1. LA COMPONENTISTICA AUTO IN TOSCANA E IN PARTICOLARE NELLE PROVINCE DI LIVORNO E PISA. DINAMICHE RECENTI E PROSPETTIVE.
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- Natalia Morelli
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1 1. LA COMPONENTISTICA AUTO IN TOSCANA E IN PARTICOLARE NELLE PROVINCE DI LIVORNO E PISA. DINAMICHE RECENTI E PROSPETTIVE. 3
2 Premessa Il presente lavoro non si propone di dare una rappresentazione esaustiva della situazione produttiva e di impatto occupazionale riferita alle aziende appartenenti al cosiddetto comparto automotive insediate nella Regione Toscana e in particolare nelle province di Livorno e Pisa. Parimenti non ha la pretesa di rappresentare l enunciazione di principi e azioni strategiche ed attuative per la soluzione delle problematiche aperte su tale segmento. Si propone piuttosto di offrire un contributo ad una discussione che, per la dimensione delle criticità ad oggi aperte - aggravatesi nel corso del 2009 e nel primo scorcio del 2010 dalla crisi mondiale del settore auto - deve di necessità coinvolgere oltre che le aziende direttamente interessate, anche gli organi di governo provinciali, regionali e nazionali. Essendo infine questo contributo focalizzato sul comparto automotive delle 4 ruote non considera la realtà rappresentata da Piaggio e dal proprio indotto specifico. L ultimo studio che possiamo definire organico - cui questo elaborato fa spesso riferimento avuto riguardo a concetti e principi generali, come pure alle nomenclature specifiche - è quello commissionato dalla Provincia di Livorno svolto nel corso del 2003 dal CIRIEC, sotto la direzione di Aldo Enrietti a titolo Il Settore della Componentistica Auto nell area Livorno/Collesalvetti/Pisa. Successivamente a tale lavoro, non ci risulta esistano altri contributi contraddistinti da completezza e organicità equivalenti che, viste anche le recenti dinamiche che hanno interessato il mercato dell auto a livello mondo e quindi i relativi attori, si renderebbero quanto mai utili per meglio focalizzare la situazione esistente e quindi meglio affrontare e definire quel sistema di azioni ritenuto idoneo a supporto degli insediamenti e del mantenimento delle opportunità di lavoro. 5
3 Il presente lavoro, nell economia del Progetto Innovazione e Responsabilità Sociale nel governo delle Ristrutturazioni (P.O.R. ob. 2 Regione Toscana Asse V Transnazionalità Interregionalità), all interno del quale si colloca, dopo aver tratteggiato la recente evoluzione del mercato dell auto in Toscana e in particolare nelle province di Livorno e Pisa, cerca più che altro di offrire uno spunto di discussione per quelle che, a nostro avviso, possano rappresentare opzioni percorribili e, fondamentalmente, idonee a consentire il radicamento delle aziende insediate del comparto automotive e l attrazione di nuove iniziative imprenditoriali per favorire la costruzione di una filiera. Evoluzione del settore Auto negli ultimi decenni Anche l industria automobilistica italiana, coerentemente alle dinamiche che hanno riguardato i propri competitors, ha intrapreso e portato a compimento un processo di radicale trasformazione conseguente alla ormai definitiva assimilazione del modello giapponese di produzione che, a partire dalla fine degli anni ottanta, ha letteralmente rivoluzionato il modello industriale di riferimento, declinato verso i principi della lean production e del c.d. outsourcing, quindi verso l alto decentramento produttivo sulle imprese di fornitura e da queste verso quelle di sub-fornitura, con la conseguente ridotta centralità della casa costruttrice nell ambito della filiera. Uno dei principali vantaggi conseguibile da tale modello organizzativo della filiera produttiva è ovviamente rappresentato dalla possibilità per la casa costruttrice di ottimizzare la propria dimensione su livelli inferiori, quindi razionalizzare la propria struttura dei costi e, contestualmente, poter beneficiare di economie di scala attraverso operazioni di acquisizione e di fusione. La casa costruttrice assume quindi sempre più spiccatamente la figura di assemblatore finale, potendo perciò: - ridurre l intensità dei capitali necessari alle proprie attività, 6
4 - incrementare la redditività per gli azionisti, - delegare ai fornitori e sub-fornitori funzioni sempre più ampie, commissionando non più la produzione di singole componenti ma di interi sistemi e/o subsistemi, - razionalizzare i propri fornitori riducendone considerevolmente il numero, - ridurre e standardizzare il numero delle piattaforme produttive. Parallelamente all affermarsi del sopra rappresentato modello riguardo alle case automobilistiche, si è definitivamente affermato l unico altro modello di produzione compatibile per i fornitori di primo livello e spesso riguardo ai propri sub-fornitori: la concentrazione del mercato delle forniture di sistemi e sub-sistemi in poche grandi aziende multinazionali, cresciute attraverso grandi acquisizioni e fusioni e, uniche, in grado di sostenere gli enormi sforzi in termini di investimenti che le nuove strategie delle case automobilistiche hanno richiesto. La standardizzazione delle forniture e sub-forniture ha poi modificato radicalmente la rete di fornitura periferica : per la quale si è assistito alla progressiva riduzione di imprese localistiche ad appannaggio di filiali (stabilimenti) di multinazionali, e quindi all accentramento dei centri decisionali nei Paesi di residenza delle case madri, spesso elemento di difficoltà anche da parte degli enti di governo territoriale nel momento in cui si rende necessaria l instaurazione di dialoghi efficaci per la gestione di criticità che impattano sull economia locale. 7
5 Evoluzione del comparto automotive nella Regione Toscana e nelle province di Livorno e Pisa Come già accennato in premessa, nell economia del presente contributo non si tiene conto della realtà produttiva delle 2 e 3 ruote, rappresentata dallo stabilimento Piaggio di Pontedera e dal relativo indotto. Un cenno alle origini A partire dalla metà degli anni 70, nella Regione Toscana e in particolare nel territorio Livornese si registra un notevole sviluppo delle attività di componentistica per Alfa Romeo e per Fiat. All epoca i principali siti produttivi erano i seguenti: Azienda Localizzazione Proprietà Spica Livorno Alfa Romeo Motofides Livorno e Pisa Gilardini Fiat Firenze Fiat Auto Eaton Massa USA Pur se a vario grado di significatività rispetto alle singole realtà, si può però affermare che i sopra elencati insediamenti avevano delle caratterizzazioni salienti, che possiamo sinteticamente così riepilogare: - presenza di un ragguardevole know-how interno idoneo a consentire lo sviluppo di nuovi prodotti e la loro industrializzazione, con conseguente capacità di un progressivo affrancamento dai rispettivi licenziatari esterni; 8
6 - caratterizzazione degli stabilimenti (più segnatamente per quelli di proprietà di Alfa Romeo e di Giardini) per una notevole diversificazione produttiva e, all interno della singola tipologia di prodotto, per lo sviluppo di un ampia gamma di produzione; - caratterizzazione degli stabilimenti per lo sviluppo di una ragguardevole capacità di competere nel mercato dei componenti del primo impianto e del ricambio anche oltre la committenza diretta da parte delle case madri ; - caratterizzazione degli stabilimenti per elevati livelli di automazione per le produzioni di maggior volume (come ad es. giunti omocinetici, candele di accensione, ecc.); - caratterizzazione degli stabilimenti per un apprezzabile integrazione verticale dei processi interni; - caratterizzazione degli stabilimenti per una quasi totale autosufficienza per le attività riferibili a laboratori chimici, metallurgici ed elettronici, a sale metrologiche, alla progettazione di macchine ed attrezzature complesse. Primo mutamento significativo Nel 1986 si concreta l acquisto da parte di Fiat Auto di Alfa Romeo. E questo un evento che, oltre che modificare sensibilmente il mercato dell auto in Italia riguardo all offerta, ha altresì segnato profondamente il quadro della filiera produttiva rispetto agli anni precedenti. Avuto riguardo alla realtà Toscana e più segnatamente per l area Livornese che rimane ancora oggi quella a più elevata densità di presenza aziende appartenenti a tale comparto in conseguenza delle nuove strategie messe in atto da Fiat, sinteticamente si registreranno da li a poco i seguenti mutamenti strutturali: - la progressiva cessazione sul territorio locale di importanti linee di produzione di componenti, quali ammortizzatori e candele di accensione (la produzione veniva svolta dalla Spica); 9
7 - la progressiva cessazione della produzione di alcune componenti di motori e, aspetto altrettanto significativo, la contestuale progressiva perdita delle relative capacità di sviluppo interno dei prodotti; - nel 1986 cessazione della produzione e chiusura dello stabilimento Motofides di Marina di Pisa e accentramento della produzione presso lo stabilimento di Livorno; - localizzazione delle produzioni di colonne e di sterzi meccanici nell ex stabilimento Alfa Romeo (Spica); - concentrazione presso lo stabilimento di Livorno della Motofides della produzione delle pompe acqua e pompe olio, in precedenza prodotte nello stabilimento Spica. Contestualmente a quanto sopra descritto, si assiste all insediamento sul territorio di nuove attività riconducibili a società multinazionali estere, prova tangibile dell affermazione, anche nella nostra realtà produttiva locale, del già citato nuovo assetto del mercato della componentistica auto, caratterizzato dalla concentrazione del delle forniture in poche grandi aziende multinazionali: - avvio della produzione di tettucci apribili (società Inalfa, Olanda) - avvio della produzione di elettroiniettori (società Siemens, Germania) - avvio della produzione di serrature per auto (Motrol, stabilimento di Pisa) le prime due attività derivano, a vario titolo, dal processo di ristrutturazione che aveva interessato Spica, la terza dalla esternalizzazione di attività in precedenza presenti in Motofides. 10
8 Secondo mutamento significativo Verso la metà degli anni 90, di si sono verificati fenomeni di estrema importanza, ancora per la prosecuzione dell opera di attuazione delle strategie di riorganizzazione produttiva pianificate da Fiat e che hanno condotto a quello che è l attuale assetto produttivo del comparto automotive in Toscana. - nel 1994 Fiat Auto cede alla multinazionale inglese GKN Bierfield il ramo d'azienda dello stabilimento di Firenze avente ad oggetto la produzione di giunti omocinetici e semiassi; - nel 1995 Fiat Auto dismette lo stabilimento di Via Enriques a Livorno, suddividendolo in parti uguali tra le multinazionali Delphi Automotive Systems e TRW Automotive; - nel 2000 avviene la cessione dello stabilimento Motofides (già in precedenza passato alla Magneti Marelli) alla Pierbourg Pump, multinazionale tedesca; e contestualmente alle suddette operazioni di dismissione, si registrano: - una significativa crescita della produzione di sistemi di iniezione, a beneficio degli stabilimenti Siemens; - l acquisizione della Motrol (Intier) da parte della multinazionale Canadese Magna International Inc. E dopo questi ultimi interventi che, anche nella nostra Regione, tutto il mercato della componentistica auto diviene patrimonio di poche grandi aziende multinazionali non italiane, coerentemente all attuazione delle politiche di globalizzazione del mercato della fornitura di sistemi e componenti cui già abbiamo fatto riferimento. 11
9 Venendo ai tempi a noi più vicini, trascorso un periodo di consolidamento delle attività produttive, nuovi problemi riguardato il mercato dell auto più recenti, e due sono gli eventi di rilievo che vanno segnalati: - a febbraio 2006, la multinazionale statunitense Delphi Automotive Systems cessa la propria attività presso lo stabilimento di Livorno, che aveva acquisito da Fiat nel 1995, in condivisione con l altra multinazionale TRW Automotive Italia. La cessazione dell attività dello stabilimento determina la perdita del posto di lavoro per i circa 400 dipendenti diretti. - il 9 ottobre 2008, cessa la propria attività lo stabilimento di Massa della multinazionale statunitense Eaton Corporation, con la conseguente perdita del posto di lavoro per i 345 dipendenti diretti. La decisone è conseguenza del calo significativo delle commesse, principalmente provenienti per lo stabilimento Toscano da Fiat Auto. Di rilievo l evoluzione del dato occupazionale dello stabilimento che, nel 2000 occupava 570 dipendenti, per poi attestarsi a 375 nel 2006 e passare a 345 nell anno di cessazione della sua attività. - relativamente alle altre attività presenti sul territorio, si è assistito nel tempo alla progressiva contrazione delle attività da parte degli stabilimento di Pierbourg, Inalfa, TRW e GKN prima, e, successivamente anche di Magna e Continental (ex Siemens). Per completezza di informazione, da segnalare il progetto della società MTM. Specializzata nell installazione di impianti di alimentazione a gas, si è insediata nel maggio del 2008 all interno dell Interporto Toscano di Guasticce con un primo nucleo di circa cinquanta addetti. Grazie agli incentivi Governativi a sostegno della domanda di auto pulite, la società ha aperto un altro stabilimento a Ospedaletto (Pisa), fino a raggiungere dimensioni che hanno contato anche oltre 500 unità lavorative (per lo più rappresentate da contratti a termine e interinali) e annoverando tra i propri clienti 12
10 case automobilistiche quali Peugeot, Citroen, Volvo, Mitsubishi, Ford, Jaguar, Hyundai. Ma per la stessa ragione che ne ha determinato la repentina crescita, ha però dovuto procedere a consistenti ridimensionamenti di manodopera, quando gli incentivi statali nel 2010 non sono stati confermati, dovendosi oggi confrontare con scenari di grande incertezza per il futuro. Allo stato attuale le aziende che operano nel settore come fornitori di primo livello nell area Toscana sono rappresentate da: Azienda Localizzazione Produzione TRW Automotive Italia SpA Livorno Sistemi di guida Magna Closures SpA Collesalvetti (LI) Sistemi chiusura per porte auto Pierburg Pump Technologies Italia Spa Livorno Pompe olio e acqua e depressori Inalfa Italia SpA Livorno Tettucci apribili Continetal SpA S. Piero a Grado, Fauglia (PI) Sistemi di iniezione GKN Driveline Firenze SpA Firenze Sistemi di trasmissione Certo è che la contrazione della produzione di auto a livello di mercato globale ha inciso in maniera pesante sulla situazione produttiva e occupazionale del mercato della componentistica in Toscana e, in maniera ancor più massiccia, sul territorio Livornese, da sempre area a maggiore concentrazione di tale attività produttiva. E però altrettanto vero che questa, da sola, non rappresenta però l unica ragione. Gli altri motivi, ad avviso di chi scrive, possono essere ricondotti almeno ai seguenti: 13
11 - assenza di aiuti pubblici destinabili agli investimenti industriali; leva che avrebbe potuto rappresentare elemento di radicamento e stabilizzazione degli stabilimenti locali rispetto alle decisioni strategiche di localizzazione attuate dai board decisionali centrali; - eccessiva onerosità del costo del lavoro, se parametrata ai corrispondenti costi dei paesi dell East e del Far East, e a fronte della quale non sempre sono riconducibili equivalenti maggiori qualificazioni e/o capacità produttive; - mancanza di azioni finalizzate a supportate la costituzione di una filiera tale da spostare il giudizio di convenienza delle case madri a favore degli stabilimenti nostrani. Analisi S.W.O.T. sul comparto automotive Toscano. Presentiamo ora un analisi organizzata secondo la metodologia S.W.O.T.. Si è cioè inteso rappresentare, sinteticamente, quelli che possono essere i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce del mercato, per come sentiti ed espressi dalle aziende che oggi rappresentato i fornitori di primo livello localizzati in Toscana per il settore auto. In appendice alleghiamo, ritenendolo utile, i questionari elaborati in collaborazione con le singole aziende. 14
12 Analisi interna: Punti di forza Esistenza di elevate competenze tecnologiche e di sviluppo prodotto Appartenenza e un gruppo multinazionale Ubicazione geografica favorevole Punti di debolezza Assenza di una filiera regionale Costo del lavoro superiore rispetto a Est Europa e Far East Scarso supporto agli investimenti Appartenenza e un gruppo multinazionale Analisi esterna: Opportunità Possibilità di richiamare la produzione di ulteriori prodotti/clienti grazie all appartenenza e un gruppo multinazionale Creazione di una filiera regionale che può attivare meccanismi virtuosi di crescita produttiva e quindi occupazionale Attivazione di linee di intervento pubbliche per agevolare investimenti e sviluppo Minacce Contrazione produttiva che può portare l incidenza dei costi fissi sul valore della produzione giudicato come inaccettabile Appartenenza e un gruppo multinazionale 15
13 Sintesi e conclusioni (un contributo) Riepilogando, riguardo al comparto auto, la nostra regione è stata in sintesi interessata dalle seguenti dinamiche: - la progressiva totale scomparsa della presenza diretta delle case di produzione automobilistica; - la notevole contrazione della gamma di prodotti realizzati; - per alcuni degli stabilimenti insediati, il significativo ridimensionamento della capacità interna di effettuare sviluppo di prodotti; - la cessazione delle attività per tre stabilimenti; - la riduzione, ad oggi rispetto agli anni 80, di oltre il 50% degli addetti. L ultima grande crisi del settore auto, ha ovviamente determinato negative ricadute sui livelli produttivi e occupazionali di tutte le aziende del comparto automotive insediate in Toscana, con l aggravante che tali ulteriori ridimensionamenti andavano a incidere su situazioni pregresse già caratterizzate da un elevata incidenza dei costi fissi sul valore delle produzioni, erodendo ulteriormente margini lordi spesso già a livelli di guardia. E piuttosto chiaro che a fronte di una tale diffusa condizione di produzione, la possibilità di attuare programmi di investimento di una certa consistenza utili all adeguamento e alla industrializzazione di nuovi prodotti elemento indispensabile per la vita di questa tipologia di azienda diventa oltremodo difficile, contribuendo quindi a minare ancor di più la garanzia della continuità delle attività. E allora, volendo prendere in esame quelle che potrebbero essere in sintesi - azioni coordinate a sostegno delle attività produttive esistenti, finalizzate a consentire la stabilizzazione dei flussi di produzione attuali e creare anche le premesse per un rilancio degli insediamenti, possiamo focalizzare l attenzione sulle seguenti leve: 16
14 - valorizzare, in un azione di sistema, tecniche e tecnologie che ancora oggi sono esistenti sul territorio; - favorire lo sviluppo di strutture tecnico scientifiche di eccellenza a supporto diretto della produzione di comparto, ma che potrebbero risultare trasversalmente utili anche ad altre tipologie di produzione residenti (quale ad esempio la nautica da diporto); - favorire l insediamento di attività produttive coerenti con l evoluzione di filiera, a loro volta possibili catalizzatrici per l insediamento di ulteriori attività industriali; - armonizzare le azioni suddette con la possibilità di attuare protocolli regionali/nazionali di localizzazione che prevedano incentivi finanziari significativi per l abbassamento delle barriere all insediamento e al rafforzamento delle attività produttive e per la riduzione dei gap di competitività rispetto ai paesi di recente industrializzazione. Riferimenti bibliografici: - IRPET La congiuntura economica del SEL Livornese innovazione come leva strategica per il futuro Anno Comune di Livorno - Il Settore della Componentistica Auto nell area Livorno/Collesalvetti/Pisa. Indagine condotta per conto della Provincia di Livorno, CIRIEC, direzione di Aldo Enrietti. Debatte Otello, Novembre
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