La Regione Lombardia e il NIS (Network Italiano Silice) Ing. Domenico Savoca
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1 La Regione e il NIS (Network Italiano Silice) Ing. Domenico Savoca Dirigente Struttura Cave e Miniere Regione
2 Partenza nel 2002 Motivazioni: 1.Coerenza con le evidenze scientifiche emergenti a seguito del documento IARC del 1997 circa l esposizione in ambito lavorativo a silice libera cristallina respirabile 2.Indipendenza professionale
3 Istituzioni pubbliche rappresentate 1.Regioni e Province Autonome 2.ISPESL 3.INAIL 4.Istituto Superiore di Sanità Attualmente si è ridotto l interesse specifico del Coordinamento delle Regioni a partecipare ai lavori del NIS
4 Ulteriore documento di riferimento per l attività del NIS SCOEL/SUM/94 del novembre 2003 Recommendation from Scientific Committe on Occupational Exposure Limits for Silica, Crystalline (respirable dust). (si tratta di un Comitato della ex Direzione Generale Affari Sociali dell Unione Europea, incaricato di proporre limiti di esposizione di agenti chimici in ambiente di lavoro )
5 Le differenze tra i documenti IARC 1997 e SCOEL 2003 Il Documento IARC 1997 valuta che vi sia sufficiente evidenza nell uomo circa la cancerogenicità della silice cristallina sotto forma di quarzo o cristobalite inalata a seguito di esposizione professionale: per la prima volta lo IARC determina la cancerogenicità non di un agente chimico, bensì della esposizione professionale durante il lavoro. Lo IARC che la cancerogenicità dell esposizione a silice libera cristallina non è stata riscontrata in tutte le circostanze di esposizione in processi industriali, potendo dipendere dalle specifiche caratteristiche della silice cristallina stessa.
6 Le differenze tra i documenti IARC 1997 e SCOEL 2003 Il documento SCOEL 2003 propone un limite di esposizione lavorativo pari a 0,05 mg/m 3 per la riduzione della silicosi, affermando espressamente: 1.L effetto principale nell uomo a seguito di inalazione di silice libera respirabile èla silicosi 2.Vi sono suffcienti informazioni per affermare che il rischio di cancro al polmone aumenti in soggetti con silicosi (apparentemente non in soggetti non silicotici esposti a silice libera cristallina in cave e industrie ceramiche)
7 Il NIS, per rispondere alle esigenz di tutela della salute dei lavoratori a seguito di esposizione dei lavoratori a silice libera cristallina ha creato i seguenti gruppi di lavoro 1.GdL Normativa 2.GdL Epidemiologia 3.GdL Repertorio 4.GdL Igiene Industriale 5.GdL Sorveglianza Sanitaria I documenti predisposti dai cinque gruppi di lavoro hanno un interesse generale, e non sono specifici per singoli comparti produttivi
8 Si valorizzano le esperienze comuni per definire strategie comuni di prevenzione, secondo il seguente programma generale 1.Confronto metodi di lavoro 2.Omogeneizzazione dei criteri di intervento 3.Realizzazione del repertorio richio silice 4.Censimento degli esposti a silice libera cristallina (SLC) 5.Formulazione linee guida condivise Le parti sociali sono coinvolte nella discussione per l accettazione delle proposte del NIS, poiché si opera sempre in regime di condivisione
9 I sottogruppi del NIS hanno prodotto, tra i documenti più significativi: 1.Documento di linee guida per la valutazione dell esposizione professionale a Silice Libera Cristallina 2.Linee guida per la sorveglianza sanitaria ed accertamenti diagnostici sui lavoratori esposti a silice cristalina Le linee guida per la valutazione dell esposizione professionale a SLC forniscono suggerimenti pratici sui temi della strategia di campionamento, sui sistemi di prelievo delle frazioni dimensionali delle polveri aerodisperse, sulle tecniche analitiche applicabili e sui loro vantaggi e svantaggi e sulla trattazione statistica dei dati
10 Il NIS ha creato, ancora, il gruppo di lavoro Prevenzione primaria e buone prassi che, a sua volta, èstato suddiviso nei sottogruppi 1.Lapidei 2.Edilizia 3.Lavorazioni in Gallerie 4.Ceramica 5.Fonderie La Regione ha collaborato in modo particolare al sottogruppo Lapidei, che qui interessa particolarmente per le problematiche di prevenzione relative alla gran parte delle fasi di lavorazione relative al settore estrattivo
11 Hanno partecipato ai lavori del sottogruppo rappresentanti delle associazioni datoriali del settore estrattivo, dell Università e della Ricerca, del Sistema Sanitario Nazionale, dell ISPESL, dell INAIL e della Regione ll sottogruppo lapidei ha acquisito, preliminarmente, la documentazione disponibile a livello nazionale predisposta ed emanata dalle organizzazioni partecipanti in materia di criteri e linee guida per la coltivazione e la lavorazione dei lapidei e per la riduzione delle emissioni di polveri. Sono stati resi disponibili i dati storici relativi a campionamenti effettuati nel corso dell ultimo decennio, anche per esposizioni per singole mansioni o fasi di lavoro, al fine di costruire una banca dati rappresentativa della situazione espositiva media del comparto.
12 Il sottogruppo lapidei ha realizzato il lavoro assegnato con l intento di raggiungere cinque obiettivi fondamentali 1.Definizione di un ciclo tecnologico di riferimento 2.Revisione del profilo di rischio del comparto 3.Individuazione delle priorità di intervento 4.Valutazione e validazione delle bonifiche ( verifica dell efficacia delle soluzioni disponibili) 5.Approvazione delle schede e del report finale
13 Il sottogruppo ha prodotto il documento: Misure di prevenzione e protezione per ridurre l esposizione a polveri contenenti silice libera cristallina Comparto lapidei Il documento comprende anche le valutazioni e le proposte relative alle fasi di lavorazione in laboratorio delle pietre ornamentali, che manifestano rilevanti peculiarità in termini di problematiche prevenzionistiche. Il lavoro è stato condotto mediante visite ai siti di scavo e alle aziende produttrici di impianti e macchinari, misurazioni dirette di esposizione per la validazione di sistemi di prevenzione. Particolare attenzione è stata posta ai costi della prevenzione, perché non compromettano l equilibrio economico dell azienda
14 Prima parte: ciclo tecnologico di estrazione e lavorazione dei materiali lapidei 1.Movimentazione dei materiali 2.Preparazione e manutenzione del sito 3.Perforazione 4.Abbattimento 5.Riquadratura 6.Finitura
15 Seconda parte: Lavorazioni, punti di imissione delle polveri e individuazione delle soluzioni Si suddivide l areodispersione in primaria e secondaria 1.L aerodispersione primaria comprende la polvere prodotta e dispersa nell atmosfera a causa delle sollecitazioni impresse alla roccia da parte di macchine e utensili 2.L aerodispersione secondaria è determinata dal risollevamento, per azione eolica e di correnti d aria o di mezzi di movimentazione, della polvere presente naturalmente sul terreno
16 Terza parte: indicazioni generali sulle Misure di Prevenzione e Protezione 1.Sostituzione; riduzione del rischio alla fonte 2.Installazioni impiantistiche per il controllo (interventi strutturali, quali separazioni, confinamenti, etc. e interventi tecnici per la captazione e l abbattimento per la captazione delle polveri e l abbattimento aerodisperse delle su polveri macchine aerodisperse ed impianti) su polv 3.Organizzazione e procedure di lavoro 4.Dispositivi di protezione individuale Per ognuna delle soluzioni si individuano vantaggi, criticità e difficoltà
17 Quarta parte: schede specifiche delle Misure di Prevenzione e Protezione Si tratta di schede redatte per specifiche misure, a sua volta suddivise in: 1.Accesso al luogo di lavoro 2.Sicurezza 3.Progettazione per la captazione e attrezzature e l abbattimento delle polveri aerodisperse su polv 4.Manutenzione 5.Ispezione e verifica 6.Pulizia e operazioni ausiliarie 7.Dispositivi di protezione individuale 8.Addestramento 9.Supervisione Per ognuna delle schede sono state effettuate indagini e verifiche specifiche
18 Quarta parte: schede specifiche delle Misure di Prevenzione e Protezione Sono state prese a riferimento le schede NEPSI al fine di individuare le misure di prevenzione e protezione Per ognuna delle schede tecniche sono stati predisposti approfondimenti tecnici sulle misure di prevenzione e protezione (schede NIS) per la captazione e l abbattimento delle polveri aerodisperse su polv Gli approfondimenti sono relativi alle misure generali di prevenzione e protezione di cui alla parte terza del documento NIS (sostituzione ; riduzione del rischio alla fonte, installazioni impiantistiche per il controllo, organizzazione e procedure di lavoro, dispositivi di protezione individuale)
19 Esempio applicativo: perforazione meccanizzata Riduzione rischio alla fonte: affilatura utensili, utilizabbattimento polveri con spurgo ad acqua, uso di perforatrici con spurgo ad acqua, utilizzo di perforatrici idrauliche Installazioni impiantistiche di controllo: contenimento della dispersione con per la captazione e l abbattimento delle polveri aerodisperse su polv specifiche macchine e attrezzature, quali macchine dotate di cabine di comando, cappa aspirante a boccaforo con sollevamento automatico durante le operazioni di intestazione del foro, generatori di aerosol a boccaforo, bagnatura e pulizia della zona di boccaforo, remotizzazione dei comandi, immissione dell aria filtrata in cabina
20 Esempio applicativo: perforazione meccanizzata Organizzazione e procedure di lavoro: controllo dei guasti, controllo della tenuta della cappa aspirante, sollecita rimozione delle condene, frequente bagnatura dei punti di erogazione, frequente asportazione delle polveri per la captazione e l abbattimento delle polveri aerodisperse su polv Dispositivi di proteioneindividuale: utilizzo DPI di classe P3 nella perforazione a secco o con uso di attrezzatura cabinata senza aspirazione localizzata; nelle perforazioni con spurgo ad acqua l uso di DPI è necessario per operazioni in prossimit dell utensile
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