Lo Scarpone Valsusino

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1 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO - n. 2 (Giugno), anno XXXIX Valsusino PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D INFORMAZIONE DELL ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA

2 LO SCARPONE VALSUSINO Pubblicazione trimestrale della Sezione A.N.A. Val Susa Sommario Editoriale Giancarlo Sosello Passato e futuro della nostra Associazione 3 Attualità Mario Tonini Una grande festa alpina. Un compleanno con i fiocchi 4 Mario Tonini Che adunata! Piacenza abbraccia gli alpini della Valle di Susa. Tre giorni di festa e tanti ricordi 5 Silvano Ollivier A Piacenza in bicicletta 8 Mario Tonini Generazioni di piacentini nelle truppe valsusine 8 Copertina: Il nostro vessillo a Piacenza (realizzazione di D. Balbo) Fondatore: Franco Badò Presidente: Giancarlo Sosello Direttore responsabile: Claudio Rovere Comitato di redazione: Dario Balbo Giorgio Blais Elio Garnero Valerio Olivero Referente al Centro Studi: Elio Garnero Progetto grafico Francesco Ballesio Conduzione tecnica: Valerio Olivero Referente informatico e contatti con L Alpino : Dario Balbo Direzione: Susa, via Brunetta, 45 Tel. e Fax: 0122/33204 Sito internet: valsusa@ana.it Fotocomposizione e stampa: Tipolito Melli s.n.c., Borgone Via Moncenisio, 11 Tel. 011/ Fax 011/ tipolito@satnet.it Autorizzazione del Tribunale di Torino n dell Dario Balbo Dove c è un alpino c è l Italia e Piacenza non ci dimenticherà facilmente 9 Dario Balbo La Taurinense è tornata a casa 10 Dario Balbo Nel ricordo del battaglione Piemonte 10 Mario Tonini Giuseppe Rosatelli. Il marescialo dell ordine e della solidarietà 11 Mario Tonini Mompantero: un monumento all alpinità 12 Dario Balbo Forma e sostanza, i nostri mezzi per trasmettere valori e tradizioni 13 Dario Balbo Nuovo libro di Tonini 14 Bruno Marietta Raduno mortaisti della 133 a compagnia mortai del btg. Susa 14 Cristina Mondani Onoreficenze AMBIMA per fedeltà alla musica 15 Storia e cultura Bruno De Gregorio - Adalberto Carlino Ritorno alla Brunetta dopo oltre cent anni 15 Laura Grisa Gruppo di Sestriere 16 Dalla Sezione Elio Garnero (l angolo di) Auschwitz fabbrica della morte 18 Notiziario sezionale 18 Oblazioni pro Scarpone - Oblazioni c/c postale 19 Cronaca dai Gruppi Avigliana 19 San Giorio - Novalesa 20 Chianocco - Chiomonte - Chiusa San Michele - Sant Antonino 21 Gravere 22 Anagrafe alpina Nascite - Anniversari - Matrimonio - Lauree - Decessi 22

3 Passato e futuro della nostra Associazione Giancarlo Sosello Editoriale Grazie Presidente! E con queste semplici parole che voglio salutarti, dopo che hai retto la nostra Associazione per ben nove anni, e ora lasci l incarico. Grazie per la tua disponibilità. Ricordo molte occasioni in cui ho potuto condividere con te il lavoro associativo, che se tanto impegna è vero che tanto restituisce, e la tua amicizia ne è la dimostrazione. Ti sono grati gli alpini della Valsusa che più volte hai incontrato. Ci siamo trovati a Oulx, nella caserma Assietta, a Susa prima al forte della Brunetta poi nella nostra sede sezionale. Ricordo la tua presenza a Exilles, in occasione di uno dei nostri incontri più cari. Da te, uomo generoso e umile, abbiamo sempre colto lo spirito che deve animarci composto di coraggio, perseveranza, forza e sconsiderato amore per il nostro Paese. In questi anni della tua presidenza la nostra Associazione ha attraversato un lungo, e costante, cambiamento. La sospensione della leva obbligatoria aveva creato sconcerto e apprensione negli iscritti ma tu avevi preso mandato dicendo: Togliere il punto interrogativo alla domanda: A.N.A. quale futuro? E trasformare questo interrogativo in risposte positive. In tutta sincerità devo dirti ancora grazie perché questo tuo obbiettivo l hai raggiunto. Con il tuo lavoro, silenzioso ma efficace, hai saputo ricucire i rapporti con i vertici militari e riavviare un percorso istituzionale che ha portato alla mini-naja. È bello vedere giovani ragazze e ragazzi che dopo un breve, ma intenso, periodo di prova sulle nostre belle montagne indossano il cappello alpino. Grazie perché hai saputo rinsaldare, con un lungo e capillare pellegrinaggio, tutte le Sezioni d Italia. Grazie perché hai saputo risvegliare, e tenere sempre viva, la fiammella della solidarietà con i tanti progetti realizzati in questi anni. Nei nove anni della tua presidenza la Sezione, che mi onoro di presiedere, ha festeggiato tanti compleanni dei Gruppi e il suo novantesimo dalla fondazione. Tanti sono gli amici andati avanti, ma anche tanti giovani hanno deciso di intraprendere un percorso comune. Il peso degli avvenimenti e della nostra storia, una grande responsabilità, è stato più lieve perché abbiamo sempre avuto la consapevolezza di averti amico, guida e consigliere. In questo mondo che troppo velocemente cambia, e non sempre in meglio, poter avere un punto di riferimento saldo e sincero è stato per me, e per noi della Valle, motivo di forza. Quando vorrai venirci a trovare le porte delle nostre baite saranno sempre aperte, spalancate! Caro Corrado accogli il mio abbraccio, il nostro abbraccio dalla Val Susa! Ed ora caro Sebastiano ti giunga caloroso il benvenuto della nostra Sezione e l augurio di un sereno e proficuo lavoro. Ti spetta un compito sicuramente gravoso vista l eredità che Corrado Perona ti ha lasciato sia in termini quantitativi che qualitativi, ma soprattutto nel carisma del quale in nove anni il nostro past president ha fatto sfoggio. Nessuno credo ti chiederà di esser la fotocopia di Corrado, ma siamo tutti convinti che in breve tempo avrai dato l impronta del tuo stile e della tua alpinità. Il tuo profilo professionale ed il tuo impegno associativo sia nella commissione grandi opere sia in quel gioiello che è la casa per Luca sono un esauriente e straordinario biglietto da visita per coloro, pochi credo, che non ti conoscevano. Io che ho avuto modo di condividere con te l esperienza del CDN ben sapevo delle tue qualità e della tua signorilità. Come detto l impegno sarà arduo, gli ultimi tempi di Corrado purtroppo hanno lasciato qualche strascico in alcune Sezioni, ma siamo tutti certi che queste divergenze saranno da te appianate nel nome del nostro comune amore e rispetto per il cappello alpino. L ampio margine con il quale hai conquistato la presidenza la dice lunga sulla stima e la fiducia che i delegati riponevano in te ed è stato un vero peccato che si fosse creata questa contrapposizione di candidati. Onore al merito alpinamente anche per Cesare Lavizzari il tuo concorrente che siamo certi metterà a tua disposizione la sua ben nota passione. Adesso inizia il tuo lavoro quindi zaino in spalla e coraggio Alti come pini, forti come torri, uniti come catene sono gli uomini della Cadore e tu che ben la conosci saprai di certo mettere in pratica quel motto glorioso. E quando il tuo zaino vorrà un giorno riposarsi nel suo cammino nella nostra terra saremo tutti pronti a darti la più festosa delle accoglienze. Valsusino 3

4 Attualità Una grande festa alpina Un compleanno con i fiocchi tricolori di Mario Tonini È il capogruppo Michele Leone, raggiante e stanchissimo, che tira le somme dell ottantesimo compleanno delle penne nere del Gruppo Rocca Sella. Una grande festa per tutto il paese, una bella soddisfazione. Un compleanno che volevamo organizzare al meglio, e meglio non poteva riuscire. Vogliamo dedicare questo momento a Giovanni Carena. Gli alpini hanno voluto ricordare il loro ex capogruppo, classe 1933, mancato da poco. Uomo e alpino semplice, sempre disponibile, un grande amico per tutto il paese. Carena con grande impegno, seppe sempre portare avanti il Gruppo per tanti anni. A dimostrazione di ciò le penne nere ricordano il giorno del suo ultimo viaggio: parteciparono al suo funerale vari rappresentanti dell'a.n.a. Val Susa e numerosi gagliardetti dei tanti alpini che lui amava molto. Veniamo alla cronaca delle due giornate. Sabato sera la partecipazione è stata davvero importante. Nella sala del centro sociale, il Gruppo, ha proposto l esibizione del Coro Alpino del Gruppo di Collegno. Precisa e puntuale l esecuzione dei brani del coro, più di trentacinque elementi, comandati a bacchetta da una direttrice. Anche così le donne stanno entrando nei ranghi alpini, e ben vengano! In sala un pubblico divertito che ha apprezzato il lungo repertorio musicale proposto. Prima dell esecuzione il sindaco Mauro Carena, affezionato amico degli alpini, ha donato una targa ricordo. 4 Valsusino Per la domenica si sperava in un tempo clemente in questo difficile aprile e le preghiere alpine hanno dato i loro frutti. Uno splendido sole, e un caldo estivo, hanno accompagnato la magnifica giornata. Dalla mattina un esercito di alpini si è dato appuntamento presso la sede per l ammassamento e il rituale rinfresco di prima colazione. Ordinati i gruppi e i partecipanti è partita la sfilata diretta al monumento per gli Onori ai Caduti. Si sono contati più di quaranta gagliardetti provenienti anche da fuori valle. Presente, naturalmente, il vessillo sezionale accompagnato da tutta la presidenza e i consiglieri della bassa valle. Giancarlo Sosello, presidente sezionale A.N.A., si è detto commosso e felice di guidare una Sezione più che viva. In due giorni abbiamo inaugurato il monumento a Mompantero e ora eccoci qui a far festa con gli amici di Villar Dora. Tra poco partirà l organizzazione all Adunata nazionale di Piacenza, poi Exilles e poi ; è un fiume in piena Sosello. Nella chiesa di San Vincenzo si è poi tenuta la Santa Messa officiata dal nuovo parroco don Luigi Cordola. In tarda mattinata, con i primi brontolii dello stomaco, è suonata la chiamata del rancio. Nel cortile della sede del Gruppo è stato allestito un pranzo cui hanno partecipato ben 125 ospiti. Piatti da gustare, bicchieri da svuotare, chiacchiere, ricordi e canzoni. Un momento di gioia che dura da ottant anni e che proprio non vuole finire. Ora gli alpini di Villar Dora si concederanno un po di riposo e poi di nuovo zaino in spalla per la festa di San Pancrazio. Tutto il paese è rimasto addobbato con tricolori e cartoncini su cui c è scritto Viva gli Alpini. Provare per credere. Sopra: schieramento per l omaggio a tutti i Caduti e sotto, sosta al monumento all alpino (foto D. Balbo).

5 Che Adunata! Piacenza abbraccia gli alpini della Val Susa Tre giorni di festa e tanti ricordi di Mario Tonini Attualità Alzabandiera in piazza Cavalli: l 86 a Adunata nazionale ha inizio. Nella sfilata, passano i nostri (foto. D. Balbo). Sono orgogliosi del loro Corpo e guai a chiamarli ex alpini, è una grave offesa. Si è alpino a 20 anni e lo si è per tutta la vita e con lo stesso spirito di servizio ma anche con la stessa goliardia che li ha contraddistinti durante la naja, si metteno al servizio della nazione, anche quando non si è in servizio effettivo tra le fila dell Esercito. È ben presente nella nostra valle il grande contributo che gli alpini, appartenenti ai vari Gruppi, in più occasioni danno. La Sezione si è presentata alla grande all Adunata nazionale. Chi in macchina, chi in pullman, alcuni temerari in bicicletta; le penne nere hanno raggiunto la città emiliana per la consueta kermesse. In giro per Piacenza li ho visti, per nulla spaesati, e molto allegri, come un gruppo di amici a gironzolare per le strade della città, alla scoperta del posto migliore dove mangiare o bere. Ho fatto una capatina al quartier generale dell adunata, l ex casa cantoniera ANAS. L atmosfera era quella di un caos ordinato con gli addetti a rispondere puntualmente ad ogni richiesta circa i trasporti ferroviari, le sistemazioni logistiche ed altre necessità anche se non strettamente pertinenti l organizzazione. È domenica e ci sono ancora tanti piacentini che vengono a richiedere le bandiere per l addobbo dei loro balconi. Mi sposto in centro: fanno bella mostra di sé, due megacisterne da oltre 15 mila litri, destinate a contenere birra. Poco più avanti, c è il villaggio dell adunata che ha preso forma, mi raccontano, dopo dieci giorni di lavoro. Ecco le nostre penne nere, mischiate tra migliaia. Ho già le prime sorprese: un alpino che viene dalla lontana Sicilia è lì che parla col capogruppo di Bussoleno. Un comune denominatore che unisce Nord e Sud. Si è alpini per sempre e si è orgogliosi di esserlo l ho sentito ripetere più volte nel corso dei miei incontri per strada. Arrivo fino ad una mega tensostruttura che ospita il villaggio animato da migliaia di penne nere che mangiano, bevono e naturalmente cantano. È l ora dell ammassamento e della partenza per la sfilata, sono passate le 14, i primi sono partiti questa mattina alle otto per sfilare davanti alle autorità! Tutti agli ordini, con ordine, davanti il labaro, il Presidente, il Consiglio e i generali. Poi ecco le autorità con fascia tricolore, da Meana con Perotto a Chiomonte con Pinard passando per Sestriere e Bussoleno; Susa ha fatto il bis con Giovanni Baccarini e Salvatore Panaro. Poi la Fanfara, e la loro musica, a seguire centinaia di camicie a quadri bianche e blu della Val Susa. Il tempo passa veloce, la marcia tra due ali di folla festante è indescrivibile. Tricolori, coriandoli, applausi, striscioni; è festa. Ogni città regala sensazioni diverse e ogni adunata alla fine risulta particolare. I piacentini si stanno dimostrando gentili e disponibili. Il bello di questa manifestazione è stata il vedere mille colori, incontrare persone, salutarsi senza nemmeno conoscersi. Siamo stati accolti benissimo e i servizi sono stati ottimi. La maggior parte del gruppo è arrivato oggi e poi si è presentato all ammassamento. Ma tanti hanno invaso l hinterland con pulmini e camper dislocati anche a una sessantina di chilometri dalla città. Tutto è andato per il verso giusto, nonostante il diluvio di venerdì ha detto il presidente Giancarlo Sosello. Valsusino 5

6 PIACENZ

7 A 86ª Adunata nazionale Servizio fotografico D. Balbo e C. Ravetto

8 Attualità Dopo la sfilata c è stato il rompete le righe, ma tanti hanno prolungato di qualche ora il soggiorno piacentino: C è chi riparte subito dopo la sfilata e chi invece aspetta domani per avere a disposizione il tempo di ritrovare tutti i vecchi amici che per un motivo o per l altro non si è riusciti a incontrare dice Dario Balbo uno dei vicepresidenti. I tempi supplementari di una festa che tutti vorrebbero non finisse mai sono proseguiti sulla via del ritorno. Asti è stata la meta per la cena del ritorno, non a caso perché candidata quale città dell adunata Presenze Val Susa a Piacenza La Sezione si è presentata con ben 505 unità. Oltre ai 462 alpini che hanno sfilato occorre aggiungere 43 membri di Protezione Civile, che come è ben noto sfilano ad aprire il Raggruppamento, distribuiti nelle squadre Assietta con 3 elementi, Orsiera con 5, Susa con 5, Pirchiriano con 6 ed i nuclei Rocciatori con 1 persona e Cinofili, che è risultato il più numeroso con ben 23 persone. A Piacenza in bicicletta di Silvano Ollivier Chissà perché quando si associano bicicletta e militari si pensa subito ai bersaglieri. È per sfatare questo mito che il luogotenente Giorgio Gambelli, che penso che da quando è alpino non abbia saltato una Adunata, contatta la Sezione per proporre di raggiungere Piacenza non già con treno, auto o pullman, ma in bicicletta. Giorgio a dire il vero non è nuovo a queste improvvisazioni; già a Torino era andato con un gruppo di alpini a piedi. Il primo a cogliere la provocazione è il capogruppo di Oulx, Franco Bernard, che piano piano coinvolge altri alpini. Al giovedì mattina precedente l adunata sono in sette a presentarsi davanti al monumento in Susa a onorare i Caduti col Presidente sezionale che deposita un mazzo di fiori. Per l occasione, la Sezione ha fatto stampare una maglia da ciclista col disegno del cappello alpino e una bici che utilizza come ruote il logo sezionale. Tutti in divisa quindi e con la nappina e la penna sul casco, partiamo per raggiungere Pianezza dove ci aspetta il gruppo per il pranzo e da dove altri alpini si aggiungeranno. Ci seguono i pulmini guidati dai pazienti Pierantonio e Felice. Prima tappa: Castelnuovo Don Bosco sul colle della omonima basilica. Alla sera l incontro coi capigruppo della zona, la cena, qualche coro alpino e poi a dormire. Complice forse l ottimo barbera, il rimbombo della palestra gentilmente concessaci da don Egidio, ci fa sembrare il russare dei compagni il rombo dei cannon. Altra partenza; questa volta all alba, su e giù per le colline astigiane (personalmente non ricordo le discese ma solo le salite). L alpino Pierino, 79 anni, tiene duro... qualcun altro meno. Quando finalmente si attraversa Asti e la strada si fa meno faticosa ecco arrivare la pioggia che ci accompagnerà per oltre due ore fino a Tortona. Sarà il Gruppo locale ad ospitarci sia per la cena che per dormire. Anche qui dopo lo scambio dei gagliardetti, si canta fino a tardi. Ultima tappa, la meno faticosa visto che siamo ormai nella pianura padana, ma bisogna tirare! Il Presidente ci aspetta in piazza Cavalli a Piacenza per mezzogiorno. Foto di rito e poi tutti nei campeggi a sistemarsi per la festa del sabato sera e la sfilata della domenica. Un occhiata al contakilometri: segna 290. Che peccato: è finita, e proprio come a naja, ti resta il ricordo di aver conosciuto delle persone magnifiche ed aver trascorso delle ore faticose, ma belle; e proprio perché faticose, ancora più belle; proprio come a naja! Ed ecco i nomi dei coraggiosi valsusini: Giorgio Gambelli, Franco Bernard, Sivano Ollivier, Renzo Blandino, Fabrizio Macario, Fabio Quiriti ed il veterano sempre giovane Pierino Longo. Ci perdonino gli amici di Pianezza che ci hanno accompagnato, ma ci sfuggono i loro nomi. Di supporto con i mezzi messi gentilmente a disposizione dalla signora Tiziana Nasi Pierantonio Martin e Felice Angelini. Generazioni di piacentini nelle truppe valsusine di Mario Tonini 8 Valsusino Erano piacentini, ma erano chiamati con il soprannome chi mò, espressione dialettale di cui facevano, e fanno, uso frequente. Fino a leva della seconda guerra mondiale, nei battaglioni e gruppi d artiglieria in valle le reclute arrivavano dalle vallate appenniniche del Trebbia, del Tidone, del Nure e dell Arda. In alcuni periodi, quelli di guerra, arrivarono a essere anche la metà degli effettivi. Allora l amalgama tra piacentini e piemontesi era nel periodo d addestramento, molto duro, nei campi estivi e invernali e in guerra. I piacentini si sono sempre inseriti nelle truppe alpine senza difficoltà, hanno trovato qui uomini come loro. Gente abituata alla fatica, al sacrificio, alle dure condizioni ambientali e quando era il caso all allegria. Piacentini a braccetto con i valsusini nelle guerre d Albania, in Grecia, in Jugoslavia e in Russia. Piacentini che innamorati delle nostre belle ragazze, s innamorarono anche della nostra valle. I vecchi segusini ricorderanno, ad esempio, Clemente Bergonzi che arrivato come sarto militare intraprese, poi, il commercio con successo. Arrivarono i congedi e il ritorno a casa non spezzò il legame con la valle della Dora Riparia. In questa storia, in questi sentimenti, si è svolta l 86ª Adunata Nazionale degli Alpini. Oramai, son passati settant anni, tra le schiere associative sono sfilati i nipoti di quei valsusini e di quei piacentini che combatterono a fianco. Il Presidente sezionale di Piacenza, padrone di casa, ha dichiarato per l occasione: Siamo orgogliosi di ospitare qui da noi l Adunata nazionale, siamo ancora più felici perché riabbracceremo amici che con i nostri padri hanno visto la sofferenza delle guerre. La valle di Susa è stata anche la nostra patria e così seguitiamo a sentirla. Saluto con referenza e commozione i valsusini, vi attendiamo a braccia aperte!.

9 Dove c è un alpino c è l Italia e Piacenza non ci dimenticherà facilmente di Dario Balbo Attualità Della cronaca avrete già ampiamente letto nelle note di Mario Tonini. Invece io preferirei partire dal lunedì successivo quando in Sezione arriva da Piacenza questa mail diretta a tutti gli alpini piemontesi. Cari alpini, veci e bocia, chi vi scrive è una giovane piacentina che ha passato gli ultimi tre giorni insieme a voi in mezzo alle strade della (mia) città. Inutile dirvi che stamattina, la città si è alzata più sola: tutto era più triste e, purtroppo, è ritornato ad essere tutto silenzioso e melanconico. Abbiamo passato tre giorni tra persone vere e genuine come voi, abbracciando i vostri valori e il vostro profondo senso dell'onore. Grazie a voi, abbiamo imparato che, standovi insieme, si impara la vita e si diventa più uomini (come diceva uno striscione durante la sfilata), ci si arricchisce moralmente e umanamente. Mi sento in dovere di ringraziarvi di cuore e con sincero affetto perché ho capito che, nonostante vari "incidenti di percorso", l'italia è fatta di gente perbene; se questa fosse consegnata nelle vostre mani e gestita dalla vostra testa, saremmo di sicuro una terra molto meno martoriata. Avete lasciato una città più bella e pulita in tutti i sensi, ma mi spiace solo che non siate più in mezzo a noi: solo qualche alpino, ancora stamattina, stava agli angoli delle nostre strade prontamente fermato dai passanti per qualche chiacchierata e qualche foto, ma niente più. Tornate nella nostra città; spero che vi siate sentiti accolti dalla nostra "emilianità" e che vi siate sentiti, anche se per poco, a casa vostra. Tornate coi vostri cappelli e vedrete che non potrete fare un passo senza essere fermati dall'entusiasmo ed interesse dei piacentini che avete fatto crescere come popolo italiano e comunità locale. Siete brava gente (ho visitato la vostra regione anni fa insieme ad un gruppo di altri turisti, e siamo tutti rimasti colpiti dalla vostra aperta cordialità: ci fermavate per la strada per scambiare due parole con noi perché vedevate che non eravamo della vostra zona) con il cuore in mano e la fierezza negli occhi nel vero senso della parola, e vi meritate tutto l'affetto che io e gli altri abbiamo provato e continuiamo a nutrire nei vostri riguardi. La dignità italiana cresce grazie a voi che fate i fatti e non le parole. Un abbraccio e grazie ancora per averci insegnato che tutti possiamo essere come voi, basta volerlo e sentirlo nel profondo. Un ammirato abbraccio e un bacio affettuoso. Elena B. Cosa dire di più? Per l ennesima volta gli alpini con la loro simpatia sono riusciti a riscaldare e trasformare una città. Al mio arrivo a Piacenza, alle 6,30 del venerdì, percorrendo le strade che portavano al centro echeggiavano già, o forse meglio dire ancora, le note non certo ordinate di qualche canto alpino. Era comunque bello, quasi un ritorno a casa anche se Piacenza non era la mia di casa. Ma quando si scopre che gente come Gianfranco Chiappo spende ogni anno migliaia di euro per raggiungere la sede dell adunata dalla Colombia e con lui tanti altri dall Australia, dal Canada, dal Sud Africa e così via ci si sente piccoli piccoli. Questi sono gli alpini, questi siamo noi. Ogni anno quindi si ripete questo straordinario effetto terapeutico urbano di rivitalizzazione delle città. Ci saranno sempre coloro che storcono il naso, ma quando ci si sente dire, ci si sente pregati di ritornare vuol dire di essere stati considerati ospiti graditi come ne davano testimonianza i piacentini che riempivano con noi piazza dei Cavalli, piazza del Duomo e i giardini trasformati in colorati dormitori e cucine da campo. E poi la cittadella degli alpini e le vie dove il flusso pedonale rischiava di travolgere il colorato mercato di merci varie i cui venditori non disdegnavano certo di farsi fotografare spesso con il cappello sul capo. Integrazione a tutto tondo, allegria e tolleranza salvo per i frequenti borseggiatori che rovinano con le loro imprese l atmosfera della festa. Passione, calore, dedizione, solidarietà, che gli emiliani hanno potuto apprezzare da vicino ai tempi del terremoto, sono il biglietto da visita che presentiamo bussando umilmente alle porte delle città che chiedono di ospitarci. Biglietti con su scritto Vajont, Friuli, Abruzzi, Emilia, una casa per Luca e con tante altre opere che non troverebbero spazio a sufficienza. E da buoni invitati quali siamo, educati, non veniamo mai a mani vuote ed oggi quale riconoscenza per l ospitalità ecco euro donati al Progetto vita finalizzato alla dotazione di defibrillatori nelle scuole e altri all associazione Oltre l autismo, più tutte le ore impegnate dalla Protezione civile che da inizio maggio ha contribuito a sistemare panchine, pulire sottopassi e riqualificare cinque aree verdi cittadine Interventi straordinari come li ha definiti il sindaco Dosi sottolineando la speranza che la città tenga fede all impegno di mantenere le aree come riconsegnate dagli alpini. Dove c è un alpino, c è l Italia ricordava Perona nel suo ultimo coinvolgente discorso in una Adunata, e nessuno potrà mai negare la veridicità di tale affermazione. Mai, se non nelle nostre adunate, il tricolore è così applaudito quando sale e così commovente quando ammaina, e mai inno nazionale è cantato con così tanto rispetto. Tornate ancora mi son sentito dire quando ancora domenica sera giravo per Piacenza, mentre piazza dei Cavalli si rianimava per l ammainabandiera e per il passaggio della stecca a Pordenone. Grazie alpini, siete stati fantastici. Ho ringraziato a mia volta con un misto di orgoglio e commozione. E mentre passeggiavo, rivedendo il film di questa bellissima tre giorni, mi tornavano alla mente le parole che solo il giorno prima avevo sentito pronunciare da Florian Kronbichler, giornalista di Bolzano premiato quale giornalista dell anno: Per la convivenza in Alto Adige e Bolzano in particolare ha fatto più l adunata degli alpini di quanto abbiano prodotto convegni e politica in più di cinquant anni di parole o meglio dire chiacchiere. Resistiamo così, difendiamo e rispettiamo i nostri valori, restiamo una grande famiglia, sana, fiera, giustamente umile ma attenta a tutto ciò che ci ruota intorno, solidale. Dopo tre giorni di baldoria che non potremmo certo dire silenziosa, se tutti ci rivogliono a casa loro il nostro rumore non deve certo esser stato così fastidioso. Anzi. Valsusino 9

10 Attualità I reparti in armi schierati in piazza Castello, alla presenza delle autorità, hanno ricevuto il saluto della città (foto D. Balbo). La Taurinense è tornata a casa di Dario Balbo La Taurinense è rientrata dalla sua quinta missione in terra afghana. Un impegno svolto in un momento particolarmente importante e delicato quale quello della transizione delle responsabilità tra le forze internazionali facenti parte dell ISAf e l esercito afghano. Al comando del gen. Dario Ranieri 1200 sono stati gli alpini impegnati, inquadrati nei reggimenti alpini 2, 3 e 9, nel 1 di artiglieria da montagna e nel 32 Genio guastatori più varie rappresentanze che vanno dal Nizza cavalleria al nucleo elicotteristi. Nulla è stato facile in Afghanistan ma ormai gli alpini hanno raggiunto standard operativi di prim ordine ampiamente apprezzati sia da chi con loro ha collaborato che, e questo è particolarmente gratificante, che dalla collettività con la quale i reparti si confrontavano giornalmente nelle attività di aiuto e ricostruzione. Salutati il 3 settembre scorso nella cerimonia tenutasi nella caserma Monte Grappa, Torino ha voluto offrire il bentornato in uno dei salotti buoni della città, quella Piazza Castello che già tante altre volte ha fatto da scenario a manifestazioni alpine. Purtroppo l inclemenza del tempo ha guastato in parte la solennità dell evento ma non ha spaventato i tantissimi vessilli e gagliardetti presenti con il labaro nazionale più le centinaia di spettatori che incuranti della pioggia assistevano dietro le transenne. Presenti alla cerimonia le più alte autorità politiche regionali e cittadine, Roberto Cota e Piero Fassino, il procuratore Gianfranco Caselli e in rappresentanza dell esercito il gen. Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore dell Esercito e, a detta sua per motivi di leggi e regolamenti, ex-alpino, affermazione che coglie impreparata la maggior parte degli astanti. Nel suo discorso però il gen. Graziano non poteva certo dimenticare il suo passato di grande comandante che vent anni prima guidava il Susa in Mozambico in una delle prime missioni internazionali caratterizzata dalla presenza nelle file di soldati di leva. Il tempo poi, sottolineava il generale, avrebbe condotto i nostri soldati in Bosnia, Kossovo e ora Afghanistan. Il gen. Dario Ranieri rivolgeva invece parole di congratulazione e di ringraziamento per i suoi uomini, per la loro preparazione, disponibilità e spirito di sacrificio, non dimenticando l unica vittima di questa missione, Tiziano Chierotti caporale del 2, caduto in una sparatoria nei pressi di Herat. Si mormora che potrebbe essere l ultima missione, non resta che la speranza che anche Tiziano sia l ultima vittima, ma la decisione della fine delle missioni dovrebbe coincidere con la raggiunta efficienza e maturità dell esercito afghano e non certo dai comportamenti umorali, opportunistici e demagogici di politici in cerca di consensi e notorietà. Nutrita la presenza valsusina alla cerimonia. Nel ricordo del battaglione Piemonte di Dario Balbo Il colonnello Pivetta durante la rievocazione della battaglia per la conquista di Monte Marrone (foto D. Balbo). 10 Valsusino Mercoledì 10 aprile, un Sergio Pivetta in grande forma, preciso, determinato e commosso ha voluto percorrere nell annuale incontro commemorativo, la storia e le imprese del btg. Piemonte che, insieme con il btg. Monte Granero, costituì il primo tassello alpino del ricostituito esercito italiano dopo l 8 settembre. Un battaglione formato nella quasi totalità da piemontesi che reduci da vari fronti si ritrovarono nel sud dell Italia nei giorni dell armistizio. Le vicende del btg. Piemonte si allacciano all avanzata degli americani cui si opponevano reparti tedeschi agguerriti e con il dente avvelenato con l esercito italiano. Lungo il percorso dell avanzata si ergeva però una montagna dal profilo inquietante, sia per le difficoltà alpinistiche che per la funzione difensiva che veniva sfruttata dall esercito tedesco: il Monte Marrone. Una montagna dominante la valle del Volturno, di meno di 2000 metri. Così la mattina del 31 marzo 1944, smentendo la convinzione che fosse impresa impossibile, gli alpini del Piemonte raggiunsero la vetta. Una impresa alpinistica simile alla ben più nota conquista del Monte Nero della Prima guerra mondiale ma ugualmente determinante, di cui a ragione, il nostro Sergio Pivetta ne ha motivo di orgoglio e noi con lui.

11 Giuseppe Rosatelli Il maresciallo dell ordine e della solidarietà di Mario Tonini Attualità Ha posato lo zaino a terra un grande personaggio della nostra Sezione e della storia delle Truppe Alpine italiane. Il maresciallo Giuseppe Rosatelli è stato accompagnato per la sua ultima parata da un picchetto d onore. Il giorno del suo funerale, celebrato nella sua parrocchia di Torino, c erano tanti amici che rappresentavano la sua vita densa di dedizione, rispetto e lavoro. Conobbi il maresciallo facendo ricerche qualche anno fa e da allora ci affezionammo telefonandoci con una certa frequenza. Scrissi di lui molte volte, vorrei riportare una sua biografia che tanto gli piacque, è il mio modo per salutarlo. In casa sua tutto è al suo posto. Il cappello alpino, le fotografie della famiglia, i ricordi trovano spazio tra le librerie e i mobili. E il suo mondo pieno d ordine. Ordine; non c è altra parola per descrivere Rosatelli. Ordine nella vita, nei pensieri, nell agire. Ordine d idee e carattere. Grazie a lui, e alla sua infinita memoria, ho riscoperto che le guerre lontane, raccontate da un protagonista, sono immediatamente più vicine. Nato nel 1914 descrivendomi alcune foto degli anni 30 le commenta con così tanti particolari che sembra, le abbiamo scattate ieri. Di ogni fotografia ricorda i luoghi e i nomi delle persone fotografate, la loro provenienza e la loro storia. Ho provato sorpresa, e imbarazzo, a dovere segnare così tanti dati. Tutto cominciò nel A Roma, dove lui abitava, fu un estate afosa. I ragazzi eccitati dal regime sognavano terre lontane, grandiose conquiste e il sabato assieme al papà partecipavano, erano obbligati, alle manifestazioni fasciste. Mussolini era al massimo del consenso e al popolino romano, e non solo, aveva portato grandi benefici come le gite, le vacanze al mare, la scuola; una vita migliore di prima. Da lì parte l intervista. Come mai un ragazzo romano è diventato alpino gli chiedo? Avevo raggiunto i diciotto anni e per avere un lavoro sicuro decisi di arruolarmi in cavalleria, dopo le visite di rito aspettai fiducioso, sognando cavalcate nel verde e quelle magnifiche cariche che vedevamo al cinematografo mi risponde. Poi la delusione, Abile e arruolato ma non in cavalleria perché mi fu detto che non avrebbero trovato un cavallo così robusto da potermi sostenere. Rosatelli è uomo alto un metro e novanta e da giovane, a vederlo in foto, era un marcantonio. Mi mandarono a Torino negli alpini. Giunsi nel capoluogo in una giornata di nebbia e camminai dalla stazione oltre la Gran Madre, dove c era la caserma Rubatto al di là del Po. Iniziò il periodo di esercitazioni in montagna con istruzioni su roccia, l uso degli sci, le lunghe marce in quota. Mi trasferirono a Exilles come sergente, poi a Bardonecchia nelle casermette all imbocco della Valle della Rho e Oulx. Oltre alle marce c era il trasporto da Oulx a Exilles delle salmerie tutti i giorni. A piedi ricorda Rosatelli. Sembra di vederlo questo ragazzone addestrato in montagna in lunghi mesi camminare su e giù per la Valle, con una preparazione alpinistica, vestito con la divisa pesante che riparava l intenso freddo, pronto a usare armi efficaci in alta quota. Nel 1936 fu chiamato alla prima prova in armi. Dove? In Africa. Nell inesplicabile, e il più delle volte incomprensibile, decisione degli stati maggiori ecco gli alpini buttati nella sabbia. Fummo inquadrati nel contingente mandato nella guerra coloniale africana con la stessa attrezzatura e vestiario che usavamo in montagna. Partimmo da Napoli e sbarcammo a Massaua e da lì prendemmo la direzione di Amba Radam racconta, Appiedati e con lo zaino. Ricordo che mancava l acqua e le borracce erano subito vuote. La marcia era difficoltosa e l acqua divenne un miraggio. In quelle condizioni arrivammo allo scontro contro l agguerrita e organizzata armata del ras Maughietà. Furono giorni di cruento combattimento e a fatica conquistammo la strada verso Dessiè. Improvvisamente ricevemmo l ordine di fermarci e attendere. Aspettare cosa? Che il maresciallo Badoglio con le truppe della Milizia fascista, trasportate in camion, entrasse trionfale in città. E diavolo, Mussolini voleva ben una conquista fascista, anzi un impero fascista, e l ottenne; gli alpini potevano attendere gli onori. Per Rosatelli dopo il rientro in patria fu un periodo tranquillo nuovamente tra i monti. Ecco una nuova guerra. Mussolini, seccato delle continue e travolgenti vittorie tedesche, quando ormai la svastica stava sventolando sull Arc du Trionphe, dichiarò guerra alla Francia. Era giugno e indossavamo la divisa estiva, eravamo tra lo Chaberton e il Pian del Colle e si mise a nevicare. Nulla era stato predisposto per svolgere operazioni offensive. Ci trovammo in alta montagna in pessime condizioni di tempo, nevicava, c era la nebbia e la temperatura scese improvvisamente. Insomma un disastro. Combattemmo ma i francesi erano meglio organizzati e molti uomini si congelarono mani e piedi ricorda Rosatelli scollando le spalle. Dopo la resa firmata dalla Francia, separatamente alla Germania in spregio al governo italiano, gli alpini furono mandati a Domodossola per controllare la frontiera. L avventura militare non si fermò così, anzi. Nel 1942 partimmo per la Croazia, e addio Italia nuovamente. Facevamo rastrellamenti e scorte ai convogli e ai rifornimenti. Il nemico era ovunque, colpiva e fuggiva di sorpresa. Ricordo decine di ragazzi colpiti così all improvviso, poi arrivò l 8 settembre. L armistizio firmato l 8 settembre del 1943, in gran segreto, da Badoglio cambiava le carte in tavola. I tedeschi da alleati a nemici e gli americani da nuovi amici. I giocatori però non erano stati avvertiti. Così gli alpini si trovarono, da un giorno all altro, a riorganizzarsi. Che follia ieri alleati oggi nemici dice Rosatelli eravamo alle Bocche di Cattaro e fummo mandati a liberare il porto occupato dalle truppe tedesche per poter far ritorno in Italia. Non fu semplice ma liberammo la banchina e le fortificazioni che la difendevano. La speranza di tornare a casa era dunque diventata realtà. Nulla affatto, sulle navi dirette a Bari salirono i fanti e gli alpini rimasero lì a veder le navi prendere il largo. Fummo fatti prigionieri dai tedeschi e immediatamente deportati. Fummo sottoposti a inaudite sofferenze ricorda Rosatelli, a cui è cambiata improvvisamente l espressione degli occhi facemmo lavori di fortificazione e trattati per tutto l inverno in modo disumano. Lavoravamo tutto il giorno e il posto era misero. I miei alpini morivano di fame e fatica. Furono gli americani a salvare la vita ai prigionieri liberandoli nel 1945 e assistendoli fino al loro rimpatrio. L attività di Rosatelli riprese come maresciallo, dopo la guerra, negli uffici del Reggimento. Ufficiali superiori, soldati di leva, tutti hanno combattuto contro la sua implacabile pignoleria, il suo ordine e la sua superiore intransigenza verso le regole. Arrivato al congedo, sprigionò la sua volontà di ricordare gli uomini caduti in guerra. Prima a Exilles con la costruzione della Cappella votiva e la fontana, poi a Torino con il rifacimento del parco della rimembranza. Uomo tutto d un pezzo partecipa alle manifestazioni appuntando alla giacca la medaglia a cavaliere della repubblica, quella d oro da combattente, quella di reduce, quella della guerra in Africa, quella della guerra in Francia. Come? Nel giusto ordine. Valsusino 11

12 Attualità L intervento del capogruppo Ezio Durbiano volto a ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l opera (foto D. Balbo). Mompantero: un monumento all alpinità Grande folla all inaugurazione sabato 13 aprile di Mario Tonini Dopo tanto freddo e pioggia, ci volevano gli alpini a far sbocciare la primavera. Con un bel sole e il cielo terso è stata una mattinata calda, non solo di temperatura, quella vissuta nel paese sotto il Rocciamelone. Una grande folla si è radunata fin dal mattino nel piazzale davanti al Santuario. Presenti il vessillo della Sezione Val Susa, moltissimi gagliardetti dei Gruppi della Valle e non solo, la rappresentanza delle Armi e di tante associazioni civili, tutti a onorare e ricordare i Caduti di tutti le guerre. Visibilmente commosso il capogruppo, artefice e promotore della costruzione del monumento, Ezio Durbiano scortato dai suoi soci, pochi ma duri come le pietre del Rocciamelone, nella loro giornata di festa. La mattinata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa da parte del parroco don Remigio Borello (avendo alle spalle decine di feste alpine ad Exilles è oramai alpino ad honorem ) che ha ricordato la storia degli alpini di Mompantero, e della Valle, che fin dal 1899 legarono la loro storia a quella della Madonna del Rocciamelone con la deposizione della statua in vetta. Di grande effetto e ricco il parterre du roi con la presenza del presidente sezionale A.N.A. Giancarlo Sosello, del generale Giorgio Blais, del capitano dei Carabinieri Stefano Mazzanti e del tenente Bertoli della Taurinense, rientrato da pochi giorni dalla missione in Afghanistan. Presenti anche le istituzioni civili, fasce tricolori di Mompantero con il sindaco Favro, di Venaus con il dottor Graffi e il sindaco Gemma Amprino Giorio di Susa. Dopo la breve sfilata dal Santuario al luogo commemorativo, ecco l inaugurazione del monumento. Prima il taglio del nastro tricolore, e prima dei discorsi ufficiali, è stata deposta una corona di fiori ai piedi della scultura. Ha preso la parola il sindaco del paesino montano Piera Favro, poi il presidente Giancarlo Sosello ha ringraziato il gruppo A.N.A. di Mompantero che con tenacia e perseveranza è riuscito in questa impresa che raccoglie l elogio e il ringraziamento di tutti gli alpini in congedo che continuano la loro opera di ricordo e lavoro nella comunità valsusina. A fianco della roccia con l aquila è poi salito il capogruppo Durbiano che ha brevemente ricordato il percorso della costruzione del monumento. Avevamo intenzione di costruire questo monumento da anni, ma con tutta la burocrazia che c è, siamo riusciti solo adesso ha esordito Durbiano e devo ringraziare quanti hanno permesso la buona riuscita dell opera. Giuseppe Ferraris, alpino di Cesana, che ha donato la pietra, poi la ditta Favro e per il calcestruzzo la ditta Faure. Il capo cantiere mastro Martinazzo e quanti hanno collaborato con lavoro e materiale. Ringrazio anche il Comune che ha concesso l area della costruzione, poi il capogruppo ha terminato salutando i presenti e augurandosi che questa aquila possa diventare simbolo per le future generazioni. A conclusione della breve, ma toccante, manifestazione sulle note della Fanfara A.N.A. Valsusa si è cantato l inno d Italia. Sulle note della marcia alpina Trentasold il maestro Danilo Bellando, e i suoi musici, hanno poi accompagnato molti veci e, qualche, bocia presso i locali del Ristorante Rocciamelone per l aperitivo. In memoria di tutti i Caduti c è scritto sulla pietra alla base di quella che fu una fortezza inespugnabile per tutto il Settecento, un monito e un augurio che gli alpini offrono ad una comunità che troppo velocemente contesta, dimentica e cancella. 12 Valsusino

13 Forma e sostanza, i nostri mezzi per trasmettere valori e tradizioni di Dario Balbo Attualità Il tavolo di presidenza con, da sinistra, il vicepresidente vicario Crugnola, il direttore de L Alpino, Bruno Fasani e il comandante del Centro di addestramento alpino durante l intervento del presidente Perona a chiusura dei lavori (foto D. Balbo). Non fatevi ingannare dal titolo che può sembrare scontato, ma, a detta di molti, sarebbe servito molto più tempo per sviluppare la complessità del tema che si snoda dall aspetto se vogliamo filosofico della sostanza a quello più tecnico della forma. Per condensare il tutto in modo semplice e diretto potremmo dire: cosa scrivere sui nostri giornali e come presentare gli argomenti sulla carta in modo accattivante, pulito ed ordinato. A spiegare il tutto a quasi ottanta testate alpine durante i lavori del 17 C.I.S.A, convegno itinerante della stampa alpina a Mondovì, tre esperti altamente qualificati: due in campo tecnico-comunicativo, Francesca Massai e Luca Calzolari, ed il terzo, Stefano Fontana, scrittore e giornalista Sull aspetto tecnico le argomentazioni esposte, interessanti e condivisibili, ci hanno fatto maturare la convinzione che il nostro giornale è in linea con le regole di comunicazione scritta e di costruzione grafica e con qualche piccola innovazione potrebbe ancora migliorare. Le difficoltà sono invece tutte nella sostanza e qui ahimè la filosofia la fa da padrone. I fatti e gli avvenimenti, la sostanza, sembrano la stessa cosa ma non lo sono, essendo due entità differenti da cogliere con attenzione, osservando ed ascoltando per poter raccontare gli uni senza separarli necessariamente dagli altri. I fatti e le opinioni e anche qui due binari separati su cui scorre la verità. Ma gli alpini devono o meno essere un movimento di opinione? E quando dovessimo diventarlo, sino a dove spingerci? Non è nostra intenzione andare oltre queste notazioni di carattere generale, perché tutti coloro che collaborano con sacrificio e passione alla nascita trimestralmente di queste pagine sanno perfettamente, seppur con qualche perdonabile limite, cosa raccontare con la sincerità che Perona ha chiamato dello scarpone. Sincerità e semplicità, memoria, ideali e amicizia sono i veri valori che si cerca di trasmettere nelle pagine che timidamente si affacciano nelle vostre case. Certamente raccontare del Monte Nero o della ritirata di Russia non è come raccontare della solita polentata estiva, ma è bello credere, anche con presunzione, che quelle convivialità vivono grazie a coloro che con la loro storia, il sacrificio e le imprese ci permettono di ricordarli tramite il pesante far- dello del cappello che portiamo sulla testa. Ecco quindi che la polenta, il fatto, ci prende per mano a raccontare l avvenimento che sta dietro, quale può essere la disgrazia del Picreaux o i caduti in qualche lontana guerra. Noi alpini non vogliamo essere portatori di verità assolute, ma ora che inesorabilmente le nostre fila si assottigliano dovremo con i nostri fatti, con le nostre opere e con i nostri scritti difendere la memoria e gli ideali che ci accompagnano per diventare, in quanto uomini del presente, i difensori e i cantori degli uomini della nostra memoria. Ogni nostro fatto dovrà essere sempre il figlio di un avvenimento e non solo fine a se stesso. Solo quando riusciremo a percepire da un occhio lo sguardo che trasmette avremo raggiunto il nostro scopo. Valsusino 13

14 Attualità Nuovo libro di Tonini di Dario Balbo Raduno mortaisti della 133 a cp. mortai battaglione Susa È stato presentato a Susa, nella mistica atmosfera della chiesa di San Francesco, l ultimo libro di Mario Tonini. Un libro tematico, piacevole, scorrevole, garbato e talvolta spiritoso, ricco di curiosità. Un libro che scorre lungo quasi 150 anni di storia attraverso vicende belliche e giorni di pace, attraverso sentimenti, paure e grandezze, attraverso capitoli puramente tecnici sulle armi, sulle divise e sulle fortificazioni. Mario Tonini sostiene che il suo più che un libro è un intento, ovvero la speranza di offrire una storia degli alpini piemontesi a quanti hanno perso la memoria o vogliono ritrovarla Un altro di quei libri che non deve mancare nella biblioteca di ognuno di noi accanto alla storia degli alpini della valle e alla storia del grande don Trappo. Un grazie quindi al buon Mario che ancora una volta ha saputo cogliere nel segno e immaginiamo che la sua vulcanica energia sia già all opera per sorprenderci con qualche altra bella storia. Forse, ora che ostenta un brillante cappello da geniere alpino, si sentirà ulteriormente motivato e già il presidente Sosello gli ha lanciato l invito-provocazione per qualcosa che possa nuovamente stupire in occasione del raduno di Raggruppamento del 2016 a Susa. Serata bellissima ed alpina quindi quella del 1 giugno, con pubblico attento ed entusiasta nel sentire dalla viva voce dell autore brani tratti dal libro. Non poteva certo mancare la parte musicale ad allietare la serata, e chi meglio della nostra fanfara poteva fare da contorno alla serata. Una fanfara in gran spolvero nel percorso di avvicinamento al grande concerto del 15 giugno ad Exilles, tradizionale appuntamento di apertura per la nostra annuale festa sezionale. Due grandi mezzi quindi in scena a Susa nello trasmettere emozioni: la parola e la musica. Due mezzi che ancora altre volte si accompagneranno nella promozione di questo libro a cui auguriamo il successo che si merita. Ci scusiamo con Mario se lo spazio dedicato appare ridotto, ma lui sa benissimo che i tempi dei giornali sono quelli che sono e purtroppo al momento in cui scriviamo queste brevi note lo Scarpone è già praticamente chiuso. 14 Valsusino di Bruno Marietta Si è svolto il 19 maggio a Rubiana il 23 raduno dei mortaisti della 133ª cp. mortai del btg. Susa, ospiti del locale Gruppo alpini. Per noi mortaisti è stata una novità in quanto il nostro raduno si è sempre svolto nel pinerolese essendo Pinerolo la sede del battaglione Susa. Con piacere abbiamo accettato l invito degli alpini di Rubiana, Sezione Val Susa, in quanto in valle ci sono tantissimi mortaisti e questa nostra festa, ben riuscita grazie alla collaborazione del capogruppo Remo Blandino e dei suoi alpini, è stata l occasione per farci conoscere. Alla manifestazione erano presenti il vessillo della Sezione di Torino, portato dallo scrivente alpino mortaista e scortato dal consigliere sezionale Domenico Allais, il vessillo della Sezione Val Susa e quello della Sezione di Pinerolo, 28 gagliardetti di Gruppo, il Gonfalone del Comune di Rubiana, dell A.V.I.S. e del Soccorso Antincendio Boschivo della Protezione Civile, autorità civili e militari e circa duecento tra alpini e simpatizzanti. Dopo la colazione alpina presso la sede degli alpini di Rubiana si è svolta la cerimonia dell alzabandiera e la resa degli Onori al monumento degli alpini con la deposizione di una corona e a seguire si sono tenute le allocuzioni del capogruppo Blandino, del Sindaco, del rappresentante dei mortaisti e del consigliere sezionale della Val Susa, Giovanni Baro che hanno portato i rispettivi saluti ai partecipanti al raduno. Si è poi formato il corteo ed è iniziata la sfilata, accompagnata dalle note della Banda musicale di Rubiana, lungo le vie del paese verso il Cimitero, dove sono stati deposti omaggi floreali al monumento ai Caduti di tutte le guerre. Riformatosi il corteo ci siamo diretti alla piazza del Comune dove è stata deposta una seconda corona al monumento ai Caduti e a seguire la Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale. Al termine è stato servito il rancio alpino presso la sede del Gruppo di Rubiana. La festa dei mortaisti si è poi conclusa con la consegna di una targa ricordo a tutti i partecipanti al pranzo e agli alfieri con un arrivederci a tutti al prossimo anno per il 24 raduno dei mortaisti della 133ª cp. mortai del btg. Susa La Nobile. Decorazioni del gen. Riccardo Ghirardi e Onori ai Caduti.

15 Onorificenze AMBIMA per fedeltà alla musica Sabato 4 maggio, nello splendido scenario di Villa Remmert, a Ciriè, durante la cerimonia per la consegna delle onorificenze AN- BIMA ai benemeriti, è stato consegnato il distintivo ai musici che hanno compiuto 25, 50 e 60 anni di carriera musicale. Onorificenze che intendono essere il riconoscimento per la gratificazione a coloro che, attraverso l'impegno volontario e gratuito, hanno in questi anni sostenuto e sviluppato il patrimonio culturale e sociale della Musica Popolare Piemontese. In questa occasione, alcuni musici della Fanfara A.N.A. Val Susa hanno ricevuto il distintivo d'argento: Fiorenzo Combetto - Danilo Bellando - Elso Berno - Terenzio Chaulet - Francesco Giraldo - Vittorio Guglielmetto - Mario Jannon - Luigi Marre - Raffaello Pellissero - Mauro Sibille. Un sincero e affettuoso ringraziamento ai premiati che, con assiduità e volontariamente, si sono impegnati e hanno contribuito a mantenere in vita la nostra fanfara! Il nostro grazie è rivolto però anche a tutti gli altri musici che, con il loro impegno e costante presenza, da anni ci accompagnano. La musica dà gioia: non solo a chi la ascolta, anche a chi la "produce". Chi suona sta bene e fa star bene. Ancora un grazie a tutti e che questo possa essere un incentivo per chi, da poco tempo, si è accostato alla musica. Cristina Abbiamo ricevuto dalla Cristina questa notizia e non potevamo certo ignorarla visto l affetto e la simpatia che tutta la Sezione porta per donne e uomini della nostra fanfara citata ovviamente sempre quale fiore all occhiello della Sezione. Sapere che molti nostri fanfaroni abbiamo ricevuto questo riconoscimento non può che farci un immenso piacere conoscendo la passione che pervade tutti i componenti, ma soprattutto il sacrificio costante profuso per studiare e migliorare giorno dopo giorno la qualità dell insieme. Spesso noi attenti e modesti spettatori ci limitiamo a considerare l attimo del concerto, l incedere della marcia al ritmo della musica e colpevolmente dimentichiamo invece le ore dedicate allo studio, alla limatura delle imperfezioni, alla valorizzazione di ogni singolo strumento. Ci fa indubbiamente piacere vedere tra i premiati i due assi portanti dell istituzione, il presidente Combetto ed il maestro Bellando, il braccio e la mente di questo nostro fiore all occhiello. Al primo il merito della ricostruzione e della guida, non senza difficoltà, di questa meravigliosa macchina, ed al secondo il merito di averla portata con la sua competenza e pignoleria a livelli di qualità che tutti ci invidiano. Quando i lettori dello Scarpone leggeranno queste righe i nostri musici avranno superato brillantemente anche l esame dell Adunata di Piacenza e l abbraccio di Exilles e tutti noi avremo provato il solito brivido di passione e amore sulle note del 33 ed l orgoglio della piemontesità con il biglietto da visita ben conosciuto della Marcia dei coscritti. Come Cristina vogliamo congratularci e ringraziare oltre a Fiorenzo e Danilo già citati, Elso, Terenzio, Francesco, Vittorio, Mario, Luigi, Raffaello e Mauro con la speranza di salutare nei prossimi anni tutti gli altri fanfaroni che di mano in mano dovessero raggiungere l ambito traguardo raggiunto attraverso l amore per la musica e, perché no, attraverso la fedeltà alla nostra di fanfara. E se amore e fedeltà portano, come nella vita, qualche baruffa o mugugno pace, vorrà dire che l unione si rinforzerà. Sia dedicato a tutti voi, giovani o meno giovani, premiati o non premiati, donne o uomini, l orgoglio di vedervi sfilare davanti a noi ed il piacere immenso di applaudirvi per la vostra bravura. La nostra fanfara cerca giovani musici. Aiutateci nella ricerca Ritorno alla Brunetta dopo oltre cent anni di Bruno De Gregorio e Adalberto Cartino La fotografia, scattata a Susa presumibilmente nell'anno 1896, ritrae Nicola De Gregorio, classe 1862, Furiere Maggiore del Reggimento Alpini (come risulta dall'annotazione apposta dallo stesso sulla fotografia) con la moglie Angela e le figlie Ada, Maria ed Emma. Durante il periodo di permanenza in servizio a Susa protrattosi fino a circa l'inizio della Prima guerra mondiale, Nicola De Gregorio e la sua famiglia vissero nell'allora Forte della Brunetta, in un alloggio situato a fianco dell'attuale Sede della Protezione Civile sopra l'attuale Sede della Sezione A.N.A. Val Susa. In quel periodo, i coniugi De Gregorio ebbero, in quello stesso alloggio, altri cinque figli; Ugo, morto combattendo valorosamente sul Carso nel 1917, durante la Prima guerra mondiale, Giulia, Bianca, Vittoria ed Arturo. Quest'ultimo, classe 1906, combatté in Albania nel Corpo dei Bersaglieri durante la Seconda guerra mondiale, raggiungendo successivamente il grado di generale; sposato alla signora Lidia Vasti, ebbe due figli, il più giovane dei quali, Bruno, classe 1938, prestò il servizio militare col grado di sottotenente di complemento presso il 1 reggimento artiglieria da montagna, gruppo Aosta, di stanza a Saluzzo, negli anni La più giovane delle figlie, Vittoria, classe 1904, andò sposa nel 1922 all'aiutante di battaglia dell'arma di Cavalleria, Cesare Carlino (classe 1891), di stanza alla Scuola di Applicazione di Pinerolo, poi Squadrone Palafrenieri di Torino, combattente, ferito e decorato nel corso della Prima guerra mondiale. Dal matrimonio di Vittoria con Cesare Carlino nacquero tre figli, di cui il più giovane, Adalberto, classe 1940, prestò anch'egli servizio militare, da agosto 1962 ad agosto 1963, in qualità di sottotenente di complemento, presso la 7ª batteria del gruppo Pinerolo di stanza alla caserma Cascino di Susa, esattamente a cento anni dalla nascita del nonno, a trent'anni dalla sua morte ed a pochi passi dall'abitazione in cui erano vissuti i nonni ed erano nati gli zii e la propria madre. Durante la ferma il sottotenente Carlino fu alle dirette dipendenze dell'allora Comandante di batteria, capitano Egidio Toniutti e sotto il Comando di gruppo dell'allora maggiore Giuseppe Gatti, entrambi poi assurti al grado di generale. Nicola De Gregorio, terminato il servizio attivo, si ritirò a Trana (Torino) dove morì nel I nipoti Bruno De Gregorio ed Adalberto Carlino, iscritti oggi rispettivamente ai Gruppi A.N.A. di Milano Centro e di Trana sono grati al Presidente ed a tutti i membri del Consiglio direttivo della Sezione A.N.A. Val Susa per acconsentire che questa fotografia dopo oltre cento anni torni alla casa d'origine della Brunetta, tra le immagini storiche che adornano le pareti della loro splendida sede, come modesto ma sentito omaggio al Corpo degli Alpini, alla sua storia, alla città di Susa, alla stessa Sede A.N.A. Val Susa ed in ricordo dei propri nonni, zii e genitori, così tanto legati a questa città. Valsusino 15 Storia

16 Storia e cultura Alcuni soci del Gruppo che conta in totale 75 iscritti tra alpini ed amici. Gruppo di SESTRIERE di Laura Grisa Il Gruppo A.N.A. di Sestriere si è costituito nel Negli anni precedenti apparteneva alla Sezione A.N.A. di Torino. Subito i soci programmarono di iniziare il loro cammino assieme con un ricordo agli alpini andati avanti, dedicando loro un monumento in frazione Champlas du Col, realizzato con il Comune e inaugurato il 12 luglio dello stesso anno. Sotto la guida del capogruppo Emilio Milano, la settantina di iscritti presenziò, con entusiasmo e giusto orgoglio, a questa importante cerimonia, unitamente a numerosi altri intervenuti. L opera, ideata dal geometra Bruno Strazzabosco, rappresenta una piramide di roccia che si eleva da una fontana a base quadrata, costituita da pietre di tinta rossastra e verdognola, sulla cui cima spicca un aquila in bronzo, dono del capogruppo. L autore è lo scultore Campi. La giornata di festa ebbe inizio con la sfilata per le vie del paese. In testa al corteo, la fanfara di Forno, a cui seguivano il gonfaloniere del Comune di Sestriere e molti gagliardetti dei Gruppi della nostra Valle e della Val Chisone e il Gruppo A.N.A. locale, sotto la guida del capogruppo Emilio Milano. Tra le autorità civili e militari, ricordiamo il colonnello Lino Ponzinibio, medaglia d oro al valore militare. Da queste colonne, vogliamo ricordarlo, come uno degli alpini di cui la Sezione A.N.A. Val Susa va fiera, riportando la motivazione legata alla decorazione assegnatagli: Più volte decorato, volontario di guerra sul fronte orientale sebbene invalido per ferita riportata in precedenti campagne, al Comando di una Compagnia Alpini, dava ripetute prove di ardimento. Colpito da principio di congelamento, rifiutava il ricovero per restare con i suoi Alpini. Durante un aspro combattimento, caduto il Comandante di battaglione lo sostituiva e valorosamente guidava i suoi uomini in ripetuti contrassalti che respingevano l avversario. Durante il tormentoso ripiegamento, d iniziativa accorreva in aiuto dell avanguardia improvvisamente attaccata: ferito da due pallottole alla gamba destra, sanguinante, continuava alla testa dei suoi Alpini a contrassaltare l avversario finché lo volgeva in fuga. In una ultima azione, nuovamente ferito, persisteva nella disperata lotta, finchè, sopraffatto veniva catturato. In prigionia, nonostante le sofferenze per i postumi di ferita, una grave infermità e le continue vessazioni, era fulgido esempio di virile contegno e fedeltà al puro ideale della Patria. (Fronte Russo, settembre 1942/4 ottobre 1946). Ritorniamo ora alla cerimonia suddetta. Oltre a questo valoroso eroe, capitano del 1 reggimento alpini, brigata Mondovì, Divisione Cuneense, presenziarono all inaugurazione anche il cappellano, don Rinaldo Trappo (medaglia d argento), figura a tutti nota in Valle e oltre, che commentò i vari punti in programma, suscitando emozioni e ricordi in tanti soci, soprattutto al momento della benedizione dell opera e alla deposizione delle corone di alloro, nonchè all omelia della Messa, celebrata dal parroco di Sestriere. In quell occasione venne pure benedetto il nuovo gagliardetto, madrina Mirella Lantelme, di Sestriere Borgata. Presero poi la parola il vicesindaco Possetto che diede il benvenuto a tutti i presenti ed ebbe parole di elogio per l importante iniziativa, realizzata da questi alpini. Seguirono poi gli interventi del presidente Sezione A.N.A. di Torino, l ingegnere Fanci che pronunciò il discorso ufficiale e quello dell ex-comandante del battaglione Susa, gen. Lucarelli, presidente onorario della sezione A.N.A. della nostra Valle. Gli alpini, i loro familiari e amici consumarono poi il pranzo e al termine delle portate si portarono sulla piazza del nuovo monumento per trascorrere in allegria ed amicizia il restante pomeriggio, rievocando lontani eventi, intercalandoli a suggestivi e conosciuti canti del repertorio alpino. 16 Valsusino

17 L anno seguente il Gruppo ospitò il primo Raduno regionale delle penne nere. Annualmente gli alpini di Sestriere si ritrovano in qualche punto dei monti che li circondano per trascorrere una giornata distensiva all aria aperta, a contatto con la natura e le bellezze d alta quota, dove organizzano pranzi tipici del mondo contadino con vivande genuine e gustose. Occasioni anche per ricordare coloro che già sono andati avanti, per rievocare i bei tempi della giovinezza, e, per i giovani, per parlare di progetti futuri. Di solito, la località è l invitante pianoro di Monterotta. Qui, nella prima domenica di agosto le locali penne nere si danno appuntamento, all ombra di svettanti pini, con numerosi amici, familiari e villeggianti. Dopo la Messa, celebrata da parroco don Gaetano Bellissima per gli alpini defunti, segue il rancio alpino a base di polenta e spezzatino, menu preparato in loco dal Gruppo che si è dotato di una capace cucina militare da campo. In questa occasione vengono consegnate targhe e onorificenze varie. Memorabile la festa del 1992 L attuale capogruppo Massimo Poncet. anno della ricorrenza del 70 di fondazione della Sezione A.N.A. Val Susa e pure 70 anniversario della posa della prima pietra della locale cappella Regina Pacis. Una festa che si è protratta per due giorni, con vari momenti significativi e suggestivi. Tra questi, l abbraccio commosso dopo trent anni di due commilitoni, Giuseppe Russo di Sestriere e il bergamasco Vittorio Allieri. Entrambi militari a Treviso, quest ultimo fece da padrino al Russo che ricevette la Cresima proprio durante il servizio in quella città. L incontro, tanto desiderato, fu possibile tramite il vivo interessamento dell allora capogruppo locale Carlo Piffer. I due giorni di festa furono allietati dalla Fanfara Alpina di Cambiano, da danze con orchestra e da una gara di bocce, dedicata a Tranquillo Pozza. Per i suoi 35 anni dedicati con solerzia, entusiasmo e competenza alla Sezione, in veste di Presidente, venne consegnato, con sentita riconoscenza, una targa con medaglia d oro a Franco Badò. Le targhe-ricordo che vengono consegnate annualmente ai soci più anziani in quell occasione andarono a Maggiorino Marcellin, Natale Beraud, Giuseppe Guiot Chiquet, tutti di Sestriere e a Costantino Prin Abeil di Cesana. Il Gruppo, durante l anno organizza o collabora nei momenti di intrattenimento per i turisti, con vin brulè, goffri e altro e si presta nella realizzazione di diverse iniziative messe in atto dal paese. I capigruppo che si sono susseguiti dal 1964 ad oggi, sono: Emilio Milano, dal 1964 al 1973; Bruno Strazzabosco, dal 1974 al 1991; Carlo Piffer, dal 1992 al 1997; Francesco Calabrò, dal 1998 ad oggi. Il Gruppo attuale è così composto: capogruppo: Massimo Poncet; vice capogruppo: Ivan Piffer; segretario: Stefano Lantelme; alfiere: Adriano Beraud; consiglieri: Lorenzo Bonech, Diego Cordara, Max Falco, Tiziano Girardi, Dario Manzon. I soci sono 60, gli amici,15. Il socio più anziano è: Silvio Bert, classe Storia e cultura A sinistra: il monumento ai Caduti alpini a Champlas du Col. Sotto: organizzatori e atleti partecipanti al campionato. Valsusino 17

18 Dalla Sezione L angolo di Elio Garnero Auschwitz Fabbrica della morte 17 marzo - Sant'Antonino - Ritrovo annuale. Presenti: vicepresidente vicario Garnero, consigliere Arcidiacono ed exconsiglieri Bonome e Bosco. 19 marzo - Susa - Santa Messa in Cattedrale officiata dal cappellano militare don Mauro. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Bartolotti, consiglieri Baro, Amprimo, Foglia, Sacco ed alfiere Gallina. 4 aprile - Torino - Piazza Castello - Rientro Taurinense dall'afghanistan. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Bartolotti, consiglieri Anselmetto, Baro, Amprimo, Foglia, Sacco ed alfiere Gallina. 8 aprile - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. al completo. 13 aprile - Mompantero - Inaugurazione monumento all'alpino. Presenti: presidente Sosello, vice Garnero, Bartolotti e Balbo, consiglieri Amprimo, Anselmetto, Foglia, Garnier, Giors, Olivero, Sacco, alfiere Gallina e revisore dei conti nazionale Botteselle. 14 aprile - Villar Dora - 80 di fondazione del Gruppo. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Garnero, consiglieri Anselmetto, Baro, Calliero ed Olivero con alfiere Gallina. 17 aprile - Susa - Funerali di monsignor Laterza. Presenti: vicepresidente Bartolotti, consiglieri Amprimo, Baro, Sacco ed alfiere Gallina. 20 aprile - Vicoforte (Mondovì) - Riunione responsabili Protezione Civile A.N.A. del 1 Raggruppamento. Presenti: presidente Sosello e coordinache vi erano mandati da tutta l Europa occupata: due camere a gas con fosse di cremazione per la consunzione dei corpi chiamate bunker 1 e bunker 2 più quattro camere a gas con forni crematori. Evidente che nelle stesse strutture finivano anche i prigionieri non ebrei, ed a questo punto parliamo degli alleati che forse ignoravano, ma il dubbio rimane. Sapevano gli alleati che i tedeschi sterminavano gli ebrei, gli omosessuali, i testimoni di Geova, gli zingari, gli handicappati, innocenti cittadini tedeschi accusati di disfattismo? Non c è risposta, ma pensando di aiutare a capire ho preso spunto da un intervista che Primo Levi rilasciò appunto ad Auschwitz nel Ho voluto leggerla ritenendo potesse essere utile per aiutare quei giovani studenti a capire e meditare. In quell occasione viene detto a Levi, Oggi mangeremo in un ristorante di Auschwitz, risposta, Non so se mangerò, mi sembra quasi una profanazione. D altra parte Auschwitz era ed è una città dove ci sono ristoranti, cinema ecc. ecc. Adesso come allora parallelamente al lager esiste una Auschwitz civile continua Levi allora la gente era diffidente verso di noi, eravamo degli stranieri, non ci capivano, avevamo addosso quell uniforme da forzati che per loro era terrificante. Non volevano parlarci, solo qualcuno aveva pietà di noi, quelli con cui siamo riusciti ad intenderci. E molto importante intendersi. Fra l uomo che si fa capire e l uomo che non sa capire, uno si salva l altro no. E in queste lucide parole di Primo Levi il senso della presunzione assassina dei nazitedeschi, e, forse la spiegazione del negazionismo della Shoah da parte di pseudo storici di fatto complici dello sterminio di sei milioni di ebrei. Notiziario sezionale Nello scorso febbraio sono stato invitato da un caro amico alpino, iscritto ad un Gruppo di una Sezione a noi vicina, e mio collega perché impegnato come il sottoscritto nel progetto del Centro Studi dell A.N.A. con sede a Milano. Avrei dovuto fare da supporto ad un intervento in una scuola media con la partecipazione di alcuni studenti della prima liceo dello stesso istituto. Questo su consenso del preside e di alcuni professori che, come gli studenti, si erano resi disponibili ad incontrarci per sapere qualcosa di più sul mondo degli alpini. Prima di accettare mi informai quale fosse l argomento specifico da illustrare e discutere poiché sono convinto che non si può continuare ad esporre ai nostri giovani luoghi e fatti della Grande guerra perché più gloriosa e perché vinta. Mi confermarono che essendo recenti le varie celebrazioni per la Shoah, l argomento da trattare sarebbe stato appunto quel tragico evento della fase finale della Seconda guerra mondiale. Accettai volentieri perché mi ritenni sufficientemente preparato per fare da supporto agli amici alpini che mi avevano coinvolto. Accettai anche perché Auschwitz, Birkenau, Mathausen ed altri lager nazifascisti tedeschi li avevo visitati più volte e mi ritenevo abbastanza documentato. Al primo contatto con questi studenti ho subito notato quanto fosse difficile spiegare e far capire loro quei tragici eventi, poiché quel tempo, tempo della guerra tra il bene ed il male, tra la democrazia e la dittatura, non l hanno vissuto ma solo recepito limitandosi ad assistere in TV a tragici e talvolta sadici documentari, oppure con qualche accenno a scuola magari con informazioni superficiali talvolta distorte. Con questi studenti mi sono soffermato particolarmente su Auschwitz dove nessuno poteva immaginare che si potesse arrivare a creare quell universo incentrato sulla fabbrica della morte. Non è stato necessario evidenziare i vari orrendi particolari dello sterminio poiché, chi più chi meno ne era già informato o per sentito dire o tramite TV come accennato precedentemente. Alcuni di questi studenti prima dell incontro si erano certamente documentati, quindi ne scaturirono domande intelligenti che coinvolsero tutti i partecipanti. Visto che si è detto e scritto che nessuno poteva immaginare che i nazitedeschi arrivassero a tanto, uno studente mi chiede: Gli alleati che il 7 agosto 1944 ed il 20 dello stesso mese si scatenarono a bombardare sull impianto petrolchimico di Monowitz (quel terribile Auschwitz III descritto da Primo Levi con il suo libro Se questo è un uomo ) erano al corrente che in quei lager erano prigionieri migliaia di ebrei e tanti militari e civili ritenuti nemici del regime per fasulle accuse di tradimento? Erano al corrente che con i loro bombardamenti avrebbero ucciso centinaia di prigionieri incolpevoli?. I piloti certamente ignoravano che nell area colpita erano sistemati sei impianti di sterminio riservati agli ultimi deportati ebrei 18 Valsusino tore P.C. Parisio. 20/21 aprile - Vicoforte (Mondovì) - 17 CISA - Convegno itinerante della stampa alpina. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Garnero e consigliere Olivero. 25 aprile - Festa della Liberazione. Presidente e consiglieri impegnati nelle aree di loro competenza. 28 aprile - Asti - Inaugurazione nuova sede sezionale. Presenti: vicepresidente vicario Garnero e consiglieri Amprimo ed Anselmetto. 3 maggio - Torino - Funerali del maresciallo Rosatelli. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo, Bartolotti e Garnero, consiglieri Amprimo, Baro, Bert, revisore dei conti nazionale Botteselle ed alfiere Gallina. 6 maggio - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. al completo. 11/12 maggio - Piacenza - 86 a Adunata Nazionale. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti e consiglieri al completo. 505 alpini della nostra Sezione hanno partecipato alla sfilata. 19 maggio - Milano - Assemblea Nazionale dei Delegati ed elezione nuovo Presidente e di alcuni componenti il C.D.N. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Garnero, consiglieri Foglia, Demuti ed il capogruppo di Cesana, Ferraris. 1 giugno - Casumaro (Cento) - Inaugurazione scuola. Presenti: vessillo sezionale e gagliardetto di Avigliana, scortati dal capogruppo Giovanardi. 1 giugno - Sant'Ambrogio - Premiazione lavori delle

19 scuole dell infanzia e primaria. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Garnero, consiglieri Amprimo, Anselmetto, Baro e Bert. 1 giugno - Susa - Presentazione libro di Tonini. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Bartolotti, consiglieri Arcidiacono, Foglia, Olivero e Sacco. 2 giugno - Susa - Festa della Repubblica. Presenti: vessillo sezionale scortato dal presidente Sosello e vicepresidente Bartolotti. 2 giugno - Collegno - 90 di fondazione. Presenti: vessillo sezionale scortato dai consiglieri Bert e Demuti. 3 giugno - Susa - Consiglio sezionale. C.D.S. Al completo. Oblazioni pro Scarpone La famiglia di Luciano Pesando - Gruppo di Susa 25,00 Gruppo di Borgone 150,00 La famiglia in memoria di Angelo Cossa - Gruppo di Gravere 10,00 Gruppo di Cesana 105,00 Piero Fiorina - Gruppo di Bruzolo 5,00 Silvio Gillo - Gruppo di Bruzolo 10,00 Stefano Olivero - Gruppo di Bruzolo 5,00 Valerio Olivero - Gruppo di Bruzolo 10,00 Nello Parolari - Gruppo di Bruzolo 10,00 Giorgio Pozzallo - Gruppo di Bruzolo 10,00 Renzo Rocci - Gruppo di Bruzolo 10,00 Emilio Schiari - Gruppo di Bruzolo 20,00 Luigi Serminato - Gruppo di Bruzolo 6,00 Angelo Borgis - Gruppo di Bruzolo 20,00 Clorinda Cevrero - Gruppo di Bruzolo 10,00 Maria Paola Vighetto - Gruppo di Bruzolo 10,00 Gruppo di Bruzolo 100,00 Isabella Davì - Gruppo di S. Giorio 20,00 In memoria di Renzo Bar - Gruppo di S. Giorio 20,00 In memoria di Luigi Re - Gruppo di S. Giorio 20,00 Gruppo di Almese 130,00 La figlia Franca in ricordo di Secondino Natta - Oulx 70,00 Sig.ra Germana Bosio in memoria del marito Elio - Gruppo di Almese 50,00 Pierina Deyme ricordando Pierluigi e Libero - Gruppo di Exilles 20,00 Gruppo di Sant'Antonino 100,00 N.N. 4,00 Bosio Efisia in memoria del marito Ferdinando Rucchione Gruppo di Avigliana 50,00 In memoria di Michelina Negro consorte di Bruno Tabarelli - Gruppo di Rubiana 100,00 Totale 1100,00 Oblazioni conto corr. post. Gen. Blais Giorgio - Susa 50,00 Gen. Telmon Luigi Vigo di Fassa 30,00 Reviglietti Vitaliano - San Giorio di Susa 5,00 Gruppo ANA Trana 20,00 Crespi Giuseppe - Torino 20,00 Parisio Iolanda - Bussoleno 40,00 Quirico Pierino Sant Ambrogio 10,00 Morinatto Pier Angelo - Villar Dora 50,00 Totale 225,00 Sezione di Asti Inaugurazione nuova sede Una domenica di sole ci ha accolti ad Asti il 28 aprile. Eravamo in tanti, molte decine di gagliardetti e molti vessilli sezionali. D'altronde l'appuntamento era importante, a dimostrarlo anche la pre- senza del Presidente nazionale Corrado Perona ed un nutrito numero di consiglieri nazionali. L'inaugurazione di una nuova sede è sempre importante poiché sta a dimostrare il grande lavoro profuso per la realizzazione di tale opera ed il notevole sforzo economico che ne hanno permesso la costruzione. Gli alpini della Sezione di Asti ne vadano orgogliosi perché hanno coronato un sogno eccezionale: una costruzione straordinaria sorta nello splendido scenario di un verde parco attiguo al centro della città. Non sto a riportare i vari particolari della manifestazione, sfilata, Santa Messa, e discorsi vari, ma faccio presente che il nostro vessillo era presente scortato dal vice presidente vicario Garnero e dai consiglieri Amprimo ed Anselmetto. Gruppo di Avigliana Conferma per Giovanardi Il 24 marzo appuntamento importante per il Gruppo chiamato al rinnovo del Consiglio per il triennio L esito del voto ha prodotto i seguenti risultati: capogruppo Ezio Giovanardi con Elio Garnero e Guido Rosa Brusin quali vice capigruppo, tesoriere Sivio Barella, segretario Franco Oddenino con Renzo Gallo in qualità di vicesegretario e consiglieri Antonio Bonù, Mauro Casati, Cesare Grisa, Rino Massola, Giovanni Periale, Silvio Raimondo ed Emiliano Rey, revisori dei conti rispettivamente Pierangelo Bonaveri, Giuliano Tavan e Luigi Castaldo. Al nuovo Consiglio i più fervidi auguri di buon lavoro. Nella stessa giornata il Gruppo ha festeggiato l'incontro annuale con i soci. Si è iniziato con la posa di una corona d'alloro al monumento ai Caduti di tutte le guerre attiguo a piazza Conte Rosso alla presenza del presidente Sosello, del sindaco Patrizio, di alcune autorità locali e di molti alpini aviglianesi. E' seguita la Santa Messa celebrata da don Ugo nella splendida chiesa di San Giovanni. Successivamente tutti al ristorante della Cappella ai Bertassi, dove i ritardatari prima del pranzo hanno avuto la possibilità di esprimere il loro parere per le elezioni del nuovo Direttivo. Durante il pranzo è stata conferita una targa di riconoscimento da parte dell'intero Gruppo al maggiore alpino Claudio Mollea, nostro socio, per essere stato insignito, su Decreto del Presidente della Repubblica, dell'onorificenza di Ufficiale dell'ordine al Merito della Repubblica per le attività svolte nel campo lavorativo, militare e del sociale in genere. Anche in un giorno di festa non potevamo abbandonare chi è in difficoltà, quindi, a fine pranzo, con un'improvvisata colletta abbiamo raccolto una ragguardevole quanto imprevedibile somma che abbiamo devoluto a favore di un alpino valsusino in gravi difficoltà. e.g. Alpini e canoe. Sensibilità e disponibilità alpina Da circa due anni un rilevante numero di soci del Gruppo è impegnato, due o tre volte l'anno a provvedere per mantenere accessibile un'area sulla sponda del lago Grande dirimpettaia al Santuario. Con il loro intervento hanno trasformato una piccola foresta in una oasi accogliente dove è stato possibile sistemare delle canoe polinesiane a disposizione di vari gruppi che fanno sport e stanno insieme all'aria aperta. Per la verità, all'inizio anche il sottoscritto era un po' scettico. Cosa c'entrano gli alpini con le canoe? Ho dovuto ricredermi poiché oltre al gruppo di giovani che si allena su queste canoe e che partecipa a gare nazionali ed internazionali, si sono aggiunti ragazzi disabili; alcuni di loro fanno parte della squadra agonistica e gli altri invece escono con le canoe per fare moto e stare insieme in massima integrazione con i ragazzi normodotati. La signora Eliana, promotrice, diligente ed accurata organizzatrice ha ideato due nuovi progetti: il primo Le Donne in Rosa che copia il progetto in barca fianco a fianco nato nel 1996 in Canada, promosso da un gruppo di medici specializzato in medicina sportiva e fisiologia dell'allenamento. Donne sopravvissute al tu- Valsusino 19 Cronaca dai Gruppi

20 Cronaca dai Gruppi more al seno hanno iniziato a pagaiare ed hanno raggiunto un benessere fisico unito a quel senso di cameratismo, solidarietà e perché no, divertimento. Quindi anche ad Avigliana ha avuto inizio il progetto Le Donne in Rosa e le donne della Val Susa che già hanno aderito sostengono che tale attività le aiuta a superare la solitudine che il cancro crea, ed a condividere la propria esperienza con gli altri. Il secondo progetto s'intitola mamme e nonne. Già molte mamme e nonne over 55 della valle si trovano due volte alla settimana a pagaiare insieme, un modo per staccarsi dalla vita monotona casalinga e distrarsi facendo dello sport. L'obiettivo che si è imposto il Gruppo alpini aviglianese è quello di mantenere disponibile ed accessibile quest'area riservata alle canoe per poter permettere la realizzazione e la prosecuzione di tali progetti ritenuti essenziali per il benessere di chi è stato meno fortunato di noi. Informo che questo terreno è situato in via Monginevro 28 ad Avigliana sulla sponda del lago Grande, e chi fosse interessato a tali iniziative può rivolgersi direttamente alla signora Eliana Reggiori, cell e.g. Riconoscimento a Sandro Salvaia, voce del Gruppo Organizzata per un incontro dei componenti del nuovo Direttivo con una cenetta presso Mami, ristorante gestito dalla signora Wilma grande estimatrice di tutti gli alpini e dal baffuto marito Rudy nostro socio alpino. E' stata l'occasione per conferire una semplice targa di riconoscimento al nostro grande alpino Sandro Salvaia che da anni, sia nei momenti di gioia, sia in quelli tristi ha dato voce alla nostra Preghiera. Tutto il Gruppo ha voluto ribadire a Sandro un grazie vero e sincero riconoscendo in lui da sempre amicizia, passione, serietà ed alpinità vera. e.g. Alpini e aggregati hanno ripulito la sponda del Lago Grande legno non immaginavo in un opera simile. Peccato tenerla nascosta, per cui bisognava piazzarla al più presto valorizzando il tutto con una cerimonia. Detto fatto, il vice capogruppo Fabio Tomassone pensa alla posa e il 25 aprile dopo la commemorazione dell anniversario della Liberazione tenuta in piazza 5 Martiri, approfittando della disponibilità della filarmonica Concordia, della presenza del Sindaco, delle varie Associazioni e di un buon numero di sangioriesi, al suono del 33 raggiungiamo la nostra sede per lo scoprimento dell opera. Un piccolo omaggio ai due autori, le note della filarmonica, i ringraziamenti di rito e un lauto rinfresco. Una breve cerimonia, semplice come siamo noi alpini ma ricca di significati. Ad esempio i due scultori non sono alpini (un fante e un marinaio) ne soci aggregati, ma sono nostri grandi estimatori segno che il consenso esterno di cui godono gli alpini spesso è superiore al consenso interno. p.g.m. Gruppo di Novalesa Festa di Sant Eldrado Sabato 6 aprile i nostri soci hanno risposto in molti all'appello lanciato dall'amministrazione comunale per ripulire l'area della sponda del lago nei pressi del Santuario invasa dalla incolta vegetazione e dai rovi che con gli anni avevano ricoperto l'intera scarpata. I nostri erano una quindicina, e non li elenco poiché tutti noi sappiamo chi erano i soliti noti. Mi informano che sono pure intervenuti volontari della Protezione Civile, CAI ed ecovolontari, ma consapevole della capacità e della disponibilità dei nostri iscritti mi viene da pensare che come sempre siano stati determinanti per la buona riuscita di tale evento. Elio Garnero Gruppo di San Giorio Un gradito omaggio Qualche tempo fa Danilo Garda transitando davanti alla nostra sede mi fa notare che era un po' spoglia. Ci starebbe bene una scritta in legno, se volete posso pensare io a qualcosa. Naturalmente dico che può fare come vuole, ben sapendo che gli fa piacere. Passano pochi giorni e a casa si presenta Walter Tomassone, mio cugino, chiedendomi in prestito un cappello alpino come modello per un lavoro. Ne ho due. Sceglie quello più nuovo di mio figlio Giorgio, con lo stemma del 6 (mininaia a San Candido nel 2009). Non collego i due fatti se non quando vengo avvertito che nel magazzino comunale è pronta un insegna per la sede del Gruppo e la vedo. Pur sapendo della bravura di Danilo e Walter nel lavorare il 20 Valsusino È il 17 marzo e come ogni anno la comunità di Novalesa celebra la Festa di Sant'Eldrado, copatrono del paese con S. Stefano, con una splendida processione che si snoda lungo i verdi prati che separano la chiesa parrocchiale dal Monastero Abbaziale dei Santi Pietro e Andrea, eretto sulla rocca che domina la valle. In questa occasione gli alpini locali vengono chiamati in causa per il trasporto della cassa reliquario di S. Eldrado, una preziosa reliquia rivestita totalmente di lamine d'argento riccamente scolpite di immagini sacre. E' una tradizione che si ripete ormai da moltissimi anni e vede la partecipazione della quasi totalità della popolazione novalicense e di parecchi fedeli dei paesi limitrofi. Quest'anno la cerimonia ha avuto come corollario una fitta nevi-

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