Comunità Parrocchiale di Rovellasca

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1 Comunità Parrocchiale di Rovellasca Beati gli invitati alla Cena del Signore il bollettino - giugno 2007

2 sommario Parla il parroco... Grazie 3 Dedicato a Maria C è bisogno di donna 5 Corpus Domini Sacramentum Caritatis 6 Un po di storia 7 Quarantore Breve storia di un movimento benefico 8 Oratorio Grest 10 Vacanze estive 11 Vita parrocchiale Molo Ritiro delle famiglie 13 Catechesi delle famiglie 14 Giovani famiglie 15 Testimonianze dal corso fidanzati 16 Gruppo neo famiglie 17 La festa non è finita 18 Famiglia Matrimonio e famiglia 21 Famiglia ed educazione 22 Che cosa è la Tabor 24 In piazza S. Giovanni 25 Famiglie numerose 26 Il padre, un testimone credibile 29 Agiografia I cogniugi Quattrocchi 30 Lettura Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano 32 Correva l anno Dall archivio 36 Hanno offerto 37 Itinerari di fede La Madonna del Rosario di Pompei 38 Santa Caterina del Sasso 40 Cultura Santa Caterna da Siena 41

3 parla il parroco... Grazie Volge al termine un anno pastorale, con le sue luci e le sue ombre. Forse non è giusto sottolineare solo il bene, sembra così evidente il male! Eppure a me viene spontaneo pensare a tutte le persone (e sono veramente tante) che hanno donato un po di sé stesse alla nostra Parrocchia: tempo, energie, qualche arrabbiatura, tanta condivisione. Persone normali, che hanno voluto trovare, nella normalità della vita, un angolino anche per gli altri. Il bene è proprio fatto di persone normali perché è la realtà più normale, più ovvia della nostra vita, anche se qualcuno vuol farci credere che esiste solo il male. Oltre a tutti questi nostri volontari, mi vengono in mente le persone che offrono alla nostra Comunità il contributo più prezioso, anche se invisibile all occhio umano: la preghiera e, ancora più radicalmente, l offerta dei propri sacriþci, delle proprie sofferenze Þsiche e spirituali; queste persone costituiscono il monastero invisibile, presente in tutte le nostre Comunità. E poi penso, in un tempo di grande discussione sulla famiglia, a tutte quelle mamme che corrono da mattina a sera perché devono badare alla casa, al lavoro, ai Þgli e un po anche al marito, e si fanno in quattro per offrire a tutti e a tutto il meglio di sé. Come non capirle, quando sono un po stanche e nervosette? E si possono dimenticare i papà, che dopo una giornata di duro lavoro, sono capaci di trovare un sorriso per la moglie e magari anche di lavare i piatti e sistemare la cucina, per poi giocare un po con i Þgli o controllarne i compiti o ascoltarne le epiche avventure quotidiane? E come non ricordare i mitici e preziosi nonni, ritornati esperti di biberon, pannolini e giochi infantili! Ecco: questo è l esercito del bene, che usa le armi dell amore, della pazienza, della benevolenza. Che non fa mai rumore, al punto che non ci si accorge della sua esistenza. E di questa moltitudine immensa fa parte ognuno di noi! Certo, qualche volta non siamo perfetti, ma è perché siamo un po stressati. Proprio per questo arriva l estate: per riposare un po, se si riesce. Sapendo che l amore non va mai in vacanza. don Roberto 3

4 Quarantore programma Giovedì 7 Giugno ore S. Messa ore Esposizione ore Adorazione guidata ore Vespri e Benedizione ore S. Messa ore Adorazione guidata sino alle ore Adorazione silenziosa sino alle Confessioni: ore ore Venerdì 8 Giugno ore S.Messa ore Esposizione ore S. Messa e Adorazione per gli ammalati ore Vespri e Benedizione ore S. Messa ore Adorazione guidata sino alle ore Adorazione silenziosa sino alle Confessioni: ore ore Sabato 9 Giugno ore ore ore S. Messa Esposizione Vespri e Benedizione Confessioni: ore ore Domenica 10 Giugno Solennità del Corpus Domini ore Vespri e Processione La Processione terrà il seguente percorso: Via Roma, via Garibaldi, via Verdi, via Cavallotti, via Monte Grappa, via Grassi 4

5 C è bisogno di donna In un mondo dominato dai muscoli e dal potere, c è bisogno di ascolto, di accoglienza, di speranza. C è bisogno della parte femminile della nostra comune umanità. C è bisogno di Maria. S ono un maschietto: su questo non ho dubbi. Del resto mi rendo benissimo conto che da «maschio» mi muovo, ragiono, parlo, interpreto ciò che mi accade attorno, affronto giorno per giorno il pezzo di storia che il buon Dio mi da vivere. Da degno rappresentante del «sesso forte», mi riconosco, manco a dirlo nella forza, nel fare più che nell essere, nel potere come desiderio di «dominare», di sopravanzare gli altri. Fin da bambino, mi dedico ad attività tipicamente maschili: competitive, rozze, manesche. Tutto ciò che vagamente sapesse di «debolezza» verrebbe, appunto, bollato come «roba da femminucce». C è poco da fare: io e voi, cari amici maschi, siamo fatti così. Per nostra fortuna, c è un altra metà del cielo Qui abitano le donne, quegli esseri strani dei quali per tanti anni neppure ci accorgiamo, almeno Þnché la curiosità prima e altre sensazioni indescrivibili poi non cominciano a provocarci - dico a noi maschietti - strani pensieri e altrettanto strane scariche elettriche nel corpo. E improvvisamente le femmine diventano l argomento principale dei discorsi con gli amici, degli appostamenti e dei sogni a occhi aperti. Chissà come e perché, ma ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di loro per completare noi stessi. Riconosciamo infatti alle rappresentanti del «gentil sesso» tutta quella sensibilità, quell accoglienza, quell attenzione alle cose semplici ma importanti, quella forza interiore, quella profondità di sentimenti, quella delicatezza, quella capacità di intuire sofferenze e dolori che noi neppure ci sogniamo. C è davvero di che ringraziare il Padreterno per l invenzione della donna, perché altrimenti noi maschietti, sbruffoncelli e smargiassi, ce la saremmo proprio passata male. E c è di che supplicare le donne perché rimangano tali, senza assurdi complessi di inferiorità o desideri di emulazione nei nostri confronti. Per quanto Þn qui detto, in un dedicato a Maria momento come quello che il nostro mondo sta attraversando e che, converrete con me, non è dei più tranquilli e paciþci, a me vien da dire che c è un gran bisogno di donna! Oh, non fraintendetemi, nulla a che fare con la castità. L esigenza nasce dalla constatazione che tutti noi, individui, politici, governi, stati, popoli, a prescindere dal sesso effettivo di ciascuno, stiamo comportandoci così maledettamente da «maschi» che in giro si sente ormai bisogno di un po di «femminilità». Non percepite anche voi che le nostre relazioni, quotidiane e internazionali, sono tutte di «sesso maschile»? L importante è vincere, annientare l altro, renderlo inferiore. E se non ci si riesce? Un altra bella dose di mascolinità! Vendette, rappresaglie, spedizioni punitive, bombardamenti «intelligenti», arresti, inasprimento delle pene: non sappiamo far altro che mostrare i muscoli, come fanno certe scimmie, o gonþare la criniera, come fa il leone. C è bisogno di «donna» C è bisogno di silenzio, ascolto, attenzione, capacità di vedere gli autentici bisogni delle persone senza umiliare nessuno, c è bisogno anche di sapersi tirare indietro. C è bisogno di affetto, vicinanza, Þducia negli altri, di credere, con fatica, ma di credere anche quando tutto sembra remare contro. C è bisogno di accostarsi in punta di piedi alle ferite profonde degli uomini e delle donne del nostro tempo: senza soluzioni altisonanti in tasca, ma con la disponibilità a restare. Restare li dove l uomo muore, presidiare la posizione perché anche solo un briciolo di dignità si salvi. Perché qualcuno continui a volgere lo sguardo verso l orizzonte, in attesa speranzosa dell alba. C è bisogno di gesti semplici e parole belle che sciolgano gli odi. C è bisogno di «portare» e «dare» la vita. C è bisogno, lasciatemelo dire di Maria. Maria mamma di Gesù e mamma nostra, abbraccia ti prego questo mondo! E tienilo stretto, perché non vada deþnitivamente a rotoli (Fabio Scarsato in Messaggero di S. Antonio) 5

6 Corpus Domini Corpus Domini, Sacramentum Caritatis S acramentum Caritatis è una delle espressioni usate da san Tommaso d Aquino riguardo l Eucaristia, felice espressione ripresa da papa Benedetto XVI a titolo dell esortazione postsinodale, in continuità con la sua prima enciclica Deus caritas est. Che è lo stesso dire: il Corpo del Signore è il Sacramento dell Amore, è Dio Amore che si dona a noi attraverso il Figlio, per renderci a sua immagine e somiglianza: Amore! Nella chiesa antica l Eucaristia spesso era chiamata anche agape - amore, oppure pax - pace e Gloria a Dio nell alto dei cieli e pace in terra è il nostro pregare proprio all inizio della santa Messa, la gloria di Dio Amore e la Pace sulla terra. Quando prendiamo e mangiamo del Corpo di Cristo è di Amore e Pace che noi ci nutriamo, è Amore e Pace che possiamo diventare. Amore e Pace: beninteso, amore non quello di questo mondo, pace non quella di questo mondo, ma il Suo Amore, la Sua Pace. Ora, quale giorno prezioso è il Corpus Domini! Prezioso è il giorno del Signore in cui si festeggia, con gioia e gratitudine, il Corpo del Signore, tempo privilegiato per camminare verso Dio. È questo un atto della nostra volontà: incamminarci, deciderci per Cristo, percorrere la Sua Via che è Verità e Vita. Uscire da noi, dal nostro io, per andare verso Lui, nostro Dio. Pronunciare il nostro Þat ad imitazione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra, pronunciare il nostro sì in piena libertà e totale Þducia nel Signore. Così, camminiamo, fedeli, verso Dio, che è Amore e Pace. Prezioso è il giorno del Signore in cui si festeggia, con gioia e gratitudine, il Corpo del Signore, tempo privilegiato per sentirsi uniti davanti a Dio. Insieme, uno accanto all altro, nella nostra chiesa riceviamo un unico pane per diventare da tante membra un unico corpo. Questa unità non ci appartiene per la nostra estrazione sociale o per il nostro stare bene insieme né tanto meno per la nostra volontà d essere uniti: è l Eucaristia che ci raduna e ci unisce, è l Eucaristia che ci invita ad aprirci all altro per essere una cosa sola, è l Eucaristia che ci dona la forza di comprenderci e riconoscerci fratelli. Così, sentiamoci uniti e sosteniamoci fedeli a Dio, che è Amore e Pace. Prezioso è il giorno del Signore in cui si festeggia, con gioia e gratitudine, il Corpo del Signore, tempo privilegiato per camminare con Dio. Lui è il senso del nostro procedere e questo è il signiþcato della processione del Corpus Domini: portare per le strade del nostro paese l Eucaristia lasciando che Lui sia guida, Meta e Luce. Il nostro peregrinare in questo mondo ha un senso solo se camminiamo con Lui, se ci af- Þdiamo al suo passo e lasciamo che Lui sia la nostra misura, Lui che è misura inþnita. Così, camminiamo, fedeli, con Dio, che è Amore e Pace. Prezioso è il giorno del Signore in cui si festeggia, con gioia e gratitudine, il Corpo del Signore, tempo privilegiato per inginocchiarsi davanti al Signore. Adoriamo e gloriþchiamo Dio incarnato, Dio fatto uomo, Dio morto e risorto e vivo in mezzo in noi! Inginocchiamoci davanti a Dio che è Amore vivo! Lasciamoci stupire da Cristo che vive, qui e ora, tra noi: è, sì, Mistero della Fede, ma è nello stesso tempo Mistero da vivere, possibilità reale che la Fede diventi vita, che noi diventiamo il corpo di Cristo, sue membra che viviþcano Amore. Così, inginocchiamoci, fedeli, davanti a Dio, che è Amore e Pace. Corpus Domini, Sacramentum Caritatis: che in questo giorno del Signore dedicato al Suo Corpo e al Suo Sangue possiamo afþdarci alla Sua Volontà come fanciulli tra le braccia del padre, lasciandoci trasformare dal Suo Amore e dalla Sua Pace. A gloria del Divin Padre. M.C. 6

7 Un po di storia L a festa del Corpus Domini venne istituita nel 1264 da papa Urbano IV con la bolla Transiturus de hoc mundo - Mentre stava per lasciare questo mondo, con il desiderio di affermare che Gesù, durante l ultima cena, ci ha fatto dono di sé per restare tra noi in eterno ed è realmente presente nell Santissimo Sacramento. Il papa prese questa decisione in seguito al miracolo di Bolsena. In questa località in provincia di Viterbo, l anno precedente un sacerdote boemo che si stava recando a Roma si fermò a celebrare la Messa sull altare di Santa Cristina. Durante la consacrazione, pur nutrendo molti dubbi sulla transustanziazione, cioè sulla trasformazione dell ostia e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, che dall ostia sgorgava sangue. Anche i fedeli che assistevamo alla Messa ne furono testimoni e l accaduto fu comunicato al Papa. Il papa ordinò che i paramenti indossati dal sacerdote, che erano stati bagnati dal sangue dell ostia, fossero portati ad Orvieto, dove lui stesso risiedeva. Durante il trasporto, gli abitanti dei paesi in cui passavano le reliquie pensarono di rendere omaggio gettando petali di Þori sulle strade così che, dalla nascita della festa del Corpus Domini gli abitanti di Bolsena hanno continuato a mantenere la tradizione dell InÞorata: un chilometrico tappeto di Þori che accompagna la processione per i vicoli del paese. Gli abitanti di Bolsena iniziano la raccolta dei Þori soltanto uno o due giorni prima e per alcune specie più pregiate la raccolta viene fatta alle prime luci dell alba dello stesso giorno della festa. I disegni generalmente sono semplici, rappresentanti simboli o Þgure geometriche; i colori usati sono pochi, predominanti in tutte le composizioni sono il giallo, il rosso Corpus Domini ed il verde. La tecnica di realizzazione consiste nel realizzare il disegno su carta o direttamente sul lastricato e successivamente creare i contorni con un impasto di segatura e vernice nera. Una volta creati i contorni vengono stesi i petali dei Þori sul disegno. La solennità del Corpus Domini rievoca la liturgia dell Ultima Cena del Giovedì Santo. Le prime testimonianze della festa ci giungono attraverso un affresco di Raffaello nelle Stanze Vaticane a Roma chiamato La Messa di Bolsena che ritrae il sacerdote boemo mentre celebra la messa. Dopo la riforma liturgica del concilio Vaticano II, la festa venne chiamata Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. In origine questa festa veniva celebrata il primo giovedì dopo la prima domenica successiva alla Pentecoste, ma nel 1977, il papa Paolo VI decise di spostare i festeggiamenti alla seconda domenica dopo Pentecoste, la domenica successiva alla solennità della Santissima Trinità, chiudendo con il Corpus Domini il tempo liturgico della Pasqua. 1. Il papa Urbano IV; 2. La Messa di Bolsena. M.C. 7

8 8 quarantore Breve storia di un movimento benefico. L e Quarantore sono una pratica pia che consiste nell adorazione davanti al Santissimo Sacramento per quaranta ore. Gli storici dicono che le radici di questa forma particolare di pietà religiosa affondano nella consuetudine cristiana del digiuno e dell astinenza praticati negli ultimi giorni della Settimana Santa con l adorazione del CrociÞsso da parte del clero e dei fedeli: pratiche a cui si aggiunsero pian piano veglie di preghiera che iniziavano la sera del Giovedì Santo e si concludevano a mezzogiorno del Sabato, il tempo quaranta ore, secondo il computo di sant Agostino trascorso da Gesù nel sepolcro. Ma la forma classica dell adorazione, con l ininterrotta esposizione per Quarantore del Santissimo Sacramento, è legata all Italia ed in particolare a Milano, e si colloca nel decennio : vi concorsero la religiosa disponibilità dei milanesi e lo zelo di uomini i cui contributi si fusero Þno ad assumere la Þsionomia che dura Þno ad oggi. Il protagonista fu il sacerdote ravennate Antonio Bellotti che nel 1527, l anno del Sacco di Roma, propose nella chiesa del Santo Sepolcro la celebrazione delle Quarantore durante il triduo della Settimana Santa, a Pentecoste, all Assunta ed a Natale: pratica che poi si estese anche ad altre chiese milanesi. Fu però il fondatore dei Barnabiti, padre Antonio Maria Zaccaria da Cremona, a dare un impulso particolare a questa devozione. La sua pastorale era centrata sulla venerazione del CrociÞsso e sull Eucaristia, il CrociÞsso vivo : se l uomo è intiepidito ed è diventato bestia diceva è perché non frequenta più questo sacramento. Padre Zaccaria desiderava promuovere la rinascita spirituale della comunità ambrosiana, risvegliando in essa il senso e la pratica religiosa, ed inoltre difendere la cristianità dagli incombenti pericoli costituiti dalla minaccia turca e luterana. Egli volle che le Quarantore diventassero una pratica solenne, che comportava l esposizione del Corpo sacramentale del Signore nelle chiese della città, a turno, così che tutta la popolazione venisse in qualche modo mobilitata, e che prescriveva oltre alla preghiera comunitaria il decoro dell altare, ornato di Þori e di ceri; la contemplazione del Signore nel segno del suo Corpo non era Þne a se stessa, ma volta ad innescare nei fedeli un processo di conversione profonda. Ritratto di padre Zaccaria Ai padri Cappuccini va il merito di aver diffuso poi le Quarantore nelle città d Italia a partire dal 1537; ad essi si afþancarono nella seconda metà del secolo XVI i Gesuiti, che inserirono una novità contrapponendo per la prima volta nel 1556 a Macerata un Carnevale santiþcato con le Quarantore al Carnevale profano. Nei

9 quarantore secoli successivi l adorazione eucaristia delle Quarantore si propagò in tutta Europa e nella seconda metà del XIX secolo fu introdotta negli Stati Uniti. La prima approvazione papale della pia pratica avvenne nel 1537 con un Breve di papa Paolo III; seguirono altre approvazioni, incoraggiamenti, concessioni di indulgenze per una devozione popolare in cui la meditazione si alternava con la preghiera vocale, rivitalizzando la fede e promuovendo rappaciþcazioni generali. Le Quarantore costituivano infatti un tempo di rinnovamento nella vita spirituale individuale ma anche un tempo di grazia nella vita sociale, perché la preghiera e la penitenza facevano crescere la comunione tra clero e popolo, tra ricchi e poveri, tra sudditi e potenti; per tre giorni si stabiliva davanti a Gesù Eucaristia una sorta di tregua Dei. Ad esse si legano poi manifestazioni di fede, d arte e di cultura particolari; si pensi al barocco, che esalta il Cristo Eucaristico presente come Re nella Chiesa. Per oltre due secoli le Quarantore furono al centro del culto eucaristico ed un argine potente per fronteggiare tempi di calamità, di divisioni e di lotte. Poi vennero le rivoluzioni politiche e sociali ed i cambiamenti; la ragione cominciò a dubitare della fede, facendo calare molte pratiche religiose comprese le Quarantore, che incisero sempre meno nella vita individuale e sociale. Oggi prevale una esigenza di interiorità. Il Concilio Vaticano II ha dettato alcune norme per questa devozione, collegandola chiaramente alla Parola di Dio ed alla Santa Messa: l esposizione deve apparire in rapporto con la Celebrazione Eucaristica, che racchiude in modo più perfetto quella comunione intera alla quale l esposizione vuole condurre i fedeli. Elena Clerici «L Eucaristia non è una cosa, ma Gesù stesso, morto per noi e risorto, che ci attrae a sé e ci cambia dall interno non solo come persone, ma come Chiesa e come comunità». Ti rendiamo grazie, Signore, per questa duplice mensa, con la quale ci ristori e ci dai la vita: la mensa del tuo santissimo corpo e la mensa della tua parola. Tu hai manifestato così il tuo amore per tutti gli uomini ed hai preparato un grande convito per tutti i popoli: in esso non più l agnello simbolico ma il tuo stesso corpo e il tuo sangue ci vengono dati. Noi gustiamo la gioia della tua mensa e beviamo al calice della salvezza. A te la nostra lode e il nostro amore, nei secoli dei secoli. Amen. (dal libro della Imitazione di Cristo IV, 9,2-5) 9

10 oratorio Grest 2007: Musica maestro!!! Abbiamo un piano e sembra forte D al 12 giugno al 6 luglio per quattro settimane il tuo Oratorio e Amministrazione Comunale offrono ai ragazzi e bambini dalla 1 a elementare alla 3 a media l occasione di stare insieme, di giocare, di divertirsi, di trascorrere le vacanze con gli amici, di imparare qualcosa di nuovo... attraverso esperienza dell oratorio estivo... il GREST!!! Questa sarà un estate a tempo di musica con un maestro d eccezione!!! La musica giovane, la musica che i nostri ragazzi inseguono come un sogno. Il sogno di suonare in una band è abbastanza diffuso tra i giovanissimi, soprattutto tra i preadolescenti. La storia che accompagnerà i bambini e ragazzi durante le settimane di Grest parla proprio di loro: un gruppo di ragazzi che danno vita a una band la cui bellezza sta nell interiorità dei ragazzi che la compongono. Questa per loro sarà un esperienza di vita che li farà crescere e gli permetterà di scoprire nuovi valori in cui credere e Þdarsi. Questi cinque ragazzi ci rimandano, per le loro caratteristiche, a cinque santi che accompagneranno la preghiera dell estate. L esperienza del Grest deve essere vista come un opportunità per i bambini, adolescenti, ragazzi e giovani di trascorrere insieme del tempo che li aiutano a crescere come uomini e come cristiani. Augurandoci che tutte le famiglie condividano gli obiettivi educativi proposti collaborando attivamente alle proposte! Quest anno proprio per cercare di far vivere in modo più partecipato l iniziativa di carità diocesana ogni settimana saranno devoluti 1 Euro a favore della missione di San Pedro in Costa D Avorio in Africa. Inoltre verranno proposte quattro gite: una a carattere culturale, una in montagna con il Cai, una al Parco Acquatico Ondaland. Mentre il 6 luglio, ultima giornata di Grest, alle ore si vivrà un momento di festa con tanto di spettacolo e premiazione della squadra vincente. E allora cosa aspetti prendi il tuo strumento, non ti preoccupare se non è accordato per quello ti aiuterà il maestro del Grest corri a portare lo spartito d iscrizione al Don Stefano e scalda la voce per il 12 giugno il Grest sta per iniziare!!! Chiara Alcune note pratiche: La giornata del Grest: Ore 14.00: SI APRONO I CANCELLI Ore 14.30: SI INIZIA (inno, preghiera, ) E SI GIOCA Ore 16.15: È tempo di MERENDA Ore 16.45: Riprendono le attività Ore (il VENERDI ore 17.15):...Tutti sotto al portico! Conclusione Ore (il VENERDI ore 17.30): Ciao e a domani PULIZIE A GRUPPI (ogni giorno 1 squadra diversa ) Per informazioni rivolgersi a Don Stefano. 10

11 oratorio luglio campo medie a ravoledo di Grosio (valtellina) luglio campo di i e ii superiore a fumero (valtellina) informazioni dettagliate verranno comunicate in apposite riunioni prima della partenza. 29 Agosto - 2 settembre incontro con il papa benedetto xvi a loreto aperto a ragazzi e ragazze dalla terza superiore in poi per le iscrizioni rivolgersi a don stefano 11

12 12 vita parrocchiale Molo14 D omenica 6 maggio si sono dati appuntamento i 14enni della nostra Diocesi per vivere il Molo 14 a Bellagio. Tutti, in questa giornata, concludendo il primo tratto di cammino post-cresima, hanno iniziato a prendere in mano il timone della barca della loro vita, per sceglierne la rotta. Insieme ai loro catechisti e ai loro sacerdoti, si sono preparati a lungo cioè i propri limiti, malattie, e il loro ruolo da assumere nell equipaggio della nave - Chiesa. Nei due punti di accoglienza, Como e Colico, i ragazzi hanno trovato un ospedale da campo con alcuni animatori travestiti da medici e infermieri, che li hanno accettati e guidati attraverso un percorso nei diversi reparti per superare gli esami clinici delle loro malattie, al termine del quale sono stati vaccinati. La nave è cosi pronta a salpare!! Durante la navigazione verso Bellagio i ragazzi hanno raccontato e condiviso il loro Diario di Bordo: il cammino percorso dalla Cresima ad oggi attraverso foto, racconti, costruzioni e cartelloni. All arrivo a Bellagio sono stati salutati dalla banda che per l occasione era allestita su una nave dei pirati con un capitano d eccezione: il Vescovo. Sbarcati, gli animatori locali, indossando i panni dell equipaggio di una nave, li hanno accolti in un clima di comunione e festa. La Messa al parco, in un assemblea di circa 1300 persone, è stata presieduta dal nostro Vescovo Diego, particolarmente spumeggiante e gioioso, vista l occasione. Ha esordito ricordando ai 14enni, catechisti e animatori, l importanza di non mettere se stessi al centro della propria vita, ma di trovare la vera gloria e la vera gioia nelle pagine di Vangelo. Forti e decise le sue parole quando ha ricordato che oggi deve essere per tutti uno slancio perché la vita deve essere un impresa fantastica vissuta in modo geniale e nuovo, anche quando ti diranno che il cristianesimo è fatto solo di rituali e abitudini devi avere il coraggio di entrare nel mondo nuovo, un mondo dove ti è chiesto di non occuparti di Te stesso, ma dell umanità. Cristianesimo che è capace di cambiare e trasformare: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; I ragazzi hanno ascoltato con attenzione e trovato nel Vescovo un ammiraglio pronto ad aiutarli a tenere il timone nel viaggio della loro vita. Alla Þne della celebrazione eucaristica, divisi secondo i ruoli dell equipaggio, hanno consumato il pranzo e successivamente divertiti nei giochi a tema. Molta la fantasia messa dagli animatori di tutte le parrocchie della Diocesi per aiutare i 14enni a vivere attraverso il gioco le caratteristiche del loro ruolo. Si aggiravano infatti per il parco strani cambusieri, segnalatori, rematori, marinai, mozzi, cuochi, vedette, timonieri, carpentieri e nostromi. Terminati i giochi la giornata si è conclusa con la preghiera dell equipaggio e la costruzione di una barca formati da diversi pezzi-ruoli della nave. I saluti sono stati veloci perché ad attenderci c erano i battelli pronti a riportarci a casa. Al momento dell imbarco è stata consegnata ai ragazzi la carta di sbarco dove hanno scritto e condiviso le aspettative di questa giornata: molta voglia di divertirsi, conoscere il Vescovo e nuovi amici. Aspettative che sembrano essere state appagate!!! Con l augurio che per tutti questo non sia l arrivo di un viaggio, ma la partenza di una lunga vita piena di imprese. Chiara

13 vita parrocchiale Ritiro della Famiglie all Abbazia dell Acquafredda A nche quest anno a chiusura dell anno pastorale della parrocchia abbiamo partecipato al ritiro delle famiglie. Domenica 22 Aprile insieme ad altre famiglie siamo andati presso l abbazia dell Acquafredda, dove in un atmosfera d altri tempi abbiamo affrontato il tema del nostro ritiro. Quest anno don Roberto ha voluto approfondire il difþcile tema dell OBBEDIENZA. Non appena il don ha proposto l argomento ci siamo guardati reciprocamente e si è alzato un coro quasi unanime: vedi è proprio per te...!! Dopo la solita completa ed esaustiva introduzione di don Roberto ci siamo resi conto che per ognuno di noi è molto difþcile OBBEDIRE. Ma poi obbedire a chi? E perché? Queste sono le prime domande che sono sorte spontaneamente. La risposta l abbiamo trovata in alcune delle citazioni della bibbia: Dio spogliò se stesso, assumendo le condizioni di servo.. Anche Gesù a volte ha faticato a seguire le indicazione di suo Padre: Padre se puoi allontana da me questo calice.... Obbedire quindi senza esitazione, senza mormorazione, senza indolenza obbedire incondizionatamente è questo che Dio vuole da noi. Naturalmente a cominciare dalle piccole cose che la quotidianità ci propone, lo so non è facile, il capo al lavoro che comanda, la moglie o marito a casa che ti chiede un aiuto, la comunità che vorrebbe qualcosa in più da te Insomma quest obbedienza non è una cosa così semplice, bisogna mettersi al di sotto di tutti e cercare di seguire l esempio di Gesù che è diventato l ultimo degli ultimi. San Benedetto aveva stilato delle regole per i suoi confratelli: Il primo grado dell umiltà è l obbedienza immediata. Essa è propria di coloro che ritengono di non avere assolutamente nulla di più caro di Cristo... Perché obbedire? Io amo Gesù e vorrei essere come lui. Al termine della nostra difþcile meditazione, insieme alla comunità abbiamo celebrato la messa nella chiesa dell abbazia per poi pranzare tutti insieme in uno degli splendidi saloni. Dopo una difþcile rißessione comune sul tema, tutti insieme siamo saliti al santuario della Madonna del Soccorso, passando per le cappelle rafþguranti i momenti della via crucis. Così con dei momenti di rißessione, momenti di aggregazione comune e gioco (per i bambini) e con momenti di preghiera abbiamo trascorso la nostra domenica diversa dal solito ma sicuramente arricchita di motivazioni per cercare di OBBEDIRE. Una Famiglia 13

14 vita parrocchiale Catechesi delle famiglie C i si incontra ogni mese per la catechesi delle famiglie che è il germoglio e la continuità di quel che fu il primo gruppo di spiritualità familiare parrocchiale. Detto questo, a noi piace sentirlo come l incontro per le coppie: perché è dalla coppia che nasce il gusto e la volontà di essere famiglia, profondamente consapevoli che solo mettendosi nelle mani di Dio e nell ascolto della sua parola si possa portare avanti il Suo progetto. Nell altalenanza normale di periodi più o meno fecondi, si è comunque formato un gruppo di coppie che cerca di leggere e discutere alcuni brani evangelici o qualche documento ecclesiale per così capire meglio ed essere pronti alle sþde che il tempo presente ci pone. È bello che ognuno si senta accolto ed ascoltato, perché in ogni persona c è qualcosa che aiuta a crescere tutti. Speriamo che qualche coppia della nostra comunità si aggiunga, che qualcuna che non ha partecipato ritorni; sono momenti belli dove il senso della comunione spesso richiamato si avverte forte, dove la Speranza in Dio ci aiuta a perseverare e dove insieme ci si sostiene. Il cammino di coppie e di famiglie anche se un poco impervio ci pare meno pesante perché in compagnia si cammina più spediti. A presto. Adelio e Rita Famiglia, Santuario della Vita Preghiamo con Giovanni Paolo II Quest anno si è approfondita l enciclica Deus caritas est. Papa Benedetto ci ha fatto cogliere la grandezza della misericordia e dell amore di Dio e con la seconda parte ci ha spronato ad avere anche noi attenzione e delicatezza verso il prossimo più bisognoso. Leggendo l enciclica in chiave coniugale ci insegna che prima di tutto si deve essere accoglienti ed usare la tenerezza di Dio verso il nostro coniuge, i Þgli e i nostri familiari. Sono infatti questi il primo prossimo che ci mette accanto il Signore. Nell ultimo incontro si è cercato di fare un bilancio di questi anni ed abbozzare un programma per il prossimo. Visto che di parole se ne dicono e se ne sentono anche troppe si pensava di cambiare un po la struttura degli incontri. Ritrovandoci sempre in Oratorio si partirebbe con un momento di preghiera comune (come già attualmente), poi dopo una breve rißessione si pensava di lasciare spazio alla preghiera personale e per chi se la sente mettere davanti al Signore i problemi i crucci ma anche le cose belle che accadono nelle nostre vite, così da sentirci ancora più uniti da un vincolo di amicizia e di condivisione: ogni altro suggerimento è bene accetto. perché ogni famiglia, sia autentica Chiesa domestica, e buona novella d amore e di vita perché ogni famiglia, sia segno di speranza per la comunità ecclesiale e per il mondo intero. perché i papà e le mamme si sforzino di desiderare ed accogliere i figli con grande rispetto per la loro propria personalità perchè l amore gratuito per ogni essere umano sia la forza ispiratrice per la costruzione di una civiltà degna di questo nome perché l umanità intera sappia apprezzare il grande dono della vita 14

15 Giovani famiglie P er il quarto anno consecutivo è proseguito il cammino delle giovani coppie, ora ridenominate giovani famiglie. Mentre nelle stagioni precedenti don Roberto proponeva mensilmente argomenti sui quali discutere, per quest anno si è voluta provare una nuova strada, e cioè la lettura di un libro con relativo confronto. Dopo lunghi approfondimenti, la scelta è caduta su Cinque dialoghi su matrimonio e famiglia di Franco Giulio Brambilla, un testo sicuramente interessante ma che ha presentato alcune difþcoltà all interno del gruppo nello sviluppo degli argomenti proposti. Il libro, frutto dell esperienza di don Franco Brambilla, era praticamente suddiviso in 5 macro parti, nelle quali si leggevano brani del Vangelo collegati con le problematiche di famiglia. Da qui nascevano dubbi e domande, soprattutto molti dubbi. Il numero delle famiglie presenti agli incontri del secondo sabato del mese era costantemente intorno alla quindicina, sicuramente un buon gruppo ma sempre aperto per tutte quelle famiglie di Rovellasca che vogliono provare questa esperienza. Dopo l incontro di giugno, parte del gruppo si ritroverà come l anno scorso in una località turistica in Austria, per trascorrere una settimana di vacanza in amicizia. Finiamo con i dovuti e particolari ringraziamenti: ai cuochi che ci hanno fatto sempre trovare la tavola imbandita e alle pazienti baby-sitter per aver subito in questo periodo le torture dei nostri Þgli. All anno prossimo Le giovani famiglie vita parrocchiale Se può interessare, aggiungo le note trovate su internet di Franco Brambilla: don Franco Giulio Brambilla, nato a Missaglia (Lc) nel 1949, è prete della diocesi di Milano. Ordinato sacerdote nel 1975, ha perfezionato i suoi studi alla PontiÞcia Università Gregoriana di Roma, prima ottenendo la Licenza (1977) e poi conseguendo nel 1985 la Laurea con un lavoro su La cristologia di Schillebeeckx. Ha insegnato S. Scrittura, Teologia spirituale e Antropologia Teologica nel Seminario di Seveso Þno al Oggi è professore straordinario di Cristologia e Antropologia Teologica alla Facoltà Teologica dell Italia Settentrionale. Nella Sezione Parallela del Seminario di Venegono Inf. (Va), dove risiede, ha insegnato Cristologia, mentre attualmente tiene il corso di Antropologia Teologica. È stato Direttore della stessa Sezione del Seminario dal 1993 al Ora è Preside della Facoltà Teologica dell Italia settentrionale. Tra le sue pubblicazioni: La cristologia di E. Schillebeeckx. La singolarità di Gesù come problema di ermeneutica teologica (1989), Cristo Pasqua del cristiano (1991); Il CrociÞsso Risorto. Risurrezione di Gesù e fede dei discepoli (1998, 21999); Esercizi di Cristianesimo (2000); Alla ricerca di Gesù (2001); Edward Schillebeeckx (2001); La redenzione nella morte di Gesù. In dialogo con Franco Giulio Brambilla (2001); La Parrocchia oggi e domani, Cittadella Editrice, 2003; Chi è Gesù? Alla ricerca del Volto, Ed. Qiqajon, Comunità di Bose, 2004; Antropologia Teologica. Chi è l uomo perché te ne curi?, Queriniana, Brescia Cinque dialoghi su matrimonio e famiglia, Glossa, Milano Per info: giovanicoppie@parrocchiadirovellasca.it 15

16 vita parrocchiale Testimonianze dal corso fidanzati Il corso Þdanzati quest anno ha visto la partecipazione di 20 coppie di giovani in cammino verso il matrimonio cristiano. A conclusione dei dieci incontri, tenutisi da gennaio a marzo, possiamo dire che è stato un buon corso, come testimoniano i seguenti commenti di alcune coppie partecipanti. Il cammino proposto dal corso Þdanzati è stato senza dubbio costruttivo. Ci ha dato la possibilità di conoscerci ulteriormente dandoci spunti di rißessione e per la prima volta ci ha aiutato a deþnirci come coppia inserita in una Comunità. Ci siamo visti proiettati in un gruppo di persone che, come noi in quel preciso momento, condivideva la medesima esperienza, gli stessi dubbi e costruiva le proprie certezze. Abbiamo apprezzato e accolto con entusiasmo le testimonianze che alcune coppie ci hanno portato e l approccio interattivo che ha caratterizzato tutti gli incontri. L intero percorso si è, quindi, rilevato un momento di crescita individuale e di coppia. (Francesca e Andrea) Per noi è stato prima di tutto un bel corso e altrettanto interessante, ricco di argomenti che riguardano la vita quotidiana e di coppia, bene organizzato da persone molto coinvolte e altrettanto coinvolgenti. È stata proprio un esperienza positiva. (Daniela e Domenico) La partecipazione agli incontri di preparazione al matrimonio ( corso per i Þdanzati ) ci ha permesso di condividere e meditare come coppia su temi quali la fede, l amore, il matrimonio nella Chiesa che, prima di questo momento, avevamo affrontato solo singolarmente e da prospettive diverse. Il corso, basato su rißessioni a partire dalla fede e i sacramenti, ci ha portato a comprendere meglio che il matrimonio nella Chiesa è un cammino di fede che ha fondamento sull amore gratuito fra i due sposi e al centro del quale ci deve essere Dio. Particolarmente interessanti sono state le trattazioni delle tematiche tenute da don Roberto che è sempre riuscito a tener viva l attenzione facendoci rißettere e stimolando le discussioni che sono sorte all interno del gruppo. Inoltre, durante gli incontri, si è instaurato un buon rapporto con le altre coppie di Þdanzati e con le coppie guida cui va il nostro ringraziamento per averci sostenuto ed accompagnati durante l inizio del lungo cammino che continuerà come sposi. (Roberta e Alessio) I l corso prematrimoniale è stato per noi un momento importante. Riteniamo che rißettere su cosa signiþchi iniziare nel quotidiano un progetto a lungo termine sia utile, sia per chi con il matrimonio inizia anche la convivenza, sia per chi, come noi, già convive. Abbiamo capito che spesso non si ha un idea precisa del signiþcato di matrimonio per la religione cattolica e che affrontarlo col rito religioso, e quindi nella Chiesa, è una decisione che va al di là della tradizione e dell aspetto coreograþco, ma contiene un motivo molto profondo e intimo: la Fede. Parlare ogni settimana di un argomento diverso, come la fede, il signiþcato di amare, i sacramenti, la sessualità ci ha permesso di discutere e confrontarci su tematiche raramente prese in considerazione, forse perché non ritenuti problemi di vita quotidiana. Onestamente, per tutta la durata del corso, un pizzico di angoscia ci ha sempre ac- 16

17 vita parrocchiale compagnato, un po perché non sempre può risultare facile esprimere le proprie idee di fronte ad un gruppo di persone all ascolto, soprattutto su argomenti di questo spessore, e un po perché questa è stata per noi un occasione di veriþca sulle basi della nostra cultura religiosa che, ci auguriamo, possa crescere nel tempo. Abbiamo vissuto il corso prematrimoniale come un momento entusiasmante, sia perché tanti progetti e tanti sogni stanno per avverarsi, sia perché è iniziato un cammino di preparazione alla vita di coppia, consapevoli che bisognerà assumersi le proprie responsabilità per poter così costruire un vera famiglia. (Sonia e Marco) Un che fortuna ironico era il commento di molti al nostro annuncio di partecipare al corso Þdanzati. Così abbiamo iniziato il nostro percorso con un pizzico di perplessità e di scetticismo. Effettivamente, guardandoci indietro, ora che si è concluso, anche noi pensiamo che fortuna : una fortuna sì, o meglio, un dono del Signore. Un cammino fruttuoso e spunti di rißessione sulla nostra vita di coppia e di singoli nei confronti della fede e dell amore in ogni sua accezione. Inoltre, è stato molto bello condividere questo cammino con tante altre persone, a volte molto più simili a volte molto diverse da noi, che tanto ci hanno dato ed arricchito con le loro opinioni ed esperienze di vita. Quindi quando ci capiterà di parlare con una giovane coppia in procinto di affrontare il corso Þdanzati diremo loro: Buon cammino!. (Cristina e Andrea) Buon cammino a tutti voi che state per compiere il grande passo, perché il matrimonio diventi non il punto di arrivo, ma il punto di partenza per vivere una grande avventura insieme. Gruppo quasi e neo famiglie A chi si rivolge: Ai Þdanzati che hanno concluso gli incontri di preparazione al matrimonio Alle coppie che si sono sposate da circa un anno Dove ci si trova: In Oratorio dalle ore 19 alle ore 20 circa, con la proposta di cenare insieme per chi lo desidera L obiettivo: Crescere insieme nella vita di coppia condividendo le proprie esperienze e crescendo nella fede, in un clima di fraternità Gli strumenti: In ogni incontro verranno consegnati degli spunti di rißessione da utilizzare in coppia per la preparazione dell incontro successivo CALENDARIO E PROGRAMMA: 20 ottobre 2007 La coppia nella Bibbia, immagine dell Alleanza tra Dio e l uomo 17 novembre 2007 La comunicazione nella coppia: dialogo o monologhi? 15 dicembre 2007 La libertà nella coppia: spazi e tempi individuali 19 gennaio 2008 Anno e matrimonio nuovi, vita nuova: cosa cambia da sposati? 16 febbraio 2008 Le famiglie di origine: peso o risorsa? 15 marzo 2008 Il litigio nella coppia: motivi e Þnalità Aprile 2008 Ritiro parrocchiale 17 maggio 2008 VeriÞca conclusiva 17

18 vita parrocchiale La festa non è finita... Con enorme soddisfazione, da parte degli organizzatori, si è conclusa la 2ª festa della famiglia, che si è svolta domenica 20 maggio Come non essere grati ai tantissimi Rovellaschesi che hanno saputo apprezzare i nostri sforzi e le fatiche di tanti volontari per la buona riuscita della festa. Un sacriþcio di molte persone che intendeva dimostrare e conseguire una precisa Þnalità: che in un epoca di pressappochismo e superþcialità, la famiglia è ed ha un ruolo importantissimo nella nostra struttura sociale, specialmente le famiglie da poco arrivate in paese, le famiglie straniere che faticano ad insediarsi e a socializzare, le prossime nuove famiglie che sono la speranza e il futuro del nostro paese. Una festa rimane una festa, ma la volontà di fare, l operosità generosa, lo spirito e lo slancio creativo non possono essere improvvisazione del momento; se mai sono il risultato di un atteggiamento costruttivo che è nei fatti e non nelle pie intenzioni. Circa gli esiti conclusivi della festa, il responsabile della stessa, il diacono Gianluigi Monti dichiara: Siamo molto contenti per quanto accaduto, perché il risultato positivo dello scorso anno, non solo è stato riconfermato ma possiamo dire di avere rilevato un considerevole aumento dei partecipanti e dei visitatori. Altro contributo fondamentale è stato offerto dalle associazioni impegnate nel sociale e dal gruppo animatori dell oratorio, i tantissimi bambini che hanno affollato gli stand creativi, costruendo aquiloni, girandole. segnalibri, quadretti di mille colori, decorando i vasetti di Þori veri. E che dire del meraviglioso angolo dei truccabimbi dove i visi dei bambini venivano completamente trasformati in fantastici Þori, animali e decorazioni una più bella dell altra. Al centro degli stand, al mattino, è stato servito un graditissimo, cordiale e allegro aperitivo come segno di accoglienza e benvenuto a tutte le famiglie. Per magia nel pomeriggio si trasformava in un invitante stand dove veniva servita la merenda, bibite e molti altri dolciumi, compresi i pop corn. Proseguivano gli intrattenimenti con la gara di scopa, il gruppo animazione musicale e il coro Piccoli incanti hanno animato tutto il pomeriggio con balli e canti di gruppo. Grande interesse ha suscitato la bellissima mostra video-fotograþca in onore della ricorrenza del 50 anniversario dell oratorio maschile; dai visitatori sono stati ricordati momenti di vita comunitaria, con foto ricordo simpatiche di carnevali, grest, campi estivi. Insomma una bellissima giornata, dove regnava il divertimento e l allegria e il messaggio era; che bello stare tutti insieme. La festa non è Þnita... e solamente iniziata, deve durare tutta la vita, portando giorno dopo giorno linfa nuova alle nostre famiglie, impariamo ad ascoltare i nostri Þgli, solamente ascoltandoli riusciremo a capirli e farci capire. Dice Gabil Gibran: i nostri Þgli non sono Þgli nostri, essi abitano la casa del domani che a te non è concesso di visitare neppure in sogno. I giovani, per natura, non sono mai cattivi: semplicemente non conoscono. Non sanno distinguere tra ciò che è il bene e ciò che è il male. Seguono l educazione familiare e spesso l educazione che impartiamo loro è violenta. La violenza spesso è silenziosa: è fatta di distacco. Ignorando l altro. Sedersi davanti ad un televisore e far Þnta di vivere la famiglia, invece non ci accorgiamo che essa è morta, sepolta sotto cumuli d indifferenza. Poco alla volta il muro diventa non più eliminabile tanto si è fatto spesso, alimentato dalla calce del nostro egoismo. Passiamo giornate intere a rincorrere il vuoto e quando il vuoto è diventato una realtà nella nostra vita ci meravigliamo che ormai non abbiamo più niente da dare o da ricevere. Andiamo...e non voltiamoci per non perdere la luce del Sole! Fortunato Franzolin 18

19 vita parrocchiale 19

20 vita parrocchiale I ragazzi della S. Cresima I bambini della Prima Comunione 20

21 famiglia Matrimonio e Famiglia nella Familiaris Consortio (nn. 14 e 15) «C osì i coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del Þglio, rißesso vivente del loro amore, segno permanente della unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e madre» (n. 14). Anche qui il matrimonio rißette il suo prototipo, l amore di Dio per l uomo nell alleanza. Il frutto di questo amore è la comunione dei molti fratelli, con i quali il Signore ritorna al Padre, che gli riporta come dono del suo amore: il grano di frumento che è morto porta molto frutto. Il Papa chiarisce che anche la paternità e la maternità non si lasciano circoscrivere nel biologico. La vita viene data interamente all uomo solo quando gli vengono dati l amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita. Nessuno può dare questo amore e questo senso da solo e con le proprie forze in maniera sufþciente. Per poter dire «la vita è buona per quanto io non conosca il tuo futuro» occorre una autorità superiore a quella che l individuo può darsi da solo. Il cristiano sa che questa autorità è conferita nella famiglia, che Dio ha creato nella nostra storia, nell amore di Gesù Cristo, ossia nella Chiesa. Egli riconosce qui all opera quell amore indistruttibile che assicura nel contempo un senso permanente. Per questo motivo l ediþcazione della famiglia è indirizzata al contesto di questa famiglia più vasta. In maniera affatto generale la famiglia individuale può esistere solo in relazione con una grande famiglia che la porta avanti con sé; il cristiano si trova in maniera decisiva nel nuovo popolo di Dio, la Chiesa. Inversamente la Chiesa viene ediþcata dalle famiglie. «Il matrimonio cristiano... è il luogo naturale nel quale si compie l inserimento della persona umana nella grande famiglia della Chiesa» (n. 15). L esortazione richiama tuttavia l attenzione anche sul fatto «che anche quando la procreazione non è possibile, non per questo la vita coniugale perde il suo valore» (n. 14). Come nell intero testo, anche qui diventa evidente che il Papa si rivolge specialmente a coloro cui sono imposte in qualche modo situazioni difþcili. Credo che proprio questo atteggiamento sia caratteristico del documento e della impronta umana che gli è propria. Il Papa mostra come anche il matrimonio Þ- sicamente sterile possa diventare fecondo sotto molti aspetti «quali ad esempio l adozione, le varie forme di opere educative, l aiuto ad altre famiglie, ai bambini poveri o handicappati» (n. 14). Come sempre, anche qui la croce, quando viene accettata, può diventare in maniera particolare grazia. Card. Joseph Ratzinger 21

22 22 famiglia Famiglia ed educazione M i è stato chiesto di parlare della famiglia e della educazione: con piacere tenterò di dire come io vivo l esperienza della famiglia. Questo tema capita in un momento di grande attualità: si parla di pacs, dico, coppie di fatto, addirittura i nostri politici al governo vogliono fare una legge per equiparare queste realtà alla famiglia, quando ci sono già le leggi civili per alcune categorie. Chi decide di farsi una famiglia deve assumersi le proprie responsabilità, davanti allo stato, se uno non si riconosce nella Chiesa cattolica, e davanti allo stato chiesa per chi si riconosce in essa. Non è un caso che la posizione della conferenza episcopale italiana è contro queste realtà (pacs, dico e coppie di fatto). Io e mia moglie con le nostre Þglie di 13 e 17 anni viviamo l esperienza della famiglia: non è facile il compito dell educazione che ha la famiglia oggi. Non è facile però è possibile: bisogna avere un forte desiderio di educazione perché la famiglia cresca sana. Mi sono posto il problema dell educazione Þn da quando sono nate le mie Þglie, ho cercato di dare loro un impostazione della vita cristiana mandandole in asili e scuole dove la mentalità cristiana era chiara, facendo grossi sacriþci. Non è scontato che un Þglio che va alle scuole cristiane, diventi cristiano: ci sono più possibilità, senza dimenticare che l educazione è in collaborazione con la famiglia perché la famiglia sia capace di educare, deve a sua volta educarsi, altrimenti a cosa educa? La cosa che più mi interessa dare alle mie Þ- glie è che loro vivano una realtà dove possono incontrare il signiþcato della loro vita, cioè Cristo. Cristo risponde alle nostre esigenze umane e ci fa vivere una vita veramente umana e affascinante. Il Papa Benedetto XVI dice nel catechismo della Chiesa cattolica che in Cristo la famiglia diventa Chiesa domestica, perché è comunità di fede, di speranza e di amore. In questo mese leggendo un intervista di un professore francese Jean Luc-Marion, rimanevo colpito dall affermazione: L autorità dell educatore, deriva dal fatto che ritiene che ciò che lui insegna sia vero. Oggi gli educatori sono degli informatori, non hanno nulla da trasmettere. Bisogna che ci riappropriamo del gusto di comunicare un esperienza di vita. Per poter educare, Don Giussani, nel Rischio educativo dice che l educazione è introduzione alla realtà totale. Possiamo dire il luogo dove l esperienza della vita tende ad una consapevolezza totale. L esito di un educazione come introduzione alla realtà totale può essere chiamata cultura. Abbiamo deþnito la cultura come sviluppo critico e sistematico di un esperienza. L esperienza è un avvenimento di apertura alla totalità: infatti, l esperienza implica sempre un paragone fra qualcosa che si prova e ciò che è considerato, l ideale ultimo o il senso ultimo. La cultura tende a realizzare questa implicazione di interezza e di totalità propria di un esperienza umana.un padre e una madre sono tali in quanto generano, iniziano un cammino educativo all interno di un riconoscimento in senso totale; un padre ed una madre sono padre e madre di questo senso, altrimenti sarebbero padre e madre nel senso animale del termine. Io credo che questa situazione di premessa della totalità valga a qualunque livello si consideri la presenza viva dell uomo, dell uomo come anima, perché Dio è l ultimo orizzonte ma al contempo è presente all origine come polo implicito del dinamismo stesso, nella natura stessa della ragione, in quanto qualunque mossa umana, indagine, ricerca, parte sempre da un intuita ipotesi risolutiva. Il primo frutto di educazione familiare tentativamente fatta nei propri Þgli, è il cambiamento di noi stessi.e vero anche l inverso, se non cambiamo noi

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