CAPITOLO 6 Processi attivati termicamente e diffusione nei solidi ESERCIZI CON SOLUZIONE SVOLTA. Problemi di conoscenza e comprensione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CAPITOLO 6 Processi attivati termicamente e diffusione nei solidi ESERCIZI CON SOLUZIONE SVOLTA. Problemi di conoscenza e comprensione"

Transcript

1 CPITOLO 6 Processi attivati termicamente e diffusione nei solidi ESERCIZI CON SOLUZIONE SVOLT Problemi di conoscenza e comprensione 6.1 Nella maggior parte dei casi, le lastre di metallo laminato sono riscaldate ad una temperatura relativamente alta che permette ulteriori laminazioni a caldo senza eccessiva ossidazione del metallo. Una volta che la laminazione a caldo è completa, il metallo è riscaldato o ricotto per rimuovere l incrudimento indotti dalla lavorazione a caldo. 6.2 Il processo di estrusione diretta è molto utilizzato. Le leghe di alluminio e di rame sono i metalli maggiormente estrusi, ma vengono estrusi anche gli acciai inossidabili, gli acciai al carbonio ed altri metalli. 6.3 La forgiatura a stampo aperto è condotta utilizzando due matrici piane o con due matrici con forme semplici. La forgiatura a stampo chiuso è condotta con una sola coppia di stampi o diversi stampi in successione all interno dei quali viene posto il metallo. Esempi di questi tipi di matrici sono mostrati in modo schematico in figura. Un esempio di una forgiatura eseguita con un processo in stampo aperto è un lungo albero per applicazioni in turbomacchine come una turbina. Una biella dell albero motore per automobile è un esempio di forgiatura in stampo chiuso. 6.4 Nel processo di trafilatura una barra od un filo di partenza viene trafilato attraverso una o più matrici rastremate per ridurre la sezione trasversale del filo. È importante avere una superficie pulita così da non introdurre difetti nel filo. nche la lubrificazione è necessaria per prevenire il laceramento del metallo durante la trafilatura attraverso la matrice e per ridurre l attrito. 6.5 (a) sforzo nominale = σ = forza normale applicata (uniassiale) / superficie resistente iniziale deformazione nominale = ε = variazione nel tratto utile / lunghezza tratto utile iniziale (l f l o )/l o (b) sforzo reale = σ r = forza normale applicata (uniassiale) / superficie resistente istantanea deformazione reale = ε r = ln (lunghezza iniziale / lunghezza iniziale (c) le unità sono espresse come: sforzo (sia normale che di taglio) lb/in 2 o psi Sistema US N/m 2 (newton per metri quadrati) Sistema SI deformazione normale: adimensionale (in/in, m/m, ecc ) deformazione di taglio: radianti 1

2 (d) σ è definito come sforzo normale prodotto come un risultato dell applicazione di una forza che è perpendicolare ad una superficie nota. Se la forza applicata è in trazione, gli sforzi normali prodotti saranno in trazione. Se la forza applicata è in compressione, anche gli sforzi normali prodotti saranno in compressione. Gli sforzi di taglio, τ, d altra parte, sono prodotti come un risultato dell applicazione di una forza che è parallela ad una superficie nota (forza di taglio). Quindi σ e τ devono essere trattati diversamente. (e) Gli sforzi normali producono deformazioni normali. Gli sforzi normali di trazione producono deformazioni normali di trazione e gli sforzi di compressione producono deformazioni normali di compressione. Le deformazioni normali rappresentano una variazione di lunghezza. D altro canto, gli sforzi di taglio producono deformazioni di taglio. Gli sforzi di taglio rappresentano variazioni di distorsione o variazioni negli angoli rispetto alla situazione iniziale. Quindi, le deformazioni normali e di taglio devono essere trattate diversamente. 6.6 Le bande di scorrimento sono delle tracce a gradino visibili sulla superficie di un metallo che sono causati dalla deformazione di taglio, o scorrimento, di atomi o di piani del metallo. Mentre le bande di scorrimento sono separate da circa diametri atomici, i cluster di microscopiche linee di scorrimento si trovano tra le bande di scorrimento. nche questi gradini più sottili, circa atomi, si trovano sui piani di scorrimento. 6.7 (a) Lo scorrimento normalmente avviene sui piani compatti perché gli atomi su questi piani sono in stretta vicinanza tra loro e quindi richiedono minore energia di sforzo di taglio per lo spostamento. (b) Lo scorrimento normalmente avviene lungo direzioni compatte perché è richiesta l energia minima per forzare gli atomi a cambiare le posizioni. 6.8 Lo sforzo critico di taglio, τ c, per un monocristallo è il minimo sforzo di taglio richiesto per iniziare il processo di scorrimento. Questo valore minimo è essenzialmente lo sforzo di snervamento di un monocristallo. Una volta che viene raggiunto il livello di sforzo critico su un piano specifico, la metà superiore del piano scorrerà sulla metà inferiore del piano nella direzione del vettore di direzione di scorrimento. Uno scorrimento eccessivo porterà eventualmente in una rottura lungo il piano di scorrimento. 6.9 Nel meccanismo per scorrimento tutti gli atomi di una parte del piano di scorrimento si muovono di distanza uguale, in modo che si formano dei gradini di scorrimento. Nel meccanismo per geminazione, invece, gli atomi si muovono solamente di distanze che sono proporzionali alle loro rispettive distanze dal piano di geminazione e quindi formano una regione ben definita di deformazione Le bande di scorrimento nei metalli policristallini risultano essere parallele all interno di un grano, ma discontinue ai bordi di grano La lavorazione a freddo normalmente diminuisce la duttilità dei metalli, perché la densità di dislocazioni del metallo aumenta e quindi è inibito lo scorrimento dovuto al movimento di dislocazioni (a) Il rafforzamento per soluzione solida è un metodo per aumentare la resistenza meccanica del metallo. ggiungendo uno o più elementi, il movimento delle dislocazioni viene impedito dalle distorsioni del reticolo cristallino e dall introduzione di diverse strutture di legame. I due principali tipi di rafforzamento per soluzione solida sono quello sostituzionale e interstiziale. (c) Due importanti fattori che influenzano il rafforzamento per soluzione solida sono: la dimensione relativa degli atomi degli elementi 2

3 nella soluzione solida; l ordine a corto raggio degli atomi dei differenti atomi all interno dei cluster x, si osserva una struttura a grani molto allungati. Mentre a x, sono evidenti nella microstruttura aggrovigliamenti di dislocazioni e strutture a bande, o sottograni, prodotti dalla lavorazione a freddo Durante un trattamento termico di ricristallizzazione, si ha la nucleazione di nuovi grani non deformati e, dopo un tempo sufficiente, si ha la crescita finché la struttura dei grani è completamente ricristallizzata I due principali meccanismi di ricristallizzazione primaria sono: l espansione di un nucleo isolato in un grano deformato; la migrazione di un bordo di grano ad ampio angolo in una regione del metallo molto più deformata (a) ffinché avvenga la ricristallizzazione, il metallo deve avere un grado minimo di deformazione. Maggiore è l estensione della deformazione sopra quella minima richiesta, minore è la temperatura richiesta per la ricristallizzazione. (b) umentando la temperatura, diminuisce il tempo richiesto per la completa ricristallizzazione. (c) umentando la velocità di riscaldamento, aumenta la temperatura di ricristallizzazione. (d) La dimensione finale del grano dipende principalmente dell estensione iniziale della deformazione; maggiore è il grado di deformazione, minore è la temperatura di ricottura richiesta per la ricristallizzazione. (e) Con la diminuzione della purezza del metallo, aumenta la temperatura di ricristallizzazione. Quindi, gli additivi di lega in soluzione solida aumentano la temperatura di ricristallizzazione Il meccanismo di deformazione nella superplasticità non è principalmente dislocazioni e il loro movimento, ma piuttosto lo scorrimento dei bordi di grano (i grani scorrono uno sull altro lungo i bordi) e la diffusione dei bordi di grano nei quali gli atomi da un grano diffondono lungo il bordo di grano fino ai grani attorno (si veda Fig. 6.53) 6.18 Quando la dimensione dei grani diminuisce, la densità dei bordi di grano aumenta e può prevenire lo scorrimento e la capacità del metallo di resistere al movimento delle dislocazioni aumenta. Le dislocazioni prodotte si impileranno velocemente ai bordi e formeranno un groviglio di dislocazioni che porterà ad un aumento nella resistenza meccanica del metallo MPa Stress (MPa) Strain (mm/mm) MPa 3

4 Stress (MPa) Strain (mm/mm) Problemi di sintesi e di valutazione 6.21 Il principale problema nella produzione di monete da metalli preziosi è quello di minimizzare il materiale di scarto. nche se c è sempre una quantità minima di scarto, se viene prodotto un grande numero di monete, questo potrebbe avere una considerevole perdita finanziaria. Gli stadi per nella fabbricazioni di monete in metalli preziosi sono: 1. colata per ottenere una barra; 2. la barra viene laminata per ottenere il corretto spessore; 3. vengono prodotti dischi tondi utilizzando il processo della coniatura; 4. la superficie viene lucidata; 5. i dischi lucidati sono compressi tra due matrici (dette conio ) con il disegno voluto in molti colpi. Punto importante: per evitare prodotti di scarto, dopo che ogni moneta viene coniata, le matrici sono pulite per rimuovere e conservare i residui di materiale prezioso. Quindi, il processo di produzione è molto più veloce del processo di conio convenzionale Lavorazione da fonderia 6.23 Il cuore più interno solidifica e si contrae leggermente. Quando solidifica e si contrae ogni strato, si producono sforzi residui di compressione. Per esempio, si consideri il punto sotto sforzi di compressione tangenziali: 4

5 σ 0 (compressione) Se il carico interno determina uno sforzo di trazione pari a 60: Lo sforzo totale nel cuore più interno nel punto sarà zero. σ 0 (Compressione σ 0 (Trazione) sforzo netto nullo -σ 0 + σ 0 = 0 Lo sforzo originale di compressione protegge il cilindro dagli stati di tensione Per un cubo e una sfera con lo stesso volume (4π/3R 3 =a 3 ): R = 0.62 a raggio della sfera lato del cubo rea di superficie della sfera = 4πR 2 = 4.82a 2 rea di superficie del cubo = 6a 2 Poiché il cubo (dello stesso volume della sfera) ha una maggiore area di superficie, perderà il calore più rapidamente e si raffredderà più velocemente (a) Durante i processi di formatura dei metalli come la laminazione a freddo o la forgiatura, i grani sono sollecitati nella direzione del flusso (Figura 6.41). Come risultato, il componente diventa più resistente in questa direzione (direzione di allungamento dei grani). Nella direzione trasversale alla direzione di flusso, il materiale sarà meno resistente. Questo è un esempio di comportamento anisotropo (direzione dipendente). Simili cambiamenti ci possono essere nella durezza, resistenza a snervamento e duttilità. (b) Durante i processi di formatura a caldo, quando i grani si allungano, l alta temperatura determinerà una continua ricristallizzazione e crescita dei grani. Come risultato, i grani diventano più equiassiali. Non avvengono variazioni direzionali nelle proprietà. 5

6 6.26 (a) Se il provino è scaricato dopo il punto di snervamento, il percorso di scarico sarà parallelo alla regione lineare. La curva non ritornerà a zero e una porzione significativa di deformazione rimarrà come deformazione plastica. È importante notare che una parte della deformazione verrà recuperata durante lo scarico (deformazione elastica). La deformazione appena prima dello scarico è data da: ε p + ε e = ε total. Dopo lo scarico, ε e è recuperata e rimane solo ε p. La deformazione permanente è dovuta alla rottura dei legami tra gli atomi durante il processo di scorrimento. (b) Se il provino scaricato viene caricato di nuovo, la curva sforzo/deformazione sarà diversa, come qui rappresentato: 1. lo sforzo di snervamento sarà maggiore; 6

7 2. lo sforzo a rottura sarà leggermente più alto; 3. la deformazione a rottura sarà minore. Quindi, come risultato del carico originale e del successivo scarico, il materiale diventerà più resistente (rafforzamento per deformazione) e più fragile, Questo è dovuto alla formazione delle dislocazioni. Punto importante: il modulo di elasticità non cambia. La rigidezza non viene significativamente influenzata dalla formazione delle dislocazioni (a) Poiché la barra rimane in campo elastico, si applica la legge di Hooke: MPa Il modulo di elasticità deve essere almeno pari a 57.8 GPa. In ogni caso, questo requisito viene facilmente soddisfatto dai metalli, che hanno moduli di elasticità significativamente maggiori (si veda ppendice 1). Ogni acciaio, lega di alluminio, rame, sarebbe adeguato. (b) cciai a basso tenore di carbonio, come ISI 1006, 1020 sono poco costosi. Le leghe di alluminio e quelle di rame sono più costose. (c) Le leghe di alluminio sono resistenti a corrosione E è il modulo di elasticità di un materiale e contiene le informazioni sulla rigidezza del materiale (proprietà del materiale). È una misura di resistenza di un materiale alla deformazione elastica, ε. I materiali con un alto E resisteranno alla deformazione elastica (allungamento/contrazione) più prontamente che i materiali a basso E. G è il modulo di taglio di un materiale e contiene le informazioni sulla rigidezza al taglio e la rigidezza del materiale. È una misura della resistenza dei materiali alla deformazione di taglio elastica, γ. Materiali con alto G saranno resistenti alla distorsione dovuta alla deformazione di taglio più prontamente di quelli con basso G. Il rapporto di Poisson, ѵ, contiene il livello di deformazione elastica (a trazione o a compressione) in una direzione trasversale quando il materiale è caricato/deformato nella sua direzione longitudinale. Il rapporto di Poisson è sempre positivo nei materiali isotropi e sempre minore a uno (la direzione longitudinale, quando la forza è applicata, si allungherà/si contrarrà sempre di più che in direzione trasversale). 7

8 6.29 σ = MPa Z Y X Prima del carico llo sforzo pari a MPa, il componente non si snerverà (σ y = 510 MPa, ppendice I). Il componente è elastico e si applica la legge di Hooke: σ La lunghezza in direzione z dopo il carico sarà: l z = mm Le dimensioni in direzione X e Y si ridurranno per effetto Poisson. (deformazione di compressione) 8

9 Z Y σ = MPa X Prima del carico σ 6.30 Sì, GPa Questa è una domanda mal posta. La durezza di un metallo dipende da molti fattori che includono la composizione, la dimensione dei grani e il trattamento termico (si studierà nel capitolo 9). Quindi la domanda deve essere posta secondo il tipo di lega di alluminio e date tutte le informazioni rilevanti. Solamente allora può essere determinata una durezza Dall esame di Tabella 6.4, si vede che, in verità, i metalli CCC hanno in generale un τ C maggiore dei metalli CFC e EC. Richiamando quanto detto nel Capitolo 3, mentre i metalli CFC e EC hanno piani impacchettati, i metalli CCC non lo sono. Questo determina che il processo di scorrimento è più impegnativo e quindi il valore di τ C è maggiore (a) Se l asse di carico è perpendicolare al piano di scorrimento φ = 0, o λ = 90. lternativamente, se l asse di carico è parallelo al piano di scorrimento, φ = 90, o λ = 0. Sotto queste condizioni, τ sarà zero. (b) Sotto queste condizioni lo scorrimento non avviene. Quando σ 0 aumenta e raggiunge un livello critico, il cristallo si rompe o si frattura senza scorrimento Per raggiungere uno sforzo di snervamento pari a 70 MPa, deve essere applicata una deformazione pari ad almeno 12% (vedi Figura 6.44). Per raggiungere un allungamento prima della rottura pari a 20%, non può essere applicata una deformazione maggiore del 15%. Quindi uno deve prendere un campione di rame di un diametro specifico tale che una deformazione del 12-15% produrrà una barra con diametro pari a 25.4 mm = (d )/d 2 ; 0.88d 2 =25.4 ; d=26.92 mm 0.15 = (d )/d 2 ; 0.85d 2 =25.4 ; d=27.43 mm Si deve prendere una barra di diametro compreso tra e mm e trafilarla fino a 25.4 mm. Questo determinerà la voluta combinazione di resistenza meccanica e duttilità. 9

Comportamento meccanico dei materiali

Comportamento meccanico dei materiali Comportamento meccanico dei materiali Riferimento: capitolo 2 del Kalpakjian Importante per comprendere il comportamento dei materiali durante le lavorazioni Introduzione Tensione e compressione Torsione

Dettagli

a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180 e 20 C.

a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180 e 20 C. ESERCIZIO 1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura). a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180

Dettagli

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi

Dettagli

Caratteristiche di materiali

Caratteristiche di materiali Caratteristiche di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Meccaniche Materiale Fisiche Elettriche Megnetiche Termiche Meccaniche

Dettagli

a) Descrivere brevemente l interdependenza tra Q e T fus. L energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione.

a) Descrivere brevemente l interdependenza tra Q e T fus. L energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione. Soluzione ESERCIZIO 1 Nel grafico sono riportati i valori dell energia di attivazione Q per l autodiffusione (es. diffusione di atomi di alluminio nell alluminio) verso la temperatura di fusione per ferro,

Dettagli

Metallurgia e Materiali non Metallici. Prova di trazione. Marco Colombo.

Metallurgia e Materiali non Metallici. Prova di trazione. Marco Colombo. Metallurgia e Materiali non Metallici Prova di trazione Marco Colombo marco1.colombo@polimi.it 16/03/2016 La prova di trazione uniassiale Una delle più comuni e importanti prove distruttive, si ricavano

Dettagli

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica Docente: Dr. Giorgio Pia La Scienza dei Materiali Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Proprietà meccaniche dei metalli I metalli

Dettagli

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia

Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica. Docente: Dr. Giorgio Pia Corso di Tecnologia dei Materiali ed Elementi di Chimica Docente: Dr. Giorgio Pia La Scienza dei Materiali Struttura e proprietà Metalli Leganti Ceramici e vetri Polimeri e compositi Materiali naturali

Dettagli

L energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione T fus.

L energia di attivazione Q è direttamente proporzionale alla temperatura di fusione T fus. Università degli Studi di Cagliari - Facoltà di Ingegneria - Corso di Laurea in Ingegneria Civile A.A. 2015/2016 ESERCIZIO 3.1 Nel grafico sono riportati i valori dell energia di attivazione Q per l autodiffusione

Dettagli

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi

Dettagli

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI MATERIALI

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI MATERIALI PROPRIETÀ MECCANICHE DEI MATERIALI Il comportamento meccanico di un materiale rappresenta la risposta ad una forza o ad un carico applicato 1. Comportamento elastico 2. Comportamento plastico 3. Comportamento

Dettagli

Sforzo e Deformazione nei Metalli

Sforzo e Deformazione nei Metalli Sforzo e Deformazione nei Metalli I metalli vanno incontro a deformazione sotto l azione di una forza assiale a trazione Deformazione elastica: il metallo ritorna alla sua dimensione iniziale quando la

Dettagli

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Proprietà elastiche 28/2/2006

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Proprietà elastiche 28/2/2006 a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Proprietà elastiche 28/2/2006 Deformazione dei materiali Un asta di acciaio posta su due appoggi si flette sotto l azione del suo

Dettagli

RESISTENZA TEORICA AL TAGLIO

RESISTENZA TEORICA AL TAGLIO RESISTENZA TEORICA AL TAGLIO Deformazione plastica: variazione di forma del materiale spostamento permanente degli atomi dalle posizioni reticolari Scivolamento di piani reticolari di passo pari a multipli

Dettagli

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura La deformazione plastica La deformazione plastica Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La forgiatura La formatura della lamiera 2 2006 Politecnico di Torino 1 Obiettivi dell Unità Riconoscere

Dettagli

Sollecitazioni delle strutture

Sollecitazioni delle strutture Sollecitazioni delle strutture I pilastri e i muri portanti sono tipicamente sollecitati a compressione Le travi e i solai sono sollecitati a flessione L indeformabilità di questi elementi costruttivi

Dettagli

Indice. Capitolo 4 Elementi sulla struttura cristallina Introduzione Reticoli cristallini Indici di Miller...

Indice. Capitolo 4 Elementi sulla struttura cristallina Introduzione Reticoli cristallini Indici di Miller... Capitolo 1 Tensioni e deformazioni... 1 1.1 Concetto di tensione.... 1 1.2 Relazioni tra le componenti della tensione agente su un piano... 4 1.3 Tensioni e direzioni principali... 6 1.4 Stato piano di

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA 3 1. Classificazione in funzione della temperatura di processo 2. Classificazione secondo forma e dimensioni del semilavorato 3. Altre metodologie di classificazione

Dettagli

COMPORTAMENTO PLASTICO DEI MATERIALI METALLICI

COMPORTAMENTO PLASTICO DEI MATERIALI METALLICI COMPORTMENTO PLSTICO DEI MTERILI METLLICI 1 1. Prove sperimentali per la caratterizzazione del comportamento plastico dei materiali metallici 2. Modelli reologici 3. Effetto Bauschinger 4. Condizioni di

Dettagli

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep

Proprietà meccaniche. Prove meccaniche. prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Proprietà meccaniche Prove meccaniche prova di trazione prova di compressione prova di piegamento prova di durezza prova di fatica prova di creep Prova di trazione provini di dimensione standard deformazione

Dettagli

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino Le lavorazioni per deformazioni plastiche CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA CLASSIFICAZIONE SECONDO LE DIMENSIONI E LA FORMA DEL SEMILAVORATO (BULK FORMING SHEET FORMING), CLASSIFICAZIONE IN FUNZIONE

Dettagli

Caratteristiche di materiali

Caratteristiche di materiali Caratteristiche di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Meccaniche Materiale Fisiche Elettriche Megnetiche Termiche Meccaniche

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA

CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA 1 CLASSIFICAZIONE DEI PROCESSI DI FORMATURA PLASTICA Condotta facendo riferimento ad alcuni elementi caratteristici dei processi: temperatura alla quale

Dettagli

MATERIALI METALLICI. Si ottiene una ghisa (carbonio 3.5-4.5 %) alla quale viene ridotto il tenore di carbonio fino ad un massimo di 1.5%.

MATERIALI METALLICI. Si ottiene una ghisa (carbonio 3.5-4.5 %) alla quale viene ridotto il tenore di carbonio fino ad un massimo di 1.5%. MATERIALI METALLICI L acciaio viene prodotto in altoforno, a partire dal minerale ferroso (una miscela di ossidi di ferro) per riduzione con CO prodotto dal carbon coke e per aggiunta di fondenti (carbonati

Dettagli

Prova di trazione e compressione

Prova di trazione e compressione Prova di trazione e compressione SFORZO E DEFORMAZIONE NEI METALLI I metalli vanno incontro a deformazione sotto l azione di un sistema di forze Deformazione elastica: il metallo ritorna alla sua configurazione

Dettagli

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura.

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura. La deformazione plastica La deformazione plastica Lavorazioni per deformazione Il processo di laminazione Estrusione e trafilatura La formatura della lamiera 2 2006 Politecnico di Torino 1 Obiettivi della

Dettagli

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione. Estrusione e trafilatura.

La deformazione plastica. La deformazione plastica. Lavorazioni per deformazione. Il processo di laminazione. Estrusione e trafilatura. La deformazione plastica La deformazione plastica Lavorazioni per deformazione Il processo di laminazione La forgiatura La formatura della lamiera 2 2006 Politecnico di Torino 1 Obiettivi della lezione

Dettagli

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino. Solidificazione e

Tecnologia Meccanica prof. Luigi Carrino. Solidificazione e Solidificazione e Difetti Cristallini nei Solidi FONDERIA Nella tecnica di fonderia il metallo, fuso nei forni, viene colato in una forma cava della quale, solidificando, assume la configurazione e le

Dettagli

Esercizio_1. Una barra metallica cilindrica di diametro pari a 1.25cm è. MPa. Soluzione: m 2

Esercizio_1. Una barra metallica cilindrica di diametro pari a 1.25cm è. MPa. Soluzione: m 2 Esercizio_1 Una barra metallica cilindrica di diametro pari a 1.5cm è sottoposta ad un carico pari a 500Kg.Calcolare lo sforzo in MPa. Soluzione: Kg m F m g 500 9.81 455 455N s d 0.015 4 A0 πr π π 1. 10

Dettagli

Proprietà meccaniche. Proprietà dei materiali

Proprietà meccaniche. Proprietà dei materiali Proprietà meccaniche Proprietà dei materiali Proprietà meccaniche Tutti i materiali sono soggetti a sollecitazioni (forze) di varia natura che ne determinano deformazioni macroscopiche. Spesso le proprietà

Dettagli

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE D R. F L A V I A N A C A L I G N A NO D R. M A S S I M O L O R U S S O D R. I G N A Z I O R O P P O L O N Y LO N - C A R BON PROVE DI DUREZZA E DI TRAZIONE INTRODUZIONE

Dettagli

PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3.

PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3. PARTE PRIMA ASPETTI GENERALI Capitolo 1 STRUTTURA E PROPRIET DEI MATERIALI 1. STRUTTURA DEI MATERIALI 1.1. Macrostruttura 1.2. Microstruttura 1.3. Struttura atomica o molecolare 1.4. Complementarita degli

Dettagli

SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1

SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1 SOLUZIONE ESERCIZIO 1.1 La temperatura di fusione ed il coefficiente di espansione termica di alcuni metalli sono riportati nella tabella e nel diagramma sottostante: Metallo Temperatura di fusione [ C]

Dettagli

I materiali metallici sono perfetti?

I materiali metallici sono perfetti? I materiali metallici sono perfetti? Difetti nei solidi cristallini (a) difetti di punto (b) difetti di linea o 1-D (c) difetti di superficie o 2-D (a) Difetti di punto (1) vacanze(posizioni reticolari

Dettagli

17/03/2014. Le prove meccaniche distruttive. Tipologie di deformazione. Sistemi di Produzione D. Antonelli, G. Murari C.L.U.T.

17/03/2014. Le prove meccaniche distruttive. Tipologie di deformazione. Sistemi di Produzione D. Antonelli, G. Murari C.L.U.T. Le prove meccaniche distruttive Le prove meccaniche distruttive Sistemi di Produzione D. Antonelli, G. Murari C.L.U.T. Editrice, 2008 capitolo 3 Tecnologia meccanica S. Kalpakjian, S. R. Schmid Pearson

Dettagli

Università del Salento Facoltà di Ingegneria Costruzione di Macchine

Università del Salento Facoltà di Ingegneria Costruzione di Macchine Università del Salento Facoltà di Ingegneria Costruzione di Macchine Lezione 3 Prova di trazione a cura del prof. ing. Vito Dattoma e dell ing. Riccardo Nobile 1 Prove di caratterizzazione meccanica Prova

Dettagli

Il fenomeno della frattura ha assunto una notevole importanza solo in tempi relativamente recenti.

Il fenomeno della frattura ha assunto una notevole importanza solo in tempi relativamente recenti. Il fenomeno della frattura ha assunto una notevole importanza solo in tempi relativamente recenti. In passato, infatti, i materiali e le tecnologie di costruzione non avevano mai messo in luce questo fenomeno.....finché

Dettagli

Unità didattica 3. Terza unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Unità didattica 3. Terza unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia Unità didattica 3 Elasticità dei materiali Deformazione di un solido..2 Legge di Hooke.. 3 Forza elastica.. 4 Deformazione elastica di una molla... 5 Accumulo di energia attraverso la deformazione elastica..6

Dettagli

ESERCIZIO 1. E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C.

ESERCIZIO 1. E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C. ESERCIZIO 1 E` dato il diagramma di stato Ferro Fe 3 C. a) Descrivere la trasformazione eutettoidica e spiegare perché la microstruttura della perlite è lamellare. trasformazione eutettoidica γ -> α +Fe

Dettagli

Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli. Corso di Laurea in Ingegneria Edile

Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli. Corso di Laurea in Ingegneria Edile Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata (Prof.

Dettagli

MECCANISMI PER AUMENTARE LA RESISTENZA

MECCANISMI PER AUMENTARE LA RESISTENZA MECCANISMI PER AUMENTARE LA RESISTENZA Introduzione Abbiamo dunque capito che la capacità di un materiale di deformarsi plasticamente dipende dalla capacità di movimento delle dislocazioni. Dal momento

Dettagli

Unità 2 Diagrammi di stato e proprietà dei materiali UNITA 2 DIAGRAMMI DI STATO E PROPRIETA DEI MATERIALI

Unità 2 Diagrammi di stato e proprietà dei materiali UNITA 2 DIAGRAMMI DI STATO E PROPRIETA DEI MATERIALI Esercizio.1 UNITA DIAGRAMMI DI STATO E PROPRIETA DEI MATERIALI Tracciare un diagramma di stato binario in cui sia presente un composto intermedio A x B y a fusione congruente e un composto intermedio A

Dettagli

Tecnologia Meccanica Proff. Luigi Carrino Antonio Formisano Solidificazione

Tecnologia Meccanica Proff. Luigi Carrino Antonio Formisano Solidificazione Solidificazione FONDERIA Nella tecnica di fonderia il metallo, fuso nei forni, viene colato in una forma cava della quale, solidificando, assume la configurazione e le dimensioni FONDERIA Stampo per fonderia

Dettagli

Proprietà Meccaniche

Proprietà Meccaniche Proprietà Meccaniche In esercizio, tutti i materiali sono soggetti a sollecitazioni di varia natura (sempre riconducibili a forze) che ne determinano deformazioni macroscopiche e spesso le proprietà meccaniche

Dettagli

Si valuti lo stato di tensione e la deformazione plastica permanente agli istanti A, B, C e D, assumendo valido il modello elasto-plastico perfetto.

Si valuti lo stato di tensione e la deformazione plastica permanente agli istanti A, B, C e D, assumendo valido il modello elasto-plastico perfetto. Esercizio n.: 1 4-18 Una barra in (σ S = 180 MPa, E = 70 GPa, α = 24 10-6 C -1 ), bloccata alle estremità, subisce il seguente ciclo termico: T 325 175 25 A Si valuti lo stato di tensione e la deformazione

Dettagli

Scienza dei Materiali 1 Esercitazioni

Scienza dei Materiali 1 Esercitazioni Scienza dei Materiali 1 Esercitazioni 6. Elasticità ver. 1.3 Sforzo e deformazione Sia dato un provino di lunghezza l avente area della sezione A, sottoposto ad una forza di trazione F. A causa di questa

Dettagli

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI. Proprietà meccaniche

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI. Proprietà meccaniche PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI Informazioni necessarie per la progettazione di componenti in materiale polimerico: MODULO DI YOUNG (RIGIDEZZA) RESISTENZA ULTIMA DUTTILITÀ / FRAGILITÀ Ricavate da curve

Dettagli

Le Tensioni del Vetro Float

Le Tensioni del Vetro Float Le Tensioni del Vetro Float Sassuolo, 9 Luglio 2015 Convegno ICerS Argomenti trattati - Comportamento elastico e viscoelastico del vetro; perché si formano le tensioni: gradienti termici e velocità di

Dettagli

MATERIALI STRUTTURALI PER L EDILIZIA: ACCIAIO, LATERIZIO E VETRO STRUTTURALE

MATERIALI STRUTTURALI PER L EDILIZIA: ACCIAIO, LATERIZIO E VETRO STRUTTURALE MATERIALI PER L EDILIZIA Prof. L. Coppola MATERIALI STRUTTURALI PER L EDILIZIA: ACCIAIO, LATERIZIO E VETRO STRUTTURALE Coffetti Denny PhD Candidate Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate Università

Dettagli

In che differisce un vetro da un liquido?

In che differisce un vetro da un liquido? k k q E=E k=k In che differisce un vetro da un liquido? Richiamo: transizioni di fase L acqua Ad una data pressione esiste una temperatura definita alla quale il sistema cambia fase (Temperatura di transizione).

Dettagli

Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione

Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione Definizione Un elemento strutturale è soggetto a sollecitazione di torsione quando su di esso agiscono due momenti uguali ed opposti giacenti

Dettagli

MOLLE, MOLLE A SPIRALE E DI VARIA FOGGIA

MOLLE, MOLLE A SPIRALE E DI VARIA FOGGIA MOLLE, MOLLE A SPIRALE E DI VARIA FOGGIA Molla a spirale per compressione Molla a spirale per trazione (estensione) Molle con tante forme diverse! Leonardo da Vinci, Codice di Madrid, 1490-99 MOLLA A SPIRALE

Dettagli

Meccanica della Frattura Lecture 10 Temperatura di transizione duttile-fragile

Meccanica della Frattura Lecture 10 Temperatura di transizione duttile-fragile Lecture 10 Temperatura di transizione duttile-fragile Introduzione I metalli e le leghe (acciai) mostrano una dipendenza della tensione di snervamento e della rottura dalla temperatura. 2 1 rv Tensione

Dettagli

PROVE MECCANICHE DI CREEP

PROVE MECCANICHE DI CREEP PROVE MECCANICHE DI CREEP una sollecitazione costante viene applicata ad alta temperatura eventualmente fino a produrre la rottura del campione Il campione viene sottoposto ad allungamento sotto trazione

Dettagli

Cenni di resistenza dei materiali

Cenni di resistenza dei materiali Università degli Studi di Bergamo Corso di Laurea in Ingegneria Tessile Corso di Elementi di Meccanica Cenni di resistenza dei materiali Un corpo soggetto a dei carichi presenta modificazioni più o meno

Dettagli

Proprietà meccaniche

Proprietà meccaniche Proprietà meccaniche Materiale per usi strutturali Proprietà meccaniche Resistenza a trazione Resistenza a compressione Durezza Resilienza Resistenza a fatica Resistenza al creep Prove meccaniche Solidi

Dettagli

LEZIONE 2. MATERIALI E CARICHI DELLA COSTRUZIONE Parte I. I materiali della costruzione

LEZIONE 2. MATERIALI E CARICHI DELLA COSTRUZIONE Parte I. I materiali della costruzione Corso di TECNICA DELLE COSTRUZIONI Chiara CALDERINI A.A. 2007-2008 Facoltà di Architettura Università degli Studi di Genova LEZIONE 2 MATERIALI E CARICHI DELLA COSTRUZIONE Parte I. I materiali della costruzione

Dettagli

Corso di Tecnologia Meccanica

Corso di Tecnologia Meccanica Corso di Tecnologia Meccanica Modulo 3.3 Deformazione plastica LIUC - Ingegneria Gestionale 1 Estrusione LIUC - Ingegneria Gestionale 2 Processo di estrusione Consiste nel processo di compressione di un

Dettagli

REGOLA DELLE MISCELE, TEORIA DELLA LAMINAZIONE

REGOLA DELLE MISCELE, TEORIA DELLA LAMINAZIONE REGOLA DELLE MISCELE, TEORIA DELLA LAMINAZIONE Si va ad analizzare la matrice di legame costitutivo che lega le σ con le ε. Si va a considerare il materiale da isotropo a ortotropo ovvero una lamina che

Dettagli

Le proprietà meccaniche

Le proprietà meccaniche Antonio Licciulli, Antonio Greco Corso di scienza e ingegneria dei materiali Le proprietà meccaniche Proprietà meccaniche L effetto delle forze è di indurre delle deformazioni nei materiali Le relazioni

Dettagli

RELAZIONE ESERCITAZIONI AUTODESK INVENTOR

RELAZIONE ESERCITAZIONI AUTODESK INVENTOR 20 Ottobre 2015 RELAZIONE ESERCITAZIONI AUTODESK INVENTOR Corso di Costruzione di Macchine e Affidabilità C.d.L.M. in Ingegneria Meccanica Docente: Prof.ssa Cosmi Francesca Assistente: Dott.ssa Ravalico

Dettagli

4 SOLLECITAZIONI INDOTTE. 4.1 Generalità

4 SOLLECITAZIONI INDOTTE. 4.1 Generalità 4 SOLLECITAZIONI INDOTTE 4.1 Generalità Le azioni viste inducono uno stato pensionale interno alla struttura e all edificio che dipende dalla modalità con cui le azioni si esplicano. Le sollecitazioni

Dettagli

La prova di trazione e l effetto dell anisotropia. Giuseppe Pellegrini, Universita degli Studi di Bergamo

La prova di trazione e l effetto dell anisotropia. Giuseppe Pellegrini, Universita degli Studi di Bergamo La prova di trazione e l effetto dell anisotropia. Giuseppe Pellegrini, Universita degli Studi di Bergamo E pratica comune valutare le proprieta meccaniche di una lamiera utilizzando la prova di trazione.

Dettagli

LA RESISTENZA DEI MATERIALI

LA RESISTENZA DEI MATERIALI Sussidi didattici per il corso di COSTRUZIONI EDILI Prof. Ing. Francesco Zanghì LA RESISTENZA DEI MATERIALI AGGIORNAMENTO DEL 30/09/2011 LEGAME COSTITUTIVO Il legame costitutivo rappresenta il collegamento

Dettagli

Deformazioni Termiche

Deformazioni Termiche Deformazioni ermiche Introduzione sercitazione 1 sercitazione 2 sercitazione 3a -3b Deformazioni termiche Le variazioni di temperatura causate da scambi di calore con l ambiente producono deformazioni

Dettagli

Corso di Biomeccanica

Corso di Biomeccanica Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica Corso di Biomeccanica Parte 3: prove di trazione F. Auricchio auricchio@unipv.it http://www.unipv.it/dms/auricchio Università degli Studi di Pavia Dipartimento di

Dettagli

Michelangelo Laterza Principi di Statica e di Dinamica delle Strutture

Michelangelo Laterza Principi di Statica e di Dinamica delle Strutture Michelangelo Laterza Principi di Statica e di Dinamica Introduzione al concetto di sforzo Alle sollecitazioni di trazione, di compressione, di taglio, o ai momenti flettenti all interno di una struttura

Dettagli

Le unioni. 5 L acciaio 5.3 Strutture in acciaio. Unioni con chiodi. Unioni con perni. Unioni con bulloni

Le unioni. 5 L acciaio 5.3 Strutture in acciaio. Unioni con chiodi. Unioni con perni. Unioni con bulloni 1 Le unioni Unioni con chiodi È il sistema di collegamento più antico, ma è in disuso in quanto sostituito dalle unioni bullonate o saldate, per cui si può ritrovare solo su vecchie strutture in acciaio.

Dettagli

Difetti e Deformazione Plastica. Ing. Nadia Ucciardello

Difetti e Deformazione Plastica. Ing. Nadia Ucciardello Difetti e Deformazione Plastica Ing. Nadia Ucciardello Difetti di superficie Le superfici sono importanti nello studio dei materiali metallici per molteplici aspetti: attrito e abrasione, saldature, reazioni

Dettagli

Biomateriali. Proprietà meccaniche ING. DENNY COFFETTI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA E SCIENZE APPLICATE

Biomateriali. Proprietà meccaniche ING. DENNY COFFETTI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA E SCIENZE APPLICATE Biomateriali Proprietà meccaniche ING. DENNY COFFETTI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA E SCIENZE APPLICATE MAIL: DENNY.COFFETTI@UNIBG.IT Classificazione dei materiali Elementi

Dettagli

Università degli Studi di Cagliari - Facoltà di Ingegneria e Architettura. Fondamenti di Costruzioni Meccaniche Tensione e deformazione Carico assiale

Università degli Studi di Cagliari - Facoltà di Ingegneria e Architettura. Fondamenti di Costruzioni Meccaniche Tensione e deformazione Carico assiale Esercizio N.1 Un asta di acciaio è lunga 2.2 m e non può allungarsi più di 1.2 mm quando le si applica un carico di 8.5 kn. Sapendo che E = 200 GPa, determinare: (a) il più piccolo diametro dell asta che

Dettagli

I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche.

I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche. MATERIALI COMPOSITI I differenti materiali differiscono per le caratteristiche meccaniche e fisiche. I METALLI hanno forma cristallina e forti legami molecolari (legame metallico), che danno loro resistenza

Dettagli

Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione

Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione Capitolo 3 La torsione Sollecitazioni semplici: la torsione Definizione Un elemento strutturale è soggetto a sollecitazione di torsione quando su di esso agiscono due momenti uguali ed opposti giacenti

Dettagli

Struttura e geometria cristallina

Struttura e geometria cristallina Struttura e geometria cristallina Tecnologia Meccanica RETICOLO SPAZIALE E CELLE UNITARIE Gli atomi, disposti in configurazioni ripetitive 3D, con ordine a lungo raggio (LRO), danno luogo alla struttura

Dettagli

Lo scorrimento viscoso o creep è una deformazione dipendente dal tempo che avviene a temperatura elevata dopo l applicazione di un carico mantenuto

Lo scorrimento viscoso o creep è una deformazione dipendente dal tempo che avviene a temperatura elevata dopo l applicazione di un carico mantenuto Scorrimento viscoso Lo scorrimento viscoso o creep è una deformazione dipendente dal tempo che avviene a temperatura elevata dopo l applicazione di un carico mantenuto costante, e che generalmente termina

Dettagli

La frattura nei materiali ceramici

La frattura nei materiali ceramici Giornata di studio Analisi del comportamento a frattura di materiali ceramici e compositi per applicazioni industriali Comportamento a fatica ciclica di compositi ceramici C/C SiC M. Labanti, G. L. Minoccari,

Dettagli

LE DIVERSE FAMIGLIE DEI MATERIALI

LE DIVERSE FAMIGLIE DEI MATERIALI LE DIVERSE FAMIGLIE DEI MATERIALI MATERIALE Assumono il nome di materiale, tutte le materie prime che vengono utilizzate nella fabbricazione di un artefatto o nella costruzione di un opera (ponti, edifici,

Dettagli

Deformazione Plastica Lavorabilità alle macchine utensili

Deformazione Plastica Lavorabilità alle macchine utensili Deformazione Plastica Lavorabilità alle macchine utensili Che cosa sono le dislocazioni? Difetti di linea presenti nei metalli Vi sono due tipi di dislocazioni: a vite e a spigolo Densità delle dislocazioni

Dettagli

RELAZIONI FRA STRESS E STRAIN

RELAZIONI FRA STRESS E STRAIN RELAZIONI FRA STRESS E STRAIN Il comportamento dei materiali varia in funzione del tipo di materiale, delle sue caratteristiche e delle condizioni esistenti al momento della deformazione. I materiali possono

Dettagli

11 aprile Annalisa Tirella.

11 aprile Annalisa Tirella. Scienze dei Materiali A.A. 2010/2011 11 aprile 2011 Annalisa Tirella a.tirella@centropiaggio.unipi.it Metalli I metalli sono elementi chimici che possono essere utilizzati sia puri che in forma di leghe

Dettagli

Capitolo 2. Fondamenti del comportamento meccanico dei materiali Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A.

Capitolo 2. Fondamenti del comportamento meccanico dei materiali Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A. Capitolo 2 Fondamenti del comportamento meccanico dei materiali 1 Figura 2.1 Tipologie di deformazioni: (a) trazione, (b) compressione, (c) taglio. Tutti i processi di deformazione nell industria manifatturiera

Dettagli

Ingegneria del vetro V.M. Sglavo UNITN Proprietà meccaniche. elasticità! resistenza! densità di legami chimici! forza del legame!

Ingegneria del vetro V.M. Sglavo UNITN Proprietà meccaniche. elasticità! resistenza! densità di legami chimici! forza del legame! Proprietà meccaniche elasticità! r 0 resistenza! densità di legami chimici! forza del legame! Durezza! P! profilo impronta scala Mohs diamante 10 zaffiro 9 topazio 8 quarzo ortoclasio apatite fluorite

Dettagli

Fisica Generale II (prima parte)

Fisica Generale II (prima parte) Corso di Laurea in Ing. Medica Fisica Generale II (prima parte) Cognome Nome n. matricola Voto 4.2.2011 Esercizio n.1 Determinare il campo elettrico in modulo direzione e verso generato nel punto O dalle

Dettagli

Tecnologie dei vetri e dei

Tecnologie dei vetri e dei Tecnologie dei vetri e dei polimeri organici PROPRIETA DEI VETRI Per i processi di formatura è importante conoscere il comportamento viscositàtemperatura del vetro. La lavorabilità del vetro dipende dalla

Dettagli

Corso di Metallurgia. Ing. Nadia Ucciardello

Corso di Metallurgia. Ing. Nadia Ucciardello Corso di Metallurgia Ing. Nadia Ucciardello Studio: Secondo piano, Edidficio : Ingegneria Industriale, Tel. 0672597181 Fax: 062021351 E-mail: Nadia. Ucciardello@uniroma2.it Orario del Corso Lunedì dalle

Dettagli

ESERCITAZIONI. MATERIALI PER L EDILIZIA Prof. L. Coppola. Coffetti Denny

ESERCITAZIONI. MATERIALI PER L EDILIZIA Prof. L. Coppola. Coffetti Denny MATERIALI PER L EDILIZIA Prof. L. Coppola ESERCITAZIONI Coffetti Denny PhD Candidate Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate Università degli Studi di Bergamo ESERCIZIO 1 IL COLLAUDO DI UNA BARRA

Dettagli

Sollecitazioni semplici Il Taglio

Sollecitazioni semplici Il Taglio Sollecitazioni semplici Il Taglio Considerazioni introduttive La trattazione relativa al calcolo delle sollecitazioni flessionali, è stata asata sull ipotesi ce la struttura fosse soggetta unicamente a

Dettagli

Giacomo Sacco Appunti di Costruzioni Edili

Giacomo Sacco Appunti di Costruzioni Edili Giacomo Sacco Appunti di Costruzioni Edili Le tensioni dovute a sforzo normale, momento, taglio e a pressoflessione. 1 Le tensioni. Il momento, il taglio e lo sforzo normale sono le azioni che agiscono

Dettagli

Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca M552 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE

Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca M552 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE Pag. 1/1 Sessione ordinaria 2010 Seconda prova scritta Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca M552 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE CORSO DI ORDINAMENTO Indirizzo: MECCANICA

Dettagli

Prova di taglio diretto

Prova di taglio diretto Prova di taglio Prova di taglio diretto La prova può essere effettuata su campioni ricostituiti di terre incoerenti e su campioni indisturbati o ricostituiti di terre coesive consente di determinare le

Dettagli

MATERIALI PER L INGEGNERIA (Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale) Prof. Tommaso Pastore TEST ORIENTATIVO del 8 giugno 2007

MATERIALI PER L INGEGNERIA (Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale) Prof. Tommaso Pastore TEST ORIENTATIVO del 8 giugno 2007 L MATERIALI PER L INGEGNERIA (Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale) Prof. Tommaso Pastore TEST ORIENTATIVO del 8 giugno 2007 Esercizio 1 In un cantiere, è richiesto il collaudo di una barra di ancoraggio

Dettagli

Lezione III. Figura 3.1 A limite di proporzionalita', L limite elastico, B punto di snervamento, C punto di carico massimo, D punto di rottura.

Lezione III. Figura 3.1 A limite di proporzionalita', L limite elastico, B punto di snervamento, C punto di carico massimo, D punto di rottura. Lezione III 3.1 Comportamento dei materiali sotto carico Abbiamo fin ora analizzato la risposta dei materiali alle piccole deformazioni. In realta' le caratterisctiche meccaniche dei materiali si estendono

Dettagli

Tecnologie di Recupero e Riciclo dei Materiali Alberto Simboli I MATERIALI NELLA PRODUZIONE

Tecnologie di Recupero e Riciclo dei Materiali Alberto Simboli I MATERIALI NELLA PRODUZIONE Tecnologie di Recupero e Riciclo dei Materiali Alberto Simboli 3. I MATERIALI NELLA PRODUZIONE 3.1. INTRODUZIONE Origine dei materiali I materiali, dal punto di vista della loro origine si possono suddividere

Dettagli

I DIFETTI NEI CRISTALLI

I DIFETTI NEI CRISTALLI I DIFETTI NEI CRISTALLI Nessun cristallo è perfetto: tutti contengono difetti ed imperfezioni. Per difetto cristallinosi intende un irregolarità del reticolo con dimensioni dell ordine di un diametro atomico

Dettagli

Profili laminati di alta qualità

Profili laminati di alta qualità L'acciaio antiusura Profili laminati di alta qualità STEEL FOR LIFE WARRANTY ESTRONG è un acciaio legato a basso contenuto di Carbonio e con elevati tenori di Boro, Molibdeno e Nichel, tali da ottimizzare

Dettagli

I materiali nel cemento armato

I materiali nel cemento armato I materiali nel cemento armato Ipotesi alla base del calcolo del cemento armato Metodo TA Conservazione delle sezioni piane Perfetta aderenza acciaio-calcestruzzo Calcestruzzo non reagente a trazione Comportamento

Dettagli

Proprietà meccaniche. elasticità. resistenza. densità di legami chimici forza del legame

Proprietà meccaniche. elasticità. resistenza. densità di legami chimici forza del legame Proprietà meccaniche elasticità r 0 resistenza densità di legami chimici forza del legame Anche le proprietà meccaniche dipendono sostanzialmente dai legami chimici presenti nel materiale. La curva che

Dettagli

MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico

MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico Materiali tradizionali Proprietà Metalli Ceramiche Polimeri in massa in fibre Resistenza a trazione Rigidezza Tenacità Resistenza all'impatto Limite di fatica

Dettagli

o I I I I I I UTET LIBRERIA

o I I I I I I UTET LIBRERIA o I I I I I I UTET LIBRERIA IUAV-VENEZIA H 9813 BIBLIOTECA CENTRALE I.. FABRIZIA CAIAZZO Università degli Studi Salerno VINCENZO SERGI Università degli Studi Salerno TECNOLOGIE GENERALI DEI MATERIALI ISTITUTO

Dettagli

Posizioni Atomiche nelle Celle Unitarie Cubiche

Posizioni Atomiche nelle Celle Unitarie Cubiche Posizioni Atomiche nelle Celle Unitarie Cubiche Il sistema di coordinate cartesiane è usato per individuare gli atomi. In una cella unitaria cubica l asse x è la direzione che esce dal foglio. l asse y

Dettagli