Oleggio, 04/01/2015. II DOMENICA DOPO NATALE Anno B

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Cosimo Bellucci
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1 Letture: Siracide 24, 1-2.8-12 Salmo 147 Efesini 1, 3-6.15-18 Vangelo: Giovanni 1, 1-18 Oleggio, 04/01/2015 II DOMENICA DOPO NATALE Anno B NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN!

1 1 Letture: Siracide 24, Salmo 147 Efesini 1, Vangelo: Giovanni 1, 1-18 Oleggio, 04/01/2015 II DOMENICA DOPO NATALE Anno B NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN! Ci mettiamo alla Presenza del Signore, per vivere questa Eucaristia, che ci porterà a una guarigione interiore, come verrà spiegato nell Omelia, guarigione interiore, per intercessione di Maria, Madre di Gesù. Deponiamo il nostro peccato, le nostre oscurità e accogliamo la Grazia dell incontro con Gesù! OMELIA Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Guarigione interiore Il Vangelo ci presenta il Prologo di san Giovanni : 18 versetti, che sono la sintesi di tutto il Vangelo di Giovanni, un Vangelo criptato, che non si legge interamente durante l anno, ma viene letto in qualche festa particolare. Sul Prologo ho tenuto nel 2010 una Catechesi di una settimana a La Thuile, perché, ad ogni versetto, corrisponde una parte del Vangelo. Ho pensato che, in questo poco tempo a disposizione, potevamo passare a una guarigione interiore, guardando le ferite di Maria, Nostra Signora del Sacro Cuore, che sono anche le nostre ferite. La prima ferita è quella del Mistero. Maria è fidanzata con Giuseppe e, ancora prima di sposarsi, rimane incinta. Non si sposa subito, perché va ad aiutare Elisabetta. Torna dopo tre mesi e si sposa. Questo Bambino nasce prematuro. Nazareth è un paesino, la gente mormora. La chiacchiera impera. I paesi, poi, hanno una memoria incancellabile.

2 2 I Giudei infatti dicono a Gesù, quando ormai era adulto, facendo riferimento alla diceria del paese: Noi non siamo nati da prostituzione. Giovanni 8, 41. La Sacra Famiglia di Nazareth era chiacchierata, però Maria non si giustifica. Maria accetta il Mistero, che non può essere spiegato, né capito dalla gente. Subisce la maldicenza del villaggio e l incomprensione. A quel tempo, Maria non godeva buona reputazione all interno del paese. Questo vale anche per noi: noi tutti vogliamo approvazioni, conferme. Ognuno di noi è un Mistero: nessuno ci può capire. Qualcuno ci può capire, se ha il dono del discernimento, il dono della sapienza dello Spirito. Spesso, la gente ci vede attraverso quello che ha nella sua mente. Dobbiamo soltanto accettare questa ferita di non essere capiti. Ieri, durante la Messa celebrata a Santo Stefano, il Signore ci ha dato questo versetto di Daniele 10, 7: Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi. Ieri sera, pensavo che la stessa situazione è stata anche per Paolo, il quale ha la rivelazione, cade, ma lui solo sente la voce, mentre gli altri non vedono niente. Nessuno vede quello che abbiamo nel cuore. Accettiamo il Mistero e accettiamo di non essere capiti. Cercando conferme ed approvazioni, molte volte, noi ci svendiamo e ci prostituiamo. La seconda ferita fa riferimento allo svenimento di Maria. Vicino a Nazareth c è una Cappella, chiamata Cappella dello svenimento di Maria. Maria sviene, quando vede che vogliono ammazzare Gesù. Gesù è cresciuto a Nazareth, poi va nel deserto, perché, a quel tempo, prima di intraprendere una missione, si usava recarsi nel deserto, dove c era un alimentazione diversa, una respirazione consapevole e ci si preparava ad affrontare un nuovo cammino. Gesù viene battezzato, comincia ad essere conosciuto e torna a Nazareth. Nella sinagoga tiene la prima predica e riprende i versetti del profeta Isaia: Lo Spirito del Signore è sopra di me: per questo mi ha consacrato con l unzione

3 Gesù dice di essere il Messia e coloro che erano presenti nella sinagoga lo conducono fin sul ciglio del monte, per gettarlo dal precipizio. Gesù deve scappare dal suo paese.

3 3 Gesù dice di essere il Messia e coloro che erano presenti nella sinagoga lo conducono fin sul ciglio del monte, per gettarlo dal precipizio. Gesù deve scappare dal suo paese. Immaginate una mamma che vede tutto questo. Sui figli, sui nipoti, sulle persone, che amiamo, abbiamo delle aspettative. A volte, ci deludono, ma ognuno deve fare il suo cammino, ognuno ha il suo progetto, che non corrisponde al nostro. Io mi accorgo degli errori degli altri, come gli altri si accorgono dei miei. I genitori, spesso, diventano ciechi nei confronti dei figli; preferiscono non sapere, fare i ciechi, perché non vogliono essere delusi. La seconda ferita di Maria è la nostra: dobbiamo continuare a dare suggerimenti, ma permettere anche le cadute, sempre pronti a rialzare. La terza ferita riguarda sempre Gesù, che ritorna a Nazareth, ma non va a casa sua, bensì in una casa di persone non proprio raccomandabili, tanto che i suoi, sentendo questo, uscirono, per andarlo a prendere, poiché dicevano: - Ĕ pazzo!- Marco 3, 21. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare Gesù, girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: -Ecco mia madre e i miei fratelli. Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre. - Marco 3, Maria deve operare una scelta: lascia la casa, il clan e segue Gesù, che era scomunicato, perché una donna non poteva camminare con un uomo, nemmeno la figlia con il padre. Gesù era accompagnato da Maria di Magdala, da Giovanna, moglie di Cusa, da Susanna e da molte altre. Maria sceglie di diventare scomunicata con suo Figlio e lo segue. Per noi, questa è la ferita di seguire Gesù. Gesù è un cammino continuo, dobbiamo accettare la sfida che il Signore ci lancia. Non c è niente di statico con Gesù: con Lui dobbiamo andare sempre avanti. Con Gesù dobbiamo operare continui tagli, perché le persone ci mettono sempre in una categoria; la vita, però, si evolve e il bello deve ancora venire. Non tutti ci seguono, ma Gesù ci porta a fare delle scelte e ogni scelta implica una rinuncia. A volte, bisogna rinunciare, lasciare andare e scegliere di vivere, camminare, altrimenti regrediamo. La quarta ferita è quella di Maria che vede Gesù arrestato, torturato e condannato a morte pubblicamente. Maria vede suo Figlio in queste condizioni.

4 Ĕ innaturale questo, perché, di solito, sono i figli che vedono morire i genitori. Ogni morte, comunque, è sempre un dolore. Quando c è l Amore, la persona cara ci mancherà sempre.

4 4 Ĕ innaturale questo, perché, di solito, sono i figli che vedono morire i genitori. Ogni morte, comunque, è sempre un dolore. Quando c è l Amore, la persona cara ci mancherà sempre. C è la Comunione dei Santi, c è la Messa, c è la Preghiera, ci sono i sogni, ma la ferita della perdita delle persone care rimane sempre. Dobbiamo imparare a convivere con questa ferita nel cuore. Tutti abbiamo avuto persone care, che sono decedute, persone care torturate. Quando andiamo in ospedale, vediamo persone, che sembrano torturate, soffrono e noi non possiamo far niente. Ci sentiamo dire che sono condannate a morte. Io dico sempre che la Parola di Dio è Parola di guarigione e noi possiamo sempre chiedere la proroga, come ha fatto il re Ezechia (2 Re 20, 1-7), al quale il Signore ha concesso altri quindici anni di vita. Come Maria ha sentito per suo Figlio, anche noi sentiamo dire che alcuni nostri cari sono condannati a morte. L ultima ferita di Maria è la morte di Gesù. Questa ferita tocca tutti noi. Siamo all inizio dell anno, inizia un nuovo cammino. Ricordiamo un solo versetto del Prologo: A quanti credono ha dato il potere di diventare figli di Dio. Nei Vangeli, il Figlio è Gesù, tutti gli altri sono bambini, perché c è un cammino di crescita da percorrere. Noi saremo nella pienezza, diventeremo figlio completo al termine della vita. Noi diventiamo figli di Dio nella crescita continua.

5 5 A tutti quelli che l hanno accolto, il Verbo Incarnato ha dato il potere di diventare figli di Dio. Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa giornata da vivere alla tua Presenza. Vogliamo affidarci a Maria, per guarire dalle ferite, che, se non guarite, ci portano a reagire agli eventi: questo significa essere schiavi degli eventi. Vogliamo guarire, per agire. Ti presentiamo il nostro Mistero, l accettazione di quello che siamo, senza essere capiti. Ti presentiamo, Signore, le nostre aspettative sulle persone che vengono deluse. Ognuno deve percorrere il suo cammino: lasciamo andare e aspettiamo. Ti presentiamo, Signore Gesù, le nostre scelte. Vogliamo scegliere te, quando siamo ad un bivio. Aiutaci a scegliere nella libertà. Ti presentiamo, Signore Gesù, il nostro dolore per tutte le volte che abbiamo visto i nostri cari torturati, in cerca del loro bene da parte della Medicina. Ti presentiamo la ferita della morte, della separazione dei nostri cari. Li incontriamo nella Liturgia, nella Preghiera, nello Spirito, ma è una ferita, che abbiamo nel cuore, con la quale vogliamo imparare a convivere. Ti presentiamo, Signore Gesù, tutte queste ferite, perché, attraverso l intercessione di Maria di Nazareth, Nostra Signora del Sacro Cuore, veniamo guariti, per vivere d Amore, sempre! PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.

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