cumulativo. SUOLO E SOTTOSUOLO Per la componente in esame, in fase di costruzione il livello di potenziale impatto può essere correlato alle seguenti problematiche: problematiche di carattere geotecnico e geomeccanico: cedimenti e generazione di fenomeni di instabilità; problematiche di carattere pedologico: sottrazione di suolo, rischio di modifica delle caratteristiche del suolo. Le modalità di ampliamento della discarica di Ghemme potrebbero determinare problematiche relative a cedimenti o fenomeni di instabilità, mentre quelle di ampliamento della discarica di Barengo implicano problematiche relative alla sottrazione di suolo. 9

11 E da precisare tuttavia che il suolo utilizzato per la dell impianto di Barengo è già interno al sito di discarica e di conseguenza non sarebbe da sottrarre ad alcuna attività produttiva (agricoltura, allevamento, ecc ) o al paesaggio e alla naturalità circostante. FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI Le diverse fasi di cantierizzazione e l abbancamento dei rifiuti provocano generalmente ricadute sulle componenti ambientali, vegetazionali e faunistiche nell intorno dell area interessata dai lavori, è doveroso precisare che trattandosi di un ampliamento e non di una nuova, la maggior parte degli impatti descritti nel seguito è stata già esercitata sugli ecosistemi e che non si prevedono ulteriori compromissioni di tipo diretto. SALUTE PUBBLICA Una discarica controllata costituisce a tutti gli effetti un presidio sanitario finalizzato alla gestione dello smaltimento finale dei rifiuti, e ad evitare gli effetti che la dispersione degli stessi rifiuti in maniera incontrollata nell ambiente potrebbe generare (inquinamento delle varie matrici ambientali, ammorbamento dell aria, diffusione di insetti molesti e roditori, eccetera). La legislazione vigente, ed in particolare il D.Lgs. 36/2003, specifica le caratteristiche che le discariche debbono possedere affinché il loro impatto sulla salute pubblica debba essere considerato trascurabile. La progettazione di una discarica a regola d arte, e nel caso specifico di un ampliamento, non determina pertanto effetti su questa componente ambientale. PAESAGGIO Nel caso dell ampliamento dell impianto di Barengo, data la tipologia di lavorazioni previste, l impatto visivo dell area sarà alquanto limitato. La percezione dell opera, in virtù della morfologia della zona e della cortina di alberi ad alto fusto presente, che funge da mascheramento naturale, si avrà esclusivamente all interno delle aree di discarica. Differente è il caso dell impianto di Ghemme, che è costeggiato in corrispondenza del lato nord, dalla strada Provinciale SP22 di Ghemme Cavaglio Suno, nel tratto che collega i centri abitati di Ghemme e Cavaglio d Agogna. RUMORE Le fonti rumorose generalmente presenti in fase di e gestione di una impianto di conferimento sono: Per la fase di costruzione: autocarri trattori escavatori Per la fase d esercizio e post-esercizio: transito autocarri carico/scarico autocarri compattatori per rifiuti impianto di recupero energetico del biogas. 10

12 5. Valutazione e Scelta fra le alternative Nelle circostanze attuali non è possibile per l ATO valutare strategie che prevedano l avvio a smaltimento presso impianti di recupero energetico, sia per l evidente impossibilità di realizzare un tale impianto nel territorio entro i tempi di attuazione del Piano, che per la carenza di impianti extra-bacino a ragionevoli distanze e condizioni economiche in grado di ricevere il rifiuto novarese. Le stesse problematiche, inoltre, si hanno anche in relazione all avvio presso eventuali impianti di discarica extra-bacino. Pertanto tali soluzioni non possono far parte dell insieme delle alternative ragionevoli in quanto, se prese in considerazione risultassero preferibili alle altre potrebbero, in fasi successive, non essere attuabili, soprattutto in considerazione delle tempistiche di intervento, poiché sottintendono previsioni subordinate alle risultanze di ulteriori gare di affidamento. Le alternative individuate sono state esclusivamente quelle che prevedono il reperimento di potenzialità di smaltimento all interno dell ambito territoriale ATO, quindi: - Alternativa 1: Ampliamento discarica di Ghemme - Alternativa 2: Ampliamento discarica di Barengo - Alternativa zero: Realizzazione nuovo impianto di discarica. Il confronto fra le alternative è stato effettuato attraverso l individuazione di indicatori in grado di evidenziare il contributo di ogni alternativa al raggiungimento dei singoli obiettivi determinati (Gli indicatori sono descritti in tabella 1). Gli indicatori individuati sono in grado di fornire informazioni sulle alternative, che tra loro risultano così essere confrontabili in merito agli aspetti considerati, quali: tempistiche e potenzialità degli ampliamenti; tariffa di smaltimento costo derivante dal trasporto dei rifiuti; presenza/prossimità di recettori sensibili, stato qualitativo delle risorse naturali in prossimità delle discariche e impatti sulle stesse. Ad ogni indicatore, inoltre, è stato associato un peso, il cui valore è funzione dell importanza attribuita all aspetto, ed un target di riferimento che rappresenta il valore ottimo raggiungibile. L alternativa prescelta è stata quella che, complessivamente, risulta in grado di avvicinarsi di più ad una ipotetica soluzione ideale, attraverso la quale sarebbe possibile eguagliare tutti i targets stabiliti. Tale alternativa risulta essere l ampliamento della discarica di Barengo. 11

13 6. Monitoraggio La fase di monitoraggio ha avvio al momento dell attuazione dello Stralcio di Piano, si protrae per tutto il periodo di validità dello stesso (fino ad esaurimento delle volumetrie autorizzate) e, per quanto in merito alla parte relativa al controllo degli impatti ambientali, deve essere garantito per un tempo non inferiore a 30 anni dalla data di chiusura definitiva dell'impianto in conformità a quanto previsto dal D.lgs. 36/2003. All art. 18 del Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, che modifica l art. 14 del D.lgs. 152/2006, al comma 1, il monitoraggio è così definito: Il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull ambiente derivanti dall attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio è effettuato avvalendosi del sistema delle agenzie ambientali. Il monitoraggio persegue in definitiva i seguenti intenti: - Verificare l efficienza delle azioni di Piano ai fini del raggiungimento degli obiettivi stabiliti; - Verificare l effettiva entità degli impatti determinati dall attuazione del piano e l efficacia delle azioni di mitigazione; - Agire come strumento di controllo del sistema ambientale e di individuazione tempestiva di eventuali condizioni di emergenza; - Agire come strumento di supporto alle decisioni ai fini di prevedere azioni correttive di piano nel corso dell attuazione dello stesso; - Agire come strumento conoscitivo per i successivi atti di pianificazione e programmazione; - Agire come strumento di informazione pubblica dei dati rilevati. Anche in questa fase della valutazione, come per quella di scelta, strumento principale di attuazione sono gli indicatori ambientali. Il monitoraggio deve essere effettuato sia durante la fase di delle opere di ampliamento sia in seguito, durante la coltivazione della discarica, fermo restando l obbligo già descritto di proseguire con i controlli per un periodo non inferiore a 30 anni dalla data di chiusura dell impianto. Per la peculiarità del presente stralcio, il monitoraggio delle opere in fase di riguarderà il controllo degli effetti ambientali e sarà effettuato sulle matrici aria, acqua suolo, rumore, paesaggio, con le modalità previste dall autorizzazione in corso fino alla /definizione di eventuali integrazioni scaturite in sede di progettazione/valutazione impatto ambientale. Il presente Piano di monitoraggio, infatti, dovrà essere aggiornato in fase di progettazione esecutiva e di valutazione ambientale, quando, essendo definiti i dettagli tecnici dell intervento, sarà possibile dettagliare le misure di mitigazione più idonee, eventuali integrazioni del set di indicatori utilizzati e la disposizione planimetrica dei punti di monitoraggio. Nel seguito si propone la tabella descrittiva (tabella 2) degli indicatori che saranno utilizzati in fase di monitoraggio. 6.1 Soggetti attuatori del monitoraggio Il soggetto attuatore del monitoraggio sarà il Gestore della discarica. I dati necessari per l elaborazione degli indicatori di monitoraggio saranno trasmessi dal Gestore al Consorzio di Bacino Basso Novarese (in conto ATO), con le tempistiche indicate nella tabella precedente. L ATO Novarese provvederà all eventuale elaborazione dei dati ed alla loro trasmissione alla Provincia di Novara, ove il pubblico interessato potrà prenderne visione. Sarà inoltre approntato sul sito internet del Consorzio di Bacino basso Novarese ( un avviso con le modalità di presa visione dei dati. 12

14 6.2 Aggiornamento del Piano di Monitoraggio Come già in precedenza anticipato, il seguente Piano di Monitoraggio potrà, se necessario, essere aggiornato in fase di definizione particolareggiata (progettazione esecutiva) delle opere di. Sarà inoltre approntato sul sito internet del Consorzio di Bacino basso Novarese un avviso in merito agli aggiornamenti dello stesso. 13

15 Tabella 2: Obiettivi, azioni specifiche di piano, effetto ambientale, indicatore, target e periodicità di monitoraggio OBIETTIVO Autosufficienza Smaltimento periodo medio termine (6 anni) Contenimento costi Minimizzazione Impatto atmosfera (rispetto dei limiti/targets) AZIONE SPECIFICA DI PIANO abbancamento abbancamento abbancamento chiusura EFFETTO AMBIENTALE Utilizzo di nuovi siti attualmente non destinati al conferimento Emissione inquinanti / sostanze odorigene in atmosfera INDICATORE (U.M.) Volumetria residua annua (mc) % di rifiuti smaltiti in ambito provinciale Variazione tariffa di smaltimento / anno (%) Concentrazione Mercaptani (µg/nm 3 sommatoria), Ammoniaca ore, H 2 S ore (mg/nm 3 ) Concentrazione polveri (mg/nm 3 ) Concentrazione CH 4, Idrocarburi non metanici (mg/nm 3 ) (con contemporanea rilevazione del regime anemometrico e dei principali parametri meteorologici) Livello piezometrico (m) TARGET Viniziale RSU abb. Annuo = Vnecessario residuo 100% Aumenti annui ISTAT (3%) Soglia olfattiva ammoniaca (5 mg/nm3) Mercaptani 1 µg/nm3 H2S ore 0,03 mg/nm3 Polveri 0,3 mg/nm3 PERIODICITA MONITORAGGIO Annuale (entro 31 dicembre anno in corso) Annuale (entro 31 dicembre anno in corso) Rilevazione trimestrale su tre punti, rappresentativi nei confronti dei centri abitati più vicini Mensile Minimizzazione impatto sull ambiente idrico superficiale e sotterraneo (rispetto dei limiti/targets) abbancamento chiusura Potenziale emissione inquinanti in ambiente idrico superficiale e sotterraneo Rilevazione: ph, T, Conducibilità elettrica, oss. Kubel, BOD 5, TOC, Ca, Na, K, Cloruri, Solfati, Fluoruri, IPA, Fe, Mn, As, Cu, Cd, Cr totale, Cr IV, Hg, Ni, Pb, Mg, Zn, Cianuri, azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, composti organo-alogenati, fenoli, pesticidi fosforati e totali, solventi organici e aromatici, solventi organici azotati, solventi clorurati, acetati (g/l mg/l) Trimestrale/ Semestrale Limiti Legge 152/99 Variazioni significative rispetto allo storico in caso di assenza di limite normativo 14

16 OBIETTIVO Garantire la maggior protezione della componente suolo sottosuolo Minimizzazione dell impatto sulla componente suolo e sottosuolo AZIONE SPECIFICA DI PIANO abbancamento chiusura EFFETTO AMBIENTALE Potenziale emissioni / migrazioni di inquinanti nel suolo e sottosuolo INDICATORE (U.M.) Rilevazione: ph, T, Conducibilità elettrica, oss. Kubel, BOD 5, TOC, Ca, Na, K, Cloruri, Solfati, Fluoruri, IPA, Fe, Mn, As, Cu, Cd, Cr totale, Cr IV, Hg, Ni, Pb, Mg, Zn, Cianuri, azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, composti organo-alogenati, fenoli, pesticidi fosforati e totali, solventi organici e aromatici, solventi organici azotati, solventi clorurati, acetati (g/l mg/l) TARGET Limiti Legge 152/99 Variazioni significative rispetto allo storico in caso di assenza di limite normativo Assenza CH 4, CO 2 PERIODICITA MONITORAGGIO Cadenza mensile / Trimestrale / Semestrale Minimizzazione dell impatto paesistico Minimizzazione impatto acustico abbancamento abbancamento Peggioramento percezione del paesaggio Disturbo popolazione e fauna CH 4, CO 2, O 2 nei piezometri (%) Altezza annuale raggiunta fuori terra dal corpo rifiuti (m) Visibilità del corpo rifiuti dalla Comunale (si/no) Limite massimo di emissione( Leq in db(a)) Livello revisionale in fase di e misurazioni in fase di abbancamento; Limite massimo di immissione (Leq in db(a)) Livello revisionale in fase di e misurazioni in fase di abbancamento; Altezza annuale prevista Nessuna visibilità (no) Leq diurno: 55; Leq nott. 45 Leq diurno 60; Leq nott. 50 Mensile Trimestrale Annuale 15

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