LE SCUOLE PARITARIE NEL SISTEMA SCOLASTICO PUBBLICO PIEMONTESE.
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- Floriana Paoletti
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1 LE SCUOLE PARITARIE NEL SISTEMA SCOLASTICO PUBBLICO PIEMONTESE. LA DIFESA DI UNA NORMA (MEDIATICAMENTE E IDEOLOGICAMENTE) CONTESTATA
2 LE SCUOLE PARITARIE NEL SISTEMA SCOLASTICO PUBBLICO PIEMONTESE Indice premessa Scuole pubbliche e scuole paritarie: due elemen7 dello stesso insieme Le scuole statali Alcuni da7 I da7 piemontesi Scuola paritaria: costa poco e serve molto Una norma contestata ma assolutamente corre@a pag 3 pag. 5 pag. 5 pag. 5 pag. 5 pag. 9 Pag. 10
3 premessa Da qualche giorno i giornali lanciano 4toli cri4ci come Veto della paritaria: l asilo pubblico non può aprire o Veto delle paritarie su altre sei scuole Non c è nulla di più errato: la scuola pubblica consta sia delle scuole statali che delle paritarie. InfaG, on la riforma scolas4ca varata dal ministro Berlinguer, nel 2000, le scuole statali e le scuole pubbliche non statali paritarie concorrono nello stesso modo alla realizzazione del sistema scolas4co pubblico nazionale. Questo significa che non vi è alcuna differenza tra scuola statali o comunali e scuole paritarie, se non i finanziamen4 che ricevono dallo Stato. Le prime infag costano circa 54 miliardi l anno, mentre le seconde solo 500 milioni di euro, ovvero l 1%. La differenza di risorse, tra l altro, non è rapportata al numero degli studen4 iscrig. Dividere quindi il sistema istruzione pubblico in bianchi e neri rischia solo di riaccendere i toni di un dibagto ideologico e poli4co già aspro. La scuola statale e la scuola paritaria sono pubbliche e non possono esserci due pesi e due misure. In Piemonte l offerta scolas4ca è stata storicamente garan4ta dalla scuola statale e dalla scuola paritaria in un ogca di collaborazione ed integrazione. Per garan4re un maggiore equilibrio tra queste due realtà, nel 2013, su proposta dell assessore Cirio, è stata presentato dalla giunta regionale il piano regionale di dimensionamento delle autonomie scolas4che e per la programmazione dell offerta forma4va per l anno scolas4co 2014/2015, poi votato dal Consiglio Regionale. L obiegvo del testo, votato dall aula consiliare, era di valorizzare il principio di compartecipazione delle scelte e garan4re una programmazione razionale che non esulasse da un analisi complessiva dell offerta forma4va esistente. Con questa ra4o, su inizia4va dei consiglieri regionali Vignale e Leo, e con approvazione dell assessore Cirio, il Consiglio regionale ha emanato una norma - all interno del piano di programmazione - che prevede la richiesta di un parere da parte delle eventuali scuole paritarie o statali presen4 sullo stesso bacino territoriale prima di procedere all apertura o chiusura di un plesso. L intento è di assoluta razionalità: in un momento di ristreyezze economiche, prima di spendere soldi pubblici per la costruzione di nuovi plessi, che diverrebbero dei soli doppioni, è necessario verificare la reale offerta forma4va. - 3-
4 Secondo le no4zie apparse invece il testo porrebbe dei limi4. Non è cosi: i casi riporta4 dagli organi di stampa di ques4 giorni fanno riferimento a impegni assun4 ben prima questa norma e che ne dimostrano la correyezza. Un esempio concreto è Bibiana. Il Comune ha 100 bambini e un asilo paritario che riesce ad ospitarli pra4camente tug. Eppure anni fa si è deciso di aprirne uno nuovo, costato in tuyo oltre 1,6 milioni di euro di risorse pubbliche (denaro dei piemontesi) dei quali 500 mila euro della Regione, al Comune 773 mila euro, mentre altri 370 mila euro derivano da fondi europei. Questo significa che se il Comune avesse speso la metà (oltre 300 mila euro) per sostenere le reye dei bambini, si sarebbero risparmia4 oltre 1 milione di euro di risorse pubbliche. La verità è che oggi la norma si scontra con i problemi del passato e sui quali bisogna trovare soluzioni ma senza iniziare una campagna strumentale contro le scuole paritarie. Con questo dossier intendiamo quindi spiegare le ragioni che ci hanno spinto l anno scorso a votare un testo correyo e di buon senso e che non permeyeremo venga modificato dall aula. Avver4amo in ogni caso il centro sinistra: se lo vorrà correggere non saranno ammesse scorciatoie. Una delibera del Consiglio può esser regficata solo con apposito ayo, che dovrà esser soyoposto al voto di Commissione e dell aula. Altri tes4, come una mozione, non bastano di certo a modificare un testo approvato dall assemblea. Alberto CIRIO, eurodeputato e assessore istruzione Regione Piemonte, IX Legislatura Gilberto PICHETTO FRATIN, presidente gruppo regionale di Forza Italia Daniela RUFFINO, vicepresidente del Consiglio Regionale Gian Luca VIGNALE, consigliere regionale Fi ed estensore norma sulle scuole paritarie i consiglieri regionali di Forza Italia: Massimo BERUTTI, Franco GRAGLIA, Claudia PORCHIETTO, Diego SOZZANI - 4-
5 SCUOLE PUBBLICHE E SCUOLE PARITARIE: DUE ELEMENTI DELLO STESSO INSIEME Nel sistema italiano le scuole sono classificabili secondo lo schema riportato: LE SCUOLE STATALI SONO LE PUBBLICHE E LE PARITARIE - 5-
6 LE SCUOLE STATALI Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico come quelle statali. In Italia, ai sensi della Legge 10 marzo 2000, n. 62 (meglio nota come legge Berlinguer) il principio cos4tuzionale della libertà di educazione trova realizzazione ayraverso le scuole statali, le scuole paritarie e le scuole non paritarie nonché le scuole straniere, comunitarie e non comunitarie, operan4 sul territorio nazionale di cui al DPR 18/04/1994, n Questo significa che le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e concorrono alla realizzazione del sistema scolas4co statale Legge 10 marzo 2000 n. 62 ( Legge Berlinguer) Norme per la parità scolas7ca e disposizioni sul diri@o allo studio e all istruzione Ar7colo 1 1. Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall ar4colo 33, comma 2 della Cos4tuzione, è cos4tuito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli en4 locali. La Repubblica individua come obiegvo prioritario l espansione dell offerta forma4va e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall infanzia lungo tuyo l arco della vita. - 6-
7 ALCUNI DATI Secondo i da4 del Miur (2009) in Italia le scuole statali ricoprono il 74,6% ( unità) del sistema scolas4co e accolgono circa l'87,6% degli alunni, mentre le scuole paritarie sono e rappresentano il 24,1% del totale. Su un totale di circa 8 milioni e 960 mila studen4, circa il 10% frequenta le scuole paritarie. Di queste, circa sono scuole dell infanzia, 1500 le primarie, poco meno di 700 le secondarie di primo grado e oltre 1500 le secondarie di secondo grado. Gli alunni che le frequentano sono circa il 10% della popolazione scolas4ca totale, che ammonta a circa 8 milioni e 960 mila studen4. A.S. 2008/09: Iscri] per ordine scuola e regione Infanzia Primaria I Grado II Grado Totale paritaria statale Fonte Miur - 7-
8 I DATI PIEMONTESI Il dato nazionale è similare a quello regionale. In Piemonte infag su circa 600 mila studen4, frequentano le scuole paritarie e oltre quelle statali. - 8-
9 SCUOLA PARITARIA: COSTA POCO E SERVE MOLTO La scuola paritaria costa allo Stato meno dell'1% di quella statale, il 10% degli alunni Secondo quanto riportato nel Quaderno La scuola in cifre , della Direzione Generale per gli Studi, la Sta4s4ca e i Sistemi informa4vi del MIUR, in Italia la spesa per studente delle is4tuzioni scolas4che pubbliche nel 2009 si ayestava a circa 6635 euro. In sostanza, allo Stato ogni alunno di scuola paritaria costa annualmente 584 euro nell infanzia, 866 nella primaria, 106 nella scuola secondaria di primo grado, 51 nella secondaria di secondo grado. Un indicatore u4le riguarda le risorse complessive messe a disposizione degli en4 pubblici affinché un giovane possa frequentare l intero ciclo scolas4co obbligatorio. Sulla base di questa s4ma uno studente che fino ai 15 anni e senza ripetenze frequenta la scuola statale, fin dalla materna (13 anni di scolarità), costa circa euro, mentre un diploma4 di scuola secondaria di II grado (16 anni di scolarità) raggiunge i euro. Per i ripenten4 il costo sale di oltre il 6%. Le risorse des4nate nel 2009 alla scuola statale ammontano a più di 54 miliardi di euro, mentre le scuole paritarie ricevono circa 500 milioni, pari all 1,2% della spesa rela4va alle scuole statali, e offrono servizio pubblico al 10% della popolazione scolas4ca. Se si desse alle scuole paritarie le risorse che ad esse speyerebbero in base alla percentuale numerica dei suoi iscrig (10%), il contributo dovrebbe ammontare a oltre 5,4 miliardi di euro, dieci volte in più di quanto viene riconosciuto ayualmente. Un risparmio annuo di oltre 6 miliardi di euro A con4 fag, dunque, l esistenza delle scuole paritarie garan4sce allo Stato un risparmio annuo di oltre 6 miliardi di euro che è quanto spenderebbe se tug gli alunni che le frequentano passassero alla scuola statale. Anche l Ocse ha confermato che le scuole paritarie sono un risparmio per lo Stato, che supera i 6 miliardi e 644 milioni di euro. Chi sos7ene che si tolgono risorse alla scuola pubblica per darle alla paritaria sbaglia È vero il contrario - 9-
10 DPCR del 29/10/2013 UNA NORMA CONTESTATA MA ASSOLUTAMENTE CORRETTA Delibera di consiglio regionale n AYo di indirizzo e criteri per la programmazione e la definizione del piano regionale di dimensionamento delle Autonomie scolas4che piemontesi e per la programmazione dell offerta forma4va per l a.s Nel 2013 la giunta regionale, Alberto Cirio assessore all istruzione, anche in collaborazione con l allora maggioranza di centro destra, soprayuyo di Gian Luca Vignale, consigliere regionale e tra i primi firmatari della Lr 28/2007 soyopone al Consiglio Regionale gli indirizzi per la definizione del piano regionale di dimensionamento delle autonomie scolas4che e per la programmazione dell offerta forma4va per l anno scolas4co 2014/2015. Si traya della Deliberazione di Consiglio n del 29/10/2013. Il testo riorganizza e rinnova l offerta forma4va piemontese rendendola più efficace ed efficiente in un funzione delle richieste dell utenza a cui si rivolge. L obiegvo è infag di cos4tuire un asseyo radicato sul territorio con struyure funzionali in grado di garan4re una didagca e un offerta forma4va efficace ed adeguate evitando sovrapposizioni. Per garan4re maggiore equilibrio tra la scuola paritaria e la scuola statale, durante il dibagto d aula il consigliere regionale Gian Luca Vignale, insieme al collega Leo, ha presentato un emendamento, - che ha ricevuto il parere favorevole dell assessore Cirio ed è stato votato dall aula che vincola l apertura di nuovi plessi o sezioni a il parere mo4vato da parte delle eventuali scuole paritarie presen4 nel bacino di utenza e/o dall associazione di categoria a cui le scuole sono iscriye. Questa norma ha una chiara e razionale finalità: prima di aprire un nuovo is4tuto bisogna verificare se l offerta sul territorio è satura. Se non lo è una nuova scuola rappresenterebbe solo un doppione inu4le e realizzato a danno dei ciyadini. Difendere questa norma significa quindi mantenere un a@eggiamento di buon senso e razionalità sopra@tu@o nei confron7 dei ci@adini e delle limitate risorse pubbliche
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