SAFETY PLAN

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "SAFETY PLAN 2006-2008"

Transcript

1 SAFETY PLAN DIREZIONE CENTRALE REGOLAZIONE TECNICA Pag. 1 di 25 Rev. 1

2 PREMESSA Nel dicembre 2004, l ICAO ha definito i propri obiettivi strategici per il periodo Gli obiettivi di cui sopra includono : o Il supporto a tutti gli stati membri per l implementazione di un Safety Management System (SMS) in tutti i settori del trasporto aereo previsti. Il 6 ottobre del 2005 l Air Navigation Commission dell ICAO ha approvato una proposta di armonizzazione dell Annesso 6 relativamente all implementazione di SMS coerentemente a quanto già previsto negli Annessi 11 e 14. Nel documento ICAO (Doc.9859), approvato dal Segretario Generale e pubblicato sotto la sua autorità, viene riportata, in termini di standard, la distinzione tra un Safety Programme che dovrà essere implementato dagli Stati a partire da novembre 2006 e un SMS che dovrà essere invece implementato dagli Operatori aerei, dagli Operatori aeroportuali, dai Service Provider ATC e dalle Organizzazioni di manutenzione. Il Safety Programme prevede l elaborazione, da parte del Paese membro tramite la propria Autorità dell Aviazione Civile, di un integrato set di norme e l attivazione di opportune azioni tese entrambe al miglioramento della sicurezza del volo. Un SMS è definito come un approccio sistematico alla gestione della sicurezza del volo che oltre ad includere le necessarie strutture organizzative, necessita del committment del top-management e dei relativi indirizzi strategici, nonché di opportune procedure. La cultura di una organizzazione è definita dal sistema dei comportamenti delle persone che ad essa appartengono. Le azioni intraprese rispecchiano i valori dell intera organizzazione. L impegno dei dirigenti e del resto del personale sulle tematiche di sicurezza richiede una vera rivoluzione di pensiero che impone uno sforzo preliminare sul progetto, programma o prodotto, basato su un concetto di sicurezza attiva e non passiva. Si ottiene così un guadagno in termini di costi gestionali e benefici di prestazione: prevenire un errore costa meno che correggere a posteriori. Una cultura di sicurezza è: una cultura che informa le persone sui pericoli e i rischi relativi alle loro operazioni e su come gestirli una cultura di educazione che non tollera violazioni e che condivide con tutto il sistema ciò che è accettabile o meno Pag. 2 di 25 Rev. 1

3 una cultura che incoraggia il reporting per correggere deficienze, proporre soluzioni e non per punire una cultura di insegnamento e di apprendimento continuo per tutta l organizzazione L esempio riportato di seguito mostra, nel caso degli Operatori aerei, la differenza nel rapporto con l Autorità a seguito dell introduzione di un SMS all interno dell Operatore stesso. Nell ottica di cui sopra, e cioè traguardando l elaborazione di un Safety Programme dell ENAC, la Direzione Centrale Regolazione Tecnica a seguito di una riunione di condivisione del progetto, presenti tutti i Direttori, Capi-ufficio e coordinatori, ha concordato sulla necessità di elaborare un Safety Plan CTN per il triennio Il mondo dell aviazione civile, nelle sue varie componenti, è in continua evoluzione ed anche l ENAC attraverso le proprie strutture di regolamentazione ha la necessità di adeguare il proprio set di regole al fine di garantire il mantenimento dei più elevati livelli di sicurezza. Soltanto attraverso l elaborazione e l applicazione di regole chiare ed omogenee al resto dell Europa si può consentire un corretta competizione agli Operatori nazionali ed in quest ottica è necessario stabilire un rapporto di forte partnership con tutti gli Pag. 3 di 25 Rev. 1

4

5 INDICE 1.0 INTRODUZIONE 2.0 ANALISI DATI ELICOTTERI 3.0 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI RACCOLTA DATI IN CONFORMITA ALLA DIRETTIVA 2003/42/EC 4.0 SAFETY RISK ASSESSMENT PROCESS 5.0 ATTUAZIONE PIANO EUROPEO PREVENZIONE RUNWAY INCURSION 6.0 ATTIVITA NORMATIVA 7.0 ATTIVITA DI RICERCA 8.0 HUMAN FACTOR 9.0 PIANIFICAZIONE E STRUTTURAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE A GRUPPI INTERNAZIONALI DI NORMATIVA 10.0 ATTIVITA DI SUPPORTO ALLE DITTE (FORMAZIONE E CONSULENZA) 11.0 CONCLUSIONI APPENDICI A-1 SAFETY PLAN SCHEDULE CTN A-2 COMPOSIZIONE SAFETY BOARD Pag. 5 di 25 Rev. 1

6 1.0 INTRODUZIONE Gli Stati Membri come firmatari della Convenzione di Chicago sono i primi responsabili della predisposizione di un contesto legislativo e di controllo (safety oversight) adeguato a garantire un sistema di aviazione sicuro, nel senso di un livello stabilito e valutato accettabile, e adempiono a tali responsabilità attraverso un organizzazione generalmente identificata come Autorità di Aviazione Civile (CAA). Nel Settembre 2003 si è insediata l Agenzia Europea dell Aviazione Civile, designata dagli Stati Membri della Comunità Europea come organismo competente per le attività di sorveglianza della progettazione e delle organizzazioni di progettazione, per tutti i Paesi dell Unione Europea. L ENAC rimane l Autorità dell Aviazione Civile designata in Italia per tutte le altre attività di safety oversight. L ENAC quindi, insieme all EASA, è responsabile dell attuazione del programma di gestione della sicurezza in Italia, pertanto deve implementare insieme a tutte le attività regolamentari e di safety oversight tradizionali anche quelle più specificatamente finalizzate al miglioramento del livello di sicurezza, come indicato appunto dall ICAO. E in questo contesto che deve essere inquadrato il Safety Plan della Direzione Centrale Tecnica relativo al triennio , ovvero come un primo programma di interventi finalizzati principalmente a: mantenere il livello di sicurezza corrente nella progettazione, costruzione e manutenzione anche al variare delle tecnologie e degli impieghi operativi; mantenere il livello di sicurezza corrente nelle operazioni anche a fronte delle mutazioni degli addestramenti, impieghi e normative che condizionano l operato del personale; attuare il sistema di monitoring dei livelli di sicurezza corrente; migliorare il livello di sicurezza corrente attraverso azioni sulla organizzazione e la cultura dell organizzazione stessa. Il Safety Plan viene redatto relativamente ad un triennio, viene revisionato all inizio di ogni anno successivo a quello di emissione tracciando annualmente anche lo stato di implementazione di ogni intervento previsto nel piano. Essendo questo il primo anno di emissione del Safety Plan della Direzione Centrale Regolazione Tecnica, è necessario innanzitutto definire e predisporre il processo attraverso il quale tutti gli interventi del Safety Plan saranno individuati, valutati e inseriti nel piano, pertanto la prima Pag. 6 di 25 Rev. 1

7 implementazione completa del processo di elaborazione del Safety Plan sarà possibile a partire dal In questo primo anno il piano è stato generato soprattutto a partire da input esterni quali le aggiornate indicazioni dell ICAO, la Direttiva Europea sul Reporting System, le raccomandazioni provenienti da alcune Organizzazioni di esperti di settore come quelle redatte all International Helicopter Safety Symposium, e inoltre da esigenze regolamentari resesi necessarie per garantire l impiego sicuro di alcune nuove tecnologie. Dal 2007 in poi sarà possibile redigere il Safety Plan secondo il processo descritto nel paragrafo 4.0 ovvero includendo fra gli input anche quelli provenienti dalle analisi dei dati relativi agli inconvenienti. A tal fine il presente documento espone i progetti attraverso i quali attuare il piano, più precisamente il paragrafo 2.0 si riferisce alle attività di analisi dei dati di incidenti attualmente a disposizione dell ENAC per gli elicotteri. Il paragrafo 3.0 si riferisce ad un programma già avviato di attuazione della Direttiva Europea 2003/42/EC e di impostazione di un sistema centralizzato di raccolta dati che consentirà di raggiungere l obiettivo del monitoring dei valori numerici dei livelli di sicurezza, di analizzare i dati per determinare eventuali interventi regolamentari e di sorveglianza e di disseminare i risultati all interno e all esterno dell Ente. Il paragrafo 5.0 descrive le iniziative che verranno intraprese in Italia per attuare il piano europeo di prevenzione di eventi di runway incursion, e i paragrafi 6.0 e 7.0 rispettivamente si riferiscono a progetti di sviluppo e adeguamento della normativa il primo, e di ricerca il secondo. Sono stati previsti anche dei progetti relativi ad aspetti di Human Factor in manutenzione e nelle operazioni come riportato nel paragrafo 8.0. La Direzione Centrale Regolazione Tecnica ha previsto fra i metodi di miglioramento della sicurezza anche la partecipazione sistematica e organizzata, a gruppi internazionali di elaborazione di Standard e di Normativa, e il supporto all industria e agli operatori in termini di formazione e consulenza. Questo si è tradotto in interventi riportati rispettivamente nei paragrafi 9.0 e ANALISI DATI ELICOTTERI Progetto P1 Analisi Dati Elicotteri Pag. 7 di 25 Rev. 1

8 Questo progetto è stato avviato nel Luglio 2005 in seguito ad un esame delle attività svolte dall ENAC nel settore elicotteristico e dalla rilevazione che l Ente, pur possedendo dati relativi agli incidenti, non aveva fino ad allora effettuato alcune misure e analisi su quei dati. Il progetto è coordinato dalla Direzione Centrale Regolamentazione Tecnica. Come input sono stati utilizzati dati degli incidenti degli elicotteri per il decennio ricavati dal World Aircraft Accident Summary pubblicato da Airclaims, dati raccolti dall ENAC nel periodo , Rapporti dell ANSV, e Rapporti ALCE. L analisi è stata impostata con l obiettivo di individuare ed esaminare le principali cause di incidente e di classificarle, ed inoltre di misurare alcuni indicatori che sono stati scelti come significativi: - rateo incidenti annuale per tipologia d impiego - numero di vittime di incidenti per anno - numero di incidenti annuale per fasi di volo - numero di incidenti annuale per tipo di operazioni. -. L output finale dell analisi è un rapporto che verrà pubblicato e distribuito entro Maggio Questo progetto è soprattutto volto a fornire degli obiettivi di sicurezza e ad identificare possibili interventi regolamentari e di sorveglianza per l anno 2006, a partire dal 2007 sarà possibile integrare questi primi risultati con l analisi dei dati inconvenienti (Progetto E- MOR). 3.0 PREDISPOSIZIONE SISTEMA DI RACCOLTA DATI IN CONFORMITA ALLA DIRETTIVA 2003/42/EC Progetto P2: E-MOR Il Governo Italiano, con il Decreto Legislativo in fase di pubblicazione, ha fissato le norme occorrenti a dare attuazione alla direttiva 2003/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 giugno 2003, relativa alla segnalazione di eventi attinenti la sicurezza nel settore dell aviazione civile. Pag. 8 di 25 Rev. 1

9 La direttiva europea si pone l obiettivo di contribuire al miglioramento della sicurezza aerea, provvedendo affinché le pertinenti informazioni sulla sicurezza siano segnalate, raccolte, registrate, analizzate, protette e diffuse. L esperienza ha infatti dimostrato che molto spesso l accadimento di un incidente aereo od un grave inconveniente è preannunciato dal verificarsi di vari eventi di entità minore che rivelano l esistenza di criticità latenti pregiudizievoli per la sicurezza delle operazioni di volo. L ENAC è stata designata come Autorità Nazionale responsabile della raccolta delle segnalazioni obbligatorie di inconvenienti e pertanto il progetto E-MOR (ENAC Mandatory Occurrence Reporting) rappresenta il progetto ENAC di implementazione della Direttiva. Il progetto, coordinato dalla Direzione Centrale Regolazione Tecnica è già in corso ed consta delle seguenti fasi: FASE 1: FASE 2: FASE 3: - Studio e analisi impatto sul sistema corrente in materia di segnalazione e reporting: COMPLETATO - Elaborazione delle varie fasi del progetto attuativo e identificazione requisiti di supporti normativi, procedurali e informatici. COMPLETATO - Elaborazione Specifiche del Software con definizione dati necessari nel modulo di segnalazione (report) dei vari tipi di inconvenienti e dai diversi soggetti identificati dalla Direttiva. COMPLETATO - Predisposizione della versione prototipo del software di gestione della Banca Dati: COMPLETATO - Sviluppo prima versione di software per Banca Dati MOR relativa ad ala fissa: ACCETTAZIONE PRIMA VERSIONE GIUGNO Invio Disposizione/Circolare agli utenti con obbligo di notifica degli inconvenienti. GIUGNO Formazione sul sistema di segnalazione e sul software della Banca Dati, con particolare riferimento alla tassonomia ADREP2000. LUGLIO DICEMBRE Prima installazione Banca Dati e Avvio Raccolta segnalazioni. PREVISTA DA LUGLIO Pag. 9 di 25 Rev. 1

10 FASE 4: - Mantenimento Banca Dati E-MOR. - Formazione interna continua sul sistema E-MOR. Pag. 10 di 25 Rev. 1

11 4.0 SAFETY RISK ASSESSMENT PROCESS Nella seconda metà del 2006 l ENAC avvierà la raccolta integrata dei dati sugli inconvenienti secondo le prescrizioni della Direttiva 2003/42/CE e del Decreto Legge che la adotta. Questi dati, insieme a quelli sugli inconvenienti gravi e sugli incidenti, verranno a costituire, a partire dalla seconda metà del 2006, la banca dati dell ENAC. Nel corso del 2006 pertanto deve essere predisposto un processo di analisi di tali dati e devono essere identificati quegli interventi sull organizzazione necessari per attuare il processo; la definizione del processo di analisi e l identificazione delle competenze necessarie per la sua implementazione sono oggetto di uno specifico progetto, da qui in poi denominato Safety Risk Assessment Process (Progetto P3 - SRP) (Fig. 1). Questo processo ha come scopo principale quello di identificare i rischi significativi e le strategie di miglioramento della sicurezza (safety) in aviazione. I dati di ingresso a questo processo sono i risultati delle analisi effettuate, con metodi e obbiettivi diversi, dai seguenti gruppi: - Gruppo analisi incidenti e inconvenienti gravi - Gruppo analisi inconvenienti (MORs) - Esperti di settore. Questi devono individuare interventi di miglioramento della sicurezza, di aggiornamento della normativa e di ricerca; gli interventi così definiti devono essere sottoposti all esame di un safety board che in base alle politiche e alle priorità dell Ente in materia di sicurezza, decide se includerli nel Safety Plan. Nel Gruppo analisi incidenti e inconvenienti gravi devono essere presenti adeguate competenze in materia di elaborazioni statistiche (con particolare riguardo a eventi con frequenze molto basse). Questo team raccoglie e analizza gli input dall ANSV (Agenzia Nazionale Sicurezza Volo), è responsabile di determinare la frequenza degli incidenti (fatal accident rate) nel periodo corrente e di fare previsioni dell andamento nel periodo successivo, e può eventualmente proporre anche indicatori di sicurezza alternativi. Fra coloro che forniscono input nella fase iniziale per l elaborazione del Piano sono stati inclusi anche gli esperti di settore, da intendersi come rappresentanti delle varie Direzioni che, rappresentando l interfaccia dell Ente verso gli utenti (operatori, industrie, etc ), Pag. 11 di 25 Rev. 1

12 hanno la possibilità di conoscerne le relative esigenze e priorità in materia di possibili interventi regolamentari e di sorveglianza necessari. L analisi inconvenienti (MOR) deve essere svolta da un gruppo interdisciplinare che prevede almeno un esperto dei seguenti settori: - certificazione prodotti - manutenzione - operazioni (Ispettore, Ingegnere) - spazio aereo - aeroporti. Il gruppo così composto analizza i dati sugli inconvenienti e propone un elenco di rischi significativi da esaminare eventualmente con altri esperti provenienti dalle diverse direzioni dell Ente. L analisi, rischio per rischio, top-down, deve valutare tutti gli elementi sui quali agire per minimizzare il rischio, scopo principale è quindi identificare eventuali carenze normative, procedurali, di progetto, di manutenzione, operative, di addestramento o di infrastrutture, ed eventualmente mettere in evidenza margini di miglioramento, se ci sono, ad esempio con soluzioni alternative rispetto a quelle note e consolidate. L analisi di ogni rischio deve essere guidata dal gruppo di anali inconvenienti e si avvale di un gruppo di esperti di settore, provenienti dalle diverse Direzioni e individuato a seconda delle competenze necessarie per condurre l analisi su uno specifico rischio. Dall analisi degli inconvenienti (MOR), insieme ai dati statistici sugli incidenti e al contributo degli esperti di settore delle varie Direzioni si determinano gli interventi volti a migliorare la sicurezza, gli aggiornamenti della normativa ed eventualmente anche attività di ricerca, soprattutto per fronteggiare l introduzione di nuove tecnologie o di nuove applicazioni operative. Le varie analisi condotte dal Gruppo Analisi Inconvenienti con il contributo di un Gruppo di Esperti di Settore, consentono quindi di elaborare una proposta di Safety Plan che deve poi essere integrato con un analisi costi-benefici (Impact assessment) e con un programma di implementazione fornito dal Gruppo degli Esperti di Settore. Il Piano con il programma di implementazione deve essere sottoposto per approvazione al Safety Board della Direzione Centrale Regolazione Tecnica e dell ENAC, ovviamente il piano è un documento che viene emesso entro il primo trimestre di ogni anno e che inoltre deve essere aggiornato alla fine dell anno per riportare lo stato effettivo degli Pag. 12 di 25 Rev. 1

13 interventi previsti. Nel secondo semestre del 2006, l ENAC avvia la raccolta dati secondo la Direttiva 2003/42/EC, quindi la prima elaborazione del Safety Plan secondo il processo sopra descritto è prevista per il 2007, ovvero quando saranno disponibili i dati per le prime elaborazioni e analisi. Per questo anno, il Safety Plan del 2006 viene elaborato essenzialmente a partire dal contributo degli esperti di settore, tenendo conto di alcuni cambiamenti legislativi e delle conclusioni delle analisi sui dati sugli incidenti relativi agli elicotteri, dal momento che non si dispone ancora di un completo sistema di raccolta dati che includa anche gli inconvenienti (MOR). Fase di input Fase analisi Top-down Input da: Gruppo Analisi MOR, Gruppo Analisi Incidenti, Esperti di Settore Proposta di Safety Plan: Interventi Miglioramento Sicurezza+Aggiornamento Normativa+Attività Ricerca Intervento non approvato Sviluppo di un programma di attuazione del Safety Plan CTN Safety Board: Valutazione Safety Plan CTN Safety Plan Fig. 1: Safety Risk Assessment Process Pag. 13 di 25 Rev. 1

14 5.0 ATTUAZIONE PIANO EUROPEO PREVENZIONE RUNWAY INCURSION Progetto P4 - Prevenzione Runway Incursion Nell Aprile del 2003 è stato pubblicato The European Action Plan for the Prevention of the Runways Incursions, un piano di raccomandazioni compilato da un gruppo di lavoro costituito da esperti delle più rappresentative organizzazioni europee di settore (EUROCONTROL, GASR, JAA, IATA, AEA, ERA, IAOPA,ACI,IFALPA,ECA,IFATCA), con l obiettivo di supportare l azione di informazione auspicata dall ICAO per garantire una implementazioni europea uniforme degli standard ICAO. Le Autorità Nazionali di Aviazione Civile, responsabili della safety regulation e dell oversight, hanno il compito di decidere la strategia di attuazione del piano, e l ENAC in quanto Autorità di Aviazione Civile, nel 2004 ha avviato l implementazione del piano predisponendo già un primo documento di analisi e pianificazione delle attività da svolgere per implementare le raccomandazioni ICAO in materia di runway incursion. E stato individuato un gruppo con rappresentanti delle diverse Direzioni Centrali coinvolte, e cioè Regolazione Tecnica, Regolazione Aeroporti, Direzione Spazio Aereo. Il gruppo di lavoro ENAC, incaricato di studiare l implementazione del piano europeo, ha riscontrato la necessità di redigere il materiale applicativo ( circolari e informative tecniche ), in relazioni alle raccomandazioni di Eurocontrol, l azione regolamentare sarà intrapresa nel corso del parallelamente all azione di promozione della problematica tramite incontri o seminari con gli operatori del settore. Per l anno 2005 il gruppo di lavoro ha elaborato un dettagliato piano di attuazione che si svolgerà per tutto il biennio I principali obiettivi del piano sono: 1. Campagna di sensibilizzazione degli operatori del settore: seminari, incontri workshop 2. Proposta di circolari relative al Safety Management System e al Reporting System con particolare attenzione all elaborazione del Programma di sicurezza dell impresa per gli aspetti di Runway incursion. 3. Proposta di raccomandazioni e/o circolari e/o informative tecniche in merito alle Standard Operating Procedures ( SOPs) e di monitoraggio dei TRE sugli aspetti di prevenzione nei programmi di recurrent training del personale di volo. Pag. 14 di 25 Rev. 1

15 6.0 ATTIVITA NORMATIVA Progetto P5 - Sviluppo e Adeguamento Normativa Nel contesto dell progetto di sviluppo della normativa che riguarda tutte le Direzioni Centrali dell ENAC, la Direzione Centrale Regolazione Tecnica ha sviluppato il piano di attuazione relativo al triennio Le attività previste nel piano si possono distinguere in due gruppi: - Le attività relative all aggiornamento del Regolamento Tecnico Parte 40 e - L emissione di tutte le circolari che si sono rese necessarie in seguito all istituzione dell EASA ed all applicazione dei regolamenti comunitari EC 1592/2002, 1702/2003 e 2042/2003. Il piano attribuisce per ogni attività la responsabilità alla direzione competente dell area CTN e stabilisce una data di disponibilità di ogni documento. 7.0 ATTIVITA DI RICERCA Questo paragrafo espone i progetti di ricerca della Direzione Centrale Regolazione Tecnica, si tratta di progetti già avviati o da avviare nel 2006 e scelti nella maggior parte dei casi per fronteggiare gli aspetti di sicurezza relativi all introduzione di nuove tecnologie come nel caso dei sistemi Unmanned Air Vehicle (UAV) o come nel caso dei Portable Electronic Devices (PED) di tipo trasmettitori intenzionali, o per studiare le implicazioni, in termini di normative e di infrastrutture, dell adozione dell imminente Regolamento Europeo relativamente ai diritti delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo. Segue un elenco dei progetti previsti allo stato attuale; è da considerarsi una lista modificabile, soprattutto una volta completati e diffusi i risultati delle analisi di incidenti e inconvenienti gravi (progetti riportati nei paragrafi 2.0 e 3.0) che possono evidenziare ulteriori argomenti di ricerca, prioritari rispetto a quelli già previsti. Progetto P6: Pari Diritto a Viaggiare Passeggeri Disabili identificazione attività per implementazione Regolamento Europeo La Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento relativo ai diritti delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo allo scopo di garantire alle persone con Pag. 15 di 25 Rev. 1

16 disabilità e a quelle a mobilità ridotta pari opportunità nel trasporto aereo rispetto al resto della popolazione. Ad oggi esistono solo accordi volontari assunti dai vettori aerei e dagli aeroporti ma, per quanto siano sicuramente un primo passo positivo verso l eliminazione del trattamento iniquo, si sono comunque rilevati insufficienti, pertanto è necessario definire responsabilità e regole attraverso un azione sistematica ed omogenea in tutti i Paesi dell Unione Europea. La proposta di regolamento della Commissione costituisce il primo atto legislativo mirato specificamente ai disabili nel diritto comunitario europeo, sebbene avrà ripercussioni positive anche per molte persone anziane e per i passeggeri a mobilità temporaneamente ridotta. Il Consiglio Europeo, in data 8 aprile 2005, ha deciso di consultare il Comitato economico e sociale europeo (CESE) in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti delle persone a mobilità ridotta nel trasporto, e questo organismo si è positivamente espresso sull iniziativa anche se ha proposto varie modifiche come riportato sulla G.U. Europea C/24/03 del La Direzione Centrale Regolamentazione Tecnica ha pertanto stabilito con un progetto specifico (P6) di: - di esaminare in dettaglio il regolamento nella sua versione più attuale - di esaminare lo stato attuale dei vettori aerei Italiani - di valutare l impatto in termini di configurazione e di procedure operative, per garantire l accessibilità ai passeggeri disabili sugli aeromobili. Questo progetto va affiancato da un simile progetto di analisi dello stato e delle regole in termini di infrastrutture e degli operatori aeroportuali, pertanto la Direzione CTN si fa anche promotore del coordinamento fra le due aree in questa materia. Il progetto P6, fondamentalmente di studio e analisi, ha come prodotto finale una rapporto ed è previsto per Luglio del Progetto P7: Portable Electronic Devices: Circolare per autorizzazione all impiego E noto che è sempre crescente la domanda degli operatori di utilizzare a bordo apparati elettronici portatili (Portable Elctronic Devices, PED) per particolari tipi di attività come ad esempio apparati elettromedicali, o per la vendita di articoli a bordo o per la comunicazione come ad esempio le cuffie senza fili (wire-less headset) sugli elicotteri, o degli stessi passeggeri di portare telefoni, computers e video games. Pag. 16 di 25 Rev. 1

17 Organismi internazionali che elaborano standard tecnici come RTCA e EUROCAE hanno studiato il problema e recentemente hanno affrontato anche lo studio dei PED che sono del tipo trasmettitori intenzionali ed in particolare l EUROCAE ha pubblicato recentemente il documento ED118 che fornisce linee-guida per valutare l impatto di questi dispositivi con gli apparati di bordo per aspetti EMC. La Direzione Centrale Regolazione Tecnica ha deciso di elaborare una circolare che consenta agli operatori di valutare l impatto sulla condotta del volo tenendo conto di tutti gli aspetti di aeronavigabilità e distinguendo fra i PED portati dai passeggeri ed i PED utilizzati dagli operatori per particolari servizi prestati a bordo, come ad esempio nel caso degli elettromedicali. Il progetto consiste nella elaborazione della circolare entro Dicembre Progetto P8: Circolare Permesso di Volo a Sistema UAV con peso superiore ai 150 Kg. e estensione a Spazi Aerei non segregati. La Direzione Prodotti Aeronautici ha sviluppato una linea-guida per il rilascio di un Permesso di Volo ad un sistema Unmanned Aerial Vehicle con peso superiore ai 150 Kg. per ricerca e sviluppo o per dimostrazione di rispondenza alle norme, all interno di un area segregata. Si è deciso pertanto di stabilire un progetto (P8) che si compone di due fasi; nel corso della prima si provvederà a trasformare la linea guida, che è nei principi e nei metodi conforme alla Circolare 32B, in un documento ufficiale dell Ente, probabilmente una Circolare, attraverso il processo di consultazione e di condivisione interna. La seconda fase del Progetto P8 è invece dedicata ad un attività di ricerca quale lo studio dei requisiti minimi di aeronavigabilità e operativi necessari per consentire che l attività sperimentale si possa svolgere con un accettabile livello di sicurezza, al di fuori di aree segregate e a partire da aeroporti civili, possibilmente a bassa densità di traffico. Lo studio sarà svolto coinvolgendo la Direzione Spazio Aereo e l ENAV e garantendo la coerenza dei documenti emessi dall ENAC con i risultati del gruppo di lavoro istituito da EUROCAE ed RTCA per elaborare le MOPS (Minimum Operation and Performance Specifications) dei vari componenti di un sistema UAV. Pag. 17 di 25 Rev. 1

18 Progetto P9: Circolare Permesso di Volo a Sistema UAV con peso inferiore ai 150 Kg. La Direzione Prodotti Aeronautici, rileva che gli UAV con peso inferiore ai 150Kg, sono effettivamente i sistemi con un maggiore potenziale di sviluppo nel breve termine. Questa affermazione è congruente con quanto riportato da uno studio di mercato sviluppato dal gruppo USICO e finanziato dalla Comunità Europea, le conclusioni del gruppo sono riportate anche nel rapporto finale del gruppo JAA/EUROCONTROL sugli UAV. Queste considerazioni hanno determinato che la Direzione Prodotti Aeronautici studiasse l argomento, soprattutto in termini di sovrapposizioni e differenze con i radiomodelli, ne identificasse il quadro legislativo e tecnico di riferimento. Con il progetto P9 si vuole approfondire questo studio ed elaborare una linea-guida dell ENAC, tenendo anche in considerazione che l EASA rivedrà il limite dei 150 Kg. e probabilmente includerà anche questa classe di UAV fra le proprie competenze. Progetto P10: Raccolta e analisi dati inconvenienti dell Aviazione Generale La Direzione CTN intende effettuare la raccolta dei dati relativi all aviazione generale in Italia, includendo anche quelli relativi agli elicotteri con peso inferiore ai 2750 Kg.. Il progetto si articola in due fasi, una prima fase in cui si intende raccogliere i dati dalle Direzioni Operazioni Volo sugli incidenti e inconvenienti gravi relativamente agli anni per gli aeromobili non impiegati in attività di trasporto pubblico (tenendo conto che quelli relativi agli elicotteri sono stati già raccolti (Progetto P2)), si intende calcolare i rate e analizzarli per determinare le principali cause e per intraprendere eventuali azioni correttive. Il completamento di questa fase è previsto per Luglio Tenendo conto che da Luglio 2006 l ENAC predispone la raccolta dei dati relativi agli inconvenienti, come prescritto dalla direttiva europea EC 42/2003, per tutti gli aeromobili con motore a turbina, indipendentemente dall impiego, si vuole partire da questa banca dati per analizzarli ed eventualmente decidere di intraprendere azioni correttive. Successivamente si deciderà se e come integrare la banca dati inconvenienti anche per gli aeromobili di AG indipendentemente dalla motorizzazione. Questa seconda fase verrà avviata a partire da Luglio Pag. 18 di 25 Rev. 1

19 8.0 HUMAN FACTOR Progetto P11: Human Factor: operazioni (a) Sorveglianza su addestramento/formazione HF/CRM presso gli Operatori e le Organizzazioni che forniscono tale addestramento a terzi. i. Fase 1; STATUS, in atto, termine Giugno 2006; OBIETTIVI, conoscere la qualità e aderenza alle norme JAR OPS- 1 e 3 di un campione rappresentativo degli operatori; OUTPUT, foglio rilievi per singolo operatore e audit, aggregazione dei dati raccolti, presentazione statistica dei dati, strumento per facilitare e standardizzare la raccolta dei dati. ii. Fase 2; STATUS, inizio Ottobre 2006, termine Giugno 2007; OBIETTIVI, estendere la sorveglianza a tutti gli operatori che operano in ambito JAR OPS 1 e 3 e sulle organizzazioni che forniscono l addestramento a terzi; OUTPUT, foglio rilievi per singolo operatore e audit, aggregazione dei dati raccolti, presentazione statistica dei dati. iii. Fase 3; STATUS inizio Luglio 2007, termine Dicembre 2007; OBIETTIVI, impostare l azione normativa dell ENAC sulla materia con le Circolari/Regolamenti che risultassero opportuni in base ai dati raccolti; OUTPUT, addestramento di un organico di controllo adatto a mantenere la sorveglianza sull addestramento HF/CRM su tutto il territorio nazionale, Circolari e/o Regolamenti ad hoc. (b) Survey e sorveglianza su applicazione FTL; i. Fase 1; STATUS in atto, termine Ottobre 2006; OBIETTIVI di immagine ENAC verso il Personale Navigante e di sorveglianza reale sugli Operatori, integrazione con gli Ispettori SAFA delle Direzioni coinvolte; OUTPUT, Formazione a monitoraggio FTL degli Ispettori SAFA zona Venezia; Ramp Audit Form, Strumenti di monitoraggio presso l operatore, Sito ENAC per segnalazione eccedenze, aggregazione e presentazione dei dati raccolti. ii. Fase 2; STATUS, inizio Novembre 2006, termine Ottobre 2007; OBIETTIVI estensione dei metodi di sorveglianza e formazione a tutti gli Operatori ed Ispettori SAFA nazionali; OUTPUT, strumenti di aggregazione e divulgazione ENAC dei dati statistici annuali. Pag. 19 di 25 Rev. 1

20 (c) FORCON Formazione continua degli Ispettori di Volo dei Team di sorveglianza Operatori; STATUS, in atto, termine Dicembre 2008, OBIETTIVI sostenere l identificazione degli Ispettori di Volo negli obiettivi dell ENAC e la standardizzazione del loro operato, facilitare l integrazione di piloti ed ingegneri nei team di sorveglianza; OUTPUT, 4-5 giornate annuali di formazione pro capite, moduli di formazione ad hoc per corso di Formazione Iniziale Ispettori di Volo. (d) Standardizzazione TRE e Line Check Pilots ad Assessement NTS/CRM Skills STATUS, inizio Gennaio 2007, termine Dicembre 2008; OBIETTIVI assicurare il rispetto della normativa JAR OPS ed FCL relativa all assessment dei NTS/CRM Skills ed alla standardizzazione della valutazione in genere, stabilire un legame forte fra ENAC e TRE/Line Check Pilots; OUTPUT, Criteri, Strumenti ed interventi di Survey/Accettazione di TRE e Line Check Pilots, Moduli di espansione degli Standardization Arrangements ENAC attuali, Circolare ENAC sull argomento. (e) Standardizzazione colloqui d accettazione Post Holders STATUS, in atto, termine Marzo 2007; OBIETTIVI; disporre di strumenti e processi standardizzati e condivisi per l accettazione ENAC dei Phs; OUTPUT, Criteri, Processi, Questionari, Formazione ai componenti le commissioni, aggiornamento OPV09. (f) Consulenza a VVFF, Soccorso Pubblico, Difesa Civile relativa ai temi CRM/HF e nell ambito delle convenzioni in atto fra essi ed ENAC. STATUS, inizio non certo, termine Dicembre 2008 o termine convenzioni; OBIETTIVI, attuare le convenzioni; OUTPUT interventi di indirizzo e valutazione sulla definizione ed attuazione dei programmi addestrativi e formativi HF/CRM a favore dei loro equipaggi di volo. (g) Partecipazione JAA/EASA a gruppi relativi ad aspetti CRM/HF. STATUS, in atto, termine Dicembre 2008; OBIETTIVI, contribuire, monitorare ed assumere dati in tempo reale rispetto a temi HF/CRM; OUTPUT, partecipazione ai meeting relativi, riporti e presentazioni conseguenti. Pag. 20 di 25 Rev. 1

21 Progetto P12: Human Factor Manutenzione E già in corso un progetto di verifica dell efficacia dei sistemi di addestramento sullo Human Factor messi in atto dalle imprese di manutenzione a Parte 145. Scopo del progetto è principalmente quello di: Verificare l efficacia dell addestramento iniziale effettuato dalle imprese ed adeguare eventualmente gli standard definiti in materia con la lettera di policy M/27 Definire nuovi standard per l addestramento continuo, con particolare riguardo ai requisiti di qualificazione degli istruttori interni Individuare i bisogni formativi del personale professionista chiamato ad effettuare le valutazioni in materia di Human Factor in Manitenance Il progetto è coordinato da TMP ed ha i primi risultati sono attesi entro la fine del PIANIFICAZIONE E STRUTTURAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE A GRUPPI INTERNAZIONALI DI NORMATIVA Progetto P13 Pianificazione e strutturazione della partecipazione a gruppi internazionali di standard e di normativa La Direzione Regolazione Tecnica, preso atto che i nuovi indirizzi ICAO in materia di Safety Management System implicano significativi aggiornamenti della documentazione tecnica ICAO e quindi della normativa che gli Stati Membri devono adeguare, e preso atto dell istituzione di un Autorità quale l EASA come competent body in materia di progettazione degli aeromobili, motori, eliche e componenti, ritiene quanto mai fondamentale partecipare direttamente ai gruppi di lavoro internazionali per poter continuare ad esercitare in materia proattiva il ruolo di Autorità di Aviazione Civile. Il progetto è assegnato all ufficio Flight Safety che, di concerto con la Direzione Politiche Ambientali coordina la partecipazione del personale CTN ai vari gruppi internazionali. La decisione sulla partecipazione viene presa in funzione: - degli obiettivi del safety programme dell ENAC, Pag. 21 di 25 Rev. 1

22 - delle segnalazioni dei Direttori dell Area CTN o di ogni altra Direzione che ravvisi la necessità di partecipazione a qualche gruppo di lavoro internazionale, - da input esterni derivanti da organismi internazionali. Il progetto consiste nell effettuare una revisione dello stato attuale della partecipazione del personale CTN, e di pubblicare l elenco su Intranet. Verrà inoltre elaborata una linea-guida per standardizzare i comportamenti dei partecipanti, con riferimento ad alcuni aspetti principali: - il partecipante deve diffondere i dati preparatori ad ogni riunione del gruppo di lavoro, coinvolgendo le Direzioni che possono essere interessate e facendosi parte attiva nel processo di coordinamento dei diversi contributi - per l elaborazione della posizione dell ENAC, - il partecipante, raccolti eventualmente i contributi delle Direzioni coinvolte, deve portare e rappresentare la posizione dell Ente, il partecipante deve produrre un rapporto periodico con il quale vengono diffusi i dati sui progressi dello specifico gruppo di lavoro. I rapporti devono essere diffusi su Intranet ATTIVITA DI SUPPORTO ALLE DITTE (FORMAZIONE E CONSULENZA) Progetto P14: Coordinamento e predisposizione servizi di supporto alle Ditte Oggi la competenza in materia di certificazione di tipo dei prodotti è stata assunta dall Agenzia Europea in base al Regolamento CE 1592/2002. L ENAC può svolgere gli accertamenti tecnici finalizzati al rilascio delle certificazioni. Prima di questo trasferimento di competenza, l ENAC nell ambito dei processi di certificazione di cui era responsabile, svolgeva un ruolo di supporto all industria indirizzando e consigliando le stesse sulle scelte di design o sulle modalità di certificazione più opportune per un certo prodotto e per il livello di sicurezza complessivo, adeguato ad esso. Lo scopo era quello di promuovere lo sviluppo dell aviazione in sicurezza. L ENAC, considerata la lunga esperienza, non vuole venire meno a questo ruolo ed è disponibile, anche se non mantiene la responsabilità di certificare, a dare il proprio supporto al fine di garantire e migliorare il livello di sicurezza nell Aviazione Civile, Pag. 22 di 25 Rev. 1

23 fornendo attività di consulenza all industria, alle Autorità di Aviazione Civile di altri Paesi e ad Enti Istituzionali. In questo contesto l ENAC continua a promuovere la cultura aeronautica tramite la formazione proponendo corsi su materie relative ai processi di certificazione civile. Nell ambito della ricerca è mantenuta la propensione a collaborare con l Industria ed Enti Istituzionali su temi particolarmente sensibili per la sicurezza CONCLUSIONI Il documento è da considerarsi vivo, nel senso che verrà, se necessario, revisionato per adeguarsi alle esigenze dell ENAC in termini di programma di miglioramento della sicurezza, anche in momenti diversi da quelli programmati per la revisione In generale comunque la revisione programmata è prevista entro il primo trimestre dell anno successivo a quello di emissione, quindi entro Marzo La prima revisione, che conterrà anche lo stato corrente di sviluppo dei progetti già avviati, verrà elaborata secondo il processo identificato come Safety Risk Assessment Process. Pag. 23 di 25 Rev. 1

24 APPENDICE A-1 SAFETY PLAN SCHEDULE - AREA REGOLAMENTAZIONE TECNICA PROGETTO RESPONSABILE DATA DI ATTIVITA DI SUPPORTO PROGETTO COMPLETAMENTO P1: Progetto Analisi Dati Elicotteri C. Tripaldi Luglio 2006 P2: Progetto E-MOR G.D.Carrabba Predisposizione e avvio Disposizione/Circolare per le Organizzazioni raccolta dati entro con obbligo del reporting Luglio 2006 P3: Safety Risk Assessment Process - D. Carrabba Dicembre C. Cifaldi P4: Progetto Prevenzione Runway Incursion - P. Imparato - C. Tripaldi - Rappresentante Dicembre 2007 Emissione Linea-Guida Operativa: Pratiche operative per la prevenzione del fenomeno della Direz. Spazio Aereo P5: Progetto Sviluppo e Adeguamento - E. Guccini Dicembre 2006 Normativa - F. D Urso P6: Pari Diritto a Viaggiare Passeggeri Disabili G. Tamburro Luglio 2007 identificazione attività per implementazione Regolamento Europeo P7: Portable Electronic Devices: Circolare per G. Tamburro Dicembre 2006 autorizzazione all impiego (trasmettitori intenzionali e non intenzionali) P8: Circolare Permesso di Volo a Sistema UAV con peso superiore ai 150 Kg. G. Tamburro Fase 1: Dicembre 2006 Fase 2: Luglio 2007 P9: Circolare Permesso di Volo a Sistema UAV con peso inferiore ai 150 Kg G. Tamburro Luglio 2007 Parere legale ENAC su possibilità per ENAC di trattare gli UAV sotto i 150 Kg. P10: Raccolta e analisi dati inconvenienti dell Aviazione Generale P. Barbagallo F. D Urso Prima fase: entro Luglio 2007 Seconda fase: Luglio Dicembre 2008 Pag. 24 di 25 Rev. 1

25 PROGETTO RESPONSABILE PROGETTO DATA DI COMPLETAMENTO P11: HUMAN FACTOR: OPERAZIONI L. Polo In funzione delle differenti aree da a) a g) così come specificato nel dettaglio del punto 12. P12: HUMAN FACTOR:MANUTENZIONE R. Concilio Luglio 2007 P13: Pianificazione e strutturazione della C. Tripaldi Partecipazione a Gruppi Internazionali di Normativa P14: Coordinamento e predisposizione servizi di - M. Bandini supporto alle Ditte (Formazione Consulenza) - R. Concilio ATTIVITA DI SUPPORTO APPENDICE A-2 COMPOSIZIONE SAFETY BOARD SAFETY BOARD CTN COMPOSIZIONE Direttore Centrale CTN Direttore TLP Direttore TMP Direttore TPA Direttore TSV Coordinatore Sviluppo Flight Safety Responsabile Ricerca Flight Safety Pag. 25 di 25 Rev. 1

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento Scopo Responsabile Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Output Indicatori Riferimenti Normativi Processi Correlati Sistemi Informatici Definire le modalità e le responsabilità per la gestione

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Step 1 - Decidere come organizzare e pianificare l autovalutazione (AV) 1.1. Assicurare l impegno e il governo del management per avviare il processo. 1.2. Assicurare

Dettagli

Appendice III. Competenza e definizione della competenza

Appendice III. Competenza e definizione della competenza Appendice III. Competenza e definizione della competenza Competenze degli psicologi Lo scopo complessivo dell esercizio della professione di psicologo è di sviluppare e applicare i principi, le conoscenze,

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

Effettuare gli audit interni

Effettuare gli audit interni Scopo Definire le modalità per la gestione delle verifiche ispettive interne Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Qualità (centrale) e Referenti Qualità delle sedi territoriali Direzione Qualità

Dettagli

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO PROCEDURA PR02 - Audit Interni Edizione 1 Approvata dal Direttore della SC Medicina Legale Emessa dal Referente Aziendale per la Qualità

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO INDICE 8.1 Generalità 8.2 Monitoraggi e Misurazione 8.2.1 Soddisfazione del cliente 8.2.2 Verifiche Ispettive Interne 8.2.3 Monitoraggio e misurazione dei processi 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei

Dettagli

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014; Richiamate le delibera del Cda n. 20 del 30/12/2010 e dell Assemblea n. 5 del 13/06/2013 con le quali si recepisce il trasferimento all Unione dei Comuni il servizio per la gestione in forma associata

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT INDICE - Premessa Pag 1 1 Tipologia dei controlli 1 1a Controlli di gestione 1 1b Controlli di ammissibilità

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12. Learning Center Engineering Management INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Autore: Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.2007 VIA

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2012-2014. (Art. 11, D. Lgs. 27 ottobre 2009, nr. 150)

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2012-2014. (Art. 11, D. Lgs. 27 ottobre 2009, nr. 150) COMUNE DI SANT ANGELO A SCALA Provincia di Avellino PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2012-2014 (Art. 11, D. Lgs. 27 ottobre 2009, nr. 150) Cod. SAS-PTI01 Data: 30/04/2012 Adottato con

Dettagli

Export Development Export Development

Export Development Export Development SERVICE PROFILE 2014 Chi siamo L attuale scenario economico nazionale impone alle imprese la necessità di valutare le opportunità di mercato offerte dai mercati internazionali. Sebbene una strategia commerciale

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso SORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso Pagina 1 di 10 INTRODUZIONE La Norma UNI EN ISO 9001:2008 fa parte delle norme Internazionali

Dettagli

Monitoraggio dell attuazione della legge 440/97 Analisi di contesto e Gantt delle operazioni

Monitoraggio dell attuazione della legge 440/97 Analisi di contesto e Gantt delle operazioni Monitoraggio dell attuazione della legge 440/97 Analisi di contesto e Gantt delle operazioni A cura del referente dell USR per la Campania 1 1.0) Contesto di riferimento Il ruolo centrale della valutazione

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL. INAIL-DR Toscana-CONTARP

Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL. INAIL-DR Toscana-CONTARP 1 Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL INAIL-DR Toscana-CONTARP Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL 2 Sistemi di gestione della sicurezza Un Sistema di

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano

Dettagli

PASSAGGIO ALLA ISO 9000:2000 LA GESTIONE DELLE PICCOLE AZIENDE IN OTTICA VISION

PASSAGGIO ALLA ISO 9000:2000 LA GESTIONE DELLE PICCOLE AZIENDE IN OTTICA VISION PASSAGGIO ALLA ISO 9000:2000 LA GESTIONE DELLE PICCOLE AZIENDE IN OTTICA VISION PIETRO REMONTI 1 2 APPROCCIO BASATO SUI PROCESSI UN RISULTATO DESIDERATO È OTTENUTO IN MODO PIÙ EFFICACE SE RISORSE E ATTIVITÀ

Dettagli

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente Pag. 1 di 5 Qualità/Ambiente L azienda Di Leo Nobile S.p.A. è nata nel 1956 a Castel San Giorgio (Sa) ed è uno stabilimento di circa m² 16.591 di cui 10.000 m² coperti, nel quale è concentrata l attività

Dettagli

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere

Dettagli

PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE. Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico

PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE. Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE AVVISO PUBBLICO PER

Dettagli

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014 Premessa Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma

Dettagli

STANDARD OHSAS 18001:2007 E CORRISPONDENZE CON IL MODELLO ORGANIZZATIVO DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 81/2008

STANDARD OHSAS 18001:2007 E CORRISPONDENZE CON IL MODELLO ORGANIZZATIVO DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 81/2008 DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 9 aprile 2008 UNICO TESTO NORMATIVO in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori STANDARD OHSAS 18001:2007 E CORRISPONDENZE CON IL MODELLO ORGANIZZATIVO

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE Questa nota è a beneficio degli operatori che intendono svolgere operazioni specializzate, a titolo oneroso (commerciali o

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2011-2013 Adottato con deliberazione del Commissario Straordinario n. 14 in data 09 maggio 2011 1 1. OGGETTO E OBIETTIVI La trasparenza consiste nella

Dettagli

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE Maggio 2006 1 La costituzione dell Audit Interno La rivisitazione del modello per i controlli di regolarità amministrativa e contabile è stata

Dettagli

Procedura di gestione delle verifiche ispettive interne < PQ 03 >

Procedura di gestione delle verifiche ispettive interne < PQ 03 > I I S Ettore Majorana Via A. De Gasperi, 6-20811 Cesano Maderno (MB) PQ03 Rev 2 del 23/03/04 Pag 1/5 Procedura di gestione delle verifiche ispettive interne < PQ 03 > EMESSA DA: VERIFICATA DA: APPROVATA

Dettagli

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 del 13 11 2012 Pagina 1 di 6 INDICE 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 5.1 Programmazione delle attività...3 5.2 Documentazione...

Dettagli

Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008

Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008 Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007 Relazione al 31.12.2008 Regione: Lazio Titolo del progetto: Sorveglianza e prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro Referente: Elisa Romeo Negli ultimi

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

Articolo 1 Composizione

Articolo 1 Composizione Regolamento interno di organizzazione per il funzionamento della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Istituita dall art. 3, comma 7, della legge 12 luglio

Dettagli

3. APPLICABILITÀ La presente procedura si applica nell organizzazione dell attività di Alac SpA.

3. APPLICABILITÀ La presente procedura si applica nell organizzazione dell attività di Alac SpA. Acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi SpA Sede legale in Cuneo, Corso Nizza 9 acquedotto.langhe@acquambiente.it www.acquambiente.it SGSL Audit P11 Rev 00 del 16/09/09 1. DISTRIBUZIONE Direzione RSPP 2. SCOPO

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ MANUALE DELLA QUALITÀ RIF. NORMA UNI EN ISO 9001:2008 ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE NAZIONALE EDUCATORI CINOFILI iscritta nell'elenco delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni

Dettagli

Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis. Life Cycle Engineering: www.studiolce.it

Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis. Life Cycle Engineering: www.studiolce.it Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis Life Cycle Engineering: www.studiolce.it 0 Introduzione: Certificazione ambientale Il Sistema di Gestione Ambientale L'obiettivo del Sistema

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 INDICE RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE Impegno della Direzione Attenzione focalizzata al cliente Politica della Qualità Obiettivi della Qualità Soddisfazione del cliente

Dettagli

Manuale Sicurezza Duemilauno Agenzia Sociale

Manuale Sicurezza Duemilauno Agenzia Sociale Sorveglianza e misurazioni del SG S&SL Indice: 1.0 Scopo e Generalità 2.0 Identificazione delle aree/attività soggette al monitoraggio 3.0 Pianificazione ed esecuzione dei monitoraggi e delle misurazioni

Dettagli

Configuration Management

Configuration Management Configuration Management Obiettivi Obiettivo del Configuration Management è di fornire un modello logico dell infrastruttura informatica identificando, controllando, mantenendo e verificando le versioni

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro

Dettagli

Procedura GESTIONE DELLA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE

Procedura GESTIONE DELLA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Pag. 1 di 6 Oggetto Procedura GESTIONE DELLA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE 2 20.05.2013 REVISIONE PER RIORGANIZZAZIONE INTERNA RGQ DT PRS 1 23.03.2007 MODIFICHE A SEGUITO V.I.R. E.MINELLI M. TRAVERSINI

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.

Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Sede operativa via Ricasoli, 9-50122 Firenze Sede Legale via de' Martelli 8-50129 Firenze Tel. 055 271731 - Fax 055 214720 http://www.cesvot.it Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

PROCEDURA DI GESTIONE DELLE PRESCRIZIONI LEGALI

PROCEDURA DI GESTIONE DELLE PRESCRIZIONI LEGALI legali 0 18/05/09 1 6 PROCEDURA DI GESTIONE DELLE PRESCRIZIONI LEGALI INDICE PROCEDURA DI GESTIONE DELLE PRESCRIZIONI LEGALI...1 INDICE...1 1 Scopo...2 2 Campo di applicazione...2 3 Terminologia ed abbreviazioni...2

Dettagli

Le Raccomandazioni ministeriali per la prevenzione dei rischi in chirurgia: linee di indirizzo regionali di implementazione a livello aziendale

Le Raccomandazioni ministeriali per la prevenzione dei rischi in chirurgia: linee di indirizzo regionali di implementazione a livello aziendale Le Raccomandazioni ministeriali per la prevenzione dei rischi in chirurgia: linee di indirizzo regionali di implementazione a livello aziendale PREMESSA Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche

Dettagli

Comune di Bracciano. Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale

Comune di Bracciano. Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale Comune di Bracciano Regolamento per la pubblicazione di atti e documenti amministrativi sul sito Internet Istituzionale (approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. del ) Indice Art. 1 Oggetto...

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

LA NORMA OHSAS 18001 E IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA 81/2008: IMPATTO SUL SISTEMA SANZIONATORIO

LA NORMA OHSAS 18001 E IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA 81/2008: IMPATTO SUL SISTEMA SANZIONATORIO LA NORMA OHSAS 18001 E IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA 81/2008: IMPATTO SUL SISTEMA SANZIONATORIO Studio Candussi & Partners novembre 2008 Lo Studio Candussi & Partners Lo Studio opera dal 1998 con consulenti

Dettagli

LINEE DI INDIRIZZO PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO

LINEE DI INDIRIZZO PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO LINEE DI INDIRIZZO PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NELLE AZIENDE SANITARIE Le presenti linee di indirizzo regionali per la gestione del rischio clinico nelle Aziende Ospedaliere e nelle Aziende Unità

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

L AIR nell Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) Le schede. Osservatorio sull Analisi d Impatto della Regolazione.

L AIR nell Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) Le schede. Osservatorio sull Analisi d Impatto della Regolazione. Le schede Osservatorio sull Analisi d Impatto della Regolazione Eleonora Morfuni L AIR nell Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) S 10/2012 gennaio 2012 Le schede ** Indice 1. L influsso

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO. Art. 1

COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO. Art. 1 REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO TITOLO I - PRINCIPI GENERALI Finalità e Ambito di applicazione Art. 1 Il presente Regolamento disciplina - in coordinamento con

Dettagli

SPECIFICA DI ASSICURAZIONE QUALITA

SPECIFICA DI ASSICURAZIONE QUALITA 1 di 8 1 PRESCRIZIONI PER LA GESTIONE DI SERVIZI DI PROGETTAZIONE SULLA BASE DI DOCUMENTI DI 2 Parte Titolo 3 PARTE I I.1 PREMESSA I.2 SCOPI I.3 PRESCRIZIONI RELATIVE ALL'ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA

Dettagli

La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799

La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799 Convegno sulla Sicurezza delle Informazioni La certificazione dei sistemi di gestione della sicurezza ISO 17799 e BS 7799 Giambattista Buonajuto Lead Auditor BS7799 Professionista indipendente Le norme

Dettagli

Sistema di Gestione della Sicurezza CLAUDIO SOAVE

Sistema di Gestione della Sicurezza CLAUDIO SOAVE Sistema di Gestione della Sicurezza CLAUDIO SOAVE L organizzazione della sicurezza secondo D.Lgs. 81/08 Al datore di lavoro vengono attribuiti compiti di regia e di programmazione della sicurezza in azienda,

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

Interazione tra Aeroporto e Territorio: Mappe di Vincolo e procedure di mitigazione. Ing. Galileo Tamasi Program Manager

Interazione tra Aeroporto e Territorio: Mappe di Vincolo e procedure di mitigazione. Ing. Galileo Tamasi Program Manager Interazione tra Aeroporto e Territorio: Mappe di Vincolo e procedure di mitigazione Ing. Galileo Tamasi Program Manager Contents - Introduzione - Lo schema logico della procedura di mitigazione - La costruzione

Dettagli

Le novità della UNI ISO 27001:2014

Le novità della UNI ISO 27001:2014 Le novità della UNI ISO 27001:2014 La norma ISO 27001 pubblicata nel 2013 è stata tradotta in italiano e convertita in norma UNI nel marzo 2014 come UNI CEI ISO/IEC 27001:2014 Tecnologie informatiche Tecniche

Dettagli

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015)

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) 1 INDICE DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE E FINALITA DEL DOCUMENTO 2. MISSIONE 3. AMBITO 4. PROFESSIONALITA

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione dell impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori significativi Ottobre 2013 Indice 1. La comprensione dell impresa e del suo contesto

Dettagli

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E 08/02/2011 Pag. 1 di 7 GESTIONE DELLA FORMAZIONE E DELL ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE 1. SCOPO... 2 2. APPLICABILITÀ... 2 3. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO... 2 3.1. Norme... 2 3.2. Moduli / Istruzioni... 2 4.

Dettagli

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP INDICE Strategia aziendale in materia di clima La policy ambientale e il codice etico La loro applicazione Il programma energetico Le opportunità derivanti da CDP 2

Dettagli

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato D I R E Z I O N E R E G I O N A L E A G R I C O L T U R A E S V I L U P P O R U R A L E, C A C C I A E P E S C A Area Programmazione Comunitaria, Monitoraggio e Sviluppo Rurale Programma di Sviluppo Rurale

Dettagli

La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008

La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008 La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008 Ricordiamo che tra le finalità della BS OHSAS 18001 richiede di dimostrare che: il sistema di gestione della salute e sicurezza

Dettagli