Gli strumenti di lavoro del coordinatore per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori nei cantieri stradali

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1 Gli strumenti di lavoro del coordinatore per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori nei cantieri stradali Delta Consulting S.a.S. a cura di Francesco Botte maggio 2012

2 30 7, Gli strumenti di lavoro del coordinatore per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori nei cantieri stradali Premessa Le immagini presenti all'interno del manuale sono state realizzate al fine di fornire maggiori e specifiche informazioni sulle criticità del cantiere. I disegni contenuti nel manuale sono di proprietà della società Delta Consulting SAS di Feltre (BL) e non possono essere riprodotti e/o modificati senza l esplicita autorizzazione. Altresì l autore declina ogni responsabilità per possibili errori ed omissioni, nonchè per eventuali danni a persone o cose derivanti dall uso delle informazioni contenute nel presente manuale. Avvertenze le immagini sono state realizzate al fine di fornire maggiori e specifiche informazioni sulle criticità del cantiere. All interno dell immagine è presente il logo Delta Consulting a protezione della stessa. 45 m Francesco Botte è il legale rappresentante di una società di consulenza in tema di sicurezza sul lavoro. Formatore sin dal 1987, collabora con numerosi enti paritetici bilaterali per l'edilizia ed associazioni di categoria imprenditoriali. É autore di varie pubblicazioni tecniche in tema di sicurezza e salute sul lavoro. 45 m 45 m 30 m 30 m 30 m ,5 7,5 zona lavori carreggiata residua inferiore a 5,60m 30 m la distanza tra i coni o 45 delineatori flessibili deve 7,5 m Segnaletica 2 gg. coni essere di 7,5m Solo per lavori 50 orizzontale per lavori di durata: di durata > 7gg. temporanea 2 gg. delineatori 45 flessibili da incollare Delta Consulting pagina 2 di 123

3 Indice Il lavoro 4 Il lavoro e l'utilizzo delle risorse 5 I risultati non desiderati 8 I risultati non desiderati - Il sistema 9 L'errore 10 Eliminare gli errori 11 Il problem setting 12 Il problem solving 13 La gestione del sistema produttivo 14 I risultati del sistema di gestione adottato 15 La legge 16 Il Decreto Legislativo n. 81 del Il Regolamento disciplinare sugli schemi segnaletici da adottare per il segnalamento temporaneo 16 Il Codice della Strada 16 Il Decreto Legislativo n. 81 del Il team building e l'attuale legislazione 18 I ruoli del committente (decision maker principale) 19 I ruoli dell'impresa 20 I principali documenti a carico dei vari soggetti 21 Il Decreto Legislativo n. 81 del Gli obiettivi del PSC 23 Le caratteristiche del PSC 24 I contenuti del PSC 25 Gli obiettivi del POS 26 Il Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) 27 La Valutazione del Rischio come strumento di lavoro 31 La Valutazione dei Rischi 33 Elenco rischi lavorativi 37 La scheda del piano di sicurezza e coordinamento 39 Il Codice della Strada 40 Il Disciplinare sugli schemi segnaletici da adottare per il segnalamento temporaneo 41 Il Disciplinare 42 L'allestimento di un cantiere stradale 43 La segnaletica stradale e i principi del segnalamento temporaneo 44 Il cantiere stradale "fisso" 46 L allestimento della segnaletica stradale per il cantiere 48 Cantiere fisso con sistema di segnalamento a traffico alternato costituito da impianti semaforici 49 Cantiere fisso con sistema di segnalamento a traffico alternato costituito da movieri 50 Cantiere fisso con sistema di segnalamento a traffico alternato a vista 51 Cantiere fisso con deviazione obbligatoria per chiusura della strada 52 Cantiere fisso con restringimento di carreggiata con doppio senso di circolazione 53 Cantiere fisso con restringimento di carreggiata con doppio senso di circolazione in ambito urbano 54 Cantiere fisso su strada a doppia corsia per senso di marcia 55 L'allestimento della segnaletica stradale in un cantiere fisso - fase 1 56 L'allestimento della segnaletica stradale in un cantiere fisso - fase 2 57 Il Cantiere stradale "mobile" 60 Cantiere mobile su strada a doppia corsia per senso di marcia 62 Cantiere mobile con l'uso di mezzi d'opera e "scudo" su strada ad una corsia per senso di marcia 64 Esempio (il PSC) 65 Esempio (il PSC) - Schema funzionale per la scelta della segnaletica stradale 71 Esempio (il PSC) - Disegni 72 Stima dei costi per la sicurezza 82 I sistemi di gestione 87 Modello organizzativo indicato nell'art.30 del D.Lgs.81/ L'adozione di un sistema di gestione 89 Standard produttivi definiti dal POS 90 I sistemi di gestione 91 Flusso di lavoro per l'applicazione del PDCA 95 L'attività denominata CHECK 96 Gli indicatori di sicurezza 97 I soggetti incaricati delle azioni, degli audit e degli strumenti di lavoro 98 Modelli degli strumenti di lavoro per il coordinatore 99 La scheda di verifica per il coordinatore 100 Lista di controllo per la verifica dell'idoneità del PSC 114 Lista di controllo per la verifica della congruità del POS 119 pagina 3 di 123

4 Il lavoro pagina 4 di 123

5 Il lavoro e l'utilizzo delle risorse IL LAVORO È UN PRODOTTO PROGETTAZIONE CON CUI SI OTTIENE UN ATTIVITÀ PRODUTTIVA UN SERVIZIO ESECUZIONE CICLO DI PRODUZIONE COLLAUDO SODDISFAZIONE CLIENTE RICERCA CLIENTE ECONOMICI TEMPORALI ACCETTAZIONE DI VINCOLI CONTRATTUALI VOLUTI DAL CLIENTE CHE IMPLICA LA TRASFORMAZIONE LA PRESENZA DI SCARTI E DI IMISSIONI IN AMBIENTI MATERIE PRIME DERIVANTI DALL USO DI Il ciclo di produzione permette di evidenziare l'obiettivo del lavoro: la soddisfazione del cliente. L UTILIZZO METODI DI LAVORO ORGANIZZAZIONE MANO D OPERA MACCHINE pagina 5 di 123

6 Il lavoro UN INCIDENTE CON DANNO AI LAVORATORI SE SI VERIFICANO ERRORI SI OTTIENE UN UN RISULTATO NON DESIDERATO CHE NON SODDISFA I BISOGNI DEL CLIENTE IL LAVORO È UN INSIEME DI PROCESSI UN INCIDENTE SENZA DANNO AI LAVORATORI SE NON SI VERIFICANO ERRORI SI OTTIENE UN UN RISULTATO DESIDERATO UN PRODOTTO O UN SERVIZIO CHE SODDISFA I BISOGNI DEL CLIENTE Gli interventi per la costruzione e la manutenzione delle strade e delle sue aree di pertinenza sono regolamentati dalla legislazione vigente in tema di Lavori Pubblici: Decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 Regolamento di esecuzione ed attuazione del D. Lgs. 12 aprile 2006, n Nel testo di legge (comma 11, art. 15) viene stabilito che la progettazione di un intervento lavorativo deve avere come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido, nel rispetto del miglior rapporto fra i benefici e i costi globali di costruzione, di manutenzione e di gestione e che, gli stessi progetti debbano essere redatti secondo criteri diretti a salvaguardare i lavoratori nella fase di costruzione e in quella di esercizio, gli utenti nella fase di esercizio e nonchè la popolazione delle zone interessate dai fattori di rischio per la sicurezza e la salute. Pertanto gli obiettivi dell attività produttiva sono quattro: 1. soddisfazione del cliente che ottiene il prodotto e/o il servizio da lui richiesto; 2. nessun danno nei confronti dei lavoratori impegnati nella fase di costruzione e nella fase di uso; 3. nessun danno nei confronti degli utenti durante la fase di uso della strada; 4. nessun danno nei confronti della popolazione delle zone interessate. Quindi, l infortunio sul lavoro, la malattia professionale, rappresentano di fatto un risultato non desiderato del lavoro e, di conseguenza, si può affermate che il lavoro non è stato realizzato in qualità. pagina 6 di 123

7 Il lavoro MACCHINE AMBIENTE DI LAVORO MACCHINE IMPIANTI OPERE PROVVISIONALI SEGNALETICA D.P.I. MANO D OPERA CHI FA COSA COMPETENZE LIVELLO DI ATTENZIONE METODO DI LAVORO CHI FA COSA ORGANIZZAZIONE VIGILANZA AUDIT MATERIA PRIMA QUANTITÀ MODALITÀ D USO INPUT TRASFORMAZIONE OUTPUT DAL SITO E DALLE INTERAZIONI CON L AMBIENTE CIRCOSTANTE VIGILANZA È CONDIZIONATA CONTROLLO AUDIT DALLA MISURA OVVERO DAI VINCOLI ECONOMICI E TEMPORALI IMPOSTI DALLA COMMITTENZA INFORTUNI INCIDENTE CON DANNO SCARTI QUANTITÀ TIPO PRODOTTO RISULTATI NON DESIDERATI SONO INTERESSATI: I LAVORATORI LA CITTADINANZA QUASI INFORTUNI INCIDENTE SENZA DANNO Sotto l aspetto della sicurezza, un cantiere può essere rappresentato come una potenziale fonte di rischio per il lavoratore. Se consideriamo il pericolo come una fonte o una situazione con un danno potenziale in termini di lesioni/malattie e di danni all ambiente, ed il rischio una combinazione della probabilità e delle conseguenze di uno specifico evento pericoloso deduciamo che il rischio è di fatto un prodotto - NON DESIDERATO - dell attività produttiva. Il grafico sotto riportato evidenzia quanto appena descritto. L assenza del danno nei confronti dei lavoratori e dell ambiente deve rappresentare un obiettivo primario delle attività di produzione. Su questo aspetto il legislatore ha istituito il criterio dell impossibilità di contrattazione delle misure di prevenzione; con il D. Lgs. 81/2008, proseguendo quanto già realizzato con il D. Lgs. 626/94 e attuando quanto disposto dall art del Codice Civile, ha di fatto stabilito che il Datore di Lavoro (imprenditore) deve adottare sempre la migliore organizzazione lavorativa e la migliore tecnica produttiva che si ottiene eliminando e/o riducendo al minimo i rischi lavorativi (di sicurezza e di salute) per i lavoratori. Il lavoro viene inteso come l attività di trasformazione e di uso di risorse con cui si ottengono dei prodotti sottoforma di beni o servizi. Il lavoro, può essere definito anche come un insieme di processi, tra loro differenti, ma con un unico obiettivo: la soddisfazione del cliente finale. Il prodotto OTTENUTO è quindi il risultato desiderato di un lavoro e, se soddisfa i bisogni del cliente, si può affermare che è stato realizzato in qualità. pagina 7 di 123

8 I risultati non desiderati La gestione del sistema produttivo (project management) deve tener conto delle necessità imposte dai vincoli temporali ed economici fissati dal committente e, quindi, stabilire idonee politiche di gestione, e deve prevedere l'utilizzo di efficaci strumenti di lavoro al fine di ottenere i risultati desiderati. In assenza di decisioni chiare, riguardanti le risorse da utilizzare il tempo di esecuzione e la qualità del prodotto desiderato, la gestione del progetto (project management) darà sempre risultati non desiderati e negativi per l impresa esecutrice e non idonei per il cliente. Le risorse utilizzate nei processi di produzione sono: Mano d opera; Macchina (con essa si intende l'ambiente di lavoro e le opere provvisionali); Materia prima (e gli scarti ed emissioni); Metodo di lavoro; Misura (il livello di qualità desiderata, la gestione dei vincoli economici stabiliti dal committente e accettati dall esecutore). Le risorse utilizzate vengono scelte in base ai vincoli temporali ed economici stabiliti dal cliente e in funzione del livello di qualità da lui desiderato, inoltre devono essere, successivamente, gestite dall esecutore in modo da poter raggiungere i risultati desiderati. Le risorse, anche se ben impiegate, non garantiscono sempre il risultato desiderato in quanto suscettibili a variabili a volte imprevedibili. Tutti gli ostacoli che si oppongono e determinano cause di insuccesso, quindi prodotti non conformi e non desiderati, devono necessariamente essere eliminati e, se ciò non fosse possibile, ridotti al minimo termine al fine di determinare prodotti il più possibilmente conformi alle indicazioni del cliente (committente). Nei casi in cui i risultati ottenuti non siano quelli desiderati, ovvero il prodotto non soddisfi i bisogni del cliente, si è verificato un errore e, quindi, siamo in presenza di un problema. Le possibili strategie (azioni) per eliminare il problema (l errore) che si manifesta durante il processo produttivo, generalmente sono due e dipendono dalle caratteristiche e dalla tipologia dell'errore riscontrato e, in gran parte, dalle conoscenze in possesso dei tecnici incaricati dell esecuzione del lavoro. L'errore si può definire un'anomalia non desiderata del sistema produttivo, ovvero una deviazione degli standard progettuali. Nella sicurezza sul lavoro, l'errore viene definito come un incidente che può determinare un potenziale danno nei confronti del lavoratore ed è generalmente causato da un non volontarietà dell autore. Gli errori sono sempre non intenzionali, ma se essi determinano un danno nei confronti di un lavoratore causano un risultato non desiderato della progettazione del lavoro. MISURA MANO D OPERA LE CAUSE 5M MACCHINE E AMBIENTI DI LAVORO METODO DI LAVORO MATERIA PRIMA pagina 8 di 123

9 I risultati non desiderati - Il sistema TASSO DI GUASTO TASSO DI PRODUZIONE 90,0 67,5 45,0 Un sistema produttivo (un cantiere) è caratterizzato da due variabili: il tasso di guasto, ovvero la probabilità di manifestarsi di un errore, quindi di un incidente che può determinare un danno per il lavoratore e il tasso di produzione. Nell arco di un periodo temporale (per esempio la giornata lavorativa di 8 ore), i due tassi presentano andamenti variabili e non costanti. Si osserva che il tasso di guasto è elevato sia all inizio del lavoro sia alla fine, mentre il tasso di produzione è elevato la mattina ma si riduce sensibilmente il pomeriggio. Da ciò si deduce che l errore si può manifestare in ogni momento dell attività produttiva e, che si manifesta con maggiore probabilità, in due periodi ben determinati: all inizio ed alla fine del lavoro. 22, pausa pagina 9 di 123

10 L'errore È STANCO LE CONDIZIONI PSICOFISICHE NON SONO IDONEE PERCHÉ IL LAVORATORE IN QUEL MOMENTO È INCAPACE L ERRORE SI VERIFICA QUANDO L ORGANIZZAZIONE LAVORATIVA ADOTTATA NON È ADEGUATA IL METODO DI LAVORO ADOTTATO NON RISULTA IDONEO IL KNOW HOW AZIENDALE NON È ADEGUATO PER IL LAVORO DA ESEGUIRE L errore è determinato, oltre che dalle condizioni psicofisiche del lavoratore e dalla sua competenza, anche dal fatto che l attività lavorativa richiesta non è stata progettata per impedirlo. Nella progettazione del lavoro, visto che l errore determina un potenziale danno nei confronti del lavoratore, l imprenditore é tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori (art Codice Civile). IL LAVORO È FATICOSO I COMPITI ASSEGNATI SONO COMPLESSI E LE COMPETENZE DEL LAVORATORE NON SONO ADEGUATE L'ATTIVITA' LAVORATIVA RICHIESTA NON E' PROGETTATA PER IMPEDIRE L'ERRORE DEL LAVORATORE PRIVA DI INTERRUTTORE DI EMERGENZA PRIVA DI DISPOSITIVI DI SICUREZZA USO DI UNA MACCHINA PER ESEMPIO ESEGUIRE UN LAVORO IN SITUAZIONI DIFFICOLTOSE LAVORARE SU UNA STRADA TRAFFICATA SENZA INDOSSARE GLI INDUMENTI AD ALTA VISIBILITÀ PRIVA DI CONTROLLI DI CORRETTO FUNZIONAMENTO pagina 10 di 123

11 Eliminare gli errori Nella gestione dei processi di prevenzione e protezione al fine di eliminare i potenziali errori scatenanti l infortunio e/o la malattia professionale occorre utilizzare metodi e strumenti di lavoro tipici dei sistemi di gestione della qualità. Il Problem Solving (risolvere un problema) è la metodica utilizzata per risolvere il problema individuato con il Problem Setting, ed essa prevede l utilizzo delle tecniche di Project Management. Il Problem Solving trasforma il problema ben definito in un progetto. Il Problem Setting risponde alla domanda: che cosa fare? Il Problem Solving risponde alla domanda: come fare? Il Problem Solving prevede, dopo l individuazione del problema, la scelta della strategia da adottare; in tale caso l azione viene definita decision making. Entrambi gli strumenti permettono di trovare il problema e di individuare le strategie da utilizzare per risolverlo, ma devono essere utilizzati all interno di un gruppo di lavoro in cui gli individualismi (presenti tra i lavoratori) devono essere a disposizione della squadra, in quanto risorse del gruppo. Trovare il problema (problem setting) in sicurezza sul lavoro permette di rispondere alla domanda: 6. azioni conseguenti: correttive o migliorative 5. attuare verifica efficacia della misura di controllo del rischio IL PROBLEM SOLVING 4. valutare il rischio 1. individuare i pericoli 2. individuare i rischi 3. analizzare le misure di controllo del rischio Esiste un pericolo? In sicurezza sul lavoro il responsabile della scelta è sempre il Datore di Lavoro (decison maker) ma a volte, se incaricati, anche i lavoratori sono anche responsabili della verifica dell efficacia, in tale caso essi devono essere formati ed addestrati in maniera adeguata. Processo teorico e pratico che serve a trasformare un disagio in un problema, in una questione ben definita. Il problem solving trasforma il problema ben definito in un progetto, da gestire secondo le tecniche del project management. Il problem solving è preceduto dal problem setting con cui si risponde alla domanda: qual'è il problema? Mentre con il problem solving si risponde alla domanda: come fare per risolverlo? pagina 11 di 123

12 Il problem setting POSSO QUANTIFICARE IL DANNO? IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEL PERICOLO E/O DELLA CARATTERISTICHE DELLA SITUAZIONE E DELL'EVENTO POSSO CONOSCERE LA CAUSA SCATENANTE: TUTTE LE SITUAZIONI CHE DETERMINANO E/O AGGRAVANO IL PERICOLO? POSSO QUANTIFICARE IL RISCHIO? OVVERO: LA PROBABILITÀ DI SUBIRE UN DANNO? POSSO QUANTIFICARE IL DANNO? DANNI MORALI, DANNI FISICI, DANNI ECONOMICI A BREVE TERMINE, ECC. IL PERICOLO È LA PROPRIETÀ E/O LA QUALITÀ DI UNA DETERMINATA ENTITÀ CHE DETERMINA UN POTENZIALE DI DANNO QUINDI AVER CHIARO IL SIGNIFICATO DI PERICOLO? IL PROBLEMA - PROBLEM SETTING IL PROBLEM SETTING È UN PROCESSO TEORICO E PRATICO CHE SERVE A TRASFORMARE UN DISAGIO IN UN PROBLEMA, IN UNA QUESTIONE BEN DEFINITA. PRECEDE IL PROBLEM SOLVING, CHE TRASFORMA IL PROBLEMA BEN DEFINITO IN UN PROGETTO, DA GESTIRE SECONDO LE TECNICHE DEL PROJECT MANAGEMENT. IL PROBLEM SETTING RISPONDE ALLA DOMANDA: CHE COSA FARE? IL PROBLEM SOLVING RISPONDE ALLA DOMANDA: COME FARE? IL PROBLEMA È UNA SFIDA, UN OBIETTIVO. ATTRAVERSARE LA STRADA LA STRADA L'AZIONE: QUANDO SI VERIFICA LA SITUAZIONE E/O L'EVENTO CHE MI DETERMINA UN DANNO? ESEMPIO: DEVO ATTRAVERSARE UNA STRADA. IL PERICOLO È NELLE METODOLOGIE DI LAVORO PROPRIE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO, OCCORRE CHIEDERSI: ESISTONO PERICOLI? GLI AUTOMEZZI L ENTITÀ LA PERSONA pagina 12 di 123

13 Il problem solving IL PROBLEM SOLVING È L UTILIZZO DI DIFFERENTI COMPETENZE (TEAM BUILDING) UNA SFIDA UN OBIETTIVO È CHE PREVEDE NECESSARIO PER LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA UN PROCESSO IN CUI VENGONO INDIVIDUATI ED ANALIZZATI I PERICOLI CONOSCERE LE CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DEL PROBLEMA, CONOSCERE LE CAUSE SCATENANTI E CIRCOSTANZE IN CUI ESSO SI MANIFESTA E QUINDI INDIVIDUATI, ANALIZZATI E VALUTATI I RISCHI CONSEGUENTI CONOSCERE IL VALORE DEL RISCHIO, OVVERO LA PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO E IL VALORE DEL DANNO CONSEGUENTE COME FARE? COSA FARE? CHE PERMETTE DI RISPONDERE ALLE SEGUENTI DOMANDE PER OGNI PERICOLO INDIVIDUATO VENGONO IDENTIFICATE LE POSSIBILI STRATEGIE DA ADOTTARE PER LA SUA SOLUZIONE PER LA SCELTA DELLA STRATEGIA DA ADOTTARE VERIFICARE SE È POSSIBILE UNA SUA IMPLEMENTAZIONE AL FINE DI POTER OTTENERE ULTERIORI MIGLIORAMENTI VERIFICARE CHE HA RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI IPOTIZZATI: SOLUZIONE DEL PROBLEMA CON L OBIETTIVO DI CHE UNA VOLTA APPLICATA DEVE ESSERE SOTTOPOSTA A VERIFICHE STRATEGIA DA UTILIZZARE QUESTA PARTE DEL PROCESSO VIENE DENOMINATA DECISION MAKING MENTRE COLUI CHE DECIDE È IL DECISION MAKER. DI OGNI STRATEGIA INDIVIDUATA VENGONO ANALIZZATI I COSTI E BENEFICI SOLO IN SEGUITO VIENE INDIVIDUATA pagina 13 di 123

14 La gestione del sistema produttivo IL CICLO DELLE AZIONI CORRETTIVE IL CICLO DI MANTENIMENTO IL CICLO DI MIGLIORAMENTO IL METODO PDCA L USO DEL DIAGRAMMA DI PARETO LA RACCOLTA DEI DATI LE RELAZIONI TRA LA CAUSA E L EFFETTO POTENZIALE STRUMENTI DI LAVORO VINCOLI PRESENZA DI VINCOLI IMPOSTI DALLA COMMITENZA NEL CONTRATTO D APPALTO ECONOMICI TEMPORALI COSTO FINITO (IMPORTO CONTRATTUALE) DURATA FINITA (TEMPO CONTRATTUALE) La gestione del sistema produttivo (project management) deve tener conto delle necessità imposte dai vincoli temporali ed economici imposti dal committente e, quindi, stabilire idonee politiche di gestione, Deve inoltre prevedere l'utilizzo di efficaci strumenti di lavoro al fine di ottenere i risultati desiderati. In assenza di decisioni chiare con oggetto le risorse da utiizzare, il tempo di esecuzione e la qualità del prodotto desiderato, la gestione del progetto darà sempre risultati non desiderati: negativi. INDIVIDUAZIONE DELLE FASI LAVORATIVE MACCHINE ED ATTREZZATURE PROJECT MANAGEMENT LA GESTIONE PIANIFICAZIONE SEQUENZA DELLE LAVORAZIONI RIFIUTI ED EMISSIONI MANO D OPERA ORGANIZZAZIONE MATERIE PRIME MISURE METODI DI LAVORO DEI PROCESSI DI PRODUZIONE (5M) GESTIONE POLITICHE NELLA FASE ESECUTIVA I SOGGETTI: IMPRESA, COMMITTENZA E COORDINATORE DEVONO LAVORARE IN GRUPPO ANTICIPO CAPITALI AMMORTAMENTI COSTI DIRETTI ED INDIRETTI DEI FLUSSI FINANZIARI OTTICA SISTEMICA NELLA FASE PROGETTUALE I SOGGETTI: PROGETTISTI E COORDINATORE DEVONO LAVORARE IN GRUPPO pagina 14 di 123

15 I risultati del sistema di gestione adottato PROJECT MANAGEMENT I RISULTATI NEGATIVI PER L IMPRESA PER IL COMMITTENTE PER L IMPRESA REALIZZAZIONE DELL OPERA NEI TEMPI DILATATI E COI COSTI E GLI UTILI NON IPOTIZZATI REALIZZAZIONE DELL OPERA CON LA QUALITÀ DI ESECUZIONE NON DESIDERATA COI COSTI E I TEMPI NON CONTRATTUALI NESSUN INCIDENTE PIÙ PROBABILI GLI INCIDENTI CON CONSEGUENTE AUMENTO DELLE PROBABILITÀ DI DANNO NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI E DELL AMBIENTE CIRCOSTANTE POSSIBILI PERDITE ECONOMICHE POSSIBILI CONTENZIOSI Con l'espressione inglese "project management" (gestione di un progetto) si intende l'insieme di attività volte alla realizzazione degli obiettivi di un progetto. Il project management è utile al fine di gestire le risorse e le trasformazioni conseguenti necessarie per ottenere un prodotto. L errore derivante da una non corretta gestione del sistema produttivo può essere definito come una potenziale causa di fallimento del progetto o, in altre parole, un evento potenzialmente in grado di mettere a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal progetto. Il tecnico incaricato alle attività di gestione del processo che utilizzano le metodiche del project management, per questo definito con l espressione inglese project manager, deve possedere una profonda conoscenza dei sistemi di gestione. Il project management può dare risultati positivi solo se vengono prese decisioni chiare con oggetto le risorse da utiizzare, il tempo di esecuzione e la qualità del prodotto desiderato. NESSUN INFORTUNIO POSITIVI SODDISFACIMENTO DEL CLIENTE MEDIANTE IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI GLI ATTORI CHE INTERVENGONO NEL SISTEMA: CLIENTI STESSI, PROGETTISTI ED ESECUTORI (LAVORATORI INCLUSI,... COSIDETTO CLIENTE INTERNO ). PER IL COMMITTENTE REALIZZAZIONE DELL OPERA CON LA QUALITÀ DI ESECUZIONE DESIDERATE COI COSTI E I TEMPI CONTRATTUALI pagina 15 di 123

16 La legge Il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 Testo unico sulla sicurezza e salute sul lavoro Il Codice della Strada Il Regolamento disciplinare sugli schemi segnaletici da adottare per il segnalamento temporaneo pagina 16 di 123

17 Il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 Lo stato dell arte della legislazione italiana Le ultime modifiche introdotte nel panorama legislativo italiano sono state eseguite con il Il D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e con il D. Lgs. n. 106 del 3 agosto Il D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, è stato un provvedimento di legge contestato, soprattutto dalle associazioni imprenditoriali e mal attuato, in quanto ha visto solo acutizzare il livello delle sanzioni economiche ma scarse attività di prevenzione da parte degli organi di vigilanza. Nasceva quale nuovo riferimento legislativo in tema di sicurezza e salute sul lavoro in quanto sostituiva ed eliminava tutte le altre previgenti norme che regolamentavano le attività produttive edili: il DPR 547/55, il DPR 164/56, il D. Lgs. 626/94 e il D. Lgs. 494/96, per questo motivo è stato denominato Testo Unico della Sicurezza. Il nome è improprio, in quanto nasceva già con notevoli carenze soprattutto per quanto concerne il riordino legislativo, demandando, ad ulteriori provvedimenti, argomenti importantissimi, di cui la formazione e l addestramento dei lavoratori e la valutazione del rischio chimico. Con il D. Lgs. 81/2008 il legislatore non si era limitato, al mero riordino legislativo, ma in applicazione della Legge Delega 123/2007, rispondeva all esigenza di formulare un provvedimento in grado di dare un assetto organico e razionale alle numerose disposizioni presenti in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Il decreto, inoltre, conteneva una serie di norme di grande portata prevenzionale concernenti l organizzazione della sicurezza sui luoghi di lavoro, in modo nuovo e certamente più impegnativo per il datore di lavoro, introducendo contemporaneamente un nuovo modello di impresa sicura, di tipo sinergico e partecipativo tra i vari soggetti direttamente investiti dei problemi connessi alla sicurezza ed alla salute sul luogo di lavoro. Il D.Lgs. 81/2008 è stato sottoposto ad una modifica radicale con il D. Lgs. N. 106 del 3 agosto Alcune modifiche erano necessarie in quanto il provvedimento conteneva imprecisioni e purtroppo anche refusi nei testi, altre invece hanno avuto come oggetto aspetti tecnici, quali per esempio il lavoro in quota, la patente a punti e il sistema di qualificazione per le imprese e lavoratori autonomi, il diritto di rappresentanza dei lavoratori e il sistema sanzionatorio, che oggi risulta essere meno vessatorio. Interessante modifica, purtroppo alla data attuale inapplicabile, è stata introdotta con il D.Lgs. 106/2009, si stabilisce che il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che operano in edilizia sia realizzato almeno attraverso l adozione e la diffusione di uno strumento che consenta la continua verifica della idoneità delle imprese e dei lavoratori autonomi, in assenza di violazioni alle disposizioni di legge e con riferimento ai requisiti previsti, tra cui la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e i provvedimenti impartiti dagli organi di vigilanza. Tale strumento dovrebbe operare per mezzo della attribuzione alle imprese ed ai lavoratori autonomi di un punteggio iniziale che misuri tale idoneità, soggetto a decurtazione a seguito di accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L azzeramento del punteggio per la ripetizione di violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro determina l impossibilità per l impresa o per il lavoratore autonomo di svolgere attività nel settore edile. L applicazione e la definizione dei contenuti dello strumento di verifica è però demandato ad un successivo provvedimento di legge di futura emanazione, quindi allo stato dell arte la qualifica delle imprese e dei lavoratori autonomi non subisce alcuna modifica, con la speranza che nei criteri di attribuzione e di decurtazione dei punteggi siano presenti anche riferimenti ai sistemi di gestione, di cui all art.30 del D. Lgs. 81/2008, ed al rispetto dei contratti collettivi e agli adempimenti di legge ad essi collegati. Lo schema di seguito riportato è rappresentativo. Dalla sua lettura si evince che il sistema di gestione necessario per l esecuzione delle attività di produzione con l obiettivo di avere nessun danno nei confronti dei lavoratori, per essere adottato correttamente tutti i soggetti (lavoratori inclusi) devono lavorare in gruppo come una squadra, il team building I. Si richiede, infine, che da tutte le parti interessate, deve esservi la consapevolezza forte che senza collaborazione reciproca, vera e professionalmente avanzata, non può esservi sviluppo di nessuna forma di tutela efficace. In questo campo la partecipazione non rappresenta solo una leva per soddisfare i bisogni sociali e motivare persone, ma contribuisce all efficienza operativa del sistema produttivo. Dalla sua lettura si evince che per adottare correttamente il sistema di gestione occorre lavorare coinvolgendo tutti i soggetti dell impresa, lavoratori inclusi che possono contribuire assieme alle diverse fasi del processo gestionale stesso. In edilizia il gruppo di lavoro è ancora più complesso, in quanto anche il cliente (committente), quale responsabile della scelta di tutti i soggetti che a vario titolo, dal responsabile dei lavori, al progettista alle varie imprese, realizzeranno l opera desiderata è soggetto non solo spettatore ma soggetto attivo e propositivo nelle decisioni (decision maker) in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Nel processo di costruzione e di progettazione del manufatto edile sono normalmente coinvolti più soggetti e il loro apporto deve essere coordinato a cura del Committente (o nel caso - se delegato - dal Responsabile dei Lavori) attraverso un flusso di informazioni e di documenti. I. Il team building, letteralmente costruzione del gruppo, è costituito da un insieme di attività il cui obiettivo, mediante la conoscenza dell altro, è quello di aumentare la fiducia nei propri colleghi, di migliorare il livello di collaborazione, stimolare la creatività e di favorire la comunicazione in azienda. pagina 17 di 123

18 Il team building e l'attuale legislazione L UTILIZZO DI TECNICHE E STRATEGIE TIPICHE DEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA QUALITÀ QUINDI MIGLIORAMENTO CONTINUO L ATTUALE LEGISLAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO D. LGS. 81/2008 PREVEDE COINVOLGIMENTO EMOTIVO DEL LAVORATORE RESPONSABILIZZAZIONE DI OGNI SINGOLO ATTORE DEL PROCESSO PRODUTTIVO PROCESSI PRODUTTIVI SVILUPPATI IN OTTICA SISTEMICA PREVEDE... USO DELLA TESTA E NON SOLO DELLA FORZA FISICA LAVORO IN RETE Detti adempimenti sono contenuti principalmente nel Titolo IV Cantieri temporanei e mobili del D. Lgs. 81/2008. In esso si evince anche - a conferma del suo ruolo propositivo e responsabile, che il committente è esonerato dalle responsabilità connesse all adempimento degli obblighi limitatamente all incarico conferito al responsabile dei lavori. Nel caso dei lavori pubblici, inoltre, nel testo di legge, viene ribadito che il committente o il soggetto che, nella struttura organizzativa della amministrazione aggiudicatrice sarebbe deputato a rappresentare il committente, non intenda adempiere direttamente agli obblighi dalle stesse norme previsti, debba delegare il responsabile del procedimento di assumere il ruolo di responsabile dei lavori. Se il committente supera gli atteggiamenti di sofferenza e le resistenze, dettate chiaramente dai maggiori costi iniziali, dovuti principalmente ai nuovi incarichi e alla redazione di nuovi documenti progettuali (il Piano di Sicurezza e Coordinamento), l applicazione delle norme previste dal D. Lgs. 81/2008, oltre che garantire maggiore prevenzione in tema di sicurezza e salute sul lavoro è garanzia di maggiore qualità nel processo costruttivo, che determina conseguentemente criteri di economicità della produzione. TEAM BUILDING INSIEME DI ATTIVITÀ CON L OBIETTIVO DI MIGLIORARE IL LIVELLO DI COLLABORAZIONE, STIMOLARE LA CREATIVITÀ, FAVORIRE LA COMUNICAZIONE pagina 18 di 123

19 I ruoli del committente (decision maker principale) NELLA FASE DI PROGETTAZIONE DELL'OPERA, ED IN PARTICOLARE AL MOMENTO DELLE SCELTE TECNICHE, NELL'ESECUZIONE DEL PROGETTO E NELL'ORGANIZZAZIONE DELLE OPERAZIONI DI CANTIERE, RICHIEDE AI PROGETTISTI DI ATTENERSI AI PRINCIPI ED ALLE MISURE GENERALI DI TUTELA PREVISTI DALL'ART. 15 DEL D. LGS. 81/2008. IL COMMITTENTE È ESONERATO DALLE RESPONSABILITÀ CONNESSE ALL'ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI LIMITATAMENTE ALL'INCARICO CONFERITO AL RESPONSABILE DEI LAVORI. LA DESIGNAZIONE DEL RESPONSABILE DEI LAVORI, NON ESONERA IL COMMITTENTE DALLE RESPONSABILITA' IN MATERIA DI VIGILANZA E DI SCELTA VIGILANZA SUL RISPETTO DEGLI STANDARD DI PRODUZIONE COSÌ COME STABILITI DAL PROGETTO COMPITI DI SCELTA DELL'IMPRESA ESECUTRICE A CUI AFFIDARE I LAVORI ELABORAZIONE DELLA NOTIFICA PRELIMINARE COMPITI DI RESPONSABILE DEI LAVORI DESIGNA COMMITTENTE DESIGNA DESIGNA DIRETTORE DEI LAVORI NELLA FASE DI ESECUZIONE DELL'OPERA VERIFICA CHE VENGANO ATTUATE TUTTE LE MISURE PREVISTE AI FINI DELLA VIGILANZA SUL RISPETTO DEGLI STANDARD DI PRODUZIONE E DI SICUREZZA DESIGNA DESIGNA PROGETTISTA COMPITI DI LA DESIGNAZIONE DEL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E DEL COORDINATORE PER L'ESECUZIONE, NON ESONERA IL RESPONSABILE DEI LAVORI DALLE RESPONSABILITA' IN MATERIA DI VIGILANZA E DI SCELTA COORDINATORE DELLA PROGETTAZIONE COMPITI DI COORDINATORE DELL ESECUZIONE DEI LAVORI COMPITI DI ELABORA IL PROGETTO. DEFINISCE GLI STANDARD DI PRODUZIONE NECESSARI ATTENENDOSI AI PRINCIPI E ALLE MISURE GENERALI DI TUTELA PREVISTE DALL'ART.15 DEL D.LGS.81/2008 ELABORA IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO E IL FASCICOLO DELL'OPERA. DEFINISCE GLI STANDARD DI SICUREZZA NECESSARI ATTENENDOSI AI PRINCIPI E ALLE MISURE GENERALI DI TUTELA PREVISTE DALL'ART.15 DEL D.LGS.81/2008 VIGILANZA SUL RISPETTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA COSÌ COME STABILITI DAL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO E DAI PIANI OPERATIVI DI SICUREZZA pagina 19 di 123

20 I ruoli dell'impresa VERIFICARE L'IDONEITA' FISICA DEI LAVORATORI ALLA MANSIONE ASSEGNATA COMPITO DI FORNIRE ASSISTENZA AL DATORE DI LAVORO NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI COMPITO DI MEDICO COMPETENTE RSPP RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DESIGNA DESIGNA IL MODELLO ORGANIZZATIVO DEVE ALTRESÌ PREVEDERE UN IDONEO SISTEMA DI CONTROLLO SULL'ATTUAZIONE DEL MEDESIMO MODELLO E SUL MANTENIMENTO NEL TEMPO DELLE CONDIZIONI DI IDONEITÀ DELLE MISURE ADOTTATE. IL RIESAME E L'EVENTUALE MODIFICA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO DEVONO ESSERE ADOTTATI, QUANDO SIANO SCOPERTE VIOLAZIONI SIGNIFICATIVE DELLE NORME RELATIVE ALLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI E ALL'IGIENE SUL LAVORO, OVVERO IN OCCASIONE DI MUTAMENTI NELL'ORGANIZZAZIONE E NELL'ATTIVITÀ IN RELAZIONE AL PROGRESSO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO. QUINDI LA DELEGA DI FUNZIONI NON ESCLUDE L'OBBLIGO DI VIGILANZA IN CAPO AL DATORE DI LAVORO IN ORDINE AL CORRETTO ESPLETAMENTO DA PARTE DEL DELEGATO DELLE FUNZIONI TRASFERITE. L'OBBLIGO SI INTENDE ASSOLTO IN CASO DI ADOZIONE ED EFFICACE ATTUAZIONE DEL MODELLO DI VERIFICA E CONTROLLO PREVISTO CON IL MODELLO ORGANIZZATIVO. UN SISTEMA DI GESTIONE E ADOTTARE UN MODELLO ORGANIZZATIVO E VALUTARE - OLTRE AI RISCHI ECONOMICI ANCHE I RISCHI PER LA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI RLS COMPITO DI RAPPRESENTARE I LAVORATORI SUI TEMI RIGUARDANTI LA SICUREZZA E LA SALUTE COMPITO DI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RLST RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA TERRITORIALE CONSULTA CONSULTA DIRETTORE DI CANTIERE DATORE DI LAVORO DIRITTO ALLA FORMAZIONE SPECIFICA COMPITO DI DIRETTORE DI CANTIERE SCELTA COMPITO DI E DI VIGILANZA SUL RISPETTO DEGLI STANDARD DI PRODUZIONE E DI SICUREZZA ALTRE IMPRESE ESECUTRICI E/O LAVORATORI AUTONOMI IN SUBAFFIDAMENTO ANCHE SULLE ATTIVITÀ ESEGUITE DALLE QUINDI DI VERIFICA DELL'EFFICACIA DEL SISTEMA DI PREVENZIONE ADOTTATO IL RLST ESERCITA LE COMPETENZE DEL RLS NEI TERMINI E CON LE MODALITA' IVI PREVISTE CON RIFERIMENTO A TUTTE LE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DEL TERRITORIO O DEL COMPARTO DI COMPETENZA NELLE QUALI NON SIA STATO ELETTO O DESIGNATO IL RLS. DIRITTO ALLA INFORMAZIONE, FORMAZIONE SPECIFICA E ADDESTRAMENTO CAPO CANTIERE RISPETTO DEGLI STANDARD DI PRODUZIONE E DI SICUREZZA QUINDI LAVORATORI CAPO CANTIERE LAVORATORI COMPITI DI COLLABORARE ALLA PREVENZIONE pagina 20 di 123

21 I principali documenti a carico dei vari soggetti 1. PREDISPORRE UN DOCUMENTO CON CUI SI INFORMANO LE IMPRESE SUI RISCHI PRESENTI IN CANTIERE E SUL SISTEMA DI GESTIONE ADOTTATO NEL CANIERE STESSO. 2. VERIFICARE L'IDONEITA' DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 3. VERIFICA LA CONGRUENZA DEI POS DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO. 4. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. L'IMPRESA AGGIUDICATRICE DEVE LA STAZIONE APPALTANTE DEVE CHE FARE? 1. VERIFICARE L'IDONEITÀ DI TUTTE LE IMPRESE ESECUTRICI E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 2. NON NOMINARE IL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE. 3. NOMINARE IL COORDINATORE PER L'ESECUZIONE. CHE DEVE 1. REDIGERE IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 2. REDIGERE IL FASCICOLO. 3. VERIFICARE L IDONEITÀ DEI POS DI TUTTE LE IMPRESE ESECUTRICI. 4. PREDISPORRE ATTI DOCUMENTALI PER LA VERIFICA DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E DI COORDINAMENTO IN CANTIERE. 1. REGISTRI DI ACCESSO E DI SOPRALUOGO. 2. VERBALI DI COODINAMENTO. 3. VERIFICHE DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI SICUREZZA. 4. MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI AL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 5. VALIDAZIONE DEI PIANI OPERATIVI DI SICUREZZA. 1. REDIGERE IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 2. PREDISPORRE IL FASCICOLO. CHE DEVE È NECESSARIO RICHIEDERE UN PERMESSO DI COSTRUIRE E L IMPORTO DEI LAVORI È INFERIORE AD EURO IN CUI È NECESSARIO RICHIEDERE UN PERMESSO DI COSTRUIRE PRIVATO LA STAZIONE APPALTANTE DEVE 1. NEL CASO DI LAVORI PUBBLICI, VALIDARE IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 2. VERIFICARE L IDONEITÀ DI TUTTE LE IMPRESE ESECUTRICI E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 3. NOMINARE IL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE. 4. NOMINARE IL COORDINATORE PER L ESECUZIONE. CHE DEVE LA STAZIONE APPALTANTE DEVE REDIGERE LA NOTIFICA È UN LAVORO PUBBLICO CHE FARE? SI L'IMPRESA SUBAFFIDATARIA DEVE 1. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 1. VERIFICARE L IDONEITÀ DEI POS DI TUTTE LE IMPRESE ESECUTRICI. 2. PREDISPORRE ATTI DOCUMENTALI PER LA VERIFICA DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E DI COORDINAMENTO IN CANTIERE A) REGISTRI DI ACCESSO E DI SOPRALUOGO. B) VERBALI DI COORDINAMENTO. C) VERIFICHE DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI SICUREZZA. D) MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI AL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. E) VALIDAZIONE DEI PIANI OPERATIVI DI SICUREZZA. INIZIO SI PREVEDONO PIÙ IMPRESE? L'IMPRESA AGGIUDICATRICE DEVE NO 1. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 1. VERIFICARE L IDONEITÀ DELL IMPRESA ESECUTRICE E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 2. VALIDARE IL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 1. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 2. VERIFICARE L'IDONEITA' DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 3.PREDISPORRE UN DOCUMENTO CON CUI SI INFORMANO LE IMPRESE IN SUBAFFIDAMENTO SUI RISCHI PRESENTI IN CANTIERE E SUL SISTEMA DI GESTIONE ADOTTATO NEL CANIERE STESSO. 4. VERIFICA LA CONGRUENZA DEI POS DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO. DEVE LA STAZIONE APPALTANTE DEVE REDIGERE LA NOTIFICA NO IL NUMERO DI UOMINI GIORNO È INFERIORE A 200? SI LA STAZIONE APPALTANTE NON DEVE REDIGERE LA NOTIFICA L'IMPRESA AGGIUDICATRICE DEVE LA STAZIONE APPALTANTE NON DEVE NON DEVE DEVE CHE DEVE CHE FARE? 1. NOMINARE IL COORDINATORE PER L ESECUZIONE. 2. NOMINARE IL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE. 1. NOMINARE IL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE. LA STAZIONE APPALTANTE 1. REDIGERE LA NOTIFICA. 2. NEL CASO DI LAVORI PUBBLICI, VALIDARE IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 3. VERIFICARE L IDONEITÀ DI TUTTE LE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO E DEI LAVORATORI AUTONOMI. 4. NOMINARE IL COORDINATORE PER L ESECUZIONE. PRIVATO 1. VERIFICARE L IDONEITÀ DEI POS DI TUTTE LE IMPRESE ESECUTRICI. 2. REDIGERE IL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. 3. PREDISPORRE IL FASCICOLO. 4. PREDISPORRE ATTI DOCUMENTALI PER LA VERIFICA DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E DI COORDINAMENTO IN CANTIERE I LAVORI INTERESSANO UN UNITÀ PRODUTTIVA? NO È UN LAVORO SE DOPO LA CONSEGNA DEI LAVORI L IMPRESA ESECUTRICE SUBAFFIDA AD ALTRE IMPRESE PARTE DELLE ATTIVITÀ CHE FARE? L'IMPRESA SUBAFFIDATARIA DEVE 1. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. PUBBLICO SI CHE FARE? LA STAZIONE APPALTANTE DEVE PRODURRE IL DUVRI 1. PRODURRE IL PROPRIO PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 2. PRODURRE IL PIANO SOSTITUTIVO DEL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. L'IMPRESA AGGIUDICATRICE DEVE IL DIRETTORE DEI LAVORI DEVE 1. VALIDARE IL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA. 2. VALIDARE IL PIANO SOSTITUTIVO DEL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. E NON DEVE 1. NOMINARE IL COORDINATORE PER L ESECUZIONE. 2. NOMINARE IL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE. L'IMPRESA AGGIUDICATRICE DEVE 1. VERIFICARE LA CONGRUENZA DEI POS DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO. 2. PREDISPORRE UN DOCUMENTO CON CUI SI INFORMANO LE IMPRESE SUI RISCHI PRESENTI IN CANTIERE E SUL SISTEMA DI GESTIONE ADOTTATO NEL CATIERE STESSO. 3. VERIFICARE L IDONEITÀ DELLE IMPRESE IN SUB AFFIDAMENTO E DEI LAVORATORI AUTONOMI. A) REGISTRI DI ACCESSO E DI SOPRALUOGO. B) VERBALI DI COORDINAMENTO. C) VERIFICHE DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI SICUREZZA. D) MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI AL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO. E) VALIDAZIONE DEI PIANI OPERATIVI DI SICUREZZA. pagina 21 di 123

22 Infine, risulta utile far osservare che tutti i soggetti coinvolti devono lavorare in un sistema che deve essere continuamente migliorato per far fronte alle esigenze dettate dal principio della massima sicurezza tecnicamente possibile così come stabilito oltre che dalla morale anche dalla legislazione preesistente (art Codice Civile). La documentazione di sicurezza, prevista dalla vigente normativa legislativa, specifica per il singolo cantiere edile, è composta essenzialmente da due documenti: piano di sicurezza e coordinamento (PSC); piano operativo di sicurezza (POS). Il Piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) è un documento progettuale realizzato a cura del Coordinatore per la progettazione e, in alcuni casi dal Coordinatore per l esecuzione (cantieri non rientranti nella fase progettuale nei casi di applicazione previsti dal D. Lgs. 81/2008) costituito da una relazione tecnica e da prescrizioni correlate alla complessità dell opera da realizzare ed alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, nonchè la stima dei costi Il PSC è parte integrante del contratto di appalto e contiene anche l analisi dei costi necessari alla sua attuazione in cantiere. Il PSC é specifico per ogni singolo cantiere temporaneo o mobile e di concreta fattibilità; i suoi contenuti sono il risultato di scelte progettuali ed organizzative conformi alle prescrizioni dell articolo 15 del D. Lgs. 81/2008. Mentre, il Piano operativo di sicurezza (POS) è il documento che il datore di lavoro dell impresa esecutrice redige, in riferimento al singolo cantiere interessato, ai sensi dell articolo 17 comma 1, lettera a) del D. Lgs. 81/2008. Il POS è il documento che identifica gli standard produttivi che verranno adottati dall'impresa esecutrice. In esso deve essere contenuta l'organizzazione lavorativa adottata, la metodica di lavoro prevista, le macchine impiegate e le materie prime utilizzate. Nei cantieri pubblici non rientranti nella fase progettuale nei casi di applicazione previsti dal D. Lgs. 81/2008, vista l assenza del coordinatore della progettazione, è l impresa che deve redigere il PSC. In tale caso il documento assume la denominazione di Piano Sostitutivo del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSS). Per una maggiore chiarezza espositiva ed una completa visione delle obbligazioni documentali si rimanda alle successive due mappe concettuali in merito realizzate per illustrare gli obiettivi del PSC e del POS. Il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 pagina 22 di 123

23 Gli obiettivi del PSC L ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO DA ADOTTARE PER LA GESTIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E DI COORDINAMENTO TIPOLOGIA MANSIONI LA MANO D OPERA CONTENUTI MINIMI DELL INFORMAZIONE, DELLA FORMAZIONE E DELL ADDESTRAMENTO PROGETTAZIONE ESECUTIVA ED ANALITICA CON VALORI REALI DI MERCATO PROGETTAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE REALIZZATA CON L AUSILIO DI TRE SUPPORTI TRA LORO CORRELATI: DISEGNI, RELAZIONE E COMPUTI METRICI INDIVIDUAZIONE DEL GIUSTO COSTO! NESSUN DANNO PER I LAVORATORI E PER L AMBIENTE SODDISFAZIONE DEL CLIENTE: RISPETTO DEI VINCOLI CONTRATTUALI GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI LE MATERIE PRIME LE MACCHINE IN PRODUZIONE SCARTI IPOTIZZATI (EMISSIONI E RIFIUTI) OPERE PROVVISIONALI MACCHINE NESSUNA NON CONFORMITÀ ALLA LEGISLAZIONE IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO IL PSC LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI PRODUTTIVI MEZZI D OPERA IN CUI GLI STANDARD PRODUTTIVI SONO CONFORMI ALL'ART.15 DEL D. LGS. 81/2008 (MISURE GENERALI DI TUTELA) ED AI CONTENUTI DEL TITOLO IV (CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI) DEL MEDESIMO DECRETO A) IPOTIZZANDO CHE L'ESECUZIONE DEL LAVORO VENGA SVOLTO IN CONDIZIONI "NORMALI", CON L'INDICAZIONE DEI RISCHI RESIDUI NON ELIMINABILI IN BASE AL PROGRESSO TECNOLOGICO ED ORGANIZZATIVO (... MA GESTIBILI) - GESTIONE DEI RISCHI RESIDUI GLI OBIETTIVI GLI AMBIENTI DI LAVORO I SISTEMI DI CONTROLLO E GLI INDICATORI DI EFFICIENZA DA ADOTTARE DURANTE IL LAVORO IN CUI SONO DEFINITI GLI STANDARD SULLE POSSIBILI EMERGENZE IN CONFORMITÀ ALL'ART.48 DEL D. LGS. 81/2008 (GESTIONE DELLE EMERGENZE) IN CUI SONO PREVISTE LE POSSIBILI AZIONI DI PREVENZIONE CHE L'IMPRESA DOVRÀ ADOTTARE PER LA GESTIONE DEI POSSIBILI COMPORTAMENTI "ABNORMI" DEL SINGOLO LAVORATORE CHE POTREBBERO AVER LUOGO DURANTE IL LAVORO B) IPOTIZZANDO CHE L'ESECUZIONE DEL LAVORO VENGA SVOLTO IN CONDIZIONI "NON NORMALI" - GESTIONE DEI RISCHI OCCULTI CHE SI OTTENGONO pagina 23 di 123

24 Le caratteristiche del PSC SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE LA COMPETENZA È IL SUO RIFERIMENTO NATURALE E' IL CODICE CIVILE - LIBRO IV DELLE OBBLIGAZIONI NOTA AL CONTRATTO D APPALTO DEVE PERTANTO ESSERE ELABORATO DA UN TECNICO COMPETENTE IL PSC È UN DOCUMENTO ALLEGATO AL PROGETTO ESECUTIVO CON OGGETTO LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI IL CUI OBIETTIVO È SODDISFARE I BISOGNI PER QUESTO DEVE ESSERE DEVE AVERE TRE GRADI DI LETTURA PER POTER ESSERE VERIFICATO IL DOCUMENTO PROGETTUALE VALIDATO DAL RESPONSABILE DEI LAVORI (RUP) DEVE ESSERE ESEGUITA LA VERIFICA DELLA CONFORMITA' ALLA REGOLA DELL'ARTE IN MERITO APPLICABILE LA VERIFICA DEVE ESSERE ESEGUITA DA UN TECNICO COMPETENTE ADOTTANDO LE TECNICHE PROPRIE DELL'AUDIT (UNI ISO 19011) GRAFICO DESCRITTIVO ECONOMICO TRA LORO CI DEVE ESSERE UNA CHIARA CORRELAZIONE LA NORMA TECNICA UNI EN ISO 19011:2003 È UNA LINEA GUIDA DA UTILIZZARE PER GLI AUDIT DI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALI, DELLA QUALITÀ E DELLA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI. È UNA NORMA CHE UNIFICA LE REGOLE DA SEGUIRE NELLE VERIFICHE ISPETTIVE (AUDIT) SUI SISTEMI DI GESTIONE. DEI LAVORATORI DEGLI ORGANI DI CONTROLLO DELLA CITTADINANZA E DELL AMBIENTE DEL CLIENTE pagina 24 di 123

25 I contenuti del PSC CAPITOLO 1 CAPITOLO 3 RELAZIONE ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI PROGRAMMA DEI LAVORI PREVISTI DESCRIZIONE LAVORI INTERFERENZE CON SERVIZI PUBBLICI OGGETTO DEL PROGETTO DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PREVISTI IN FASE PROGETTUALE INTERFERENZE CON UTENZA STRADALE DESCRIZIONE LUOGHI DESCRIVERE I LUOGHI DOVE SI SVOLGONO I LAVORI E LA PRESENZA IN ESSI DI ELEMENTI CHE NON DEVONO SUBIRE (DEVIAZIONI) ALTERAZIONI AI LORO STANDARD DI AFFIDABILITA' (K) INTERFERENZE CON ATTIVITA' PRODUTTIVE INDIVIDUARE I SOGGETTI RESPONSABILI RISPETTO DELLE REGOLE!!! INTERFERENZE CON ATTIVITA' RESIDENZIALI DESCRIZIONE RUOLI INDICARE I COIMPITI (LE OBBLIGAZIONI CONTRATTUALI E I COMPITI DEI VARI SOGGETTI RESPONSABILI) CHI FA COSA 4F ALTRO IL PSC IL DOCUMENTO DEVE ESSERE SUDDIVISO IN VARI CAPITOLI IN CUI OCCORRE INDICARE SE SUSSISTONO INTERFERENZE LAVORATIVE. OVVERO: NECESSITA' DI ESEGUIRE LAVORAZIONI NEI MEDESIMI SPAZI FISICI E TEMPORALE GLI ELEMENTI DEL PROCESSO PRODUTTIVO CHE NON DEVONO SUBIRE (DEVIAZIONI) ALTERAZIONI AI LORO STANDARD DI AFFIDABILITA' (K) SIANO INDIVIDUATI I PERICOLI QUINDI I RISCHI E IL LORO VALORE QUINDI IN CUI OCCORRE CHE PER OGNI FASE LAVORATIVA LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE LE MISURE DI VERIFICA DELL'EFFICACIA NECESSARIE CAPITOLO 2 CAPITOLO 4 LEGGI, REGOLAMENTI, CIRCOLARI, ECC. NORME TECNICHE RIPORTARE I RIFERIMENTI ADOTTATI CRITERI ADOTTATI PER L'ANALISI E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN CUI OCCORRE NORME DI BUONA PRASSI ALTRO... LETTURATURA TECNICA ADOTTARE LE METODICHE UTILIZZATE PER ANALIZZARE I RISCHI PER STIMARE I RISCHI PER DETERMINARE LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER STIMARE I COSTI RIPORTANDO LE SCALE DI VALORE ADOTTATE UTILI PER LA STIMA DEI COSTI L'ANALISI DEI PREZZI NON PRESENTI NEL PREZZIARIO DI RIFERIMENTO E DESUNTI DA VALORI DI MERCATO IL COMPUTO METRICO ESTIMATIVO I RIFERIMENTI ADOTTATI DEVONO ESSERE CHIARI E PERTINENTI (FORNISCONO UN VALLIDO AIUTO AGLI AUDITOR) CPT INAIL, ISPESL, ECC. pagina 25 di 123

26 Gli obiettivi del POS UTILIZZO DI LAVORATORI IDONEI ALLA MANSIONE MEDICO I METODI DI LAVORO PREVISTI L ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO TIPOLOGIA MANSIONI PRODUZIONE SICUREZZA LA MANO D OPERA INCARICHI UTILIZZO DI LAVORATORI IDONEI (FORMATI, INFORMATI E ADDESTRATI): COINVOLTI ATTIVAMENTE NEI PROCESSI DI PREVENZIONE. PRESENZA DURANTE IL CICLO PRODUTTIVO DI SOGGETTI RESPONSABILIZZATI PSICOSOCIALE IL PUNTO DI VISTA GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI LE MATERIE PRIME LE MACCHINE INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO IN PRODUZIONE SCARTI (EMISSIONI E RIFIUTI) OPERE PROVVISIONALI MACCHINE MEZZI D OPERA SI, IL RISCHIO È CONOSCIUTO ED È STATO ACCETTATO, SONO STATE DEFINITE LE RESPONSABILITÀ GESTIONALI CHE VEDONO COINVOLTI ANCHE I LAVORATORI. E LA CONSEGUENTE RISPOSTA AFFERMATIVA E LA CONSEGUENTE RISPOSTA AFFERMATIVA IL RISCHIO È CONOSCIUTO? IL LIVELLO DI RISCHIO È ACCETTATO? E QUALI SONO LE AZIONI CONSEGUENTI? SI, IL RISCHIO È CONOSCIUTO ED È SONO STATE PREDISPOSTE SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELL'AMBITO DI UN SISTEMA DI GESTIONE CHE GARANTISCE IL MANTENIMENTO, L'EFFICACIA DELLE AZIONI CORRETTIVE E IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI AFFIDABILITÀ (CICLO PDCA) È POSSIBILE ESEGUIRE UN'IMPLEMENTAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE AL FINE DI MIGLIORARE IL LIVELLO DI AFFIDABILITÀ DEL SISTEMA DI GESTIONE IPOTIZZATO PER IL CANTIERE? LE DOMANDE GESTIONE DEI RISCHI (RESIDUI ED OCCULTI) IL POS LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI PRODUTTIVI GESTIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE GLI OBIETTIVI NELLE RISPOSTE DEVONO ESSERE IDENTIFICATE LE SEGUENTI AZIONI: 1) COSA FARE PER ELIMINARE IL PERICOLO IDENTIFICATO; 2) COSA FARE PER ELIMINARE LE POTENZIALI ANOMALIE CHE SI POSSONO VERIFICARE DURANTE IL LAVORO (PER ESEMPIO COME GARANTISCO IL MANTENIMENTO DELL!EFFICIENZA DELLA MACCHINA DA UTILIZZARE O COME POSSO PREVENIRE O RIDURRE LE CONSEGUENZE NEL SISTEMA DI UN ERRORE DEL LAVORATORE, ECC.); 3) COSA FARE PER RIDURRE LA POTENZIALE PROBABILITÀ DI RISCHIO; E 4) QUINDI COSA FARE PER RIDURRE LA GRAVITÀ DEL DANNO POTENZIALE. GLI AMBIENTI DI LAVORO I SISTEMI DI CONTROLLO E QUALI INDICATORI DI EFFICIENZA ADOTTATI NESSUN DANNO PER I LAVORATORI E PER L AMBIENTE SODDIFAZIONE DEL CLIENTE: RISPETTO DEI VINCOLI CONTRATTUALI NESSUNA NON CONFORMITÀ ALLA LEGISLAZIONE IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO A) IPOTIZZANDO CHE L'ESECUZIONE DEL LAVORO VENGA SVOLTO IN CONDIZIONI "NORMALI", CON L'INDICAZIONE DEI RISCHI RESIDUI NON ELIMINABILI IN BASE AL PROGRESSO TECNOLOGICO ED ORGANIZZATIVO (... MA GESTIBILI) - GESTIONE DEI RISCHI RESIDUI CHE SI OTTENGONO B) IPOTIZZANDO CHE L'ESECUZIONE DEL LAVORO VENGA SVOLTO IN CONDIZIONI "NON NORMALI" - GESTIONE DEI RISCHI OCCULTI LE CERTIFICAZIONI ATTESTANTI LA CONFORMITÀ ALLE REGOLE DELL ARTE REALIZZAZIONE DELL'OPERA CON LA QUALITÀ DI ESECUZIONE DESIDERATA E I TEMPI CONTRATTUALI PREVISTI, IN CONFORMITÀ ALLE INDICAZIONI IN MERITO PREVISTE NEL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO IN CUI GLI STANDARD PRODUTTIVI SONO CONFORMI ALL'ART.15 DEL D. LGS. 81/2008 (MISURE GENERALI DI TUTELA) ED AI CONTENUTI DEL TITOLO IV (CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI) DEL MEDESIMO DECRETO IN CUI SONO DEFINITI GLI STANDARD SULLE POSSIBILI EMERGENZE IN CONFORMITÀ ALL'ART.48 DEL D. LGS. 81/2008 (GESTIONE DELLE EMERGENZE) IN CUI SONO PREVISTE LE POSSIBILI AZIONI DI PREVENZIONE CHE L'IMPRESA DOVRÀ ADOTTARE PER LA GESTIONE DEI POSSIBILI COMPORTAMENTI "ABNORMI" DEL SINGOLO LAVORATORE CHE POTREBBERO AVER LUOGO DURANTE IL LAVORO pagina 26 di 123

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