a colloquio con CLAUDIO SMIRAGLIA GUGLIELMINA DIOLAIUTI

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1 FOCUS ORIZZONTI 14th Alpine Glaciology Meeting a colloquio con CLAUDIO SMIRAGLIA e GUGLIELMINA DIOLAIUTI

2 I ghiacciai ci parlano Intervista a Claudio Smiraglia Giovedì 25 e venerdì 26 marzo si è svolto a Milano il 14th Alpine Glaciology Meeting, incontro di livello internazionale con studiosi di tutto il mondo che si sono confrontati non solo sulla glaciologia in riferimento all arco alpino, ma anche ai più estesi e importanti ghiacciai del pianeta. L evento è stato organizzato dall Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze della Terra, con la collaborazione del programma di ricerca nazionale Prin 2008 e di Levissima, EvK2Cnr, a2a e la partnership del Comitato Glaciologico Italiano, l Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia e il Parco Nazionale dello Stelvio. Claudio Smiraglia, docente all Università degli Studi di Milano, già Presidente del Comitato Glaciologico Italiano e già Presidente del Comitato Scientifico del CAI, è stato l organizzatore del Convegno. L evento è nato 14 anni fa ci ha spiegato Smiraglia con lo scopo di riunire studiosi e specialisti per condividere informazioni ed esperienze di ricerca sui ghiacciai alpini, europei e mondiali. Ci riuniamo ogni anno. L incontro è informale: non ci sono quote d iscrizione. Diamo spazio ai giovani di talento, incoraggiandoli a presentare i risultati dei loro studi. Il meeting si tiene a rotazione in ciascuno dei paesi alpini, e di norma vede la partecipazione di studiosi. Da sottolineare anche la collaborazione di soggetti di diversa natura, per l organizzazione dell evento: soggetti e istituti pubblici ma anche aziende, con le quali collaboriamo per salvaguardare l immenso patrimonio dei ghiacciai. Le finalità di questi incontri sono molteplici: acquisire dati aggiornati sui ghiacciai alpini e mondiali, studiare il clima ed elaborare proiezioni sui probabili sviluppi futuri, ampliare le conoscenze in materia di glacioecologia. Stazione meteo automatica sul ghiacciaio dei Forni. Intanto è utile monitorare i ghiacciai e tenere sempre aggiornati i nostri dati relativi a essi. E questo non solo per avere sotto controllo la situazione, ma anche per aggiornare i propri metodi di rilevamento e analisi. I sistemi più avanzati sono, ad esempio, quelli del remote sensing, ovvero l utilizzo di immagini radar, satellitari e degli infrarossi. I dati raccolti in questo modo possono essere messi a confronto con foto aeree e dati raccolti sul campo. Inoltre, non dimentichiamo che i ghiacciai costituiscono veri e propri archivi del clima. Possono dirci molto sia sul modo in cui il pianeta ha risposto alle trasformazioni indotte dalle attività umane, sia su come probabilmente il clima tenderà a cambiare in futuro. Il ciclo dell acqua, il funzionamento di un complesso ecosistema, ove tutto sembra intimamente legato, le ricadute positive o più spesso, purtroppo, negative, che le nostre attività economiche producono sulla natura: il ghiaccio ci racconta tutto questo. Nei suoi cristalli, stratificati nel tempo, ritroviamo tracce della storia del pianeta. In Antartide possiamo risalire indietro anche di periodi vicini al milione di anni; sulle Alpi, dove lo strato ghiacciato è molto inferiore, di decenni o secoli. Nel ghiaccio ritroviamo tracce delle particelle presenti nell atmosfera terrestre tempo fa. Studiando i cambiamenti subiti finora dall ambiente, e testimoniati con drammatica evidenza dal ritiro delle lingue glaciali in tutto il mondo, siamo in grado di prevedere i probabili, futuri scenari nei quali le generazioni a venire si troveranno a vivere, se non interveniamo. Altro tema interessante è la glacio-ecologia, l ecologia applicata agli studi glaciali.

3 L Università Statale di Milano e, sotto, due momenti del meeting. I ghiacciai sono straordinari e delicati ecosistemi che ospitano una miriade di forme di vita, spesso piccolissime, microscopiche e sub-microscopiche, come batteri e lieviti, altre volte gigantesche ed estese, come i boschi di larici, prati e pascoli. Si tratta di un intero mondo in costante movimento, nel senso che segue l andamento del ghiacciaio che per sua stessa natura scivola sul fianco della montagna, fino a scomparire progressivamente. La sopravvivenza dei ghiacciai dipende dall equilibrio tra la quantità d acqua persa per scioglimento nella stagione calda e quella reintegrata durante la stagione fredda. L assottigliamento dello strato dei ghiacciai ha importanti conseguenze anche sulla sicurezza delle vie alpinistiche. Ormai assistiamo a cambiamenti anche significativi dell aspetto delle montagne, di anno in anno. Vie che fino a poco fa non richiedevano abilità o attrezzature particolari, stanno diventando o sono già diventate più impegnative, magari perché porzioni di roccia si sono staccate dalle pendici. Aumenta il pericolo di valanghe e frane, crolli di seracchi. Gli stessi itinerari escursionistici o alpinistici si presentano modificati nel giro di pochissimo tempo. Penso che un associazione come il Club Alpino Italiano debba proseguire sempre più a educare a frequentare in modo corretto la montagna, e a divulgare competenza e conoscenza su questi temi. Il mondo della montagna sta cambiando, e a chi vuole frequentarla in sicurezza è richiesta una conoscenza dell ambiente e delle tecniche sempre migliore. A cosa andiamo incontro se i ghiacciai del pianeta si sciolgono? Aumento del livello del mare e degli oceani, conseguenze sulla temperatura, inondazione di intere porzioni delle terre emerse e quindi di villaggi e città in tutto il mondo, effetti sulla flora e la fauna. Uno sconvolgimento complessivo dell ecosistema. A livello locale è forse possibile salvare singoli ghiacciai non troppo estesi, per esempio coprendoli con teli appositi che impediscono, o riducono, l evaporazione. Questo funziona soprattutto dove esistono forti interessi economici legati all industria turistica. A livello globale, invece, la situazione è enormemente più complessa. Soprattutto, mi sembra manchi la volontà di cambiare le cose, perché troppi poteri e troppi interessi sono ancorati a un tipo di economia non sostenibile. L essere umano è stato capace di modificare le caratteristiche bio-chimiche del pianeta, portando il livello di efficienza delle sue attività a standard elevatissimi, impensabili solo fino a poco tempo fa. Ora la sfida è riuscire, dopo aver raggiunto una parabola così alta, ad auto-limitarci, pur proseguendo nello sviluppo, che dovrà essere più sostenibile. Per fare ciò, è indispensabile una rivoluzione nel modo di pensare, nell atteggiamento verso la natura. Penso che la modernità richieda lo sforzo di essere degni del nostro pianeta.

4 Eloquente comparazione.

5 Intervista a Guglielmina Diolaiuti Le stazioni meteo Guglielmina Diolaiuti è Responsabile Scientifico della rete di stazioni meteorologiche automatiche sopraglaciali installate dall Università Statale di Milano. Tra queste spicca la Automatic Weather Station 1 (AWS 1), la prima stazione meteo automatica permanente per il monitoraggio del microclima glaciale sulle Alpi Italiane. La stazione è stata installata nel 2005 da Guglielmina in collaborazione con il collega Claudio Smiraglia. Di questa stazione e delle ricerche ad essa collegate si è parlato anche durante il Convegno. E un progetto d avanguardia per rilevare dati meteorologici alla superficie del Ghiacciaio dei Forni spiega Guglielmina -, il più esteso ghiacciaio vallivo italiano che copre ben 12 chilometri quadri di superficie. La stazione meteo è collocata direttamente sul ghiacciaio, per rilevare alla sua fragile e mutevole superficie temperatura, umidità, radiazione, pressione, intensità e velocità del vento, precipitazioni, spessore del manto nevoso, e ablazione (ovvero fusione) del ghiaccio. E questo il punto particolarmente innovativo, in passato infatti le stazioni di monitoraggio venivano collocate, per motivi di comodità d installazione, fuori dal ghiacciaio o su emersioni rocciose, ed i dati raccolti non riuscivano a descrivere le peculiari condizioni sopraglaciali. Oggi invece grazie alla AWS1 Forni si rilevano dati utili non soltanto per comprendere meglio come si evolve il microclima supraglaciale, descrivere gli scambi di massa ed energia tra il ghiacciaio e l atmosfera sovrastante, ma anche per proiezioni future della consistenza dei ghiacciai. Attraverso le informazioni rese disponibili dalla stazione meteo, siamo in grado di dire quanto fonde il ghiacciaio in estate e quanta neve e spessore esso recupera nella stagione fredda, quanto incide lo scambio di energia termica sulla sua dinamica ed estensione e in generale possiamo capire meglio il quadro complessivo delle condizioni microclimatiche e fisiche di queste meraviglie della natura. Progetti simili nascono anche dall esperienza dei maestri europei in questo ambito: gli olandesi. Sono stati loro i primi a installare stazioni meteo permanenti per la raccolta di dati sui più importanti ghiacciai del mondo, in Svizzera, Groenlandia, Alaska, Austria, Islanda, Norvegia. L obiettivo era, anche in quei casi, calcolare il bilancio energetico del ghiacciaio, l energia riflessa dalla superficie bianca e quella invece assorbita, che ne determina la fusione stagionale. Il progetto della stazione meteo al Ghiacciaio Forni è iniziato nel Oltre al ghiacciaio in sé, vengono condotti studi relativi anche all incidenza sul microclima delle zone limitrofe. Dobbiamo sempre ricordare che quanto più esteso è un ghiacciaio, tanto maggiore è l influenza che esso esercita sulle condizioni micrometeorologiche e microclimatiche delle aree adiacenti. La riflessione di energia termica, prodotta dalla superficie glaciale, determina cambiamenti anche sensibili a livello di temperatura nelle aree vicine. Questa relazione è resa più complessa, soprattutto negli ultimi anni, dalla presenza di polveri, alcune naturali e di origine vulcanica, altre invece prodotte dalle attività umane, dall inquinamento. Queste polveri (atmospheric soot) possono depositarsi su

6 Ghiacciaio dei Forni. neve e ghiaccio modificando lo scambio energetico con l esterno. E interessante notare come sui ghiacciai giungano a volte anche granelli di sabbia dei deserti. Non vi è forse cosa più incredibile e affascinante da pensare, più distante dalle logiche razionali, eppure è così. Trasportati dal vento e dagli agenti atmosferici, essi ricadono sui giganti bianchi di tutto il mondo. In questo modo, sulle cime innevate di casa nostra ci può capitare di passeggiare su minuscoli, invisibili frammenti di Sahara, anche se magari non ne siamo consapevoli. Tutti gli elementi della natura sono strettamente legati tra loro. Si può dire che nessun fenomeno, nessuna forma di vita sia totalmente indipendente dalle altre. Tutto forma un unica, immensa rete nella quale, ovviamente, anche noi siamo immersi. I dati rilevati dalla stazione AWS 1 verranno pubblicati on-line su un sito web dedicato del CEOP (Coordinated Energy and water cycle Observations Project), un programma che a sua volta fa parte del GEWEX (Global Energy and Water cycle EXperiment) dell Onu. Questo è l Anno Mondiale della Biodiversità, e centrale è anche il tema della salvaguardia dei ghiacci, minacciati dal riscaldamento globale. Ma non dimentichiamo che oltre alla biodiversità esiste anche la geodiversità, che si definisce come la ricchezza di forme nel paesaggio fisico: barriere coralline, dune del deserto, atolli, piramidi di terra e camini di fata, gli stessi ghiacciai: parliamo di meraviglie della natura, non a caso inserite nel Patrimonio Mondiale dell Unesco (World Heritage List), che ha perfino messo in campo strategie per l adattamento culturale alle trasformazioni della natura. In Africa, per esempio, gli abitanti del Rwenzori (il cosiddetto Popolo della Luna) sono soliti visitare le zone glaciali del gruppo almeno una volta nella vita. Se questi ghiacciai tropicali scompariranno (fatto non improbabile a scala ultradecennale alla luce dei trend attuali di decremento), queste popolazioni, se non adeguatamente preparate ad una trasformazione così radicale del paesaggio, subiranno un contraccolpo durissimo, un trauma devastante. Per questo motivo proprio in tali luoghi è fondamentale una preparazione culturale adeguata per affrontare questo intenso e rapido cambiamento ambientale e paesaggistico. Se la febbre del pianeta non si arresterà, anche i ghiacciai alpini correranno seri rischi di estinzione. Negli ultimi 50 anni i ghiacciai più piccoli, quelli inferiori al chilometro quadrato di area, si sono ritirati anche del 50%. E la tendenza potrebbe continuare. Un elemento fondamentale sul quale puntare per il futuro degli studi glaciologici sono i giovani.

7 Tutti i membri del nostro gruppo sono sotto i 40 anni, tranne il coordinatore, il Professor Smiraglia. Un team giovane è anche dinamico, soprattutto sul terreno: non dimentichiamoci che la maggior parte del nostro lavoro di campo avviene sopra i metri di quota. Tutti i componenti del team hanno iniziato a dedicarsi allo studio dei ghiacciai molto presto, spesso quando erano ancora studenti. Io ho 37 anni ma ho iniziato a studiare i ghiacciai alpini quando ne avevo 21. Il binomio giovani/ricerca è la normalità all estero, un po meno in Italia. Ma i ragazzi della nostra squadra sono davvero in gamba. Vi è molto interesse in questo ambito di studi anche da parte di aziende private. Il legame tra ricerca e business è altrettanto importante per il futuro della ricerca. Senza sponsor che sostengono le ricerche e credono in noi non ci sarebbero basi stabili per proseguire. Personalmente sono abbastanza soddisfatta: nel nostro dipartimento si sta formando una vera e propria scuola di glaciologia alpina, nell ambito non solo dello studio ma anche della protezione attiva dei ghiacciai, grazie alle iniziative concrete messe in campo in collaborazione con diverse aziende per ridurne la fusione. Il nostro team sta crescendo, e con esso i giovani che ne fanno parte. Anche a livello governativo, le cose evolvono in una direzione favorevole: l Italia ha riattivato i fondi per le basi in Antartide ed è stato finanziato dal Ministero della Ricerca un progetto PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) dedicato alla glaciologia. Il meeting di glaciologia AGM che abbiamo organizzato spinge ancora più in avanti gli orizzonti della collaborazione internazionale. Passione e impegno sono alla base di ogni successo. E mi auguro che i giovani talento di oggi sapranno condurre la ricerca del futuro sempre più in là. Cryosat 2: in orbita il satellite europeo per monitorare i ghiacci E di questi ultimissimi giorni la notizia che l Esa, l Agenzia Spaziale Europea, ha lanciato in orbita il satellite CryoSat2, per monitorare le variazioni di spessore della banchisa polare e dei ghiacciai continentali, valutando i cambiamenti a livello globale sull ecosistema. Il satellite fa parte del programma Esa s Earth Explorer, che grazie al lancio di diversi veicoli spaziali terrà sotto costante monitoraggio la situazione dei ghiacci.

8 Iceberg alla deriva, opera custodita presso il Messner Mountain Museum di Solda-Sulden. A cura di Michele Mornese