BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2

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1 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 DELIBERAZIONE 27 dicembre 2011, n DGR 466/2010. Rimodulazione progetto regionale Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari. Prenotazione risorse. LA GIUNTA REGIONALE Vista la L.R. n. 41/2005 Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale ; Visto il Programma Regionale di Sviluppo , adottato con risoluzione del Consiglio Regionale n. 49 del 29 giugno 2011; Visto il DPEF 2012 adottato dal Consiglio Regionale con risoluzione n. 56 del 27 luglio 2011; Vista l Informativa preliminare del Piano sanitario e sociale integrato regionale, approvata con decisione n. 27 della Giunta Regionale in data 4 luglio 2011; Vista la delibera di Giunta Regionale n. 466 del 31 marzo 2010 con la quale si approva il progetto regionale denominato Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per lo sviluppo delle politiche sociali e per meglio realizzare i contenuti previsti nell Accordo di cui ai Decreti 2 luglio 2007, 3 marzo 2008 e 9 settembre 2008 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche della Famiglia; Considerato che il progetto sopra menzionato riguarda ambiti di interesse regionale volti a promuovere la realizzazione di azioni per la creazione di un sistema integrato di servizi sull intero territorio regionale che possa garantire alle famiglie e agli assistenti familiari qualità dei servizi, facilitazioni, emersione dal lavoro nero e qualificazione attraverso i seguenti interventi: - costituzione di un sistema di snodi territoriali funzionali alla gestione del progetto decentrati a livello regionale per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda offerta e per l erogazione di servizi alle famiglie ed agli assistenti familiari, attraverso la collaborazione di Italia Lavoro S.p.A., società per azioni totalmente partecipata dal Ministero dell Economia e delle Finanze, che opera per legge come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per complessive risorse pari a euro ,97; - misure finalizzate al concorso alle spese sostenute dalle famiglie per la retribuzione di un assistente familiare preposto alla cura di persone conviventi non autosufficienti nei casi di sostituzione dell assistente familiare per assenze temporanee, per complessive risorse pari a euro ,00, da assegnare alle SdS/Zone distretto; - percorsi formativi rivolti agli assistenti familiari per un totale complessivo di euro ,00 di cui euro ,00 stanziati dalla Direzione Generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze - POR ob. 2 FSE Asse II ed euro ,00 stanziati dalla Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Preso atto che per l intervento finalizzato al concorso delle spese sostenute dalla famiglia per la retribuzione di un assistente familiare preposto alla cura di persone conviventi non autosufficienti, nei casi di sostituzione dell assistente familiare per assenze temporanee, di cui alla DGR 466/2010, sono state impegnate e parzialmente liquidate alle SdS/Zone distretto, con decreto dirigenziale n del 1 luglio 2011, risorse pari ad euro ,00; Preso atto che per l intervento finalizzato all attuazione dei percorsi formativi rivolti agli assistenti familiari, di cui alla DGR 466/2010, sono state impegnate risorse per complessivi euro ,00, a favore delle Amministrazioni provinciali e del Circondario Em polese Valdelsa, di cui euro ,00 con decreto dirigenziale n del 25 marzo 2011 da parte del Set tore Gestione Programma Operativo POR FSE - Area di Coordinamento Formazione, orientamento e lavoro ed euro ,00 con decreto dirigenziale n del 7 settembre 2011 da parte del Settore Politiche per il contrasto al disagio sociale - Area di Coordinamento Inclusione sociale; Preso atto che per l intervento finalizzato alla costituzione di un sistema di snodi territoriali funzionali alla gestione del progetto decentrati a livello regionale per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta e per l erogazione di servizi alle famiglie ed agli assistenti familiari, di cui alla DGR 466/2010, è prevista la collaborazione di Italia Lavoro S.p.A., e che tale collaborazione è subordinata al positivo esperimento della procedura autorizzativa con il Ministero vigilante; Vista la delibera di Giunta Regionale n. 920 dell 8 novembre 2010 con la quale si approva lo schema di intesa fra Regione Toscana e Ministero delle politiche Sociali finalizzato alla realizzazione delle misure previste dal progetto regionale denominato Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari, di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 466 del 31 marzo 2010, attraverso la collaborazione di Italia Lavoro S.p.A., quale ente strumentale del Ministero; Preso atto che in data 19 novembre 2010 è stata firmata l intesa tra Regione Toscana e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzioni Generali dell Immigrazione e del Mercato del Lavoro, di cui alla DGR 920/2010; Vista la delibera di Giunta Regionale n del

2 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N dicembre 2010 con la quale la Regione Toscana ha approvato lo schema di accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la realizzazione di interventi in materia di servizi alla persona, dove è previsto un trasferimento da parte del Ministero di risorse pari ad euro ,00; Preso atto che la delibera sopra richiamata ha per oggetto la realizzazione di un sistema integrato di azioni finalizzate alla qualificazione dei servizi di cura e di assistenza alla persona, all erogazione di servizi socioassistenziali domiciliari da parte dei lavoratori immigrati, all attivazione di percorsi di formazione e qualificazione professionale degli operatori del settore e alla promozione di misure di contrasto al lavoro sommerso, iniziative in stretta correlazione con quanto previsto dal progetto regionale di cui alla DGR 466/2010; Valutata l esigenza di un maggiore e diretto coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, al fine di garantire tempi più rapidi nella messa a regime di un sistema integrato a livello regionale di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari, per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda e offerta di lavoro, al fine di massimizzare la complementarietà tra risorse nazionali e risorse regionali per favorire una stretta correlazione tra le misure previste; Considerato opportuno che l implementazione sul territorio Toscano di questo sistema, teso a potenziare le iniziative in favore delle famiglie e degli assistenti familiari, venga attuato attraverso la valorizzazione dei servizi esistenti, nonché la creazione ed il potenziamento di nuovi sistemi di integrazione/interazione tra tutti i soggetti coinvolti; Considerato che, per le motivazioni sopra richiamate, la Regione Toscana ed Italia Lavoro S.p.A. hanno deciso, di comune accordo, di rimodulare l intervento relativo alla costituzione di un sistema di snodi territoriali di cui alla DGR 466/2010; 65 Considerato inoltre che la rimodulazione del progetto regionale di cui sopra è stata coordinata e condivisa con le Amministrazioni Provinciali, il Circondario Empolese- Valdelsa e le SdS-Zone Distretto presenti nel territorio; Considerato che gli oneri conseguenti alla realizzazione della azione sopra richiamata, prevista nel suddetto progetto di rimodulazione, ammontano a complessivi euro ,97 e che alla loro copertura si provvederà con le risorse del capitolo del bilancio di previsione 2011 che presenta la necessaria disponibilità, procedendo alla diminuzione della prenotazione specifica n. 1 per l intero importo, assunta con deliberazione di Giunta Regionale 466/2010; Considerato inoltre necessario procedere alla prenotazione delle risorse pari ad euro ,97 sul capitolo del bilancio di previsione 2011, che presenta la necessaria disponibilità, secondo la seguente ripartizione: - euro ,00 a favore delle Amministrazioni Provinciali e del Circondario Empolese-Valdelsa, per la creazione di un sistema integrato a livello regionale di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta; - euro ,00 (comprensivi degli oneri fiscali dovuti) a favore di Italia Lavoro per l assistenza tecnica con particolare riferimento alle azioni di sensibilizzazione e comunicazione, di supporto organizzativo, di monitoraggio e valutazione al continuo degli stati di avanzamento del progetto per la durata 24 mesi; - euro ,97 per la realizzazione delle attività di coordinamento, organizzazione ed attività trasversali inerenti il suddetto progetto di rimodulazione; Preso atto che nell esercizio 2012 verrà predisposta opportuna variazione di bilancio per storno delle risorse pari ad euro ,00 ai fini della corretta classificazione economica; Dato atto che all assunzione degli impegni di spesa provvederà il dirigente competente subordinatamente all approvazione della variazione di bilancio suddetta; Considerato che per la creazione di un sistema integrato a livello regionale di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta, è stata predisposta la rimo dulazione del progetto regionale, della durata di 24 mesi, denominata Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari, di cui all allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto, in collaborazione con le Amministrazioni Provinciali, il Circondario Empolese-Valdelsa e con Italia Lavoro S.p.A., società per azioni totalmente partecipata dal Mi nistero dell Economia e delle Finanze, che opera per legge come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Vista la legge regionale 29 dicembre 2010, n. 66 Bilancio di previsione per l anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale 2011/2013; Vista la D.G.R. n. 5 del 10 gennaio 2011 Approvazione Bilancio gestionale 2011 e pluriennale 2011/2013. A voti unanimi DELIBERA 1. di approvare la rimodulazione del progetto regionale denominato Sistema integrato di servizi per le

3 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 famiglie e gli assistenti familiari, di cui all allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto, per le motivazioni di cui in narrativa; 2. di dare atto che gli oneri conseguenti alla realizzazione della azione sopra richiamata, prevista nel suddetto progetto di rimodulazione, con cui si intende garantire lo start-up del sistema per 24 mesi, ammontano a complessivi euro ,97 e che alla loro copertura si provvederà con le risorse del capitolo del bilancio di previsione 2011, che presenta la necessaria disponibilità, procedendo alla diminuzione della prenotazione specifica n. 1 per l intero importo, assunta con deliberazione di Giunta Regionale 466/2010; 3. di procedere alla prenotazione delle risorse pari ad euro ,97 sul capitolo del bilancio di previsione 2011, che presenta la necessaria disponibilità, secondo la seguente ripartizione: - euro ,00 a favore delle Amministrazioni Provinciali e del Circondario Empolese-Valdelsa, per la creazione di un sistema integrato a livello regionale di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta; - euro ,00 (comprensivi degli oneri fiscali dovuti) a favore di Italia Lavoro per l assistenza tecnica con particolare riferimento alle azioni di sensibilizzazione e comunicazione, di supporto organizzativo, di monitoraggio e valutazione al continuo degli stati di avanzamento del progetto per la durata 24 mesi; - euro ,97 per la realizzazione delle attività di coordinamento, organizzazione ed attività trasversali inerenti il suddetto progetto di rimodulazione; 4. di prendere atto che nell esercizio 2012 verrà predisposta opportuna variazione di bilancio per storno delle risorse pari ad euro ,00 ai fini della corretta classificazione economica e che all assunzione degli impegni di spesa provvederà il dirigente competente subordinatamente all approvazione della variazione di bilancio suddetta; 5. di dare atto che con le risorse di cui ai punti precedenti si intende garantire lo start-up del sistema, che prevede una programmazione di 24 mesi, e che decorso tale periodo, il sistema regionale costituito dalle Province/ Circondario Empolese-Valdelsa e dagli altri soggetti individuati, dovrà garantire la continuità nell erogazione dei servizi attivati senza ulteriori risorse da parte della Regione; 6. di incaricare le strutture competenti della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale e della Direzione Generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze di porre in essere tutti gli adempimenti amministrativi necessari all attuazione del progetto regionale Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari. Il presente atto è pubblicato integralmente sul B.U.R.T. ai sensi dell articolo 5 comma 1 lettera f) della L.R. 23/2007 e sulla banca dati degli atti amministrativi della Giunta regionale ai sensi dell art. 18 comma 2 della medesima L.R. 23/2007. Segreteria della Giunta Il Direttore Generale Antonio Davide Barretta SEGUE ALLEGATO

4 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N REGIONE TOSCANA Giunta Regionale Assessorato Welfare e politiche per la casa Assessorato Attività Produttive, Lavoro e Formazione Rimodulazione Progetto regionale Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari

5 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 Sommario Premesse...3 Contesto...4 Obiettivi...8 Il modello di intervento proposto ed i soggetti che operano nel sistema...9 Articolazione dell intervento...17 Ambito territoriale e bacino di riferimento...22 Integrazione Progetto MLPS / Progetto Regionale...22 Risorse e finanziamenti...24

6 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N Premesse Il Piano Integrato Sociale Regionale (P.I.S.R.) approvato con deliberazione C.R. 31 ottobre 2007, n. 113, in vigore fino al 31 dicembre 2011, ai sensi dell art. 142 bis della L.R. 24 febbraio 2005, n. 40 e del comma 1 dell art. 104 della L.R. 29 dicembre 2010, n. 65, ha previsto tra gli interventi sociali e sanitari integrati il sostegno all autonomia delle persone anziane. Le politiche regionali di assistenza verso le persone anziane, alla luce dell avanzato processo di invecchiamento della popolazione, devono infatti affrontare il tema del miglioramento complessivo dello stato di salute della popolazione anziana. Il piano prevede che tali politiche saranno ispirate al richiamo dell OMS sui determinanti della salute, intervenendo su tutte le aree tematiche che offrono opportunità e risoluzione di problemi vitali per le persone anziane. Le risposte di carattere prevalentemente sociale vanno ad integrarsi con quelle a rilevanza socio-assistenziale e sanitaria operando con priorità nell area della prevenzione della non autosufficienza. In questo quadro, vengono assunti, in coerenza con gli obiettivi contenuti nel piano regionale di sviluppo, vari impegni strategici tra i quali lo sviluppo di un sistema integrato dei servizi sociosanitari attraverso il Fondo per la non autosufficienza, fondo integrato e mirato di risorse che riunifica e consolida quelle sociali (statali, regionali, comunali) e quelle sanitarie (regionali), incrementate dalla fiscalità generale. Con la L.R. n. 66 del 18 dicembre 2008 la Regione Toscana ha istituito il Fondo regionale per la non autosufficienza al fine di sostenere ed estendere il sistema pubblico dei servizi sociosanitari integrati a favore delle persone non autosufficienti, disabili e anziane di cui rispettivamente all articolo 55 ed all articolo 54, comma 3 della L.R. 41/2005. Nell ambito delle finalità la Regione persegue l obiettivo di migliorare la qualità, la quantità e l appropriatezza delle risposte assistenziali a favore dei soggetti sopra indicati, promuove la realizzazione di un sistema improntato alla prevenzione della non autosufficienza e della fragilità ai sensi dell articolo 54, comma 1, lettera b), della L.R. 41/2005 e del Piano sanitario e sociale integrato regionale e favorisce percorsi assistenziali che realizzano la vita indipendente e la domiciliarità, attraverso anche interventi domiciliari forniti in forma indiretta, tramite titoli per l acquisto di servizi e per il sostegno alle funzioni assistenziali (assistenti familiari). Con il Progetto per l'assistenza continua alla persona non autosufficiente, approvato con delibera n. 370 del 22 marzo 2010, è stato dato avvio all'operatività delle linee di intervento previste dal Fondo regionale per la non autosufficienza di cui alla L.R. 66/2008 attraverso la realizzazione di un insieme di servizi in grado di rispondere ai bisogni della persona, per migliorare le condizioni di

7 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 vita e l autonomia delle persone non autosufficienti. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema che si caratterizza per la certezza della prestazione, l appropriatezza e la tempestività dell intervento rivolto alla persona e ai familiari, l ampliamento della rete di servizi e degli interventi, le procedure d accesso facilitate e garantite, la definizione delle forme di assistenza e di compartecipazione alla spesa e la sottoscrizione di un patto interistituzionale per il governo integrato del Fondo. Sono circa 300 gli sportelli Punto Insieme diffusi su tutto il territorio regionale, e costituiscono la porta di accesso per i servizi rivolti alle persone anziane non autosufficienti e ai loro familiari. Gli sportelli nel corso di questi anni (2010/2011) hanno ricevuto più di 40 mila persone di cui oltre 30 mila sono state le valutazioni effettuate negli anni 2009/2010/2011. Tra gli obiettivi del programma di governo regionale della legislatura alla voce Sostegno alle famiglie è previsto il supporto alla gestione familiare della non-autosufficienza attraverso il sostegno economico e i servizi alle famiglie che non ricorrono a residenze sociosanitarie per i propri parenti anziani (a maggior ragione se non autosufficienti), ma scelgono di assisterli a domicilio. Contesto Le trasformazioni avvenute nell organizzazione del mercato del lavoro e della famiglia unite all invecchiamento della popolazione hanno profondamente modificato l organizzazione del lavoro di cura. E evidente che le famiglie non sono più in grado di soddisfare al loro interno questo bisogno e quindi ricorrono prevalentemente ad operatori privati individuali all interno di un settore dove tradizionalmente vi è una forte componente di lavoro sommerso, spesso prestato da lavoratrici straniere. La peculiare tipologia di servizio presenta numerosi elementi di criticità: la reperibilità delle lavoratrici spesso affidata a canali informali, la qualificazione delle assistenti familiari quasi sempre non accertabile se non attraverso esperienza diretta, la difficoltà stessa delle famiglie nella gestione delle attività amministrative e burocratiche inerenti il rapporto di lavoro. Nonostante la cura informale continui a rappresentare di gran lunga la principale risposta ai bisogni delle persone non autosufficienti, negli anni recenti si è registrata la tendenza ad affidare tali funzioni di assistenza a soggetti esterni alla rete parentale che vengono per ciò retribuiti. Al 1 gennaio 2011 sono più di (dati ISTAT) i cittadini toscani che hanno superato i 65 anni e sono stimate in le persone non autosufficienti che hanno bisogno di attenzioni, cure e assistenza di cui gravi. A fronte di questa forte domanda, vi è una forte offerta (che viaggia sui canali informali) in termini di assistenti familiari sia conviventi sia a ore. Questa modalità di risposta ai bisogni di cura si è

8 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N quindi sviluppata sulla base di profonde spinte endogene e senza una specifica capacità di governo da parte delle Pubbliche Amministrazioni competenti. Da ciò derivano alcuni elementi di problematicità: vi è per lo più uno scollamento tra sistema di prestazioni nel mercato del lavoro e politiche, strategie di welfare; andrebbe rafforzata la rete dei servizi, tra soggetti pubblici e soggetti privati; andrebbe rafforzata le qualità degli interventi (unico elenco regionale su base provinciale degli assistenti familiari, selezione dell offerta, costruzione del rapporto di lavoro, tutela dei soggetti coinvolti). In una logica di governo di iniziativa e di integrazione nel sistema di welfare è necessaria un azione complessiva per riportare le famiglie e i lavoratori all interno del sistema dei servizi del lavoro così da garantire loro maggiore qualità delle prestazioni di cura mediante la qualificazione delle competenze degli assistenti familiari, trasparenza nel rapporto di lavoro mediante l attivazione di servizi a supporto che sostengono la scelta e la sostituzione dell assistente, ma anche la sua regolarizzazione. Diviene quindi urgente sviluppare politiche che consentano di promuovere sistemi integrati di welfare, in grado di coniugare la domanda privata di servizi di cura con un offerta di prestazioni qualificata e organizzata. A tal fine la Giunta Regionale con delibera n. 466 del 31 marzo 2010 ha approvato il progetto regionale denominato Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per promuovere la realizzazione di azioni per la creazione di un sistema integrato di servizi sull intero territorio regionale che possa garantire alle famiglie e agli assistenti familiari qualità dei servizi, facilitazioni, emersione dal lavoro nero e qualificazione. Gli interventi previsti riguardano: la costituzione di un sistema di snodi territoriali per l agevolazione dell incontroincrocio domanda offerta e per l erogazione di servizi alle famiglie e agli assistenti familiari; misure finalizzate al concorso alle spese sostenute dalle famiglie per la retribuzione di un assistente familiare preposto alla cura di persone conviventi non autosufficienti nei casi di sostituzione dell assistente familiare per assenze temporanee; percorsi formativi rivolti agli assistenti familiari. Nel corso del 2011 e in attuazione della DGR 466/2010, è stato attivato l'intervento finalizzato al concorso delle spese sostenute dalla famiglia per la retribuzione di un assistente familiare preposto alla cura di persone conviventi non autosufficienti nei casi di sostituzione dell assistente familiare

9 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 per assenze temporanee, dove con decreto dirigenziale n del 1 luglio 2011 Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, sono state impegnate e parzialmente liquidate alle SdS/Zone distretto, risorse pari ad euro ,00. Sempre nel corso del 2011 è stato attivato l'intervento relativo ai percorsi formativi rivolti agli assistenti familiari per un totale complessivo di euro ,00 a favore delle Amministrazioni provinciali e del Circondario Empolese Valdelsa, di cui euro ,00 stanziati dalla Direzione Generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze POR ob. 2 FSE Asse II, impegnati con decreto dirigenziale n del 25 marzo 2011 ed euro ,00 stanziati dalla Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, impegnati con decreto dirigenziale n del 7 settembre Per l'intervento finalizzato alla costituzione di un sistema di snodi territoriali per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta e per l erogazione di servizi alle famiglie ed agli assistenti familiari, di cui alla DGR 466/2010, è stata prevista la collaborazione di Italia Lavoro S.p.A., quale ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, subordinata al positivo esperimento della procedura autorizzativa con il Ministero vigilante. In data 19 novembre 2010 è stata firmata l intesa tra Regione Toscana e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzioni Generali dell Immigrazione e del Mercato del Lavoro, di cui alla DGR 920/2010 per l'avvalimento di Italia Lavoro S.p.A. Inoltre la Giunta Regionale con delibera n del 28 dicembre 2010 ha approvato lo schema di accordo tra Regione Toscana e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la realizzazione di interventi in materia di servizi alla persona, che va ad integrare le azioni previste nella DGR 466/2010. L'accordo ha per oggetto la realizzazione di un sistema integrato di azioni finalizzate alla qualificazione dei servizi di cura e di assistenza alla persona, all erogazione di servizi socioassistenziali domiciliari da parte dei lavoratori immigrati, all attivazione di percorsi di formazione e qualificazione professionale degli operatori del settore e alla promozione di misure di contrasto al lavoro sommerso, e persegue le seguenti finalità: a. migliorare la capacità di governance e di programmazione in materia di servizi alla persona; b. migliorare l efficacia delle reti dei servizi già esistenti nei territori di riferimento; c. attivare percorsi di qualificazione professionale degli assistenti familiari; d. favorire l incrocio domanda-offerta di lavoro attraverso il coinvolgimento dei Servizi per l Impiego, delle associazioni datoriali e del privato sociale; e. promuovere la crescita di un mercato del lavoro regolare; f. diffondere reti di servizi per il lavoro dedicati su tutto il territorio, con possibilità di espanderle con altri interventi su tutto il territorio nazionale, condividendo sistemi

10 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N informativi e gestionali per l incontro domanda-offerta, con l obiettivo di facilitare l accesso e la reperibilità di prestazioni a ore, a tempo determinato e indeterminato. Nel corso del 2011 la Regione Toscana e Italia Lavoro S.p.A., tenuto conto che il progetto promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzioni Generali dell Immigrazione e del Mercato del Lavoro sui servizi alla persona, di cui all'accordo approvato con DGR 1155/2010, prevede il trasferimento di ulteriori ,00 euro alla Toscana per promuovere iniziative in stretta correlazione con quanto previsto dal progetto regionale (di cui alla DGR 466/2010), valutata l esigenza di un maggiore e diretto coinvolgimento di tutti gli attori del territorio al fine di garantire tempi più rapidi nella messa a regime di un sistema regionale, hanno deciso, di comune accordo, di rimodulare il progetto in questione, riguardante la costituzione di un sistema di snodi territoriali per l agevolazione dell incontro-incrocio domanda-offerta e per l erogazione di servizi alle famiglie ed agli assistenti familiari, al fine di massimizzare la complementarietà tra risorse nazionali e risorse regionali per favorire una stretta correlazione tra le misure previste. La rimodulazione del progetto regionale Sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari, prevede pertanto la rielaborazione dell allegato A della DGR 466/2010, sulla base dei seguenti presupposti: 1. Con la rimodulazione si intende garantire lo start-up del sistema, che prevede una programmazione di 24 mesi; 2. Decorso tale periodo, il sistema regionale costituito dalle Province/Circondario Empolese Valdelsa e dagli altri soggetti individuati, dovrà garantire la continuità nell erogazione dei servizi attivati durante lo start-up, senza ulteriori risorse da parte della Regione; 3. Le attività di agevolazione dei servizi di incontro domanda-offerta, tenuto conto che le Province già attuano alcuni segmenti del progetto regionale, saranno affidate dalla Regione alle Province e al Circondario Empolese Valdelsa, per la realizzazione di un sistema integrato di servizi territoriali che facciano interagire i CpI con i Punti Insieme, i Comuni, la rete degli operatori privati (i soggetti autorizzati di cui al DM del MLPS) e del privato sociale, gli enti formativi, le associazioni sindacali e le associazioni degli immigrati, che operano sul tema dell assistenza domiciliare; 4. Le Province/Circondario Empolese Valdelsa, realizzeranno le attività previste dal progetto regionale, sulla base degli obiettivi e delle modalità che saranno definite nel presente progetto; 5. L adesione al progetto regionale comporta per la Provincia/Circondario interessato la piena condivisione dell azione regionale, nel rispetto delle peculiarità del proprio territorio, delle linee di indirizzo e degli obiettivi previsti dal progetto regionale ed il

11 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 conseguente trasferimento delle risorse, attraverso uno specifico atto convenzionale; 6. Italia Lavoro sarà chiamata a svolgere un ruolo di assistenza tecnica alla Regione Toscana nel coordinamento delle attività per la realizzazione degli interventi previsti dal progetto, anche al fine di assicurare il raccordo con il progetto nazionale (di cui alla DGR 1155/2010), per un durata di massima di 24 mesi, con particolare riferimento alle azioni di sensibilizzazione e comunicazione, di supporto organizzativo, monitoraggio e valutazione al continuo degli stati di avanzamento del progetto. Obiettivi Lo scopo dell iniziativa è quello di avviare un azione complessiva per riportare le famiglie ed i lavoratori che accedono al sistema di welfare nel sistema dei servizi del lavoro. L azione regionale convergerà verso l adozione di un sistema unitario di gestione dei servizi per le famiglie e le assistenti familiari ed in particolare prevede di: - Migliorare la capacità di governance e di programmazione di Regione ed Enti locali sul tema dei servizi alla persona; - Migliorare l efficacia delle reti di servizi esistenti sui territori; - Validare nuove soluzioni organizzative per il mercato dei servizi di cura domiciliare in grado di assicurare trasparenza e qualità sia sul versante della domanda che dell offerta delle prestazioni; - Promuovere nuove opportunità d inclusione sociale ed occupazionale per lavoratori/lavoratrici appartenenti alle fasce deboli e scarsamente qualificate del mercato del lavoro; - Promuovere la crescita di un mercato del lavoro regolare anche attraverso metodiche di welfare territoriale che spostino risposte e servizi verso le famiglie economicamente più fragili; - Prevenire fenomeni espulsivi dal mercato del lavoro per le donne impegnate in attività di assistenza alle persone; - Favorire la crescita professionale degli assistenti familiari con percorsi formativi adeguati; - Integrare i dispositivi e le politiche di welfare attraverso la sperimentazione di modelli innovativi d intervento che prevedano anche sistemi di riallocazione/redistribuzione delle risorse disponibili attraverso le risposte previste dal progetto regionale per la non autosufficienza e dalla normativa vigente; - Diffondere reti di servizi per il lavoro dedicati su tutto il territorio, con possibilità di

12 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N espanderle con altri interventi su tutto il territorio nazionale, condividendo sistemi informativi e gestionali per l incontro domanda-offerta, con l obiettivo di facilitare l accesso e la reperibilità di prestazione a ore, a tempo determinato e indeterminato. Il modello di intervento proposto ed i soggetti che operano nel sistema L iniziativa regionale si pone dunque come obiettivo quello di integrare le attività ed i servizi proposti per le famiglie sul versante della non autosufficienza, con le attività ed i servizi proposti per le famiglie e gli assistenti familiari sul versante del lavoro. L insieme dei progetti, regionale e nazionale, risulta quindi coerente e finalizzato alla costruzione un sistema regionale unico per l emersione, la regolarizzazione e la gestione di un mercato del lavoro degli assistenti familiari. Il contesto sul quale si intende intervenire, vede regole non adeguate ai bisogni di chi opera sul tema. Occorre pertanto mettere nella condizione famiglie e assistenti familiari di conoscere il territorio, di sapere che ci sono regole, servizi ed opportunità, per trovare soluzioni ai tanti bisogni. Per la famiglia, la possibilità di poter entrare in un percorso che, oltre a richiedere un sostegno economico, attraverso il Fondo per la non autosufficienza, la conduca ad entrare in contatto con un assistente familiare formato, iscritto nell'elenco regionale gestito dalla Provincia e accreditato dal Comune (L.R. 82/2009) e ad assumerlo con un contratto di lavoro regolare. Per gli assistenti familiari, dal momento in cui si rivolgono al Centro per l Impiego, debbono poter entrare in un percorso che li conduca a certificare le loro esperienze di lavoro pregresse (se certificabili), a partecipare a corsi di formazione per ottenere il riconoscimento di operatore che opera nell ambito dell assistenza familiare, ad entrare in contatto con le opportunità di lavoro che saranno rese disponibili dalle famiglie attraverso: - Il sistema della non autosufficienza (dalle famiglie che si sono rivolte ai soggetti che costituiscono il sistema territoriale della non autosufficienza); - Il sistema regionale per l impiego (da tutti i soggetti che operano nel sistema lavoro, siano essi regionali o nazionali); - L adozione di un sistema regionale unitario di incontro domanda offerta di lavoro, veicolato da IDOL (Incontro Domanda Offerta di Lavoro), sistema informativo e dei servizi, gestito dai CpI ed alimentato dalle Province e dai Comuni, per la fase di accreditamento e fruito da soggetti pubblici e privati (che ne avranno l accesso per le funzioni ad essi assegnate).

13 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 Il sistema del welfare toscano per la non autosufficienza Il sistema territoriale per la non autosufficienza, delinea un articolazione organizzativa strutturata su due piani tra loro fortemente coordinati e che prevede un livello di indirizzo e di governo costituito dalle Società della Salute, o in loro sostituzione dalle Conferenze di Zona dei Sindaci attraverso la Zona Distretto, e un livello di coordinamento e operativo, rappresentato dai livelli base di cittadinanza sociale per la non autosufficienza: il Punto Unico di Accesso, la rete dei Punti Insieme e le Unità di Valutazione Multidimensionali (UVM). La Società della Salute, definisce le linee della programmazione operativa e attuativa di territorio, organizza e gestisce le relative attività socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria, le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale e le altre prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, attiva i controlli programmati. Il Punto Unico di Accesso (PUA), assicura la gestione e il coordinamento della rete territoriale dei servizi per la non autosufficienza, promuovendo l integrazione della rete territoriale dei servizi sociali e sanitari, la presa in carico della persona interessata, la gestione integrata delle risorse, la continuità assistenziale, il coordinamento dell attività dei punti insieme e della (UVM), la gestione del sistema informativo integrato delle attività territoriali e la nomina del responsabile del PAP che avrà il compito di seguire l attuazione del PAP e di essere il referente organizzativo della persona interessata e dei suoi familiari. I circa 300 Punti Insieme, costituiscono i presidi dell accesso al sistema integrato territoriale, garantendo l accoglienza del bisogno, la registrazione della segnalazione del bisogno, l orientamento e informazione del cittadino, l avvio della raccolta di tutte le informazioni utili ad orientare la valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno. L Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), valuta e definisce il Piano di Assistenza Personalizzato (PAP), presente in ogni Zona Distretto, garantisce la valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno della persona non autosufficiente, la verifica della sussistenza delle condizioni di bisogno che hanno dato luogo all attivazione del fondo, l individuazione dell indice di gravità del bisogno, la definizione del PAP, con indicazioni quantitative e temporali relative alle prestazioni sociosanitarie appropriate domiciliari, semiresidenziali e residenziali, dando ad esso immediata eseguibilità, la sua condivisione con la famiglia, ai sensi dell articolo 11, comma 5, lettera e) della L.R. 66/2008 e la periodica verifica degli obiettivi del PAP e della appropriatezza delle prestazioni erogate, nonché le eventuali rivalutazioni previste. Medici di base è abitualmente il primo contatto della persona e fornisce un accesso aperto agli assistiti e a tutti i loro problemi di salute. Il suo rapporto con il paziente è peculiare: conosce il contesto lavorativo e familiare dell assistito, conosce i suoi problemi e quello che è stato fatto per affrontarli.

14 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N I Comuni, attraverso gli assistenti sociali, gli sportelli sociali e gli sportelli di inclusione sociale, garantiscono il sostegno alle famiglie dove è presente una persona non autosufficiente, con misure che spaziano da specifici interventi a sostegno del nucleo familiare fino al sostegno finanziario per l avvio di percorsi di assistenza diretta o indiretta della persona. La rete territoriale, le Misericordie, il terzo settore, la Caritas diocesana, le ACLI e le Cooperative sociali, completano il quadro dei soggetti che contribuiscono a vari livelli a sostenere cittadini e famiglie nei loro bisogni. Il sistema regionale per l impiego La strutturazione del sistema regionale per l Impiego Toscano (così come previsto dalla L. R. n. 32 del 26 Luglio 2002 Testo Uunico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro e dal successivo regolamento attuativo n. 47/r del 08/08/2003 e s.m.i.), definisce il sistema regionale dell impiego, gli organi di controllo, le strutture organizzative e gli standard minimi di efficienza dei servizi. Il sistema regionale del lavoro prevede due livelli di gestione, uno regionale con funzioni di coordinamento e controllo ed uno provinciale dove sono posizionate le funzioni più operative. La Regione svolge le funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento e attuazione di politiche di intervento che attengono ad esigenze di carattere unitario su base regionale ed esprime i motivati pareri previsti dalle leggi vigenti. Il sistema regionale per l impiego è costituito dalla rete dei sistemi provinciali. Tutte le funzioni operative in materia di mercato del lavoro e di politiche del lavoro, con la L.R. 32/2002, sono attribuite alle 10 Province ed al Circondario Empolese-Valdelsa. Il sistema provinciale è costituito dalla rete delle strutture territoriali che erogano i servizi per l impiego: a. 10 Centri direzionali b. 35 Centro per l impiego; c. 12 servizi territoriali; d. 66 sportelli di prima accoglienza (attivati presso Comuni, Organizzazioni Sindacali e Associazioni di Categoria. (Fonte dati: Regione Toscana Settore Lavoro Masterplan 2010) I servizi per l impiego, svolgono nell ambito del territorio di propria competenza, le funzioni amministrative ed i servizi ad essi assegnati dalle Province.

15 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 Le Province promuovono e favoriscono l interazione tra i diversi soggetti operanti nell ambito territoriale, ed il loro collegamento alla rete telematica del sistema regionale per l impiego secondo gli standard tecnici regionali. Il collegamento digitale fra questi soggetti per la Toscana è garantito dal sistema IDOL (Incontro Domanda Offerta di Lavoro). La Regione è intervenuta per valorizzare e sviluppare ulteriormente le esperienze di collaborazione tra pubblico e privato (L.R. 20/2005 ed il successivo regolamento 22/r del 2005) attraverso lo strumento dell accreditamento per i servizi al lavoro. Si affiancano ai soggetti accreditati a livello regionale, i soggetti autorizzati a livello nazionale ed in particolare: - Agenzie di intermediazione (di cui DM ); - Agenzie di somministrazione (di cui una autorizzata anche a livello regionale); - Consulenti del lavoro delegati all intermediazione dalla Fondazione Nazionale Consulenti del Lavoro (FNCL). Il numero totale delle Agenzie per il Lavoro che opera in Toscana, è pari a 90 con 215 sportelli su tutto il territorio regionale (Fonte Cliclavoro dic 2011). Occorre inoltre considerare, le novità introdotte dal D.M. del 20 settembre 2011 in materia di autorizzazione per l attività di intermediazione fra domanda offerta di lavoro (viene reso operativo l ampliamento dei soggetti che possono svolgere l attività di intermediazione), che ampliano ulteriormente la rete dei soggetti e dei servizi/opportunità da mettere a disposizione famiglie e gli assistenti familiari (oggi 90 soggetti con 215 sportelli e prima del erano 66 soggetti con 166 sportelli Fonte Cliclavoro dic 2011). A titolo esemplificativo, i soggetti che possono richiedere l autorizzazione per l attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro sono i seguenti: - gli istituti di scuola secondaria di secondo grado - le Università pubbliche e private e i consorzi universitari (a condizione che rendano pubblici e gratuitamente accessibili sui relativi siti istituzionali i cv dei propri studenti) - i comuni, singoli o associati - le camere di commercio - le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro più rappresentative sul piano nazionale - i patronati - gli enti bilaterali - i gestori di siti Internet

16 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N le associazioni senza fini di lucro dedicate alla tutela del lavoro e della disabilità, alle attività imprenditoriali e ai percorsi formativi. Il sistema unitario regionale L adozione di un sistema unitario regionale di gestione dei servizi per le famiglie e gli assistenti familiari, prevede un percorso che promuova azioni su tre piani distinti, ma strettamente correlate tra loro. La definizione di una procedura per l estensione del sistema di incontro domanda e offerta di lavoro (IDOL) al fine di includere la figura dell'assistente familiare. Il sistema sarà gestito a livello provinciale attraverso i CpI per gli adempimenti di al D.gls 181/2000 e s.m.i. (prima iscrizione, aggiornamento esperienze formative e lavorative), e sarà reso disponibile ai Comuni attraverso la rete informativa territoriale del progetto ReSISTo, per la successiva fase di accreditamento di cui alla L.R. 82/2009. L'estensione del sistema di incontro domanda e offerta di lavoro (IDOL) permette la possibilità di disporre di una banca dati unitaria regionale finalizzata all'incontro domanda e offerta di lavoro e riportante tutte le informazioni relative al percorso formativo, al curriculum e all'accreditamento. La banca dati unitaria regionale sarà fruita dalle famiglie, anche attraverso i soggetti pubblici e privati che operano nel mercato del lavoro Toscano. A titolo esemplificativo nella figura 1 è esplicitato il modello di gestione dell elenco regionale (Figura 1).

17 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 Figura 1 I percorsi di accesso ai servizi per famiglie e assistenti familiari sono dunque legati alle politiche di sostegno alla non autosufficienza, ma non solo, adottate dalla Regione attraverso il fondo regionale, per quanto attiene le famiglie e alle politiche del lavoro attraverso il complesso di azioni messe in atto dal sistema dei servizi per l impiego, per quanto attiene gli assistenti familiari. Le famiglia dal momento in cui richiede l accesso al Fondo regionale per la non autosufficienza, sarà avviata in un percorso di informazione e assistenza per la ricerca di un assistente familiare e/o la regolarizzazione del rapporto di lavoro in essere, con coinvolgimento dei Centri per l Impiego e della rete territoriale dei servizi per il lavoro. Le persone che intendono svolgere l attività di assistenza familiare, al momento dell iscrizione ai Centri per l Impiego, oltre ad essere avviati nei percorsi di orientamento, formazione ed inserimento lavorativo, saranno inseriti all'interno della banca dati unitaria regionale che operano nella cura ed assistenza domiciliare per il matching domanda offerta (figura 2).

18 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N Figura 2 La definizione di percorsi di accesso ai servizi per le famiglie e assistenti familiari, porta inevitabilmente a ridisegnare ruoli e compiti dei soggetti presenti sul territorio nell ambito di una cornice di regole già definite. Compito del progetto, è quello di mettere in rete i soggetti e le attività da essi svolte, e di finalizzarle alla costruzione di un sistema unitario regionale. La rete territoriale dei soggetti da coinvolgere, siano essi appartenenti al sistema della non autosufficienza o al sistema dei servizi per l impiego, o in generale ai servizi sociali, forniranno il proprio contributo nel rispetto del proprio mandato istituzionale, associativo o aziendale. A titolo esemplificativo, si elencano i compiti che la rete territoriale dei soggetti coinvolti andrà a svolgere nel sistema unitario regionale. Le Province ed il Circondario Empolese-Valdelsa, hanno la titolarità di: Realizzare i percorsi formativi di cui alla DGR 466/2010; Aggiornare la Banca dati di incontro domanda offerta di lavoro attraverso il collegamento con la banca dati del sistema informativo della formazione;

19 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 Individuare procedure di emersione e regolarizzazione della posizione lavorativa in collaborazione con i soggetti del privato, al fine del massimo inserimento di tutte le posizioni lavorative conosciute all interno della banca dati IDOL; Svolgere funzioni di incontro domanda e offerta di lavoro; Essere, attraverso il Centro per l Impiego, garante della qualità e correttezza delle informazioni presenti nella banca dati. I Comuni, attraverso la rete informativa territoriale progetto ReSISTo, hanno la titolarità di: Aggiornare il profilo professionale degli operatori presenti nella banca dati IDOL con l informazione dell avvenuto accreditamento, di cui alla L.R. 82/2009, quale presupposto per la richiesta di contributi; Fornire informazioni sul sistema, sia alla famiglia sia agli operatori. I Punti Insieme, hanno la titolarità di: Fornire informazioni sul sistema e sulle modalità di accesso; Svolgere attività di incontro domanda e offerta di lavoro. I P.U.A. per la non autosufficienza: Fornire informazioni sul sistema e sulle modalità di accesso; Svolgere attività di incontro domanda e offerta di lavoro. I servizi sociali dei Comuni: Fornire informazioni sul sistema e sulle modalità di accesso; Svolgere attività di incontro domanda e offerta di lavoro; I soggetti del privato sociale, della cooperazione sociale, patronati, hanno la possibilità, a seguito di appositi atti su scala provinciale di: Svolgere attività propedeutica all iscrizione al Centro per l Impiego e quindi all inserimento dell operatore all interno della banca dati IDOL, favorendo l emersione e regolarizzazione delle posizioni lavorative; Fornire informazioni sul sistema e sulle modalità di accesso; Svolgere attività di incontro domanda e offerta di lavoro. A titolo esemplificativo si riporta il modello unitario di intervento per l incontro tra domanda e l offerta di lavoro (figura 3):

20 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N Figura 3 Articolazione dell intervento L intervento si articola secondo il seguente schema: A) Attivazione di un coordinamento istituzionale, con compito di programmazione e monitoraggio, tra assessorati regionali (Welfare e politiche per la casa - Attività produttive, lavoro e formazione), Anci, Upi e Uncem e Italia Lavoro e tra questi e le Province/Circondario rappresentate dagli assessorati competenti attraverso la stipula di protocolli operativi. Il coordinamento consente di definire regole comuni per la definizione dei servizi, di integrare risorse economiche ed effettuare il monitoraggio e le verifiche sull attuazione delle politiche; B) Attivazione di un gruppo tecnico, tra Regione Toscana (rappresentata dai Settori competenti), un rappresentante per ogni Provincia e per il Circondario Empolese Valdelsa, Italia Lavoro, per la definizione, sulla base degli indirizzi espressi dal coordinamento

21 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 istituzionale di cui al punto A), dei piani di lavoro e delle linee operative finalizzate all implementazione del sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari; C) Promozione a livello territoriale di un tavolo/gruppo tra le Province e Circondario Empolese Valdelsa, le Società della Salute e i Comuni, per la realizzazione delle attività previste dal progetto regionale; D) Definizione di un sistema integrato di servizi per le famiglie e gli assistenti familiari per la gestione dell incontro domanda-offerta per la cura e l assistenza domiciliare, così sintetizzabile: o Istituzione in IDOL (Sistema Informativo Lavoro incontro domanda e offerta) delle figure che operano nell ambito dell assistenza familiare; L elenco comprenderà i soggetti iscritti su base comunale di cui alla L.R. 82/2009 (Sistema di Accreditamento obbligatorio per operatore socio sanitario) e tutti i soggetti formati e qualificati per la cura e l assistenza domiciliare; o Il Centro per l Impiego competente deve: verificare l anagrafica del soggetto e adempimenti D.lgs 181/2000 e s. m.; interagire con i Comuni per le procedure di accreditamento obbligatorio per operatore socio-sanitario, di cui alla L.R. 82/2009 ; gestire le figure che operano nella cura e assistenza domiciliare, nonché avviare le procedure per l incontro domanda offerta; o Potranno accedere alla banca dati IDOL (su base provinciale) in relazione alle figure che svolgono attività nell ambito dell assistenza familiare, i soggetti pubblici coinvolti nel presente progetto; o Potranno altresì accedere alla banca dati IDOL sopra citata, attraverso specifiche convenzioni, i soggetti privati ed in particolare: i SpI accreditati a livello regionale all intermediazione domanda-offerta, di cui alla L.R. 20/2005 e i soggetti autorizzati a livello nazionale all intermediazione domanda-offerta, di cui al DM , per le procedure di incontro domanda offerta; o Definizione di un modello territoriale di servizi integrati per famiglie e lavoratori, con il concorso dei soggetti privati, che offra: alle famiglie, la garanzia di maggiore qualità delle prestazioni di cura mediante la qualificazione delle competenze degli assistenti familiari, trasparenza nel rapporto di lavoro mediante l attivazione di servizi a supporto che sostengono la scelta e la sostituzione dell assistente, ma anche la sua regolarizzazione;

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