Corso di Antropologia filosofica a cura del prof. Alfredo Nazareno d Ecclesia.
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- Letizia Casati
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1 Corso di Antropologia filosofica a cura del prof. Alfredo Nazareno d Ecclesia.
2 Realismo ingenuo: la percezione è una fotocopia della realtà: quello che percepiamo nel mondo fisico (percetto) corrisponde alla realtà percepita (fenomenico). Si può verificare il fenomeno dell assenza dell oggetto fenomenico: quello che esiste nel mondo fisico non compare a livello percettivo (figure mascherate o nascoste: mimetismo) Si può verificare il fenomeno dell assenza dell oggetto fisico: quello che percepiamo sul piano fenomenico che non esiste sul piano fisico (figure anomale). Si può verificare una discrepanza fra oggetto fisico e fenomenico
3 Input Ambientale (Stimolo Distale) Registro Sensoriale (Stimolo Prossimale, Organi di Senso) Selezione Tramite Attenzione Selettiva dell input Interessante Percezione-Riconoscimento
4 Perché abbia luogo una percezione si devono dare 3 condizioni: un pezzo di mondo che emetta e/o rifletta qualche tipo di energia (stimolo distale). un tipo di energia (fisica, chimica, meccanica ecc.) che sia in grado di modificare gli organi sensoriali (questa stimolazione che ricevono gli organi di senso viene detta stimolo prossimale). un sistema di elaborazione che sia in grado di decodificare e interpretare le modificazioni che l'energia ha prodotto negli organi di senso (dà luogo al percetto).
5 , La luce che viene riflessa dall oggetto arriva all occhio dell osservatore, 2 - forma un immagine sulla retina 3 - e genera impulsi elettrici nei recettori; 4 - gli impulsi nervosi viaggiano attraverso le fibre nervose, 5 - raggiungono il cervello 6 - dove vengono elaborati 7 - e il percettore vede l oggetto 4
6 Trasmissione neurale: vie tra la retina e il cervello. L informazione visiva si dirige verso la corteccia visiva (lobo occipitale). Incrocio nel chiasma ottico: la metà destra del campo visivo si proietta sulla metà sinistra di ogni retina. Occhi frontali, con buona visione stereoscopica (profondità).
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8 Il test visivo che dimostra l esistenza del punto cieco. Il cervello cerca di riempire lo spazio vuoto con lo sfondo più probabile, prendendolo in prestito dai contorni dell area che non può essere osservabile. Osservate infatti l immagine seguente per rendervi conto di questo fenomeno
9 Coprite l occhio sinistro e, tenendo il foglio alla distanza di 30 cm circa dagli occhi, fissate la croce e contemporaneamente avvicinate lentamente il foglio al viso finché l immagine del punto scomparirà. Ripetete la prova con l occhio destro coperto: fissando il punto nero scomparirà la croce.
10 In questo caso la x viene sostituita dalla barra nera. Il sistema nervoso visivo compensa in qualche modo questo punto cieco e lo fa corrispondere a quello che lo circonda.
11 Partiamo dalla seguente domanda: come facciamo a riconoscere una lettera o una parola nonostante le diverse forme nelle quali può essere scritta? Riconoscere una configurazione visiva significa fare un confronto tra gli stimoli in arrivo e le informazioni presenti in memoria.
12 Questa teoria parte dal presupposto che nella nostra memoria sarebbe archiviato un numero enorme di sagome, ossia tutte quelle forme di oggetti che possiamo riconoscere. Oggetto = comparazione tra le sagome presenti in memoria e quelle presenti nell ambiente. Il risultato di questo processo è il riconoscimento dell oggetto
13 Mentre nella realtà esistono strumenti in grado di utilizzare questi sistemi di confronto (es. codici a barre). Ogni oggetto è caratterizzato da un particolare codice. La nostra memoria non può contenere un archivio con un enorme numero di configurazioni tali da permetterne il riconoscimento.
14 Questo significa che saremo in grado di conoscere il nostro amico anche se ha la barba più lunga. Oltretutto noi siamo in grado di formarci dei nuovi prototipi di oggetti pur non avendoli mai visti prima, integrando le caratteristiche di una determinata configurazione. Il problema è che questa teoria non spiega come si formano nella nostra memoria i prototipi e le modalità secondo le quali sono archiviati.
15 Secondo questa teoria il confronto avverrebbe tra alcune caratteristiche delle stimolo esterno e le proprietà archiviate in memoria. Il riconoscimento avverrebbe per stadi successivi, ossia: Rilevata così come appare sulla retina. La configurazione sarebbe sezionata analizzandone le proprietà che la costituiscono. L assemblaggio delle proprietà dello stadio precedente darebbe vita al riconoscimento cognitivo.
16 Nella comune osservazione visiva, gli spazi vuoti tra gli oggetti non vengono notati. Noi vediamo gli oggetti come entità dotate di forma, mentre gli spazi intermedi ne sono privi, salvo quando esercitiamo un certo sforzo e riusciamo a vedere i vuoti come figure.
17 La regione inclusacircoscritta è percepita come figura Diventa figura la regione convessa (favorisce l emergere della figura), rispetto a quella concava (tende a provocare la percezione di sfondo)
18 L area minore è percepita come figura Diventa figura la regione con gli assi orientati secondo le direzioni principali dello spazio percettivo, verticale e orizzontale
19 Quando nessuna di queste condizioni privilegia una parte del campo visivo rispetto alle altre, si ha una situazione di instabilità e una continua reversibilità del rapporto figura/sfondo.
20 Quando gli elementi di uno stimolo si muovono nella stessa direzione e alla stessa velocità, tendiamo a vederli come parti di un unico oggetto. Questo ci aiuta a distinguere un oggetto in movimento dallo sfondo.
21 Il sistema percettivo cerca di produrre percezioni il più possibile eleganti: semplici, ordinate, simmetriche, regolari e prevedibili. Il nostro sistema percettivo organizza gli stimoli nella forma più semplice possibile.
22 Illusione di Müller-Lyer
23 L appercezione di una semplice linea è al contempo auto attivazione, partecipazione del soggetto il quale anima la staticità delle forme lineari. Ma questo moto è percepito come una proprietà della linea stessa. Né consegue che tale tipo spiega le illusioni ottico geometriche, le quali fanno apparire una forma più o meno grande di quello che è in realtà a causa del movimento di ampliamento o comprensione insito nel processo. Un esempio di quanto detto mi sembra di poterlo indicare con la famosa illusione di Müller Lyer. I segmenti A e B hanno la stessa lunghezza, ma A viene percepito come minore di B.
24 La lettura è una complessa attività in cui entra in gioco la percezione, delle singole lettere, delle parole e delle frasi, ma la parte principale spetta alle funzioni superiori, in particolare al linguaggio. Il testo è esplorato a scatti, come l immagine. In ogni fissazione si vede bene solo un piccolo tratto di riga (span percettivo). La percezione del testo è discontinua (l esplorazione è a salti), selettiva (non tutto il materiale di una riga viene visto) e guidata dal cervello che si basa soprattutto sull esigenza di acquisire significati. Il cervello integra i dati frammentari raccolti nell esplorazione del testo basandosi essenzialmente sui significati.
25 Il nostro sistema visivo opera continuamente confronti e mette in relazione gli stimoli percepiti in modo da riconoscerli e semmai dargli un significato Ogni cosa quindi ha una funzione: il colore, il movimento, gli indici di profondità, la relazione fra gli elementi, la segmentazione figura sfondo, ecc. Queste informazioni (parallele) che vengono continuamente integrate ci permettono di vivere in un ambiente, anche a costo di interpretare l ambiente come in realtà non è.
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