Estratto da: Vico F., 1993, STRUMENTI E METODI PER L'ANALISI URBANA, Torino, Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e Università di
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1 Estratto da: Vico F., 1993, STRUMENTI E METODI PER L'ANALISI URBANA, Torino, Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e Università di Torino 1
2 INDICE 1. VARIABILI E SCALE DI MISURA. LA MATRICE DEI DATI 1.1 Definizione di variabile 1.2 Variabili e scale di misura 1.3 La matrice dei dati 1.4 Trattamento delle matrici di dati 1.5 I database relazionali 1.6 Un esempio. 2. MISURE DI TENDENZA CENTRALE E DI DISPERSIONE 2.1 Statistiche descrittive e statistiche inferenziali 2.2 Misure di tendenza centrale 2.3 Misure di variabilità (o di dispersione) 2.4 Misure di tendenza centrale e misure di variabilità 2.5 Coefficiente di variazione 2.6 Standardizzazione 3. RAGGRUPPAMENTO IN CLASSI 3.1 Perché raggruppare in classi 3.2 Quante classi fare 3.3 Metodi di raggruppamento in classi sulla base di una variabile 3.4 Quale metodo scegliere. 3.5 Raggruppamento in classi sulla base di 2 variabili. 4. Il PROBLEMA DELL'UNITA' SPAZIALE DI ANALISI 4.1 L'unità di analisi 4.2 L'unità spaziale di analisi 4.3 L unità di analisi arco stradale 4.4 La scelta dell'unità spaziale di analisi 5. RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE: I DIAGRAMMI 5.1 I grafici: uno strumento potente 5.2 Grafici: diagrammi e carte tematiche. 5.3 I diagrammi 6. RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE: LE CARTE TEMATICHE 6.1 Le carte tematiche 6.2 Carte tematiche a punti 6.3 Carte tematiche a linee 6.4 Carte tematiche ad aree 7. MISURE DI CONCENTRAZIONE SPAZIALE E DI OMOGENEITA' 7.1 Indice di specializzazione o quoziente di localizzazione 7.2 Indice di concentrazione 7.3 Indice di disomogeneità 8. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO 2
3 6. Rappresentazioni grafiche: le carte tematiche 6.1 Le carte tematiche Le carte tematiche mostrano la distribuzione spaziale dei valori. Nella carta possiamo distinguere la base cartografica (la rappresentazione ridotta e simbolica di una porzione di superficie terrestre, generalmente molto semplificata) e il tema (la o le variabili rappresentate spazialmente): nella fig. 6.1 la base comprende solo fiumi, principali tracciati ferroviari e confini dei quartieri; il tema è la densità territoriale dei residenti. Figura 6.1 Torino: densità residenziale territoriale (1989) La carta tematica può mostrare la distribuzione spaziale dei valori: - in specifici punti; - lungo linee; - all'interno di aree. 3
4 La tabella 6.1 che segue riassume il rapporto tra tipi di dati e tipi di carte 1. LIVELLO DI MISURA nominale ordinale intervallo o rapporto CARTE TEMATICHE a punti a linee ad aree tipo di negozio: - consumi quotidiani famiglie - consumi delle imprese superficie di vendita - 1 classe (fino a...mq) - 2 classe (da...a mq) - superficie di vendita (mq) nome della strada tipo di strada - principale - secondaria - flusso di traffico (auto/h) destinazione d'uso dell'area - residenziale - industriale... densità residenziale - alta - media - densità residenziale (residenti/ha) Tabella 6.1 Tipi di dati/tipi di carte 6.2 Carte tematiche a punti Possono essere: - a simboli - a simboli ripetuti - a simboli graduati - a barre - a cerchi proporzionali La fig. 6.2 rappresenta un esempio di carta a simboli: mostra la localizzazione nel settore nordovest di Torino degli uffici dei professionisti: ogni simbolo rappresenta spazialmente la variabile nominale presenza/assenza. Gli altri tipi di carte a punti rappresentano variabili almeno ordinali. La carta a barre tridimensionali di Fig. 6.3, che mostra la localizzazione puntuale delle industrie a Torino nel 1947, rappresenta contemporaneamente due variabili: la dimensione (in numero di addetti) delle unità produttive (attraverso l'altezza della barra) e il settore produttivo (attraverso la colorazione della faccia anteriore della barra, scuro = industrie metalmeccaniche, bianco = altre industrie) 2. 1 La tabella è derivata liberamente da Unwin, 1986, p 75. Unwin proprone un quarto tipo di carte, quelle a superfici. Un esempio di carta a superfici è una carta con le curve di livello: l'area compresa tra due curve di livello è caratterizzata dal fatto che la quota (z) di ogni suo punto è compresa fra quelle delle curve di livello. In una carta a superfici ad ogni suo punto (xy) corrisponde un valore z. Non così in una carta ad aree: nella carta di fig. 6.1 la densità dei residenti è riferibile solamente all'area nel suo insieme e non esiste un valore di z per ogni singolo punto). Le carte ad aree e quelle a superfici, simili dal punto di vista grafico, sono diverse dal punto di vista concettuale. 2 Nella figura è compreso anche un diagramma polare dei venti che mostra il numero di giorni in cui il vento spira per direzione e per intensità (rappresentata dallo spessore del tratto). 4
5 Figura 6.2 Torino / Settore Nord-Ovest: localizzazione degli uffici dei professionisti (1989) Figura 6.3 Le industrie di Torino: dimensione e settore produttivo (1947) 5
6 6.3 Carte tematiche a linee Le carte tematiche a linee vengono spesso utilizzate per rappresentare i flussi di traffico lungo le strade. La carta a linee di fig. 6.4 mostra la distribuzione delle attività commerciali. Il commercio è un fenomeno tipicamente arteriale: questo spiega la scelta di una carta a linee. E' cartografata la densità delle superfici di vendita per arco stradale (tratto di strada compresa tra due incroci). Figura 6.4 Torino / Settore Nord-Ovest: densità delle superfici di vendita 6.4 Carte tematiche ad aree Carte ad aree con simboli non areali I valori rappresentati si riferiscono ad aree, i simbolismi usati sono indipendenti dalla dimensione e dalla forma dell'area ma si appoggiano semplicemente ad essa. Possono essere: - a barre - a cerchi proporzionali - a simboli ripetuti - a simboli graduati Nella fig. 6.5 sono proposti esempi di una carta a barre, una a cerchi proporzionali e una a simboli ripetuti. 6
7 Figura 6.5 Carte ad aree con simboli non areali Carte tematiche ad aree con simboli areali. Sono le carte a campiture. Possono essere: - corocromatiche - a coroplete - a campiture proporzionali. Nelle carte corocromatiche le aree sono campite con diversi colori. Nelle carte a coroplete le aree sono campite con una serie graduata di tratteggi, quadrettature ecc. Le carte a campiture presuppongono una distribuzione spaziale della variabile relativamente uniforme. Se così non è, i dati dipendono fortemente dai confini scelti per le aree. Tali confini nella maggior parte dei casi non sono naturali, non sono definiti dal ricercatore, ma sono imposti: sono ad es. confini amministrativi come quelli dei quartieri di Torino (v. fig. 6.1) definiti rispetto a finalità (il decentramento amministrativo) che hanno poco a che vedere con il fenomeno rappresentato spazialmente (la densità territoriale dei residenti). Per contenere gli effetti statistici e percettivi della diversa dimensione delle aree (un fenomeno riferito ad un'area piccola ha un significato diverso rispetto allo stesso fenomeno riferito ad un'area grande, le aree grandi tendono a dominare visualmente la carta) si preferisce in generale rappresentare i dati non come valori assoluti ma come densità o come percentuali, rapporti, indici. Per produrre una carta a campiture a partire da variabili metriche è quindi necessario: - trasformare opportunamente la variabile in modo da contenere gli effetti della diversa dimensione delle aree; - raggruppare i dati in classi; - definire colori o tratteggi per le aree. Le fig. 6.6 e 6.7 sono due esempi di carte a coroplete, ma nella seconda i valori non sono stati raggruppati in classi: l'intensità della puntinatura varia in modo continuo proporzionalmente al variare del valore da rappresentare. Concettualmente questa carta ha un contenuto di informazione maggiore perché la variabile metrica è rappresentata con il suo valore e non trasformata in variabile ordinale attraverso il raggruppamento in classi. Questa carta è però certamente più difficile da leggere dell'altra perché i dati non sono sintetizzati. 7
8 Figura 6.6 Torino / Settore Ovest: densità superfici di vendita (1989) Figura 6.7 Torino / Settore Ovest: densità superfici di vendita (1989) 8
9 6.4.3 Carte tematiche a campiture: avvertenze per la redazione. Se il numero delle classi è alto si ha comunque una impressione di disomogeneità, al contrario se numero è basso si ha una impressione di omogeneità. Nelle carte in bianco e nero il numero delle classi non dovrebbe superare le 5-7. Nelle carte a colori le classi possono essere qualcuna in più. E' consigliabile: - usare sfumature piuttosto che colori diversi quando si deve rappresentare un fenomeno che gradualmente si intensifica: colori diversi sono interpretabili solo facendo riferimento alla legenda mentre è direttamente intuibile il significato di sfumature diverse; - usare due colori, con diverse sfumature, per evidenziare un cambiamento molto significativo, ad es. il passaggio da valori positivi a valori negativi; - usare invece colori diversi per rappresentare variabili nominali, ad es. la destinazioni d'uso prevalente dell'area Carte tematiche ad aree dot density. La fig. 6.8 è un esempio di dot density map. Ogni punto piazzato in modo casuale nell'area rappresenta 100 residenti: la variabile cartografata è la popolazione residente, quello che si legge è la densità dei residenti. Non è stata operata nessuna trasformazione della variabile (in termini di densità) e nessun raggruppamento in classi: il significato della carta è affidato quindi interamente alla percezione 3. Per valutarne la leggibilità si può confrontarla con la carta di fig. 6.1 che è di significato analogo. Figura 6.8 Torino: residenti Alcuni autori hanno constatato rilevanti cambiamenti percettivi al variare della densità dei punti (Unwin, 1986, p 82). 9
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