Alcuni cenni Storici sulla Tradizione degli Integratori Alimentari

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1 Alcuni cenni Storici sulla Tradizione degli Integratori Alimentari Pedanius Dioscorides: De Materia Medica, ca copia in Arabo, descrive effetti terapeutici di Carum carvi (cumino) e Anethum graveolens. L'erboristeria è un'antica arte che si occupa della conoscenza delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopi terapeutici (fitoterapia, galenica tradizionale), cosmetici o nutritivi. Oggi si possono distinguere, fra le altre, tre grandi tradizioni fitoterapiche: La tradizione popolare del mondo occidentale, basata sull'esperienza greca e romana (tra cui la scuola di Salerno, durante il rinascimento, ne rappresenta forse la sintesi più autorevole), La antichissima tradizione ayurvedica indiana La medicina tradizionale cinese. Questo patrimonio culturale, iniziato con l'uso sperimentale delle piante da parte delle popolazioni primitive, è utilizzato dalla scienza moderna che, con i suoi mezzi di ricerca atti ad isolare i principi attivi e ad individuare i meccanismi d'azione delle erbe, ha determinato la nascita di una "nuova erboristeria". La raccolta selvatica d'un tempo è stata infatti sostituita da coltivazioni agricole specializzate in erbe e medicinali, che forniscono i prodotti alle industrie: alimentari, cosmetiche, erboristiche e farmaceutiche che a loro volta li elaborano in: integratori alimentari, prodotti salutistici, cosmetici, prodotti erboristici e fitoterapici

2 farmaci Per una tale specializzazione si richiedono formazioni adatte quali, ad esempio, quelle che offrono molte facoltà di Farmacia dell'università italiana. Diversi, infatti, possono essere i metodi attraverso cui vengono preparate le piante medicinali, altrimenti detta Galenica: il nome proviene dal nome del medico Galenus, e consiste nella preparazione di farmaci e rimedi partendo da droghe grezze o sostanze chimiche e sostanze ausiliarie. Oggi si chiama anche 'tecnologia farmaceutica', visto che i farmaci sono solitamente preparati confezionati. La galenica fitoterapica richiede grande cautela ed esperienza nel calcolare e prevedere la quantità di principio attivo contenuta nei derivati vegetali utilizzati. Difatti questa può variare sensibilmente a seconda di vari fattori come terreno e clima di coltivazione, metodo di raccolta, modalità di conservazione (p. e. essiccazione) e produzione del rimedio, contrariamente al rimedio farmacologico in cui è sempre certa (o quasi) la quantità e qualità del principio attivo assunto, come pure i loro possibili effetti collaterali. La raccolta di piante medicinali selvatiche richiede anzitutto precise conoscenze botaniche, ecologiche e tempistiche. Le parti delle piante utili, infatti, vanno raccolte al momento "giusto"; radici in tardo autunno o prima primavera (depositi pieni) cortecce e legni in prima primavera (linfa) foglia giovane, aromatica in piena maturazione erba e fiori all'inizio della fioritura frutta e semenza in prima o piena maturazione I principi attivi che le piante medicinali sono in grado di fornire sono tantissimi, circa un terzo dei quali (percentuale in aumento) usati dalla industria farmaceutica (vedi appendice). Alcuni esempi: fenoli semplici polifenoli - tannini e flavonoidi glicosidi (fenilpropanoidi, antrachinoni, glucosinolati, iridoidi, glicosidi cianogeniche ) terpeni terpenoidi e saponine (fitosteroli, glicosidi cardioattive, triterpeni) olii essenziali e resine alcamidi alcaloidi In grado di dare effetti metabolici e biochimici nell organismo umano: tossicità, ormonoregolazione, antimicrobici, antibiotici, antivirali, neuro farmaci, antiossidanti, ecc La preparazione Galenica moderna di queste preparazioni fitoterapiche sono quindi ottenute a partire da questo materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e altre metodiche: 1) Estratti idroalcolici (se il solvente è l'etanolo = alcool), solitamente chiamati tinture madri (o estratti fluidi) 2) Tisane (se il solvente è l acqua), a sua volta divise in infusi, decotti o macerati a freddo (vedi appendice finale) 3) Oleoliti (se il solvente è un olio grasso)

3 4) Estratti molli e secchi (preparati con solventi diversi e non alimentari, quali esano, cloroformio, ecc., che vengono poi eliminati). Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, mentre gli standard di efficacia e tossicologici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga riconosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). Per i preparati che non rientrano in questa categoria valgono le regolamentazioni dei singoli stati membri in qualità di alimenti. Queste preparazioni possono essere costituite da estratti di singole piante o da combinazione di diverse piante. In questo i medici hanno la possibilità di prescrivere combinazioni vegetali (formule) che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali). L applicazione terapeutica delle piante così trasformate, quindi, non può oggi prescindere da una ulteriore competenza clinico - diagnostica di pertinenza di un laureato in Medicina e Chirurgia, con esperienza clinica sufficiente per poter capire subito quelli che sono sia gli effetti positivi che gli effetti collaterali dei suddetti preparati. Solo da pochi anni, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con un percorso di formazione universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, e la fitoterapia non è una branca riconosciuta delle biomedicina. Negli altri stati Europei e negli USA la fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare (anche se alcune piante e soprattutto alcune frazioni di pianta sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale), dispensabile solo da un medico (meglio se competente in merito). Questo essenzialmente per due motivi: 1) spesso si verifica uno sfruttamento promozionale di piante ed erbe delle quali si vantano proprietà terapeutiche non documentate e delle quali talvolta si ignorano i possibili pericoli (l'equazione "naturale = benefico" è infatti spesso un semplice tranello atto ad abusare della credulità di alcune persone); 2) Perché essendo sostanze che si somministrano in grammi possono, alla lunga, avere effetti collaterali; 3) Perché queste piante possono interagire con i farmaci, sia in senso di inibizione che di stimolazione. Esistono comunque dei fitoterapici da banco senza obbligo di ricetta medica in quanto considerati alimenti. Dopo questa breve introduzione circa la realtà storica dell integratore alimentare, risulta evidente come, ancora più del farmaco classico, la fitoterapia necessiti del Know - How medico clinico diagnostico, sia per ciò che riguarda i fitoterapici farmaci sia per quelli considerati alimenti. Soprattutto per questi ultimi un accurata selezione clinica basata sulla valutazione efficacia / effetti collaterali risulta decisiva per scegliere i migliori prodotti al miglior rapporto costo / qualità. Noi della EOS siamo tre medici che, nel corso di anni, hanno sviluppato un protocollo medico di diagnosi e terapia in grado appunto di arrivare a questa fine capacità di formulazione dei prodotti fitoterapici considerati alimenti portandoli al meglio della loro efficacia riducendone al minimo gli effetti collaterali. Tale protocollo, denominato da noi Progetto EOSMIN, rappresenta un metodo innovativo che si avvale dei concetti e delle metodiche mediche espresse nel corso dei millenni dalle grandi civiltà

4 umane, nonché delle innovazioni tecnologiche della medicina attuale a tutt oggi in continua evoluzione. Secondo noi, infatti, non ha più senso parlare di medicine ufficiali, alternative od altro poiché è chiaro, almeno alla luce del buon senso, che esiste una sola medicina il cui compito è quello di valutare e scegliere per il paziente la metodica più idonea per il suo caso. Secondo la nostra opinione esisterebbe, infatti, un linguaggio interpretativo comune delle materie mediche in grado di integrare metodi diagnostici e terapeutici apparentemente alternativi, grazie anche all applicazione di concetti di fisica quantistica.

5 APPENDICE A Un esempio recente di principio attivo estratto da una pianta e applicato in un farmaco è il Tamiflu: la sostanza attiva (antivirale) viene estratta dal pericarpio verde di anice stellato (Illicium verum). APPENDICE B La tisana è una preparazione farmaceutica liquida appartenente alla categoria degli idroliti. La tisana viene definita come una soluzione acquosa diluita di sostanze medicamentose, formate da piante officinali, da utilizzarsi per via orale. Una tisana si può preparare con una o con più erbe. Una tisana composta da più erbe presenta elementi così schematizzabili: il remedium cardinale (o rimedio di base): una o più droghe con principi specifici per la terapia in questione, l'adiuvans (o adiuvante): una o più droghe capaci di sinergizzare con il rimedio di base il costituens (o complemento): una o più droghe in grado di conferire un aspetto piacevole, il corrigens (o correttore): una o più droghe in grado di migliorare le caratteristiche organolettiche della tisana. Nella preparazione di una tisana le erbe (fresche o secche) devono essere opportunamente sminuzzate (forma taglio tisana). Il grado di sminuzzamento è importante, in quanto può influire sull'estrazione dei principi attivi. In una tisana di più erbe le componenti devono essere tra loro omogenee. Non si devono mischiare tra loro le parti dure e quelle tenere delle piante. A causa dei problemi di interazioni sfavorevoli che possono insorgere, generalmente non si superano le 5 erbe in una stessa tisana. Esistono diversi tipo di tisane a seconda del metodo estrattivo cui si ricorre: infuso, decotto, macerato. L'infuso è un tipo di tisana che viene utilizzata per estrarre principi attivi delle parti più delicate: fiori, parti erbacee e foglie. L'infuso viene preparato versando sulle della pianta (tagliata in maniera opportuna), solitamente inserite in un apposito contenitore, dell'acqua bollente (o calda) e lasciando il tutto a contatto (in infusione), tenendo coperto il contenitore per dieci-quindici minuti. Passato questo periodo di tempo, si procede alla filtrazione, che si può effettuare con un normale colino, e dopo aver spremuto il residuo solido rimasto sul filtro, l'infuso si può dichiarare pronto. Il decotto è una forma di tisana che viene utilizzata al fine di poter estrarre i principi attivi, purché non siano termolabili, dalle parti della pianta che risultano essere più dure: radici, semi, corteccia o legno.

6 Per preparare un decotto si utilizzano le parti d'interesse della pianta, opportunamente tagliate, e le si mettono nel recipiente di cottura insieme a dell'acqua, possibilmente distillata. Successivamente, il tutto viene portato a bollore, a fuoco lento, che viene mantenuto per un periodo variabile, in genere, tra i due ed i quindici minuti. Alla fine, lo si lascia intiepidire per circa quindici minuti, si filtra il liquido con un colino e lo si può utilizzare. Il Macerato è una preparazione farmaceutica liquida ottenuta ponendo a freddo la mistura o la droga in un solvente adatto allo scopo (normalmente acqua o vino) per un tempo che varia in base al principio attivo che occorre estrarre.