SOMMARIO. Introduzione. SEZIONE I Aspetti Teorici. 1. Per una definizione di modello formativo. 2. Modelli e pratiche di e-learning

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2 SOMMARIO Introduzione SEZIONE I Aspetti Teorici 1. Per una definizione di modello formativo 2. Modelli e pratiche di e-learning 2.1 Modelli teorici 2.2 Pratiche Modellizzate 3 Quale teoria per il Complex Learning 3.1. Ipotesi di sviluppo SEZIONE II - Aspetti metodologici 4. Quale metodologia per il Complex Learning 4.1 Attività, ruoli e compiti 4.2 Gli oggetti: forme, collocazione e distribuzione 4.3 I contesti: forme e dinamiche 5. La dimensione strutturale del modello formativo 5.1 La configurazione 5.2 Le didattiche 5.3 Descrizione delle attività collaborative 5.4 Ruolo e funzioni dell animatore della Comunità di Apprendimento 5.5 Modalità di valutazione 5.6 Gli attori della valutazione 5.7 L oggetto della valutazione SEZIONE III Aspetti tecnologici 6. L ambiente di apprendimento 6.1 Front end e back office Glossario Bibliografia Sitografia

3 ABSTRACT Quando una nuova tecnologia viene sviluppata e applicata ai processi educativi, le aspettative iniziali restano spesso deluse. Molti software didattici si dimostrano inefficaci a causa della lentezza dei computer, della mancanza di riguardo per ciò che favorisce un processo di apprendimento valido, dello sviluppo di percorsi che replicano le strutture rigide della stampa (rendendo troppo spesso i corsi multimediali cattive repliche di libri), della rapida obsolescenza dei contenuti, della mancanza di attenzione per le diverse strategie apprenditive. Ciò fa sì che dopo un periodo di tempo, relativamente breve, la frustrazione e il disappunto inducono le persone a tornare a ciò con cui hanno maggiore familiarità e confidenza: i libri, l esperienza quotidiana, i consigli di colleghi esperti. In questo modo le tecnologie non riescono ad imprimere un reale cambiamento e ad avere un impatto significativo sui processi di apprendimento. Il risultato che si determina è uno scollamento tra investimenti e risultati dovuto al fatto che molte delle attuazioni e implementazioni di e-learning si basano su paradigmi pratici e teorici tradizionali e consolidati, come quelli della formazione in presenza; specifiche soluzioni e strumenti tecnologici, come le piattaforme didattiche, sono spesso acquisiti come strumenti di gestione dei processi di apprendimento. In altri termini le soluzioni di e-learning, sembrano essere basate su modelli superati, che tendono a riprodurre le pratiche diffuse della formazione in presenza, replicandone limiti e condizionamenti senza valorizzarne gli aspetti positivi. Le aule virtuali, per esempio, pur nella loro complessità e pur rappresentando una delle avanguardie tecnologiche della formazione a distanza, finiscono spesso per riprodurre in rete lo schema duale della lezione (ascoltoriproduzione di ciò che si è ascoltato), senza mai riuscire a ricreare del tutto l ambiente originale di un aula e i vantaggi che sono propri del condividere uno stesso spazio fisico. L aula virtuale è solo una delle tendenze a ricondurre gli ambienti di apprendimento in rete verso i modelli dell apprendimento e della formazione in presenza. Secondo l opinione autorevole che March Rosenberg esprime nel suo E-learning. Strategies for delivering knowledge in the digital age 1, non ci sarebbero particolari ragioni per credere che l obiettivo dell e-learning sia semplicemente quello di emulare ciò che potrebbe essere fatto all interno di una classe. Si tratta, al contrario, di capire se Internet possa effettivamente imprimere un cambiamento sostanziale alla tradizionale prospettiva dei sistemi di formazione a distanza che tendono a replicare, appunto, il modello della formazione in aula e le caratteristiche dei sistemi duali di formazione. In particolare March Rosenberg, partendo dalla considerazione delle innovazioni introdotte dalla rete Internet, individua undici motivi per cui l e-learning non può essere considerato semplicemente una simulazione della formazione in aula. L e-learning non dovrebbe essere visto come l insegnamento in presenza tradotto in termini virtuali, ma piuttosto come l esito, mai scontato e portato a termine, della virtualizzazione dell insegnamento nel suo complesso. 2 Si rende quindi necessario superare la tendenza ad affrontare un problema del tutto nuovo, quello 1 L e-learning secondo Rosenberg infatti : 1. consente di raggiungere contemporaneamente un numero potenzialmente illimitato di persone. Ciò assume una valenza critica quando è necessario imprimere cambiamenti in modo rapido; 2. garantisce uniformità di contenuto e di metodo, consentendo comunque la personalizzazione dei percorsi formativi in base alle differenti esigenze dei destinatari; 3. consente di risolvere il limite della rapida obsolescenza dei contenuti, grazie alla sua diffusione attraverso il Web, i percorsi possono essere costantemente aggiornati e adattati. L opportunità di aggiornare i contenuti rapidamente e facilmente, e quindi la possibilità di distribuire rapidamente le nuove informazioni a un largo numero di destinatari, clienti, fornitori, partner, è un opportunità preziosa per essere sempre in linea con i continui cambiamenti; 4. ri-delinea le categorie di tempo e di spazio, consentendo di superarne i tradizionali condizionamenti; 5. grazie alla crescente e progressiva diffusione delle tecnologie Web, avere accesso a percorsi e-learning rappresenta sempre meno un problema. Inoltre 6. I protocolli Internet consentono il rispetto e l utilizzo di standard universali di comunicazione; 7. la rete consente la formazione di Comunità di Pratica durature, dove le persone possono incontrarsi per scambiare conoscenze ed esperienze, anche una volta terminati i percorsi di studio istituzionali. Questa caratteristica rende l e-learning particolarmente motivante nell ambito dell Apprendimento Organizzativo; 8. i programmi di e-learning sono facilmente adattabili a platee di qualsiasi numerosità con una incidenza sui costi relativamente limitata (naturalmente in base anche alla solidità dell infrastruttura tecnologica di supporto); 9. l e-learning consente di valorizzare gli investimenti delle organizzazioni nei sistemi Intranet; 10. sebbene non orientato al personale interno di un organizzazione, un uso intelligente e coinvolgente dei sistemi e-learning può rappresentare un valido sistema di customer service; 11. nonostante le apparenze, l e-learning resta ancora oggi una delle soluzioni più economiche per la formazione: elimina i costi di trasferta, ridimensiona i tempi necessari per formare le persone, riduce significativamente, se addirittura non elimina la necessità di disporre di infrastrutture tecnologiche. Inoltre un consistente investimento iniziale può essere ripagato sul medio e lungo periodo. M. Rosenberg, E-learning. Strategies for delivering knowledge in the digital age, Mc Graw Hill, New York, 2001, pp O. Martini, Percorsi nella didattica, in R. Maragliano, Nuovo manuale di didattica multimediale, Roma-Bari, Laterza, 2004, p Il concetto di virtualizzazione è richiamato dal testo di Pierre Lévy, Il virtuale, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1997, p. 8. Per virtualizzazione si intende qui il processo attraverso cui, secondo Lévy, una qualsiasi entità viene ricondotta alla problematica generale alla quale essa si rapporta.

4 dell apprendimento in rete, attraverso schemi e soluzioni coerenti con sistemi preesistenti, quelli dell apprendimento in presenza. Non si tratta dunque di introdurre nuove soluzioni tecnologiche, quanto piuttosto di promuovere un modo nuovo e diverso di intendere l apprendimento, la formazione, e in generale i processi di creazione condivisione e diffusione della conoscenza. Il modello che viene presentato in questo lavoro scientifico, denominato in letteratura Complex Learning, rappresenta appunto questo nuovo e diverso modo di intendere l apprendimento. Le caratteristiche peculiari di questo modello lo rendono, nei fatti, un efficace risposta alla sfida della società della conoscenza del XXI secolo, che impone l individuazione di modelli educativi in grado di garantire l effettiva personalizzazione dei percorsi e la contestuale valorizzazione dei saperi informali e non formali. Esso rappresenta, in qualche misura, l ibridazione possibile tra ambienti, linguaggi e modi di interazione nella Comunità di Apprendimento costituita dall intero WEB precisando il significato proprio dell e-learning inteso come apprendimento in rete, sia essa reale e/o virtuale, e non come apprendimento mediato dal computer. Il contributo di questo modello alla realizzazione di un sistema di Life Long Learning è altamente efficace e assicura l acquisizione di conoscenze complesse e competenze strategiche da parte dei discenti. Questi hanno l opportunità di sviluppare, attraverso tale innovativo approccio all apprendimento, le competenze chiave relative alla competenza digitale, alla macrocompetenza dell imparare ad imparare, le competenze interpersonali, le competenze sociali etc.. Le competenze chiave sono state definite come quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l inclusione sociale e l occupazione 3 ; in particolare, l uso esperto delle Tecnologie dell Informazione e della Comunicazione (TIC) è ritenuto una pietra angolare per l'apprendimento e il fatto di imparare ad imparare è utile per tutte le attività di apprendimento. La peculiarità del modello di Complex Learning è quella di porre la persona al centro del processo di apprendimento rendendola protagonista e assegnandole un ruolo attivo nella costruzione del proprio ambiente di apprendimento, scegliendo e utilizzando gli strumenti di connessione e di comunicazione che ritiene più adeguati al proprio stile di apprendimento. Potremmo persino dire che il Complex Learning è un modello che consente il manifestarsi prima e il dispiegarsi poi del potenziale personale che un apprendimento eclettico consente di sviluppare. La possibilità di costruire un ambiente personalizzato attraverso l uso di tecnologie e strumenti di comunicazione di uso comune, infatti, promuove l attivazione di dinamiche di apprendimento che affrontano positivamente i problemi della conoscenza riflettendo la complessità del mondo reale e delle relazioni sociali che in esso si instaurano. Per questo, in una prospettiva di Life Long Learning, il modello Complex appare particolarmente adatto a percorsi di Formazione Continua in Comunità di Apprendimento professionali di adulti che condividono problemi e obiettivi comuni. La comunicazione e il dialogo tra pari sono componenti fondamentali di questo modello. I discenti apprendono a utilizzare le tecnologie digitali per condividere informazioni, costruire reti collaborative, per cercare, raccogliere e trattare le informazioni e usarle in modo critico e sistematico. Apprendono, altresì, a organizzare autonomamente il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, a conoscere e comprendere le proprie strategie di apprendimento abituali, i punti di forza e i punti deboli delle proprie abilità e qualifiche, a individuare e servirsi degli strumenti di orientamento e sostegno disponibili. Il modello Complex Learning, infine, oltre a consentire lo sviluppo delle competenze chiave, si dimostra altamente efficace a livello didattico nell acquisizione delle conoscenze e competenze di base e specialistiche, per il suo approccio di costruzione collaborativa di conoscenza e condivisione dell esperienza all interno della Comunità di Apprendimento, rendendo l esperienza formativa più coinvolgente e aumentandone il livello qualitativo e gli esisti di successo. Il Complex Learning è coerente con lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sull Information and Communication Technology (ICT). Può migliorarne la qualità favorendo il potenziamento del livello e della qualità della cooperazione tra istituti e/o organizzazioni che offrono opportunità di apprendimento, scuola, centri di formazione professionale, università, imprese, parti sociali e altri organismi, in una dimensione transnazionale che coinvolga via via sia l Europa sia Paesi extraeuropei. La dimensione di rete, fondamentale dal punto di vista teorico-paradigmatico, dà vita e forma al modello stesso, tanto che esso diviene attuabile solo in una percentuale relativamente bassa al di fuori di una strutturazione reticolare, sia dei percorsi sia degli ambienti di apprendimento caratteristici della rete, ovvero quelli in tutto o in parte open. L attivazione delle reti di apprendimento è un attività rilevante nell economia del modello, e costituisce la condizione per una sua applicazione. In sostanza l implementazione di questo modello dovrebbe consentire di attivare un vero e proprio network per l apprendimento permanente. Si tratta evidentemente di un percorso, certamente non facile che va, nel medio e lungo termine, ad affermarsi come riferimento internazionale sui temi dell innovazione proposta dal modello di Complex Learning e dall e-learning 2.0. La definizione del modello di Complex Learning che sia applicabile in un contesto operativo impone porta con se scelte teoriche, metodologiche, tecnologiche. Ciò che appare chiaro fin dall inizio è che, nella prospettiva scelta, non sarà possibile, coerentemente con la logica di complessità e di sistema dei media che il modello implica, aderire ad una sola teoria, ad una sola metodologia, ad 3 Cfr. Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, sulle competenze chiave per il lifelong learning [Official Journal L 394 of ].

5 una sola tecnologia, ad una sola pedagogia dell e-learning 4. È per questo che prima di giungere a individuare il sistema di teorie, metodologie, tecnologie e pedagogie a supporto del modello proposto, è necessario delineare i diversi quadri di riferimento oggi disponibili. Il quadro teorico Vengono esaminate le teorie di riferimento e i modelli formativi, presentati e discussi nella letteratura in relazione all e-learning. Si considerano i seguenti aspetti: analisi e discussione delle teorie e dei paradigmi di riferimento in campo educativo (con particolare riferimento all e-learning); all analisi dei modelli formativi e-learning; all analisi delle prassi e-learning maggiormente diffuse. Il quadro metodologico Comporta l identificazione delle metodologie didattiche e delle strategie di comunicazione formativa. A tale scopo viene effettuata: la definizione dei risultati attesi; la definizione delle strategie e metodologie didattiche, l articolazione del percorso, il tipo di approccio interattivo, il tipo di attività da svolgere, il ruolo e le funzioni del tutor, le modalità di valutazione. Il quadro tecnologico È evidente che un infrastruttura tecnologica è indispensabile per supportare uno spazio virtuale di interazione e comunicazione formativa. Per questo non viene trascurata una progettazione logica (potremmo anche definirla logico-funzionale) dell ambiente di apprendimento e degli strumenti di supporto per la comunicazione e le interazioni. È tuttavia la Comunità di Apprendimento e la Comunità di Pratica (entrambe in rete) costituita da persone reali, il luogo elettivo di condivisione e co-costruzione della conoscenza e dunque il vero e proprio ambiente di apprendimento. Il design tecnologico fornisce dunque indicazioni relative alla progettazione logica: dell ambiente di apprendimento virtuale (piattaforma tecnologica integrata); degli strumenti di comunicazione e interazione da implementare sulla piattaforma. La prospettiva tecnologica di riferimento è quella delineata dal Personal Learning Environment, prospettiva che appare congruente con le prerogative stesse della rete Web dove, meglio che in qualunque altro luogo, un ambiente di apprendimento si presta ad essere continuamente trasformato, adattato e ripensato in base sia ai fabbisogni (e alle richieste ad essi connesse) sia alle accresciute esperienze dei partecipanti fin quasi a poter stabilire un rapporto empatico fra gli abitanti e l ambiente di apprendimento, agendo, in qualche misura, su un piano analogo (in termini di partecipazione) a qanto si realizza, per esempio, su Second Life. La prima sezione del lavoro presenta gli aspetti preliminari della progettazione del modello e contempla un capitolo sui modelli teorici e formativi e la necessaria analisi sia dei principali modelli sia delle pratiche modellizzate di e- learning. La seconda sezione è relativa agli aspetti metodologici. Entra nel merito della progettazione del modello formativo precisando l ipotesi teorica sul piano metodologico. La terza sezione è relativa agli aspetti tecnologici e include una breve descrizione delle caratteristiche di una piattaforma in grado di supportare processi di Complex Learning, le funzioni e gli strumenti di supporto all apprendimento. Il volume presenta, infine, un glossario, una bibliografia ed una sitografia essenziale necessari per definire un linguaggio condiviso. Essi intendono costituire un punto di partenza ed un ulteriore stimolo per intraprendere nuovi personali percorsi di approfondimento. 4 Maragliano R. (a cura di), Pedagogie dell e-learning, Laterza, Roma-Bari, 2004.

6 Web 2.0 e e-learning 2.0 rappresentano l avanguardia dell apprendimento mediato dal Web. Ciononostante la formazione in rete fatica a decollare. L inefficacia dei sistemi di e-learning è spesso connessa alla tendenza ad applicare, in rete, categorie che sono proprie dell esperienza di insegnamento/apprendimento in presenza che fa da barriera culturale e materiale ad un positivo sfruttamento delle opportunità della comunicazione formativa in rete. Occorre un atteggiamento di apertura e un po di coraggio per prendere atto della diversità degli ambienti. Negli spazi di rete c è qualcosa di profondamente irriducibile alle caratteristiche degli ambienti fisici della presenza. Complex Learning propone un modello di apprendimento in rete, innovativo, in grado di ribaltare questa tendenza e di restituire alla rete ciò che le appartiene in modo autentico. La carica di innovatività di tale approccio è confermata dalla reazione di difesa e dall atteggiamento di chiusura di chi vi è coinvolto: per questo il volume affronta le implicazioni teoriche, metodologiche e tecnologiche, indicando linee guida di applicazione del modello di Complex Learning. Marco Guspini E docente di Pedagogia del Lavoro, per il Laboratorio al Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell Università degli Studi Roma Tre. Dal 1999 al 2002 ha insegnato presso la SSIS delle Università del Lazio. È stato docente presso la Facoltà di Psicologia dell Università degli Studi de L Aquila (dove ha insegnato, dal 2002 al 2007, anche presso la SSIS ed è stato docente al Master di II livello in Metodologie didattiche e psicologiche dell educazione, presso la Facoltà di Scienze della Formazione). Attualmente è Dirigente Scolastico a Roma. Dal 2006 è Presidente di Educommunity- Associazione per la professionalità docente. Di recente ha pubblicato: La didattica modulare: un approccio sistemico e integrato (2000), Progettare l IFTS (2001), La progettazione dello sviluppo locale (2002), Learning Audit (2003), Personalizzare l apprendimento in ambito EdA (2005), Learning Center EdA (2005),

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