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1 3.5 - SPECIE DI INTERESSE GESTIONALE All interno di questa sezione verranno riportate le specie che, avendo interazioni con le attività umane, sono in genere classificate come nocive o, per lo meno, indesiderate. Vengono inoltre incluse le specie alloctone immesse, che possono aver interazioni negative con le specie autoctone. Tra queste ultime sono escluse quelle specie introdotte in tempi storici (per esempio, il Coniglio selvatico o il Fagiano) e che hanno costituito popolazioni naturalizzate Specie alloctone Elenco specie alloctone che possono avere impatti con il socio-ecosistema della provincia di Lecco. Nome italiano Nome scientifico Interazioni specie autoctone Interazioni aspetti venatori Interazioni aspetti alieutici Scoiattolo grigio Sciurus carolinensis -- Nutria Myocastor Muflone Interazioni altre attività coypus -? ( -- ) - Ovis musimon? + Quaglia giapponese Coturnix japonica --? Tartaruga dalle Trachemys orecchie rosse scripta ( -- )? Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) Lo scoiattolo grigio è stato immesso circa anni fa da privati, nel parco di una villa di Monticello Brianza. Da allora la sua presenza si è estesa nel territorio circostante, seguendo le direttrici indicate nella figura sotto. La sua presenza non sembra al momento aver danneggiato lo scoaiottolo rosso, reintrodotto nel Parco di Montevecchia; la popolazione di quest ultimo è infatti in espansione, sia numerica che di areale. 81

2 La situazione andrà monitorata nel futuro, mentre interventi attivi sono attualmente programmati dalla Regione Lombardia, in collaborazione con la provincia di Milano, i Parchi del Lambro, di Montevecchia e dell Adda Nord, seguendo quanto riportato nelle linee guida dell ISPRA. Nutria (Myocastor coypus) La nutria è stata segnalata recentemente lungo il corso del fiume Adda. La prima segnalazione è avvenuta in località Toffo (Calco), nel 2003 ed era relativa ad un maschio adulto, in esplorazione. Da allora la specie è segnalata sporadicamente nell area; la prima segnalazione di avvenuta riproduzione è del 2006, in località Bella Venezia (Brivio). Nella figura sotto sono riportati gli avvistamenti, che comprendono l asta del fiume Adda e il lago di Annone. In collaborazione con il Parco Adda Nord si prevede di realizzare una piano di controllo, mediante gabbie, sulla base delle linee guida ISPRA. Altri mammiferi Alcuni mammiferi alloctoni presenti in provincia di Lecco non hanno formato, al momento, popolazioni in espansione. Tra questi ricordiamo: - il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), con alcuni nuclei presenti in maniera temporanea, spesso decimati dalla myxomatosi; - il Daino (Dama dama), presente in allevamenti di privati; - il Muflone (Ovis musimon), rilasciato nel Triangolo lariano per scopi venatori. Occasionalmente sono segnalati negli ultimi anni anche altri animali, sfuggiti dalla cattività, come il Procione (Procyon lotor) e il Cane della prateria (Cynomys sp.). Vengono invece deliberatamente liberate, a scopi venatori, alcuni individui di Silvilago o Minilepre (Sylvilagus floridianus). Alcuni nuclei sono presenti al confine, nella provincia di Como. 82

3 Quaglia giapponese (Coturnix japonica) Utilizzata per scopi venatori, all interno dei campi addestramento cani, la quaglia giapponese si ibrida con la quaglia. L introgressione genetica crea problemi alla specie autoctona, visto il diverso comportamento migratorio delle due specie. Spesso viene anche liberata per alcune gare di addestramento, in territorio libero. Nelle figura sotto vengono riportati i campi di gara dove sono state rilasciate negli ultimi anni le quaglie d allevamento. 83

4 Altri uccelli Tra gli uccelli alloctoni presenti in provincia, si segnalano individui sfuggiti da allevamenti privati o provenienti dal vicino Parco delle Cornelle, in provincia di Bergamo. Sono stati infatti avvistati Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), Cigno nero (Cygnus atratus), Anatra sposa (Aix sponsa), Anatra mandarina (Aix galericulata), ma anche un fringillide asiatico (Amandava sp.). Nel passato le liberazioni a scopo venatorio hanno compreso anche ibridi tra coturnice e Coturnice orientale (Alectoris chukar), Pernice rossa (Alectoris rufa), ecc. Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) La tartaruga dalle orecchie rosse è in tutta la provincia, ad eccezione delle zone più a nord (figura sotto). La maggior parte delle segnalazioni deriva da immissioni dirette, ma la presenza di individui di dimensioni molto ridotte porta a dedurre la probabile riproduzione di questa specie, in particolare lungo l Adda. La mancanza di un divieto di vendita di questa specie (e di altre simili) rende non proponibile un programma di cattura di questi individui, in vista di una possibile reintroduzione della tartaruga palustre autoctona. 84

5 3.5.2 Specie autoctone Elenco specie autoctone che hanno interazioni con aspetti sociali nella provincia di Lecco. Nome italiano Nome scientifico Interazioni aspetti venatori Volpe Vulpes vulpes Cormorano Svasso maggiore Anatra germanata Cornacchia grigia Gazza Phalacrocorax -- Interazioni aspetti alieutici Interazioni altre attività phalacrocorax Podiceps cristatus Anas platyrhynchos Corus corone cornix Pica pica -- --? ( -- ) ( -- ) Colombo domestico Columba livia var. domestica -- Volpe La volpe, come altri carnivori generalisti, viene considerata un animale nocivo dall ambiente venatorio. Questo giudizio si basa su osservazioni di eventi di predazione su piccola selvaggina. Queste osservazioni non scientifiche (vedi cap. 4) portano a deduzioni non sostenibili. Studi accurati (Coté & Sutherland, 1997) hanno dimostrato invece che la predazione su piccola selvaggina viene effettuata da molti predatori e che una guild di predatori si controlla a vicenda e, riducendo il numero di individui infetti da varie parassitosi, tende a mantenere sana la popolazione preda. Non esiste comunque un monitoraggio delle zone dove sono registrati gli episodi di predazione né della dinamica delle popolazioni preda coinvolte. Nella figura sotto viene riportato il risultato del modello per la volpe che, come si può notare, raggiunge punteggi elevati sia in pianura che in montagna.? 85

6 Cap. 3 Vocazione del Territorio L analisi delle richieste di risarcimento danni, da parte dei carnivori, è molto limitata (vedi paragrafo seguente). Va tenuto presente, come dimostrato da parecchi studi, che la riduzione dei carnivori porta ad un aumento dei danni all agricoltura da parte di roditori (ratti, topi, arvicole) ed altre specie preda. Uccelli ittiofagi L aumento generalizzato di alcune specie ha portato ad un incremento nel conflitto tra specie ittiofaghe e il mondo legato alla pesca (vedi Piano ittico della provincia di Lecco). Come per la volpe, spesso questi conflitti si basano su considerazioni emotive, non motivate in genere dal punto di vista ecologico o scientifico. Principali indiziati per questi aspetti sono quelle specie che hanno visto negli ultimi anni una dinamica di popolazione positiva, come il cormorano, lo svasso maggiore e l airone cenerino. Anche il cigno reale e il germano reale (assieme ai vari ibridi domestici spesso definiti anatre germanate) vengono indicati come causa di danni o interazioni con aspetti della fauna ittica. Come anche per i carnivori, la soluzione di questi conflitti deve ricorrere a interventi mirati e controllati, in particolare in riferimento alle modifiche ambientali idonee a creare aree di rifugio per le specie preda e a mantenere le dinamiche ecologiche del sistema. Nelle figure sotto sono riportate le garzaie di Airone cenerino e i dormitori di cormorano. Principali garzaie di Airone cenerino. Le dimensioni e i colori dei pallini Principali dormitori di Cormorano. Le dimensioni e i colori dei pallini sono relative al numero massimo negli ultimi anni di individui al dormitorio. sono relative al numero massimo negli ultimi anni di individui in garzaia. 86

7 Corvidi Come la volpe, anche i corvidi sono spesso identificati come specie nocive. Questa sensazione è aumentata dal comportamento invernale della cornacchia grigia, che la porta a formare dormitori (roost) comuni, con la presenza di molti individui provenienti dalle zone limitrofe. Anche in questo caso manca il monitoraggio regolare di queste presenze. Nella mappa sotto vengono riportati i principali dormitori della Cornacchia grigia nella zona planiziale (quadratino magenta). Colombo domestico Il Colombo domestico deriva da un lungo processo di addomesticamento del Piccione selvatico (Columba livia). Inizialmente la specie è stata addomesticata per scopi alimentari; in seguito, in questi ultimi secoli, è avvenuto un processo di ritorno in natura, permesso dal microclima più caldo delle città e dell abbondanza di cibo che in esse trova. Questa lunga coevoluzione con l uomo ha prodotto forme diverse, che si possono identificare come segue: - Colombo selvatico, ormai raro in natura, nidifica su zone rocciose delle isole del Mediterraneo e nell Appennino centro-meridionale; - Colombo torraiolo, forma selvatica inurbata, che utilizza le città solo come sito di rifugio o per la riproduzione, mentre si alimenta in natura. È indistinguibile dalla specie selvatica e si può considerare quasi estinto; - Colombo domestico, è la forma allevata dall uomo a scopo ornamentale o alimentare. All interno di questa categoria rientra il colombo viaggiatore. Ha parecchie forme e colorazioni; - Colombo di città o urbano, si è originato dalle forme allevate, sfuggite alla cattività. Forma gruppi commensali dell uomo ed è la forma che crea la maggior parte dei problemi gestionali. Come la forma progenitrice, mostra parecchie forme e colorazioni. In provincia di Lecco la maggior parte delle segnalazioni avvengono nel Meratese, in particolare nella zona di Rogeno e di Merate. Nella cartina sopra riportata vengono riportati con un quadrato magenta i dormitori della Cornacchia grigia; con i pallini gialli le zone dove sono state segnalati problemi con il Colombo domestico. 87

8 Altri uccelli Fistione turco e Moretta tabaccata. Le immissioni clandestine di queste specie, nell Adda, hanno dato origine a nuclei riproduttivi che sono ora completamente selvatici. Queste immissioni, sia pur non programmate, non hanno portato a problematiche gestionali e non si prevede ne produrranno in futuro. La presenza costante per tutto l anno di Cigno reale (Cygnus olor) ha avuto origine da alcune immissioni clandestine; questa specie si riproduce regolarmente in varie parti della provincia. Non porta in genere a problematiche gestionali MAPPAGGIO DEI DANNI ECONOMICI Le richieste di risarcimento danni che vengono liquidate ogni anno sono abbastanza limitate. Nella figura sotto vengono individuata, per comune, la somma liquidata (in euro) dagli anni 1996 al

9 Nei seguenti grafici vengono invece riportate le localizzazioni suddivise per gruppo: Ungulati Carnivori Lagomorfi Corvidi 89

10 Come si può notare, l importo richiesto per i danni causati dalla fauna selvatica in provincia di Lecco è modesto e localizzato. La localizzazione puntuale dei danni è un aspetto da sottolineare, in quanto è possibile intervenire con interventi mirati, finalizzati alla minimizzazione del problema. Va segnalato che non sono riportati, in questa analisi, i danni derivati da incidenti stradali con ungulati, in quanto i risarcimenti sono di competenza regionale. Anche in questo caso è però da segnalare che le zone dove si verificano sono abbastanza localizzate (vedi figura sotto a sinistra) ed è quindi possibile intervenire con mezzi dissuasori o di avvertimento che possono ridurre significativamente l entità del problema INTERVENTI DI REPERIBILITÀ Nella figura sotto sono mappati gli interventi effettuati dalla polizia locale per il soccorso della fauna in difficoltà o a causa di incidenti. La specie principalmente coinvolta è il capriolo (quadratino verde), seguito dal cervo (pallini marroni); le zone coinvolte sono indicate dall interpolazione della kernel analysis: l Olgiasca, la zona di Tremenico, il conoide di Dervio, la zona a nord di Lecco e l area di Onno ma, soprattutto, la zona a nord di Bellano e il Pian del Balisio. Ungulati Carnivori Gli interventi per i carnivori, in particolare la volpe (quadratino rosso) e il tasso (quadratino verde) sono distribuiti in tutta la provincia, spesso in vicinanza di strade. Alcune aree di alta densità di intervento si sovrappongono a quelle degli ungulati. 90

11 Rapaci diurni Rapaci notturni Per quel che riguarda i rapaci c è da segnalare una differenza nella localizzazione degli interventi tra rapaci diurni e rapaci notturni: i diurni sembrano concentrarsi nelle zone in vicinanza dei laghi, mentre i notturni sono concentrati in pianura, in particolare a causa degli interventi di recupero delle civette. La concentrazione dei diurni lungo le sponde dei laghi può essere dovuta all utilizzo del lago come direzione di migrazione, sia in primavera che in autunno. 91

12 Uccelli acquatici Rondini e Rondoni Per gli uccelli acquatici non viene segnalata un area di concentrazione particolare, ma gli interventi sono distribuiti lungo tutta la provincia, in vicinanza delle sponde dei laghi e dei fiumi. Infine, molti interventi sono relativi a rondini e rondoni, con particolare riferimento ai nidiacei che cadono dal nido o, per il rondone, a individui caduti a terra a causa di temporali e che non sono in grado di riprendere il volo. La maggior parte degli interventi si situa, per questi casi, nei dintorni della città di Lecco e paesi vicini, a causa della maggio presenza di persone che individuano l animale in difficoltà. 92

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