MODULO RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 8 Febbraio 2017

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1 Pagina 1 di 5 rassegna stampa 8 Febbraio 2017 IL CITTADINO Il Mlfm di Lodi porta un ecografo in Ruanda Ospedale Delmati, serve un piano per far decollare la rivoluzione Lettere & opinioni Grazie a tutto il personale una degenza più sopportabile IL GIORNO

2 Pagina 2 di 5 Il primario bolis e due specialiste nel paese africano per formare il personale Il Mlfm di Lodi porta un ecografo in Ruanda di Raffaella Bianchi Il medico dell ospedale Maggiore di Lodi Costantino Bolis è tornato ieri dal Ruanda, dove ha consegnato nei giorni scorsi un nuovo ecografo al Centro di salute di Muyanza, distretto di Rulindo, a nome del Movimento lotta fame nel mondo di Lodi. L ecografo è adesso l unico disponibile nel raggio di una vasta zona e permetterà di supportare le future mamme, che in caso di necessità potranno essere tempestivamente indirizzate verso strutture ospedaliere meglio attrezzate. Il progetto è del Mlfm, che da decenni opera in Ruanda e sul posto ha anche un tecnico che segue la rete idricama monitora anche le condizioni generali del territorio e della popolazione. Con Bolis, che a Lodi è direttore del reparto di Anestesia e cure intensive, della delegazione lodigiana hanno fatto parte anche Stefania, ostetrica e ginecologa, e Daniela, altra specialista. I tre hanno tenuto sul posto un corso di formazione per l utilizzo dell ecografo: undici le persone che venerdì 3 febbraio hanno ricevuto l attestato finale di partecipazione. E come dichiara Omar Fiordalisio, cooperante del Mlfm in Ruanda, «le donne del villaggio di Muyanza per la prima volta possono sapere se il nascituro sarà maschio o femmina. Già in questi giorni sono state compiute ben cinquanta visite e due donne sono state trasferite d urgenza in ospedale. Il tutto grazie all ecografo». L apparecchiatura fa parte di un progetto più ampio che comprende la formazione di personale locale e la sensibilizzazione delle donne sul posto. I beneficiari del percorso sono cinquecento gestanti e mamme di bimbi dagli zero ai cinque anni e altri mille bambini dagli zero ai cinque anni, con più di 1500 famiglie vulnerabili. Il finanziamento è venuto dalla Conferenza episcopale italiana, cui si sommano le offerte arrivate dalla raccolta effettuata nel Lodigiano con la Caritas nell Avvento E per il progetto del Ruanda andranno i fondi che verranno raccolti domenica 12 febbraio nella quinta Marathon Città di Lodi.

3 Pagina 3 di i malati seguiti, vajani: «prima era stato boicottato, ora vedremo» Ospedale Delmati, serve un piano per far decollare la rivoluzione di Cristina Vercellone Faticano a respirare, usano l ossigeno, sono affetti da broncopneomatia cronico ostruttiva. I malati pneumologici seguiti dal Presidio ospedaliero territoriale (Pot) di Sant Angelo, attualmente sono 110. Un numero che l Asst, Azienda socio sanitaria territoriale guidata dal direttore generale Giuseppe Rossi vuole incrementare. «I 110 pazienti - spiega la referente e pneumologa Sara Forlani - sono malati respiratori. Stiamo valutando con la direzione strategica quali azioni mettere in campo e con quale tempistica per migliorare la risposta da parte del territorio e ampliare il numero dei malati da seguire anche nelle altre specialità. Stiamo vagliando le scelte da intraprendere. La collaborazione con i geriatri, per esempio, è molto stretta. Loro ci segnalano i casi da seguire». Il Pot, introdotto dalla riforma sanitaria lombarda e applicato per la prima volta proprio al Delmati per gli assistiti di Sant Angelo, ha modificato l approccio con i pazienti. Prima, spiega la specialista, i malati cronici andavano dal medico di famiglia. Il dottore assegnava loro una terapia, poi i pazienti, essendo fragili, si riammalavano di nuovo, tornavano dal medico che prescriveva loro la ricetta per l esame. Poi i malati dovevano andare a prenotare la prestazione, tornare a prendere il risultato e riportarlo dal medico di famiglia, fino al nuovo disturbo. Ora, invece, annota Forlani, i pazienti «vengono seguiti sempre dal nostro centro. Siamo noi che prenotiamo le visite per loro, vediamo direttamente i risultati, contattiamo i pazienti a casa per sapere come stanno, ci accorgiamo persino se prendono o no le pastiglie». Adesso l obiettivo è coinvolgere sempre più i medici di famiglia e aumentare i pazienti in cura per tutte le specialità. «Non sono molto informato rispetto al Pot - annota il responsabile dell ordine dei medici Massimo Vajani -. Adesso mi ha chiesto un incontro per il 22 il direttore socio sanitario dell Asst Paolo Bernocchi. Mi vuole parlare della situazione, insieme ai medici Lorenzo Colonna e Claudio Filippi. Nei giorni scorsi era emersa anche la problematica della delibera regionale. Prima c erano i Creg in 5 realtà, Bergamo, Lecco, Como, Milano 1 e Milano 2. Volevano

4 Pagina 4 di 5 estenderli a tutta la Lombardia. Adesso è uscita questa delibera nella quale si parla con terminologia burocratese di gestione del paziente cronico. Venerdì abbiamo un incontro in Regione come federazione degli ordini, con gli assessori Giulio Gallera e Giovanni Daverio. All inizio il Pot, a Lodi, era stato boicottato. Volevano che i medici lasciassero i loro studi e si trasferissero in toto al Pot, poi il progetto si era trasformato in una sorta di collaborazione. La pneumologia funziona bene, le psicologhe lì sono brave, ma al momento i miei pazienti non vengono seguiti dal Pot e neanche quelli dei colleghi con i quali mi confronto. Non mi risulta che ci sia una presa in carico vera e propria legata a questa patologia, non ne so nulla. Nessuno mi ha mai detto niente. Vediamo ora cosa emergerà».

5 Pagina 5 di 5 Lettere & opinioni Grazie a tutto il personale una degenza più sopportabile È passato ormai più di un mese da quando mio papà è stato ricoverato all ospedale di Lodi nel reparto T.i.s. «Terapia intensiva». Con la presente vorrei comunicare alcune considerazioni riguardo gli aspetti professionali ed umani del personale medico ed infermieristico di questo reparto che si occupano di mio papà è di altri pazienti durante il periodo di degenza. Le capacità professionali di alto livello dimostrate, la facile accessibilità nei rapporti con il personale medico, paramedico e infermieristico, la disponibilità costante nel fornire spiegazioni alle sue patologie, hanno reso questa sua degenza sicuramente più serena. Vorrei ringraziare a nome della mia famiglia e soprattutto di mio papà il personale infermieristico. La sensibilità, la solarità e l empatia da parte del personale addetto all assistenza rendono la degenza ed i problemi legati ad essa più leggeri e sopportabili. Ringraziando nuovamente di tutto cuore. Gianluca Sesini