Attività commerciale- Partita Iva - Regime Forfettario

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1 Cosa s intende per attività commerciale? Per attività commerciale s intende l esercizio, anche occasionale, di una delle attività previste dall art del codice civile, vale a dire: 1. attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi 2. attività di trasporto 3. attività bancaria o assicurativa 4. attività ausiliari alle precedenti. Generalizzando è da considerarsi attività commerciale, la prestazione di servizi o la cessione di beni effettuata in modo continuativo verso i terzi non soci dietro versamento di un corrispettivo specifi co. Il legislatore ha poi previsto per alcune specifi che attività che queste siano da considerarsi sempre commerciali, anche se rivolte agli associati (art. 148 Tuir). Quali enti rientrano nella categoria degli enti commerciali? Quando l oggetto esclusivo, principale è rappresentato dallo svolgimento di attività commerciali; quindi quando l oggetto non è di carattere assistenziale, sociale, culturale ma bensì è commerciale: in questi casi l associazione viene catalogata tra gli enti commerciali Quando si può attribuire la qualifica di imprenditore? A tale proposito si è espressa l Agenzia delle Entrate con una risoluzione dle 2007 affermando che la qualifica di imprenditore può determinarsi anche in conseguenza del compimento di una unica attività in considerazione della sua rilevanza economica e della complessità dell operazione in cui si articola. Esistono comunque delle attività oggettivamente escluse 1

2 Come si può documentare l attività non commerciale di una associazione? Con brochure, depliant, ecc. delle attività non commerciali Le odv possono svolgere una attività commerciale? Non è preclusa al volontariato ma è limitata. Le attività produttive e marginali che possono svolgere le odv sono individuate nel Decreto ministeriale del 25 maggio 1995 in cui emerge che le odv possono fare quel tipo di attività anche di tipo economico come la somministrazione di bevande, di alimenti o di vendite entro certe percentuali previste che sarebbero attività commerciali produttive ma sono chiamate marginali perché non sono considerate commerciali dal legislatore ai fini fiscali per cui possono essere svolte senza rilasciare lo scontrino. La parola d ordine nel volontariato per le attività produttive marginali è l occasionalità. L attività economica può essere esercita quale mezzo per raggiungere lo scopo che rimane sempre di natura ideale, sociale, culturale. L organizzazione di volontariato non può fare attività economica se non quella commerciale marginale previste da uno specifico decreto ministeriale del 1995 Quali sono le attività commerciali e produttive marginali individuate dal decreto del 25 maggio del 1995? Sono: >attività di vendita occasionali o iniziative occasionali di solidarietà svolte nel corso di celebrazioni o ricorrenze o in concomitanza a campagne di sensibilizzazione pubblica verso i fini istituzionali dell'organizzazione di volontariato; sono quindi le 2

3 raccolte pubbliche occasionali di fondi che si può svolgere una tantum ( ad es. vendita della piantina o delle arance, gadget dell associazione, etc.); >attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito a fini di sovvenzione, a condizione che la vendita sia curata direttamente dall'organizzazione senza alcun intermediario; ad es. un azienda regala della merce all odv che provvede a vendere direttamente senza intermediari; >cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari sempreché la vendita dei prodotti sia curata direttamente dall'organizzazione senza alcun intermediario; >attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di raduni, manifestazioni, celebrazioni e simili a carattere occasionale; >attività di prestazione di servizi rese in conformità alle finalità istituzionali, non riconducibili alle attività delle imprese, verso pagamento di corrispettivi specifici che non eccedano del 50% i costi di diretta imputazione ossia quello che l odv incassa deve essere inferiore o uguale al 50% dei costi che si sostengono per l attività dell odv stessa. Le attività commerciali e produttive marginali individuate dal decreto del 25 maggio del 1995 come devono essere svolte? Le attività devono essere svolte: 3

4 a) in funzione della realizzazione del fine istituzionale dell'organizzazione di volontariato iscritta nei registri; b) senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato, quali l'uso di pubblicità dei prodotti, di insegne elettriche, di locali attrezzati secondo gli usi dei corrispondenti esercizi commerciali, di marchi di distinzione dell'impresa. Quindi tutte queste attività non si possono svolgere alla maniera dell impresa. Un associazione di promozione sociale può svolgere attività commerciale? Gli enti non commerciali hanno la possibilità, se il loro statuto lo consente, di svolgere, in parallelo all attività istituzionale, una o più attività di natura cosiddetta imprenditoriale. La finalità di tali attività è quella tipicamente di reperire fondi da destinare totalmente all esercizio di attività istituzionale. L art. 4 della legge n. 383/2000 menziona le possibili modalità di finanziamento delle associazioni di promozione sociale ed al punto f) cita quale risorsa economica i proventi derivanti dalle cessioni di beni e prestazioni di servizi rivolte sia agli associati che a terzi, anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura commerciale, artigianale o agricola, svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali. A differenza di quanto previsto per le ONLUS, non esiste inoltre alcuna limitazione per i proventi commerciali derivanti da attività direttamente connesse. Si ricorda infine che anche le associazioni di promozione sociale, in quanto enti non commerciali, possono considerare 4

5 attività non commerciali alcune attività para-istituzionali quali: - le raccolte occasionali di fondi; - i rapporti in convenzione con enti pubblici; - la somministrazione di alimenti e bevande effettuata presso le sedi in cui viene svolta l attività istituzionale da bar ed esercizi similari e l organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, sempre che l A.P.S. sia iscritta ad un ente di promozione sociale riconosciuto dal Ministero degli Interni, e sempre che entrambe tali attività siano svolte nei confronti dei soli soci. - le prestazioni di servizi a pagamento nei confronti dei soci. Le Aps possono svolgere attività commerciale? Le Associazioni di promozione sociale devono avere come oggetto esclusivo o prevalente l attività istituzionale, cioè l attività svolta in conformità alle finalità statutarie che non si configuri come attività commerciale. La stessa legge n. 383/2000 ammette comunque che possono essere svolte dalle APS attività che si configurino come commerciali a condizione che le stesse siano svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali (art. 4, comma 1 lett. f)) L attività commerciale consiste: - nell esercizio abituale delle attività indicate nell art del codice civile: attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; attività intermediaria nella circolazione dei beni; attività di trasporto; attività bancaria o assicurativa; attività ausiliarie alle precedenti; 5

6 - nell esercizio di attività organizzate in forma di impresa dirette a prestazioni di servizi non rientranti nell art del codice civile (escluse quelle rese in conformità alle finalità istituzionali dell ente senza specifica organizzazione e verso corrispettivi specifici che non eccedono i costi di diretta imputazione); - nell esercizio di determinate attività agricole anche se non organizzate in forma di impresa.. Per una Associazione quali attività non si considerano attività commerciali? Non si considerano attività commerciali: o i fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche occasionali attuate in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. Le raccolte possono essere effettuate anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi. Entro quattro mesi dalla chiusura dell esercizio bisogna redigere un apposito e separato rendiconto indicante in modo chiaro e trasparente (anche a mezzo di relazione illustrativa) le entrate e le spese relativa alla raccolta fondi; o I contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche per lo svolgimento in modo convenzionato o in regime di accreditamento di attività con finalità sociali esercitate in conformità ai fini istituzionali dell Ente senza alcuna distinzione tra quelli a fondo perduto e 6

7 quelli con natura di corrispettivi (C.M , n. 124/E); Inoltre non costituisce attività commerciale (art. 148 c. 1 e 2 DPR 917/86): o o l attività svolta nei confronti degli associati o partecipanti in conformità alle finalità istituzionali; le prestazioni di servizi non rientranti nell art. 2195, rese in conformità alle finalità istituzionali dell ente senza specifica organizzazione e per corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione Inoltre non si considerano commerciali le attività: o svolte in favore degli associati, iscritti e partecipanti verso corrispettivi specifici; o svolte nei confronti di altre associazioni e relativi associati che svolgono la stessa attività e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un unica organizzazione locale o nazionale; o di cessione, anche a terzi, di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Quali attività sono considerate commerciali in ogni caso (presunzione di commercialità)? Sono considerate commerciali in ogni caso, le attività di : o gestione di spacci aziendali e mense; 7

8 o o o o o o o organizzazioni di viaggi e soggiorni turistici (si veda in proposito l esclusione per alcune tipologie di APS di cui si dirà in seguito); gestione di fiere; pubblicità commerciale; telecomunicazioni e radiodiffusioni; cessioni di beni nuovi prodotti la vendita; somministrazione di pasti; erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore; prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto; o o servizi portuali e aeroportuali. Da cosa si deduce l elemento di commercialità dell associazione? Dallo statuto. I criteri per definire se un attività è commerciale o meno devono essere desunti dall art. 55 del TUIR ( testo unico delle imposte sui redditi) Cosa riporta l art. 55 del TUIR? Sono redditi d impresa quelli che derivano dall esercizio di imprese commerciali per cui si intende l esercizio per professione abituale ancorché se non esclusive e rimanda all art del cod. civ. ( sulle attività agricole) che dice che sono redditi d impresa i redditi derivanti dall esercizio di attività organizzate in forma d impresa diretta alla prestazione di servizi e che non rientrano nell articolo ossia una serie di prestazione di servizi anche se non rientrano nell art del cod. civ. ma sono organizzati in forma d impresa possono rientrare tra le attività commerciali. 8

9 Da cosa deve discendere la qualificazione fiscale di un ente? Da un attenta analisi delle attività effettivamente svolte e dall individuazione della loro natura. Quali sono le condizioni per poter qualificare commerciale una attività? Un attività deve essere abituale cioè continuativa e non occasionale, deve rientrare in una di quelle attività dell art del cod. civ. oppure se non rientra ma è svolta con una adeguata organizzazione ossia con dei servizi a pagamento. I beni e servizi sono destinati al mercato di libero scambio, quindi a fronte del pagamento delle prestazioni e l attività deve essere economica. Quali sono le attività che riporta l art del cod. civ.? Sono 5 e sono: un attività industriale diretta alla produzione di beni e servizi, un attività intermediaria (circolazione di beni), un attività di trasporto per terra, acqua e aria, bancaria o assicurativa oppure un attività ausiliaria alle precedenti. Come viene considerata l attività del bar? E una attività a parte a meno che venga svolta da una aps iscritta ad un ente di II livello e solo per i soci. Ci sono delle particolare agevolazioni per le APS a carattere nazionale in materia di attività commerciale? Si. 9

10 Per le APS a carattere nazionale non si considerano commerciali: la somministrazione di alimenti e bevande e l organizzazione di viaggi e soggiorni turistici effettuate a favore dei propri soci da associazioni di promozione sociale le cui finalità siano riconosciute dal Ministero degli Interni ex L. n. 287/1991 (si tratta in genere delle grandi associazioni di promozione sociale iscritte, molto probabilmente, oggi anche nel registro nazionale delle APS). Per quanto riguarda la somministrazione di alimenti e bevande bisogna specificare che, per non essere considerata commerciale deve essere: rivolta ai propri soci; svolta presso la sede dell attività istituzionale; strettamente complementare (accessoria) all attività istituzionale i locali devono possedere idonei requisiti per il rispetto delle norme igienico-sanitarie (è necessaria la preventiva autorizzazione della Asl). Quando la somministrazione di alimenti e bevande non viene considerata commerciale? Per non essere considerata commerciale deve essere: rivolta ai propri soci; svolta presso la sede dell attività istituzionale; strettamente complementare (accessoria) all attività istituzionale 10

11 i locali devono possedere idonei requisiti per il rispetto delle norme igienico-sanitarie (è necessaria la preventiva autorizzazione della Asl). Quali sono i casi in cui è considerata commerciale l attività delle aps nazionali? Se si è un ente affiliato ad una aps di grandi dimensioni le cui finalità esistenziali sono state riconosciute dal Ministero degli Interni, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata presso al sede del bar ed esercizi similari e l organizzazione di viaggi e soggiorni turistici non è considerata attività commerciale, anche se resa verso corrispettivi specifici; l attività deve comunque essere svolta a favore dei propri iscritti e familiari e deve essere complementare a quella svolta in diretta attuazione degli scopi istituzionali. Per esempio l attività del bar deve essere complementare a quella istituzionale. Le Aps che hanno un bar: è attività non commerciale quando (1) il servizio è rivolto solo ai soci (2) non è l unica attività dell associazione ma bensì è un mezzo per realizzare gli obiettivi (3) non ha insegne, no si adottano forme pubblicitarie per attrarre terzi (4) per la somministrazione di alimenti e bevande, l associazione è affiliata ad un ente di secondo livello La somministrazione di alimenti e bevande è sempre attività commerciale però se è fatta da una associazione affiliata ad un ente di secondo livello allora non è considerata attività commerciale. 11

12 Per la somministrazione di alimenti e bevande serve la partita iva perché è una attività commerciale però se si tratta di una bar di una associazione affiliata ad un ente di secondo livello allora non occorre aprire la partita iva. La normativa asl, le norme igieniche sanitarie, la normativa haccp va tutto rispettato, il fatto che si tratti di una associazione non esula la stessa dagli adempimenti fiscali. Il bar di una Aps si considera invece attività commerciale Quando il servizio del bar è rivolto anche ai non soci, oppure quando ci sono delle insegne, delle forme pubblicitarie che attraggono terzi, oppure quando è l unica attività che svolge l associazione se oltre soci entrano anche altri Se oltre alla somministrazione di alimenti e bevande, il bar di una Aps fa dei pasti cosa succede? Se faccio dei pasti, anche se solo per i soci, allora diventa attività di ristorazione ed è sempre una attività commerciale pertanto è necessario aprire una partita iva Quando si può parlare di pacchetto turistico? Nel caso in cui sono coesistenti due elementi tra vitto, alloggio e trasporto È lecito organizzare una escursione di un giorno? Si. 12

13 È considerata attività commerciale la sponsorizzazione? Si, ossia nel caso in cui venga legato il nome dell associazione a quello di un ente commerciale (ad esempio la Fiat) anche se viene svolta una attività a favore dei propri soci E lecito nel caso di pubblicazione di un giornalino di un associazione in cui ci sia il logo di una ditta che la ditta stessa durante l anno faccia una erogazione liberale all associazione? No, perché potrebbe capitare un controllo. E lecito nel caso in cui una ditta paghi la fattura del giornalino dell associazione? Non proprio, nel senso che è più difficile passare indenni ad un controllo. Nel caso in cui la vendita del giornalino sia prevista una volta all anno potrebbe rientrare tra le attività commerciali ma marginali? Se pubblicato sistematicamente non rientra tra le attività commerciali marginali. Se una Aps ha una sala e l affitta a terzi e si fa pagare cosa succede? Se attività avviene con frequenza devo aprire partita iva altrimenti deve essere una cosa occasionale. 13

14 Ma diventa attività commerciale anche se i proventi vanno a finanziare un oratorio? Sì. Al fisco non è la destinazione del mio utile che mi fa dire se quella attività è commerciale o meno ma è la natura dell attività che io vado a fare Se Aps fa delle lezioni di italiano e si fa pagare è attività commerciale? Se faccio delle faccio lezioni italiano e chiedo soldi: verso i soci non è attività commerciale e non devo fare la fattura perché sto facendo un servizio per i soci; se faccio lezioni di italiano a terzi, quindi ai non soci, diventa attività commerciale e devo necessariamente aprire la partita iva e rilasciare la fattura dove scriverò quota di partecipazione al corso di.. Se una cooperativa sociale affida un servizio ad una associazione è attività commerciale? Sì, è attività commerciale perché in realtà l associazione sta svolgendo un servizio non per i soci ma per un ente terzo, che è la cooperativa sociale. Un associazione di promozione sociale deve iscriversi al Registro delle Imprese ed al REA? L iscrizione al Repertorio Economico Amministrativo è obbligatoria per quegli enti che pur non avendo come oggetto 14

15 esclusivo o principale l esercizio di un attività commerciale, esercitano un attività economica commerciale, artigianale e/o agricola. Pertanto per una A.P.S. vi sarà l obbligo di tale iscrizione solo nel caso vi sia esercizio di attività commerciale. In tale caso dovrà essere compilato il modello R di denuncia al REA di associazione od ente. Diversamente, l iscrizione al Registro delle Imprese (tenuto presso le Camere di Commercio) non è prevista in nessun caso per le A.P.S. E obbligatoria l iscrizione al Rea ( repertorio economico amministrativo)? Sì, per chi svolge attività economica e che quindi ha una partita IVA. Si può chiedere la partita IVA per una odv? Non bisogna chiedere l apertura di una partita IVA in quanto si dichiarerebbe l intenzione di svolgere un attività di carattere commerciale. E obbligatorio aprire una partita IVA per le aps? No, ma dipende dal tipo di attività e dal modo in cui si svolge. Quando è obbligatorio aprire la partita IVA? Nel momento in cui si svolge una attività di carattere commerciale. Per esempio: erogazione di acqua, energia, gas, organizzazione di fiere, gestione di spazi aziendali, somministrazione di pasti, organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, pubblicità commerciale. 15

16 Quando va aperta la Partita IVA? La normativa sull IVA presuppone l esercizio di impresa ossia l esercizio abituale anche se non esclusivo, delle attività commerciali o agricole di cui agli artt e 2195 c.c. indipendentemente dalla forma organizzativa; è dunque necessario per gli enti non commerciali distinguere tra l attività istituzionale e l eventuale attività commerciale, condotta in maniera sussidiaria ed accessoria a quella istituzionale. L ente non commerciale non è soggetto a formalità fiscali (contabilità iva e dichiarazione annuale) per tutto quanto attiene la sfera istituzionale; esso viene considerato in tale caso un consumatore finale e non può detrarre l IVA che i fornitori gli addebitano. Al contrario, per le operazioni considerate commerciali, tali enti sono considerati come soggetti passivi di imposta e quindi del tutto simili alle imprese. Qualora quindi l Associazione inizia a porre in essere un attività che sia qualificata come commerciale ai sensi del Dpr 633/72 è obbligato a richiedere un numero di Partita Iva in quanto svolge un attività economica rilevante ai fini dell imposta sul valore aggiunto (Iva). Non importa pertanto che l ente agisca secondo i fini statutari e senza scopo di lucro, importa il fatto di svolgere operazioni commerciali o agricole. Anche ai fini Iva è previsto l obbligo della contabilità separata. 16

17 Quali tipi di attività si considerano nel campo dell applicazione dell Iva? Si considerano fatte nell esercizio delle attività commerciali anche le cessioni di beni e le prestazioni di servizi ai soci associati o partecipanti verso corrispettivi specifici o di contributi supplementari determinati in funzione delle mansioni o diverse prestazioni alle quali hanno diritto ad esclusione di quelle effettuate in conformità alle attività istituzionali delle associazioni agevolate. Quali sono le associazioni agevolate? Sono quelle per cui non vale il principio secondo cui i pagamenti dei corrispettivi specifici fatti dai soci sono assoggettati ad Iva e sono le associazioni politiche, sindacali, di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona. Nel caso in cui un corso di formazione di una associazione sia rivolto a dei non soci, occorre aprire la partita iva? Si Quando un aps svolge dei corsi di formazione per i propri soci iscritti come viene considerata l attività? De-commercializzata ai sensi dell art. 148 c. 3 del Tuir. Come viene registrata la quota del corso di formazione di una aps? 17

18 Non come contributo ma come quota corso dovuta per il corso di formazione. Il consiglio è di iscrivere una aps al registro regionale delle aps. La cessione di beni e la prestazioni di servizi rese nei confronti dei familiari conviventi degli associati sono equiparate ai fini fiscali a quelle degli associati. Come si fa a rendicontare un corso di formazione di una aps? Conviene aprire una partita Iva ed applicare il regime della 398 in modo da tutelarsi. Sono considerati commerciali ai fini Iva e non ai fini Ires i contributi di natura corrispettiva corrisposte da amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di attività aventi finalità sociali. Per esempio se svolgo un attività in convenzione con un ente pubblico ai fini delle imposte dirette si è tranquilli, mentre ai fini dell Iva no perché sarebbe un attività da fatturare. Qual è un altra attività dove si crea un disallineamento tra le imposte dirette e l Iva? L organizzazione di viaggi e soggiorni è considerata un attività commerciale anche ai fini delle imposte dirette ad eccezione per le associazioni politiche, sindacali, di categoria, religiose, assistenziali e di promozione sociale; queste sono associazioni per cui le attività, se effettuate nei confronti dei propri soci, non sono considerate commerciali fiscalmente solo ai fini dell Ires e non ai fini dell Iva. L importante è che l attività di organizzazione dei viaggi non diventi abituale. 18

19 Esempio pratico: In convenzione con alcuni Comuni facciamo un servizio di mediazione familiare e non abbiamo partita IVA. Fiscalmente siete tutelati sotto due punti di vista: uno dalle imposte dirette perché le attività in convenzione con gli enti pubblici non sono una attività di carattere commerciale, uno dall IVA; in realtà è come se il Comune vi desse un contributo. Sarebbe una attività commerciale nel caso in cui le persone non socie che chiedono assistenza vi pagassero. Nel caso in cui il servizio fosse rivolto a soci e non, si potrebbe aprire la partita IVA e si usufruirebbe di un regime fiscale forfettario per le associazioni ( legge n. 398 del 1991). Con il codice fiscale ho un attività di carattere istituzionale e con la partita IVA di carattere commerciale. Nel caso in cui il servizio fosse rivolto ai non soci e fosse a pagamento, occorre aprire la partita IVA. Occorre monitorare nel tempo il mantenimento della qualifica di ente non commerciale? Sì, da un anno all altro da un punto di vista fiscale può essere disconosciuta. Cosa accade qualora l Agenzia delle Entrate riconosca che un associazione non sia un ente non commerciale? L Agenzia delle Entrate assoggetta a tassazione tutti i proventi dell associazione commerciali o meno considerando però che i costi vanno scaricati. 19

20 Quali sono i parametri per stabilire che un ente non è più non commerciale? Sono elencati nell art. 149 comma 2 del Tuir e quindi possono far risultare l associazione come ente commerciale. Per es. nel caso in cui ci sia prevalenza delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie relativi all attività commerciale al netto degli ammortamenti rispetto agli investimenti relativi all attività istituzionale. Altro esempio: il caso in cui c è prevalenza dei ricavi derivanti dalle attività commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attività istituzionali. Per le associazioni che hanno partita IVA e che gestiscono un attività commerciale e che hanno i ricavi derivanti dalle attività commerciali ( quelli della partita IVA) che superano quelli delle attività istituzionali. Quando si perde la qualifica di ente non commerciale? È prevista la perdita di qualifica di ente non commerciale nel caso di esercizio prevalente o essenziale di attività commerciale per un intero periodo di imposta indipendentemente dalle previsioni dello statuto e dell atto costitutivo; la perdita di qualifica ha effetto nello stesso periodo di imposta. Ci sono delle categorie di soggetti a cui la perdita di qualifica di enti non commerciali della disposizione non si applica? 20

21 Si, gli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche e le Associazioni Sportive Dilettantistiche Se si svolge attività commerciale è necessario tenere una contabilità separata dall attività istituzionale? Nel caso di svolgimento di attività che sia commerciale (rilevante ai fini fiscali) questa deve essere contabilizzata separatamente dall attività istituzionale e trovare separata esposizione anche nel rendiconto finanziario (o economico) dell esercizio. In caso di attività commerciale è previsto l obbligo di tenere una contabilità separata? Si, in presenza di attività commerciale è previsto l obbligo di tenere una contabilità separata distinguendo tra attività istituzionale e attività commerciale. In caso di attività commerciale quale regime di contabilità va adottato? I regimi di contabilità adottati possono essere diversi (da quello ordinario a quello semplificato, al regime forfetario di determinazione del reddito ex art. 145 Dpr 917/86) anche se molte associazioni la cui attività rientra entro determinati limiti (attualmente 250mila Euro di proventi in un anno) optano per il regime contabile e fiscale previsto dalla L. n. 398/1991 (anche questo prevede un regime forfetario di determinazione del reddito e dell iva oltre ad una serie di semplificazioni da un punto di vista contabile-fiscale). Seguono due tabelle esemplificative circa l individuazione delle attività non commerciali (oltre ai contributi pubblici ed 21

22 ai proventi dalla raccolta fondi di cui si è detto in precedenza) e di quanto previsto dal regime forfetario della Legge n. 398/91 Enti Enti di tipo associativo generici Associazioni privilegiate: a) politiche; b) sindacali; c) di categoria d) religiose e) assistenziali f) culturali g) sportive dilettantistiche; h) di promozione sociale; i) di formazione extrascolastica della persona Associazioni superprivilegiate: 1. Associazioni di promozione sociale Attitività decommmercializzate Attività svolte nei confronti degli associati, in conformità alle finalità istituzionali, a fronte di quote o contributi associativi Attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali verso il pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli associati Cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati Somministrazione di alimenti e bevande effettuata presso le sedi 22 Note Sono commerciali le cessioni e prestazioni a favore dei soci a seguito di corrispettivi specifici o quote supplementari Le attività possono essere svolte anche a favore di altri membri che svolgono la stessa attività e che fanno parte di un unica organizzazione Attività svolte nei confronti dei soggetti di cui

23 2. Associazioni politiche sindacali e di categoria e Ass. riconosciute da confessioni religiose concordarie in cui viene svolta l attività istituzionale; Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici (per questa attività la decommercializzazione non è valida ai fini Iva) Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici (per questa attività la decommercializzazione non è valida ai fini Iva) sopra: Le finalità assistenziali dell ente devono essere riconosciute dal Ministero dell Interno; Le attività devono essere strettamente complementari quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali. Regime Forfetario Ex L. n. 398/91 Aspettti Caratteristiche Note Non superiori a nell anno precedente Ricavi Commerciali Adempimenti formali Esercizio di apposita opzione mediante comunicazione a: - SIAE - Ufficio Entrate 23 Se il limite viene superato nel corso d anno, si applica il regime ordinario dal mese successivo

24 Ires Reddito d impresa = 3% dei ricavi Iva Detrazione forfetaria = 50% imposta applicabile alle operazioni imponibili Dichiarazione Non dovuta Annuale Iva Irap Base imponibile = Reddito forfetario + Retribuzioni dipendenti + Compensi Collaborazioni a progetto + Compensi lavoro autonomo occasionale + Interessi Passivi Adempimenti contabili Esonero dall obbligo di tenuta della contabilità; Obbligo di conservazione e numerazione delle fatture ricevute e di quelle eventualmente emesse; al reddito determinato forfetariamente vanno sommate le plusvalenze patrimoniali; dichiarazione dei redditi obbligatoria anche in assenza di base imponibile Percentuale di detrazione ridotta per: Sponsorizzazioni = 10%; Cessioni di diritti televisivi e radiofonici = 33% Si ha obbligo di certificazione delle operazioni attive poste in essere sole se il cliente richiede la fattura; 24

25 Registrazioni corrispettivi e fatture emesse in apposito prospetto sostitutivo dei registri Iva Il prospetto per l annotazione dei corrispettivi è quello approvato con D:M: 11 Febbraio 1997 Come si gestisce la contabilità commerciale? I redditi e le perdite che concorrono a formare il reddito complessivo sono determinati in base alle regole di ciascuna categoria: fondiari, di capitale, di impresa, diversi Nel caso in cui si ha un attività di carattere commerciale assoggettata a tassazione, bisogna tenere una contabilità separata tra attività commerciale e attività istituzionale. Come si gestisce la contabilità commerciale nel caso in cui un associazione svolga attività commerciale? Si apre la partita iva e si sceglie il regime contabile e fiscale secondo la legge 398 del L iva si recupera relativamente a questa attività e non su tutti gli acquisti Quali sono i requisiti per le aps per avere un regime agevolato? - L atto costitutivo e lo statuto devono essere adeguati, con scrittura privata autenticata e registrata o atto pubblico e registrato all ufficio del registro; - Occorre inviare il modello eas altrimenti il mancato invio produce l indiretta sanzione per cui non si possono applicare le agevolazioni; 25

26 - Rispettare l iter di ammissione a socio. Ci sono una serie di attività per le aps che, anche se effettuate a favore dei soci, sono commerciali e sono: la pubblicità e la somministrazione di pasti, l organizzazione di viaggi e soggiorni turistici. Quale regime forfettario devono adottare le piccole associazioni e non ( con un volume d affari fino a ,00)? Devono adottare il regime della legge 398 del 91. E un regime nato per le asd e successivamente è stato esteso a tutte gli altri tipi di associazioni che abbiano una partita Iva. Come si adotta questo regime della 398/91? Occorre fare entro 10 giorni una raccomandata facendo una richiesta di opzione per tale regime all Agenzia delle Entrate e alla Siae di riferimento anche se l associazione non svolge spettacoli o eventi simili in quanto la Siae ha una convenzione con l Agenzia delle Entrate per cui ha potere di controllo sulle associazioni. In questo modo si può godere di un regime fiscalmente agevolato. Nel caso in cui non si optasse per il regime della 398/91, cosa accadrebbe? L associazione dovrebbe avere un registro delle vendite, uno degli acquisti, uno dei corrispettivi se si hanno delle ricevute. 26

27 Nel caso invece in cui si optasse per il regime della 398/91, cosa accadrebbe? Oltre ad avere un regime agevolato fiscalmente, non sarebbe necessario avere i registri delle vendite, degli acquisti e dei corrispettivi ma solamente il registro dei minimi istituito con il decreto ministeriale dell 11 febbraio 1997 dove di solito c è scritto Iva associazioni sportive dilettantistiche ma vale per tutte le associazioni. Su questo registro bisogna riportare mese per mese il totale delle fatture con imponibile e imposta. Ogni tre mesi occorre versare l Iva corrispondente al 50% dell Iva incassata e non si porta in detrazione l Iva sugli acquisti. Ad es. su una fattura di 1.000,00 euro, l Iva è di 210,00; quindi verso 105,00 euro di Iva ogni tre mesi. Inoltre non si è assoggettati neppure a dichiarazione Iva. Però resta da tassare 1000,00 euro in quanto sono nell ambito dell attività commerciale. Quindi bisogna fare la dichiarazione dei redditi per questa fattura rivolgendosi ad un commercialista. Lo Stato, essendo un regime molto agevolato, tassa circa il 3% ( 30,00 euro equivalente al reddito imponibile) quindi su 1.000,00 euro. Su 30,00 si tassa il 3% che fa 10,00 euro. In conclusione su 1.210,00 si paga 115,00 euro di tasse. C è inoltre l Irap al 3,9% se non è una onlus. Qual è il limite di incassi per godere del regime agevolato forfettario della 398/91? Di ,00 euro all anno. Qual è la percentuale in caso di sponsorizzazioni? 27

28 La forfetizzazione dell Iva in genere al 50% per la maggior parte delle attività mentre sulle sponsorizzazioni se ne versa il 90% e non il 50%. Quale è la differenza tra attività di sponsorizzazione e quella di pubblicità? Si ha sponsorizzazione se fra la promozione di un nome o di un marchio e l avvenimento viene istituito uno specifi co abbinamento (manifesto con l indicazione del marchio quale sponsor dell evento, nome dell evento con inserito il nome del prodotto, ecc.). Si ha pubblicità se l attività promozionale è, rispetto all evento, in rapporto di semplice occasionalità (cartelli collocati ai margini dell area di spettacolo, pubblicazioni promozionali dell evento sportivo, manifesti, striscioni o altri richiami acustici e visivi). 28

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