UNA TRASFUSIONE DI TROPPO

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1 REGIONE CAMPANIA AZIENDA SANITARIA SALERNO ambito SA/3 P.O. di Vallo della Lucania (SA) U.O.C. di Medicina e Chirurgia d Urgenza e d Accettazione Direttore: Dott. Antonio APOLITO dicembre 2010 Centro Congressi Hotel Ariston Paestum (SA) IMPARARE DALL EVIDENZA DALL ERRORE UNA TRASFUSIONE DI TROPPO UN PROTOCOLLO TRASFUSIONALE Relatore Dott. Giovanni LERRO C.P.S. Infermiere U.O.C. Medicina d Urgenza Docente in Scienze Infermieristiche Generali Cliniche e Pediatriche MED/45 1

2 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE DECRETO LEGISLATIVO 6 novembre 2007, n. 191 "Attuazione della direttiva 2004/23/CE sulla definizione delle norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani." DECRETO LEGISLATIVO 9 novembre 2007, n. 207 "Attuazione della direttiva 2005/61/CE che applica la direttiva 2002/98/CE per quanto riguarda la prescrizione in tema di rintracciabilità del sangue e degli emocomponenti destinati a trasfusioni e la notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi. 2

3 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE DECRETO LEGISLATIVO 9 novembre 2007, 208 "Attuazione della direttiva 2005/62/CE che applica la direttiva del 2002/98/CE per quanto riguarda le norme e le specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali." DECRETO MINISTERIALE 26 Aprile 2007 (G.U n. 145) ISTITUZIONE DEL CENTRO NAZIONALE SANGUE. RACCOMANDAZIONE MINISTERO DELLA SALUTE - Dipartimento Qualità ( ) "Raccomandazione per la prevenzione della reazione trasfusionale da incompatibilità AB0. 3

4 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Legge n 219 del 21 OTTOBRE 2005 Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati. Decreto Legislativo 19 AGOSTO 2005 n. 191 Attuazione della Direttiva 2002/98/CE che stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti. Decreto Ministeriale 3 MARZO 2005 Caratteristiche e modalità per la donazione del sangue e di emocomponenti. Decreto Ministeriale 3 MARZO 2005 Protocolli per l'accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emocomponenti. 4

5 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Accordo tra il Ministero della Salute, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano "Linee guida sulle modalità di disciplina delle attività di reperimento, trattamento, conservazione e distribuzione di cellule e tessuti umani a scopo di trapianto. 5

6 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Ordinanza Ministeriale 29 MARZO 2004 Non idoneità alla donazione di sangue di coloro che hanno soggiornato nel Regno Unito. Accordo tra il Ministro della Salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano "Linee guida in tema di raccolta, manipolazione e impiego delle cellule staminali emopoietiche (CSE). Ordinanza Ministeriale 10 GIUGNO 2003 Misure precauzionali atte ad evitare il rischio di trasmissione di SARS attraverso la trasfusione di sangue o di emocomponenti. 6

7 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Direttiva 2005/61/CE della COMMISSIONE del 30 Settembre 2005 applica la Direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità e la notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi. Direttiva 2005/62/CE della COMMISSIONE del 30 Settembre 2005 recante applicazione della Direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme e le specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali. Racc. CoE Rec(2004)18 Recommendation (2004) 18 of the Commitee of Ministers to member states on teaching transfusion medicine to nurses. 7

8 LA LEGISLAZIONE TRASFUSIONALE ITALIANA Direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 31 marzo 2004 Norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Direttiva 2004/33/CE della Commissione del 22 marzo 2004 Applicazione della Direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni requisiti tecnici del sangue e degli emocomponenti. Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 gennaio 2003 Norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti e che modifica la 8 direttiva 2001/83/CE.

9 - Ministero della Sanità Commissione Nazionale per il Servizio Trasfusionale - D.M. 25 gennaio 2001 I RESPONSABILI DI REPARTO - Responsabilità del medico - Responsabilità dell infermiere - Corresponsabilità del medico e dell infermiere 9

10 IL FLUSSO OPERATIVO Accertamento dell indicazione alla trasfusione (medico) Valutazione della possibilità di autotrasfusione (medico) Richiesta di consenso alla trasfusione (medico e infermiere) Compilazione della parte anagrafica della richiesta (infermiere) Prelievo e firma dei campioni (infermiere/medico) Compilazione della parte clinica e firma della richiesta (medico) Verifica della correttezza dei dati (medico) Invio al Servizio Trasfusionale della richiesta e dei campioni (infermiere) - 10

11 Trasporto in reparto in contenitore idoneo (personale del reparto) Conservazione idonea dell unità fino al momento della trasfusione (infermiere) Verifica dell identità tra il paziente che deve ricevere la trasfusione e il nominativo riportato sull unità e sul modulo di accompagnamento (infermiere) Seconda verifica dell identità tra il ricevente e il nominativo riportato sull unità e sul modulo e controllo della compatibilità teorica (medico) 11

12 Ispezione della sacca prima della trasfusione (medico) Registrazione dell ora di inizio della trasfusione, del numero della unità e firma del medico responsabile della trasfusione (medico) Esecuzione della trasfusione (medico /infermiere) Sorveglianza del paziente e monitoraggio della trasfusione (medico e infermiere) Registrazione dell ora di fine trasfusione e eliminazione del contenitore (infermiere). 12

13 - Segnalazione al Servizio Trasfusionale dell avvenuta trasfusione e di eventuali reazioni avverse (medico/infermiere) - In caso di reazione trasfusionale, invio al Servizio Trasfusionale dell unità e dei campioni del paziente per i necessari controlli (infermiere). 13

14 I RESPONSABILI DI REPARTO RESPONSABILITA DELL INFERMIERE Compilazione della parte anagrafica della richiesta Esecuzione del prelievo dei campioni, compilazione delle etichette e firma delle provette e della richiesta (per la parte di sua competenza) Invio delle richieste e dei campioni al Servizio Trasfusionale Gestione in reparto delle unità fino al momento della trasfusione Trasfusione : sorveglianza del paziente (insieme al medico) Registrazione dell ora di termine della trasfusione ed eliminazione della sacca Invio al Servizio Trasfusionale del modulo di assegnazione della trasfusione 14

15 I RESPONSABILI DI REPARTO CORRESPONSABILITA DEL MEDICO E DELL INFERMIERE - Identificazione del paziente al momento dei prelievi del sangue e della trasfusione - Verifica dell identità tra il paziente che deve ricevere la trasfusione e i dati riportati sull unità - Esecuzione della trasfusione e sorveglianza del paziente - Registrazione dei dati. 15

16 L espressione responsabilità professionale è riconducibile al fatto che in quanto professionisti della salute assieme ad altre figure professionali, gli infermieri vengono ad assumere una posizione di garanzia tipica nei confronti delle persone che hanno in cura, e questa posizione obbliga a farsi carico di tutte le implicazioni rischiose che le prestazioni professionali includono, secondo quelle che sono le conoscenze scientifiche e tecniche della categoria professionale cui l operatore appartiene. 16

17 Il Consenso L atto sanitario, ancorché comportante una lesione, è lecito purché vi sia il consenso dell avente diritto, cioè del paziente, ove questi sia maggiorenne, non interdetto, capace di intendere e di volere al momento della espressione del consenso, sempre nei limiti posti dall art.5 C.C., con l esclusione solo di casi particolari contemplati da norme speciali (cfr trapianto di rene tra viventi). 17

18 Il Consenso Nessuna prestazione medica è, quindi, lecita senza il consenso del paziente. L applicazione di provvedimenti diagnostici o terapeutici, in tal caso, potrebbe configurare diversi tipi di reato, dal sequestro di persona alla violenza privata, alle lesioni personali lievi o gravi. 18

19 CONSENSO GENERICO o tacito all atto sanitario che è implicito nella richiesta di visita o di prestazione sanitaria in genere, nonché nella richiesta di ricovero ospedaliero: si riferisce a pratiche diagnostiche e/o terapeutiche normali, in senso lato prive di particolari rischi per il paziente (atto medico ordinario). 19

20 CONSENSO SPECIFICO od esplicito che deve essere richiesto ogni qualvolta i sanitari ritengano di dover procedere a manovre diagnostiche complesse e rischiose, ad interventi chirurgici demolitori e/o menomanti, a pratiche terapeutiche comunque non prive di pericoli. 20

21 Dovere di informativa Precedente al consenso e come fattore di validità giuridica dello stesso, vi è il dovere di informativa del medico (con la eventuale collaborazione del personale infermieristico) nei riguardi del paziente, in merito al trattamento terapeutico specifico oggetto della richiesta di consenso. 21

22 Il consenso ha la sola funzione di rendere lecito l atto sanitario, ma non solleva in alcun modo il personale sanitario da eventuali responsabilità penali e civili da comportamento colposo. 22

23 IL CONSENSO ALLA TRASFUSIONE Decreto Ministero della Sanità 3 marzo 2005: - Art. 11. Consenso informato del ricevente 1. Il ricevente la trasfusione di sangue o di emocomponenti e/o la somministrazione di emoderivati, preventivamente informato che tali procedure possono non essere comunque esenti da rischio, e' tenuto ad esprimere per iscritto il proprio consenso o dissenso. 23

24 IL CONSENSO ALLA TRASFUSIONE PROCEDURA: - Informare correttamente il paziente sulle sue possibili necessità trasfusionali, sui rischi della trasfusione omologa e sulle conseguenze che può comportare il mancato consenso a sottoporsi al trattamento trasfusionale, correlando il tipo di informativa al livello culturale e intellettuale del malato - Far firmare al paziente il modulo di consenso. 24

25 LA RICHIESTA DI SANGUE La non corretta identificazione del paziente e dei suoi campioni di sangue è la principale causa di incompatibilità AB0 e può determinare reazione trasfusionale emolitica acuta e, nei casi più gravi, la morte del paziente. 25

26 LA RICHIESTA DI SANGUE L identità del paziente non può essere accertata direttamente dal Servizio Trasfusionale, ma viene stabilita indirettamente in base ai dati riportati sui campioni e sulla documentazione (richiesta di gruppo e di terapia trasfusionale) Pertanto è indispensabile che in reparto vengano adottate tutte le misure necessarie a garantire la corretta identificazione del paziente e dei suoi campioni di sangue (accertamento dell identità al letto del paziente, possibilmente chiedendogli di fornire le generalità, contemporanea identificazione delle provette, uso di portaprovette separati per pazienti diversi ecc ) 26

27 Fase operativa: IL PRELIEVO DEI CAMPIONI Tutti i campioni diretti alla tipizzazione eritrocitaria, alla ricerca di anticorpi irregolari e all esecuzione delle prove crociate di compatibilità devono essere perfettamente identificati e FIRMATI DAL RESPONSABILE DEL PRELIEVO (D.M.S. 25 gennaio 2001) 27

28 IL PRELIEVO DEI CAMPIONI - IL RESPONSABILE DEL PRELIEVO SI IDENTIFICA NEL SANITARIO CHE LO ESEGUE. - L INFERMIERE CHE PRELEVA I CAMPIONI FIRMA LE PROVETTE CORRISPONDENTI. 28

29 IL PRELIEVO DEI CAMPIONI Il campione di sangue che accompagna la richiesta trasfusionale deve essere in quantità non inferiore a 5 ml. Il campione deve essere raccolto in provetta sterile (in Litio eparina) entro le 72 ore precedenti la trasfusione. 29

30 L ASSEGNAZIONE DEL SANGUE E NECESSARIO ESSERE CERTI DEL GRUPPO SANGUIGNO DEL PAZIENTE: - Deve risultare da 2 determinazioni effettuate su 2 diversi campioni prelevati in due momenti diversi e possibilmente da diversi operatori. - Le due determinazioni di gruppo devono essere effettuate prima di procedere alla trasfusione. 30

31 L ASSEGNAZIONE DEL SANGUE Qualora la doppia determinazione non sia possibile, si può utilizzare, in luogo della prima determinazione, un documento che riporti il gruppo del paziente eseguito in precedenza. Se neppure questo è possibile, si consiglia l uso di sangue di gruppo 0, possibilmente Rh negativo. 31

32 IL TRASPORTO Il personale addetto al ritiro delle unità deve: - Recapitare immediatamente l unità in reparto - Conservare l unità nell apposito contenitore - Non esporre l unità a traumatismi o a temperature elevate - Non lasciarla incustodita - Non prolungare i necessari tempi di trasporto - Consegnare l unità direttamente all infermiere di reparto. 32

33 LA CONSERVAZIONE IN REPARTO LE UNITA RITIRATE DEVONO ESSERE TRASFUSE NEL PIU BREVE TEMPO POSSIBILE E COMUNQUE ENTRO 30 MINUTI 33

34 LA CONSERVAZIONE IN REPARTO I FRIGORIFERI DI REPARTO IN GENERE NON HANNO LE CARATTERISTICHE PREVISTE DALLA NORMATIVA PER LA CONSERVAZIONE DEI CONCENTRATI ERITROCITATI E QUINDI NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI 34

35 LA CONSERVAZIONE IN REPARTO Non esporre a fonti di calore Rispettare assolutamente l integrità della sacca: evitare traumatismi, cadute L inserimento del set da trasfusione deve avvenire solo immediatamente prima della trasfusione 35

36 LA RESTITUZIONE - unità non trasfuse possono essere restituite al Centro Trasfusionale solo se accompagnate da dichiarazione firmata attestante la conservazione delle unità in maniera conforme ai protocolli 36

37 ASSISTENZA AL PAZIENTE DURANTE LA TRASFUSIONE 37

38 L infermiere che assiste la persona deve farsi carico non di qualsiasi ipotetico, teorico, generico possibile rischio, ma dei rischi che sono prevedibili, valutabili e prevenibili, usando quelle cognizioni teoricoscientifiche e le capacità tecniche che appartengono alla categoria. 38

39 LA TRASFUSIONE GLI ERRORI AL MOMENTO DELLA TRASFUSIONE SONO LA CAUSA PIU FREQUENTE DI TRASFUSIONE DI SANGUE SBAGLIATO 39

40 La maggior parte degli errori consiste nell'errore della prescrizione, nello scambio di pazienti, nell'errore di dosaggio o di diluizione, nell'errore di via di somministrazione, errori cioè che si sostanziano nella colpa professionale e nei suoi caratteri tipici della negligenza e dell'imperizia. 40

41 Regola delle 6 G il GIUSTO FARMACO deve essere somministrato al GIUSTO PAZIENTE alla GIUSTA ORA nella GIUSTA DOSE e nella GIUSTA VIA DI SOMMINISTRAZIONE, il tutto GIUSTAMENTE REGISTRATO. 41

42 IDENTIFICAZIONE PRIMA DI INZIARE LA TRASFUSIONE VERIFICARE CHE: I PARAMETRI IDENTIFICATIVI DEL PAZIENTE CORRISPONDANO A QUELLI DELL ETICHETTA E DEL MODULO CHE ACCOMPAGNA LA SACCA IL GRUPPO AB0 E Rh E IL NUMERO DI SACCA SIANO IDENTICI SU: SACCA, ETICHETTA E MODULO DI ACCOMPAGNAMENTO SE VI SONO DISCREPANZE LA SACCA NON DEVE ESSERE TRASFUSA. 42

43 ISPEZIONE CONTROLLARE CHE LA SACCA NON SIA SCADUTA, NON MOSTRI SEGNI DI DANNEGGIAMENTO, DI EMOLISI O UN COLORE INSOLITO. 43

44 INFUSIONE NON E NECESSARIO DI ROUTINE RISCALDARE IL SANGUE: L INFUSIONE DI 1 3 UNITA DI SANGUE REFRIGERATO IN ALCUNE ORE NON CAUSA NESSUN DANNO IL SANGUE FREDDO INFUSO AD UNA VELOCITA > 100 ml/min PUO DETERMINARE ARRESTO CARDIACO TENERE IL PAZIENTE CALDO E PIU IMPORTANTE CHE RISCALDARE IL SANGUE 44

45 INFUSIONE LE REAZIONI AVVERSE DELLA TRASFUSIONE SONO DI SOLITO DOSE- DIPENDENTE: PERCIO LA VELOCITA DI INFUSIONE INIZIALE DEVE ESSERE MOLTO BASSA: ml DURANTE I PRIMI 15 MINUTI (25 GOCCE/MINUTO) SUCCESSIVAMENTE LA VELOCITA DI INFUSIONE PUO ESSERE AUMENTATA A 60/80 GOCCE AL MINUTO LA MAGGIOR PARTE DELLE TRASFUSIONI SI CONCLUDE ENTRO 2 ORE SI CONSIGLIA DI NON SUPERARE LA DURATA DI 4 ORE (RISCHIO DI PROLIFERAZIONE BATTERICA) 45

46 INFUSIONE AL SANGUE NON DEVONO ESSERE AGGIUNTI FARMACI O SOLUZIONI INTRAVENOSE DIVERSE DALLA SOLUZIONE FISIOLOGICA 46

47 MONITORAGGIO DEL PAZIENTE I PAZIENTI CHE RICEVONO LE TRASFUSIONI DEVONO ESSERE MONITORATI PER EVIDENZIARE I SEGNI DI POTENZIALI COMPLICAZIONI ALLA TRASFUSIONE 47

48 MONITORAGGIO DEL PAZIENTE FORNIRE AL PAZIENTE INFORMAZIONI SU POSSIBILI REAZIONI AVVERSE E L IMPORTANZA DI RIFERIRE IMMEDIATAMENTE QUALSIASI REAZIONE COME TREMORI, BRIVIDI, VAMPATE, DIFFICOLTA RESPIRATORIE, DOLORI ALLE ESTREMITA O NELLA REGIONE LOMBARE ESEGUIRE LE TRASFUSIONI IN AREE CLINICHE DOVE IL PAZIENTE PUO ESSERE FACILMENTE OSSERVATO 48

49 MONITORAGGIO DEL PAZIENTE PRIMA DELL INIZIO DELLA TRASFUSIONE VALUTARE LE CONDIZIONI CLINICHE DEL PAZIENTE : RIPORTARE IN CARTELLA I SEGNI VITALI : POLSO, PRESSIONE ARTERIOSA, TEMPERATURA INDICARE IN CARTELLA L INIZIO DELLA TRASFUSIONE INIZIARE LA TRASFUSIONE CONTROLLANDO ATTENTAMENTE IL PAZIENTE PER I PRIMI 15 MINUTI DOPO I PRIMI 15 MINUTI DEVONO ESSERE RIVALUTATI LE CONDIZIONI CLINICHE E I PARAMETRI VITALI DEL PAZIENTE OSSERVARE IL PAZIENTE PER TUTTO IL RESTO DELLA TRASFUSIONE, PER EVIDENZIARE L INSORGENZA DI REAZIONI AL TERMINE DELLA TRASFUSIONE RICONTROLLARE E RIPORTARE IN CARTELLA I PARAMETRI VITALI. 49

50 REGISTRAZIONI PER OGNI TRASFUSIONE, REGISTRARE IN CARTELLA DATI IDENTIFICATIVI DEL TRASFUSORE DATA E ORA DI INIZIO E DI FINE DELLA TRASFUSIONE TIPO DI EMOCOMPONENTE TRASFUSO E NUMERO IDENTIFICATIVO SEGNI VITALI PRESI PRIMA, DURANTE E DOPO LA TRASFUSIONE EVENTUALI REAZIONI TRASFUSIONALI E LORO TRATTAMENTO IL PAZIENTE DOVREBBE RIMANERE SOTTO OSSERVAZIONE PER ALMENO UN ORA DOPO LA FINE DELLA TRASFUSIONE. 50

51 Il processo trasfusionale Area donatore Area paziente SELEZIONE DEL DONATORE ACCETTAZONE PAZIENTE RACCOLTA DEL SANGUE INDICAZIONE TRASFUSIONE DISTRIBUZIONE EMOCOMPONENTI TEST SUL DONATORE PRELIEVO CAMPIONE SANGUE IDENTIFICAZIONE PAZIENTE PREPARAZIONE EMOCOMPONENTI INVIO CAMPIONE E MOD. RICHIESTA TRASFUSIONE EMOCOMPONENTI CONSERVAZIONE EMOCOMPONENTI TEST PRE-TRSFUSIONALI E SELEZIONE EMOCOMPONENTI FOLLOW UP PAZIENTE Safety blood Transfusion safety Sicurezza trasfusionale totale 51

52 ERRORE TRASFUSIONALE Report su 104 casi di errori trasfusionali di New York su trasfusioni (Linden et al. 1992, modificato) Periodo di osservazione: 22 mesi > 50% gli errori in reparto Unità di globuli rossi trasfusi N di errori trasfusionali 92 (1/19.000) Trasfusioni ABO incompatibili 54 (1/33.000) di cui a esito fatale 3 (1/ ) Trasfusioni errate AB0-compatibili Stimate:1/ Proiezione dei dati di NY sul territorio USA: n di errori ABO Errore di identificazione del pz e/o dell unità prima della trasfusione 43% Errore del flebotomista 11% Errore della Banca del Sangue 25% Errori di altri servizi 17% 52

53 Cause degli errori Trasfusionali New York State, (Linden JV, 2000) Tipo di errore Numero (%) Numero (%) fuori dal centro trasfusionale 259 (56) Errore di identificazione 171 (37) Errore di prelievo (pz sbagliato) 62 (13) Richiesta non corretta 22 (5) Altri 4 (1) Nel centro trasfusionale 135 (29) Esami sul campione sbagliato 39 (8) Errore tecnico di determinazione 34 (7) Consegna dell unità sbagliata 17 (4) Errore di determinazione, clericale 16 (3) Assegnazione dell unità sbagliata 14 (3) Altro 15 (3) Errori Composti 67 (15) Errata consegna / errore di identify. 48 (10) Altri 19 (5) Non determinati 1 (0.2) 1 (0.2) 53

54 ERRORE TRASFUSIONALE L incidenza dell errore trasfusionale riferita in letteratura è largamente sottostimata, in quanto i dati pubblicati corrispondono a quelli segnalati dai clinici solamente in seguito a complicanze clinicamente gravi o rilevanti della trasfusione In Italia vige l obbligo di segnalazione al Servizio di immunoematologia e trasfusione (SIT) di tutti gli eventi avversi, ma non esistono dati ufficiali a livello nazionale in quanto il Sistema di emovigilanza italiano è ancora in fase di implementazione 54

55 GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI TUTTE LE TRASFUSIONI DEVONO ESSERE MONITORATE CON ACCURATEZZA E INTERROTTE AL PRIMO SOSPETTO DI REAZIONE 55

56 GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI PORRE ATTENZIONE A OGNI SEGNO O SINTOMO CHE COMPAIA NEI PRIMI 15 MINUTI DELLA TRASFUSIONE : - SENSO DI ANGOSCIA - BRIVIDI - FEBBRE - DOLORI LOMBARI - TREMORI - ORTICARIA 56

57 GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI QUANDO SI SOSPETTA UNA REAZIONE: - Interrompere immediatamente la trasfusione - Tenere pervia la vena utilizzando una soluzione salina con un nuovo set da infusione - Documentare i segni vitali - Controllare l etichetta della sacca e i dati del paziente - Avvisare il medico responsabile 57

58 GESTIONE DELLE REAZIONI TRASFUSIONALI IN CASO DI REAZIONE TRASFUSIONALE:.- inviare la sacca al Centro Trasfusionale - inviare un campione di sangue del paziente al Centro Trasfusionale - inviare campioni di sangue e urine per gli accertamenti di laboratorio - segnalare la reazione trasfusionale sull apposito modulo e inviarlo al Centro Trasfusionale. 58

59 Come ridurre gli errori L errore è nella natura umana Non possiamo modificare la natura umana ma possiamo modificare l ambiente nel quale la natura umana opera. J. Reason, BMJ marzo

60 STARE SEMPRE ATTENTI A COSA VIENE FATTO COME LO SI FA CHI LO FA 60

61 GRAZIE PER L ATTENZIONE DEDICATAMI 61

62 REGIONE CAMPANIA AZIENDA SANITARIA SALERNO ambito SA/3 P.O. di Vallo della Lucania (SA) U.O.C. di Medicina e Chirurgia d Urgenza e d Accettazione Direttore: Dott. Antonio APOLITO dicembre 2010 Centro Congressi Hotel Ariston Paestum (SA) IMPARARE DALL EVIDENZA DALL ERRORE UNA TRASFUSIONE DI TROPPO UN PROTOCOLLO TRASFUSIONALE Relatore Dott. Giovanni LERRO C.P.S. Infermiere U.O.C. Medicina d Urgenza Docente in Scienze Infermieristiche Generali Cliniche e Pediatriche MED/45 62

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