UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

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1 UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT On. Manolis Mavrommatis, Deputato al Parlamento europeo Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico-cristiano) e Democratici Europei al Parlamento europeo

2 UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT On. Manolis Mavrommatis, Deputato al Parlamento europeo

3 INDICE > Prefazione dell on. Joseph Daul, Presidente del Gruppo PPE-DE al Parlamento europeo 7 > Messaggio di benvenuto dell on. Hans-Gert Poettering, Presidente del Parlamento europeo 11 > Contributo del Commissario Ján Figel, Responsabile in materia di istruzione, formazione, cultura e gioventù 15 > Contributo dell on. Doris Pack, Coordinatrice della commissione per la cultura e l istruzione 19 > Introduzione dell on. Manolis Mavrommatis, Vicepresidente della commissione per la cultura e l istruzione Relatore del Parlamento europeo sul Libro bianco sullo Sport 23 VERSO UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 1. Introduzione generale Il ruolo sociale dello sport I danni del doping La dimensione economica dello sport L organizzazione degli sport Tempismo e significato del trattato di riforma dopo il Libro bianco 47 > Risoluzione del Parlamento europeo dell 8 maggio 2008 sul Libro bianco sullo Sport 53 > Piano d azione PIERRE DE COUBERTIN 89 3 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

4 Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata. Pierre de Coubertin 5 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

5 P R E FA Z I O N E Lo sport ha assunto ormai un ruolo di spicco nelle società europee. Nel continente che ha visto nascere i giochi olimpici dell antichità, lo sport ha conosciuto nel secolo scorso un rilancio e uno sviluppo senza precedenti, diventando l imponente fenomeno di massa che è oggi. All inizio del XXI secolo lo sport è diventato l attività ricreativa principale di milioni di europei, che lo praticano a tutti i livelli. Le competizioni internazionali come i campionati mondiali ed europei di calcio, la coppa del mondo di rugby, i tornei di tennis, i campionati mondiali di atletica o le Olimpiadi sono momenti intensi di passione sportiva e di gioia per tutte le nazioni, che nessun altra manifestazione riesce a eguagliare. I vantaggi dello sport per la salute pubblica sono evidenti: un attività sportiva regolare è il modo migliore per lottare efficacemente contro il sovrappeso, l obesità e diverse patologie croniche. Nelle nostre società che vanno invecchiando, non si può sottovalutare lo sport come strumento per mantenere i cittadini in buona salute e i sistemi di assicurazione sanitaria in equilibrio. Ma al di là di questi benefici diretti, lo sport trasmette valori molto positivi e vicini all ideale europeo, trasferendo nella pratica i concetti di responsabilità, solidarietà, tolleranza, fair play, spirito di squadra ma anche perseveranza e superamento di sé. In questo modo lo sport contribuisce a garantire una forte adesione popolare ai valori propri della cultura europea. Crediamo molto nelle virtù dello sport per la diffusione di questo ideale. Infine, lo sport ha un ruolo importante nell integrazione e nell inclusione sociale degli immigrati. Come Presidente del Gruppo PPE-DE al Parlamento europeo, accolgo con favore l iniziativa della Commissione europea di pubblicare un Libro bianco sullo sport. Il nostro gruppo condivide la 7 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

6 volontà della Commissione di garantire una maggiore integrazione della dimensione sportiva nelle politiche europee e di migliorare la chiarezza giuridica per l applicazione del diritto comunitario in materia di sport. Taluni aspetti dello sport impongono una politica più rigida da parte dell Unione europea. Il doping, in particolare, mina alla radice il principio di una competizione aperta e leale mettendo a rischio la salute degli atleti. Riteniamo che per contrastarlo sia necessario un approccio europeo coordinato. Anche la violenza di alcuni tifosi negli stadi richiede un approccio coordinato e una maggiore collaborazione tra gli Stati membri. Sempre nel rispetto del principio di sussidiarietà, crediamo che sia necessario un maggiore controllo della Commissione per garantire l applicazione del diritto comunitario nelle federazioni sportive. È necessario che il settore dello sport sia tenuto maggiormente in considerazione nelle politiche europee. Lo sport è uno straordinario strumento educativo da promuovere e sviluppare, ma alcune aberrazioni nelle competizioni ad alto livello richiedono un approccio europeo più coordinato per una lotta più efficace. Il presente opuscolo del Gruppo PPE-DE, redatto dal collega on. Manolis Mavrommatis con cui mi congratulo per l impegno, illustra i diversi aspetti della politica europea nel settore dello sport evidenziandone le sfide. Vi auguro una buona lettura. On. Joseph Daul, Presidente del Gruppo PPE-DE al Parlamento europeo 9 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

7 MESSAGGIO DI BENVENUTO Nelle sue discussioni e risoluzioni in questo periodo elettorale, il Parlamento europeo ha preso ampiamente posizione in merito ai diversi aspetti dello sport, da ultimo approvando la risoluzione elaborata sotto l egida di Manolis Mavrommatis sul Libro bianco sullo sport, che riunisce le posizioni precedentemente sviluppate dal Parlamento europeo. Sin dall antichità lo sport costituisce una parte inalienabile della nostra identità, cultura e cittadinanza europea. Inoltre lo sport continua ancora oggi a rappresentare un importante strumento di promozione del dialogo tra le culture. La sua forza risiede soprattutto nell impegno e nell entusiasmo di milioni di sportivi attivi, volontari e appassionati di sport che si impegnano affinché lo sport trovi ampia diffusione nella nostra società. L ampio numero di club e associazioni sportive consente a molte persone di praticare un attività sportiva benefica per la salute ma anche di sperimentare una partecipazione sociale attiva, ed esplica così una funzione di integrazione che contribuisce alla coesione sociale. Lo sport di massa rappresenta la base che consente a numerose squadre e singoli sportivi di eccellenza di emergere. Nella nostra società lo sport è tenuto in grande considerazione e le associazioni sportive godono di un elevato prestigio. Oggi, tuttavia, la pratica sportiva agonistica può essere soggetta a nuove limitazioni ed è chiamata a far fronte a nuove sfide. Tra queste ultime figurano le crescenti pressioni commerciali, lo sfruttamento dei giovani giocatori e sportivi, la soppressione di sostanze non autorizzate che potenziano le prestazioni, il razzismo, la violenza, la corruzione e le frodi nelle scommesse. Le suddette problematiche e le violazioni dello spirito sportivo devono essere affrontate in maniera decisa per non mettere a repentaglio l eccezionale contributo apportato dallo sport in termini di sviluppo e promozione di importanti valori sociali, culturali ed educativi, quali ad esempio la correttezza e l obbedienza alle regole del gioco, la tolleranza e il rispetto reciproco, la solidarietà e lo spirito di squadra nonché l autodisciplina. 11 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

8 È altresì vero che rientra tra i compiti degli attori politici stabilire le condizioni quadro adeguate per l attività sportiva in Europa e dare un impostazione strategica chiara al ruolo dello sport, definendo con maggiore chiarezza l applicazione del diritto comunitario in ambito sportivo. Nel pieno rispetto dell indipendenza delle organizzazioni sportive, delle loro peculiarità e dei meccanismi di autoregolamentazione, occorre comunque rispettare le regole del gioco democratiche fondamentali e il diritto comunitario, come ad esempio il divieto di discriminazione in base a genere, razza, origine etnica, religione o visione del mondo, disabilità, età oppure orientamento sessuale. Ad esempio, non sarebbe conforme al diritto comunitario, in ragione dell implicita discriminazione diretta in base alla nazionalità, la regola 6+5 proposta dalla FIFA, dal momento che stabilisce un numero fisso di giocatori di una determinata nazionalità svantaggiando i giocatori con passaporto di un altro paese. Nell ambito dello sport professionistico, ai principi democratici generali si vanno affiancando anche le regole della legislazione sulla concorrenza europea nonché le rispettive normative sul mercato interno. Tuttavia, secondo il parere del Parlamento europeo, un applicazione incondizionata delle norme in materia di concorrenza in ambito sportivo produrrebbe un divario crescente tra le associazioni sportive a beneficio di quelle più ricche o più prestigiose, pregiudicando lo svolgimento equo delle competizioni sportive nonché la relativa atmosfera di tensione e popolarità. Per questo motivo il Parlamento europeo si è impegnato a inserire nel trattato di Lisbona un nuovo articolo che tiene conto di questa problematica e tale da consentire di raggiungere un equilibrio tra la legislazione sulla concorrenza e le specifiche esigenze dello sport. Anche per questo motivo è fortemente auspicabile che il trattato di Lisbona entri in vigore il prima possibile. Oltre ad affrontare queste problematiche fondamentali attinenti allo sport, al suo status e alla sua organizzazione, la presente pubblicazione prende in esame anche una serie di interrogativi legati al mondo dello sport in maniera più indiretta, quali i diritti di trasmissione televisiva e le scommesse sportive. Auguro a tutti voi una piacevole lettura. Hans-Gert Poettering, Presidente del Parlamento europeo 13 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

9 C O N T R I B U T O Un numero di importanti sviluppi relativi allo sport nell Unione europea hanno segnato l Unione europea negli ultimi anni. L approvazione del Libro bianco sullo sport da parte della Commissione l 11 luglio 2007 rappresenta un passo importante. Prima iniziativa comunitaria globale in materia di sport, il Libro bianco prende in esame l acquis comunitario stabilendo le posizioni della Commissione relative a tre aspetti dello sport europeo: ruolo sociale, dimensione economica e governance. I principi di fondo che hanno ispirato il lavoro della Commissione sono stati il rispetto della sussidiarietà, dell autonomia e dell autoregolamentazione del mondo sportivo nonché del quadro giuridico comunitario. Il Libro bianco rappresenta inoltre la prima opportunità di dibattere in dettaglio della specificità dello sport, fornendo indicazioni utili su tale questione delicata e complessa alle parti interessate del settore dello sport. Si basa su un approccio globale, coprendo tutti gli aspetti dell acquis comunitario che potrebbero avere un incidenza sullo sport. La Commissione ha elaborato il Libro bianco assicurando un ampia consultazione con le istituzioni e le parti interessate e ciò è stato in gran parte possibile grazie al ruolo particolarmente attivo e costruttivo del Parlamento europeo, a partire dalla sua risoluzione del 13 giugno 1997 sul ruolo dell Unione europea nel settore dello sport, per finire con le risoluzioni più specifiche quali quelle sulle donne e lo sport (2003), sullo sport e lo sviluppo e sul doping nello sport (2005), e sulla lotta al razzismo nel calcio (2006). La risoluzione del Parlamento europeo sul futuro del calcio professionistico in Europa (relatore Ivo Belet) approvata il 29 marzo 2007 ha apportato un contributo rilevante e influente. Nonostante poi la risoluzione sul ruolo dello sport nell istruzione (relatore Pal Schmitt) sia stata approvata il 13 novembre 2007, poco dopo il Libro bianco, i lavori preparatori di tale risoluzione hanno influenzato le sezioni del Libro bianco inerenti questioni relative a salute e istruzione. 15 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

10 Un quadro dei lavori pratici contenente 53 azioni è allegato al Libro bianco sotto forma di un Piano d azione che porta il nome di Pierre de Coubertin. La Commissione ha agito con rapidità per attuare il Piano d azione, tenendo in debita considerazione le priorità espresse dal Parlamento europeo nella sua risoluzione sul Libro bianco sullo sport (relatore Manolis Mavrommatis) approvata l 8 maggio Citando solo alcuni degli obiettivi raggiunti, i preparativi degli orientamenti relativi all attività fisica procedono rapidamente e, secondo quanto programmato, tali orientamenti saranno presentati alle parti interessate entro la fine del Nel maggio 2008 la Commissione ha presentato alla stampa uno studio indipendente sulla questione dei calciatori del vivaio ritenendo che l approccio adottato dall UEFA è conforme al principio di libera circolazione dei lavoratori. Nell autunno 2008 la Commissione lancerà inoltre uno studio sugli agenti sportivi nell Unione europea al fine di alimentare una futura valutazione d impatto sull eventualità che si rendano necessarie azioni comunitarie in tale ambito. Per il 2008/2009 sono inoltre in fase di preparazione studi sul volontariato nello sport e sul finanziamento dello sport. Il primo comitato del dialogo sociale europeo nel settore dello sport dedicato al calcio professionistico è stato lanciato a Parigi l 1 luglio La Commissione incoraggia e fornisce sostegno agli altri settori sportivi affinché imbocchino la stessa via. La strada da percorrere consiste nello sviluppo di un approccio comunitario attivo nei confronti dello sport, attraverso una cooperazione rafforzata fra i ministeri dello Sport dell UE e un dialogo strutturato con il movimento sportivo. La Commissione continuerà ovviamente a lavorare in stretta collaborazione con il Parlamento europeo al fine di attuare tale approccio. I continui sforzi del Parlamento per promuovere lo sport a livello comunitario sono degni di nota. Questo libro fornisce una panoramica di quanto è già stato realizzato nel campo, rappresentando al contempo un buon punto d inizio per una cooperazione futura. Jan Figel, Commissario responsabile in materia di istruzione, formazione, cultura e gioventù 17 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

11 CONTRIBUTO Il 2008 si è finora rivelato un anno interessante per lo sport: il mondo ha osservato con curiosità i campionati europei di Calcio in Austria e Svizzera ed è stato assorbito dal pensiero di Olimpia. Siccome non c è due senza tre, è opportuno menzionare il terzo importante evento sportivo dell anno. Per la prima volta si è infatti dibattuto ampiamente a livello comunitario sul tema dello sport in seguito al progetto di Libro bianco sullo sport della Commissione. Questi tre eventi hanno mostrato chiaramente il ruolo giocato dallo sport a livello mondiale dall accensione della prima torcia olimpica ai giorni nostri. Il ruolo dello sport nell istruzione è rilevante, dato che insegna ai giovani i valori della tolleranza e del rispetto delle regole del fair play. Lo sport praticato su base volontaria a livello amatoriale e senza scopi di lucro rafforza poi la coesione e l inclusione sociale e promuove la democrazia locale e la cittadinanza attiva. Lo sport unisce i popoli, promuove la comprensione internazionale ed è simbolo della comunità al di là dei fardelli della storia, oltre ad aiutare a contrastare l obesità e le patologie croniche quali il diabete. Eliminando stili di vita non sani, lo sport contribuisce a ridurre i costi dei fondi di assicurazione sanitaria ed è un importante strumento di riscatto e inclusione sociale dei soggetti con forme di disabilità e delle persone provenienti da ambienti svantaggiati, in particolare gli immigrati. Le manifestazioni sportive richiamano persone da tutto il mondo, incrementando il turismo, anche se non mancano i risvolti negativi. Sfortunatamente a tali eventi è infatti correlato il fenomeno del doping, il cui abuso è alimentato da calendari eccessivamente fitti che mettono gli atleti sotto pressione. È necessario combattere questo effetto negativo. Tornando ai lati positivi dello sport, nonostante i grandi benefici forniti alla nostra società, lo sport non è ancora stato integrato nei trattati comunitari. La sottoscritta si è sempre battuta per cambiare tale situazione. Il primo riferimento esplicito all importanza dello sport è apparso all interno della 19 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

12 dichiarazione di Nizza del dicembre 2000 sulle caratteristiche specifiche dello sport in Europa e della sua funzione sociale. A questo primo passo ha fatto seguito l articolo 149 del trattato di Lisbona, secondo cui l Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale e educativa. L approvazione di quest anno del Libro bianco sullo sport da parte del Parlamento europeo rappresenta una pietra miliare, dato che il Libro è il risultato di un lungo processo di consultazione con le organizzazioni del mondo dello sport che include fra l altro proposte per l ulteriore fase di elaborazione della politica dello sport da parte dell UE. Il Libro mira a promuovere lo sport includendolo in altri settori politici, creando le condizioni per decidere in maniera più efficace e fornendo orientamenti relativi all applicazione del diritto comunitario. Negli anni a venire la Commissione orienterà le proprie misure in ambito sportivo verso il Libro bianco e verso il piano d azione Pierre de Coubertin a completamento del Libro bianco. Nella sua risoluzione dell 8 maggio 2008 sul Libro bianco sullo sport, il Parlamento europeo ha espresso la sua volontà politica su due ulteriori sfide che la politica comunitaria nel settore dello sport deve affrontare: garantire il finanziamento dello sport amatoriale e praticato a livello di base, e proteggere lo sport da influenze negative legate alle scommesse. Se gli sport professionistici e il calcio professionistico in particolare dispongono di numerose fonti di reddito come, ad esempio, diritti corrisposti dai mezzi di comunicazione di massa, pubblicità e sponsorizzazioni, commercializzazione di prodotti derivati, e così via, il finanziamento dello sport amatoriale e praticato a livello di base dipende in larga misura da finanziamenti pubblici, generati in gran parte dalle lotterie nazionali. Il Parlamento europeo ha pertanto espresso preoccupazione per una possibile deregolamentazione del mercato dei giochi d azzardo e delle lotterie, ricordando alla Commissione di prendere in considerazione l impatto che una deregolamentazione forzata contro la volontà degli Stati membri potrebbe avere sul finanziamento degli sport non professionistici, in particolare dato che per ora non sono state adeguatamente discusse alternative durevoli nonché politicamente e legalmente realizzabili. Se la Commissione non tenesse conto di tale impatto negativo, comprometterebbe il modello europeo di sport (lo sport professionistico rappresenta soltanto la punta della piramide, lo sport amatoriale e lo sport praticato a livello di base ne sono le fondamenta) non tenendo peraltro conto degli interessi legittimi del movimento civico probabilmente più grande della Comunità, il movimento sportivo europeo. Il Parlamento europeo ha inoltre messo in guardia sullo sviluppo incontrollato delle attività di scommesse sportive (in particolare, le scommesse transfrontaliere su Internet), riferendosi al numero crescente di casi legati alle scommesse in cui le partite sono state truccate. Negli ultimi mesi i mass media hanno riportato casi di manipolazione di competizioni sportive praticamente ogni settimana. Tali scandali alimentano il sospetto che si tratti solo della punta dell iceberg e che molti altri casi di manipolazione non siano rilevati. Una simile perdita di fiducia rappresenta un grave pericolo per lo sport e, ancor più importante, a venir meno è la fiducia culturale nella società stessa nel momento in cui uno sport non è più considerato come condotto secondo dei principi ma diviene oggetto di manipolazione per il tornaconto dei criminali. Al momento è necessaria una politica rigorosa che assicuri la protezione dello sport da qualsiasi influenza indebita connessa al mondo delle scommesse. Non sono mancati, come di consueto, gli scettici che hanno messo in dubbio l efficacia del Libro bianco, ritenendo che lo stesso non stabilirebbe la prevedibilità delle decisioni giudiziarie. Permane tuttavia la convinzione, e sarà il tempo a provarlo, che il Libro bianco segnerà il primo passo verso una politica comune dello sport. On. Doris Pack, Coordinatrice della commissione per la cultura e l istruzione 20 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 21 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

13 I N T R O D U Z I O N E Ritengo che l 8 maggio 2008 sia indubbiamente una delle date più importanti nella storia cinquantennale dell Unione europea. Il voto del Parlamento europeo sulla relazione relativa al Libro bianco sullo sport è certamente una pietra miliare per questa istituzione, ma lo è anche per la Commissione dato che i 27 Stati membri sono ora chiamati non solo a riconoscere il ruolo sociale dello sport, ma anche ad attuare tutti i processi volti a sostenere e promuovere la funzione dell attività sportiva nella società civile, a prendere decisioni in linea con le dimensioni e la portata dell Europa unita. In qualità di relatore del Parlamento europeo sul Libro bianco sullo Sport, mi sento in dovere di ringraziare la Commissione, la direzione generale dello Sport, dell istruzione e della cultura, ma soprattutto tutti i 785 deputati del Parlamento europeo, i miei colleghi e collaboratori, che hanno lavorato per otto mesi per raggiungere questo obiettivo, ovvero il riconoscimento dell eterogeneità dello sport e della creazione di pari opportunità tra i 500 milioni di cittadini dell Unione europea, traguardo conseguito in collaborazioni con organizzazioni sportive internazionali, quali il Comitato olimpico internazionale, la FIFA, l UEFA, l EPFL (Associazione delle leghe professionistiche di calcio europee), la FIFPro (associazione di calciatori professionisti) e la commissione dei Giochi olimpici speciali. L Unione europea e gli Stati membri firmatari del trattato di riforma (trattato di Lisbona) hanno costituito un quadro generale nella forma di un articolo speciale (149) attraverso cui il Libro bianco è integrato nelle altre politiche comunitarie. Allo stesso tempo, fornendo gli orientamenti per l attuazione delle norme europee, sono state create le condizioni per il miglioramento della governance dello sport europeo. 23 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

14 Sono stati necessari quindici anni di dialogo tra l Unione europea e le organizzazioni sportive per ottenere il risultato odierno e l adozione del Libro bianco da parte del Parlamento europeo. Questo traguardo è stato possibile grazie all impegno della Commissione e degli Stati membri che hanno appoggiato il testo che abbraccia tutti gli aspetti del ruolo dello sport nella società e in generale hanno riconosciuto l importanza di un quadro di collaborazione tra le parti interessate per il futuro dello sport: attività fisica, salute e istruzione dei giovani in un momento difficile, in cui il doping, il razzismo e la xenofobia rappresentano un flagello per lo sport del nostro continente. Diversi provvedimenti rafforzano la morale dei cittadini europei e tutte le indicazioni fanno pensare che il Libro bianco sullo sport rappresenti l inizio di una nuova epoca, in qui l attività sportiva incarnerà lo strumento perfetto di impegno nobile e competizione sulla strada dei cittadini verso l integrazione europea, con i giovani che lotteranno in prima linea per portare a termine il compito arduo di dare vita a un Europa unita in futuro. Manolis Mavrommatis, deputato al Parlamento europeo, Vicepresidente della commissione per la cultura e l istruzione Relatore del Parlamento europeo sul Libro bianco sullo Sport 25 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

15 Takis Sagias

16 VERSO UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT INDICE 1. Introduzione generale Il ruolo sociale dello sport 32 (a) Salute ed educazione attraverso lo sport 32 (b) Sì all integrazione sociale, no alla discriminazione 33 (c) Parità fra i sessi e contributo delle donne allo sport 34 (d) Provvedimenti per impedire la violenza nei campi sportivi I danni del doping La dimensione economica dello sport 38 (a) Reclutamento 39 (b) Finanziamento dello sport 40 (c) I media e la vendita dei diritti di trasmissione L organizzazione degli sport 44 (a) Agenti dei giocatori Tempismo e significato del trattato di riforma dopo il Libro bianco / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

17 1. INTRODUZIONE GENERALE Il rilevante significato sociale dello sport e il suo valore non possono essere messi in discussione. Stando alle parole dello storico francese Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni Giochi olimpici, Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata. Come evidenziato nel Libro bianco della Commissione, lo sport è un fenomeno sociale ed economico in aumento, che contribuisce in larga misura al raggiungimento degli obiettivi strategici dell Unione europea di solidarietà e prosperità. L ideale olimpico di sviluppo dello sport al fine di promuovere la pace e la comprensione tra nazioni e culture, come anche l educazione dei giovani, è nato in Europa ed è stato promosso dal Comitato olimpico internazionale e dai Comitati olimpici europei. Lo sport attira i cittadini europei e, secondo alcuni studi, la maggior parte di essi prende regolarmente parte ad attività sportive. Inoltre, lo sport promuove importanti valori come lo spirito di squadra, la solidarietà, la tolleranza e il fair play contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione dell individuo, incoraggiando gli europei ad assumere un ruolo attivo nella società, contribuendo così alla promozione della cittadinanza attiva. In un momento in cui la Commissione cerca di avvicinarsi ai cittadini e di affrontare questioni che li riguardano da vicino, lo sport riveste un importanza particolare nella società europea. Oggi lo sport è e deve essere soggetto all acquis comunitario. Lo statuto di tutte le federazioni sportive dovrebbe rispettare la legge comunitaria. Le politiche europee stanno già registrando un impatto significativo e crescente in molte aree dello sport. La Commissione è chiamata a proporre nuove iniziative della Comunità in questo settore e il via libera dovrebbe provenire dal nuovo trattato di riforma. Naturalmente ogni iniziativa proposta dalla Commissione deve essere corroborata dal dialogo sociale tra le parti interessate. Alcune proposte specifiche sono state ora avanzate in relazione a ulteriori provvedimenti della Comunità in quello che è conosciuto come il piano d azione intitolato a Pierre de Coubertin, che comprende 53 iniziative che la Commissione deve attuare e sostenere. Il Libro bianco attiene al significato sociale, agli aspetti economici e all organizzazione dello sport in Europa, nonché all azione da intraprendere per fare seguito a tale iniziativa. Una vastissima percentuale della popolazione di ogni paese ritiene che lo sport sia la più importante forma di attività nel tempo libero, sia per chi vi prende parte sia per chi l osserva, e i suoi benefici incidono direttamente sulle loro vite quotidiane. Nel Libro bianco sullo sport, l Unione europea afferma per la prima volta l intenzione di affrontare seriamente le questioni importanti a ogni livello. Il riconoscimento nel trattato di Lisbona della speciale natura dello sport e del suo valore educativo ha rafforzato le organizzazioni dello sport in Europa nel loro proposito di divulgare il messaggio ai relativi organi della Comunità. Tuttavia, il mondo dello sport sta attualmente fronteggiando numerose minacce e sfide, da ricondursi a fattori quali la pressione commerciale, lo sfruttamento dei giovani sportivi, il doping, il razzismo e la xenofobia, la violenza, la corruzione e il riciclaggio di denaro. 30 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 31 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

18 2. IL RUOLO SOCIALE DELLO SPORT Secondo un sondaggio dell Eurobarometro, il 60% circa dei cittadini europei partecipa regolarmente ad attività sportive, autonomamente o nell ambito delle circa società sportive esistenti. La grande maggioranza delle attività sportive si svolge in strutture amatoriali. Allo stesso tempo, anche lo sport professionistico ha un importanza crescente e contribuisce ugualmente a rafforzare il ruolo dello sport nella società. Lo sport è una grande attività sociale e, come tale, ha un grande valore per molteplici ragioni che concernono principalmente il suo contributo rispetto a: (a) Salute ed educazione attraverso lo sport La mancanza di esercizio fisico ha ripercussioni negative sulla salute dei cittadini europei, portando a un incidenza crescente dei casi di sovrappeso e obesità e a una serie di disturbi cronici come le malattie cardiovascolari e il diabete; questo porta ad aggravare i bilanci della sanità e dell economia degli Stati membri. La crescente incidenza dell obesità in Europa, soprattutto tra i giovani, è causa di preoccupazione e rappresenta un grande problema della sanità pubblica. Se consideriamo che un bambino su quattro al di sotto dei 14 anni è in sovrappeso nell Unione europea dei 27, è possibile determinare i benefici dello sport per i ragazzi in età scolare contrastando tale problema. Il fatto è che, tuttavia, i programmi scolastici spesso non accordano un importanza sufficiente all educazione fisica e il numero di ore dedicate a essa sta costantemente calando in molti Stati membri. Eppure, è necessario riconoscere che, se si intende combattere l obesità infantile in maniera efficace attraverso l educazione fisica, è necessario garantire che tutti gli allievi siano incoraggiati fin dalla giovane età ad adottare le giuste abitudini, rendendo lo sport uno stile di vita. Il 2004 fu definito l Anno europeo dell istruzione attraverso lo sport. Questo a causa della necessità di educare l opinione pubblica in relazione al valore dello sport come mezzo di sviluppo delle capacità primarie e delle competenze, soprattutto come parte dei programmi scolastici, aiutando così i giovani a migliorare le loro capacità fisiche e le loro abilità sociali. Lo spirito di squadra, la solidarietà, la competizione in un ambiente multiculturale e l integrazione sociale delle categorie meno privilegiate sono solo alcuni dei benefici di cui godono i giovani che hanno reso lo sport parte integrante della loro vita. (b) Sì all integrazione sociale, no alla discriminazione Tutti i cittadini dell UE devono avere accesso allo sport indipendentemente dal genere, razza, età, disabilità, credenze religiose o di altro tipo, orientamento sessuale, e posizione sociale ed economica. Lo sport è uno dei mezzi più efficaci di integrazione sociale e dovrebbe pertanto ricevere maggiore sostegno e incoraggiamento dall Unione europea, per esempio attraverso l organizzazione di speciali giochi europei, nazionali e locali nonché di programmi legati alle attività del tempo libero. Le Paraolimpiadi e le Olimpiadi speciali sono infatti esempi che sottolineano il valore dello sport nella società e il suo contributo all integrazione delle categorie sociali vulnerabili. Gli Stati membri e l Unione europea devono dare priorità allo sport, e non solo per coloro che sono sani, visto che esso rappresenta un importante mezzo di riabilitazione e integrazione sociale anche per i diversamente abili. Le organizzazioni sportive e gli Stati membri sono invitati ad adattare le loro infrastrutture sportive per fornire le attrezzature necessarie per le persone con disabilità. In più, lo sport riveste un ruolo importante nel facilitare l integrazione sociale di coloro che provengono da ambienti meno privilegiati, per esempio gli immigrati. Pertanto, gli eventi e i programmi sportivi negli Stati membri che tentano di promuovere l integrazione sociale di questa categoria particolare e di lottare contro l esclusione sociale hanno i requisiti necessari per gli aiuti del Fondo sociale. Infine, le organizzazioni sportive possono aiutare a lottare contro il razzismo e la discriminazione in questo settore attraverso l utilizzo di regole volte a preservare il campo sportivo come territorio attivo di sportivi professionisti in cui bandire ogni forma di discriminazione. Inoltre, molte organizzazioni sportive professionistiche sono in grado di volgere a profitto la popolarità di certi giocatori al fine di guidare campagne sia all interno che all esterno degli stadi per combattere tutte le forme di discriminazione, razzismo e xenofobia, soprattutto prima, durante e dopo i maggiori eventi sportivi. 32 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 33 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

19 Infine, in relazione alla designazione del 2008 come Anno europeo del dialogo interculturale, è stata rivolta un attenzione speciale allo sport come arena d elezione per la coesistenza interculturale e come pietra angolare per il dialogo e la cooperazione con paesi terzi. (c) Parità fra i sessi e contributo delle donne allo sport Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al ruolo delle donne nello sport. Le tematiche di genere dovrebbero essere introdotte in tutte le attività legate allo sport, con un attenzione specifica all accesso delle donne immigrate e di quelle provenienti da minoranze etniche, all accesso delle donne alle posizioni decisionali nello sport e alla loro copertura mediatica nell ambito dello stesso. Gli Stati membri dovrebbero riconoscere i risultati sportivi delle donne e fornire loro il relativo sostegno finanziario. L organizzazione di eventi con premi finanziari o di altro tipo di minore entità per le donne non dovrebbero essere legalmente inammissibili. Infine, i media dovrebbero dare lo stesso risalto ai risultati sportivi delle donne, al fine di promuovere modelli di ruoli femminili e superare gli stereotipi di genere, consentendo quindi alle donne di accedere alle carriere legate allo sport e alle posizioni decisionali. (d) Provvedimenti per prevenire la violenza in occasione di manifestazioni sportive Nell organizzazione degli eventi sportivi, gli Stati membri si assumono il dovere di impedire e trattare ogni forma di violenza, razzismo e xenofobia. Lo scambio di buone pratiche e di informazioni riguardanti la cooperazione tra le forze di polizia e le autorità sportive per quanto riguarda i tifosi pericolosi sarebbe un importante passo in questa direzione. La preziosa esperienza acquisita attraverso il punto nazionale d informazione sul calcio, responsabile del coordinamento e degli scambi transfrontalieri di informazioni tra le autorità incaricate dell applicazione della legge per la valutazione di situazioni potenzialmente pericolose, e i dettagli dei tifosi violenti potrebbero rappresentare la pietra angolare di una banca dati civile. Tuttavia, nell attuazione di una cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia in relazione agli eventi sportivi, è anche necessario assicurare nello stesso tempo il rispetto della libertà, dei diritti fondamentali e della protezione dei dati personali. Nel 2007 la Commissione si è assunta l impegno di prendere provvedimenti per impedire situazioni emergenti laddove la tensione crescente durante gli eventi sportivi potesse degenerare in scontri tra tifosi rivali e in atti di violenza. Essa persegue l obiettivo di assicurare che le partite europee di calcio non offrano potenziali possibilità ai facinorosi di creare situazioni di disordine commettendo illeciti penali e reati comuni, contro l ordine e la sicurezza pubblica. È necessario impedire e prevenire la comparsa di questi fenomeni durante gli eventi sportivi di maggiore rilievo in modo che i membri del pubblico non possano essere disturbati da gruppi di teppisti. L Unione europea ha stanziato 600 milioni di euro per il programma di Prevenzione e lotta al crimine per il periodo , di cui la lotta al vandalismo costituisce una priorità. Questo programma dovrebbe quindi promuovere metodi efficaci e innovativi nell affrontare i tifosi pericolosi e un percorso di formazione adeguato per la polizia e gli agenti di sicurezza. Infine, come indicato nel Libro bianco sullo sport, la Commissione intende promuovere un approccio multisettoriale basato sulla prevenzione del crimine e sull applicazione della legge, comprendendo anche opportunità di formazione per i tifosi e la cooperazione con gli organi calcistici internazionali e nazionali. Il finanziamento comunitario di tutto questo deve essere stanziato nell ambito dei programmi Gioventù in azione, Europa dei cittadini e Daphne III come previsto dal piano di azione intitolato a Pierre de Coubertin. Risulterebbe estremamente utile anche un impegno da parte di tutti gli interessati ad applicare sanzioni più severe e immediate per gli atti di razzismo e violenza nel campo sportivo o nello stadio. A questo fine, è importante beneficiare della notevole esperienza degli organizzatori e delle associazioni sportive a livello nazionale ed europeo, con lo scopo di garantire che le procedure di sicurezza e le raccomandazioni adottate dalle autorità locali in relazione agli eventi sportivi si conformino alle più rigide disposizioni. 34 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 35 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

20 3. I DANNI DEL DOPING Molti casi di doping, problema che tende a essere particolarmente intenso nelle fasi preparatorie dei maggiori eventi, sono venuti alla luce durante i Giochi olimpici di Pechino. I gravosi orari degli atleti, la durata degli importanti eventi sportivi, il fatto che in molti casi ci siano gare quasi ogni giorno, assieme all ambizione e alla brama di vincere, possono far sì che il doping diventi una tentazione. Questo è un problema legato direttamente all ambiente fortemente competitivo, e alla totale dedizione e autodisciplina richieste. Tuttavia, il doping è intrinsecamente contrario allo spirito olimpico, agli ideali sportivi e all etica medica. Esso offende tutte le nozioni di competizione aperta e leale e compromette la salute dei concorrenti. Le raccomandazioni contenute nel Libro bianco sullo sport in relazione al doping comprendono: (a) un monitoraggio più regolare e una cooperazione tra i laboratori degli Stati membri nella rilevazione di sostanze non consentite, (b) misure per ridurre la pressione sugli atleti, (c) finanziamento per la ricerca sulle sostanze eccitanti in programmi comunitari sulla salute pubblica e (d) informazioni per gli atleti sulle sostanze legali e illegali disponibili sul mercato, e il loro impatto immediato e a lungo termine sulla loro salute. Tutti concordano nel riconoscere che il commercio di sostanze dopanti illecite dovrebbe essere trattato alla stessa stregua del traffico di droga. In sostanza, i medicinali e gli integratori alimentari a disposizione degli atleti, direttamente o attraverso internet, hanno lo stesso effetto delle droghe in quanto a dannosità sul consumatore. Il doping è in verità una frequente causa di morte sul campo sportivo. Un gruppo di lavoro dell UE sulle misure di lotta al doping, costituito da rappresentanti di gran parte degli Stati membri, è stato recentemente organizzato al fine di vagliare alcuni dei più importanti problemi legati all uso di droghe, soprattutto in relazione agli sport amatoriali e di base, come indicato da Jan Figel, commissario responsabile degli affari culturali. La Commissione non ritiene che un organo europeo anti-doping potrebbe contribuire ulteriormente con provvedimenti per combattere ed eliminare il problema, poiché la creazione di un altra organizzazione potrebbe semmai minacciare il ruolo delle organizzazioni nazionali anti-doping (NADO), il cui modus operandi è basato sull autonomia dello sport e sulla cooperazione tra le autorità nazionali e regionali. Un iniziativa simile sarebbe controproducente e diffonderebbe un messaggio sbagliato agli organi sportivi e agli Stati membri. È quindi incerto il peso del ruolo che l Unione europea potrebbe rivestire nella supervisione degli organi nazionali anti-doping, soprattutto poiché questi ultimi stanno già usufruendo di alti livelli di finanziamento comunitario. Il doping è un problema sociale dalle gravi ricadute sugli individui e le comunità, soprattutto a lungo termine. Il Libro bianco sullo sport espone i principali problemi che nascono in questo contesto, unitamente alle soluzioni auspicabili. Attraverso misure volte a educare gli atleti e a renderli più consapevoli dell impatto del doping sulla loro salute, e grazie alle leggi recenti degli Stati membri per arginare il fenomeno, si riuscirà finalmente a eliminare il problema. Inoltre, il Libro bianco si riferisce anche all importanza della Convenzione internazionale dell UNESCO contro il doping nello sport, che è stata ratificata soltanto da 22 dei 27 Stati membri dell Unione europea. Il Parlamento europeo sta chiedendo con urgenza la ratifica dell Irlanda, della Slovenia, di Malta, del Belgio e di Cipro. Tuttavia, la Dichiarazione di Copenaghen sulla lotta al doping sportivo, un iniziativa dell Agenzia mondiale anti-doping (WADA) firmata nel dicembre 2007, è stata adottata da tutti gli Stati membri. 36 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 37 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

21 4. LA DIMENSIONE ECONOMICA DELLO SPORT In termini economici lo sport può senza dubbio contribuire al conseguimento degli obiettivi di Lisbona di crescita e creazione di posti di lavoro, promuovere lo sviluppo locale regionale e rurale e stimolare il turismo attraverso il miglioramento delle infrastrutture e l inizio di nuove collaborazioni per il finanziamento delle strutture sportive e ricreative. Inoltre, nel 2004 lo sport ha generato un valore aggiunto di 407 miliardi di euro, che corrisponde al 3,7% del PIL dell UE, e posti di lavoro per 15 milioni di persone, ovvero il 5,4% della forza lavoro. Tuttavia, la mancanza di una chiara definizione dello sport nei 27 Stati membri ha messo in ombra il rilevante peso economico dello sport. Per esempio, gli Stati membri non hanno chiaramente definito se lo sport sia o meno un servizio pubblico che può usufruire di benefici finanziari, eventualmente sotto forma di agevolazioni fiscali. In realtà, lo sviluppo di un metodo statistico europeo per calcolare l impatto economico dello sport basato su statistiche nazionali potrebbe portare, a lungo termine, alla creazione di una contabilità satellite per lo sport a livello europeo che identificherebbe i settori in cui lo sport ha un impatto economico, per esempio il turismo, la produzione e l occupazione. Secondo la Commissione, una parte crescente del valore economico dello sport è connessa ai diritti di proprietà intellettuale, come comunicazioni commerciali, marchi registrati, e diritti d immagine e di trasmissione. In un settore sempre più globalizzato e dinamico, l applicazione dei diritti di proprietà intellettuale in tutto il mondo sta diventando un punto cardine dell economia sportiva. È anche importante che ai riceventi sia data la possibilità di accedere a distanza alle manifestazioni sportive all interno dei paesi dell UE. D altra parte, nonostante il significato economico generale dello sport, la maggior parte delle attività sportive ha sede in strutture senza scopo di lucro, molte delle quali necessitano di aiuti pubblici per poter garantire a tutti i cittadini l accesso alle suddette attività. Per questa ragione, è importante riconoscere la particolare natura degli organi sportivi senza scopo di lucro, e il diritto comunitario dovrebbe in conseguenza prendere in considerazione la differenza tra gli organi volontari senza scopo di lucro da una parte e le organizzazioni lucrative dall altra. (a) Il reclutamento Il caso Bosman, esaminato dalla Corte di giustizia europea, ha aperto un nuovo capitolo sulla storia del calcio e dello sport in generale. Secondo la sentenza del 1995, la libertà di circolazione dei lavoratori copre gli sportivi, soprattutto giocatori di squadre professionistiche. La liberalizzazione del mercato nello sport ha certamente ridisegnato la mappa europea in tal senso, poiché fino al 1995 le federazioni sportive avevano fissato le loro regole e restrizioni riguardo ai giocatori stranieri. Secondo la sentenza Bosman, le suddette erano costrette a individuare nuove metodologie per il reclutamento di giocatori di prim ordine e a consentire la libertà di circolazione ai giocatori, nonostante i cambiamenti organizzativi delle società sportive in ogni paese in termini di costituzione nazionale interna. In dettaglio, la Corte europea di giustizia ha riconosciuto ai giocatori di calcio e, per estensione, agli sportivi professionisti, il diritto di scegliere liberamente il successivo datore di lavoro, una volta svincolati dal contratto, senza restrizioni finanziarie. Inoltre, era facoltà degli stessi giocatori, e non delle loro società sportive, negoziare le condizioni del loro trasferimento, poiché il sistema precedente di trasferimento dei giocatori di calcio contravveniva alla legge europea e alla libera circolazione dei lavoratori. La transizione dal periodo antecedente al caso Bosman fino al successivo non è stata semplice, dato che la sentenza in questione aveva radicalmente modificato le precedenti procedure di trasferimento. La Corte europea di giustizia ritenne che la grande importanza e il significato sociale dello sport, soprattutto del calcio, e il bisogno di salvaguardare l equilibrio competitivo tra le società sportive portassero a credere che fosse indispensabile eliminare le diverse restrizioni sul trasferimento. Inoltre, ai sensi del sistema in vigore fino al 1995, le società più ricche potevano acquistare i giocatori che desideravano. Dopo la sentenza Bosman, tuttavia, sono i giocatori stessi ad avere il diritto di scelta. Il Libro bianco sullo sport non si rivolge agli Stati membri e alle organizzazioni sportive per adottare ulteriori provvedimenti volti a far risaltare una discriminazione diretta basata sulla nazionalità. Di conseguenza, l Unione europea respinge la norma del 6+5 suggerita dalla FIFA al congresso di Sydney del maggio 2008, che tentava di restringere il numero di giocatori stranieri al fine di difendere l identità nazionale della società sportiva in questione. 38 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 39 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

22 In dettaglio, questa regola impone alle società sportive di includere nella formazione iniziale almeno sei giocatori che abbiano i titoli per giocare nella squadra nazionale e che siano quindi cittadini del paese a cui la squadra appartiene. Tuttavia, non esistono limiti al numero di altri eventuali giocatori che possono essere ingaggiati dalla società, tanto meno limiti al numero di sostituti che possono essere messi in campo successivamente. La proposta della FIFA prevede che le nuove disposizioni siano introdotte gradualmente per dare alle società il tempo di adattarsi, con l introduzione del 4+7 entro il 2011, del 5+6 entro il 2012 e del 6+5 entro il L Unione europea si è opposta fin dall inizio poiché questo viola l articolo 39 del trattato sull UE ed è contraria alla sentenza della Corte di giustizia europea relativa al caso Bosman. Dall altro lato, l Unione europea ribadisce il proprio consenso alle disposizioni più proporzionate e imparziali proposte dall UEFA in relazione ai giocatori nazionali. Di conseguenza, almeno otto dei 25 giocatori devono essere preparati nel paese a cui la società appartiene, raggiungendo un compromesso tra la protezione dei giocatori nazionali e la libertà di circolazione dei lavoratori. Un attenzione particolare va rivolta anche agli sportivi professionisti, che non conducono una vita facile e le cui carriere sono relativamente brevi, in media dai 10 ai 20 anni al massimo, rispetto all intervallo delle normali carriere professionistiche che si estende dai 35 ai 45 anni. Inoltre, l alto livello di competizione richiede una massima abnegazione e autodisciplina, concetti che spesso vengono associati al doping, un pericolo chiaramente presente e che deve essere trattato di conseguenza. É quindi importante fornire sbocchi di carriera per gli sportivi che si ritirano dalle competizioni di alto livello, attraverso un percorso di addestramento e di apprendimento costanti e permanenti. (b) Il finanziamento dello sport Per quanto concerne il finanziamento delle organizzazioni sportive, vi sono molte fonti di reddito, per esempio le quote di adesione e i proventi della vendita dei biglietti, la pubblicità e le sponsorizzazioni, i diritti di trasmissione, la redistribuzione degli utili all interno delle federazioni, il merchandising, gli aiuti pubblici ecc. Anche il gioco d azzardo e le lotterie rappresentano un importante fonte di reddito per gli sport amatoriali. Per lo stato è quindi importante conservare il monopolio al fine di assicurare un aiuto continuo allo sport e alla cultura. É pertanto necessario esaminare i pericoli derivanti dalla deregolamentazione di servizi legati al gioco d azzardo o lotterie che sono gestiti dallo Stato o che operano con licenza statale (per esempio il totocalcio), in quanto risulterebbero duramente colpiti dalla competizione e si vedrebbero costretti a limitare gli aiuti agli sport amatoriali. Il Parlamento europeo si è mostrato a favore dell attuale sistema di finanziamento pubblico per gli sport amatoriali dalle lotterie gestite dallo stato e dagli organi autorizzati a dirigere le attività di scommesse nell interesse pubblico. Pertanto esso impone agli Stati membri di assumere misure di controllo per proteggere lo sport da qualsiasi influenza indebita derivante dal mondo delle scommesse, per assicurare la correttezza e garantire il rispetto dei diritti della proprietà intellettuale degli organizzatori delle manifestazioni agonistiche. Tuttavia, deve essere chiaro il presupposto secondo cui le scommesse sugli eventi sportivi nell Unione europea devono avvenire nella legalità e senza forme di abuso e corruzione, rispettando i diritti degli organizzatori degli eventi sportivi. La cooperazione tra gli Stati membri con le organizzazioni sportive e gli operatori del settore delle scommesse fornirà un quadro funzionante, equo e sostenibile, teso ad emancipare tutti gli sport nell Unione europea dalle scommesse illegali e a mantenere la fiducia dell opinione pubblica sulla correttezza dello sport. Gli sport professionistici ricavano profitti anche dalla vendita dei biglietti. Vi è frequentemente uno squilibrio tra la domanda e l offerta rispetto ai più importanti eventi sportivi, e questo non fa altro che complicare la vita agli acquirenti. Il Libro bianco mette in risalto la piena importanza degli interessi dei consumatori nel rendere disponibili i biglietti e l organizzazione corretta e non discriminatoria a ogni livello nella vendita degli stessi. 40 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT 41 / UNA POLITICA EUROPEA DELLO SPORT

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