1 NORME E PROVVEDIMENTI IN MATERIA DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO
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- Raffaella Palmieri
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1 1 NORME E PROVVEDIMENTI IN MATERIA DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO 1.1 Introduzione. Gli strumenti normativi e i provvedimenti in materia di qualità dell aria e di inquinamento atmosferico sono complessi e articolati e sono strutturati su diversi livelli che vanno dalle direttive comunitarie, alle norme nazionali per arrivare agli strumenti di governo locale. Un esame delle norme, che a vario titolo possono avere delle influenze sulle scelte del piano di risanamento, costituisce in questa fase un utile strumento di lavoro, nonché una indispensabile premessa. Data la quantità di norme relative alla materia in oggetto, in questo capitolo si riporta un breve riassunto dei principali provvedimenti. Il compito di riassumere invece i limiti previsti per i vari inquinanti e agevolarne l interpretazione viene rimandato al terzo capitolo del presente documento, dove i limiti stessi vengono confrontati con quanto emerge dal quadro di sintesi dell inquinamento atmosferico. Per schematizzare il quadro delle disposizioni vigenti in materia di qualità dell aria e di inquinamento atmosferico le norme possono essere suddivise in due ambiti principali: le disposizioni relative alla tutela della qualità dell aria e le disposizioni relative alle emissioni inquinanti in atmosfera. 1.2 Quadro Normativo In merito alla tutela della qualità dell aria, la Direttiva 96/62/CE, in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente ha ridisegnato, a livello europeo, il quadro di riferimento per quanto concerne la legislazione sull aria. Essa dispone la progressiva abrogazione delle precedenti norme a livello europeo nelle quali erano stati fissati, per i specifici inquinanti, i valori di riferimento per il controllo della qualità dell aria, demandando alle successiva emanazione di direttive figlie la fissazione di valori limite, soglie di allarme e valori obbiettivo per i diversi inquinanti. Inoltre esse fissa i criteri di base per: valutare la qualità dell aria ambiente in diverse zone di territorio; ipostare le azioni atte a mantenere la qualità dell aria laddove essa è buona e migliorarla negli altri casi. Ad oggi le direttive figlie emanate sono: Direttiva 1999/30/CE del 22/04/1999 concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per biossido di zolfo, ossidi di azoto, particelle e piombo; Direttiva 2000/69/CE del 16/11/2000 concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell aria ambiente; Direttiva 2004/3/CE del 12/02/2002 relativa all ozono nell aria. Nell ambito di tali direttive, in riferimento agli specifici parametri inquinanti, vengono in particolare stabiliti: diverse tipologie di limiti, riferiti alla protezione della salute, degli ecosistemi, della vegetazione ecc.; i termini entro i quali i limiti devono essere raggiunti e le modalità di monitoraggio del processo di raggiungimento; soglie di allarme che, se raggiunte, rendono necessario un intervento immediato; 1
2 precisi criteri cui conformarsi per la scelta della collocazione delle postazioni di rilevamento. La normativa italiana di recepimento di queste direttive comunitarie inizia nel 1999 con il D.Lgs. n. 351/99, recepimento della Direttiva 96/62/CE. Il D.Lgs. n. 351/99 pone le basi per il completo riordino dell intero schema legislativo nazionale sulla qualità dell aria provvedendo alla abrogazione progressiva di una serie di atti normativo ed in particolare demandando ad appositi decreti del Ministero dell Ambiente di concerto con il Ministero della Sanità il recepimento dei valori limite e delle soglie di allarme fissati dalla Consiglio dell Unione Europea. Il decreto prevede che, successivamente alla emanazione dei decreti relativi ai valori limite, soglie di allarme e valori obiettivo, le regioni provvedano, in continuità con l attività di elaborazione dei piani di risanamento e tutela della qualità dell aria, ad effettuare l insieme delle attività (misure, indagini e stime) al fine di valutare la qulità dell aria ambiente ed individuare: le zone in cui adottare piani di azione contenenti misure da attuare sul breve periodo affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme e per le quali individuare l autorità competente alla gestione di tali situazioni di rischio; le zone in cui adottare piani e programmi per il raggiungimento, entro i limiti prestabiliti, dei valori limite previsti e valori obiettivo; le zone in cui i livelli sono inferiori ai valori limite ed in cui adottare piani per il mantenimento della qualità dell aria. Il Decreto prevede inoltre che sulla base di valutazioni periodiche dell aria ambiente: debba essere rivista la zonizzazione attuata; debba essere monitorato l andamento dei piani e dei programmi e valutato il processo di raggiungimento dei valori limite; vi sia una informazione continua al Ministero e alla comunità sull andamento dello stato della qualità dell aria e della realizzazione dei piani e programmi; vi sia una adeguata informazione alla popolazione. Per quanto riguarda i limiti previsto dalla normativa europea, con il DM 60/02 del 02 Aprile 2002, sono state recepite le prime due direttive figlie. Successivamente, con D.Lgs. n.183/04, del 21 Maggio 2004, viene recepita la direttiva 2002/3/CE. In attuazione del D. Lgs. N.351/99 è stato successivamente emanato il DM 261/02 che fornisce le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell aria, i criteri per l elaborazione dei piani o programmi per il raggiungimento dei valori limite nelle zone e negli agglomerati e le direttive sulla cui base vengono adottati i piani di mantenimento. Tutto quanto sopra descritto ha comportato notevoli modifiche al quadro normativo nazionale. Vengono modificati i principi di base per la valutazione delle qualità dell aria, i limiti di riferimento, le modalità e le tempistiche per raggiungere questi limiti attraverso piani o programmi, le modalità di informazione al pubblico. La predisposizione di questi interventi, così come la suddivisione del territorio in zone e agglomerati in base al rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme viene affidata alle regioni. In Emilia Romagna, a seguito della L.R. 3 del 21/04/99 che riforma il sistema regionale e locale, questo compito viene demandato alle Province, mentre la Regione mantiene il proprio ruolo in termini di indirizzi, obiettivi ed omogeneità degli strumenti tecnici. Resta invece in capo ai comuni l attuazione delle misure previste dal decreto Criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano misure di limitazione della 2
3 circolazione (DM n.163) che, anche se modificato in numerose parti dal DM 60/02, risulta attualmente in vigore. Fino all entrata in vigore dei nuovi limiti, restano altresì in vigore gli standard di qualità definiti dal DPR 203/88. Relativamente alle emissioni di inquinati in atmosfera, in particolare nel settore industriale, oltre al DPR 203/88 e al DM , che rappresentano un riferimento ormai consolidato, assume grande rilevanza la direttiva IPPC 96/61, recepita recentemente, che prevede misure intese a evitare o ridurre le emissioni delle attività industriali nell aria, nell acqua e nel terreno, nonché la produzione di rifiuti, al fine di conseguire un elevato livello complessivo di protezione ambientale, anche in relazione alle caratteristiche del sito. La direttiva è stata recepita in Italia con il D.Lgs. 372/99. Questo decreto è stato poi in gran parte abrogato dal D.Lgs. 59 del (Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento). Questo ultimo decreto avrà grandi riflessi sulle emissioni in atmosfera in quanto buona parte delle aziende, con possibili impatti ambientali, ai fini della riduzione dell inquinamento, dovranno dotarsi di una autorizzazione integrata, nella quale vengono autorizzate tutte le forme di scarico in ambiente e ne vengono fissati i limiti, in base alle migliori tecnologie disponibili (MTD o BAT). Anche nel campo delle emissioni autoveicolari, il quadro è sostanzialmente costituito da provvedimenti per la riduzione del contenuto di inquinanti nei carburanti e combustibili (piombo, zolfo ) e da provvedimenti per l introduzione di tecnologie di abbattimento delle emissioni che, nella maggior parte dei casi, discendono da direttive o proposte emanate a livello europeo (direttive EURO III, EURO VI, Autoil II). Pur trattandosi di disposizioni di natura prevalentemente tecnica, le norme relative alle emissioni da traffico veicolare hanno evidentemente una rilevanza diretta per la fase conoscitiva e per la fase propositiva del piano di risanamento. Per le emissioni inquinanti determinate dal riscaldamento civile, invece, oltre alla sostituzione dei combustibili tradizionali con il metano, gli orientamenti ormai consolidati a livello internazionale sono rivolti all incremento dell efficienza energetica (grazie allo sviluppo di tecnologie innovative), al risparmio energetico e all impiego di fonti energetiche alternative ( pulite ). In questo contesto, oltre alla L.615/66 e al DPR 1391/70, che regolano gli aspetti tecnico costruttivi e autorizzativi concernenti l installazione, la conduzione e la vigilanza degli impianti termici, e al DPCM , relativo alle caratteristiche tecniche degli impianti e alle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, rivestono particolare importanza, la L. 10/91, relativa al piano energetico nazionale, all uso razionale dell energia, al risparmio energetico e all impiego di fonti rinnovabili di energia, e il DPR 412/93, sul contenimento dei consumi di energia per gli impianti termici degli edifici. Di seguito si riporta l elenco dei principali provvedimenti che a livello comunitario, statale e regionale risultano utile riferimento per la predisposizione del piano di risanamento. 3
4 Normativa Comunitaria Direttiva 96/61/CE Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento; Direttiva 96/62/CE Valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente; Direttiva 98/69/CE Inquinamento atmosferico da veicoli a motore; Direttiva 99/30/CE Valori limite di qualità dell aria per il biossido di zolfo, biossido d azoto, gli ossidi di azoto, le particelle sospese ed il piombo; Direttiva 01/81/CE Limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici; Direttiva 02/3/CE - Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2002 relativa all'ozono nell'aria Normativa Nazionale - DPR 203/88 (DM / DM / DM ), D.Lgs 112/98, D.Lgs 96/99 Quadro vigente delle attività e della competenze in materia di qualità dell aria; - L.10/91 Piano Energetico Nazionale, uso razionale dell energia, risparmio energetico e fonti rinnovabili di energia; - DPR 412/93 Contenimento dei consumi di energia per gli impianti termici negli edifici; - DPCM Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell inquinamento atmosferico nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione; - DM Mobilità sostenibile nelle aree urbane; - DM n.76 Regolamento recante norme per l installazione dei dispositivi di recupero dei vapori di benzina presso i distributori; - DM Recepimento della direttiva CE 98/77 che adegua al progresso tecnico la direttiva 70/220 relativa all inquinamento atmosferico da emissioni dei veicoli a motore; - DM Finanziamento agli enti locali per il rinnovo del parco automezzi. - DM n.163 Criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano misure di limitazione della circolazione; - D.Lgs n.351 Attuazione della direttiva 96/62 in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente; - D.Lgs n.59 Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento; - DM 2 aprile 2002, n. 60 recante "Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio; - DM 1 ottobre 2002, n. 261: Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità' dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; - D.Lgs , n.183 Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all ozono nell aria. 4
5 1.2.3 Normativa Regionale L.R. 21 aprile 1999 n. 3 "Riforma del sistema regionale e locale" Capo III Sezione IV "Inquinamento acustico e atmosferico" Artt ; DGR n 960 del 16 giugno 1999 e succ. integrazioni (autorizzazioni); DGR 15 maggio 2001 n. 804 "Approvazione linee di indirizzo per l'espletamento delle funzioni degli enti locali in materia di inquinamento atmosferico di cui agli artt. 121 e122 della L.R.21 aprile 1999 n. 3 'Riforma del sistema regionale e locale'; Delibera del Consiglio regionale n 2615/2002 recante "Norme regionali di indirizzo programmatico per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva carburanti"; Delibera della Giunta regionale n 387/2002 recante "Prime disposizioni concernenti il coordinamento dei compiti attribuiti agli Enti locali in materia di contenimento dei consumi di energia negli edifici ai sensi del comma 5 art. 30 del D.Lgs. 112/98" Accordi di programma Regione Emilia-Romagna 1 Accordo di programma sulla qualità dell'aria, "Per la gestione dell'emergenza da pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea al 2005 di cui al DM 02/04/2002, n. 60" tra Regione Emilia-Romagna, province, comuni capoluogo e comuni superiori a abitanti. 15 Luglio 2002; 2 Accordo di programma sulla qualità dell'aria, "Per la gestione dell'emergenza da pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea al 2005 di cui al DM 02/04/2002, n. 60" tra Regione Emilia-Romagna, province, comuni capoluogo e comuni superiori a a abitanti. 14 Luglio 2003; 3 Accordo di programma sulla qualità dell'aria, "Per la gestione dell'emergenza da pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea al 2005 di cui al DM 02/04/2002, n. 60" tra Regione Emilia-Romagna, province, comuni capoluogo e comuni superiori a abitanti. 28 Settembre 2004; Accordo di programma sulla qualità dell'aria. Aggiornamento "Per la gestione dell'emergenza da pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea di cui al DM 02/04/2002, n. 60" tra Regione Emilia-Romagna, province, comuni capoluogo e comuni superiori a abitanti. 3 Ottobre Quadro dei provvedimenti locali Per quanto riguarda i provvedimenti a livello locale, aventi influenza sulla qualità dell aria, che risultano utile riferimento per la predisposizione del piano di risanamento, i competenti uffici della provincia hanno provveduto al reperimento dei dati necessari presso i comuni. Sulla base delle informazioni raccolte e trasmesse ad ARPA, per la Provincia di Rimini e i comuni appartenenti alla stessa, alla fine dell anno 2005 è possibile stilare il seguente quadro dei provvedimenti adottati Provvedimenti Provinciali Deliberazione di Giunta Provinciale n 77 del 05/04/2005 Zonizzazione del territorio Provinciale sulla base della qualità dell aria ai sensi del D.LGS. 351/99 ; 5
6 6 Accordo di programma per la mobilità sostenibile per il triennio e per i servizi minimi autofilotranviari per il triennio tra Regione Emilia- Romagna, Provincia di Rimini, Comune di Rimini e Tran Agenzia; Strumenti operativi per l applicazione di misure urgenti per combattere l inquinamento da PM 10 prodotto dal trasportoo in Provincia di Rimini. Conferenza dei sindaci del 29/09/05; Attività progettuali svolte nell ambito del progetto Mobility management in area turistica: applicazioni nella Provincia di Rimini : Piano di Mobility Management interno (Provincia e Comuni): Promozione del Mobility Management e Pscl; Mobility Management aziendale: Promozione del Mobility Management aziendale; Mobilità Lenta ciclo-pedonale: politiche di Mobility Management: redazione di un piano di iniziative per lo sviluppo della mobilità lenta (ciclo-pedonale) della Provincia di Rimini. Attività esterne al programma operativo concordato con il Ministero condotte su iniziativa del Mobility Manager Elaborazione del piano di spostamento casa-scuola per un polo scolastico superiore; Avvio e consolidamento del servizio di Car Sharing in Provincia di Rimini Provvedimenti Comunali In seguito all aggiornamento dell Accordo di programma sulla qualità dell'aria Per la gestione dell'emergenza da pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea di cui al DM 02/04/2002, n. 60" tra regione Emilia-Romagna, province, comuni capoluogo e comuni superiori a abitanti, il documento, i provvedimenti contenuti, le modalità di adozione da parte dei Sindaci e le ulteriori iniziative, sono state illustrate nella Conferenza dei Sindaci del 26 Settembre Nella stessa sede, il Servizio Mobilità della Provincia ha presentato il documento Misure urgenti da adottare per la qualità della vita e del territorio per combattere l inquinamento da PM10 prodotto dal trasporto. Questo documento è stato prodotto da un gruppo di lavoro di cui facevano parte tutti i comuni della Provincia di Rimini, attivato, sulla base dei precedenti accordi di programma, al fine di definire misure urgenti da adottare per combattere l inquinamento da PM10. Il documento è stato approvato all unanimità dalla conferenza dei Sindaci. Per quanto riguarda invece i singoli comuni, il quadro dei provvedimenti e della iniziative viene riportato di seguito. Il quadro è organizzato tenendo in considerazione la zonizzazione del territorio provinciale sulla base della qualità dell aria e dando priorità ai comuni della costa Comuni dell agglomerato Comune di Bellaria Igea Marina Aggiornamento del vigente Piano Generale del Traffico Urbano di Bellaria Igea Marina adottato con Deliberazione di Giunta Comunale n.28 del 16/02/2004. Sono state inoltre attivate o sono in via di definizione le seguenti iniziative: Studio per l implementazione mezzi elettrici; Studio per Implementazione car sharing;
7 Studio per la riduzione dei transiti di attraversamento; Proposta dell attivazione del bollino blu. Comune di Cattolica Non sono stati presi provvedimenti attraverso Deliberazioni di G.C. o di C.C.; Nella fase di elaborazione e redazione del P.S.C., sono state definite e progettate ZTL, parchi e aree verdi, aree pedonali e piste ciclabili. La cartografia relativa al loro stato attuale e alle previsioni future è riportata in allegato al presente documento (Fig ). Comune di Misano Adriatico Non sono stati presi provvedimenti attraverso Deliberazioni di G.C. o di C.C.. E in corso di affidamento l incarico per la redazione del Piano Urbano del Traffico. Comune di Riccione Adozione del Piano Urbano del Traffico con Deliberazione di Giunta Comunale n.412 del 12/11/98. Sono state inoltre attivate o sono in via di definizione le seguenti iniziative: Attivazione di un gruppo di lavoro sullo studio delle ZTL; Studio per percorsi casa-studio casa-scuola; Progetto sulla gestione del parcheggio in zona Marano; Progetto di Bike sharing. Comune di Rimini Approvazione del protocollo d intesa tra ARPA, Comune di Rimini e Associazioni di categoria, relativamente alla gestione della campagna di controllo annuale dei gas di scarico degli autoveicoli (bollino blu) e relativi adempimenti, tendente a migliorare le condizioni di salubrità dell aria. Approvato con Deliberazione di G.C. n. 389 del 09/09/2003 rettificato con Deliberazione di G.C. n /11/2003; Regolamento per l esecuzione del controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici (Adempimenti di cui all applicazione della legge n.10 del D.P.R.412/93 D.P.R.551/99 e Legge n.46 del 05/03/1990) - Approvato con Delibera del C.C. n.131 del 18/09/2003; Calcolo della superficie utile negli incentivi edilizi collegati alla realizzazione di interventi di bioedilizia. Variante normativa alle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale. Adozione con Deliberazione di C.C. n. 94 del 06/08/2005. Sono state inoltre attivate o sono in via di definizione le seguenti iniziative: Provvedimenti di limitazione del traffico autoveicolare; Acquisto di mezzi pubblici a minor impatto ambientale e installazione di FAP; Aumento della fluidificazione del traffico attraverso rotonde localizzate nei punti di traffico particolarmente critici e incremento delle piste ciclabili; Trasformazione delle rimanenti centrali termiche alimentate a gasolio a gas metano. Comune di Coriano Non sono stati presi provvedimenti attraverso Deliberazioni di G.C. o di C.C.. 7
8 Comune di Santarcangelo di Romagna Non sono stati presi provvedimenti attraverso Deliberazioni di G.C. o di C.C Comuni in zona A Comune di Poggio Berni Provvedimento di limitazione del traffico: ordinanza della Zona a Traffico Limitato per il centro storico di Camerano n. 422 del Per i comuni sotto elencati non sono pervenute informazioni: Comune di Morciano di Romagna; Comune di San Clemente; Comune di San Giovanni in Marignano; Comune di Verucchio Comuni in zona B Per i comuni sotto elencati non sono pervenute informazioni: Comune di Gemmano; Comune di Mondaino; Comune di Monte Colombo; Comune di Montefiore Conca; Comune di Monte Gridolfo; Comune di Montescudo; Comune di Saludecio; Comune di Torriana. 8
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