Le gelate tardive dell'ultima decade di marzo 2008 in provincia di Bologna

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1 Sala operativa agrometeorologica Le gelate tardive dell'ultima decade di marzo in provincia di Bologna Nell ultima decade di marzo vaste aree del territorio bolognese sono state interessate da gelate tardive. Le temperature minime sono scese al di sotto dello zero nei giorni del, 1,, 5, e 9 marzo. Situazione sinottica: Un cambio repentino della circolazione atmosferica sull Atlantico settentrionale, che convogliava in precedenza flussi da sud ovest verso l Europa, da metà marzo disponeva le correnti dai quadranti settentrionali. Masse d aria, originatesi sulla Groenlandia, affluivano attraverso l Atlantico settentrionale ed il mare del Nord verso l Europa centrale nelle giornate tra il 17 ed il marzo. Sul Mediterraneo le correnti in quota subivano un brusca rotazione da occidente, così che aria più temperata ed umida generava estesa nuvolosità e precipitazioni sul versante tirrenico. Un nuovo e più intenso impulso di aria fredda, proveniente sempre dalla Groenlandia, interessava con precipitazioni diffuse la penisola italiana durante le vacanze pasquali. Il successivo spostamento del sistema verso levante permetteva l afflusso dell aria fredda direttamente verso il Mediterraneo, con una conseguente attenuazione della nuvolosità sulle regioni settentrionali dalla giornata del. La massa d aria fredda che affluiva verso l Europa, avendo attraversato tutto l Atlantico settentrionale, aveva le caratteristiche tipiche di una massa d aria polare marittima. Altri eventi di gelate tardive del passato, ad esempio quella dell aprile 3, vedevano un centro d azione meteorologica posto più verso levante, tra l Ucraina e la Russia, che convogliava nei bassi strati aria continentale e secca. Caratteristiche della gelata: Le gelate tardive si sono verificate a seguito di due eventi successivi: avvezione di aria fredda proveniente da Nord e la perdita di calore per irraggiamento del suolo nelle ore notturne. In queste condizioni la temperatura minima si raggiunge all'alba e si verifica alla superficie del suolo (o dell erba sovrastante) nelle zone più basse (nelle depressioni della pianura e nei fondovalle). L aria si raffredda a contatto del suolo e inizia la stratificazione che porta al fenomeno dell inversione termica (aumento della temperatura con la quota). Il fenomeno dell'inversione termica nei primi metri può risultare anche superiore ad un grado per metro. Mappe delle temperature minime registrate durante le gelate. I dati raccolti nel corso delle sperimentazioni realizzate in ambito regionale e nazionale hanno sempre dimostrato la difficoltà a delimitare la rappresentatività dei valori di temperatura rilevati nelle stazioni meteorologiche poiché è necessario considerare in modo appropriato l effetto della topografia del territorio. Anche in aree presumibilmente omogenee, come può sembrare la pianura emiliano-romagnola, la differenza di temperatura può essere anche di alcuni gradi in aree relativamente piccole (centinaia di metri o pochi chilometri) (Zinoni et al., ; Zinoni et al., ; Antolini et al., 3). Questi elementi concorrono a giustificare, assieme ai fattori vegetativi propri della coltura (sensibilità della specie e della varietà, stadio di sviluppo, stato nutrizionale, stato idrico ecc.) la grandissima variabilità nei danni osservati sulle colture anche in aree ristrette. I dati originali utili alla produzione delle mappe sono stati ricavati dalla rete regionale Arpa-Sim; i sensori di temperatura sono posti ad un'altezza di circa cm dal suolo.

2 Breve commento alle mappe. La prima gelata della serie si è verificata nella notte tra giovedì e venerdì 1 marzo (figg. 1 e ). In tutte le aree di pianura più settentrionale le temperature sono scese al di sotto dello zero (colore azzurro), i valori minimi sono stati raggiunti agli estremi occidentale ed orientale della provincia con minime sino a -3 nella mattina del 1. La gelata di lunedì marzo (fig.3), è stata meno intensa della precedente con valori minimi compresi tra e -1. Gli eventi più intensi sono comunque risultati quelli del 5 e marzo, in quasi tutta la pianura si registravano valori inferiori allo zero con vaste aree in cui le minime raggiungevano temperature comprese tra -3 e - (colore verde) (figg. e 5). L'ultima gelata della serie si è verificata alle prime ore di sabato 9 (fig.), si è trattato in questo caso di un evento lieve e localizzato all'estremo nord-orientale della provincia. Analisi delle temperature minime registrate in alcune stazioni meteorologiche e confronto con i valori medi del quinquennio precedente Per un'analisi giornaliera puntuale e più approfondita delle temperature minime giornaliere registrate durante le gelate e per un confronto con i valori medi del quinquennio precedente sono state scelte 5 stazioni meteo dislocate nell'area orientale della provincia. La localizzazione e l'identificazione delle stazioni sono desumibili dalla fig. 7 e dalla tabella 1. Dall'analisi dei grafici (da Fig. a Fig.1) si osserva che nell'ultima decade di marzo si sono verificati, in tutti i siti, abbassamenti termici inferiori allo zero con notevoli scostamenti in confronto alla media degli anni precedenti. I giorni più critici risultano ovunque il 5 ed il. Le minime, con la sola eccezione della stazione di Imola - Mario Neri, sono scese attorno a -3 con punte sino a registrati nella stazione di Medicina -S.Antonio. Nei giorni del 5 e le minime attese nelle aree analizzate (media dei 5 anni precedenti) risulta generalmente comprese tra e. Effetti sulle colture: L'inversione termica Negli eventi di gelo tardivo per irraggiamento come questi, si verifica il fenomeno della inversione termica. Le temperature diminuiscono con la diminuzione della quota: in fig.13 è presentato un esempio di curva di inversione termica ricavata da misure micrometeorologiche svolte presso il Centro Meteorologico Operativo di S. Pietro Capofiume durante una gelata verificatasi nel marzo. Agli effetti pratici significa che i valori minimi raggiunti in campo alle quote inferiori ai cm (quota di posizionamento dei sensori delle capannine meteo) sono sensibilmente inferiori delle temperature rilevate dalle centraline medesime; la diminuzione della temperatura con la quota può superare valori di 1 per metro. La fase fenologica. In Tabella sono indicate, per le principali colture frutticole, le fasi fenologiche presenti durante il periodo delle gelate; viene inoltre fornita, per ogni coltura e fase fenologica, una indicazione dei valori limiti di temperatura (ricavati dalla bibliografia) ai quali corrispondono danni attesi rispettivamente del 1 e 9 %. Confrontando i valori limite di temperatura della tabella con le minime raggiunte in campo si ricava che i maggiori danni sono attesi per le drupacee ( albicocco pesco e susino cino-giapponese). Si ricorda comunque che la variabilità risulta in questi casi elevatissima e solo il controllo in campo è in grado di fornire indicazioni precise sui livelli reali di danno.

3 Fig. 1: T min /3/ Fig. : T min 1/3/ Fig. 3: Tmin /3/ Fig. : Tmin 5/3/ Fig. 5: T min /3/ Fig. : T min 9/3/ c

4 id Stazione Cod. Quota (m) 1 Imola - Mario Neri Imola - Sasso Morelli Medicina S. Antonio Molinella- S.Pietro Capofiume 11 5 Budrio - Mezzolara 3 1 Fig. 7: Tabella 1 Temperatura minima giornaliera registrata nei giorni dal al 31 marzo e confronto con la temperatura minima media degli anni precedenti - Stazione di Imola Mario Neri Temperatura minima giornaliera registrata nei giorni dal al 31 marzo e confronto con la temperatura minima media degli anni precedenti - Stazione di Imola Sasso Morelli Fig. : -mar 1-mar -mar 3-mar -mar 5-mar -mar 7-mar -mar 9-mar 3-mar T min giornaliera Tmin giornaliera media 3-7 (manca ) - - -mar 1-mar Fig. 9: -mar 3-mar -mar 5-mar -mar 7-mar -mar 9-mar 3-mar T min giornaliere (3-7) Temperatura minima giornaliera registrata nei giorni dal al 31 marzo e confronto con la temperatura minima media degli anni precedenti - Stazione di Medicina S. Antonio Temperatura minima giornaliera registrata nei giorni dal al 31 marzo e confronto con la temperatura minima media degli anni precedenti - Stazione di Molinella - S.Pietro Capofiume T min giornaliera (5-7) 1 - T min giornaliera (3-) - - -mar 1-mar Fig. 1: -mar 3-mar -mar 5-mar -mar 7-mar -mar 9-mar 3-mar -mar 1-mar Fig. 11: -mar 3-mar -mar 5-mar -mar 7-mar -mar 9-mar 3-mar

5 Temperatura minima giornaliera registrata nei giorni dal al 31 marzo e confronto con la temperatura minima media degli anni precedenti - Stazione di Budrio Mezzolara Profilo della temperatura stimato su dati registrati il /3/ ore :3 nel campo prova di S.Pietro Capofiume 1 - T min giornaliere T min giornaliere medie (5-7) altezza dal suolo in cm mar 1-mar -mar Fig. 1: 3-mar -mar 5-mar -mar 7-mar -mar 9-mar 3-mar Fig. 13: coltura Fase fenologica al marzo (da bollettino provinciale di Produzione Integrata n 7 del /3/) T 1% * Albicocco scamiciatura -, -,7 T 9% * Pesco fioritura caduta petali -,7 -, / -,9 ciliegio bottone bianco inizio fioritura -, -,1 Susino europeo bottone bianco - -7,9 Susino cino-giapponese fioritura caduta petali -, -,3 Pero mazzetti affioranti bottone bianco -3,1 -, Melo mazzetti affioranti bottone rosa -,7 -, Tabella *T 1% temperatura che causa una mortalità del 1% di gemme a fiore, fiori o frutticini *T 9% temperatura che causa una mortalità del 9% di gemme a fiore, fiori o frutticini La definizione del 1-9 % di danno implica che 3 minuti trascorsi alla temperatura indicata causino la morte rispettivamente del 1 9 % delle parti di pianta colpite durante lo stadio fenologico indicato. Rielaborazione da Proebsting E.L., Jr., Mills H.H., 197, Rossi F.,, Snyder R.L.,ed altri, 5.

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