Componenti del gruppo:
|
|
- Camilla Murgia
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Area progetto a.s. 2010/11: Progettazione di un impianto mini-idroelettrico; Studio della turbina. Componenti del gruppo: Spanevello Enrico Finozzi Andrea Locallo Luca Mioni Davide Relazione tecnica e dimensionamento della turbina a cura di Spanevello Enrico.
2 Introduzione: cosa sono le turbine? e a cosa servono? Le turbine sono macchine idrauliche che utilizzano direttamente l energia cinetica del fluido derivata indirettamente dal dislivello geodetico naturale o creato artificialmente che conferisce alla massa liquida una energia potenziale di posizione. Il concetto di potenza, rendimento e numero di giri caratteristico. Prima di descrivere le relazioni che permettono di ricavare le grandezze caratteristiche delle macchine idrauliche, ricordiamo l equivalenza esistente fra le due forme di energia potenziale di un liquido. Tale energia può essere di pressione (p) quando il liquido è immagazzinato in un serbatoio in pressione, oppure di dislivello (H) quando il liquido è posto in un serbatoio a un altezza più elevata rispetto all utilizzatore. Indicando con γ il peso specifico del liquido, la relazione tra la pressione e il dislivello è: p/ γ=h. Quindi questa relazione permette di considerare, in modo perfettamente equivalente, sia la pressione, sia il dislivello come indice di energia potenziale. Indicando con Q la portata in volume di fluido che viene elaborata dalla macchina nell unità di tempo, la potenza disponibile,, della macchina è data da: La stessa potenza, espressa in cavalli, è data da: Nelle macchine motrici, il rendimento fa si che non tutta l energia disponibile possa essere trasformata in lavoro utile e quindi, indicando con W la potenza erogata dalla macchina, il rendimento della macchina stessa è dato da: In generale le cause di perdita di una macchina idraulica, che nel loro complesso determinano il rendimento, sono molte, ma le più importanti sono senz altro quelle idrauliche interne ed esterne alla macchina e le perdite meccaniche. Le perdite idrauliche esterne sono dovute alle cadute di pressione che si verificano nelle tubazioni di addizione del fluido alla macchina e quindi diminuiscono la potenza disponibile o quella utile. Le perdite idrauliche interne sono invece quelle che si verificano all interno della macchina durante la fase di scambio di energia tra macchina e fluido. Questo tipo di perdita può essere paragonato a quella relativa ai cicli delle macchine termiche. Infine le perdite meccaniche, comuni a tutti i tipi di macchine che hanno organi in movimento, fanno sentire il loro effetto anche in questo caso, contribuendo alla diminuzione di potenza utile. Il peso di tutti questi fattori che abbiamo indicato è diverso a seconda del tipo di macchina che si considera e quindi sarà illustrato in modo dettagliato nella descrizione dei singoli tipi.
3 Un altro parametro di funzionamento molto importante per le macchine idrauliche è il numero di giri caratteristico (n c ) che fornisce le condizioni di similitudine di funzionamento per due macchine dello stesso tipo ma di dimensionamento diverso. Questo parametro, adimensionale è dato dalla seguente relazione: In cui n è il numero di giri al minuto, P è la potenza effettiva in cavalli vapore, H (in m) è il dislivello sotto cui funziona la macchina. Nella tabella A sono riportati il dislivello nel quale operano e i limiti del numero di giri caratteristico delle principali macchine le cui caratteristiche vengono illustrate nel seguito. Tipo di turbina Numero di giri caratteristico n c Dislivello H (m) 1 getto Pelton 2 getti getti Lenta Francis normale veloce Turbine a elica e Kaplan Tab. A dislivello nel quale operano e il numero di giri caratteristico delle principali turbine È da notare che il numero di giri caratteristico non è significativo della sola velocità di rotazione della macchina, ma anche di tutte le altre caratteristiche della macchina stessa. Ad esempio, come si rileva dalla tab. A, le turbine Kaplan, che ruotano a velocità piuttosto basse (dell ordine delle decine di giri al minuto), hanno alti valori di n c perché le portate elaborate sono molto forti con dislivelli dell ordine di qualche metro. Le ruote Pelton, invece, pur ruotando a velocità piuttosto elevate (dell ordine delle migliaia di giri al minuto), hanno n c basso perché elaborano basse portate con dislivelli dell ordine delle centinaia di metri. In definitiva, il numero di giri caratteristico è un parametro che permette di dimensionare gli organi principali di una macchina in base a quelli di un'altra dello stesso tipo tenendo conto delle diverse condizioni di funzionamento. Le dimensioni e le caratteristiche di tutti gli altri organi meccanici (quali possono essere alberi, regolatori ecc.) dovranno essere invece progettati in base alle condizioni specifiche di carico degli stessi organi.
4 Ruote Pelton Questo tipo di macchina più che ruota idraulica, può essere considerato una turbina idraulica ad azione. Infatti la forma della palettatura è simile a quella delle turbine ad azione e l organo che indirizza il flusso, essendo costituito da uno o più ugelli posti alla periferia della palettatura, può essere assimilato ad un distributore. Lo schema di funzionamento insieme alla forma della palettatura, è riportato nella figura B. Gli ugelli sono a sezione circolare e vengono posizionati in modo che il getto di liquido risulti tangente alla circonferenza luogo dei centri delle pale. Per un buon funzionamento della macchina è necessario che il getto esca compatto dall ugello e non si disperda fino all incontro con le pareti della girante. Per questo l estremità dell ugello è provvista di un profilo fortemente convergente che impedisce la dispersione del getto d acqua. La girante è invece costituita da una ruota sulla cui periferia è posta una serie di pale a doppio cucchiaio con la concavità rivolta verso il getto d acqua. L arco corrispondente al percorso del centro della pala quando è colpita dal getto è chiamato arco d azione. Ogni pala è dotata di un coltello centrale che ha il compito di dividere il getto in due correnti che lambiscono le superfici interne di ciascuna metà della pala. L uscita dell acqua dalla palettatura avviene con una velocità molto piccola (c 2 ) e direzione quasi coincidente con l asse della ruota. Come si nota dalla figura, la pala presenta un intaglio in corrispondenza dell estremità esterna per aumentare il rendimento della macchina. Infatti l intaglio impedisce che il dorso della pala sia colpito per primo, contrastando il movimento della girante, mentre la pala stessa si avvicina all arco di azione. La zona più sollecitata di questa macchina è quella di attacco fra la pala e il disco rotante in quanto qui vengono scaricate sia la spinta dell acqua sia la forza centrifuga. Da ciò deriva l esistenza di un limite fra il diametro del getto e quello della girante, normalmente pari a 1/8.
5 Fig. B schema di funzionamento della turbina Pelton (a) e triangoli di velocità (b) La regolazione della ruota Pelton La variazione della potenza erogata dalla macchina può essere effettuata variando la portata o il dislivello del liquido. Quest ultimo parametro è però, in generale, difficilmente modificabile e quindi necessario è necessario agire sulla portata. Come è indicato nella figura C la variazione della portata viene ottenuta per mezzo di una spina a sezione variabile sistemata nel centro dell ugello. Questa disposizione richiede che l ugello sia costituito con materiale durissimo e che Fig. C sistema di regolazione della ruota Pelton sia facilmente accessibile per la manutenzione data la forte usura da parte del liquido. Il disegno del profilo della spina deve essere accuratamente studiato in modo che l area della sezione di passaggio del liquido sia regolarmente decrescente, altrimenti vi è il pericolo che il getto non esca compatto dall ugello con conseguenti perdite di rendimento della macchina. Il moto della spina deve essere molto lento per evitare il fenomeno del colpo di ariete (onda di pressione che si origina a causa dell inerzia di una colonna di fluido in movimento che impatta contro la parete ad esempio di una valvola chiusa in maniera improvvisa) e quindi la regolazione sarebbe poco pronta. Per aggirare questo ostacolo la regolazione viene fatta per mezzo dello scarico sincrono, di cui parleremo a proposito delle turbine idrauliche, oppure per mezzo di un tegolo come indicato nella figura C. Il comando del tegolo è collegato a quello della spina in modo che, in un primo momento, viene deviato il getto del liquido mentre la spina inizia il movimento di regolazione. Quando la spina si è portata nella giusta posizione, il tegolo viene di nuovo spostato affinché il getto agisca nella giusta direzione. Il rendimento globale delle ruote Pelton è dato dal prodotto del rendimento idraulico e del rendimento meccanico. In base alla portata il rendimento è molto vicino ai valori massimi (85-89%) in un range piuttosto ampio di giri, mentre per piccole portate, sia a bassi che ad alti numeri di giri, il rendimento diminuisce piuttosto rapidamente. Ciò è dovuto al fatto che le perdite meccaniche sono praticamente indipendenti dalla portata e il rendimento idraulico è quasi costante in un campo di portate piuttosto ampio. È da notare che le considerazioni che abbiamo fatto partono dal presupposto che il dislivello sotto cui funziona la macchina è
6 costante. Ciò generalmente rispecchia la realtà in quanto le variazioni di livello che si verificano nella camera di carico sono trascurabili rispetto alla caduta totale. Turbine idrauliche Le turbine idrauliche presentano molte analogie con le turbine a vapore, ma sono caratterizzate da proprietà diverse del fluido operante. Infatti il liquido, sia in caso di acqua sia di olio, è incomprimibile e il suo peso specifico è molto più elevato rispetto a quello del vapore. Da ciò deriva la possibilità di trascurare, per le macchine idrauliche, i fenomeni termodinamici mentre è necessario tener conto del lavoro delle forze di gravità. Indicando con l indice zero le grandezze relative alla camera di carico e con l indice uno quelle relative al canale di scarico dove il liquido viene smaltito, l equazione dell energia assume la forma Dove c indica la velocità, L il lavoro utile ricavato, R il lavoro delle resistenze passive, p la pressione. Nei casi in cui si può ritenere C 0 = C 1 e p 0 = p 1 (ad esempio pressione atmosferica sia nella camera di carico sia nel canale di scarico) l equazione diviene L=H-R. Questa relazione esprime il lavoro di 1 kg di fluido e quindi, per avere l espressione della potenza fornita, bisogna moltiplicare L per la portata, in peso, di fluido che elabora la macchina. La stessa relazione di conservazione dell energia, applicata fra l ingresso e l uscita della turbina, ha la seguente espressione: La quantità Viene indicata con il nome di pressione totale, somma della pressione statica p e della pressione cinetica c 2 /2g. Nelle turbine idrauliche, come in quelle a vapore, sono presenti un distributore e una girante. Il distributore ha il compito di indirizzare in modo corretto il liquido all ingresso della palettatura che è posta alla periferia della girante. Se il salto idraulico è sfruttato completamente nel distributore per far acquistare al liquido la massima velocità, la turbina viene detta ad azione. Se invece il salto idraulico è sfruttato in parte nel distributore e in parte nella girante, la turbina viene detta a reazione. Il grado di reazione è il rapporto tra l energia sfruttata nella girante e quella totale disponibile. Nel caso delle turbine a reazione la girante è completamente immersa nel fluido mentre nel caso di turbine ad azione la girante stessa è parzialmente immersa. Esistono anche esempi di turbine che possono funzionare ad
7 azione e anche con un piccolo grado di reazione quando il dislivello nella camera di carico aumenta. Per quanto riguarda il senso del moto del fluido rispetto alla girante, le turbine possono essere classificate in assiali, radiali (centrifughe e centripete) e miste. Una particolarità molto importante nelle turbine idrauliche, cui abbiamo già accennato per le ruote Pelton, consiste nella regolazione che deve essere fatta tenendo conto dei fenomeni che possono essere innescati dall inerzia del fluido (colpo d ariete). Infatti il sistema di regolazione deve essere sufficientemente pronto per adattare le condizioni di funzionamento della turbina alle richieste dell impianto in cui è inserita, ma le variazioni di velocità che vengono provocate nei condotti devono essere sufficientemente piccole per non innescare fenomeni dinamici troppo importanti che potrebbero causare la rottura delle canalizzazioni in cui scorre il liquido. Un mezzo adatto a conciliare queste due esigenze contrastanti, e che può essere usato in tutti i tipi di turbine è lo scarico sincrono. Fig. D schema di uno scarico sincrono Nella figura D È riportato uno schema di questo dispositivo che funziona nel modo seguente: quando è necessario diminuire la potenza della turbina, il regolatore interviene riducendo la portata di liquido che attraversa il distributore; contemporaneamente a questo intervento, viene aperta anche una valvola supplementare di scarico in modo che l alimentazione del distributore diminuisca notevolmente. Ciò rappresenta però una forte perdita per il rendimento della turbina e quindi è necessario che il tempo di apertura sia limitato. A questo scopo il comando della valvola viene attuato con l interposizione di un fluido (olio) che occupa un cilindro all interno del quale può muoversi uno stantuffo. Dopo che la valvola di scarico si è aperta, la differenza di pressione esistente sulle due facce del pistone e un peso riportano gradualmente alla chiusura la stessa valvola in quanto l olio può passare da una camera all altra attraverso una strozzatura la cui entità regola la rapidità della manovra. Nel caso in cui è necessario invece aumentare la portata, non vi è bisogno di particolari accorgimenti e quindi lo stantuffo, nel movimento verso il basso, deve essere libero. Ciò si ottiene applicando allo stesso stantuffo valvole automatiche che si aprono solo quando avviene la manovra.
8 Principali tipi di turbine I principali tipi di turbine idrauliche che illustreremo sono essenzialmente a reazione, in quanto quelle ad azione sono rappresentate dalla ruota Pelton già descritta. Turbine a reazione Francis Questo tipo di turbine, che può essere ad asse verticale od orizzontale, è adatto allo sfruttamento di dislivelli medi e bassi (ricordiamo che i forti dislivelli vengono utilizzati per l azionamento delle ruote Pelton). Le turbine Francis, che sono costituite sempre da un distributore e una girante, sono caratterizzate dal fatto che la regolazione viene realizzata per mezzo di un distributore a palettatura orientabile, come verrà descritto più a fondo nel seguito, che consente di variare la portata elaborata dalla macchina e quindi di regolare la potenza erogata dalla turbina. La girante è dotata di una palettatura di forma più complessa rispetto a quella del distributore e varia a seconda dei diversi tipi di turbina. Come già accennato in precedenza, il distributore circonda completamente la girante, al contrario di quel che avviene nelle turbine ad azione. L ingresso del liquido avviene in corrispondenza della periferia esterna della macchina e quindi il moto del fluido è centripeto, cioè avviene dalla periferia verso il centro. Lo scarico può avvenire invece parallelamente all asse della girante o in direzione obliqua, con componente centrifuga o centripeta. In ogni caso, però, in condizioni di buon funzionamento, la velocità di uscita deve essere contenuta in piani passanti per l asse della girante senza componenti tangenziali che comporterebbero perdite di rendimento. Lo scarico, in particolare, è realizzato con notevole cura: esso deve, infatti, recuperare la maggior frazione possibile dell energia cinetica del liquido uscente dalla girante trasformandola in energia di pressione (perciò e anche chiamato diffusore ) e facendo in modo che la pressione di uscita della corrente nel bacino di scarico sia in equilibrio con la pressione atmosferica. Si comprende da ciò l importanza di una corretta progettazione della forma da assegnare allo scarico stesso, in quanto essa influenza notevolmente il rendimento globale della macchina. La regolazione delle turbine Francis
9 Viene attuata, come già accennato in precedenza, agendo sulla portata di liquido che viene elaborato dalla macchina. Ciò si ottiene variando l angolo che le palette del distributore formano con la girante. Per questa ragione le palette sono girevoli rispetto a un perno e sono collegate fra loro in modo che con un unico comando si ottenga la stessa variazione angolare per tutte le palette. Per evitare colpi d ariete durante le manovre di diminuzione della portata viene sempre impiegato lo scarico sincrono che abbiamo illustrato in precedenza. È da tener presente che, quando viene cambiato l angolo α 1 di uscita dal distributore, poiché c 1 e u non variano in grandezza e direzione, la velocità relativa ω 1 non risulta più tangente al profilo della palettatura della girante. Da ciò deriva che, in condizioni di funzionamento lontane da quelle ottime, si verificano perdite per urto e per moti vorticosi che abbassano il rendimento della macchina. Fig. E confronto fra le curve caratteristiche delle varie turbine Nella figura E sono riportati, a titolo di esempio, l andamento del rendimento totale di una turbina Francis e, per confronto, quello corrispondente di una ruota Pelton in funzione della portata elaborata dalle due macchine (la portata è data come rapporto rispetto al valore massimo). Come si può notare, la turbina Francis ha un rendimento massimo più elevato, anche se di poco, rispetto alla Pelton ma, alle basse portate, il rendimento della turbina Francis decade molto più rapidamente proprio a causa delle perdite per urto che abbiamo già descritto. Turbine a elica e Kaplan
10 Le turbine a elica e Kaplan rappresentano un evoluzione che già si intuisce nel passaggio dalle turbine Francis lente a quelle celeri e ultraceleri. Infatti in questo tipo di macchine il distributore ha una palettatura che dirige il fluido in direzione parallela all asse di rotazione e la girante è di tipo assiale. Nella figura F è riportata la forma della palettatura per una turbina Kaplan. Questi tipi di turbina sono caratterizzati da un numero di giri caratteristico molto elevato (da 400 a 1000) e sono adatte per piccoli dislivelli (pochi metri) e forti portate (fino a centinaia di metri cubi al secondo). Fig. F Girante di una turbina Kaplan La regolazione delle turbine Kaplan La regolazione avviene in modo analogo a quanto visto per le turbine Francis, variando cioè l inclinazione delle pale del distributore per variare la portata. Però il rendimento di questo tipo di macchine è notevolmente influenzato dalla variazione dell inclinazione della palettatura del distributore. Quindi in alcuni tipi di turbine, come ad esempio le Kaplan, anche la palettatura della girante è orientabile in modo da mantenere un valore elevato di rendimento in un vasto campo di funzionamento. Un altra caratteristica di questo tipo di turbine consiste nel fatto che la velocità di scarico è molto elevata (l energia cinetica di scarico è pari a 1/3-1/4 di quella totale) e quindi per raggiungere alti valori di rendimento è necessario che allo scarico sia presente un diffusore ben dimensionato che permetta il recupero della maggior parte dell energia cinetica. In definitiva, quindi, nelle turbine Kaplan e ad elica, sono importanti sia la forma e la regolazione della palettatura del distributore e della girante, sia la forma del condotto di scarico che viene curata particolarmente nel diffusore. L angolo che le pareti del diffusore formano tra loro è in genere compreso fra 1,5 e 2,5 metri al Fig. G Turbina kaplan secondo. Quanto abbiamo illustrato viene realizzato, per le turbine Kaplan, secondo lo schema di figura G. Dimensionamento della turbina Kaplan.
11 Premessa: Al momento della scelta della turbina abbiamo optato per una Kaplan ad asse verticale dal momento che abbiamo disponibile un salto utile (distanza dal pelo libero dell acqua all asse della turbina) molto basso, dettato dal fatto che il nostro progetto è realizzato per un impianto mini-idroelettrico; di conseguenza avremo anche una portata limitata e molto variabile, dal momento che è caratteristica nota dei torrenti presenti sul nostro territorio. Calcoli di progetto: Parametri scelti: Numero di giri della turbina n: 250 [ ] Portata massima : 2[ ] Portata media : 1,5[ ] Salto utile h: 3,7 [m] 1) Calcolo il numero tipico di macchina (K), calcolato per la portata massima Per trovare il numero tipico di macchina devo prima calcolare l ω 2) Scelgo il numero di Thoma dal diagramma della tabella 1 Tab.1 Numero di Thoma per le turbine Francis, Elica e Kaplan
12 Nel nostro caso il numero di Thoma 3) Ricavato il numero di Thoma procedo al calcolo dell altezza allo scarico L altezza allo scarico risulta 0 dal momento che la pressione allo scarico pressione dopo lo scarico è uguale alla 4) Calcolo la portata di progetto ricavando dalla tabella 2 la relazione Tab.2 5) Avendo ora ricalcolo K 6) Dalla tabella 2 ricavo ψ e φ che saranno rispettivamente 0,23 e 0,22. 7) Calcolo la velocità periferica della girante (Ue) 8) Trovo ora il diametro esterno De
13 9) Calcolo il diametro interno della girante (Di) 10) Calcolo la velocità dell acqua (Ca) 11) Attribuisco un valore al rendimento idraulico:( ) e calcolo l altezza teorica (ht) 12) Pongo quindi 13) Trovo l inclinazione della paletta ( ) 14) Calcolo la velocità indisturbata della corrente relativa 15) Ricavo il rapporto tra il passo e la corda (t/l) dalla tabella 3 e il numero di palette ( ) dalla tabella 2.
14 Tab.3 Valori ottimali del rapporto t/l Nel nostro caso t/l risulterà 0,74 e il numero di palette sarà 7. 16) Calcolo il passo (t) e della corda (l) 17) Secondo i profili NACA 6410 calcolo: L angolo di inclinazione del profilo esterno della paletta dove l acqua entra ( ) L angolo di inclinazione del profilo esterno della paletta all uscita dell acqua ( )
15 I restanti dati riguardanti il calcolo dei profili nelle varie sezioni della paletta sono stati realizzati con excel allo scopo di facilitare le operazioni di calcolo. Qui di seguito la tabella con i vari risultati D ω ht g cu1 ca u t l 0,50 26,18 3,37 9,81 5,05 2,763 6,55 0,22 0,30 34,51 0,60 4,21 7,85 0,27 0,36 25,67 0,70 3,61 9,16 0,31 0,42 20,58 0,80 3,16 10,47 0,36 0,49 17,26 0,90 2,81 11,78 0,40 0,55 14,91 0,96 2,63 12,57 0,43 0,58 13,80 La potenza erogabile dalla turbina (W) con la seguente formula Conclusioni: La difficoltà principale incontrata in questa area di progetto è stata il reperimento di un libro dove fosse descritto il dimensionamento della turbina Kaplan, dal momento che la maggioranza dei libri in commercio non lo tratta o ne parla in maniera superficiale, approfondendo di più le turbine Pelton e Francis. Il materiale è stato reperito in internet e su libri di testo. Il progetto mi è servito per capire l importanza dell idroelettrico sul nostro territorio, il quale non è, come dimostrato, sfruttato come si dovrebbe dal momento che ci sono innumerevoli siti adatti a questo tipo di energia rinnovabile non sfruttati. Vorrei ringraziare soprattutto il prof. Pesavento Fabio che mi ha aiutato nel capire il procedimento per il dimensionamento della turbina ed è sempre stato molto disponibile. I miei ringraziamenti vanno anche a tutti i docenti della nostra classe che sono sempre stati disponibili per qualsiasi chiarimento ed aiuto.
16
POLITECNICO DI TORINO
POLITECNICO DI TORINO II Facoltà di Ingegneria - Vercelli - LE CARATTERISTICHE FUNZIONALI E I PROBLEMI DI ESERCIZIO DELLE MACCHINE IDRAULICHE Corso di Infrastrutture Idrauliche I LE CARATTERISTICHE FUNZIONALI
DettagliLE CARATTERISTICHE FUNZIONALI DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
LE CARATTERISTICHE FUNZIONALI DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI Argomenti trattati: 1 - Generalità di un impianto idroelettrico. 2 - Descrizione delle turbine idrauliche. 3 - Il tubo aspiratore-diffusore Introduzione
DettagliMACCHINE Lezione 9 Turbine Idrauliche II Francis e Kaplan
MACCHINE Lezione 9 Turbine Idrauliche II Francis e Kaplan Dr. Paradiso Berardo Laboratorio Fluidodinamicadelle delle Macchine Dipartimento di Energia Politecnico di Milano Turbine a reazione generalità
Dettagli4. Esercitazione 4: Dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale
4. Esercitazione 4: Dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale Lo scopo della presente esercitazione è il dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale. Con riferimento alla
DettagliEsercizi di Macchine a Fluido
Università degli Studi di Udine Facoltà di Ingegneria Esercizi di Macchine a Fluido a cura di L. Casarsa Esercizi proposti nelle prove scritte dell esame di Macchine I e II modulo dai docenti G.L Arnulfi,
DettagliMICRO E MINI IDRO: TECNOLOGIE PER LE PICCOLE PORTATE E I PICCOLI SALTI. Porretta Terme, venerdì 28 settembre 2007
MICRO E MINI IDRO: TECNOLOGIE PER LE PICCOLE PORTATE E I PICCOLI SALTI Porretta Terme, venerdì 28 settembre 2007 Potenza efficiente lorda degli impianti da fonte rinnovabile in Italia al 31 dicembre Schema
DettagliTurbomacchine Impiegate in Aeronautica
Lezione 11 1 Turbomacchine Impiegate in Aeronautica Ci si occuperà ora in maggior dettaglio delle turbomacchine più diffuse nel campo aeronautico. Esse sono: Tra i compressori Compressore radiale centrifugo
DettagliLe Turbine IDRAULICHE
Le Turbine IDRAULICHE Prof. Francesco Martelli Prof. David Chiaramonti Ing. A.Mattana Ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2013 Versione: 1.00.07 Pag. 1 Classificazione - Dipartimento di Ingegneria Industriale
Dettagli5. Esercitazione 5: Dimensionamento del primo stadio di una turbina assiale
5. Esercitazione 5: Dimensionamento del primo stadio di una turbina assiale Lo scopo della presente esercitazione è il dimensionamento del primo stadio di una turbina assiale con i seguenti valori di progetto:
DettagliEsercitazione 2 Ciclo a vapore a recupero
Esercitazione 2 Ciclo a vapore a recupero Lo scopo di questa esercitazione è la progettazione di un ciclo a recupero: l impianto è composto da un ciclo a vapore ad un livello di pressione che utilizza
DettagliCorso di Macchine a Fluido
Università degli Studi di Udine Facoltà di Ingegneria Corso di Macchine a Fluido a cura di P. Pinamonti, L. Casarsa 1 Nota introduttiva Il presente testo è stato redatto sulla base degli appunti delle
DettagliCORSO DI LAUREA TRIENNALE IN INGEGNERIA INDUSTRIALE PROGRAMMA DEL CORSO DI MACCHINE (BOZZA 22/9/2014) DOCENTE Diego Micheli a.a.
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN INGEGNERIA INDUSTRIALE PROGRAMMA DEL CORSO DI MACCHINE (BOZZA 22/9/2014) 3 anno DOCENTE Diego Micheli a.a. 2014/15 0. INTRODUZIONE AL CORSO, CLASSIFICAZIONE DELLE MACCHINE
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA Facoltà di Ingegneria
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA Facoltà di Ingegneria ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE (Lauree di primo livello DM 509/99 e DM 270/04 e Diploma Universitario)
DettagliL IMPRESA. AC-TEC in breve
L IMPRESA L impresa familiare AC-TEC è specializzata nella produzione di turbine ad acqua individualizzate e la specifica tecnica di controllo L azienda è localizzata in Caldaro/Alto Adige. La gran parte
DettagliStudio di massima di un sistema di sovralimentazione di un motore diesel turbocompound basato su turbina Allison 250-C18
ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA Studio di massima di un sistema di sovralimentazione di un motore diesel turbocompound basato su
DettagliLavoro. Esempio. Definizione di lavoro. Lavoro motore e lavoro resistente. Lavoro compiuto da più forze ENERGIA, LAVORO E PRINCIPI DI CONSERVAZIONE
Lavoro ENERGIA, LAVORO E PRINCIPI DI CONSERVAZIONE Cos è il lavoro? Il lavoro è la grandezza fisica che mette in relazione spostamento e forza. Il lavoro dipende sia dalla direzione della forza sia dalla
DettagliCONCETTI BASE DI IDRAULICA
CONCETTI BASE DI IDRAULICA Prima di dare alcuni cenni sulla progettazione degli impianti é bene chiarire alcuni fondamentali concetti idraulici: PORTATA: Quantità d acqua che attraversa una sezione in
DettagliEsercizio 1 L/3. mg CM Mg. La sommatoria delle forze e dei momenti deve essere uguale a 0 M A. ω è il verso di rotazione con cui studio il sistema
Esercizio 1 Una trave omogenea di lunghezza L e di massa M è appoggiata in posizione orizzontale su due fulcri lisci posti alle sue estremità. Una massa m è appoggiata sulla trave ad una distanza L/3 da
DettagliProva scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 16 luglio 2013
Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 16 luglio 013 Problema 1 Un cubo di legno di densità ρ = 800 kg/m 3 e lato a = 50 cm è inizialmente in quiete, appoggiato su un piano orizzontale.
DettagliStatica ed equilibrio dei corpi
Statica ed equilibrio dei corpi Avendo stabilito le leggi che regolano il moto dei corpi è possibile dedurre le leggi che regolano il loro equilibrio in condizioni statiche, cioè in assenza di movimento.
DettagliEsercizi di base sulle turbine idrauliche
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Facoltà di Ingegneria - sede di Modena Corso di Turbomacchine e Oleodinamica prof. Giuseppe Cantore Esercizi di base sulle turbine idrauliche Water, water,
DettagliProtezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia. Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia
1 Principi di idraulica Definizioni MECCANICA DEI FLUIDI È il ramo della fisica che studia le proprietà dei fluidi, cioè liquidi, vapori e gas. Idrostatica Studia i fluidi in quiete Idrodinamica Studia
DettagliSIVAL ENERGIA TURBINE SIV 1
TURBINE SIV 1 Le turbine SIV1 sono adatte per grandi dislivelli e relativamente piccole quantità d acqua. Il loro vantaggio si manifesta in un rendimento regolare avendo come base una quantità d acqua
DettagliCorso di Laurea Ingegneria Civile e Ambientale
Corso di Laurea Ingegneria Civile e Ambientale UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ENNA KORE FACOLTÀ DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA Complementi di Idraulica Ambientale Prof. Mauro De Marchis 10/03/2014 Programma del
DettagliSussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI. Prof. Ing. Francesco Zanghì ELEMENTI DI IDRAULICA AGGIORNAMENTO 26/11/2013
Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI Prof. Ing. Francesco Zanghì ELEMENTI DI IDRAULICA AGGIORNAMENTO 26/11/2013 L'idraulica è la scienza che studia l'utilizzazione dei
DettagliREGOLAZIONE DELLA PORTATA DI VAPORE IN TURBINA
REGOLAZIONE DELLA PORTATA DI VAPORE IN TURBINA La regolazione dell'impianto è di regola asservita a quella della macchina: ogni componente l'impianto viene adeguata alla portata di vapore richiesta dall'espansore.
DettagliMeccanica dei Fluidi: statica e dinamica
Meccanica dei Fluidi: statica e dinamica Stati della materia (classificazione assai approssimativa!) Solido: ha una forma propria, poco compressibile, alta densità Liquido: non ha una forma propria, poco
DettagliSoluzione Esame di Stato ITIS Termotecnica 2013 SVOLGIMENTO :
Soluzione Esame di Stato ITIS Termotecnica 2013 SVOLGIMENTO : Come è noto, nella fase 3-4 del diagramma T-s di Rankine-Hirn sotto riportato, il fluido, dalla pressione vigente P2 e temperatura T3, si espande
DettagliDIMENSIONAMENTO DEL FASATORE Per un corretto dimensionamento del fasatore è necessario operare come segue:
DIMENSIONAMENTO DEL FASATORE Per un corretto dimensionamento del fasatore è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A) calcolo della potenza reale continua (B) verifica
DettagliIDRAULICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO
A - IDRAULICA IDRAULICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO FLUIDO CORPO MATERIALE CHE, A CAUSA DELLA ELEVATA MOBILITA' DELLE PARTICELLE CHE LO COMPONGONO, PUO' SUBIRE RILEVANTI VARIAZIONI
DettagliL Unità didattica in breve
L Unità didattica in breve Una macchina semplice è un dispositivo utilizzato per equilibrare o vincere una forza resistente (resistenza) mediante una forza motrice (po tenza) avente caratteristiche diverse.
DettagliPompe Centrifughe - 1
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica A.A. 2009/2010 II Periodo di lezione Corso di: Macchine B Docente: Prof. Stefano Fontanesi Pompe Centrifughe
DettagliStudio di un bruciatore intermedio per un motore aeronautico turbocompound
ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA Studio di un bruciatore intermedio per un motore aeronautico turbocompound Tesi di laurea di: Davide
DettagliESAME DI AERODINAMICA 12/12/2006
ESAME DI AERODINAMICA 12/12/2006 La velocità indotta nel piano y-z passante per l origine da un filamento vorticoso rettilineo semi-infinito disposto lungo l asse x e con origine in x=0, rispetto a quella
DettagliEsercitazione 3. Esercizio 1
Esercitazione 3 Esercizio 1 Una pompa centrifuga opera con velocità di rotazione n d = 1450 rpm. Al punto di massimo rendimento la pompa elabora una portata volumetrica pari a V d = 0.153 m 3 /s di acqua,
DettagliBILANCIAMENTO STATICO DELLA PORTATA Valvole manuali
FOCUS TECNICO Bilanciamento parte 2 BILANCIAMENTO STATICO DELLA PORTATA Valvole manuali Le valvole manuali vengono utilizzate per effettuare il bilanciamento statico dell impianto. Per svolgere questa
DettagliDIMENSIONAMENTO DEL RINVIO ANGOLARE Per un corretto dimensionamento del rinvio angolare è necessario operare come segue:
DIMENSIONAMENTO DEL RINVIO ANGOLARE Per un corretto dimensionamento del rinvio angolare è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A) calcolo della potenza reale continua
DettagliLezione VII Calcolo del volano. Forze alterne d inerzia
Lezione VII Forze alterne d inerzia Dalla relazione ( cos cos ) = = ω α + λ α con m a pari alla massa totale del pistone, prima definita, più la massa m 1 che rappresenta quella parte della biella che,
DettagliModello dinamico non lineare monodimensionale per la simulazione del pompaggio in un compressore assial-centrifugo INTRODUZIONE
INTRODUZIONE L'impiego di programmi per la simulazione delle macchine è sempre più diffuso. Infatti, essi sono utilizzati sia in fase di progettazione di nuove macchine, sia per l'analisi dello stato di
DettagliTeoria del disco attuatore
Prima di affrontare l argomento nel particolare e nacessario fare un po di teoria. Teoria del disco attuatore L elica iinvestita dal vento puo essere assimilata come un disco che separa il flusso in moto.
DettagliIDRODINAMICA. Si chiama portata, il volume di fluido che defluisce attraverso una sezione nell unità di tempo; si indica con il simbolo Q [L 3 /T].
IDRODINAMICA Portata e velocità media Si chiama portata, il volume di fluido che defluisce attraverso una sezione nell unità di tempo; si indica con il simbolo Q [L 3 /T]. In una corrente d acqua la velocità
DettagliSTATICA E DINAMICA DEI FLUIDI
STATICA E DINAMICA DEI FLUIDI Pressione Principio di Pascal Legge di Stevino Spinta di Archimede Conservazione della portata Teorema di Bernoulli Legge di Hagen-Poiseuille Moto laminare e turbolento Stati
DettagliPVE POMPE A PALETTE A CILINDRATA VARIABILE CON REGOLATORE DI PRESSIONE DIRETTO SERIE 10
14 110/104 ID PVE POMPE A PALETTE A CILINDRATA VARIABILE CON REGOLATORE DI PRESSIONE DIRETTO PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO Le pompe PVE sono pompe a palette a cilindrata variabile con regolatore di pressione
DettagliProblema (tratto dal 7.42 del Mazzoldi 2)
Problema (tratto dal 7.4 del azzoldi Un disco di massa m D e raggio R ruota attorno all asse verticale passante per il centro con velocità angolare costante ω. ll istante t 0 viene delicatamente appoggiata
DettagliMeccanica dei fluidi, dove e cosa studiare
Meccanica dei fluidi, dove e cosa studiare Meccanica dei Fluidi AA 2015 2016 Il libro di testo adottato è Meccanica dei Fluidi di Cengel & Cimbala, McGraw Hill. Alcuni argomenti sono stati trattati con
DettagliGiacomo Sacco Appunti di Costruzioni Edili
Giacomo Sacco Appunti di Costruzioni Edili Le tensioni dovute a sforzo normale, momento, taglio e a pressoflessione. 1 Le tensioni. Il momento, il taglio e lo sforzo normale sono le azioni che agiscono
DettagliDinamica dei Fluidi. Moto stazionario
FLUIDODINAMICA 1 Dinamica dei Fluidi Studia il moto delle particelle di fluido* sotto l azione di tre tipi di forze: Forze di superficie: forze esercitate attraverso una superficie (pressione) Forze di
DettagliTipi di eccitazione del motore a corrente continua
Tipi di eccitazione del motore a corrente continua I modi con cui si collega l avvolgimento di eccitazione a quello d indotto determinano un diverso comportamento del motore a corrente continua. Essi sono
DettagliFacoltà di Farmacia - Anno Accademico A 18 febbraio 2010 primo esonero
Facoltà di Farmacia - Anno Accademico 2009-2010 A 18 febbraio 2010 primo esonero Corso di Laurea: Laurea Specialistica in FARMACIA Nome: Cognome: Matricola Aula: Canale: Docente: Riportare sul presente
DettagliEsempi di esercizi per la preparazione al primo compito di esonero
Esempi di esercizi per la preparazione al primo compito di esonero 1. Quanto sangue è approssimativamente presente in un essere umano? Esprimere il risultato in ml. 2. La densità dell etanolo e pare a
DettagliFluidi (FMLP: Cap. 11 Meccanica dei fluidi)
In un fluido Fluidi (FMLP: Cap. 11 Meccanica dei fluidi) le molecole non sono vincolate a posizioni fisse a differenza di quello che avviene nei solidi ed in particolare nei cristalli Il numero di molecole
DettagliEsercizio (tratto dal problema 7.36 del Mazzoldi 2)
Esercizio (tratto dal problema 7.36 del Mazzoldi 2) Un disco di massa m D = 2.4 Kg e raggio R = 6 cm ruota attorno all asse verticale passante per il centro con velocità angolare costante ω = 0 s. ll istante
DettagliGLI IMPIANTI MOTORI IDRAULICI
asdf GLI IMPIANTI MOTORI IDRAULICI 6 July 2012 Introduzione Il seguente articolo si propone di effettuare una breve panoramica degli impianti motori idraulici. In principio erano le ruote idrauliche Tra
DettagliGli schemi circuitali impiegati per la realizzazione dei convertitori statici sono molteplici.
Gli schemi circuitali impiegati per la realizzazione dei convertitori statici sono molteplici. Infatti, la struttura del convertitore risulta fortemente influenzata: dal tipo di sorgente primaria di alimentazione;
DettagliMOTORI PER AEROMOBILI
MOTORI PER AEROMOBILI Cap. 4 RICHIAMI SULLE TURBOMACCHINE 1.1 Introduzione Come ricordato nel corso di Propulsori Aerospaziali: Le TURBOMACCHINE sono macchine (cioè convertitori di energia) in cui lo scambio
DettagliI CUSCINETTI VOLVENTI
I CUSCINETTI VOLVENTI Il cuscinetto volvente, detto anche cuscinetto a rotolamento, è un elemento posizionato tra il perno di un albero e il sopporto, nel quale il movimento relativo tra parte rotante
DettagliI D R O S T A T I C A
I D R O S T A T I C A Caratteristiche stato liquido (descr.) FLUIDI Massa volumica (def. + formula) Volume massico (def. + formula) Peso volumico (def. + formula) Legame massa volumica - peso volumico
DettagliFisica Generale II (prima parte)
Corso di Laurea in Ing. Medica Fisica Generale II (prima parte) Cognome Nome n. matricola Voto 4.2.2011 Esercizio n.1 Determinare il campo elettrico in modulo direzione e verso generato nel punto O dalle
DettagliMECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE L
Università degli Studi di Bologna II Facoltà di Ingegneria con sede a Cesena MECCANICA ALICATA ALLE MACCHINE L Corso di Laurea in INGEGNEIA MECCANICA Corso di Laurea in INGEGNEIA AEOSAZIALE Anno Accademico
DettagliMACCHINE I DRAULICHE MANUALI TE~1'/ I C I MARZOCCO CASA EDITRICE MARZOCCO - FIRENZE. Con 188 illustrazioni ING. DANIELE ARI{S
MANUALI TE~1'/ I C I MARZOCCO COLLEZIONE DIRETTA DALL'ING-. MARIO PA TALEO ING. DANIELE ARI{S MACCHINE I DRAULICHE Con 188 illustrazioni CASA EDITRICE MARZOCCO - FIRENZE INDICE P refazione.....................
DettagliMECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE Allievi meccanici AA prova del Problema N.1. Problema N.2
MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE Allievi meccanici AA.2011-2012 prova del 01-02-2013 Problema N.1 Il sistema meccanico illustrato in figura giace nel piano verticale. L asta AB con baricentro G 2 è incernierata
DettagliFondamenti di Meccanica Esame del
Politecnico di Milano Fondamenti di Meccanica Esame del 0.02.2009. In un piano verticale un asta omogenea AB, di lunghezza l e massa m, ha l estremo A vincolato a scorrere senza attrito su una guida verticale.
DettagliCOORDINAMENTO NAZIONALE
A NTI NCENDI B OSCHIVI COORDINAMENTO NAZIONALE A AS SS SO OC C II A AZ Z II O ON NE E N NA AZ Z II O ON NA A LL E E A A LL P P II N N II CENNI DI IDRAULICA PROGRAMMA DELLA LEZIONE: 1. I concetti di portata
DettagliPOMPE A PALETTE Introduzione
POMPE A PALETTE Introduzione Architettura Caratteristiche di Funzionamento Calcolo della Cilindrata Bilanciamento Idraulico Pompe a Palette 1 SCHEMA BASE Il rotore è un tamburo circolare che ruota all
DettagliEsercizi sulle Macchine Operatrici Idrauliche
Esercizi sulle Macchine Operatrici Idrauliche 17 CAVITAZIONE POMPE (Appello del 06.12.02, esercizio N 1) Testo Una pompa invia una portata Q = 16 dm 3 /s di acqua ad un serbatoio sopraelevato di 8 m. In
DettagliDesign di schiere nel piano interpalare
Lecture 15 nel Text: Motori Aeronautici Mar. 6, 015 nel Triangoli di Disegno di di Mauro Valorani Univeristà La Sapienza 15.79 Agenda nel 1 Triangoli di Triangoli di 3 Disegno di di Disegno di di 15.80
DettagliParliamo di efficienza d antenna di Gioacchino Minafò IW9DQW
Efficienza di un antenna filare Per stabilire l effetto della lunghezza dell antenna sulla potenza irradiata senza ricorrere all analisi qualitativa, possiamo legare la resistenza di radiazione R i alla
DettagliLa distribuzione delle pressioni all interno di un fluido in quiete, pesante e incomprimibile, è governata da:
Statica Distribuzione delle pressioni La distribuzione delle pressioni all interno di un fluido in quiete, pesante e incomprimibile, è governata da: z+p/γ= cost LEE DI STEVIN Il valore della costante è
DettagliS.Barbarino - Appunti di Fisica - Scienze e Tecnologie Agrarie. Cap. 2. Cinematica del punto
SBarbarino - Appunti di Fisica - Scienze e Tecnologie Agrarie Cap 2 Cinematica del punto 21 - Posizione, velocitá e accelerazione di una particella La posizione di una particella puó essere definita, ad
DettagliIdraulica e macchine idrauliche
Scheda riassuntiva 5 capitoli 0- Idraulica e acchine idrauliche Idrostatica Pressione nei fluidi 1 La pressione esercitata su un punto del contorno si trasette uguale in tutta la assa fluida. In un punto
DettagliReti di ricircolo. Progettazione e bilanciamento
Reti di ricircolo Progettazione e bilanciamento Reti di ricircolo Servono a mantenere in circolazione l acqua calda, per impedire che, ristagnando, possa raffreddarsi. È così possibile garantire a tutti
DettagliPROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE IMPIANTO IDROELETTRICO SALBERTRAND - CHIOMONTE
PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE IMPIANTO IDROELETTRICO SALBERTRAND - CHIOMONTE a cura di: Titolo: RELAZIONE TECNICA E DI DIMENSIONAMENTO DELLE MACCHINE IDRAULICHE Revisioni: N Descrizione Data 0 EMISSIONE
DettagliSTUDIO DI UN GENERATORE ELETTROIDRAULICO
ALMA MATER STUDIORUM-UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN INGEGNERIA MECCANICA,CLASSE 52 SEDE DI BOLOGNA PRESENTAZIONE STUDIO DI UN GENERATORE ELETTROIDRAULICO CANDIDATO
DettagliAttuatori. Gli attuatori costituiscono gli elementi che controllano e permettono il movimento delle parti
Attuatori Gli attuatori costituiscono gli elementi che controllano e permettono il movimento delle parti meccaniche di una macchina automatica. Sono una componente della parte operativa di una macchina
DettagliIdrodinamica prova scritta 12/03/ Compito A
Idrodinamica prova scritta 1/03/007 - Compito Calcolare la spinta S esercitata dal liquido in movimento sulla superficie laterale del gomito illustrato in figura, avente sezione circolare, posto su un
DettagliAttrito statico e attrito dinamico
Forza di attrito La presenza delle forze di attrito fa parte dell esperienza quotidiana. Se si tenta di far scorrere un corpo su una superficie, si sviluppa una resistenza allo scorrimento detta forza
DettagliGITTATA MASSIMA DEGLI ELEMENTI ROTANTI... 2 CALCOLO DELLA GITTATA MASSIMA... 4
GITTATA MASSIMA DEGLI ELEMENTI ROTANTI... 2 CALCOLO DELLA GITTATA MASSIMA... 4 1 GITTATA MASSIMA DEGLI ELEMENTI ROTANTI La tecnologia costruttiva degli aerogeneratori è alquanto sofisticata e di chiara
DettagliP = r. o + r. O + ω r (1)
1 5.1-MOTI RELATIVI Parte I 5.1-Moti relativi-cap5 1 5.1-Moti relativi Teorema delle velocità relative Riprendiamo l impostazione tracciata nel paragrafo 2.6 (moti relativi 2-D) e consideriamo un sistema
Dettagliil ciclo di Ericsson (1853) caratterizzato da due isoterme e due isobare; il ciclo di Reitlinger (1873) con due isoterme e due politropiche.
16 Il ciclo di Stirling Il coefficiente di effetto utile per il ciclo frigorifero di Carnot è, in base alla (2.9): T min ɛ =. (2.31) T max T min Il ciclo di Carnot è il ciclo termodinamico che dà il maggior
DettagliFISICA E LABORATORIO INDIRIZZO C.A.T. CLASSE PRIMA. OBIETTIVI U. D. n 1.2: La rappresentazione di dati e fenomeni
FISICA E LABORATORIO INDIRIZZO C.A.T. CLASSE PRIMA Le competenze di base a conclusione dell obbligo di istruzione sono le seguenti: Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà
DettagliCostruzione di Macchine Verifica a fatica degli elementi delle macchine
Costruzione di Macchine Verifica a fatica degli elementi delle macchine In figura 1 è rappresentato schematicamente un mescolatore: l albero con la paletta è mosso da un motore elettrico asincrono trifase
DettagliProblemi di Fisica per l ammissione alla Scuola Galileiana Problema 1
Problemi di Fisica per l ammissione alla Scuola Galileiana 2015-2016 Problema 1 Un secchio cilindrico di raggio R contiene un fluido di densità uniforme ρ, entrambi ruotanti intorno al loro comune asse
DettagliAmplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo
Ottobre 00 Amplificatori in classe A con accoppiamento capacitivo amplificatore in classe A di Fig. presenta lo svantaggio che il carico è percorso sia dalla componente di segnale, variabile nel tempo,
DettagliCALORIMETRO DELLE mescolanze
CALORIMETRO DELLE mescolanze Scopo dell esperienza è la misurazione del calore specifico di un corpo solido. Il funzionamento del calorimetro si basa sugli scambi di energia, sotto forma di calore, che
DettagliMOTO VARIO ELASTICO NELLE CONDOTTE IN PRESSIONE ESERCIZIO N. 6.A CONDOTTA SEMPLICE CON CONDIZIONI SULLA VELOCITÀ A VALLE
MOTO VARIO ELASTICO NELLE CONDOTTE IN PRESSIONE ESERCIZIO N. 6.A CONDOTTA SEMPLICE CON CONDIZIONI SULLA VELOCITÀ A VALLE Una condotta a sezione circolare di diametro D e lunghezza L (fig. 1) trasporta
Dettagli4)- Elementi di base della fresatura
Fresatura periferica 4)- Elementi di base della fresatura La spianatura di superfici con le frese può essere eseguita in due modi che differiscono tra loro moltissimo negli elementi tecnici e cioè: fresatura
DettagliIl pompaggio nelle reti acquedottistiche
Giornata di studio su progetto e gestione delle stazioni di pompaggio Università di Brescia, 22 novembre 2013 Il pompaggio nelle reti acquedottistiche Gianfranco Becciu Introduzione 2 Gli impianti di sollevamento
DettagliMotore di Stirling. Scopo dell esperienza
Motore di Stirling Scopo dell esperienza Lo scopo dell esperienza è duplice: calcolare il rendimento del motore in seguito alla realizzazione di un ciclo termico determinare il potere refrigerante e calorifico
Dettaglia.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti
a.a. 2014/2015 Docente: Stefano Bifaretti email: bifaretti@ing.uniroma2.it Gli schemi circuitali impiegati per la realizzazione dei convertitori statici sono molteplici. Infatti, la struttura del convertitore
DettagliCompito di Fisica Generale (Meccanica) 25/01/2011
Compito di Fisica Generale (Meccanica) 25/01/2011 1) Un punto materiale di massa m è vincolato a muoversi su di una guida orizzontale. Il punto è attaccato ad una molla di costante elastica k. La guida
DettagliMetodo del cerchio attrito attrito TAYLOR
Metodo del cerchio d attrito TAYLOR Prof. Ing. Marco Favaretti Università di Padova Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale e Geotecnica (I.M.A.GE.) Via Ognissanti,
DettagliPRODUZIONE DI ENERGIA OLEODINAMICA
PRODUZIONE DI ENERGIA OLEODINAMICA Comandi oleodinamici (o oleoidraulici) o semplicemente idraulici: 1. trasformazione di energia meccanica prelevata sull albero di un motore primo in energia idraulica
DettagliUniversità della Calabria
Università della Calabria Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Dipartimento di Ingegneria Meccanica TESI DI LAUREA Progettazione di un accesso ottico per una pompa a palette per
DettagliImpianti di Propulsione Navale
A/A 2011/12 corso di: Impianti di Propulsione Navale introduzione agli impianti di propulsione navale IPN002 motore Mercury 2.5 altezza larghezza lunghezza peso 1.3 m 0.4 m 0.7 m 17 kg numero cilindri
DettagliMeccanica e Macchine esame 2008 MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO
Meccanica e Macchine esame 008 MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Sessione ordinaria 008 Lo schema riportato in figura rappresenta un motore elettrico che eroga una potenza nominale di 0 kw ad un
DettagliTECNOLOGIA e DISEGNO. Modulo E Unità 2. I flussi di energia H O E P L I HOEPLI. TeknoGraph. Caligaris Fava Tomasello
TCNGA e DSGN Modulo Unità 2 flussi di energia 1 Modulo Unità 2 CNCTT D NRGA 2 energia esprime l attitudine di un corpo (o sistema fisico) a compiere lavoro. l lavoro è espresso dal prodotto della forza
DettagliAlberi e perni Accoppiamenti albero e mozzo con linguette, chiavette, alberi scanalati e spine
Istituto Istruzione Superiore G. Boris Giuliano" Via Carducci, 13-94015 Piazza Armerina (En) Corso di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni Anno scolastico 2015-2016 Docente: Ing. Filippo Giustra Alberi
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE (Lauree di primo livello D.M. 509/99 e D.M. 270/04 e Diploma Universitario) SEZIONE B - Seconda
DettagliDimensionamento di massima di una Turbina Pelton
Facoltà di Ingegneria - sede di Modena Corso di Macchine C prof. Giuseppe Cantore Dimensionamento di massima di una Turbina Pelton Lunga è la strada dei precetti, breve ed efficace quella degli esempi.
Dettagli