CRITICI LEGATI AL CONTROLLO DELLA DELLA PESTE AMERICANA
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- Alfonso Arena
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1 Profilassi della peste americana: dal monitoraggio preventivo al risanamento Progetto di ricerca e sperimentazione nel contesto del Piano integrato igienico sanitario dell Emilia Romagna 1. PREMESSA Il CRA-API collabora con la Regione Emila Romagna nella definizione di linee e protocolli di intervento contro la peste americana, in particolare nell ambito del programma regionale di attuazione del Regolamento CE 1234/2007, in merito alle azioni di Miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura. Il programma si propone infatti diversi obiettivi, tra i quali migliorare lo stato sanitario degli alveari e favorire l'applicazione del Piano integrato igienico-sanitario per la tutela delle api in EmiliaRomagna, edito nel Nello specifico, il CRA-API conduce prove sperimentali relative a metodi di profilassi della peste americana, in linea con gli orientamenti e le indicazioni del Piano e delle Linee guida per la profilassi della peste americana in Emilia Romagna (2007). I risultati delle sperimentazioni forniscono indicazioni importanti per definire le linee strategiche da seguire nel contesto di piani aziendali o territoriali di risanamento della peste americana, che è tra gli obiettivi del Piano inmtegrato. 2. ASPETTI CRITICI LEGATI AL CONTROLLO DELLA DELLA PESTE AMERICANA La peste americana, sostenuta dal batterio Paenibacillus larvae, è la più diffusa tra le malattie infettive delle api. L esercizio dell attività apistica ne risulta pesantemente condizionato, non solo per le perdite dirette, conseguenti cioè agli effetti della malattia, ma anche per i vincoli imposti dalla normativa sanitaria ai fini della gestione dei focolai. La malattia è infatti soggetta a denuncia all autorità sanitaria e sono previsti seri provvedimenti restrittivi a carico degli allevamenti interessati, in armonia con le disposizioni del Regolamento di Polizia Veterinaria (DPR 8/2/1954, n.320). In mancanza di metodi di controllo risolutivi, la soppressione delle colonie ammalate e la successiva distruzione delle stesse mediante incenerimento è l intervento indicato in via prioritaria, mentre l apiario è sottoposto a vincolo sanitario fino a risanamento accertato. Controlli e conseguenti limitazioni sono disposti nell ambito dell area sospetta definita in un raggio di 3 chilometri attorno all apiario infetto. A fronte di strumenti legislativi di difficile applicazione e spesso nterpretati in chiave repressiva, si assiste ad una massiva omissione da parte degli apicoltori nel denunciare i focolai di peste americana, tanto che le statistiche ufficiali comprendono un numero esiguo di casi che non è assolutamente rappresentativo della situazione reale. Spesso manca una vera programmazione degli interventi di profilassi delle malattie infettive presso le aziende apistiche, che d altra parte non sono supportate da un adeguato sistema di assistenza tecnico-sanitaria. Si è invece diffuso il ricorso a sussidi farmacologici (antibiotici e sulfamidici) allo scopo di ridurre i costi immediati della gestione degli apiari infetti, trascurando l esigenza di conseguire un efficace risanamento. Il farmaco infatti, non avendo alcuna efficacia risolutiva nei confronti dell infezione, finisce per favorire la persistenza e la diffusione latente dell agente eziologico. Inoltre, questo sistema di controllo, in uso anche se non autorizzato, ha innescato il problema della residualità nel miele, con serie conseguenze per i singoli produttori responsabili, e più in generale per l intero settore di mercato.
2 La mancata applicazione di corrette pratiche igieniche basate sulla prevenzione è la principale causa della forte prevalenza della peste americana che si registra in diversi territori. Da qui discende la necessità di azioni coordinate sul territorio finalizzate alla riduzione della prevalenza dell infezione mediante piani di prevenzione e risanamento. 3. IL MONITORAGGIO PREVENTIVO 3.1 Finalità e metodi Il controllo della peste americana si basa essenzialmente sull applicazione di adeguate misure di prevenzione e sulla diagnosi clinica precoce. Tuttavia, per diverse ragioni, la diagnosi è spesso tardiva e con ogni probabilità quando la malattia viene diagnosticata si è già diffusa all interno dell apiario o ad altri apiari. Individuare le colonie in cui l infezione è presente ma non si esprime ancora in forma clinica consente di mettere in atto misure di prevenzione per contrastare l insorgenza e la diffusione della malattia. Le infezioni subcliniche possono essere svelate ricercando le spore di P.larvae in specifiche matrici prelevate dall alveare, che fungono così da indicatori della presenza dell infezione. La diagnosi preventiva della peste americana è l approccio oggi prevalente e infatti sono disponibili ai laboratori metodi standardizzati per la ricerca e quantificazione delle spore in miele, api e cera prelevati da alveari senza sintomi clinici. Il miele, pur essendo la matrice più frequentemente analizzata, non è il miglior indicatore, in quanto i suoi livelli di contaminazione da spore presentano una correlazione relativamente bassa con l effettiva presenza della malattia. In generale, l utilità dell analisi del miele si limita ad indagini preliminari sulla prevalenza dell infezione a livello di territorio e a questo scopo i campioni possono essere facilmente prelevati nei laboratori di smielatura, distinguendo eventualmente tra lotti diversi. Diversamente dal caso del miele, la contaminazione rilevabile in campioni di api adulte esprime più fedelmente il rischio di sviluppo clinico dell infezione e il campionamento può essere eseguito durante tutto l arco della stagione attiva. Ma il metodo più recente di valutazione del livello di infezione subclinica è quello messo a punto dall istituto di ricerca di Dol nella Repubblica Ceca. Esso consiste nell esame dei detriti raccolti sul fondo dell arnia, ovvero del materiale prevalentemente ceroso che naturalmente si deposita sul fondo e che può essere facilmente raccolto mediante un apposito telaietto o semplicemente mediante il cassettino diagnostico (vedi figure 1 e 2). L aspetto innovativo di questa tecnica risiede nel fatto che non è necessario aprire gli alveari e di conseguenza il campionamento può essere eseguito anche nel periodo invernale; inoltre è possibile utilizzare lo stesso campione per la ricerca a degli acari Varroa destructor, in occasione di campagne territoriali di campionamento a scopo diagnostico. L analisi dei detriti si propone come uno strumento di indagine e monitoraggio della prevalenza dell infezione in vaste aree e per localizzare i focolai di malattia; in caso di positività infatti può essere opportunamente prevista un ispezione dell apiario per verificare se è in atto la malattia o se l infezione è subclinica, eseguendo così solo controlli mirati e limitando i tempi e i costi che questi comportano. Se effettuata in periodo invernale, la valutazione dei detriti può costituire uno strumento di monitoraggio preventivo del rischio di insorgenza della peste americana nel corso della primavera successiva. Proprio per verificare il potenziale predittivo di questo tipo di indagine, abbiamo realizzato una sperimentazione biennale, di cui riportiamo una sintesi nel paragrafo seguente.
3 Fig. 1 e 2 Raccolta dei detriti in periodo invernale
4 3.2 Valutazione del valore predittivo della ricerca delle spore nelle diverse matrici durante la stagione invernale. Risultati della sperimentazione. Nel corso di una sperimentazione biennale abbiamo applicato le metodiche sopra citate per analizzare campioni di api, miele e detriti prelevati in alcune aree della regione durante la stagione invernale, con lo scopo di valutare il valore predittivo dei risultati, ovvero determinare la correlazione tra i livello di contaminazione delle diverse matrici (indice dell intensità dell infezione sub-clinica) e il rischio di sviluppo della patologia. I risultati analitici, ottenuti dalle tre matrici esaminate, sono stati messi in relazione con l esito dei controlli clinici eseguiti nel corso della stagione primaverile-estiva successiva al campionamento. La relazione tra classi di contaminazione e probabilità di comparsa della peste americana risulta più evidente dall analisi dei detriti; infatti rispetto alle altre matrici, si osserva la minima proporzione di risultati incongruenti ( falsi positivi e falsi negativi), in particolare nelle classi estreme. Per contro, scarsamente significativi sono i dati ottenuti dal miele, che si conferma quindi una matrice poco informativa rispetto a valutazioni condotte a livello di singoli alveari.. Il grafico qui riportato (Fig. 3) costituisce una rappresentazione sintetica dei risultati relativi all analisi dei detriti.. frequenza (n. alveari) Esame dei detriti 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% n = SANI neg PA 7 8 < > livello contaminazione (UFC/g) Fig. 3 Risultati ricavati dall analisi dei detriti, ripartiti per classi di contaminazione da spore. UFC/g = Unità Formanti Colonia per grammo La comparsa della peste americana conclamata ha interessato complessivamente il 13,5% degli alveari (51 su 352), con una distribuzione di frequenza significativamente diversa per classe di contaminazione. Dal grafico si possono dunque trarre alcune indicazioni per l interpretazione dei dati analitici. In caso di risultato negativo il rischio è evidentemente legato alla possibilità di contagio successivo, dato che la contaminazione intrinseca è irrilevante se non assente. In caso di valore positivo il rischio di sviluppo della malattia
5 aumenta con l aumentare del grado di contaminazione fino ad interessare le maggioranza degli alveari oltre il limite di UFC/g. In vista di una applicazione del metodo all interno di programmi di monitoragio e profilassi, è utile costruire uno schema di valutazione del rischio sanitario sulla base del livello di contaminazione dei detriti.. Lo schema qui di seguito riportato propone livelli di intervento profilattico diversi secondo la classe di contaminazione rilevata. Esso ha solamente uno scopo indicativo e può pertanto essere modificato e adattato alle diverse situazioni, purchè si rispetti una corrispondenza logica tra valore del controllo analitico e azione conseguente. 1) Valori di contaminazione inferiori a UFC/g Il rischio di sviluppo della peste americana è minimo ed è principalmente legato a fenomeni di contagio successivi all epoca del campionamento. 2) Valori di contaminazione tra e UFC/g il rischio di comparsa dei sintomi è sensibile e proporzionale al livello di contaminazione, per cui si rende necessario alzare il livello di attenzione verso la patologia. La misura minima da adottare consiste nell effettuare sistematici e scrupolosi controlli degli alveari sin dall inizio della stagione attiva, in modo da poter intervenire tempestivamente con le previste misure di eradicazione in caso di rilevamento dei sintomi (Fig. 4). Secondo i casi sarà da valutare l opportunità di attuare specifiche misure di risanamento. 3) Contaminazione superiore a UFC/g La situazione è critica; ci si attende l insorgenza della malattia quasi nella maggior parte degli alveari; si raccomanda di mettere in atto misure di quarantena per isolare preventivamente le unità interessate, che andranno opportunamente sottoposte a procedure di risanamento prima della comparsa dei sintomi. Fig. 4 Attente e sistematiche ispezioni sono necessarie per cogliere la malattia agli stadi iniziali e intervenire tempestivamente con le misure del caso. 4. IL RISANAMENTO Consentendo di classificare gli alveari secondo un livello di rischio, l esame dei detriti invernali è uno strumento utile nel contesto di programmi di prevenzione e profilassi condotti sia livello aziendale che di territorio. Il vantaggio principale risiede nella possibilità di mettere in atto mirati interventi di risanamento preventivo: una volta individuati gli alveari interessati
6 da un grado elevato di infezione subclinica, si può procedere all applicazione di tecniche di risanamento finalizzate ad abbattere la contaminazione da spore, minimizzando così il rischio di sviluppo della malattia. 4.1 Messa a sciame Il principio sul quale si basano le tecniche di risanamento preventivo è quello della eliminazione parziale o totale del materiale infetto (favi di covata e scorte alimentari) conservando la popolazione di api adulte. La messa a sciame, nelle sue varianti applicative, è il metodo più raccomandato a questo scopo, in quanto, con l eliminazione di tutti i favi e il travaso dello sciame in un arnia sicura dal punto di vista sanitario, permette di ottenere la massima riduzione della carica infettiva.. Questa tecnica è consentita anche per il recupero di colonie colpite dall infezione conclamata, purchè la malattia sia allo stadio iniziale e comunque a discrezione del veterinario. In tal caso il rischio di ricorrenza della malattia non si annulla ma si riduce ad un livello accettabile, al di sotto del 5%. Se utilizzata a scopo preventivo, cioè intervenendo su alveari asintomatici ma reputati a rischio, la tecnica si dimostra molto efficace. A questo proposito sperimentazioni condotte dal CRA-API hanno dimostrato che mediante la messa a sciame è possibile ottenere un abbattimento del livello di contaminazione delle api mediamente compresa tra il 98 il 99,99%. La massima efficacia preventiva si ottiene realizzando la messa a sciame a inizio primavera, in modo da anticipare l eventuale esplosione clinica dell infezione. Inoltre, gli sciami così costituiti potranno sfruttare il raccolto primaverile per il loro sviluppo a famiglie complete. Come è noto, i limiti all impiego di questa tecnica di risanamento sono legati soprattutto alla laboriosità delle operazioni richieste. 4.2 Disinfezione La disinfezione dell attrezzatura, obbligatoria nel contesto delle misure di eradicazione di un focolaio di peste americana, può venire attuata anche in assenza di casi clinici, a scopo quindi solo preventivo, per contribuire cioè alla normalizzazione di una situazione seria dal punto di vista della prevalenza dell infezione, valutata attraverso un azione di monitoraggio. Arnie e favi sono i materiali più generalmente sottoposti a processo di disinfezione. I favi rimossi dagli alveari dopo la messa a sciame, essendo caratterizzati da un elevato livello di contaminazione, possono essere riutilizzati in sicurezza solo dopo un operazione di bonifica, eseguita con un metodo efficace e idoneo rispetto al tipo di materiale. Allo stato attuale, solo l irraggiamento con radiazioni ionizzanti consente la sanificazione sicura dei favi senza indurre significative alterazioni chimiche o fisiche degli stessi. E quindi l unico metodo idoneo al recupero di favi provenienti da alveari colpiti da peste americana. In Italia è consentito l utilizzo della tecnica di irraggiamento con radiazioni ionizzanti ai fini della sterilizzazione di materiali di varia natura, come ad esempio le attrezzature ad uso medico e farmaceutico. Da diversi anni agli apicoltori hanno la possibilità di accesso
7 ad alcuni impianti di irradiazione, per la bonifica della loro attrezzatura, soprattutto arnie e favi. I trattamenti vengono effettuati da ditte specializzate attraverso impianti per la produzione di raggi gamma (natura elettromagnetica) oppure beta (natura particellare). Grazie al maggior potere penetrante, i raggi gamma risultano più efficaci nella sanificazione del materiale apistico. Per la bonifica dell arnia o di altri accessori in legno, risultano efficaci metodi alla portata di tutte le aziende apistiche; il più noto è la flambatura, previa pulizia del legno mediante raschiatura della superficie. Emanuele Carpana (CRA-API)
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